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I PRESOCRATICI O PRESOFISTI

Con il termine presocratici o presofisti si indica un gruppo eterogeneo di pensatori anteriori a Socrate, che
a differenza di quest’ultimo che studierà soprattutto l’uomo, essi si sono occupati principalmente del
problema della natura e della realtà. I principali filosofi presocratici sono:
- Gli ionici di Mileto (Talete, Anassimandro e Anassimene);
- I pitagorici (Pitagora e suoi seguaci);
- Gli eraclitei (Eraclito e suoi seguaci);
- Gli eleati (Parmenide e suoi seguaci);
- I fisici posteriori (Empedocle, Anassagora e Democrito).
Geograficamente i presofisti operarono inizialmente nelle colonie greche della Ionia o nella Magna Grecia,
successivamente con Anassagora si assistette alla nascita della scuola di Atene. Essi si occuparono del
problema cosmologico (relativo al cosmo o all’universo) e del problema ontologico (relativo all’essere o
alla realtà in generale).

GLI IONICI DI MILETO


La scuola ionica di Mileto si sviluppa nel VI secolo a.C. Gli ionici di Mileto si occuparono soprattutto del
problema della realtà primaria. Essi pensavano che al di sotto di tutto esistesse una realtà unica ed eterna,
di cui ciò che esiste è passeggera manifestazione. Tale sostanza unica ed eterna fu definita arché
(principio), la materia da cui tutte le cose derivano. Tutti e tre i pensatori ammettevano il divenire ciclico del
mondo.

TALETE
Il fondatore della scuola ionica di Mileto fu Talete. Egli affermò che il principio di tutte le cose è l’acqua e
sosteneva che la Terra stava sopra l’acqua.

ANASSIMANDRO
Anassimandro fu concittadino e contemporaneo di Talete. Anassimandro fu il primo a coniare il termine
arché. Egli identificò il principio di tutte le cose nell’àpeiron, un principio infinito e indeterminato dal quale
tutte le cose hanno origine e nel quale tutte le cose si dissolvono quando è terminato il loro ciclo. Il
processo attraverso cui le cose derivano dalla realtà primordiale è la separazione: la sostanza infinita è
animata da un eterno movimento, in virtù del quale si separano da essa i contrari (caldo e freddo; secco e
umido ecc.). da tale separazione si generano mondi infiniti che si succedono in un ciclo eterno.

ANASSIMENE
Anassimene fu il più giovane tra i pensatori di Mileto. Come Talete, egli riconobbe come principio di tutte le
cose una materia determinata, l’aria, ma a tale sostanza attribuì i caratteri del principio di Anassimandro,
ossia l’infinità e il movimento incessante. Il modo in cui l’aria determina la trasformazione delle cose è il
doppio processo della rarefazione e della condensazione. Attraverso la rarefazione l’aria diventa fuoco,
mentre attraverso la condensazione l’aria diventa vento, nuvola, poi acqua, terra e infine pietra.

I PITAGORICI
Pitagora nacque a Samo, fu il fondatore della scuola pitagorica, a cui si deve la creazione della matematica
come scienza. A Pitagora si può attribuire la dottrina della metempsicosi, cioè la trasmigrazione dell’anima,
dopo la morte, in corpi di animali o di altri uomini. Pitagora considerava il corpo come una prigione
dell’anima e la vita corporea come una punizione. La filosofia è la via per liberare l’anima dal corpo.
Secondo i pitagorici la sostanza di cui sono costituite tutte le cose era il numero, ciò significa che la vera
natura del mondo consiste in un ordinamento geometrico esprimibile in numeri e dunque misurabile. Il
numero si divide in dispari e pari, questa opposizione si riflette in tutte le cose, anche nel mondo. Dunque,
anche il mondo si divide in due parti, una corrispondente al dispari e una al pari. Il dispari corrisponde ad
un’entità limitata, quindi terminata e compiuta. Il pari, invece, corrisponde ad un’entità illimitata, cioè non
terminata e non compiuta. Il pitagorismo è quindi una filosofia dualistica perché intende spiegare la realtà
sulla base di una contrapposizione di principio fra limitato e illimitato. Seguendo questo principio, secondo i
pitagorici, l’ordine, il bene e la perfezione appartengono alla parte del limite e del dispari. Invece, il
disordine, il male e l’imperfezione stanno dalla parte del pari e dell’illimitato. Questi opposti sono conciliati
nel mondo da un principio di armonia. La scienza dell’armonia è la musica, che esprime la natura
dell’armonia universale.

GLI ERACLITEI
Alla base del pensiero di Eraclito vi era la contrapposizione tra la filosofia e la comune mentalità degli
uomini. Egli definisce “dormienti” i non-filosofi, che sono incapaci di comprendere le autentiche leggi del
mondo, mentre definisce “svegli” i filosofi, che andando al di là delle apparenze immediate, sanno cogliere
il nocciolo segreto delle cose.
Eraclito fu l’autore della teoria del divenire. Secondo questa teoria “tutto scorre” (panta réi). Non è
possibile ad esempio discendere due volte nello stesso fiume, per la velocità del movimento, tutto si
disperde e si ricompone di nuovo, tutto viene e va. La forma dell’essere è il divenire, poiché ogni cosa è
soggetta al tempo e alla trasformazione, e anche ciò che sembra statico e fermo in realtà è dinamico.
Seguendo questa tesi, dunque, il principio delle cose è il fuoco, elemento mobile e distruttore per
eccellenza, governato da una legge universale definita Lògos (ragione). Appartiene ad Eraclito la dottrina
dei contrari, secondo cui la legge segreta del mondo risiede nella stretta connessione dei contrari, che in
quanto opposti lottano tra di loro, ma nello stesso tempo non possono esistere l’uno senza l’altro.
La visione panteistica dell’universo si identifica con Dio, inteso come unità di tutti i contrari, mutamento
continuo e fuoco generatore.
Il panteismo si realizza, non solo nella continua lotta dei contrari (salute-malattia, bene-male), ma anche nel
ciclo di produzione-distruzione che vede l’alternarsi di fasi di distruzione a fasi di produzione delle cose.

GLI ELEATI
Il fulcro dell’eleatismo è l’apparenza ingannatrice del mondo. Gli eleati infatti sostenevano che le cose non
sono così come ci appaiono ai sensi, ma come la ragione le pensa. Il fondatore della scuola eleatica è
Parmenide di Elea. Secondo Parmenide esistono due vie: il sentiero della verità (alétheia), basato sulla
ragione, che ci porta a conoscere l’essere vero, e il sentiero dell’opinione (dòxa), basato sui sensi, che ci
porta a conoscere l’essere apparente. Secondo il filosofo la ragione dice una cosa: l’essere è e non può non
essere, il non essere non è e non può essere. Ciò significa che solo l’essere esiste, mentre il non essere, per
definizione, non esiste e non può essere pensato. Oltre a queste due vie, Parmenide ammette anche una
terza via: l’opinione plausibile (dòxa plausibile), un’opinione in grado di non scontrarsi con il principio di
non contraddizione. Con questo Parmenide vuole dire che gli opposti devono pensarsi come inclusi nella
superiore unità dell’essere: gli opposti sono ambedue essere. Ad esempio la luce e la notte sono entrambe
essere perché con nessuna delle due c’è il nulla.
L’essere nella definizione di Parmenide ha delle caratteristiche:
- Ingenerato e imperituro, perché se nascesse o morisse implicherebbe in qualche modo il non-
essere.
- Eterno, perché se fosse nel tempo implicherebbe il non-essere del passato o il non-essere del
futuro.
- Immutabile e immobile, perché se mutasse o si muovesse implicherebbe il non-essere in quanto si
troverebbe in una serie di stati o di situazione in cui prima non era.
- Unico e omogeneo, perché se fosse molteplice implicherebbe degli intervalli di non-essere.
- Finito, perché la finitezza è sinonimo di compiutezza e perfezione.
- Necessario, perché non può non-essere o essere diverso da così com’è.
Tutti questi attributi costituiscono un essere ontologicamente perfetto.

I FISICI POSTERIORI O PLURALISTI


I fisici pluralisti ritornano ad interessarsi del problema della natura. Sono detti pluralisti in quanto
ritengono che i principi della natura siano molteplici. I principali pensatori appartenenti a questa corrente
sono tre: Empedocle, Anassagora e Democrito.

EMPEDOCLE
Empedocle, così come Parmenide, ritiene che l’essere non possa né nascere, né morire, ma a differenza di
Parmenide, vuole spiegare l’apparenza della nascita e della morte sulla base del combinarsi e del dividersi
degli elementi che compongono la cosa. Gli elementi, che Empedocle definisce radici sono quattro: fuoco,
acqua, terra e aria. Queste quattro radici sono animate da forze opposte: l’Amore, che tende ad unirle, e la
Contesa o Odio, che tende a disunirle. Sono due forze cosmiche, di natura divina, che si avvicendano
nell’universo determinando le fasi del ciclo cosmico. C’è una fase in cui l’Amore domina completamente ed
è lo Sfero nel quale tutti gli elementi sono unificati e legati in armonia. L’azione della Contesa rompe questa
armonia e introduce la separazione degli elementi. In questa fase la separazione non è distruttiva, ma
determina la formazione delle cose così come sono nel nostro mondo, che è il prodotto dell’azione
combinata delle due forze e sta a metà strada tra il regno dell’Amore e quello dell’Odio. Continuando ad
agire l’Odio, le cose si dissolvono e si ha il regno del Caos in cui domina l’Odio. Una nuova azione
dell’Amore riunificherà gli elementi. Si avrà dunque una fase in cui l’Odio e l’Amore saranno mescolati fino
a quando prevarrà nuovamente l’Amore e si ritornerà allo Sfero, dal quale ricomincerà un nuovo ciclo.
Secondo Empedocle “il simile si conosce con il simile”. Cioè la conoscenza avviene mediante l’incontro tra
l’elemento che è nell’uomo e lo stesso elemento al di fuori dell’uomo.

ANASSAGORA
Anassagora fu l’autore della teoria dei semi. Anassagora ammette l’esistenza di particelle piccolissime e
invisibili di materia definite semi che si separano e si uniscono. Dai semi si generano tutte le cose
corporee. La forza che fa muovere e ordina questi semi è l’intelligenza divina o Nous. A differenza di
Empedocle, Anassagora ritiene che la conoscenza sia prodotta dalle cose dissimili, piuttosto che dalle cose
simili. Infatti solo l’assenza di una determinata qualità ci consente di cogliere coi sensi questa determinata
qualità, quando essa si presenta nelle cose.

DEMOCRITO
Cronologicamente, Democrito è stato contemporaneo di Socrate, ma viene incluso tra i presocratici in
quanto si interessò del problema della natura. Con Democrito si sviluppa l’atomismo. Gli atomisti
identificano l’essere con il pieno e il non-essere con il vuoto. Il pieno è la materia, il vuoto è lo spazio in cui
essa si muove. La materia è un insieme di atomi, cioè particelle indecomponibili, cioè non divisibili.
Gli atomi presentano le seguenti proprietà:
- Sono pieni
- Sono immutabili
- Sono ingenerati
- Sono eterni
Gli atomi non presentano differenze qualitative perché sono tutti composti della stessa materia.
Presentano invece differenza quantitative dovute alla forma geometrica e alla grandezza.
Gli atomi seguono incessantemente un movimento caotico in tutte le direzioni, che danno origine a
continue aggregazioni fra corpuscoli simili che danno origine a infiniti mondi che perpetuamente nascono e
muoiono.
L’atomismo rappresentò la prima forma di materialismo filosofico, secondo cui la materia costituisce
l’unica sostanza e l’unica causa delle cose. Connesso al materialismo è l’ateismo, in quanto Democrito
ritiene che alla base del mondo non vi sia nessuna Intelligenza divina.
Parte integrante del materialismo e dell’ateismo è il meccanicismo, che consiste nella spiegazione delle
cose sulla base delle cause naturali che le producono, indipendentemente dallo scopo per cui sono state
prodotte.
Secondo Democrito l’anima è composta di atomi psichici. L’anima è diffusa in tutto il corpo e le sue
operazioni hanno sede in parti differenti del corpo. Ad esempio il pensiero risiede nel cervello. La
sensazione è prodotta nell’anima dagli effluvi di atomi che provengono dagli oggetti e penetrano nel corpo
umano venendo a contatto con gli atomi dell’anima.
Esistono proprietà oggettive e proprietà soggettive delle cose. Le proprietà oggettive esprimono
caratteristiche quantitative e spaziali come ad esempio il numero o la figura. Le proprietà soggettive
esprimono caratteristiche qualitative come i sapori e gli odori che esistono soltanto in relazione ai nostri
organi percettivi.

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