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Lorenzo Ghiberti, il 'Sigillo di Nerone' e le origini della placchetta 'antiquaria'


Author(s): Francesco Caglioti and Davide Gasparotto
Source: Prospettiva, No. 85 (Gennaio 1997), pp. 2-38
Published by: Centro Di Della Edifimi SRL
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/24432425
Accessed: 07-12-2015 19:24 UTC

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Lorenzo Ghiberti,
il 'Sigillo di Nerone'
e le originidella
placchetta 'antiquaria'
Francesco Caglioti
Davide Gasparotto

Nella storia dell'arte rinascimentale ita


liana, e toscana in particolare, sono anco
ra molti gli argomenti su cui l'accumulo
della bibliografia e quello dei dispareri
procedono di pari passo. Per essi si conti
nua a scriver tutto e il contrario di tutto, e
s'avvicina così il giorno in cui forse non
sarà umanamente possibile una via
d'uscita. Uno di tali temi, nonostante ab
bia sempre mancato d'una voce mono

grafica specifica, è quello cui allude la


parte iniziale del nostro titolo, e che osia
mo rilanciare, prima che sia troppo tardi,
nella speranza, almeno, di distinguere
false certezze e punti nevralgici inediti ο
ingiustamente trascurati. II convergere in
esso di filoni d'indagine che oggi, malgra
do confortanti esempì contrari, tendono
il più delle volte a divaricarsi (la letteratu
ra artistica, l'antiquaria, la glittica, i pic
coli bronzi in serie, il collezionismo, le
biografie e i cataloghi degli artefici), ha ι. Dioscurìde: 'Apollo, Marsia e Olimpo' (intaglio in
1. del pezzo nell'antiquaria europea fino al
fatto sì che numerosi contributi settoria corniola, ultimo quarto del I sec. a. C.) tardo Settecento non
IdrOO Settecento, eè chiaro
CniarO invece
invece <;e
Se
(ingrandimento). Napoli, Museo Archeologico
li, anche assai preziosi, non abbiano rag Nazionale, Collezione Farnese (già presso i Signori di con l'espressione "Sigillo di Nerone" CÎ
Firenze, e poi nelle raccolte del cardinale Alvise ,· , , ,· ,. r · n
giunto appieno il loro scopo. Se con un Trevisan, di papa Paolo II e dei Medici). S intendesse di VOitcl 1Π VOltâ riferire 3.113.
po' di pazienza si vorrà riconsiderare pietra tout court ο piuttosto alla pietra
l'intera questione, non sarà forse impos veva al suo signore d'esser riuscito a farsi montata su di un'impugnatura che la ren
sibile incontrarsi sul fatto che il ghiber mostrare dai fiorentini "la scudella" desse simile appunto a un sigillo, tale da
tiano 'Sigillo di Nerone', pur essendo sta (cioè la futura 'Tazza Farnese': figg. 6-7), giustificare appieno l'uso di quella dici
to un inimitabile 'pezzo unico', ebbe una di contro ad altre celebri gemme del teso- tura.
ben precoce e grande portata: e questa ro di Via Larga, non più disponibili: Che un'opera siffatta potesse ο avesse
ambisce a condensarsi, con formula di "El melio non si trova, zoè el Sugiello di Nero- potuto esistere lo si sa, com'è noto, da
necessità semplicistica, nella seconda ne, el Caro de Fetonte, el calzidonio [se. il Lorenzo Ghiberti, il quale nei suoi Com
parte del nostro titolo. 'Diomede col Palladio']".1 meritarli ricorda d'aver approntato per
Presso gli studi moderni è pacifico che il una corniola di questo tipo - intorno al
1. La più antica occorrenza a noi finora primo fra i tre pezzi di cui il Caradosso 1428 - una ricca montatura aurea in fog
nota dell'espressione "Sigillo di Nerone" andava in cerca era un intaglio di forma già di mostro alato, caricata d'una legen
è del 1495, e si ha da una risaputa lettera tendente all'ovale con la rappresentazio- da "nel nome di Nerone". Il fatto che
fiorentina del Caradosso a Ludovico il ne di Apollo citaredo, Marsia punito e il nella preziosa scena, non ancora intesa
Moro. Il 9 febbraio di quell'anno, tre me supplice Olimpo, pervenutoci in diversi appieno, una delle figure reggesse mani
si dopo la cacciata dei Medici dalla loro esemplari, dei quali la corniola con l'ex festamente una lira, dovette suggerire al
città, l'espertissimo orafo lombardo, in gemmis di Lorenzo il Magnifico oggi al committente, ο a un suo consigliere, l'il
viato dal solerte Duca di Milano nel Cen Museo Archeologico di Napoli (mm 40,2 lusione che l'oggetto fosse appartenuto al
tro-Italia per farvi incetta d'opere d'arte su 34: figg. 1, 2, 39, 40)2 è conclamata- più celebre principe musicista dell'anti
di prima scelta abbandonate in fuga dai mente, e in tutti i sensi, il più prezioso, chità, e che se ne potesse inoltre presume
discendenti del magnifico Lorenzo, scri Fin da questa testimonianza, e da altre re e restituire un'originaria funzione di
analoghe che sarebbero presto seguite e sigillo: come la più consueta sfragistica,
2 [Saggi] che avrebbero decretato la larga fortuna così la gemma, anch'essa lavorata in ca

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2. 'Apollo, Marsia e Olimpo' (impronta in gesso rone, le quali feci con grande diligentia.7 Le - cui allude il Ghiberti: se n'è dedotto
ingrandita della gemma alle figg. 1 e 39). Roma, erano in detta cornuola uno vechio a
Deutsches Archaeologisches Institut, Collezione Cades, figure generalmente, in forma più ο meno espli
voi. 4, I.E.64. sedere in su uno scogl[i]o era una pelle di
cjta^ cbe Giorgj0 abbia fatto confusione
3. Bottega ghibertiana del secondo quarto del leone, et legato, colle mani dneto, a uno albe- ^ , . ,. ,. . . ,
1 memt>ri di casa Medici, sostituendo
Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo di ro secco; a' piedi di lui v'era uno infans gino-
Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). Belluno, il
Museo Civico.
chioni coll'uno piè, e guardava uno giovane il magari Giovanni a suo padre Cosimo
quale aveva nella mano destra una carta et Vecchio ο a qualche altro parente." E
nella sinistra una citera. Pareva lo infans addi- l'idea s'è a tal radicata nella co
punto
mandasse doctnna al giovane: ■
queste trefigu-
vo, andava ricondotta alla professione ο degh
& studiosi che a volte, ' sorvo
re juron fatte per la nostra età* Furono certa- .
alle abitudini di vita del suo primo titola mente ο di mano < di mano > di Pirgotileodi laudo anche sul Vasari, tende ad appog
re. Nell'ambiente saturo di nuova erudi Policreto. Perfette erano quanto cose vedessi giarsi direttamente all'autorità ghibertia
mai celate in cavo". na.12
zione cui il volenteroso artista 'antiqua
rio' guardava ognuno aveva letto ο com Nel Cinquecento, dopo che il racconto Ecco invece una tipica petizione di prin
pulsato il suo Svetonio, apprendendo le dei Commentarli fu sunteggiato, in modo cipio.13 II Ghiberti non menziona affatto
smanie strumentali e canore dello spro alquanto impreciso, da parte dell'Anoni- il committente della legatura,14 che potè
positato monarca.3 Uno stimolo alla re mo Gaddiano (don Vincenzio Borghi- benissimo essere un altro collezionista
stituzione d'un sigillo poteva inoltre ve ni?),9 il Vasari, nel rifarsi anch'egli al- fiorentino, ο una delle massime gerarchie
nire dal largo impiego che proprio le cor l'autobiografia ghibertiana, attribuì l'ac- ecclesiastiche romane, per le quali egli
quisizione della corniola e la commissio- assolvè da orefice cospicui incarichi: ver
niole, a preferenza di tutte le altre pietre
di lusso, avevano di già trovato nella sfra ne del gioiello a Giovanni di Cosimo de' so il 1430 la passione di Cosimo il Vecchio
Medici (1421-63): nei confronti delle gemme lavorate non
gistica 'all'antica' dell'Età di Mezzo, e nel
relativo uso linguistico.4 "Mentre che l'opere di Lorenzo [Ghiberti] uguagliava ancora, ad esempio, quella di
Benché il passo ghibertiano sia arcinoto, ogni giorno accrescevon fama al nome suo, Niccolò Niccoli (f 1437), e il fatto che
lavorando e servendo infinite persone così in molti grandi prelati, in tempi irrequieti
preferiamo riproporlo qui, con una pun lavori di metallo come d argento e d oro, ca-
per l'Urbe, fossero di casa a Firenze, con
teggiatura più perspicua e alcune parole pito nelle mani a Giovanni figliuolo di Cosi- Γ ·,· ,. · j- <<
in corsivo, per facilitare il lettore nel se tribuiva di già alla gestazione di quella
mo de' Medici una comiuola assai grande,
koinè culturale tosco-romana che sta alla
guito di queste pagine:5 dentrovi lavorato d'intaglio in cavo
quando
Apollo fa scorticare Marsia, la quale, secondo base del Rinascimento maturo.
"In detto tempo [se. quello della Cassa per le che si dice, serviva già a Nerone imperatore per $i aggiunga a tutto ciò la fededegna testi
reliquie dei Santi Proto, Giacinto e Nemesio,
suggeUo- et essendo per .1 pezzo della pietra,
consegnata nel 1428] leghai in oro una cor monianza de, Filaret j, ,e ne, Hbro
eh era pur grande, e per la maraviglia dello „ . . ,
nuola, di grandeza d'una noce colla scorza, NXIV del suo Trattato descrive con det
intaglio in cavo cosa rara, Giovanni la diede a
nella quale erano tre figure egregissi
scolpite
Lorenzo, che gli facesse intorno d'oro un or- tato inequivocabile la pietra già introdot
mamente fatte per le mani d'uno excellentissi
namento intagliato; et esso, penatovi molti ta dal Ghiberti, definendola "la corniuo
mo maestro antico. Feci per picciuolo uno
mesi, lo finì del tutto, facendo un opera non
coll'alie un et colla testa ja de| patriarca": un titolo, quest'ultimo,
drago poco aperte men bella d intaglio a torno a quella che si . , . , u „ ,
bassa, alza nel mezo il collo, l'alie faceano la c Per date coinvolte nella ben nota
fussi la bontà e perfezzione del cavo in quella
presa del sigillo. Era il drago - el serpente noi
pietra".10
vogliamo dire - era tra fogl[i]e d'edera.6 Era
no intagliate di mia mano, intorno a dette Giovanni de' Medici era tuttavia troppo
figure, lettere antiche titolate nel nome di Ne piccolo alla data-1428 circa ο poco dopo [Saggi] 3

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vicenda dell'artista e del suo manoscritto ri e stranieri, del Patriarca di Costantino- ria.11 Né l'opera emerge dai due noti in
può ricondursi solo ad Alvise Trevisan, il poli e di Demetrio Paleologo fratello del- ventarì - 1456-63 e 1465 - di Piero di
cosiddettocardinal"Scarampo"o"Mez- l'Imperatore, tutti coi loro folti seguiti: Cosimo il Vecchio: il secondo redatto
zarota" (fig. 5), patriarca di Aquileia com'avrebbe scritto un secolo dopo don quando, morti il padre e il fratello, egli
(1439) e camerlengo di Santa Romana Vincenzio Borghini - giusto a proposito era di fatto l'unico grosso collezionista
Chiesa (1440) fino al 1465, amicissimo del Trevisan - "si tralatò il corpo del nel ramo di Cafaggiolo.28
dei Medici e di Firenze, ove fu arcivesco- glorioso San Zanobi nel luogo dove egli è La riproduzione in marmo su scala accre
vo dal 1437 al '39 e tenne una delle sue ora, assistente, si può dire, tutta la nobil- sciuta che non ebbe a Firenze, L'Apollo e
lussuose residenze (oggi inglobata nel Pa- tà d'Oriente e di Ponente, che si era per Marsia' l'ottenne invece nell'Urbe: un ri
lazzo Corsini in Parione) dal 1440 alla l'occasione del Concilio raunata".20 Cer- lievo del Museo Nazionale di Varsavia
morte. tamente non vi mancò il Ghiberti, che (fig. 8), attribuibile con certezza ad Isaia
della cassa bronzea per quelle reliquie
"Et quegli antichi [...] intagliavano pietre fine da Pisa, è episodio da non trascurare, se
durissime in cornuole et'naître pietre le quali aveva da tempo ottenuto la commissione, si avverte che quel 'classicista tosco-ro
sono duressime [sic], et com punte di diaman- benché poi, nonostante le numerose sol- mano', precocemente attestato su una fa
ti si bisogniano cavare et intagliare; et niente-
iecjtazjoni a consegnare, non si liberasse natica benché mediocre avanguardia, vi
dimeno c intagliavano dentro teste d impera- , , , ,·
dori et di teste di donne, quella di Faustina del lavoro (fig. 23) fino al 1442:.21 si dovette dedicare negli anni cinquanta,
diva, ch'era una degnia cosa, et altre figure Quando la corte papale, nel 1443, fece al più tardi sul principio dei sessanta
dignissime, come la corniuola del Patriarcha, definitivo rientro a Roma, il Trevisan, (dunque a ridosso dei tondi di Via Larga).
che e è tre figure degnissime quanto sia possi-
nd torbidi anni precedenti aveva E in quest'epoca, com'è noto, egli era
bue a tare: uno mudo legnato, colle mani di , . . . . . . , ,. °. ,Q
sPess0 dovuto recarvisi in missione, vi ancora scultore di papi e porporati.29
rìeto, a uno arbore seccho, et uno con uno
certo strumento in mano con uno poco di ritrovò di certo il Filarete: il quale, impe- Quanto alle più antiche medaglie deriva
panno dal mezzo in giù, et uno inginocchioni. gnato nei grandi battenti bronzei della te dalla gemma, laddove non sono diret
[...]. Sono di tanta dignità queste due cose [se. Basilica Vaticana, da lui - il Camerlengo tamente riconducibili al milieu curiale,
- aspettava di necessità i suoi compen- come quelle del cardinale Guillaume
Pulicreto, il quale si dice che fu re".15 ^ Estouteville (figg. 11-12, 55) e di papa
T1_ , . „ ., _ , In seguito, malgrado le numerose missio- Paolo II (figg. 13-14, 56) che vedremo tra
revisan, uno et personaggi più aco - nj jn jtajja e an'estero impostegli dai suoi breve, esse sembrano gravitare intorno
tosi del Quattrocento europeo," ha tro-
incarichi ,, Patnarca visse prevalente- all'Urbe forse più di quel che non si sia
vato da tempo il suo posto negli annali
meme ne, Laz,0 e a Roma; e qui> nd finora immaginato.
eco ezionismo g ι fico grazie a iare~
palazzo cardinalizio di San Lorenzo in La ben nota medaglia del musicista Niko
te stesso e a Vespasiano da Bisticci, che ne
Dàmaso al quale gH dava dirht0 d pQS. laus SchHfer (figg 9_10χ30 firmata nel
rammen ano acquisto e non meno a-
sesso dell'omonimo titolo presbiterale, 1457 dal veneziano Giovanni Boldù e
moso iome e co a a io in ca ce o-
egd ^ssd ]a sua maggiore e più rappresen- recante sul verso una desunzione dal
aPPun 0 a irenze> tra ι tatjva residenza, raccogliendovi i propri della va collocata in
-°'avvf-° l'Apollo corniola,
1434 e it 37, per transazione diretta col
ambit0 ferrarese. I maggiori repertori e
proprietario il Niccoli » Le più recenti
cataloghi di medaglje Ualiane e JaΜΜο_
in agini su e on ι are ìvis ìc e e e e-
2 Dunque almeno fino all'allontana- grafia specifica sul Boldù tacciono dei
rane anno ino re asso ato c e a ui
mento dell'Averulino dall'Urbe, cioè fino l'effigiato, ο ammettono esplicitamente
appartenne sia pur per breve tempo ma
a, 144g.49i .SigiHo dj Nerone, dovette di non conoscerlo. E lo Schlifer si cerca
comunque ino a a mo e, un a rog 10 -
trovarsi nella città pontificia. Ma poi la invano nelle maggiori enciclopedie della
to cimelio della b glittica antica, cioè la .
efortuna , , · . , .
che ,la raifigurazione
ec-
mitologica musica: quando raramente vi compare, e
rammen a a ,T azza ρ arnese ( ìgg. - ),
0 sing0b suoj elementi trovano nell'am- proprio grazie al ritratto del Boldù. Il
poi transitata,
.. .
com
.
anche il
Diomede, ' .
biente romano, almeno, r ,·
fino agli anni ses- e **
fatto cheu ^ 1.· 11 .
quest ultimo nello stesso 1457
per 1 esoro aurenziano.
santa, induce ad allungarvene ulterior- gettasse una medaglia anche di Pietro
A Firenze, ov ebbe sempre parte febbrile . ?,· « · ·, ·, ,
, . . mente ,la permanenza. L influsso icono- d
Bono dela >/-u·. „r
Chitarnno,31 forse il più grande
almeno nei risvolti più mondani della r . ,, , , , . ,· .· . , , ~ .. , .
. ... j. grai1C0 della gemma nel corso del Quat- liutista del Quattrocento (1417 cir
ρ ugeni° tv
trocento24 è così coerente da servire quale ca-1497), attivo alla corte principesca di
nAa îïûih '■■''γ1'3·
. ..1 JZ1ianJi°V,0,e sicuro diagramma dei suoi spostamenti. Ferrara, ci ha spinti a frugare nella lette
C° 1 ^ ° CA
■ Firenze, prima dell'ottavo decennio, le ratura specialistica sulla musica estense,
H°n 1434, ottenuto i' tncanco d
dal a'
appronta- derivazioni si fanno praticamente desi. Tutt0 lascia credere che ,0 Schlifer non
re una nuova, spettacolare, costosissima , · , · ■ <- .■ c , ·, axT·

·Γ . ■ derare, in qualsiasi genere figurativo. E sia altri che il cantante e liutista Niccolo
ìarapon 1 ìcia, ove e esser assai spesso
sembra in special modo eloquente il fatto Tedesco" 0 "Niccolò da Basilea" ("can
convocato nell appartamento di Santa , · -, , j·. . . . , . „ .· · r ■
che un immagine già cosi accreditata non tor et pulsator eccellentissimo [ve]",
Maria Novella dal medesimo nmlato VP-
. „ κ- 1 · 19 Il τι 26
oa 1 si ritrova fra le celebri repliche nei meda-
· · , , "optimwi pulsator et suavissimwi can
neto, allora cubiculario.19 aprile ,· , , . ,, , , , , _.
g*'0°l C° a 'e"
1439, inoltre, l'ormai arcivescovo Trevi- Γ7°Γε' ""a Τ η"1, seamfbracon,e"dl!re
00 dl Via Larga' al Passaêê10 da8h anni tro Bono il ruolo di figura preminente del
san guidò la solenne nrocessione colla
,g.1 resti- di
,.çSan Zanobi
7 ρ. vennero trasla- , cinquanta
·
ai sessanta:25 il ricorso della
.· ..... , . .·
Quattrocento musicale
. ,· -
in
■. . r- Romagna.32·
La
quale
.· , .· ·. . . sene a ctonti glittiche anche non medicee ·.
sua medaglia, in cui e definito vir mode
ti dal1,loro antico sito nella „
cripta di Santa
.
, ·, ΙΓΛ· , ,, ^ . r ■
Renarata fino al sotterraneo della rannpl- (Per esemP10 d Diomede ) mette mag- stus alterque Orpeheus [sic]", sembra
?■
,ia di , , 11 giormente a nudo l'assenza di un pezzo quasi 'dialogare' con quella di Pietro Bo
testa del nuovo tempio, alla presenza . ν e . . ,, , 1 - . .
j ,,,· . . j che, se tosse stato nelle raccolte del palaz- no, presentato più enfaticamente ancora
dell intero apparato romano, dei Signori ^ ,, . .·, «Λ u . , .
e .■ · ,· ... , ■ I -r .· zo, di certo si sarebbe imposto in modo come Orpheum superans■ ■: il richiamo
fiorentini, di molti ambasciatori forestie- · ·«·..,·„ ì- ■ ,· Κ
precipuo.-6 Tace poi allatto la miniatura, orfico si attagliava benissimo a questi
4 [Saggi] precocemente prodiga di simili specimi- due virtuosi, che cantavano accompa

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4. Lorenzo Ghiberti e bottega: Reliquiario delle braccia
di Sant'Andrea (1414-20) (particolare). Città di
Castello, Pinacoteca Comunale. [Saggi] 5

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gnandosi allo strumento. La legenda sulla cumulare preziosi, ed è un fatto pure che in quest'occasione, il destino della pietra
medaglia dello Schlifer, trascurata dagli la straordinaria fortuna mobile del Trevi- potrebbe essersi associato a quello del
storici dell'arte, indica inoltre che era ap- san, confluendo quasi tutta per sequestro calcedonio col 'Palladio'.49
punto in Orfeo, e non in Apollo, che veni- nella Camera Apostolica, si rese perciò Al passaggio, ο ritorno, della corniola a
va talvolta identificato il dio con lira della disponibile, non necessariamente per vie Firenze, negli anni settanta, la sua fortu
corniola, a una data troppo alta per una illecite, alle esigenze del collezionismo na romana sembra interrompersi, e ne
corretta esegesi. Il prosieguo degli studi ci curiale.19 esplode, nelle tipologie più disparate,
potrà dire se lo Schlifer lavorò anche a Una medaglia ovale del pontefice esegui- una toscana,50 che include vari fogli attri
Roma, in un'epoca in cui la mobilità di ta da Cristoforo di Geremia per comme- buiti a Francesco Ferrucci e perfino il
cantanti e strumentisti non era inferiore morare lo sforzo massimo di pacificazio- grande 'Marsia scorticato' statuario del
a quella odierna, e in anni in cui gli ne della Penisola da lui compiuto nel Verrocchio, messo a sedere e condotto in
scambi musicali tra le corti adriatiche, 1468 (figg. 13-14, 56), e nota almeno in pietra rossa per verosimile suggestione
Ferrara in testa, e la città papale erano sei esemplari, porta nel verso proprio una cromatica e iconografica della gemma.51
ovviamente intensissimi. replica della corniola:40 episodio non cer
Ben più notevole di quella dello Schlifer, to insignificante,41 se si tien conto della 3. Il brano del Filarete, benché rimesso
che si rifà al modello glittico ingranden- svettante unicità della committenza, e in onore con sensibile ritardo rispetto a
dolo in controparte, è comunque al no- della riserva senza limite di modelli che quello del Ghiberti,52 non è certamente
stro scopo la medaglia del Cardinal ad essa somministrava l'insuperata datti- nuovo al dibattito. Ma è tale la forza della
d'Estouteville (figg. 11-12,55), opera ese- lioteca di San Marco. vulgata vasariana che quanti hanno volu
guita da Andrea Guazzalotti entro il Sicuramente non è un caso che Cristofo- to valorizzarlo si son visti costretti a sup
1461.33 II rovescio utilizza la sola figura ro di Geremia, medaglista pontificio, era porre l'esistenza quattrocentesca di al
d'Apollo, che regge tuttavia lo stemma stato il principale orafo al servizio del meno due antiche gemme (anzi, due cor
cardinalizio al posto della lira ed una cardinale Trevisan, a cavallo tra gli anni niole) del medesimo tipo: una, per così
grande cornucopia in luogo del plettro, cinquanta e sessanta.42 Così come non è dire, "Ghiberti-Medici", e un'altra "Tre
divenendo, giusta l'epigrafe, allegoria un caso che il rovescio paolino si riveli visan-Barbo".53 C'è stato anche chi ha
della "Gloria Francorum". Come abbia- nelle misure (mm 39 su 33,543), alla stessa pensato che quest'ultima finisse comun
mo avuto modo di verificare al Museo del stregua dell" Apollo-Gloria Francorum' que, a un certo punto, tra i tesori medi
Bargello sovrapponendo un esemplare del Guazzalotti, nient'altro che la diretta cei:54 che è com'essersi avvicinati alla so
- d'una
della medaglia34 ed uno delle placchette impronta - tradotta in metallo luzione finale allontanandosene insieme
epigrafiche derivate dal 'Sigillo di Nero- gemma perfettamente identica a quella bruscamente.
ne' di cui diremo con ampiezza avanti napoletana (figg. 1,2,39,40).44 Ambedue Malgrado che il ricorrere di classiche
(paragrafi 4-7), il genio non è semplice- quest'argomenti potrebbero del resto uti- gemme tipologicamente affini sia in ge
mente "inspiredby the Apollo on the [...] lizzarsi in senso contrario, dal momento nere un fatto pacifico, non può esserlo
Medici gem" (Hill, Pollard), poiché ne che nessuno meglio di Cristoforo avrebbe tuttavia proprio nel nostro caso, e per
ripete alla perfezione forme e misure. Il saputo mettere a disposizione di Paolo II molteplici ragioni.
Guazzalotti si servì dunque, allo stesso un'impronta del'Sigillo'in cera ο gesso ο II modo enfatico, antonomastico, con cui
modo degli autori delle placchette, d'una zolfo. Una prova dirimente per il passag- Filarete chiama in causa "la corniuola del
di quelle perdute impronte in materia gio dell'originale nel Palazzo di San Mar- Patriarca" rende difficile credere ch'essa
plastica alle quali accenneremo in segui- co viene nondimeno da un più ampio fosse l'esatto duplicato d'un'altra gemma
to.35 sguardo sulla medaglistica paolina. Tutti che contemporaneamente levava gran
A voler rispettare, con più critica di gli esemplari ovali di papa Barbo, ricon- grido di sé a Firenze, e che dunque il
quanta non se ne sia spesa finora, l'ag- ducibili a Cristoforo ο a suoi collaborato- trattatista, fiorentino egli stesso, non
giunta del Vasari ai Commentarli, si po- ri, devon esser stati condizionati nella avrebbe potuto non conoscere assai bene:
irebbe quindi supporre che la corniola loro forma dalla sagoma della gemma lui che ai Medici avrebbe presto consa
giungesse in casa Medici proprio tramite antica: a chi consideri la loro serie in tutte crato la sua opera letteraria e che insieme
Giovanni di Cosimo, ma solo poco prima le varianti, il rovescio con 'Apollo, Mar- alle dattilioteche Trevisan e Barbo loda,
della sua immatura morte (1463),36 e che sia e Olimpo' s'impone infatti come nel medesimo brano del libro XXIV, solo
questi la lasciasse poi direttamente a uno l'unico tecnicamente vincolante, oltre quella del Gottoso.55 Certe significative
dei due nipoti, Lorenzo e Giuliano, eredi che iconograficamente significativo, re- sovrapposizioni di dettato col testo dei
della sua fortuna. cando gli altri ο un duplicato del ritratto Commentarli ghibertiani inducono addi
Ulteriori verifiche sollecitano tuttavia a del diritto,45 ο lo stemma gentilizio col rittura il sospetto che il Filarete conosces
ritardare ancora l'acquisizione medicea triregno e le chiavi,46 o, addirittura, nien- se in qualche modo il corrispondente pas
fino agli ultimi anni di Piero (f 1469)37 o, te.47 In ognuno di questi tipi il formato so del più illustre collega ormai defunto,
meglio, al tempo di Lorenzo capofami- cresce, mantenendo ovviamente il profi- il quale nel genere 'trattatistico' lo aveva
glia. Se la gemma non si ritrova nel lun- lo ovale, solo grazie all'aggiunta d'una preceduto d'almeno un decennio.56
ghissimo inventario romano del cardina- corona botanica ο d'un bordo perlina- A chi voglia oggi distinguere i due esem
le Pietro Barbo (1457, con aggiunte fino to. plari si pone ovviamente il problema
al '60),38 ciò non esclude affatto che tran- Perché escludere, allora, che il 'Sigillo di d'identificarne uno con la corniola Far
sitasse nel Palazzo di San Marco dopo il Nerone' contribuisse di lì a poco all'in- nese al Museo Archeologico di Napoli
1465, anno della morte del Trevisan, gente e famoso bottino di preziosità anti- (figg. 1, 2, 39, 4057), della cui vecchia
quando il Barbo era ormai Paolo II. È che che il Magnifico si procurò a Roma appartenenza al Magnifico fanno fede
stranoto che questi non smise mai di ac- nel 1471 con l'aiuto del nuovo pontefice non solo Y ex gemmis e il celeberrimo
Sisto IV, grazie soprattutto a facili prelie- inventario postumo ( 1492),58 ma anche e
6 [Saggi] vi dal lascito Barbo?48 Ancora una volta, soprattutto la catena archivistica di tra

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\ 'is.,

5. Andrea Mantegna: 'Ritratto del cardinale Alvise


Trevisan' (1459-60 circa). Berlino, Staatliche Museen, 7
Gemâldegalerie.
[Saggi]

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smissione ereditaria, ora cresciuta d'un ad essere notoriamente moderna è più mato avvalora alla perfezione le parole
ulteriore anello cinquecentesco (Appen- piccola della Farnese (mm 40 su 30) e del Ghiberti: "di grandeza d'una noce
dice II, n. [ 19]). Qualunque risposta si dia reca un ex gemmis laurenziano non ge- colla scorza". La stima laurenziana è al
ai quesito (e ambedue sono state date59), nuino,62 al punto da far ritenere che sia tissima (mille fiorini), ma si riferisce alla
l'altra corniola andrebbe ritenuta miste- più tarda ancora del Quattrocento63 e che semplice gemma, senza montatura: a chi
riosamente dispersa fin dal Rinascimen- non sia mai stata medicea (a meno che abbia un po' di dimestichezza con quella
to stesso: fra i vari intagli del medesimo non si tratti d'un ricordo fatto per i Medi- capitale fonte d'archivio e coi suoi modi
tipo (circa una decina) sparsi per le rac- ci del ramo granducale dopo che la pietra linguistici non può infatti sfuggire che
colte del mondo, e già censiti generosa- laurenziana era passata ai Farnese).64 l'espressione finale della voce, "leghato
mente dall'erudizione sei-ottocentesca, L'inventario del Magnifico contempla in oro", è troppo asciutta e dozzinale per
nessuno può competere infatti con quello inoltre uno e un solo intaglio (una cornio- poter riferirsi al "picciuolo" ghibertiano
di Napoli per grandezza, qualità e anti- la) con la rappresentazione di Apollo, in forma di "drago coll'alie [...] aperte".67
chità.60 Soprattutto va esclusa dalla di- Marsia e Olimpo, e lo dice "grande".65 Ne consegue ο che il gioiello del Ghiberti
scussione la corniola del Cabinet des Mé- Tale è la pietra di Napoli rispetto alla non transitasse per le mani medicee nep
dailles a Parigi (figg. 17, 57),61 che oltre media di simili manufatti,66 e il suo for- pure al tempo del Magnifico, o, assai più
ragionevolmente, che quest'ultimo (se
non altri ancor prima) provvide a farlo
smontare, trovandolo d'un gusto ormai
superato, 'gotico'.68 Solo liberando la
gemma dal castone vi si sarebbe inoltre
potuto far incidere l'ex gemmis, e solo
così essa avrebbe trovato luogo in un in
sieme collezionistico ove le caratteristi
che dei singoli pezzi dovevano risultare
dal serrato confronto col resto della se
rie.69 Se nel 1492 la corniola fosse stata
ancora prigioniera del drago ghibertiano,
il redattore dell'inventario non l'avrebbe
inoltre trovata, come fece, "trasparen
te".70
La menzione inventariale, tutta assorbita
da una sollecitudine rigorosamente de
scrittiva, non ci dice che la corniola fosse
nota quale "Sigillo di Nerone". Ma col
mano per fortuna l'omissione, a brevissi
ma distanza di tempo, la già citata lettera
del Caradosso al Moro di Milano - 9
febbraio 149571 - ed una lista d'oggetti di
lusso ceduti in quello stesso anno ai Tor
nabuoni, impegnati nel riscatto della fi
liale romana del Banco Mediceo, dai Sin
daci dei beni di Piero di Lorenzo e dei
suoi familiari banditi (.Appendice I, n.
[44]). E "Sigillo di Nerone in cornuola" è
detta la pietra in un elenco di gioie medi
cee giunte per assestamento patrimoniale
nelle mani di Margherita d'Asburgo, ve
dova d'Alessandro duca di Firenze {Ap
pendice II, n. [19]). All'epoca (1537) il
pezzo era applicato su "una tavoletta con
9 pietre fornite d'oro", a riprova dell'av
venuta perdita della vecchia montatura
ghibertiana: e nella stessa foggia, sempre
come "Sigillo di Nerone", sarebbe ricom
parso tra i beni lasciati in eredità nel 1586
da Madama d'Austria, ormai duchessa di
Parma, al figlio Alessandro.72
Che al tramonto dei Medici del ramo
principale il 'Sigillo' fosse ridotto alla
mera gemma lo dimostra infine, elo
quentemente, la pagina del Vasari: la
6-7. Arte ellenistica: 'Tazza Farnese'. Napoli, Museo quale, COme spessissimo nelle Vite, Una
Archeologico Nazionale, Collezione Farnese (già nelle v°lta della strana su
Α^ίοη^π il Magnanimo, alleggerita zeppa
raccolte di re Alfonso
raccSté'di're Magnan^mo^dddel cardinale
cTrdfifaie6''6
8 Alvise Trevisan, di papa Paolo II e dei Medici). Giovanni di Cosimo, rivela tutti i SUOI
[Saggi]

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pregî. Il biografo, assiduo di Palazzo Me- ne, complessivamente quasi altrettante, suonare dal Kris:
dici in giovinezza, v'aveva visto la pietra per un totale di circa una dozzina (figg. 3, a) Per poter fornire tutto lo spazio neces
("assai grande") senza montatura, ed 21-22,26-33; cfr. pure le figg. 42-52).81 La sario alle lettere ghibertiane, la gemma
evitò perciò di descrivere quest'ultima, ridda dei dissensi sorti tra gli esperti al antica avrebbe dovuto presentare in ori
pur avendo a disposizione una copia dei loro proposito e le acquisizioni critiche gine un rapporto affatto incoerente tra il
Commentarli ghibertiani: ai quali ag- che possono ancora ricavarsi dalla loro supporto neutro e le figure, con largo
giunse invece la consapevolezza icono- paziente comparazione ci hanno consi- spreco di materia non incisa,
grafica di cui eran privi ("dentrovi lavo- gliato di provare ad allestirne più avanti b) In tutti questi esemplari bronzei, deri
rato [...] quando Apollo fa scorticare (paragrafo 6) un primo catalogo, nel qua- vati dall'originale tramite una ο più im
Marsia"), mettendo inoltre per la prima le vengono offerte le essenziali caratteri- pronte dirette,82 il campo figurativo è un
volta a stampa la credenza che l'oggetto stiche tecniche e le ultime vicende colle- po' concavo (dal momento che la gemma
"secondo che si dice, serviva già a Nerone zionistiche dei singoli esemplari. L'anali- è altrettanto convessa), mentre la fascia
imperatore per suggello". si di tali testimoni fuga ogni dubbio a epigrafica è bombata, e ricade all'esterno
In conclusione, nel corso di poco più d'un proposito dell'epigrafe, destituendo di fino ad eliminare quasi completamente
secolo, e cioè dal Ghiberti fino alle nozze qualsiasi fondamento l'ipotesi fatta ri- lo spessore della placchetta. Tra le figure e
Asburgo-Farnese ( 1538), il 'Sigillo di Ne
rone' ebbe un percorso collezionistico
tanto illustre quanto accidentato: vicen
da per nulla strana, se s'ammette alla
buon'ora che lo strano oggetto non fu
subito confezionato per un albero dina
stico, maperun"utenza' curiale, destina
ta per sua natura a rinnovarsi ad ogni
breve volger d'anni. Avventure analoghe,
spesso anzi congiunte, e solo da poco
precisate, ebbe l'ancor più prestigiosa
'Tazza Farnese', passata nel giro d'appe
na tredici anni (1458-71) da re Alfonso il
Magnanimo al cardinal Trevisan, a Paolo
II, a Lorenzo il Magnifico.73

4. Tra Otto e primo Novecento si diffuse


l'interpretazione secondo la quale il tito
lo neroniano fosse stato condotto dal
Ghiberti non nell'oro del castone, bensì
direttamente sull'originale antico, tut
t'intorno alle figure.74 Questa lettura, che
attinse forse la massima consacrazione
nel celebre repertorio dedicato da Ernst
Kris alla glittica rinascimentale italiana
(1929),75 e ripropose - forse inconsape
volmente - un curioso vezzo dell'anti
quaria cinquecentesca,76 possedeva il
merito d'additare in Lorenzo un possibi
le cultore del genere, ma implicava che la
gemma legata e descritta dall'artista non
fosse quella di Napoli, priva di legenda, e
andasse dunque ritenuta dispersa.77
Bisogna in verità riconoscere che il detta
to dei Commentarli non aiuta a dirimere
da solo la questione. Per fortuna tuttavia
lo integrano, tra le numerosissime plac
chette derivate dalf'Apollo e Marsia' e
non ancora interamente censite e ade
guatamente collazionate,78 alcune che se

condo il giudizio concorde (o quasi) degli


studiosi replicano in qualche modo la
corniola insieme all'iscrizione realizzata
dal Ghiberti. Esse non sono due ο tre,
come parrebbe invece di desumere dagli
ultimi interventi a carattere più genera
le:79 alle sei elencate da Seymour de Ricci
fin dal 193180 se ne sono aggiunte nel
frattempo, e possono adesso aggiungerse- [Saggi] 9

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8. Isaia da Pisa: 'Apollo' ο 'Orfeo'
(1460 circa).
Varsavia, Muzeum Narodowe.

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Boldù: Medaglia del musicista Nikolaus
9-10. Giovanni Boidù: Nikoiaus me che ne scaturiva non era ovviamente ne per giunta di se stesso, un'adesione già
Schlifer da Basilea (1457). Esemplare a Brescia,
Brescia' Civici
Clvlcl
fatto per esser adoperato, rientrava dun- pienamente matura alle leggi non ancora
Musei d'Arte e Storia (ingrandimento).
MuseTd'Ìrte^'storia^ngrandimento^
que nell'alveo d'una tradizione che ai riscoperte dell'epigrafia classica. "Lette
le lettere corre inoltre un filetto rilevato, tempi del Ghiberti poteva ben dirsi mil- re antiche" significherà dunque "all'anti
Ora, a chi capovolga questo esito per ave- lenaria, e che avrebbe mostrato una salda ca", nel senso che tale espressione poteva
re un'idea della matrice, la legenda si tenuta pure in seguito. Certo non ignota avere a Firenze verso il 1430. Basta del
presenterà concava e rialzata verso agli antichi, essa era stata quasi la mede- resto il paragone colle iscrizioni più ac
l'esterno: Ghiberti dunque non potè cer- sima cosa, durante il Medioevo, col riuso certatamente ghibertiane per confortar
lo ricavarla dalla materia pregiata del- della glittica classica nella sfragistica.84 sene, soprattutto in quei casi (fig. 23) in
l'originale, ma solo da un'aggiunta. Il fi- Per un'epoca successiva al Ghiberti, vo- cui è ancora Lorenzo, tramite i suoi Com
letto inoltre denuncia ancora il solco di lendo servirsi, tra le decine e decine pos- mentarii, ad applicarvi la medesima
giustapposizione tra quest'ultima e la sibili, d'un termine di paragone tuttora espressione.88 Valutazioni più ampie e se
gemma. sotto i nostri occhi, si può citare il famoso rene del rinnovamento epigrafico quat
c) Tutte le placchette epigrafiche supera- sigillo governativo fiorentino del 1532 trocentesco hanno per di più assodato
no d'un buon tratto, giusto a causa del- (Museo del Bargello, ma in deposito agli che Ghiberti ne fu invero un antesignano,
l'esergo ghibertiano, la pietra di Napoli, Argenti), realizzato da Domenico di Polo fin dalla statua del Battista per Orsammi
ch'è di 40,2 su 34 millimetri: gli esempla- in plasma di smeraldo, e giuntoci entro chele (1413-17 circa).89
ri di Berlino (n. 2, figg. 21, 43) e Firenze una poco più tarda montatura epigrafica Fu sugli antichi modelli numismatici,
(n. 5, figg. 22, 44), ed uno di quelli a d'argento voluta da Cosimo I duca (evi- piuttosto che su quelli monumentali, che
Parigi (n. 10, figg. 26, 45), alti e larghi il dentemente al posto di quella origina- il grande orafo, nell'allestire il 'Sigillo',
primo 50 e 44 millimetri, il secondo ria).85 dovette soprattutto mettere a cimento la
49,25 e 44,3, il terzo 48,4 e 42,6, risulta- A proposito del titolo neroniano ha forse propria scrittura: com'è stato di già tal
no addirittura più grandi di circa un cen- fuorviato gli interpreti dei Commentarli volta accennato,90 Ghiberti trasse infatti
timetro rispetto ad essa. Se si considera il il fatto che l'artista abbia scritto d'aver di peso il testo della sua legenda ("Nero
solo campo figurato d'ognuno di tali pez- "intagliate di mia mano, intorno a dette Claudius Cassar Augustus Germanicus,
zi, come ad esempio nei tre casi appena figure, lettere antiche". Ma che il verbo Pontifex Maximus, Tribunicia Potestate,
ricordati (rispettivamente di mm 39,5 su "intagliare" si possa ovviamente riferire Imperator, Pater Patrias"91) da una delle
34,5; 39,3 su 34,7; 39 su 34,5), si raggiun- anche all'oro lo mostra bene il passo del monete di Nerone. Ciò che non sembra
ge praticamente il medesimo formato Vasari relativo alla medesima opera: i esser stato ancora sufficientemente mes
della corniola (a parte minimi scarti fi- Medici diedero la corniola "a Lorenzo, so in luce, è che nei rovesci d'alcune di
siologici dovuti ai vari stadi di calcatura e che gli facesse intorno d'oro un ornamen- queste stesse monete l'artista e il suo
fusione). Cade così affatto un altro finto to intagliato" ,ib committente trovavano l'imperatore at
ostacolo all'identificazione della gemma Recentemente è stato affermato che nelle teggiato nei panni d'Apollo citaredo
ghibertiana con quella farnesiana: e cioè placchette tratte dal 'Sigillo di Nerone' (figg. 24-25).92 Che la valenza apollinea
l'idea che quest'ultima fosse più grande "les lettres sont gothiques, de sorte qu'el- fosse ben intesa ο no (e con essa dunque
di ciascuna delle placchette epigrafiche, e les ne peuvent pas refléter fidèlement cel- l'intera iconografia della corniola),
dunque della gemma ghibertiana con tut- les qu'avait gravées Ghiberti en style an- l'umanesimo delle immagini sembra
to il suo castone.83 tique et qu'elles n'en constituent qu'une aver avuto nel nostro caso pari dignità di
Il rapporto fisico tra quest'ultimo e l'in- transcription libre".87 Ma noi non possia- quello dei testi.
taglio in esso racchiuso, anche se l'insie- mo esigere dal 'gotico' Ghiberti, testimo- [Saggi] 11

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Nelle tre placchette maggiori tratte dal ro spoglio cui Marsia è avvinto. I dettagli schiacciata dal fondo neutro - e dunque
'Sigillo di Nerone' e citate poco sopra superflui giacciono sempre al di sopra dei più aggettante - della gemma. Che la se
(Berlino [n. 2], Firenze [n. 5], Parigi [n. meno deboli elementi ch'essi replicano, e conda, completa impressione avvenne
10]: figg. 21, 43; 22, 44; 26, 45) l'epigrafe si concentrano tutti nella metà superiore per slittamento versoli basso rispetto alla
è per metà geminata verso l'esterno, lun- dell'ovato, poco al di sotto dell'arco epi- prima, lo mostra anche l'arco superiore
go l'arco superiore: "nero clavdivs grafico 'sospetto'. Sempre in tale zona è della corona epigrafica, dove le lettere
caesar avgvstvs GERMANicvs ■ρ poi un indizio decisivo, che spiega attra- geminate non son tutte visibili in pari
max tr ρ iMP pp" (abbiamo messo in verso quali modalità - invero banali - si grado: sono integre, ο quasi, all'altezza
corsivo i caratteri doppi). Questo difetto, sia determinato il raddoppiamento: la te- della sigla "pp" ("Pater Patriae"), ma van
ch'è sopravvissuto ai successivi passaggi sta di Apollo si staglia sullo sfondo di una no perdendo le parti più basse, sacrifi
dalla prima impronta ricavata dal gioiel- sorta di nimbo, che non è se non l'esito candole alla scritta definitiva, man mano
10 fino ai getti bronzei ultimi, ha dato un dello schiacciamento della medesima te- che si scende lungo i due lati, fino a che la
po'da pensare agli studiosi, sollevando in sta, di già formata in una fase anteriore geminazione non rientra del tutto nella
certi casi forti sospetti d'insincerità e, per del lavoro. "p" di "P(ontifex)" a sinistra e nella "c"
via più ο meno diretta e consapevole, di II 'Sigillo di Nerone', afferrato con la do- di "caesar" a destra. Sempre a causa di
seriorità.93 Da un versante meno angusta- vuta cautela per la preziosa impugnatura tale slittamento la filettatura tra la figura
mente specialistico sembra avallare la ghibertiana, fu evidentemente capovolto zione e la legenda si mostra irregolare
sfortuna di tali prodotti come testimoni ond'essere impresso in uno strato di ma- (qualora i fori seriori di alcuni esemplari
sia pur indiretti dell'operato ghibertiano teria molle (con ogni verosimiglianza ce- non impediscano di farvi caso) al di sot
11fatto che neanche un esemplare si trova ra, zolfo, ο anche "pasta di cenere").95 A to, ο meglio al di dentro, della parola
riprodotto in una monografia dalle lar- una prima, immediata verifica dell'ope- "nero": qui infatti la giuntura tra gem
ghe estensioni di respiro qual è quella dei razione, l'artefice dovette rendersi conto ma e castone ghibertiano ha lasciato du
coniugi Krautheimer.94 che nella metà inferiore della scena e del- revoie traccia di sé fin dalla prima im
A sciogliere tali dubbi in un senso ο nel- la legenda essa gli era riuscita male, ο non pressione, creando come un arco ribassa
l'altro, la disamina comparativa di tutti gli era riuscita affatto, e rifece subito il to che non solo disturba il nitido svolgersi
gli esemplari iscritti ci pareva irrinuncia- suo tentativo, questa volta con successo, delle lettere, ma ha a sua volta determina
bile, ed ha dato i risultati forse più curio- spostando il 'Sigillo' pochi millimetri in to, prima della fusione bronzea, la caduta
si: ci auguriamo che essi valgano - oltre giù: aveva naturalmente intenzione di ri- delle loro zone inferiori tutt'insieme.
che nel caso specifico - come esortazione tagliare in seguito dalla cera, ο da un suo Ora, la placchetta di Belluno (η. 1 : figg. 3,
a una più strenua Kopienkritik negl'ulte- primo calco in gesso, le parti destinate a 42), alla quale abbiamo accennato poco
riori studi sulle placchette. risultare superflue in alto. Così proce- sopra, non presenta alcun residuo, tra
Se si guarda bene, tutti gli esemplari do- dendo non diede importanza al fatto che quelli fin qui illustrati, di geminazione:
tati di legenda neroniana, con la sola im- anche all'interno del campo figurato i né nella scritta, né nella filettatura, né
portante eccezione di quello oggi a Bellu- due tempi del lavoro avrebbero lasciato le nella scena mitologica. Essa non può
no (η. 1 : figg. 3,42), recano inequivocabi- loro tracce (poco appariscenti, tutto som- dunque ch'esser derivata da un'impronta
11tracce di geminazione: nel campo figu- mato, dal momento che fino ad oggi non in cera affatto diversa da quella che acco
rato sono infatti ripetuti almeno il giogo hanno infastidito alcuno), e specialmen- muna le placchette di Berlino (n. 2: figg.
della lira d'Apollo e alcuni rami dell'albe- te che una delle più spiccate emergenze 21,43) e Firenze (n. 5: figg. 22,44) ed una
dell'impronta, cioè la testa d'Apollo, era di quelle a Parigi (n. 10: figg. 26, 45). Per
12 [Saggi] già stata formata, e sarebbe stata perciò contro, le placchette di Budapest (n. 4:

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figg. 27, 46), Napoli (η. 7: figg. 28, 47), ricchi e grandi di Berlino, Firenze e Parigi confermerebbero la seconda e/o la terza
Poznan (η. 11 : figg. 31, 50), Ravenna (n. (il primo ancor più grande per la presen- ipotesi: fin tanto che ciò non avvenga, nel
12: figg. 32, 51) e Weimar (n. 13: figg. 33, za d'una sorta di secondo filetto all'ester- nostro schema di ricostruzione anche la
52), ed un'altra delle parigine (n. 9: figg. no dell'epigrafe) a quelli più piccoli di prima mantiene piena legittimità.
30, 49), pur non serbando che minime Budapest, Napoli, Parigi, Poznaù, Ra- Il ricorso al calco in gesso diventa invece
reliquie di raddoppiamento nella legen- venna e Weimar, passando per uno di una certezza nel caso delle rimanenti
da, sono innegabilmente geminate nel quelli sempre a Parigi.96 placchette: solo una matrice ben più du
campo figurato: qui ritroviamo la testa Tenuto conto di questo complesso affatto revoie della cera e comune ad ogni getto
come nimbata del dio, il giogo della lira e coerente di dati, e alla luce degli esempla- eseguito può giustificare appieno la per
i rami d'albero ribattuti, e finanche il ri finora pubblicati, la genesi delle plac- sistenza delle medesime peculiarità figu
guasto della parola "nero". Esse dunque chette con iscrizione neroniana si può rative - nonostante le varianti epigrafi
discendono, benché con una trafila un ricostruire come segue. Dal prezioso e che - nella totalità degli esemplari. Natu
po' più lunga, dalla stessa impronta che assai delicato gioiello del Ghiberti, di- Talmente il calco in gesso potè dar luogo
ha generato il gruppo di Berlino, Firenze sponibile ad esser sfruttato solo in casi sia a ripetute fusioni per contatto diretto
e Parigi: l'unica diversità da quest'ultimo eccezionali, non potevano esser tratte che che a un numero imprecisabile di nuove
risiede nel fatto che a un certo punto le poche impronte: la strettissima parentela impronte in cera, che permettessero a
loro eccedenze epigrafiche furono rifila- tra tutti i getti metallici, coll'unica esclu- loro volta il più accurato procedimento a
te. A mezza strada tra i due poli si colloca sione di quello bellunese, ci dice che forse materia persa.
la prima delle tre placchette di Parigi (n. non ne furon realizzate più di due. Da Ovviamente non è possibile stabilire oggi
8: figg. 29, 48), che dell'originaria gemi- una di esse la placchetta di Belluno fu se la rifilatura delle lettere superflue, che
nazione salva sgarbatamente, oltre alle ricavata ο per fusione a cera persa (fig. 34, conferisce alle placchette tratte dal' Sigil
solite ineliminabili tracce figurative, i ipotesi A) ο - più verosimilmente (volen- lo'differenze più appariscenti che essen
frammenti epigrafici "max tr" e "ne- dosi avere una matrice altre volte utiliz- ziali, abbia avuto luogo sulla prima im
ro clavdivs". zabile) - per il tramite d'un calco in gesso pronta in cera (passata dunque attraverso
Per non appesantire troppo il tema, assai che, riportando la figurazione al negati- tre stadi), ο sul successivo calco in gesso
più difficile a esporsi che a verificarsi, vo, come nella gemma originale, avrebbe (anch'esso perciò rilavorato fino a due
abbiamo evitato sin adesso d'accennare consentito di realizzare numerose fusio- volte), ο su ciascuna delle seconde ed ulti
in dettaglio alle misure delle singole plac- ni in stampo (fig. 34, ipotesi B), nonché me impronte in cera, prossime a lasciare
chette. È quasi superfluo rilevare ora che ulteriori impronte in cera buone per fu- il posto al bronzo per mezzo della fusio
esse confermano costantemente, nei reci- sioni a materia persa (fig. 34, ipotesi C). ne. Visto anzi che le rifilature epigrafiche
proci scarti, quant'è stato osservato fin Se in futuro dovessero ritornare alla luce furono almeno due (com'è provato da
qui. Si va dunque dagli esemplari più altri getti puliti come quello di Belluno, una delle placchette di Parigi: n. 8), non è

11-12. Andrea Guazzalotti: Medaglia del cardinale 13-14. Cristoforo di Geremia: Medaglia di papa Paolo
Guillaume d'Estouteville (1460 circa). Esemplare a II (1468). Esemplare a Weimar, Stiftung Weimarer
Firenze, Museo Nazionale del Bargello (ingrandimento). Klassik, Goethe-Nationalmuseum (ingrandimento). [Saggi] 13

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15. Bottega romana d'età tardimperiale: 'Apollo,
Marsia e Olimpo' (cammeo; ingrandimento). Parigi,
Bibliothèque Nationale de France, Département des
Monnaies, Médailles et Antiques.
17. Bottega italiana del Cinquecento: 'Apollo, Marsia e
Olimpo1 (intaglio in corniola con apocrifo ex gemmis
laurenziano; ingrandimento). Parigi. Bibliothèque
Nationale de France, Département des Monnaies,
Médailles et Antiques.

consentito escludere che ciascuna abbia


interessato un distinto livello dell'intero
processo. A costo di riuscire poco chiari,
ο macchinosi, nel nostro schema rico
struttivo (fig. 35) abbiamo dovuto lasciar
spazio a tutte queste eventualità: ma il
difficile è assai più nella rappresentazio
ne che nella realtà medesima. Va da sé
che, qualora la rifilatura dell'iscrizione si
sia avuta entro i primi due 'momenti'
tecnici, le placchette di Berlino, Firenze e
Parigi dovrebbero essere le più antiche
del gruppo epigrafico.97

5. Con quest'ultima prospettiva si tocca


llUi ■■ infine il cuore del nostro argomento: e
cioè quando, ο almeno a partir da quan
'A i
\ Si :
do, tutte queste placchette possono esser
state realizzate.
Il quesito interferisce a sua volta, e finisce

* anzi per identificarvisi,


luogo e dell'epoca
con quello del
d'origine e d'iniziale
diffusione delle placchette antiquarie (e
ak. dunque delle placchette tutte), luogo ed
^2%* p :;.: ;w-j■
epoca oggi in vario modo disputati tra la
Roma di papa Paolo II98 e la Firenze di
Piero e Lorenzo de' Medici.99
■■■HHHnHI HI I H; Si tratta, come per primi ammettono gli
stessi studiosi che vi contribuiscono,
16. Bottega di Sandro Botticelli: 'Ritratto di
d'un dibattito a forte rischio d'astrattez
gentildonna fiorentina' (1480-85 circa) (particolare).
14 [Saggi] Francoforte, Stàdelsches Kunstinstitut. za, volto più che altro a fissare una con

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18. Bottega italiana del Cinquecento ο del Seicento:
'Apollo, Marsia e Olimpo' (intaglio in diaspro;
ingrandimento). Firenze, Museo degli Argenti.
19. 'Anello signatorio di Nerone". Incisione in Abraham
van Goorle, Dactv/iotheca Delphis Batavorum
MDCI. tav. 111.
20. "Cachet de Nero". Incisione in Guillaume du
Choul. Discours de la religion des anciens Romains [...],
Lyon 1556, p. 196.

venzione di comodo, a fornire dei primi


strumenti d'orientamento
AN AVREVS • Cm
cronologico
agli ultimi che metton piede nella riserva SIGILLO HINC TNDE
disciplinare. Tutti sono concordi nel rico
noscere che la placchetta, diffusasi ini VERSA-TIUABVNO LAT ERE GEM-SARD INC
HB-ADVERSOVERO • NERONIS ET AGRIEPIN
zialmente come forma d'imitazione del
l'antico, è nata nell'ambito del primo col
glittico moderno: e dunque
EFFE1EM.-AVR - INC • PRKE - S E • F EREN TE >
lezionismo
dalla pratica antiquaria, e ancor avanti
orafa,100 di trarre impronte in materia
plastica dalle pietre dure e preziose figu
rate. All'interno di questo sviluppo, che
prese piede con un'estrema gradualità e
insieme ovvietà di passaggi, sarà sempre
difficile, per non dire impossibile, fissare CACHET T>£ NERO RE
una precisa data di nascita della placchet
tire de la graueure antique.
ta propriamente detta, e cioè il momento
in cui alle impronte in cera, zolfo, "pa
sta" ο gesso, cominciarono ad affiancar
si. e a sostituirsi, quelle in metallo nobile.
Le quantità di materia pregiata necessa
rie alla bisogna erano inoltre tali che sulle
prime gli artisti poterono anche conce
dersi il lusso di rinunciare una volta tanto
alle sollecitazioni d'una specifica com
mittenza.
Nel fervore che soprattutto durante gli
ultimi tre decenni ha animato la vertenza
intorno alle prime placchette sorprende
un po' che il nome del Ghiberti, dell'orefi
ce per eccellenza del primo Quattrocento
fiorentino, del grande legatore di gemme,
del caldo amico degli umanisti ed aspi
rante umanista egli stesso, sia stato tanto
spesso pronunciato a mezza voce ο inci
dentalmente, per non dir taciuto.101

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Che l'esistenza d'impronte glittiche negli fatto che l'artista-scrittore illustra la sce- bronzeo, nel suo ambiguo alludere (tutto
anni del Ghiberti fosse un fenomeno na mitologica della corniola non da sini- donatelliano) a un cammeo ovale con
scontato, e anche diffuso, non mettereb- stra verso destra, ma nel senso contrario, trionfo allegorico, sembra sanzionare
be quasi conto di dimostrarlo, se la scar- lascia chiaramente trapelare che all'epo- dall'alto il rapporto fra glittica antica e
sità dei relativi documenti testuali non ca del suo secondo Commentario egli non metallurgia in corso."4
rischiasse di farne slittare la percezione s'affidava alla pura memoria, ο a un in- L'addurre fin dall'avvio di queste nostre
oltre la metà del secolo, ed oltre il Ghi- giallito foglio di carta (un disegno, un pagine gran parte delle placchette del
berti stesso, fino all'anziano Filarete, che quaderno di bottega ο di casa), ma dove- FApollo e Marsia' a testimoni d'una pre
appunto grazie a un'impronta riuscì a va avere a disposizione un'impronta del- coce presenza e fortuna fiorentina e poi
descrivere la grande 'Gemma augustea' la pietra (forse addirittura una placchet- romana del 'Sigillo di Nerone' avrebbe
di Tolosa (ora a Vienna),102 e fino a un ta109). All'indicazione fornita dalla stu- potuto risolversi in uno specioso e incon
agente d'Isabella d'Este, che da Roma diosa si può aggiungere, ancor più sinto- eludente partito preso. Ora speriamo che
poteva spedire a Mantova fimprompto maticamente, il fatto che l'esposizione il nuovo quadro di trasmissione della cor
d'una corniola che uno ha qua da vende- ghibertiana inverte il rapporto fra gli at- niola, cioè della gemma più replicata e
re".i°3 Non sarà forse dunque eccessivo tributi d'Apollo e le mani che li reggono imitata nelle placchette rinascimentali,
se, per indietreggiare di non poco nel (la "citera" "nella sinistra" piuttosto che contribuisca a far chiarezza anche sul più
tempo, ed incontrare insieme delle im- nella destra, e viceversa la "carta", cioè il vasto quesito della loro incubazione, sen
pronte già metalliche, rievochiamo qui plettro), appunto come avviene in un'im- za peraltro che s'arrivi a sancire un pri
un episodio della vita di Ciriaco d'Anco- pronta: e il medesimo approccio si confi- mato assoluto e indivisibile. Se poi, per
na, un personaggio dalle mille affinità gura quando l'artista descrive il calcedo- amore di complicatezza, si vorranno ipo
culturali ed effettive tangenze col Ghi- nio del 'Diomede'.110 tizzare calchi duraturi e fusioni ritardate,
berti.104 L'I 1 dicembre 1442 Angelo de' L'adeguamento (o ripristino) della pietra i primi rimarranno comunque a testimo
Grassi, vescovo d'Ariano Irpino, ringra- di Dioscurìde in forma di vero e proprio niare un corso d'eventi che ormai dovreb
ziava da Castiglione Olona l'antiquario "sigillo" sollecitava e giustificava più di be essere pacifico,
marchigiano - con una lettera parte in altra operazione orafa l'esi- Lo spostamento del 'Sigillo' neroniano
qualunque
prosa e parte in metri - del dono d'uno stenza d'impronte, e d'impronte che, alla da Firenze a Roma, tra gli anni trenta e
"Scyllei monstri plumbeum simulacrum medesima stregua della loro matrice - quaranta del secolo, rappresenta dunque
ex sardonica achateave gemma illa tua sigillo per antonomasia -, fossero esse come un ideale passaggio geografico di
nobilissima fusili artefiguratum".[0S Non stesse attestati d'eccellenza. testimone nel breve ma intenso tragitto
doveva trattarsi d'un'impronta isolata, Abbiamo visto come la montatura ghi- storico delle placchette."5
visto che più ο meno in quei giorni (4 bertiana ebbe vita relativamente breve:
novembre 1442 ο '43) Teodoro Gaza as- disfatta già al tempo del Magnifico, se b· Catalogo delle placchette derivate
solveva il medesimo ufficio del Grassi, non più presto. Le sue prime impronte in dal Sigillo di Nerone ghibertiano116
ma in greco, per aver avuto da Ciriaco cera, zolfo, "pasta" ο gesso, poche e assai [1 ]. Belluno, Museo Civico, inv. 3429
Γεϊδωλον d'una Scilla,106 e fin dal giugno fragili, non poterono dunque aspettare a (figg. 3, 42).117 Misure: mm 44 su 38;
precedente, in una sua più lunga epistola lungo d'esser trasformate in documenti senza legenda: 39,9 su 34. Non presenta
laudatoria allo stesso destinatario, Iaco- durevoli."1 E proprio a Firenze, ove, a alcun indizio di un'originaria geminazio
po Zeno, futuro vescovo di Padova, gli pochi anni dalla sua realizzazione, il 'Si- ne, né nell'esergo epigrafico né nel campo
riconosceva tra gli altri meriti quello gillo'ghibertiano già non era più visibile, figurato.
d'aver recato per primo "Scyllam, virgi- la funzione sostitutiva delle placchette r-, „ „ , w .
er Staat ìc e useen.S u ptu
nea facie et pistris forma in posteriori- doveva riuscire particolarmente oppor- ^o,
rensammlung inv 954 (figg. 21 43)."»
bus, inhominumcognitionem intelligen- tuna e gradita.
Misure: mm 50 su 44; senza legenda: 39,5
tiamque".'07 Serio ostacolo all'attribuzione degli
s ,5. Geminazione epigrafica.
A voler produrre sulle impronte una voce esemplari epigrafici con'Apollo e Mar- M^x
NERO clavdivs (la
d'ambiente strettamente fiorentino, ecco sia' al Ghiberti stesso è a questo punto TR.. P. ,IMP 11PP1
vlslblllta be lettere nelle parti basse
poi un epigramma latino di Gentile de' solo e soltanto la cattiva qualità dell'im-
cresce Braciua^ da a m ino a a
Becchi, scritto quando l'autore viveva an- pronta che li ha quasi tutti generati. Ma mente^
secon(^a p pp e decresce poi a
cora in casa di Cosimo e Piero de'Medici almeno l'autonomo getto di Belluno j
S · e
come aio di Lorenzo il Magnifico e di (figg. 3, 42) merita d'essere rivalutato in jOCO °, ia anc, nn·.^
Giuliano suo fratello (1454-69). Nell'ac- tal direzione. 10). Al di sopra deUa scritta il raddoppia
s estende in una sorta di filettatu
compagnare un "caput" "fragili de sul- Che l'origine delle placchette dovesse pri- mei^°
ra" be"a
phure" del "Pater Patriae" inviato in do- ma ο poi nuovamente ricondursi, sia pur „ Passante.in
^rousso
NE ■Tro
La geminazione ha lasciato
no a un autorevole personaggio (il signore colle debite sfumature, a Firenze (non la sbjaba
chiare tracce anche nel campo figurato
d'un altro stato?), il distico fornisce an- Firenze di Piero e Lorenzo de' Medici,
che un'indiretta, rara traccia sulle gem- ma quella del non ancor vecchio Cosi- (testa di Apollo, parti superiori della lira
e a bero).
me intagliate d'età cosimiana.108 mo"2), stava d'altronde a dircelo di già il
Ma la testimonianza per noi più autore- solito Donatello. Proprio negli anni del [3]. Già Braunschweig, Sammlung Ar
vole sulla circolazione e l'impiego delle Concilio delle Due Chiese e del Trevisan thur Lobbecke (dispersa in parte all'asta
impronte glittiche l'abbiamo in fin dei sull'Arno vedeva infatti la luce, nel 'Da- a Monaco nel novembre 1908: n. 754 del
conti, benché in forma involontaria e vid' per i Medici ed ora al Bargello relativo catalogo)."9 Misure: mm 46 su
criptica, dallo stesso Ghiberti. Come ha (1435-40 circa"3), la grande 'placchetta' 42 (Hirsch). Non ne conosciamo fotogra
già felicemente rilevato Nicole Dacos, il sulla ventaglia dell'elmo di Golia (fig. fie, né la collocazione attuale: a meno che
60): una scena che, pur non potendo sot- non si tratti dell'esemplare oggi a Buda
16 [Saggi] trarsi altro che idealmente al gruppo pest (n. 4) ο d'uno di due tra quelli oggi a

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21. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento).
Berlino, Staatliche Museen, Skulpturensammlung.
22. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento).
Firenze, Museo Nazionale del Bargello.
23. Lorenzo Ghiberti: Cassa di San Zanobi (1432-42)
(particolare della fronte posteriore). Firenze, Santa
Maria del Fiore, Cappella di San Zanobi.
24-25. Zecca imperiale di Roma: Asse di Nerone (64-66
d. C.). Esemplare a Londra, British Muséum,
Department of Coins and Medals (ingrandimento).

[Saggi] 17

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Parigi (nn. 8,9). A quest'ultimi soprattut- [Già Londra, John Posile Heseltine Col- legenda: 39 su 34,5. Geminazioneepigra
to le misure del catalogo Lòbbecke s'avvi- lection: si veda il n. 8], fica: "max tr ρ imp pp / nero
cinano, lasciando comunque intendere (per il taglio delle lettere si
[7]. Napoli> Museo Nazionale di Capodi- CL^VD1VS"
che il pezzo doveva appartenere al grup- 1 casi SOtt° 1 nn'
mQnte (Collezione Farnese), inv. 11038 ve^no 1(Jentl.c.1 2.f,.5)'11
po di quelli con geminazione epigrafica (f ?g 47ì 123 M;sure. mm 46 su 40 raddoppiamento, già cospicuo nell ìscn
ritagliata. Se il fatto che .1 catalogo non „ pezz0 è in
zione sconfina al solito nel campo figu
£ Candida);
accenna a fori può esser preso come buon rativo (le tracce sono le stesse d, tutti gli
brQnzo cQme φ aUri dl questa hsU
argumentum e silentio, allora 1 identifi- altri esemplari geminati),
nQn in «argento dorato» (così vuole inve.
cazione colla placchetta n. 4 ο con la 8,
ce un errore freqUentemente ripetuto nel- [11]. Poznan, Muzeum Narodowe, inv.
che i fori li hanno, cade senz a tro. reste-
^ moderna letteratura). Geminazione GN H 1,17 (fìgg. 31, 50).129 Misure: mm
rebbe la 9 (figg. 30, 49), la quale pero
epjgraflca: tracce in "-lavdiv-" (poco 47 su 42,7 (Stahr). Geminazione epigra
detiene a sua volta assai scarsa probabili-
più degd apici ddle jettere; cfr nn 4^ 9^ fica: tracce in "-lavdiv-" (poco più degli
tà d esser riconosciuta nella trefflic e
j 1 ^ 12,13). Un grosso foro passante inter- apici delle lettere: cfr. nn. 4, 7, 9, 12, 13).
Arbeitinsehrschoner Erhaltung di cui e
rompe ja filettatura tra "pp" e "nero"; L'appartenenza di questo esemplare al
parola nella scheda Lòbbecke.
un secondo foro aj poi0 0pp0St0 s'addos- gruppo dei geminati si può ancora una
[4], Budapest, Szépmiivészeti Mùzeum, sa alla "s" finale di "avgvstvs". Come volta confermare grazie ai dettagli della
inv. 5173 (dono di A. S. Drey, Monaco, in tutti gli esemplari geminati, anche in figurazione (testa come nimbata di Apol
1917: figg. 27, 46).120 Misure: mm 44 su questo la verifica del raddoppiamento è lo, parti alte della lira e dell'albero).
42 (Balogh). Geminazione epigrafica: consentita da vari dettagli figurativi (te-
r12i Ravenna Museo Nazionale inv
tracce in "-lavdiv-" (poco più degli apici sta di Apollo, lira; i rami dell'albero sono 130Misure· mm45 su
10712 (figg 3251)
delle lettere: cfr. nn. 7,9,11,12,13). Foro meno visibili del solito poiché la superfi-
47 ^Martinil Geminazione eniprafira·
passante per la "e" di "nero". La parte d. eie è piuttosto consunta).'- Il taglio delle
^ m ^νοιν_» (poco più apic|
scritta originariamente in esubero è stata lettere superflue è avvenuto, come nella
dene lettere· cfr nn 4 7 9 11 13) Un
espunta con tale cura da dar la fallace seconda placchetta parigina (n. 9), se-
foro passante rompe ja filatura e la
impressione che questo esemplare non guendo una sezione obliqua, sicché il ro-
al parte jnferiore deda sfiiaba "NE" di «NE_
appartenga gruppo dei geminati: ma ve vescio presenta dimensioni lievemente
RO« Per la figurazione vale qui quanto
10 ricongiungono akune sicure particola- maggiori del diritto. abbiamo scritto sotto il numero prece
nta della figurazione (testa d» Apo ο
[g] Pari Dl Bibliothèque Nationale, Ca- dente,
schiacciata a mo di nimbo, giogo della f. , ... 2 „ .·
lira e rami d'albero ribattuti) deS ' c „
Meda!' ÌLSJ f <13''Weimar' S,iftun8WeimarerKlassik·
.
'3e (già Londra, 7Z Ljlln
^ lny·. (jnethe-Nationalmuséum, Kat. Schuch.
[5]. Firenze, Museo Nazionale del Bargel- Posile Heseltine Collection: figg. 29, π c 2l Nr 14ifïee 33 52U31 Misure·
lo, inv. Bronzi 225 (figg. 22 44).-Misu- 48).'- Misure, mm 46,6 su 41,9; senza
m'm46^ su 42^ (gminaz> e epigrafi;
re: mm 49,25 su 44,3; senza legenda: 39,3 legenda: 39 su 34,5. Geminazione « "
epigra- ca. tracce jn AVDiv
su 34,7. Geminazione · (poco più degli
epigrafica: "max fica: "max tr" e "nero clavdivs"
TR p IMP PP / NERO clavdivs apici ddle lettere; cfr nn 4 7 9 u 12).
(soltanto, rispettivamente negli apici e Un grosso foro passante compromette la
(secondo le stesse modalità riscontrabili nella meta superiore delle lettere). Entro
fiiettatura insieme alla parte inferiore
a Berlino [n. 2] e nella terza placchetta di il campo della scena il raddoppiamento è
deda «N» dj "NERO" Nella figurazione
Parigi [n. 10], ma con un minor residuo confermato dalle medesime tracce di già
anche questQ esempiare appartiene al
della filettatura esterna, limitata alla se- rinvenute sugli esemplari affini. L'arco
zione max tr ρ imp ■pp )· Il raddop- gruppo di m falsamente non geminati
epigrafico di troppo e stato evidentemen-
^nn 4791112)
piamento della figurazione è analogo a te rimosso in modo maldestro: in origine
quello di tutti gli altri esemplari gemina- doveva svolgersi come nei nn. 2, 5, 10.
7 Altregiacchette epigrafiche in rapporto
l'
[9], Parigi, Bibliothèque Nationale, Ca- col 'Sigillo di NeroneM32
[6], Già Firenze, Collezione Tàmmaro de binet des Médailles, Collection Seymour
[A1] Modena Galleria Estens mv
"Collection A. Gii- de Ricci inv. 441 (figg. 30 49).''Misure:
dauPanê1' 10649, cat. ms. 2337 (figg. 36, 53).'33 Mi
bert).'22 Anche in questo caso non abbia- mm 46,6 su 41,9; senza legenda: 39 su
SUre: mm 49 su 43,5; senza la legenda e la
mo notizia di riproduzioni fotografiche e 34,5. Geminazione epigrafica: tracce in d ia fllettatura interna: 38 8 su 33 9
della collocazione attuale: ma le misure -lavdiv- (poco più degli apici delle iscrizione- "+ . PRnsPinFw
fornite dal catalogo della vendita Gilbert lettere: cfr. nn. 4, 7, 11, 12, 13). Foro
toÎÏa" uifoio
(mm 50 su 45) suggeriscono che questa passante nel campo figurato al di sotto ri
te è situat0 ne„a , d ,
placchetta sta d, quelle a geminazione della ν di nero . Benché I originano
f 0ve per il resto non si
piena (cfr. nn 2 e 5). Il pezzo, attestato alraddoppiamento epigrafico sia stato lar- se lan0 particolarità di sorta
più tardi nel 1931 da Seymour de Ricci, gamente eliminato, certi dettagli ormai
potrebbe anche esser passato a quest'ulti- risaputi della figurazione assicurano che [A2]. Napoli, Museo Nazionale di Capo
mo (ben prima della morte - 1969 - del anche questo pezzo deriva da una matri- dimonte (Collezione inv.
Farnese),
De Marinis, con cui egli era in stretto ce geminata. Per l'andamento dello spes- 11108 (figg. 37, 54).134 Misure: mm 54 su
contatto), e trovarsi dunque oggi alla Bi- sore si veda il caso analogo al n. 7. 44 (Filangieri di Candida); senza la
legen
bliothèque Nationale di Parigi: in tal caso nnn D · · ηχι· > otheque χτ„+·
. n da e la doppia filettatura interna: 38,8 su
dovrebbe essere il n. 10 della nostra lista, Na.tonale, Ca- 33 9 Iscrizione:
. L ^ ^ .[fl PROSPICIENS
, . , .. . . .' binet des Médaillés, Collection Seymour r „ι„γγι
in venta un po più piccolo degli analoghi . ■ · crvra
R· 442 (f 26 *2S ·. [ q]v[e] trina sit ista
esemplari di Berlino e del Bargello. FIGVRA" ^(tre fon Passantl ne mtercet
u collèzioni UGilbert e De Marinis ((rfr
be. ο Λ .λ 3 tano d testo in corrispondenza della "q",
18 [Saggi] n. 6)? Misure: mm 48,4 su 42,6; senza
del gruppo "vr" di "piovra", e tra "fi

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26. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto relativi cataloghi).139 Misure: 0 mm 55 tolo con uno diamante tavola e due perle
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
(Molinier, Hirsch). Iscrizione: "· prv- grosse143
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). Parigi,
Bibliothèque Nationale de France, Département des
Monnaies, Médailles et Antiques, Collection Seymour
dentia pvritas TERTiVM qvod [3-5] III zaffirii in anello di più sorte
de Ricci, inv. 442. ignoro Piccolo foro in alto presso il [6-12] VII rubini in anello di più sorte
27. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
bordo, al di sopra della sillaba "ri". An- [13] Una perla grossa in anello
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). che di questo pezzo abbiamo una cono- [14] Una turchina in anello
Budapest, Szépmiivészeti Miizeum.
scenza indiretta, facilitata tuttavia dalla [ 15-20] VI diamanti di più sorte in anel
riproduzione in scala 1:1 nel catalogo lo
della vendita Sambon (fig. 59). [21-26] VI smeraldi di più sorte
gvra" e "prospiciens"). Nessun detta
[27-37] XI perle sciolte
glio di rimarco all'interno della figura [38] Uno balascio
zione. forato lungo
insieme
Appendice 1 [39] Una perla grossa
[A3]. Già Praga, collezione del barone
Adalbert von Lanna (dispersa in parte Elenco e stima di oggetti di lusso ceduti di carati 37144
all'asta a Berlino nel marzo 1911 : n. 264 nel 1495 dai Sindaci dei beni dei Medici Tutte le sopradette gioie furono stimate
del relativo catalogo).136 Misure: mm 50 di Cafaggiolo ai Tornabuoni, a parziale per Lorenzo Benintendi e Michelangelo
su 44 (Lepke). Iscrizione: prospi compenso della somma loro dovuta per il horafo duchati cinquemila ottocento lar
"f
ciens CRVRA QVE TRINA SIT ISTA recupero della filiale romana del Banco ghi d'oro in oro, f. 5800 larghi
figvra". Mediceo.140 d'oro.
Non sapendo noi le ulteriori
vicende di questo pezzo, per i suoi dati [c. 35 lv] A' dì 16 di luglio 1495:
dipendiamo dal catalogo d'asta, il quale
I J496 [40] Uno diamante a faciette legato in
segnala anche la presenza d'un foro nella uno gruppo di serpe145
Nota di gioie e vasi preziosi e altre chose
alta.137
parte
havute da'Sindachi de'Medici e manda- t ^ ^no fermagl10 con HI pietre, cioè
uno diamante, uno rubino, uno smeral
[Β 1]. Già Braunschweig, Sammlung Ar te a Roma a Nofri Tornabuoni.
thur Lòbbecke (dispersa in parte all'asta do, e una perla pera di carati 26146
a Monaco nel novembre 1908: n. 753 del [c. 350r] [42] Uno pendente con uno balascio e
relativo catalogo).138 Bronzo dorato. Mi f Iesus 1495. uno diamante di sopra e una perla di
sure: ο mm 56 (Hirsch). Iscrizione: Nota di gioie e vasi preziosi e altre robe carati 14147
"· PRVDENTIA PVRITAS ■ TERTIVM · datoci e' Sindachi de' Medici in defalca- [43] Una croce con 5 diamanti e 3 per
qvod ignoro Non conosciamo l'at zionedi fiorini 42 mila larghi d'oro che ci Ie'48
tuale collocazione né l'aspetto di questo ànno a dare per la chompera della ragione [44] Uno carneo con II figure, che è il
esemplare. de' Medici di Roma.141 Suggello di Nerone149
[45] Uno carneo d'Ercole, [ch']è II figure
[B2], Già Parigi, collezioni di Louis Cou 10
e uno albero nel mezzo150
ti
rajod e di Arthur Sambon (disperse in m Uno ùbalascio tavola grosso in casto-
[46.4g] m pezzi di calcidoni, cioè uno di
parte all'asta rispettivamente a Parigi nel
1911 e a Monaco nel 1914: nn. 4 e 65 dei [2] Uno fermagl[i]o d'uno balascio ciot- [Saggi] 19

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tutto rilievo e II in cavo nito cTariento dorato161 tro, che sono in II forzeretti, furono sti
[49-61 ] XIII corniuole e altri intagli [95] Uno bicchiere di diaspro rosso ama- mati per le mani di Salvestrino del Lavac
[62-63] II anella con II intagli di ca- tista fornito d'oro e di gioie col choper- chio e Michelangelo orafo e maestro Gio
meo chio di detta pietra, cioè rubini e per- vanni delle Corniuole duchati cinquemi
[64-79] XV punte d'oro e uno feseli- le162 la secento d'oro in oro larghi f. 5600
[n]o151 d'ariento [96] Una tazza di diaspro rosso e calci- larghi d'oro in oro.
[80] Una catena d'oro, pesa libre 2, once donio chiaro fornito d'ariento163
7 3/4 incircha. [97] Una coppa di christallo a spicchi col
Appendice II
Tutte le sopradette cose furono stimate coperchio e piedi d'ariento164.
EÌenc° e stima d> gioie passate a Marghe
per Lorenzo Benintendi e Michelangelo
rda d Austria alla morte del marito Ales
horafo duchati mille cinquecento qua- Nell'altro forzeretto, dipinto alla broc-
sandro de Medici> duca dl Firenze
rantasei larghi d'oro f. 1546. chata:
. // 5 2 71 I79
t ] ^na c°PPa di diaspro rosso e
[c 350v]
d'amatista col piè e orlo d'ariento, sanza Nota d'una stima facta per noi Bonifatio
t Iesus 1495. coperchio165 Fazi, Bernardo Baldini et Piero Landi in
A dì 12 d agosto 1495:
[99] Uno bicchiere di christallo col cho- casa del signor ambasciadore della Cesa
[81] Una coverta d'arazzo lavorata di se- perchio di medesima pietra fornito da rea Maestà,180 et prima:
ta e horo con uno afregio [sic] atorno di capo e da piè d'ariento166
' [1] Una tazza d'agata grande, dicono fu
velluto chermisi ricamato a lettere 'r e
[c. 35 Ir] del Re Alphonso che la comperò ducati
con arme de Medici con legami d oro e
-j-Iesus 1495. 12000, et dipoi del Magnifico Lorenzo
nodi di Salamone
[100] Una coppetta d'agata col piè e orlo che la comperò ducati 3000, hoggi ci pare
[82] Una coverta di brocchato d'ariento d'ariento167 vaglia ducati 2000181
tirato con balzane di velluto nero e con - 2
[101] Una coppa di diaspro rosso e bian- [2-9] Una tavoletta con 6 cammei
frangie di seta nera e horo cho a facciette con II manichi di medesi- grandi et 4 mezzani - et uno lapis e una
[83] Una coverta di chermisi a penne ri- ma pietra, piedi e orlo d'ariento dora- cornuola [s/c], tutti forniti d'oro, du
chamate con scagl[i]e e con arme de'Me- to'68 cati 500182
dici e Tornabuoni
[102] Uno rinfrescatolo di diaspro bigio [10-18] Una tavoletta con 9 cammei: una
[84] Una coverta di zetani verde ricama- afacciato col piè e orlo d'ariento169 Arca di Noè183 e altro, ducati 600
ta con arme de'Medici e Tornabuoni
[103] Una coppa di diaspro rosso con II [19-27] Una tavoletta con 9 pietre forni
[85] Uno cortinaggio di velluto di grana manichi e col choperchio della medesima te d'oro, c[i]oè: il Sigillo di Nerone in
in III pezzi soppannato di tela rossa di
pietra ghuernito orlo e piè d'ariento170 cornuola,184 uno calcidonio grande,185 el
braccia CX.
[104] Una saliera piccola di calcidonio Carro di Phetonte in cornuola186 e altri 6
Tutte le sopradette cose ci furono date per chiaro con orlo d'ariento171 ducati 500
cammei,
fiorini ottocento cinquanta otto larghi
[88bis] Uno coperchio d'ariento rimase [28-41] Una tavoletta con 14 pietre: 3
d oro in oro, f. 858 larghi d oro in d'uno vaso che è nel forzeretto verde172 cammei grandi, 2 amatisti, 2 cornuole,
oro·
[105] Uno bocchale di christallo con ma- una plasma coralinea e 6 cammei mezza
A' dì 19 di novembre 1495152: nicho e becchuccio d'uno pezzo di mede- ni, ducati 730
In uno forzeretto verde: sima pietra, e choperchio e piè fornito [42] Uno sardonio grande con uno mani
[86] Uno rinfrescatolo di diaspro rosso d'ariento173 cho d'oro, ducati 100
fornito d'ariento dorato153 [106] Uno bicchiere di diaspro giallo e [43-49] VII cammei in bossoli bianchi,
[87] Uno rinfrescatolo di diaspro simile calcidonio a canali fornito d'oro e col ducati 200
fornito come di sopra154 choperchio174 [50-55] Uno pezzo d'osso di liocorno
[88] Uno bicchiere grande di sardonio e ΠΟ7] Una coppa di diaspro verde co' con cathena d'oro e 5 pietre, 3 fornite e 2
agata con II manichi e con piè d'ariento piedi e orlo e choperchio d'ariento175 no, ducati 100
dorato155 [108] Una tazza grande d'agata inta- [56-57] II anella d'oro con cammei
[89] Uno bocchale di sardonio col mani- gl[i]ata dentro di figure di mezzo rilievo [58-65] Vili anelletta in uno ditale di
cho d'uno pezzo della medesima pietra biancho nel champo nero, con una testa raso rosso, ducati 15
grande co[n] piè d'argento156 di Medussa [sic] da rovescio di mezzo ri- [66] Uno fiaschetto con calcidonio,
[90] Uno bocchale di diaspro rosso con lievo176 ducati 8
II manichi e il coperchio della medesima [109] Una reliquiera fornita d'oro con [67-71] III cathene d'oro e 2 cornetti,
pietra ghuerniti d'ariento157 otto Perle e VI balasci, con reliquie della ducati 20
[91] Uno bicchiere di sardonio grande Passione di Nostro Signore e di più altri [72-84] XIII balasci sciolti di più gran
con alchuni fessi ghuerniti d'ariento158 santi177 dezza [s/c], ducati 2100
[92] Una coppetta di diaspro rosso a fac- [HO] Una anchonetta d'oro piccola con [85-90] VI zaffiri, 3 grandi e 3 piccoli,
ciette ghuernita d'ariento dorato159 una Anunziata e Natività di Nostro Si- ducati 1100
[93] Uno bicchiere di christallo a faciette gnore smaltata [91-94] IlIIsmaraldi sciolti: uno grande,
col coperchio di medesima pietra con [IH] Una pace quadra d'ariento con lo 2 mezzani e uno piccolo, ducati
ghuernimento d'oro e di gioie di più ra- smalto quadro nel mezzo e da rovescio 1800
gioni, cioè rubini, balasci, zaffirii e per- uno niello con uno San Michelangelo [95-96] Uno orechino di smeraldo e una
le160 [112] Una prieta [5/c] sagrata fornita rosa di diamanti, ducati 60
[94] Uno bocchaletto di christallo col co- d'ariento con più reliquie di santi intor- [97] Una spinetta con più rubinuzzi
perchio di medesima pietra pulito ghuer- no, nel mezzo è una parola178 di diaspro e sciolti, ducati 100
d'amatista. [98-121] XXIIII castoni d'oro, pesorono
20 [Saggi] Tutti li sopradetti vasi con quelli di con- libra una incirca, ducati 100

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a sinistra:
28. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo a destra:
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). 30. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
inv. 11038. di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). Parigi,
29. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto Bibliothèque Nationale de France, Département des
del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo Monnaies, Médailles et Antiques, Collection Seymour
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). Parigi, de Ricci, inv. 441.
Bibliothèque Nationale de France, Département des 31. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
Monnaies, Médailles et Antiques, Collection Seymour del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
de Ricci, inv. 212 (già Londra, John Postle Heseltine di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento).
Collection). Poznab, Muzeum Narodowe. [Saggi] 21

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- .

32. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto per le mani del cardinale Trevisan, di dall'autore - in procinto di rientrare ο
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). papa Paolo II, di Lorenzo il Magnifico e appena rientrato a casa dopo più di quin
Ravenna, Museo Nazionale. suoi diretti discendenti, e quindi di Mar- dici anni passati nel Norditalia - per far
33. Bottega fiorentina (ghibertiana?) del secondo quarto
del Quattrocento: 'Apollo. Marsia e Olimpo', dal 'Sigillo gherita d'Austria e dei Farnese, se per un ne dono a Piero de' Medici.188 Avendo
di Nerone' di Lorenzo Ghiberti (ingrandimento). verso ci dava non poco conforto, ci mette- mutato umore rispetto all'originario
Weimar, Stiftung Weimarer Klassik,
Goethe-Nationalmuseum. va per un altro in un certo imbarazzo, pensiero di dedicare la propria fatica al
Imponendosi di fatto come elemento de- Duca di Milano, l'Averulino si vide co
cisivo a nostro favore, rendeva di colpo stretto a tutta una serie di correzioni, di
[122] Uno vezzo di bottoni di lapis, superflue molte di quelle argomentazioni contenuto e specialmente di forma, sulle
ducati 10 che, in assenza d'un'unica prova fiagran- sue carte 'sforzesche', ora adeguate a un
[123] Una corona d'avorio con bottoni te e sufficiente, e soprattutto di fronte ai sia pur ristretto pubblico fiorentino piut
d'oro, ducati 3 dubbì e alle resistenze degli studiosi ante- tosto che lombardo. La scelta ecdotica di
[124] Una manica di cornuola du riori, c'erano parse dapprincipio neces- Anna Maria Finoli e Liliana Grassi, che
cati 5 sarie. Si trattava praticamente di riscrive- nel 1972 privilegiarono la più tarda facies
[ 125-524] CCCC perle tonde, barati uno re l'articolo da cima a fondo, prendendo medicea, eleggendo a testimone principe
incirca l'una ducati 120 appunto le mosse dal Filarete e riducen- il codice già magliabechiano della Nazio
[525] Più perle tonde, pesorono denari 3 do il resto a poca cosa, ivi comprese quel- naie di Firenze, non può certo mettersi in
incirca, ducati 18 le testimonianze figurative sulla fortuna discussione, voluta come fu da mille ra
[somma in tutto] ducati 10214. della corniola (placchette a parte) che, gioni forti.189 Ma è bene non perder di
grazie a una geografia meno compatta ed vista che essa fu fin troppo facilitata (e
univoca di quanto si fosse creduto per semplificata) dalla scomparsa del codice
l'addietro, esortavano ad ambientare a Trivulziano nel corso della Seconda
Poscritto.
Roma piuttosto che a Firenze una parte Guerra (in circostanze peraltro non del
Un'ulteriore testimonianza del Filarete
delle sue vicende durante il primo Rina- tutto chiare190) e dal fatto che il codice
sulla corniola con 'Apollo e Marsia'
scimento. Ma poiché proprio da queste Palatino della Nazionale, suo compagno,
Mentre ci accingevamo a consegnare fonti primarie era stata attivata la nostra è privo di parte dei libri XX e XXV e
queste pagine per la stampa, un rinnova curiosità, e poiché non volevamo rasse- degl'interi libri XXI-XXIV.19'
to controllo del Trattato filaretiano nel gnarci a una storia dell'arte che, troppo II perduto codice Trivulziano (cioè il te
l'edizione Finoli-Grassi187 ci ha permes sollecita d'ogni evidenza scritta, avvilisse stimone del più antico assetto del Tratta
so di riesumare un dettaglio minimo ma quasi le opere d'arte ad orpelli, chiedia- to salvatosi fino al nostro secolo) ha fortu
prezioso della tradizione scritta relativa mo scusa a quegli sparuti che ci avranno nosamente lasciato traccia di sé attraver
al 'Sigillo di Nerone'. Tale recupero, ve seguito fin qui se li costringiamo a una so una copia milanese che, pur essendo
nendo a confermare l'esistenza quattro brusca retromarcia, riprendendo ancora soltanto degli anni venti dell'Ottocento, e
centesca d'un'unica grande corniola col una volta il filo delle pagine iniziali. pur avendo sottoposto il suo antigrafo a
mito di 'Apollo e Marsia', passata via via Il Trattato del Filarete si legge oggi, com'è una drastica selezione di brani, si racco
noto, nella sua versione 'fiorentina', li- manda nondimeno per esser stata con
22 [Saggi] cenziata entro il 1464-65 (o forse il '66?) dotta "con grandissima diligenza" (Fino

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li), come ha dimostrato alle due editrici ora non si può fissare con certezza (e che degnissime, come la corgnuola..."), l'as
del 1972 la collazione col Palatino nelle lascia in sospeso se l'idea del sigillo impe- sociava dunque ai Signori, presso i quali
sezioni comuni.192 Ecco ora, per restrin- riale e della sua epigrafe possa spettare a l'aveva a suo tempo verosimilmente am
gerci al nostro tema, la parte centrale del un dotto dell'austera tempra del Bruni e mirata, ma sapeva anche ch'essa ormai
lungo brano sulla glittica posto a chiusa non piuttosto della curiosa inquietudine non era più loro. A meno d'un'omissione
del libro XXIV: del Niccoli198). Ma il saperli in qualche del copista ottocentesco, che potrebbe
modo coinvolti nella storia della gemma aver involontariamente mutilato un ori
"//o veduto io più teste d'imperadori, et di rende più facile capire come mai a un ginario e più logico passaggio "la cor
donne quella di Faustina, che era una degna certo punto essa passasse nelle mani del
et d altre come la . . . ..
gnuola del Patriarca, la quale fu della
β
cosa, figure degnissime, ,. Τ,
Trevisan. dai tempi della presenza di co- comunità di Firenze , si deve supporre
corgnuola la quale fu della comunità di Firen-
ze, che ci è tre figure degnissime quanto sia stui a Firenze in veste d'arcivescovo che il trattatista non ne conoscesse anco
possibile a fare: uno innudo legato, colle ma- (1437-39), e segnatamente dal giorno del- ra con precisione il nuovo possessore,
no [sic] di rieto, a uno albore secco, et uno con ]a vittoria d'Anghiari (29 giugno 1440), benché questi fosse poi il medesimo Tre
uno certo istrumento in mano et con un poco , , n . · „ ... , , _ , , . ,. ,, . . . .
Patriarca guido le truppe visan celebrato di li a poche righe nel
di panno da mezo in giù, et uno inginocchio- ^uand°.11
et ancora uno calcedonio il quale fu de pontificie collegate alle fiorentine, egli tu medesimo brano. F'aggiornamento in
ne;
Nicolaio Niccoli, venduto al Patriarca per du- uno dei maggiori alleati della Repubblica suo favore avvenne al più tardi sul
gento ducati, el quale è in cavo uno huomo jn e lo rimase e serve a provarci che
campo ecclesiastico, per 1464,201 comunque
innudo a sedere in su uno sasso con uno coltel-
t(Jtta ja yjta jj (~;overno aveva più d'una il cardinale tenne la
corniola fra i propri
lo da una mano, dall altra uno huomo armato, . · r- .. <
ragione per ingraziarselo e beneficarlo, e tesori fino alla vigilia della morte ο fino
sono tanto dignissimamente fatti che la natu-
ra non credo che meglio gli potesse fare. Sono giunse a donare a lui e ai suoi consangui- alla morte stessa (marzo 1465).
di tanta degnità queste due che si tiene che nei maschi e loro discendenti la cittadi- Integrando ancor meglio di quella già no
fusseno fatte per mano di Policreto, il quale si nanza fiorentina ed uno dei più cospicui ta i Commentarli ghibertiani, la nuova
et™ tilievo, Palazzi allora disponibili entro le mura testimonianza del Filarete serve, benché
[degnissime To'vedute df Sto
cammei et altre194] al Patriarca, ( 1440-41).199 indirettamente, a confermare la datazio
degne pietre,
al Cardinale di San Marco, il quale ha manda- Quando il Filarete, nella Milano dei pri- ne precoce del 'Sigillo neroniano' offerta
to cercando in diverse parti del mondo per mj annj sessanta, riandava alla gemma dal Ghiberti stesso, e insieme la retroda
haverne tanto η è avido et curioso di vedergli. cojja mente ^ε1 vero e proprio testimone tazione qui proposta per le prime plac
Lodosi [sic] ancora assai Pietro di Cosimo, !c r , _ , _ , . ·
intra gli altre degne cose [sic] ch'egli à, in oculare ( Ho veduto io [...] altre figure chette da esso derivate. 202
questo havere ispeso già assai, et ha fatto et fa
bene, lui et chi può, perché veramente sono
degne".195 'Sigillo di Nerone'
Benché disponibile a stampa da più di gemma intagliata
vent'anni in calce all'edizione Finoli (N)
Grassi, la sequenza che recita "la cor
gnuola la quale fu della comunità di Fi
renze" non sembra aver attirato finora
alcun'attenzione. Poiché evidentemente
la partita si gioca qui tutta sul valore da
impronta in cera, zolfo ο "pasta"
o
dare al passaggio "della comunità di Fi
(non geminata)
renze", completezza e onestà vogliono
(P)
che si dica come l'apografo ottocentesco,
che altre volte serba palesi sviste di lettu
ra,196 recita testualmente "della connita A :
di Fierenze". Tutto lascia credere che il
copista sia incorso in un'incomprensione
paleografica di tipo assai frequente, non calco in gesso (non geminato)
geminato )
riconoscendo la presenza di segni com
(N)
pendiari nell'antigrafo, ove la parola "co
munità" ο "communità" veniva abbre
viata in "côïïnita", secondo una pratica [fusione
\fusione
a cera persa]
scrittoria tra le più correnti nel Quattro
cento.197 Questo deve aver pensato anche [fusione
\fusione
la Finoli, che ha riportato nel suo appara impronta in cera (non geminata) in stampo]
to, senz'altro, la trascrizione "la quale fu (P)
della comunità di Firenze".
Fa nuova testimonianza del Filarete 'mi
lanese', riportandoci ora a Firenze, s'ac [fusione
\fusione a cera persa]
corda benissimo con quella del Ghiberti
- che aveva la sua montatura 1
qui eseguito
- e ci rivela che la corniola appartenne placchetta bronzea

nientemeno che ai Signori del Comune. (P)


Se furono costoro a commissionare il
gioiello ghibertiano, e non un precedente 34.
34 Derivazione della placchetta di Bel|uno
Belluno (figg. 3 42)
(flgg 3,
O successivo proprietario, e cosa che per dal 'Sigillo di Nerone'
dal'Sigillo ghibertiano.
Nerone'ghibertiano. [Saggi] 23

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'Sigillo di Nerone'
gemma intagliata
(N)

impronta in cera, zolfo o


ο "pasta" >ì> impronta in cera, zolfo o
ο "pasta" ·>
•> impronta in cera, zolfo o
ο "pasta"
(geminata) ··.. (parzialm. ritagliata) (ritagliata)
(P) (P) (P)

"AΛ --
V
V V
ν ";aA V
V
calco in gesso " calco in gesso calco in gesso
ì>
(geminato) ritagliato )
(parzialm. ritagliato) (ritagliato)
(N) (N) (N)

'
; V
V j "a
"A v
V -4
-4. "A V
V
r, . impronte in cera r. . impronta in cera „ . "A impronte in cera
V"s'°ne [fusione [fusione
\fuswne
(geminate)
° °
(parzialm. ritagliata) (ritagliate)
m stampo] in stampo] in stampoJ
stampo]
^ ^ ^

[fusione a cera persa] \ [fusione a cera persa] \ [fusione a cera persa]


{fusione

V
ν \\ V
ν \._ V
ψ
placchette bronzee ""—► placchetta bronzea ► placchette bronzee
(geminate) (parzialm. ritagliata) (ritagliate)
(Ρ)
(P) (Ρ)
(P) (P)
(P)

esemplari a: esemplare a esemplari a:


Berlino [cat. 2] Parigi [cat. 8] Budapest [cat. 3]
Firenze [cat. 5] Napoli [cat. 7]
Parigi [cat. 10] Parigi [cat. 9]
Poznan [cat. 11]
Ravenna [cat. 12]
Weimar [cat. 13]

35. Stemma delle placchette derivate dal 'Sigillo di rieurs sur fer, eie., ne'Le cabinet de l'amateur', 1863, percorsa in lungo e in largo dal mito del "Sigillo di
Nerone' ghibertiano (cfr. figg. 21-22, 26-33, nonché pp. 9-56 (pp. 32, 33-34), va letto per il momento Nerone", coonestato dall'appello ali'auctoritas
43-52). nella migliore riedizione di Francesco Malaguzzi svetoniana. Solo con Giuseppe Bencivenni Pelli,
Valeri, Artisti lombardi a Roma ne! Rinascimento Saggio isterico della Real Galleria di Firenze, Per
Questo articolo è stato da noi concepito e scritto (Nuovi documenti su Cristoforo Solari, Bramante e Gaet. Cambiagi Stamp. Granducale, In Firenze
insieme. Di fronte al lettore, tuttavia, ci assumiamo Caradosso), nel 'Repertorium fur Kunstwissen MDCCLXXIX, I, p. 62 nota XXII (in II, pp. 27
la responsabilità rispeftivamente dei paragrafi 1,4, schaft', XXV, 1902, pp. 49-64 (pp. 60-61). Andreas 28), sembra crollare per sempre la credenza secon
5,6, dell'Appendiceli e del Poscritto (Caglioti), e dei Grote, La formazione e le vicende del tesoro medi do la quale l'oggetto sarebbe stato specificatamente
paragrafi 2, 3, 7, e de\Y Appendice I (Gasparotto). ceo nel Quattrocento, e I vasi medicei dal 1456 al menzionato dall'autore classico in uno dei capitoli
Ringraziamo tutti quei conservatori di museo che 1502, ne II Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [Il], I 'musicali' della sua biografia. Il passo più esposto
hanno generosamente accolto le nostre richieste vasi. Catalogo della mostra, Palazzo Medici Riccar all'equivoco è forse il seguente: "Sacras coronas in
inviandoci informazioni ο fotografie di opere pre di, Firenze 1972, a cura di DetlefHeikamp, Sansoni cubiculis circum lectos [Nero] posuit, item statuas
senti nelle loro raccolte, ο ammettendoci all'esame Editore, Firenze 1974, pp. 1-22 e 165-181, che lo ha suas citharœdico habitu, qua nota etiam nummum
ravvicinato dei pezzi: Katrin Achilles-Syndram ristampato prendendolo dal Piot (p. 173 η. X), ne percussit" (Nerone, XXV, 4). Benché sul sigillo
(Berlino), Luciana Arbace (Napoli), Sophie Baratte ha dato come collocazione "già Milano, Biblioteca apollineo "di Nerone" non ci siano note per il mo
(Parigi), Gabriella Dalla Vestra (Belluno), Jànos Melzi", e ha proposto con decisione di posticiparlo mento voci a stampa più antiche del Vasari (su cui
Eisler (Budapest), Giovanni Morello (Vaticano), al 1496, poiché lo studioso francese non avrebbe oltre, passim) e di Guillaume du Choul, Discours de
Margarete Oppel (Weimar), Maria Stahr (Poznan), tenuto conto "del calendario milanese-fiorentino" la religion des anciens Romains [...], De l'imprime
Luke Syson (Londra), Sylvie de Turckheim-Pey (Pa (p. 20 e nota 15 [p. 22], pp. 172-174). Ma a Milano rie de Guillaume Rouille, À Lyon MDLVI, pp.
rigi). Siamo inoltre riconoscenti a Margaret Daly lo stile ab Incarnatione era decaduto già nei secoli 195-196 (cfr. anche avanti, nota 76), confidiamo
Davis, a Michele Gianni e ad Anchise Tempestini X-XI e vigeva nel Quattrocento quello a Nativitate, che una mirata ricerca sul tema possa dare curiose
per la loro amichevole, costante disponibilità, e a sempre più minacciato, inoltre, dal computo mo risultanze già per il Quattrocento, quasi a ridosso
Bertrand Jestaz, che ci ha fatto avere copia della sua derno. L'originale della lettera, che abbiamo rivi dell'episodio ghibertiano.
scheda dell" Apollo e Marsia' di Belluno, in corso di sto, è a Milano, Archivio di SAzAo, Archivio diploma
4) Cfr. ad es. Giacomo C. Bascapé, Sigillografìa. Il
stampa nel catalogo delle placchette di quel museo, tico. Autografi, 92, Cesellatori, ins. 5 (ad diem): il
sigillo nella diplomatica, nel diritto, nella storia,
permettendoci di citarla. Piot ebbe solo accesso a una copia conservata tra i nell'arte. Per i tipi dell'editore dott. Antonino Giuf
Sigle: ASF (Firenze, Archivio di Stato); BNCF (Fi noti spogli di Venanzio de Pagave e d'altri eruditi
frè, Milano, I, Sigillografìa generale. Isigilli pubbli
renze, Biblioteca Nazionale Centrale). Nel produr lombardi in casa dei conti Melzi. Sul documento si ci e quelli privati, MCMLXIX, in part. pp. 56 e nota
re le fonti abbiamo posto tra quadre le integrazioni, veda anche oltre, nota 152.
14, 58 e nota 22, 298-299 e nota 69, 300 nota 72,
tra uncini le espunzioni. 2) Ulrico Pannuti, Museo Archeologico Nazionale 301, 375 e nota 37, 382.
di Napoli. La collezione glittica, Istituto Poligrafico
1 ) Il documento, la prima volta con vari 5) Lorenzo Ghibertis Denkwiirdigkeiten (I com
pubblicato e Zecca dello Stato-Libreria dello Stato, Roma, II,
mentario, zum ersten Male [...] vollstàndig heraus
grossi errori da Eugène Piot, Les artistes milanais. 1994, pp. 161 -162 η. 127 (con fig. e la nutrita biblio
gegeben und erlàutert von Julius von Schlosser, Im
Orfèvres, graveurs sur pierres dures, tailleurs de cri grafia archeologica precedente); Le gemme Farne
staux, médaillistes, Verlag von Julius Bard, Berlin 1912,1, p. 47 (colla
armuriers, ciseleurs, damasqui se, a cura di Carlo Gasparri, Electa Napoli, Napoli zionato col ms. BNCF, II.1.33 [ex Magi. XVII, 33],
1994, in part. p. 67 fig. 89, p. 140 η. 46. c. 1 lv).
24 3) L'antichistica europea fino all'Età dei Lumi è Giulia
[Saggi] 6) Brunetti, Ghiberti orafo, in Lorenzo Ghi

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'
berli nel suo tempo. Atti del convegno internazionale 10) G. Vasari, Le Vite de più eccellenti pittori scul Geschichte des Sammelns 1450 bis 1800, herausge
di studi (Firenze, 18-21 ottobre 1978), Leo S. 01 tori e architettori nelle redazioni del 1550 e 1568. geben vonA. Grote, Leske + Budrich, Opladen 1994,
schki editore, Firenze MCMLXXX, I, pp. 223-244, Testo a cura di Rosanna Bettarini. Commento seco pp. 209-241 (p. 216 e nota 16 [p. 239], p. 217 fig. 3:
ha felicemente segnalato l'insolita presenza di "dra lare a cura di Paola Barocchi, Firenze, 111, Sansoni Giovanni di Bicci).
ghi" affatto rispondenti alla descrizione ghibertia Editore, 1971, p. 91, in entrambe le redazioni (con 12) Cfr. ad es. A. Grote, La formazione e le vicende
na ("coll'alie un poco aperte et colla testa bassa, minime differenze ortografiche). La testimonianza del tesoro mediceo cit., p. 3 e note 3-4 (p. 7: "Loren
alza[no] nel mezzo il collo") nel Reliquiario delle vasariana valeva ancora integralmente ad es. per zo Ghiberti racconta [...] di una «corniola di gran
braccia di Sant'Andrea a Città di Castello, opera di Eugène Miintz, Les Arts à la cour des papes pendant dezza di una noce» con il Marsia ch'egli montò per
Lorenzo e bottega (pp. 242-244, fig. 15, alle quali ci le XVe et le XVIesiècle[...], Ernest Thorin, Éditeur, Cosimo verso il 1428"); U. Pannuti, La collezione
ha gentilmente indirizzato Aldo Galli). La nostra Paris, II, 1879, pp. 167 e 171; e Idem, Les collec glittica medicea cit., p. 68 ("A quanto ci dicono
- La
fig. 4 corrisponde a quella offerta sedici anni fa tions des Médicis au XVe siècle. Le Musée documenti d'archivio [?], sembra sia questa la pri
dalla studiosa. indicazioni su possibili - Le Mobilier aux Précur
Suggestive Bibliothèque (Appendice ma gemma entrata a far parte della collezione medi
antefatti e risultanze del mostro 'botanico' ghiber seurs de la Renaissance), Librairie de l'Art, Paris
cea").
tiano nello specifico ambito della sfragistica forni 1888, p. 69 nota 2. Trova qualche seguace pure ai
sce Andrea in Eredità 13) Già segnalata in F. Caglioti, Bernardo Rosselli
Muzzi, dei Magnifico, nostri giorni: ad es. Filippo Tuena, in Anna Maria
no a Roma. I. Stralci del carteggio mediceo (con
1492-1992. Museo Nazionale del Bargello, 19 giu Massinelli, F. Tuena, Il tesoro dei Medici, Fenice
qualche briciola sul Filarete), in 'Prospettiva', 64,
gno-30 dicembre 1992, S.P.E.S., Firenze 1992, pp. 2000-Istituto Geografico De Agostini, Milano
1991, pp. 49-59 (p. 53 nota 60 [p. 58]).
158-159 e 162-163 nn. 146-147 (anche se il "drago Novara 1992, pp. 20-21 e 30; ο LI. Pannuti, La
tra foglie d'edera" di Lorenzo, del collezione ne Le gemme Farnese 14) Lo rilevò, a quanto pare inascoltato, solo l'at
all'opposto glittica medicea,
nel sigillo di Parte Guelfa al n. 147, doveva tentissimo C. Frey, ne II codice magliabechiano cit.,
l'aquila cit., pp. 61-69 (pp. 61 e 68).
recare il tipario sul dorso, e non al di sotto delle ad oggi, sa p. 276 (cfr. anche Idem, Michelagniolo Buonarroti.
11 ) La lista delle voci, dall'Ottocento
Non sembra avere nulla a che vedere con Quellen und Forschungen zu seiner Geschichte und
zampe). rebbe infinita. Qualche esempio sparso (che serva
quello del Ghiberti il gioiello raffigurato nel fondo Kunst, I, Michelagniolos Jugendjahre, Verlag von
anche ad introdurre la bibliografia sul tema): C.
del celebre ritratto ghirlandaiesco di Giovanna de Karl Curtius, Berlin 1907, p. 91).
Frey, ne II codice magliabechiano cit., p. 276 (a
gli Albizzi Tornabuoni (Collezione Thyssen favore di Cosimo ο suo padre Giovanni di Bicci); J. 15) Antonio Averlino detto il Filarete, Trattato di
Bornemisza), e citato a tal proposito da Litta Medri, von Schlosser, in Lorenzo Ghibertis Denkwurdigkei architettura. Testo a cura di Anna Maria Finoli e
in Lorenzo Ghiberti, 'materia e ragionamenti'. Fi ten cit., II, pp. 57 e 177-178 (Cosimo); Ernst Kris, Liliana Grassi. Introduzione e note di L. Grassi,
renze, Museo dell'Accademia e Museo di San Mar Meister und Meisterwerke der Steinschneidekunst in Edizioni 11 Polifilo, Milano 1972,11, p. 679 (da noi
co, 18 ottobre 1978-31 gennaio 1979, Centro Di, rivista sul ms. BNCF, ILI. 140, c. 185r: cfr. anche
der italienischen Renaissance, Verlag von Anton
Firenze 1978, p. 572 (buona riproduzione ad es. in Schroll & Co. in Wien 1929, I, p. 24 (Cosimo); John R. Spencer, Filarete's Treatise on Architecture
Sammlung Thyssen-Bornemisza. Abbildungen der
Seymour de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection. [...]. Translated with an Introduction and Notes, Yale
Gemàlde, bearbeitet von Rudolf J. Heinemann, Vil At the University University Press, New Haven-London, 1965, II,
Reliefs and Plaquettes, Press,
la Favorita, Castagnola [Ticino] MCMLXIX, tav. The Facsimile) e nota 1, con la corretta individua
Oxford MCMXXXI, p. 29 (Cosimo); Leo Planiscig,
220). L'opera, datata "MCCCCLXXXV1II", fu Lorenzo Ghiberti, Verlag Anton Schroll & Co. in zione del prelato (la cui raccolta viene tuttavia erro
inoltre dipinta quando, come vedremo più avanti Wien 1940, p. 27 (Cosimo); J. von Schlosser, Leben neamente posta a Venezia anziché a Roma, sulla
(paragrafo 3), la montatura ghibertiana era già stata und Meinungen desflorentinischen Bildners Loren scia, a quel che sembra, di Wolfgang von Oettingen,
disfatta. zo Ghiberti, Holbein-Verlag, Basel Antonio Averlino Filarete's Tractat iiber die Bau
1941, pp. 44,
Carlo Ludovico kunst nebst seinen Biichern von der Zeichenkunst
7) Per la forma in cui il 'titolo' doveva presentarsi si 162-163 e 168 (Cosimo); Ragghian
und den Bauten der Medici, Verlag von Cari Grae
veda oltre, paragrafo 4. ti, in G. Vasari, Vite, Rizzoli, Milano, IV, 1949, p.
323 nota 30 (Giovanni dalle Bande Nere!); Ludwig ser, Wien 1890, p. 658 nota 6 [p. 742]). Si son date in
8) Che Ghiberti e il suo committente non avessero
corsivo quelle parti della descrizione che coincido
le stesse vedute sulla gemma (di contro a quel che Goldscheider, Ghiberti. Complete édition, Phaidon
no alla lettera col testo del Ghiberti. La varia fortu
sembra volere ad es. L. Medri, in Lorenzo Ghiberti, Press Ltd, London 1949, p. 24 nota 12 (Giovanni di
na del passo filaretiano è tracciata più avanti, pa
'materia e ragionamenti' cit., p. 572) lo mostra il Bicci); L. Planiscig, Lorenzo Ghiberti, Del Turco
Editore, Firenze 1949, p. 80 (Cosimo); Richard ragrafo 3.
fatto che. pur essendosi prestato il primo ad asse
condarne col suo esergo neroniano un'interpreta Krautheimer, Trude Krautheimer-Hess, Lorenzo 16) Su di lui sono fondamentali i numerosi studi di
Ghiberti ( 1956), 3a ed., Princeton University Press, Pio Paschini, sfociati in Lodovico Cardinal Camer
zione 'apollinea' e musicale, egli si riservò in segui
Princeton 1982, in part. pp. 5 e 300 (un Medici, lengo (f 1465), Facultas Theologica Pontificii
to di leggere la scena raffiguratavi come un'allegoria
forse Cosimo); André Chastel, Art et Humanisme à Athenaei Lateranensis, Romae MCMXXXIX (=
delle tre età dell'uomo (attraverso l'"infans", il
" Florence au temps de Laurent le Magnifique. Études 'Lateranum', n. s. V, η. 1 ); per i rapporti con Firenze
"giovane" e il vechio", cioè per noi, rispettivamen
sur la Renaissance et l'Humanisme platonicien, e con Cosimo il Vecchio, passim. Di recente Rolf
te, Olimpo, Apollo e Marsia). Sull'esegesi quattro
Presses Universitaires de France, Paris 1959, ed. it., Bagemihl, The Trevisan collection, in 'The Burlin
centesca del gruppo si veda anche più giù, nota
97. Arte e umanesimo a Firenze al tempo di Lorenzo il gton Magazine', CXXXV, 1993, pp. 559-563, ne ha
Magnifico. Sludi sul Rinascimento e sull'umanesi pubblicato alcuni preziosi inventari postumi, ma
9) Il codice magliabechiano cl. XVII, 17[...], her
mo platonico, Giulio Einaudi editore, Torino 1964, con molte mende ed omissioni, scarsi commenti, e
ausgegeben [...] von Cari Frey, G. Grote'sche Ver
pp. 53 ss. e note (Cosimo); Witold Dobrowolski, senza mai far parola della nostra corniola. Le mede
lagsbuchhandlung, Berlin 1892, p. 72: "Leghò detto
Encore une imitation de l'Apollon de la gemme sime fonti sono adesso, insieme a tant'altre romane
Lorenzo in oro una cornivuola di grandezza d'una
Medici, nel 'Bulletin du Musée National de Varso e soprattutto fiorentine e milanesi, in F. Caglioti,
buona noce, nella quale per mano di uno excellen
vie', X, 1969, pp. 55-67 (p. 65: Cosimo); U. Pannuti, Paolo II, i Pitti di Firenze e l'eredità del cardinale
tissimo maestro anticho erano sculpite tre fiure,
Formazione, incremento e vicende dell'antica rac Alvise Trevisan, Scuola Normale Superiore, Pisa (in
cioè uno vecchio a sedere sur uno schoglio che v'era
colta glittica medicea, ne II Tesoro di Lorenzo il corso di stampa).
una pelle di lione, legato a un albero seccho con le
Magnifico. [1']. Le gemme. Catalogo della mostra, 17) A. Averlino detto il Filarete, Trattato cit., II, pp.
mani di dreto; a' piedi di quello era un putto ginoc
Palazzo Medici Riccardi. Firenze 1972, a cura di 679-680. Più diffuso Vespasiano da Bisticci, Le
chioni con l'uno de' piedi, et risguardava Giove, che
Nicole Dacos, Antonio Giuliano, U. Pannuti, San Vite. Edizione critica con introduzione e commen
ivi era sculpito, che nella destra mano haveva una
carta et nell'altra una citera. Et fece per anello di soni Editore, Firenze 1973, pp. 1-15 (p. 3 e note 1-5 to di Aulo Greco, Istituto Nazionale di Studi sul
[p. 13]: Cosimo? Giovanni di Cosimo?); L. Medri, Rinascimento, Firenze, II, 1976, p. 233. Per il 'Dio
detta cornivuola un < dragho con l'ale un poco
- che con quelle facea la presa del sigillo -, in Lorenzo Ghiberti, 'materia e ragionamenti'cit., mede' in possesso del Niccoli vale anche - come è
aperte
con la testa bassa e il collo nel mezo un poco alto pp. 571-573 e note ("certamente [...] Cosimo il noto - il terzo dei Commentarli ghibertiani (Loren
Vecchio", p. 572); Phyllis Pray Bober, Ruth Rubin zo Ghibertis Denkwurdigkeiten cit., I, p. 64, e nota
[parte cassata dalla stessa mano] > serpente con tre
stein, Renaissance Artists & Antique Sculpture. A in II, p. 192). La data della vendita al Trevisan va
foglie d'herbe, et intorno intagliato lettere che dice -
vano il nome di Nerone, il che condusse con gran Handbook of Sources, Harvey Miller Publishers racchiusa tra l'arrivo della corte di papa Eugenio IV
Oxford University Press, London-Oxford 1986, p. a Firenze (estate 1434) e la morte del Niccoli. Que
dissima diligentia" (collazionato coll'originale,
74 n. 31 (Cosimo); Patrick M. de Winter, Recent st'ultimo nel suo testamento (22 gennaio 1437) non
BNCF, ms. Magi. XVII, 17 [ex Gaddi 564], cc.
Accessions of Italian Renaissance Decorative Arts. trascurò di ricordare, certo con rimpianto, che par
55v-56r). Fra le distorsioni procurate dall'autore, è
Part I [...], in 'The Bulletin of the Cleveland Mu te delle sue entrate gli era derivata "ex quodam
assai significativa quella secondo cui il "serpente"
séum of Art', LXXIII, 1986, pp. 73-138 (p. 82 e nota calcedonio vendito per dictum Nicolaum magistro
eseguito e descritto dal Ghiberti servisse "per anel
18 [p. 129]: i Medici); Pietro Cannata, Piccoli bron Loysio, medico Summi Pontificis Florentie degen
lo di detta cornivuola", e ciò benché l'Anonimo non
zi rinascimentali e barocchi del Museo Oliveriano di tis" (in Giuseppe Zippel, Nicolò Niccoli. Contributo
tralasci di riprendere dalla fonte che la gemma era
Pesaro, Ente Olivieri Editore, Pesaro 1987, pp. alla storia dell'umanesimo, Fratelli Bocca, Firenze
"di grandezza di una buona noce". Sulla tradizione
47-48 e note 3-6 (p. 53: Cosimo); Amanda Lillie, Torino-Roma 1890, p. 99), cioè al Trevisan. U. Pan
del 'Sigillo neroniano' in foggia anulare si veda
Giovanni di Cosimo and the Villa Medici at Fiesole, nuti, Appendice documentaria, ne II Tesoro di Lo
anche oltre, nota 60.
in Piero de' Medici »il Gottoso« (1416-1469). Kunst
Per la possibilità che l'Anonimo Gaddiano (o Ma
renzo il Magnifico. [I] cit., pp. 83-129 (p. 85 η. I e
im Dienste der Mediceer. Herausgegeben von An nota 2), ignorando l'identità fra il cardinale "Luigi
gliabechiano) sia Vincenzio Borghini cfr. ora Ri
dreas Beyer und Bruce Boucher, Akademie Verlag, Scarampi" e il "Patriarca di Aquileia, Lodovico
chard Stapleford, Vasari and Botticelli, nelle 'Mit
Institutes in Flo Berlin 1993, pp. 189-205 (p. 190 e note 15-16 [p. Trevisan", nonché il fatto che costui esordisse come
teilungen des Kunsthistorischen
200]: Giovanni ο Cosimo, ο Lorenzo fratello di medico, ha visto "vari punti oscuri" nella "trasmis
renz', XXXIX, 1995, pp. 397-408 (ov'è anche an
Cosimo); A. Grote, Die Medici: Ikonographische
nunciata una più specifica pubblicazione
Propadeutik zu einerfurstlichen Sammlung, in Ma
sull'argomento). [Saggi] 25
crocosmos in Microcosmo: die Welt in der Stube: zur

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sione di questa gemma", cioè in una vicenda tanto rirono alla tiara ghibertiana due mandati di paga non dovrebbe esser "mai uscita di Firenze".
chiara che più non potrebbe desiderarsi: il "maestro mento relativamente modesti (ventiquattro e cin
24) I primi ampi repertori in Gennaro Pesce, Gem
Aloisio" ο Ludovico ο "Luigi" (N. Niccoli, V. da quantanove e rotti fiorini) emessi dalla Camera me medicee del Museo Nazionale di Napoli, nella
Bisticci), archiatra di papa Eugenio IV, fu nominato Apostolica di papa Eugenio verso la fine del 1441 •Rivista del Reale Istituto d'Archeologia e Storia
da quest'ultimo "Patriarca" d'Aquileia (V. da Bi (12 novembre e 7 dicembre) "prò uno smaragdo" e dell'arte', V, 1935-36, pp. 50-97 (pp. 66-69 e note:
sticci, Filarete) nel 1439, e cardinale nel 1440. Del "prò certis perlis" "prò mitra sanctissimi domini ma a p. 66 la lista delle gemme è inaffidabile); in A.
resto Vespasiano, che nella Vita di Nicolaio Nicoli nostri Papae". Se non si vuol credere ai preparativi Chastel, Arte e umanesimo cit., pp. 55-59 e note
Fiorentino cita il Trevisan come "il Patriarca [...] per un ulteriore triregno, non sembrerà implausibi e in N. Dacos, La fortu
(con svariate imprecisioni);
chiamato maestro Luigi", impiega espressioni ana le ritenere che si trattasse piuttosto della manuten na delle gemme medicee nel Rinascimento, ne //
loghe per la stessa persona in altri luoghi della sua zione di quell'opera straordinariamente complessa Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [I] cit., pp. 131 -162
opera. Ma per togliersi ogni dubbio si faccia un eseguita sette anni prima (estate 1434 - inverno in [P. Cannata], Rilievi e
(pp. 158-160). Un'aggiunta
riscontro sull'onomastica del personaggio così co 1435 circa).
placchette dal XV cil XVIII secolo. Roma, Museo di
m'emerge da P. Paschini, Lodovico Cardinal cit., in Sul Trevisan cubiculario (1431 ss.) si veda in parti Palazzo Venezia, febbraio-aprile 1982, De Luca
part. pp. 7-52. Le perplessità di Pannuti si son colare P. Paschini, Ludovico Cardinal Camerlengo Editore, Roma 1982, p. 43 e fig. 53. Altri addenda e
trasmesse a Francesco Rossi, Le gemme antiche e le cit., pp. 9 ss. e note. in P.P. Bober, R. Rubinstein, Renais
corrigenda
origini della placchetta, in Italian Plaquettes, edited 20) V. Borghini, Trattato della chiesa e vescovi fio sance Artists cit., pp. 74-75 η. 31; e in Giovanni
= 'Studies
by Alison Luchs in the Flistory of Art', rentini, in Idem, Discorsi, [a cura di Domenico Agosti, Vincenzo Farinella, Michelangelo e l'arte
XXII, 1989, pp. 55-69 (p. 60 e nota 93 [p. 66]). Se la Maria Manni], Appresso Pietro Gaet. Viviani [...], classica. Firenze, Casa Buonarroti, 15 aprile-15 ot
cava meglio con le fonti sul 'Diomede' P. M. de In Firenze MDCCLV, II, pp. 333-596 tobre 1987, Cantini Edizioni
(p. 588). d'Arte, Firenze 1987,
Winter, Recent Accessions cit., pp. 82-83, il quale
21 ) Per l'allogagione della teca ghibertiana e le sue p. 42 η. 13. Ancora nuovi materiali in N. Dacos, Le
tuttavia fa dire al Filarete che nelle sue ricerche di rôle des plaquettes dans la diffusion des gemmes
vicende fino al completo adempimento si veda so
gemme il Patriarca fu aiutato dal Cardinale di San
antiques: le cas de la collection Médicis, in Italian
prattutto Giovanni Poggi, Il Duomo di Firenze. Do
Marco, cioè dal suo acerrimo nemico Pietro Barbo,
cumenti sulla decorazione della chiesa e del campa Plaquettes cit., pp. 71-90 (p. 72 nota 16 [p. 87]; p. 77
poi papa Paolo II, che ritroveremo ampiamente e note 59-60 [p. 88], p. 76 fig. 5; pp. 81 e 86 e note
nile tratti dall'Archivio dell'Opera, I, Bruno Cassirer
nelle prossime pagine. Al seguito delle vicende del 92-93 [p. 89], p. 74 fig. 4); e in F. Caglioti,
Editore, Berlino 1909, pp. XCV-IC e note, pp. 174 Due
"calcedonio" accenniamo avanti, nota 39. '
ss. docc. 898 ss. Un elegante rapporto sulla trasla 'restauratori per le antichità dei primi Medici: Mi
18) Sulla quale più specificamente oltre, testo e zione. col Trevisan in prima fila, fu presto dato da no da Fiesole, Andrea del Verrocchio e il 'Marsia
nota 73. Tortelli a conclusione rosso'degli Uffizi. II, in 'Prospettiva', 73-74, 1994,
Giovanni della sua Vita latina
19) La data del perduto triregno d'Eugenio IV non di San Zanobi (Girolamo Mancini, Giovanni Tortel pp. 74-96 (pp. 84-87 e note 47-53 [p. 95], p. 91 fig.
è sembrata finora chiaramente desumibile dall'au li, cooperatore di Niccolò V nel fondare la Biblioteca 42). Ai sei casi di miniature raccolti finora in alcuni
che per associazione di tali testi n'è stato di recente annesso qualch'altro
tobiografia ghibertiana, tipo Vaticana, nell"Archivio storico italiano', LXXVIII,
logica cita il lavoro subito dopo quello analogo per 1920, II, pp. 161-282 [pp. 183-187 e note]). Il bra (cfr. infra, nota 27). Una fedele ripresa della scena
Martino V (Lorenzo Ghibertis Denkwiirdigkeiten no, più volte stampato a partire dal Cinquecento, è compare due volte, in mezzo a vari soggetti decora
cit., I, pp. 47-48): "Venne papa Martino a Firenze in Giuseppe tivi d'ispirazione glittica, sul piede d'un rinfresca
soprattutto accessibile Richa,
'
Notizie
[1419], alogommi a ffare una mitria d'oro et uno isteriche delle chiese fiorentine divìse ne suoi quar tolo bronzeo d'ambito veneto quattro-cinque
bottone d'uno piviale [...]. Venne papa Eugenio ad di Pietro Gaetano Viviani, In centesco al Bargello (Collezione Carrand, inv. 248:
tieri, Nella Stamperia
abitare nella città di Firenze, fecemi fare una mitria Firenze, VI, MDCCLVII, pp. 205-207. Una poco fig. 38). Un dettaglio analogo su una secchia bron
d'oro [...]". Il Vasari, semplificando, ancorò la tiara in un circostan zea - più tarda - del Louvre segnalò Émile Molinier,
più tarda descrizione dell'evento,
più tarda all'anno culminante del Concilio, 1439 ziato e sapido Les plaquettes. Catalogue raisonné, Librairie de
volgare, diede un altro testimone
(Le Vite cit., Ili cit., p. 92), seguito in ciò dalla oculare, il sacerdote Clemente del Mazza, in servi l'Art, Paris 1886,1, p. XXII e nota 3 (e cfr. [Charles
migliore letteratura moderna (E. Miintz, Les Arts à zio presso la Metropolitana ( Clemens Mazze pleba Blanc], Collection d'objets d'art de M. [Louis Adol
la cour des papes cit., I, 1878, pp. 53 e nota 2, 62 e nus atque theologus [...] de vita sanctissimi viri Ze phe] Thiers, léguée au Musée du Louvre, Imprimerie
nota 1 ; J. von Schlosser, in Lorenzo Ghibertis Denk nobii Fiorentini anno Domini Jouaust et Sigaux, Paris MDCCCLXXXIV, p. 36 n.
episcopi [...],
wiirdigkeiten cit., I, p. 47, e II, pp. 58 e 178-179; R. MCCCCLXXV, [Presso Bartolomeo de' Libri], Im 120, senza ili. ο indicazioni in tal senso; nonché
T. Krautheimer-Hess, Lorenzo Ghi Francesco Cessi, Un 'aggiunta al catalogo dei Gran
Krautheimer, presso in Firenze adì 8 di dicembre 1487, cc. f2r
berti cit., p. 416 n. 222). Ma la commissione precoce f6r). Sull'episodio è ora disponibile anche Anna di, scultori e bronzisti a servizio di Bernardo Clesio,
dell'opera, subito dopo il primo arrivo di papa Con Benvenuti Papi, Un momento deI Concilio di Firen negli 'Studi trentini di scienze storiche', L, 1971,
dulmèr a Firenze, nel giugno 1434, e dunque con ze: la traslazione delle reliquie di San Zanobi, in pp. 405-407, con la pubblicazione dell'oggetto e
formemente a un'esegesi ben stretta del dettato Firenze e il Concilio del 1439. Convegno di Studi, l'attribuzione a Giangirolamo Grandi). Su entram
ghibertiano ("venne papa Eugenio ad abitare nella Firenze, 29 novembre - 2 dicembre 1989, a cura di bi questi casi si veda anche infra, note 78 e 115.
città di Firenze..."), sembra assicurata da un sugge Paolo Viti, Leo S. Olschki Editore, Firenze 1994,1, Non ha nulla che fare con la corniola il presunto
stivo resoconto di Bartolomeo di Michele del Co pp. 191-220. piatto faentino del 1482 circa, conservato al Museo
razza, rimasto finora negletto nonostante si conser Correr di Venezia, che a volte affiora in simili censi
22) Michele Lazzaroni, Antonio Munoz, Filarete,
vi a stampa fin dal tomo XIX dei Rerum Italicarum menti (ad es. in E. Miintz, Les précurseurs de la
scultore e architetto del secolo XV, W. Modes, Edito
scriptores muratoriani (1731): "A' di 17 d'aprile Renaissance, Librairie de l'Art, Paris-London
re, Roma MCMVIII, pp. 55-56 e 108, p. 38 fig. 21,
[1435], la Pasqua, venne il Papa nella capella di 1882, p. 196; e in G. Pesce, Gemme medicee cit., p.
proposero dubitativamente ma suggestivamente di
Santa Maria Novella a dir messa. Prima cominciò 67 η. 20): si tratta d'un elemento della nota 'Cre
riconoscere il Trevisan in uno dei ritratti racchiusi
l'ufficio, fece un cavaliere. Poi si parò con quest'or denza Correr', un importante servizio urbinate del
dai girali che corrono tutt'intorno alle valve (ele
dine: prima tratto il piviale, il cinsono sopra il primo Cinquecento, istoriato per lo più con miti
mento sinistro, fascia destra).
càmicio con un cordiglio di seta, poi una crocetta al ovidiani. L'anno "1482" segnato su uno dei pezzi
collo, poi un velo vergato d'oro in capo e alle spalle, 23) R. Bagemihl, The Trevisan collection cit., p. non indica la data di fattura, ma è tratto di peso da
561, ignorando la storiografia romana quattrocen uno dei modelli silografici a cui il servizio si rifà in
grande; e prima gli avevano messe le pianelle tutte
tesca (cfr. oltre, nota 37), sembra credere che i beni abbondanza. Il piatto con la 'Contesa'
piene di perle: entragli uno sotto, e molti che lo e la 'Punizio
del cardinale descritti negli inventari postumi fio ne di Marsia' non ha alcun rapporto con l'antico. Lo
servono tengono i panni alti, poi il subdiacono, poi
rentini (1465) da lui pubblicati si trovassero in si veda ora riprodotto e commentato in Michelan
il diacono; poi la pianeta, guanti e annella, e mitra
Toscana da decenni.
piena di gioie e pietre: disse Lorenzo di Bartoluccio, gelo Munarini, Maioliche istoriate delle raccolte dei
Di recente F. Rossi, Le gemme antiche e le origini musei
che l'aveva fatta, che valeva 40 mila fiorini. Detta la veneti, Editrice La Galiverna-Zielo, Este
della placchetta cit., pur pretendendo d'offrire "una 1990 (= 'Manufatti:
messa, andò nella piazza e diè la benedizione" (ci rivista di cultura materiale del
siamo serviti, con punteggiatura verifica, sistematica e metodologicamente più rigo l'evo medio e moderno',
variata, delle due 2), pp. 12, 14, 15 fig. 8,
rosa" del solito sui primi rapporti tra collezionismo 16.
successive edizioni del testo: Diario fiorentino di
Bartolommeo di Michele del Corazza, anni 1405 glittico e diffusione delle placchette (p. 55), ha fatto
una gran confusione, tra le altre cose, sull" Apollo e 25) Sulla completa inesistenza d'un legame tra gli
1438, a cura di Giuseppe Odoardo Corazzini, nel otto tondi e un documento mediceo del 1452 relati
Marsia' (pp. 58-59 e note 51-67 [p. 65]). Riferendo
T'Archivio storico italiano', s. V, XIV, 1894, pp. vo a Maso di Bartolomeo, ancora troppo spesso
alla corniola, insieme al passo che le spetta nei
233-298 [p. 289]; e Bartolomeo del Corazza, Diario chiamato in causa dagli studi, si veda soprattutto
Commentarli ghibertiani, anche quello sul calcedo
fiorentino (1405-1439), a cura di Roberta Gentile, Janez Hôfler, Maso di Bartolommeo und sein Kreis,
nio col 'Palladio' (cfr. supra, nota 17), ha preso per
De Rubeis, Anzio 1991, p. 76). La spesa complessi nelle 'Mitteilungen des Kunsthistorischen Institu
va di quarantamila dimostrata la provenienza della prima dalla raccol
fiorini, che Ghiberti decantava tes in Florenz', XXXII, 1988, pp. 537-546 (p. 537 e
ta del Niccoli. Il "Patriarca" citato dal Filarete sa
nelle conversazioni del 1435, fu dovuta, come sap nota 20 [pp. 543-544]), il quale nondimeno
rebbe poi, senz'ombra di dubbio, il cardinale Pietro propo
piamo dai Commentarli, al fatto che già solo "le ne, poco convincentemente, di vedere nella medesi
Barbo, cioè papa Paolo II. Ma nel pur ricco cursus
pietre" necessarie all'impresa, le quali "furono ba ma fonte almeno un indiretto termine ante quem
honorum di questo personaggio non risulta sia mai
iasti, zaffiri et smaraddi et perle", "furono stimate per i rilievi.
stata una dignità patriarcale: vero è invece che la
da' gioellieri della nostra terra trentotto migliaia di
diocesi di Vicenza, di cui il Barbo fu titolare dal 26) Lo si ritrova, com'è noto, sessant'anni più tardi
fiorini". E. Miintz, Les Arts à la cour des papes cit., 1,
giugno 1451 alla sua elezione pontificia ( 1464), era ( 1525 circa) in quell'episodio 'filomediceo' d'arre
cit., p. 62, e con lui R. Krautheimer, T. Krauthei
do architettonico che è il ciclo dei tondi fittili al
suffraganea del Patriarcato d'Aquileia, retto negli
mer-Hess, Lorenzo Ghiberti cit., p. 416 n. 222, rife l'antica montati da Giovanfrancesco
stessi anni dal Trevisan. Ad ogni modo, secondo il Rustici nel
Rossi, il Barbo avrebbe posseduto "solo una replica cortile della villa di Jacopo di Giovanni Salviati,
26 [Saggi] ο un calco" della gemma (?), la quale per parte sua cognato di papa Leon X, al Ponte alla Badia: una
riproduzione, nell'ambito della bibliografia sulle

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36. Bottega fiorentina ο romana del secondo ο terzo d'Apollon au Musée National de Varsovie, ibidem, storico lombardo', s. II, IV (= XIV), 1887, pp. 29-64
quarto del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo' XV, 1974, pp. 28-32: e le cautele dello studioso in (pp. 54-55 e note); Charles Hamm, Ann Besser
(ingrandimento). Modena, Galleria Estense. merito si possono tranquillamente deporre (mentre Scott, A study and inventory of the manuscript Mo
37. Bottega fiorentina ο romana del secondo ο terzo invece va rivista la troppo precoce datazione in 'Musica Di
"vers dena, Biblioteca Estense, a.X.1.11,
quarto del Quattrocento: 'Apollo, Marsia e Olimpo' A Yearbook of Music',
1430", p. 32). L'attività d'Isaia è per ora documen sciplina. of the History
(ingrandimento). Napoli. Museo e Gallerie Nazionali di
tata dal 1428 al 1464 (cfr. F. Caglioti, Una conferma XXVI, 1972, pp. 101-143 (p. 114); Lewis Lock
Capodimonte, inv. 11108.
per Andrea dall'Aquila scultore: la 'Madonna' di wood, Music in Renaissance Ferrara, 1400-1505.
casa Caffarelli, in 'Prospettiva', 69, 1993, pp. 2-27 The création of a musical centre in the fifteenth
placchette, è in P. Cannata, Rilievi eplacchette cit., [p. 11 nota 74 (pp. 24-25)]): il 1464, se non è sicura century, Clarendon Press, Oxford 1984, pp. 47 e
p. 44 fig. 55. mente l'anno della morte, precederà comunque di note 9-11, 50, 60-61 e nota 46, 72 e nota 26,95-97 e
ben poco quell'evento. Antonino Bertolotti, Giunte note, 178, 315-318 (da questi testi non risulta mai il
27) Sul tema torna adesso Annarosa Garzelli,
L'«antico» nelle miniature dell'età di Lorenzo, ne agli artisti lombardi in Roma, nell" Archivio storico cognome Schlifer).
La Toscana al tempo di Lorenzo il Magnifico: politi lombardo', X, 1883, pp. 98-120, citò un documento 33) G.F. Hill, A Corpus cit., I, p. 194 η. 750. In
romano relativo allo scultore assegnandolo al 1472 l'Estouteville divenne decano del Sacro
ca, economia, cultura, arte. Convegno di studi pro quell'anno
mosso dalle Università di Firenze, Pisa e Siena, 5-8 (p. 107). Essendone perplessi, abbiamo effettuato
Collegio come vescovo suburbicario d'Ostia, assu
novembre un controllo sull'originale, che non dà adito a mendo una carica di cui non avrebbe più fatto a
1992, Pacini Editore, Pisa 1996, I, pp.
dubbi: la data, precisata con formula ampia (anno meno nelle intitolazioni
163-171 e tavv. 94-127, aggiungendo due ο tre oc (si ritrova ad esempio nella
cristiano, indizione, pontificato di Pio II), è il 1462 successiva di Cristoforo di Geremia, ibi
correnze, tutte di mano di Gherardo di Giovanni medaglia
(un Plinio a Oxford, un Livio a Valencia?, un Jacopo (Roma, Archivio di Stato, Collegio dei Notai Capi dem, I, p. 198 n. 757), e che qui invece manca.
tolini, protocollo 1650 [Rogiti di Giovan Battista de
Bracciolini alla Laurenziana: p. 168 e tavv. 34) J. Graham Pollard, Medaglie italiane del Rina
Scutis per gli anni 1439-1506], c. 7Ir).
105-106), a quelle radunate finora dagli studi (cfr. scimento nel Museo Nazionale del Bargello, Asso
Tenuto conto dell'ancora scarsa comprensione ico - S.P.E.S.,
sopra, nota 24). ciazione 'Amici del Bargello' Firenze, I,
nografica del modello, non va escluso che il rilievo
28) Cfr. Inventari medicei, 1417-1465: Giovanni di 1400-1530, 1984, pp. 308-310 η. 152.
di Varsavia rappresentasse nelle intenzioni dell'ar
Bicci, Cosimo e Lorenzo di Giovanni, Piero di Cosi tista ο del suo committente un 'Orfeo' piuttosto che 35) Siamo consapevoli d'aver dovuto anticipare
mo, a cura di Marco Spallanzani, Associazione un 'Apollo': si vedano a questo proposito il testo e le qui, col rischio di sembrare pretestuosi ο confusi,
'Amici del Bargello' - S.P.E.S., Firenze 1996. Nel alcune delle conclusioni che speriamo di far emer
prossime tre note.
1456 è segnalata "una corniuola con fighure legata gere più pianamente e persuasivamente oltre: in
in oro" "in cavo" (p. 94) che potrebbe anche inso 30) George Francis Hill, A Corpus ofitalian Medals il fatto che la corniola Farnese di Napoli
particolare
of the Renaissance before Cellini, British Muséum,
spettire: ma la lista del 1465 è meno vaga, e attribui è la stessa passata per le mani del Ghiberti come del
London MCMXXX, I, p. 110 n. 418.
sce alle corniole istoriate e montate di Piero, ora in Trevisan.
numero di tre, descrizioni che escludono 1"Apollo e 31) G.F. Hill, A Corpus cit., Ι, Ρ· 110 η. 416.
36) Sulla passione di Giovanni per la civiltà classi
Marsia' (p. 142; la "corniuola legata in oro con uno 32) Documentato a Ferrara - con interruzioni do ca e sui suoi frequenti commerci con
antiquari
homo a sedere et una femina ritta in cavo", che con vute a viaggi per conto dei suoi protettori - dal 1436 Roma: F. Caglioti, Bernardo Rossellino a Roma. I
un po' di buona volontà s'adatterebbe al caso, è al 1466, piacque molto a Niccolò III, a Lionello e a cit., passim; Idem, Due 'restauratori'per le antichi
stimata troppo poco - venticinque fiorini - rispetto Borso, che lo ripagarono con elevati compensi. Nel tà dei primi Medici cit., II cit., p. 79 nota 16
ad altri pezzi per poter essere un oggetto di primo 1457 spedì da Urbino una lettera a Bianca Maria
(Ρ· 92).
rango come il 'Sigillo' ghibertiano). Nel citare "uno Visconti Sforza per parteciparle la morte di sua
37) Gaspare da Verona, con più dovizia degl'altri
sogello d'oro con una corniuola" (p. 99) l'elenco del moglie Gentile. Fu infatti in stretto contatto sia con
biografi di papa Paolo II, racconta che in seguito
1456 non ci dice infine che la gemma fosse intaglia la corte di Milano che con quella di Mantova. Cfr. su
all'elezione di costui (agosto 1464) il Patriarca
ta a più figure. Sull'assenza del 'Sigillo di Nerone' tutto Pietro Canal, Della musica in Mantova. Noti
d'Aquileia fece spedire a Firenze, ove aveva inten
dall'inventario del '65 cfr. anche K. Frey, Michela zie tratte principalmente dall'Archivio Gonzaga, zione di trasferirsi a causa dell'inestinguibile odio
gniolo Buonarroti. Quellen undForschungen cit., p. nelle 'Memorie del R. Istituto Veneto di Scienze,
nei confronti del Barbo, larga parte dei suoi opulen
93. Lettere ed Arti', XXI, 1882, pp. 655-774, cons.
ti beni. Ma dopo la morte del cardinale, sopraggiun
29) La derivazione, sfuggita fino ad oggi ai princi nell'estr., Mantova 1881 (p. 7); Luigi Francesco Val
ta di lì a poco in Roma (marzo 1465), Antonio
pali elenchi per la fortuna della corniola (cfr. nota drighi, Cappelle, concerti e musiche di casa d'Este
Pamphilì e Falcone de' Sinibaldi, funzionari della
24), che riprende in controparte, fu individuata da (dal sec. XV al XVIII), negli 'Atti e memorie delle
Curia, riuscirono a convincere i Fiorentini a render
W. Dobrowolski, Encore une imitation de l'Apollon RR. Deputazioni di storia patria per le Provincie
loro ogni cosa, che riportarono nell'Urbe in mezzo
de la gemme Medici cit., il quale datò il rilievo alla modenesi e parmensi', s. Ili, II, 1884, pp. 415-494
fine del Quattrocento (in part. p. 64). Il riferimento (pp. 417-418, 440 doc. VII, 441 doc. Χ, 442 doc.
ad Isaia fu proposto quindi da Dariusz Kaczmar XIV); Emilio Motta, Musici alla corte degli Sforza.
zyk, Isaia da Pisa, auteur présumé du bas-relief Ricerche e documenti milanesi. [1], nell"Archivio [Saggi] 27

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all'approvazione generale. Tra i tesori che avevano sti, Andrea Guazzalotti e Cristoforo di Geremia); P. Olimpo, anziché scomparire dietro quella destra di
viaggiato figuravano anche "lapilli pretiosissimf Cannata, Rilievi e placchette cit., pp. 43-44, p. 44 Apollo, è come piegata all'indietro e sembra perciò
prene infiniti" (cfr. Rerum Italicarum Scriptores figg. 54a-b (ricavate, a quel che sembra, dalle ripro vedersi di più; nell'angolo in basso a sinistra la

[...]. Nuova edizione [...] con la direzione di Giosuè duzioni del Kris), il quale ultimo aggiunge un'oc contiguità tra la gamba destra del sileno e lo stru
Carducci e Vittorio Fiorini, III/XVI, Le vite di Paolo correnza (già Zurigo, mercato antiquario) alle quat mento musicale s'è unificata, ingrandendolo, col
lidi Gaspare da Verona e Michele Canensi, a cura di tro censite dallo Hill (Brescia, Musei Civici; Lon piccolo ammasso roccioso sottostante.
G. Zippel, Coi tipi dell'editore S. Lapi, Città di dra, British Muséum; Vaticano, Medagliere; Vene nn. 769 e
45) G.F. Hill, A Corpus cit., I, p. 200
Castello 1904-11, pp. 24-25: le glosse erudite dello zia, Museo Correr). Esse diventan sei se se ne 771.
Zippel, qui e a pp. 26, 219, 222-223, recano nume recupera anche una a Weimar, Goethe
46) G.F. Hill, A Corpus cit., I, p. 200 nn. 770 e
rose conferme documentarie, informando sulle dif Nationalmuseum (cfr. Christian Schuchardt et alii,
772.
ficoltà e gli strascichi dell'operazione). I già men Goethe's Kunstsammlungen, Jena, II, Geschnittene
fiorentini del Patriarca Miinzen [...], 1848, p. 47) G.F. Hill, The medals ofPaul II cit., p. 349 η.
zionati inventari (aprile Steine, Bronzen, Medaillen,
The Trevisan collection cit., e 77 n. 219, senza ili.), che riproduciamo 31; cfr. anche Idem, A Corpus cit., I, p. 200 η.
1465, in R. Bagemihl, qui (figg.
fu fatta non poca 773.
nuovamente in F. Caglioti, PaoloII, iPitti di Firenze 13-14, 56). Tra Otto e Novecento
cit.), per quanto ricchissimi, registrano i soli frutti confusione, a partire da un infelice referto di Vin 48) Douglas Lewis, ne Le génie du sculpteur dans
del recupero messo a punto dal Pamphilì e dal cenzo Lazari, Notìzia delle opere d'arte e d'antichità l'œuvre de Michel-Ange/The Genius of the Sculptor
Sinibaldi. Il fatto di non potervi specificamente della Raccolta Correr di Venezia, Tipografia del in Michelangelo's Work, [catalogo della mostra, 12
individuare il 'Sigillo di Nerone' ha dunque peso Commercio, Venezia 1859, pp. 192-193 η. 1009 giugno-13 settembre 1992], Musée des Beaux-Arts
assai scarso, sia perché vi si ritrovano non poche lavorato a cammeo, al rovescio di de Montréal/The Montreal Muséum of Fine Arts
("bassorilievo
voci cumulative Correr, presentato a 1992, pp. 118-119 n. 16, a proposito d'una plac
(ad es. "Una chassetta pichola, una medaglia"), sull'esemplare
dentrovi pietre 205 tra chamuini, chalcidoni, dia volte come un inverosimile ibrido d'una medaglia e chetta anepigrafa della Kress Collection derivata

spri, plasme et più altre pietre tutte sciolte, et più d'una gemma (E. Miintz, Les Arts à la cour des papes dalla corniola con 'Apollo e Marsia', ha sintetizzato
trentatré pietre fine leghate, cioè chamuini, cor cit., II cit., pp. 157-158; Idem, Les précurseurs de la le vicende di quest'ultima in forma analoga a quella
cit., p. 196; Idem, Histoire de l'art qui. Non mancano tuttavia delle stra
niu[o]le et più altre ragioni"), sia perché vari oggetti Renaissance presentata
non s'erano mai mossi da Roma, sia infine perché pendant la Renaissance, Librairie Hachette et Cle, nezze: il Filarete infatti non parla dell'intervento
alcune cose che si sperava di trovare a Firenze sfug Paris, I, Italie. Les Primitifs, 1889, p. 257; G. Pesce, orafo del Ghiberti e tanto meno ne assegna la com
girono alla solerzia dei due emissari (ad esempio Gemme medicee cit., p. 66 n. 7), ο come "Ausgiisse missione al Patriarca d'Aquileia; questi inoltre non
un'intera cassa di gioie di cui danno ampia notizia i nach einem geschnittenen Stein der gleichen fu mai "close friend" di Paolo II.
carteggi romani degli Sforza e dei Medici). Per gli Sammlung", il quale a sua volta sarebbe derivato 49) Ch'è l'unica gemma esplicitamente ricordata,
ultimi giorni del Trevisan, il controversissimo testa "nach einer Médaillé des Andrea Guazalotti" (E. com'è noto, dal Magnifico nel suo memoriale, as
mento, l'eredità, dopo le citate chiose dello Zippel Kris, Meister undMeisterwerke cit., I, pp. 34 e 155 sieme alla 'Tazza Farnese': ma lo scrittore sorvola
al Muratori, e dopo P. Paschini, Lodovico Cardinal nn. 67-68; G.F. Hill, A Corpus cit., I, p. 200, sotto il su "molti altri cammei che si comperarono allora"
cit., pp. 207-211 e note, vedi ora F. Caglioti, Paolo n. 769). Dalle pagine del Miintz, che alluse spesso al (Ricordi del magnifico Lorenzo di Piero di Cosimo
'
II, i Pitti di Firenze cit. (ove tra la nuova documenta misterioso oggetto veneziano come a uno dei pezzi de' Medici levati da suoi originali, in [Anton Fran
zione vengono trascritte ο sunteggiate le missive più ragguardevoli del tesoro di papa Paolo II, sem cesco Gori], La Toscana illustrata nella sua storia
sforzesche e medicee). bra dipendere, secondo quel che non di rado capita, con vari scelti monumenti e documenti per Lavanti ο
una vecchia conclusione destinata a rivelarsi adesso inediti ο molto rari, I, Per Anton Santini e Compa
38) E. Miintz, Les Arts à la cour des papes cit., II
cit., pp. 135-152 e 181-287 (la datazione a p. giusta per altra via: in W. Bode, Hugo von Tschudi, gni, In Livorno MDCCLV, pp. 191-194 [p. 194]: la
136). Konigliche Museen zu Berlin. Beschreibung der somma sborsata - tremila fiorini - è ora qui. Appen
Bildwerke der christlichen Epoche, W. Spemann, diceli, η. [1]). Nel 1972 Ulrico Pannuti era arrivato
39) Gaspare da Verona (p. 26) tiene a porre l'accen
Berlin 1888, p. 165 n. 655, una delle placchette a individuare fino a ventitré gemme lavorate del
to sulla correttezza del Papa, che in questa circo
derivate dall' 'Apollo e Marsia' (cfr. il nostro Catalo Museo Archeologico di Napoli appartenute sia a
stanza non avrebbe fatto confusione tra gli interessi
della Chiesa e i suoi personali: è questa pur sempre go [paragrafo 6], n. 2) è schedata quale "Abguss Paolo II che al Magnifico: Formazione, incremento
einer ehemals im Besitze Papst Paul's II. und dann e vicende cit., p. 5. Ma il problema della dispersione
una versione di parte. Le sostanze del defunto erano
der Medici befindlichen antiken Kamee [vie]". Tale dei tesori di Paolo II ad opera di Sisto IV andrebbe
tali, d'altronde, da far passare inosservate le singole
commento venne poi ripetuto da Emil Jacobsen, interamente riaffrontato: ansiosi d'arrivare in tutta
perdite. Alcuni documenti camerali sugli ingenti
Plaketten im Museo Correr zu Venedig, nel 'Reper fretta a offerte di sintesi, gli storici del collezioni
acquisti effettuati per conto di Paolo II dall'eredità
torium fur Kunstwissenschaft', XVI, 1893, pp. smo quattrocentesco sembrano infatti non aver an
del Trevisan si trovano sia in E. Miintz, Les Arts à la
54-75 (p. 57 η. 64). cora messo a debito frutto (accanto al fondamentale
cour des papes cit., II cit., p. 178 nota 1, che in P.
41) R. Weiss, Un umanista veneziano cit., pp. E. Miintz, Les Arts à la cour des papes cit., II cit., pp.
Paschini, Lodovico Cardinal cit., pp. 234-235: pur
54-56 e note, se ne mostra colpito, ma segue poi 152-159 e note) le numerose fonti, diplomatiche e
troppo le voci di spesa non sono complete. Il Pa
triarca stesso doveva aver cominciato a privarsi di supinamente l'opinione comune circa l'antica spet finanziarie, alle quali, con inevitabile rapidità, allu
suo prezioso, visto che il 'Ratto del Palla tanza medicea della corniola (così anche P. Canna se il Barone von Pastor nella sua sconfinata Ge
qualche
dio' viene già descritto nell'inventario Barbo (E. ta, Rilievi e placchette cit., pp. 43-44). Maggior schichte derPàpste (cfr. Ludovico Pastor, Storia dei
Miintz, Les Arts à la cour des papes cit., II cit., p. sensibilità verso le implicazioni storico papi dalla fine del Medio Evo [...]. Nuova edizione
collezionistiche del problema hanno manifestato P. italiana [...] del Sac. Prof. Angelo Mercati, Desclée e
245). Con questa fonte sembra curiosamente con
trastare il racconto di Vespasiano da Bisticci, secon Cannata, Piccoli bronzi cit., pp. 50-51, e special C.' Editori, Roma, II, 1911, pp. 438-439 e note, 449
do il quale il calcedonio "venne di poi, doppo la mente P. M. de Winter, Recent Accessions cit., p. e nota 1), e dalle quali si ricava che fra i beneficiari
morte del Patriarca, in mano di papa Pagolo, di poi 83. dell'operazione furono, oltre ai Medici, almeno i
l'ebbe Lorenzo de' Medici" cardinali d'Estouteville e Bessarione, nonché il re
(Le Vite cit., II cit., p. 42) Cfr. Umberto Rossi, Cristoforo Geremia, nel
Ferrante I di Napoli. Ulteriori documenti in propo
233). Ma è possibile che il biografo toscano, al T'Archivio storico dell'arte', I, 1888, pp. 404-411;
l'oscuro di qualche sito segnala ora Riccardo Fubini nel commento a
dettaglio, tendesse a dare per ed ora F. Caglioti, Paolo II, i Pitti di Firenze cit.
scontata la sequenza in fondo più verisimile, e co Lorenzo de' Medici, Lettere, Istituto Nazionale di
43) Le abbiamo prese sull'esemplare del Medaglie
Studi sul Rinascimento, Firenze,
munque valida, come vedremo, per altri pezzi (ad I, 1460-1474,
re Vaticano, n. 802, corrispondente a G.F. Hill, A
es. la 'Tazza Farnese' e, appunto, il 'Sigillo' ghiber 1977, pp. 259 nota 5, 317-318 nota 1, e II,
Corpus cit., I, p. 200 n. 773c (qui si danno quelle 1977, pp. 72-73 nota 10 (cfr. anche N.
tiano). 1474-1478,
degli esemplari a Brescia [773a], 41 su 35 mm, e a
Dacos, La fortuna delle gemme medicee cit., pp.
40) Federico Stefani, in Pompeo Litta, Famiglie Londra [7736], 38,5 su 32,5). Le dimensioni del
136-137 e nota 15 [p. 153]). Varie altre fonti in F.
celebri italiane, Milano, Barbo di Venezia, Tipogra l'esemplare Correr - mm 40 su 3 3 - si ricavano da V.
fia delle Famiglie celebri italiane, 1862, tav. Vb, fig. Caglioti, Paolo II. i Pitti di Firenze cit.
Lazari, Notizia delle opere d'arte e d'antichità della
16 (tratta dall'esemplare vaticano e da quello Cor Raccolta Correr cit., pp. 192-193 η. 1009; quelle 50) Le opere sono rintracciabili nei testi della nota
rer a Venezia); G.F. Hill, The medals of Paul II, in di Weimar, mediante 24.
dell'esemplare adeguamento
'The Numismatic Chronicle and Journal of the al sistema decimale, da C. Schuchardt et alii, Goe 51 ) Su Verrocchio e il Ferrucci (debitore quest'ulti
Royal Numismatic Society', s. IV, X (= XXXVII), the's Kunstsammlungen cit., II cit., p. 77 η. 219: mo nei confronti della pietra antica e insieme della
1910, pp. 340-369 (p. 349 η. 31, senza ili.); E. Kris, mm 40 su 34 (sottoposte cortesemente a verifica da statua moderna) cfr. F. Caglioti, Due 'restauratori'
Meister undMeisterwerke cit., I, pp. 34 (coll'errata Margarete Oppel). cit., II cit.. pp. 82 ss. e note, figg. 34-42.
attribuzione al Guazzalotti), 155 nn. 67-68, e II, tav. infatti esser rimasta a lungo lettera
44) L'ha intuito di già P.M. de Winter, Recent Ac 52) Sembra
19/67-68 (dall'esemplare Correr); G. F. Hill, A Cor cessions cit., p. 83, ma nell'ambito d'una ricostru morta l'importante digressione di K. Frey, Michela
pus cit., I, p. 200 η. 773 (senza ili.); Roberto Weiss, zione che non possiamo condividere (si veda il gniolo Buonarroti. Quellen und Forschungen cit.,
Un umanista veneziano, papa Paolo II, Istituto per pp. 91 -95 e note (con ampio e informato medaglio
paragrafo 3). Gli esemplari a noi noti della meda
la collaborazione culturale, Venezia-Roma 1958, ne del Trevisan e l'ipotesi che questi acquisisse la
glia mostrano nondimeno, al paragone colla gem
pp. 54-56 e note, tav. Vili figg. 17-18 (da un esem ma napoletana (e colle placchette discésene, come sua corniola a Venezia: p. 93). J. von Schlosser,
plare non precisato tra i quattro noti all'epoca); N.
diremo, tramite impronta diretta), alcuni deterio Leben und Meinungen des florentinischen Bildners
Dacos, La fortuna delle gemme medicee cit., p. 159 ramenti del rilievo originario, a riprova della mode Lorenzo Ghiberti cit., p. 134 e nota 74, e Ν. Dacos,
cat. D.b e D.d, senza ili. (l'opera viene inavvertita sta qualità attinta dalle cosiddette "Officine del Le rôle des plaquettes dans la diffusion des gemmes
mente sdoppiata e attribuita a due diversi medagli Palazzo di San Marco": la custodia della doppia antiques cit., p. 73 nota 26 (p. 87), paiono connette
tibia che pende dall'albero ha perso l'interna suddi re la testimonianza filaretiana alla stessa pietra del
28 [Saggi] visione tra i due elementi; la gamba sinistra di Ghiberti. ma senza dar corso a induzioni di sorta.

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38. Bottega veneta della fine del Quattrocento: quel momento era di circa vent'anni più antico. Campiglia) e p. 131 (con la divertente ma prevedibi
Rinfrescatolo. Firenze. Museo Nazionale del Bargello, le zeppa secondo cui di esso "prò anulo obsignato
57) Cfr. sopra, nota 2.
Collezione Carrand. rio usum ferunt Laurentium Medicem": oggi è a
58) Infra, nota 65.
Pitti e s'identifica con la voce di catalogo in Cristina
53) Κ. Frey, Michelagniolo Buonarroti. Quellen
und Forschungen 59) K. Frey, Michelagniolo Buonarroti. Quellen Piacenti Aschengreen, II Museo degli Argenti, Cassa
cit., pp. 91-95 e note; P.M. de
und Forschungen cit., pp. 94-95 e note (a favore di Risparmio di Firenze-Electa, Firenze-Milano
Winter, Recent Accessions cit., pp. 82-84 e note
della "Ghiberti-Medici"); P.M. de Winter, Recent 185 n. 1092, senza ili.: ma è alle nostre figg.
18-21 (pp. 129-130); P. Cannata, Piccoli bronzi cit., 1967,p.
Accessions cit., p. 83 (a favore della "Trevisan 18 e 58). Era ancora un diaspro visto da
pp. 46-51 e note. quello
Barbo"); P. Cannata, Piccoli bronzi cit., pp. 46-48 e Leonardo
A. Chaste], Arte e umanesimo cit., p. 57 e nota 2; L. Agostini presso il futuro cardinal Camil
note (per la "Ghiberti-Medici"). lo Massimi
Medri, in Lorenzo Ghiberti, 'materia e ragionamen (Le gemme antiche figurate, In Roma,
ti' cit., p. 572 e note 13-14; e P. Cannata, Rilievi e 60) Ragioni di spazio c'impediscono di produrre II, Appresso Michele Hercole, MDCLXIX, tav. 9
adesso quel dettagliato catalogo di tali pietre di cui [Giovambattista Galestruzzi] e pp. 21-22 η. 9; 2a
placchettecìx., p. 41, riferiscono il passo del Filarete
a una seconda gemma altrimenti ignota. pure ci sarebbe bisogno, anche al di fuori dello ed., Appresso Gio. Battista Bussotti, In Roma
stretto specialismo glittico. Ma accenniamo intanto MDCLXXXVI, II, pp. 2-3 η. 3 e tav. 3), transitato
54) P. M. de Winter, Recent Accessions cit., pp.
a due pezzi che per i loro trascorsi bibliografici quindi (dopo un passaggio per le mani di Cristina di
83-84.
rischierebbero di suscitare particolari cure in rap Svezia?) nella raccolta Odescalchi (cfr. ora Massimo
55) A. Averlino detto il Filarete, Trattato ciX.,ì\,pp.
porto al nostro tema. È un diaspro, e di dimensioni Pomponi, La collezione del cardinale Massimo e
679-680. assai ridotte (mm 22 su 18), P'Apollo e Marsia' l'inventario del 1677, in Camillo Massimo collezio
56) Si veda sopra, p. 4 e nota 15. Non è chiaro schedato da Anton Francesco Gori, quand'era fra i nista di antichità. Fonti e materiali, «L'Erma» di
perché, secondo P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. tesori granducali agli Uffizi, nel suo Muséum Flo Bretschneider, Roma 1996, pp. 91-153 [p. 134 η.
49. "la datazione dei testi del Filarete e del Ghiberti rentinum exhibens insigniora vetustatis monumen G76 e nota 331 (p. 150)], per una menzione inven
esclude che i due artisti riferiscano della stessa pie ta qua; Florentin sunt [...J, Fiorenti®, I, Ex Typogra
tra": Lorenzo, scrivendo con congruo anticipo sul phia Michaelis Nestenus et Francisci Moiicke,
fissava per giunta un ricordo che in MDCCXXXI, tav. LXVI/IX Domenico [Saggi] 29
l'Averulino, (Giovan

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39-58. 'Sigillo di Nerone' e sue derivazioni. Rassegna
degli esemplari discussi in queste pagine, ciascuno nelle
sue dimensioni reali:

Dioscurìde (mm 40,2 su 34).


39. Corniola intagliata di Dioscuride
Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Collezione
Farnese.
40. Impronta in gesso della corniola di Dioscurìde.
Dioscuride.
Roma. Deutsches Archaeologisches Institut, Collezione
Cades (voi.
(vol. 4, I.E.64).
Bibliotheque Nationale de
41. Cammeo antico a Parigi. Bibliothèque
Departement des Monnaies, Médailles
France. Département Medailles et
Antiques (mm 45 su 37).
42. Placchetta a Belluno, Museo Civico (mm 44 su 38).
Berlino, Staatliche Museen,
43. Placchetta a Berlino. Museen.
Skulpturensammlung (mm 50 su 44).
44. Placchetta a Firenze, Museo Nazionale del Bargello
(mm 49.25 su 44.3).44,3).
Bibliotheque Nationale de
45. Placchetta a Parigi. Bibliothèque
Departement des Monnaies,
France. Département Medailles et
Monnaies. Médailles
Antiques. Collection Sevmour de Ricci, inv. 442 (mm
48.4 su 42,6).
42.6).
46. Placchetta a Budapest, Szepmiivdszeti Miizeum
Budapest. Szépmiivészeti Muzeum 43
(mm 44 su 42).
47. Placchetta a Napoli, Museo e Gallerie Nazionali
di Capodimonte, inv. 11038 (mm 46 su 40).
Bibliotheque Nationale de
48. Placchetta a Parigi, Bibliothèque
Departement des Monnaies, Médailles
France, Département Medailles et
Antiques. Collection Seymour de Ricci, inv. 212
46,6 su 41.9).
(mm 46.6 41,9).
Bibliothèque Nationale de
49. Placchetta a Parigi. Bibliotheque
Departement des Monnaies, Médailles
France, Département Medailles et
Antiques, Collection Seymour de Ricci, inv. 441
(mm 46.6
46,6 su 41,9).
Poznari, Muzeum Narodowe (mm 47
50. Placchetta a Poznan,
su 42,7).
Ravenna, Museo Nazionale (mm 45
51. Placchetta a Ravenna.
su 42).
52. Placchetta a Weimar, Stiftung Weimarer Klassik, KJassik,
Goethe-Nationalmuseum (mm 46,9 su 42,1).
53. Placchetta a Modena, Galleria Estense (mm 49
su 43.5).
54. Placchetta a Napoli. Museo e Gallerie Nazionali di
Capodimonte, inv. 11108 (mm 54 su 44).
55. Rovescio della medaglia del cardinale Guillaume
d'Estouteville (Andrea Guazzalotti). Esemplare a
Firenze, Museo Nazionale del Bargello (0 mm 37,6).
Firenze.
56. Rovescio della medaglia di papa Paolo II
(Cristoforo di Geremia). Esemplare a Weimar, Stiftung
Weimarer Klassik.
Klassik, Goethe-Nationalmuseum (mm 40
su 34).
57. Corniola intagliata moderna a Parigi, Bibliothèque
Bibliotheque
Nationale de France, Departement des Monnaies,
France. Département
Medailles et Antiques (mm 40 su 30).
Médailles
58. Diaspro intagliato moderno a Firenze,
Firenze. Museo
degli Argenti (mm 22 su 18).

41 45

46

30 [Saggi]

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57

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tariale - come "Sigillo di Nerone [...] legato in un S.P.E.S.. Firenze 1992, p. 39: "Una chorgnuola trouvés dans la succession de Marguerite de Parme,
anello" - e la convalida di questo nesso), e probabil grande con tre fighure intagliate di chavo et più nel 'Compte rendu des séances de la Commission
mente identificabile più tardi con un diaspro di mm che mezzo rilievo, una parte gnuda et ritta, chon Royale d'Histoire [Bruxelles], ou recueil de ses bul
22 su 17 nella raccolta dei Duchi d'Orléans (cfr. M. una lira in mano, con una fighura ginochioni gnuda letins', s. V, V, 1895, pp. 328-356 (p. 331 ); U. Pannu
l'Abbé [Géraud] de La Chau, M. l'Abbé [Gaspard a' piedi, l'altra testa di vechio a sedere cholle mani ti. Formazione, incremento e vicende cit., pp. 7-8 e
Michel, dit] Le Blond, Description des principales dirieto leghato a uno albero, sanza fondo, traspa note 44-48 (p. 15). Per quella in un inventario del
pierres gravées du cabinet de S. A. S. Monseigneur le rente, leghato in oro f. 1000". 1566: G. Pesce, Gemme medicee cit., p. 53 nota 27
Duc d'Orléans, premier prince du sang, Chez Pissot, 66) Cfr. sopra, nota 60. (p. 89). Cfr. anche oltre, nota 182.
Libraire, À Paris, I, MDCCLXXX, pp. 205-208 e 73) L'appartenenza al Re di Napoli è stata risco
67) P.M. de Winter, Recent Accessions cit., p. 82
tav. 48). Non abbiamo ancora potuto sottoporre a perta, grazie a una Facezia del Poliziano, da Cristi
nota 18 (p. 129), P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p.
definitiva verifica la notizia - data tra gl'altri da na Acidini Luchinat, La «santa antichità», la scuo
47, e A. Muzzi, in Eredità del Magnifico cit., pp.
Henry Thode, Michelangelo. Kritische Untersu la, il giardino, in 'Per bellezza, per studio, per piace
158-159, fra tant'altri, mostrano di credere il con
chungen iiber seine Werke, G. Grote'sche Verlags re'. Lorenzo il Magnifico e gli spazi dell'arte, a cura
trario. Poiché secondo il De Winter, come s'è visto
buchhandlung, Berlin, I, 1908, p. 7 - secondo la
è quella ora al
di Franco Borsi, Cassa di Risparmio di Firenze
(nota 61), la gemma ghibertiana al
quale la pietra Orléans sarebbe finita nelle collezio ci si chiede perché mai l'in 1991, pp. 143-160 (p. 146 e nota 21); quella
Cabinet des Médailles,
ni imperiali di San Pietroburgo. Trevisan, grazie a uno dei suoi inventari, da R.
ventario del 1492 non registri quella a Napoli, della
Fra le curiosità d'una possibile lista di tali cimeli ci Bagemihl, The Trevisan collection cit., pp. 560 e
cui spettanza laurenziana neanche egli dubita (pp.
piace infine ricordare, per gli speciali collegamenti 562, il quale non sa del Poliziano, non crede perciò a
83-84). afferma ancora nel 1537, in ac
col mito del "sigillo" neroniano, che nella crestoma quanto utilmente
zia glittica d'Abraham van Goorle (Abrahami Gor 68) D. Lewis, ne Le génie du sculpteur cit., p. 118, cordo coll'umanista, l'elenco di Madama d'Austria
sembra esser stato finora l'unico a intuire la scom η. [1]) da lui stesso segnalato
lai Antverpiani Dactyliotheca, seu annulorum sigil (qui Appendiceli, (p.
parsa precoce della montatura ghibertiana, ed ha 560 nota 4), e assegna al pezzo un'ipotetica
larium quorum apud priscos tam Gracos quam Ro prove
anzi datato l'operazione di già al pontificato di
manes usus e ferro, cere, argento et auro promptua nienza aquileiese (p. 560 e nota 8). Perle circostan
rium [...], [senza indicazione
Paolo II, evidentemente per spiegarsi i rovesci rae ze in cui ebbe luogo il passaggio dell'opera dagli
d'editore, Delphis
Batavorum la tav. 111 esibisce un "annulus daglistici di Cristoforo di Geremia ed alcune plac
Aragonesi al Patriarca rinviamo a F. Caglioti, Paolo
MDCI])
chette - oggi per lo più collocate nei medesimi anni
II, i Pitti di Firenze cit. Un ricordo del pezzo risalen
aureus cum sigillo hinc inde versatili, ab uno latere
- che alla stessa
stregua di quelli son prive d'iscri te al 1495 è infra, Appendice I, n. [108].
gemmam sardonicam incisam, ab adverso vero Ne
zione. Come tuttavia vedremo nel paragrafo 4,
ronis et Agrippina; effigiem auream incisam prae se 74) Cfr. ad es. É. Molinier, Les plaquettes cit., I, p.
l'epigrafe neroniana del Ghiberti avrebbe potuto
ferente" (fig. 19). 5; L. Planiscig, KunsthistorischesMuséum in Wien.
benissimo esser ritagliata da una prima impronta
61 ) Recueil de trois cent têtes et sujets de composi Die Bronzeplastiken. Statuetten, Reliefs, Geràte
plastica dell'originale, passaggio tecnico irrinun
tion gravés par M.r le Comte de Caylus d'après les und Plaketten. Katalog, Kunstverlag Anton Schroll
ciabile per qualunque metodica derivativa. È per
pierres gravées antiques du Cabinet du Roi, Se vend & Co. in Wien 1924, p. 239 n. 387; ο perfino W.
ciò che nel séguito di queste pagine rinunceremo a
à Paris ches Basan, [1770], tav. 149; Anatole Cha Dobrowolski, Encore une imitation de l'Apollon de
discutere tutte le placchette non iscritte, anche le
bouillet. Catalogue général et raisonné des camées la gemme Medici cit., pp. 63 e nota 16, 64, 65, 66; e
più fedeli, tratte dalla corniola con 'Apollo e Mar
et pierres gravées de la Bibliothèque Impériale, suivi F. Rossi, Rassegna della placchetta artistica dal XV
sia', poiché esse nulla dimostrano in tal contesto,
de la description des autres monuments exposés al XVII secolo, in 6" Triennale Italiana della Meda
potendosi perfino supporre che alcune siano ante
dans le Cabinet des Médailles et Antiques [...], Au glia d'Arte, Comune di Milano-Civiche Raccolte
riori alle già precocissime placchette epigrafiche
Cabinet des Médailles, Paris [1858], p. 317 n. 2299 Archeologiche e Numismatiche, 1984, pp. 151-265
(cfr. il paragrafo 5).
(già, in modo convincente, come "bon ouvrage du (p. 157 η. 2). Contro tale abbaglio intervenne di già
69) Un simile atteggiamento si potrebbe in effetti K. Frey, Michelagniolo Buonarroti. und
XVIe siècle"); A. Giuliano, Ancora il Tesoro di Lo Quellen
riconoscere già a Paolo II, collezionista su scala
renzo il Magnifico, in 'Prospettiva', 2, 1975, pp. Forschungen cit., p. 92 e nota 2, p. 94.
39-40 (p. 40 η. 41, fig. 5, ove, nella scia del medesi
notoriamente maggiore e quasi altrettanto dotta del
ma è significativo che nel suo inventario 75) E. Kris, Meister und Meisterwerke cit., I, pp.
mo Chabouillet Magnifico:
[già seguito da E. Miintz, Les pré 24-25 e 152 η. 28.
da cardinale solo i cammei risultano montati a
curseurs de la Renaissance cit., p. 196 nota 3; e da
gruppi, su tavolette d'argento, mentre gl'intagli, 76) Nel 1556, quando il'Sigillo'ghibertianoeragià
Salomon Reinach, Pierres gravées des collections
raccolti come pezzi singoli (per esser evidentemen da tempo disfatto, G. du Choul, Discours de la
Marlborough et d'Orléans, des recueils d'Eckhel,
te ammirati controluce), vengono enumerati ad religion des anciens Romains cit., pp. 195-196,
Gori, Levesque de Grave/le, Mariette, Millin, Stosch,
uno ad uno (cfr. E. Miintz, Les Arts à la cour des sfruttando con tutta verosimiglianza una delle plac
réunies et rééditées avec un texte nouveau, Librairie
chette epigrafiche che illustreremo tra breve, si pro
de Firmin-Didot et Clc, Paris 1895, p. 93], si rinvia papes cit., II cit., rispettivamente pp. 139-140 e
223-236, pp. 140-141 e 236-265). Al gusto di questo vava a congetturare una matrice glittica - ovvia
impropriamente al repertorio settecentesco del Ma
benché ancor prima dell'assunzione al mente antica - comprensiva di figure e lettere, ga
riette, che contempla invece l'esemplare personaggio,
poi Cha bellandola nell'illustrazione di corredo (la nostra
bouillet 2301). È questa, secondo P.M. de Winter, soglio, si deve poi la ben nota montatura epigrafica
d'un'ametista con L'Abbondanza', attestata, come fig. 20), ch'è infatti in controparte, come "cachet de
Recent Accessions cit., p. 82 nota 18 (p. 129), la
nel caso del 'Sigillo' ghibertiano, dalla sopravviven Nero". Su di essa l'erudizione più avvertita s'abatté
pietra montata dal Ghiberti. fin da Leonardo antiche figura
za di placchette bronzee derivàtene (cfr. ad es. P. Agostini (Legemme
62) Cfr. già É. Molinier, Les plaquettes cit., I, p. 5; e Cannata, Rilievi e placchette cit., p. 11 e nota 9 [p. te cit., Il cit., p. 22; 2a ed. cit., II cit., p. 3). L'episodio
da ultimo Catalogo del Museo Civico di Belluno, rimane tuttavia quale raro attestato della fortuna
26], figg. 3a-3b).
Comune di Belluno, III, Bertrand Jestaz, Bronzi e delle placchette prima dell'Ottocento.
bibliografica
placchette, in corso di stampa, n. 81. 70) Un'idea della semplice legatura registrata alla
morte del Magnifico sembra darla il famoso ritratto 77) E. Kris, Meister und Meisterwerke cit., I, in
63) Epoca alla quale è invece di solito riferita: E. femminile 'botticelliano' allo Stàdelsches Kunstin part. pp. 29 e 152 nn. 28-30, senza preoccuparsi di
Miintz, Les précurseurs de la Renaissance cit., p. stitut di Francoforte, costantemente cercar conforto nell'inventario del 1492, credeva
presente nelle
192; É. Molinier, Les plaquettes cit., I, p. 5; E. Kris, che il Magnifico possedesse ben tre pietre analoghe
rassegne della fortuna del 'Sigillo' (fig. 16): qui la
MeisterundMeisterwerkecìX., I, pp. 29 e 152 η. 30, e con 'Apollo e Marsia": quella montata (e in parte
pietra, benché trasformata in un cammeo in contro
II, tav. 12/30; A. Giuliano, Catalogo delle gemme
d'un esemplare tardo intagliata) dal Ghiberti, quella poi Farnese e quella
parte (dunque all'opposto
che recano l'iscrizione: lav. r. med., ne II Tesoro di del Cabinet des Médailles di Parigi. A lui s'attenne
classico del Cabinet des Médailles: Ernest Babelon,
Lorenzo il Magnifico. [I] cit., pp. 37-66 (ρ. 66 η. 41); ad es. John Pope-Hennessy, Renaissance bronzes
Catalogue des camées antiques et modernes de la
P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. 49; A. Giuliano, I
Bibliothèque Nationale, Ernest Leroux, Éditeur, Pa from the Samuel H. Kress Collection: reliefs, pla
cammei della Collezione Medicea nel Museo Ar
ris 1897,1, pp. 27-28 n. 41, tav. VI/41, come antico ο quettes, statuettes, utensils and mortars, The Phai
cheologico di Firenze, De Luca Edizioni d'Arte don Press for the Samuel H. Kress Foundation,
cinquecentesco, mm 57 su 45 con la montatura
Leonardo, Roma-Milano 1989, fig. a p. 51. Ma si London
[Babelon], 45 su 37 senza [secondo la nostra misu 1965, p. 73 n. 246 (frainteso da P. M. de
veda sopra, nota 61, quanto ne scrisse nell'Ottocen
razione]: figg. 15 e 41), mantiene a un dipresso Winter, Recent Accessions cit., p. 82 nota 18 [p.
to lo Chabouillet.
sagoma e grandezza della corniola di Dioscurìde, e 129]). Sulla non identità tra la gemma 'ghibertiana'
64) A rendersi conto della posizione di tale oggetto pende da una catena d'oro al collo dell'effigiata
e quella di Napoli insistono anche studiosi non
nei riguardi della corniola napoletana vi basti osser (buona riproduzione a colori in Stàdelsches Kunst direttamente interessati alla questione dell'epigra
vare la foggia della lira, ο il fraintendimento del ìnstitut und Stàdlische Galerie. Verzeichnis der Ge fe: ad es. S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection
doppio flauto di Marsia, trasformato in sottili bac màlde, Stàdelsches Kunstinstitut und Stàdtische cit., p. 29 (la gemma Farnese sarebbe una copia
chette. Questi stessi dettagli, se presi di mira nel Galerie-Erasmusdruck GmbH, Frankfurt am Main rinascimentale alla stessa stregua di quella parigina
paragone con le placchette derivate dal 'Sigillo di Mainz 1987, fig. 6). [cfr. già É. Molinier, Les plaquettes cit., I, p. 5]);
Nerone' (cfr. il paragrafo 4, ove però non ritornere Charles de Tolnay, The Youth of Michelangelo
71 ) Sopra, testo e nota 1.
mo più sul punto), basterebbero da soli ad escludere (1943), 2a éd., Princeton University Press, Prince
la gemma di Parigi da ogni nesso col tema qui tratta 72) Per la menzione testamentaria (3 gennaio): G. ton MCMXLVII, p. 234 (con le medesime idee); Α.
to. Pesce, Gemme medicee cit., pp. 86-87 η. 4; U. Pen Chastel, Arte e umanesimo cit., in part. pp. 54 nota
nuti, Appendice documentaria cit., p. 129 η. XX; e
65) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo il Magni 1, 57 nota 1 (in base a infondati pretesti dimensio
soprattutto Renato Lefevre, Il testamento di Marga nali); Antonio Morassi, Il tesoro dei Medici. Orefice
fico, a cura di M. Spallanzani e Giovanna Gaeta
rita d'Austria duchessa di Parma e Piacenza, in
Bertelà, Associazione 'Amici del Bargello' - rie, argenterie, pietre dure, Silvana Editoriale d'Ar
'Palatino', XII, 1968, pp. 240-250 (p. 246). Per
te, Milano 1963, p. 9 nota 4. La perdita dell"Apollo
quella inventariale postuma (26 febbraio): Charles e Marsia' del Ghiberti è lamentata inoltre da W.
32 [Saggi] Piot, Inventaire des joyaux, et autres objets de prix
Bode. Eine Marmorkopie nach dem
Michelangelo's

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antiken Carneo mit Apollo und Marsyas, nel 'Jahr sion des gemmes antiques cit., p. 72. di "calco" a proposito della forma cava che si può
buch der kòniglich preussischen Kunstsammlun trarre da un originale in rilievo, ο anche, e soprat
88) Ci riferiamo alla Cassa di San Zanobi (ripro
gen', XII, 1891, pp. 167-170 (p. 168 nota 1), poi dotta ad es. in R. Krautheimer, T. Krautheimer tutto nei casi che qui interessano, da un'impron
confluito in Idem, Florentiner Bildhauer der Re ta" già disponibile.
Hess, Lorenzo Ghiberti cit., tavv. 78a-80b), sulla cui
naissance, Verlag von Bruno Cassirer, Berlin 1902, La pasta fatta di cenere di liscivia e di sale sciolto in
"parte di drieto sono sei agnoletti, tengono una
pp. 318-323 (p. 319 nota 1); C. Frey, ne II codice acqua è particolarmente consigliata da Cennino
grillanda di fogl[i]e d'olmo, èvvi dentro uno epita
magliabechiano cit., p. 276; J. von Schlosser, in di lettere antiche in honore del (cap. CLXXXIX) per le impronte tratte da "suggel
phyo intagliato
Lorenzo Ghibertis Denkwurdigkeiten cit., II, p. 177 Sancto" (Lorenzo Ghibertis Denkwurdigkeiten cit.,
lo ο moneta".
(entrambi con esplicita estromissione della pietra I, p. 48; da leggere insieme a K. Frey, Michelagniolo 96) P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. 48, ha tentato
Farnese); Idem, Leben und Meinungen des florenti Buonarroti. Quellen und Forschungen cit., p. 92 e di spiegare altrimenti le differenze di misura tra le
nischen Bildners Lorenzo Ghiberti cit., p. 163; L. nota 2; e a Millard Meiss, Toward a more compre ritenendo che gli esemplari
placchette epigrafiche,
Goldscheider, Ghiberti cit., p. 20 nota 19; L. Plani hensive Renaissancepalaeography, in 'The Art Bull più piccoli fossero "derivati da calchi successivi", e
scig, Lorenzo Ghiberti cit., ed. 1949 cit., p. 81 (con etin', XLII, 1960, pp. 97-112 [p. 99 e fig. 5], rist. in che il loro minor formato fosse "da imputare alla
la curiosa idea secondo la quale il pezzo ghibertia
Idem, The Painter's Choice. Problems in the Inter diminuzione del volume seguita ai raffreddamenti
no, benché in corniola, sarebbe stato un "intaglio a prétation of Renaissance Art, Icon Editions-Harper del metallo dopo la teoria di successive fusioni".
rilievo, [...] un cammeo [?], non [...] una gemma a & Row, Publishers, New York-Hagerstown-San
97) Releghiamo adesso in nota, a mo' d'excursus,
incavo"); Ulrich Middeldorf, Sculptures from the Francisco-London 1976, pp. 151-175 [p. 154 e fig. alcuni necessari chiarimenti su altre placchette
Samuel H. Kress Collection. European Schools, 118]). La Cassa dei Santi Proto, Giacinto e Neme iscritte che recano la raffigurazione d" Apollo, Mar
XIV-XIX Century, The Phaidon Press for the Sa sio (già in Santa Maria degli Angeli, ora al Bargello: sia e Olimpo'. La sopravvivenza di tali oggetti, pur
muel FI. Kress Foundation, London 1976, p. 68. R. Krautheimer, T. Krautheimer-Hess, Lorenzo avendo costituito fino ad oggi quasi un intralcio
78) L'enumerazione più copiosa sembra esser ora Ghiberti cit., tavv. 76-77b), che per attestazione del nella fortuna degli esemplari risulta
'neroniani',
quella di P. Cannata, Piccoli bronzi cit., pp. 51-52 e medesimo Ghiberti è prossima nei tempi al 'Sigillo' invece d'ulteriore aiuto alla loro comprensione. Per
note 31-70 (pp. 53-54). Perdue nuove occorrenze si neroniano (sopra, testo e nota 5), mostra sulla fron maggior perspicuità diamo anche di esse un catalo
veda sopra, nota 24, ed infra, nota 115. te, più di dieci anni prima di quella di San Zanobi, il
go più avanti (paragrafo 7).
medesimo ductus epigrafico d'entrambe le opere.
79) F. Rossi, Le gemme antiche e le origini della E effettivamente il frutto d'un abile pastiche umani
·
placchetta cit., p. 58; Ν. Dacos, Le rôle des plaquet 89) M. Meiss, Toward a more comprehensive Re stico la placchetta accompagnata dall'iscrizione "f
tes dans la diffusion des gemmes naissance palaeography cit., passim (in part. p. 99 e PROSPICIENS CRVRA · TRINA SIT ISTA
antiques cit., p. QVE
72. note 9-12, figg. 4-5; ed. 1976 cit., p. 154 e note 9-12 figvra" (fra gli otto tipi distinti da S. de Ricci, The
[pp. 170-171], figg. 117-118). Gustave Dreyfus Collection cit., pp. 28-29 η. 24,
80) S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection cit.,
rientra nel settimo), e diffusa almeno in tre esem
p. 29 (al sesto punto della sua tipologia di placchette 90) Ad es. G. Pesce, Gemme medicee cit., p. 70 e
variamente derivate dalla corniola): Berlino, Staat nota 111 (p. 93); U. Pannuti, Formazione, incre plari (a quelli già noti di Capodimonte [cat. A2: figg.
liche Museen (figg. 21, 43); Weimar, Goethe mento e vicende cit., p. 3 nota 4 (p. 13); Ν. Dacos, La 37, 54] e della vecchia raccolta Lanna a Praga [A3]
se ne può aggiungere infatti uno della Galleria
Nationalmuseum (figg. 33, 52); Napoli, Capodi fortuna delle gemme medicee cit., p. 143 (senza
monte (figg. 28, 47); già Braunschweig, ulteriori specificazioni). Estense a Modena [Al: figg. 36, 53]). Il titulus, che
Sammlung
finora solo S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collec
Arthur Lobbecke; già Londra, John Posile Heseltine 91 ) Non è raro l'errore di chi crede che i personaggi
Collection Collezione tion cit., p. 29 (sia pur dubitativamente), e al suo
(figg. 29, 48); già Firenze, imperiali menzionati nella titolatura ghibertiana
Tàmmaro de Marinis. siano più d'uno: William D. Wixom, Renaissance séguito P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. 51, sem
brano aver letto bene, è in un latino un po' scianca
81) Le cautele sul numero preciso dipendono, co Bronzes from Ohio Collections, The Cleveland Mu
to, che cerca di stare come può nell'esametro e nella
me si vedrà oltre, dalla maggiore ο minore possibili séum of Art 1975, nn. 25-26; F. Rossi, Rassegna
rima. Il senso tuttavia è chiaro: nella figurazione
tà d'identificare alcuni degli esemplari pubblicati della placchetta artistica cit., p. 157 η. 2; Idem, Le
l'osservatore è invitato ad appuntar lo sguardo sulle
dai rispettivi musei con altri un tempo segnalati in gemme antiche e le origini della placchetta cit., p.
58. gambe, le quali gli permetteranno di comprendere
collezioni private. che le figure son tre (e non due). Come quelle 'nero
82) Si veda oltre, pp. 12-14 e note. 92) Si potrebbero segnalare non pochi tipi nei quali niane', anche tali placchette debbono la loro esi
la legenda poi ripresa da Ghiberti si dispiega in tratta direttamente dalla gem
83) Cfr. ad es. J. von Schlosser, Leben und Meinun stenza a un'impronta
Bildners Lorenzo Ghiberti parte sul diritto e per il resto sul rovescio, ma al fine ma Trevisan-Barbo-Medici, alle cui misure corri
gen des florentinischen
La fortuna delle gemme di non gravare troppo il discorso preferiamo limita alla perfezione nella parte figurata. Tra
cit., p. 163; Ν. Dacos, spondono
re il riferimento a due sole occorrenze in cui il titolo l'ovato della scena e la fascia epigrafica s'interpone
medicee cit., p. 143 (motivo per cui P. Cannata,
si contiene tutto entro il diritto: Harold Mattingly,
Rilievi e placchette cit., p. 42, s'è sentito obbligato a però una sorta di doppia e sgraziata filettatura che,
Coins of the Roman Empire in the British Muséum, nell'accrescere la circonferenza della legenda, porta
supporre, davanti a una delle placchette epigrafi
che, ch'essa fosse "la riproduzione e non il calco The British Muséum, printed by Order of the le dimensioni dei pezzi fino a un massimo di 54 su
Com'era da aspettarsi, an Trustées, London, I, Augustus lo Vitellius, 1923, p. 44 mm (nell'esemplare di Napoli). È chiaro che, se il
dell'intaglio mediceo").
245 n. 234 ("nero clavd caesar avg ger p m tr ρ filetto dalla parte dell'iscrizione serve come irri
che l'esatto contrario è stato detto: P.M. de Winter,
iMP ρ p"), e ancor meglio p. 246 n. 238, tav. 44/10
Recent Accessions cit., p. 84, ha fondato una parte nunciabile cornice di quest'ultima, quello dalla par
(nostre figg. 24-25: "nero clavd caesar avg te della scena non è altro che il segno lasciato dal
del suo intervento sulla presunzione che nelle plac
germ pm tr ρ iMP ρ ρ"), assi in rame della zecca di bordo della gemma a contatto colla materia molle.
chette iscritte "the figures are somewhat larger" che
Roma. Partendo dall'impronta del solo intaglio, ο anche da
nella corniola napoletana.
93) Cfr. ad es. F. Rossi, Rassegna della placchetta quella dell'intaglio nel suo castone ghibertiano, l'ar
84) Basti qui rinviare per tutti a G.C. Bascapé,
artistica cit., p. 157 η. 2 ("una variante dei Musei di tefice aggiunse ο sostituì (in cera, zolfo, "pasta" ο
Sigillografia cit., I cit., passim (in part. pp. 56 e nota
11 [con biblio Berlino [...] reca appunto la scritta Nero. Claudius gesso) la nuova epigrafe, realizzando, lui sì, quel
13, 128, 143 tav. XV/10, 145enota
e nota [...]: in realtà, l'originale di Napoli [.ve. la gemma] tipo d'intervento che altri hanno invece voluto im
grafia], 176 e note 19-20,282 tav. VIII/7,375
non ha traccia di iscrizioni, e dal testo del Ghiberti propriamente riferire alle placchette 'neroniane'
37, 395 tav. VII/18-23, 407 e note 52-54); e II,
ecclesiastica, MCMLXXVIII, pp.
risulta chiaramente che la scritta era «in lettere (cfr. sopra, testo e note 87 e 93). Va da sé che per il
Sigillografia
139-141 e note, 262, 273 tav. antiche» ma «intagliate di mia mano», e dunque [?] momento non si hanno precisi appigli per una data
126-127 tav. XXIV,
la placchetta berlinese va considerata un pastiche zione di questo lavoro, che nondimeno, stando al
LIII/10. Un sontuoso ed efficace esempio di grandi
dimensioni, raffrontabili a quelle ghibertiane, lo dà ottenuto trasferendo nella figurazione la scritta del l'epigrafia ancora goticheggiante, potrebbe risalire
il sigillo (noto purtroppo attraverso la sola impron
la cornice"); Idem, Le gemme antiche e le origini pur esso alquanto indietro, a ridosso degli esempla
e poi di della placchetta cit., p. 58 (con asseverazione ormai ri ghibertiani (cfr. il prossimo paragrafo 5).
ta) d'Enrico Scarampi, vescovo d'Acqui
apodittica). Si vedano inoltre, nelle note al nostro Esula ancor più dal nostro discorso il terzo ed ulti
Belluno e Feltre (t 1440): un elaborato ripario me
Catalogo (paragrafo 6), le datazioni dei singoli pez mo tipo di placchette epigrafiche connesse col
tallico ogivale racchiudeva al centro una gemma
tonda con un busto d'Ercole
zi offerte dai repertori di più largo uso. 1"Apollo e Marsia' (cfr. S. de Ricci, The Gustave
(I, p. 145; II, pp.
126-127 tav. XXIV/4, 141 e nota 282). 94) R. Krautheimer, T. Krautheimer-FIess, Loren Dreyfus Collection cit., p. 29 η. 24, all'ottavo posto
zo Ghiberti cit. Il tema era invece affrontato, come della casistica), poiché i due esemplari censiti fino
85) Cfr. Marco Collareta, Il sigillo con l'Ercole del
s'è visto, da J. von Schlosser, Leben und Meinungen ra (nn. B1 e B2: fig. 59) sono circolari, e la scena
Museo degli Argenti, nella 'Rivista d'arte', s. IV, II (= inscritta nel giro della legenda risulta significativa
des florentinischen Bildners Lorenzo Ghiberti cit.,
XXXVIII), 1986, pp. 291-293; e A. Muzzi, m Sigilli
mente maggiore di quella sulla corniola antica, dal
nel Museo Nazionale del Bargello, a cura di A. Muz pp. 162-164 e note (con fig. a p. 164).
la quale deriva dunque per imitazione e non per
zi. Bruna Tomasello, Attilio Tori, Associazione 95) Nel seguito di queste pagine adopereremo sem
copia (Jolàn Balogh, Katalog der auslàndischen
'Amici del Bargello' - S.P.E.S., Firenze, III, Sigilli pre il termine "impronta", per chiarezza, in riferi
Bildwerke des Muséums der Bildenden Kiinste in
mento alla forma in rilievo ottenibile per diretto
civili, 1990, pp. 115-116 n. 249 (con la bibliografia Budapest, IV-XVIII. Jahrhundert, Akadémiai
Un opportuno raffronto tra questo pez contatto della gemma intagliata con uno strato di
anteriore). Kiadó, Budapest 1975,1, p. 264, segnala una plac
del Ghiberti fa già A. Muzzi, in materia plastica (un'ampia casistica del termine è
zo e il 'Sigillo' chetta con legenda non neroniana nella raccolta di
Eredità del Magnifico cit., p. 164. già in Cennino Cennini, Il libro dell'arte, ο trattato e già in quella del barone
Rudolf Bedò a Budapest,
della pittura, di nuovo pubblicato, con molte corre
86) Cfr. sopra, testo e nota 10. Per un'ulteriore Adolf Kohner nella stessa città, ma senza precisarne
zioni e coll'aggiunta di più capitoli tratti dai codici
occorrenza ghibertiana del verbo "intagliare" in il testo ο le misure). Il titulus, che non ha mai dato
fiorentini, per cura di Gaetano e Carlo Milanesi,
rapporto al bronzo vedi infra, nota 88. Felice Le Monnier, Firenze 1859, pp. 135-143 capp.
87) N. Dacos, Le rôle des plaquettes dans la diffu Parleremo invece sempre [Saggi] 33
CLXXXI-CLXXXIX).

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problemi di lettura ο interpretazione, consiste in un Eadem, Le rôle des plaquettes dans la diffusion des sarebbe stata la destra anziché la sinistra, mentre il
timido, un po' autironico tentativo di 'moralizza gemmes antiques cit., p. 75 e note 43-44 (p. 88). braccio panneggiato e col Palladio in mano sarebbe
" stato il sinistro piuttosto che il destro.
zione' delle tre figure pagane: prvdentia pvri e l'artista (e tra il
104) Sui rapporti tra l'antiquario
tas tertivm qvod ignoro ·". Alla luce di soltanto della 111) Certo non si può affatto estromettere l'even
primo e Donatello) non si dispone
questo caso, ci si può chiedere se un intento analogo celebre attestazione pressoché contemporanea di tualità che alcune delle placchette epigrafiche gemi
non abbia ispirato le placchette del secondo tipo, et nate discendano dalla comune matrice in cera ο in
Francesco Scalamonti [t 1468], Vita viarissimi
ove l'aggettivo "trinus" sembrerebbe alludere a una viri Kiriaci Anconitani, in Giuseppe gesso non direttamente, ma per il tramite d'altre
famosissimi
bizzarra esegesi trinitaria: che il Marsia legato della Colucci, Delle antichità picene, Dai torchi del placchette della medesima famiglia. Ma è chiaro
corniola potesse facilmente virare in senso religioso l'Autore, Fermo, XIIII1, MDCCXCII, pp. I-CLV (p. che ulteriori precisazioni in tal senso sposterebbero
lo mostra la copia su un foglio di Francesco Ferrucci
XCII), revocata ingiustamente in dubbio da Volker assai poco i termini del problema, tenuto comun
al British Muséum, ove il sileno è divenuto, grazie Flerzner, Regesti donatelliani, nella 'Rivista del que fermo dalle supposte placchette-matrici.
all'aureola, una sorta di San Sebastiano (F. Caglioti, l'Istituto Nazionale e Storia dell'ar
d'Archeologia 112) E. Kris, Meister und Meisterwerke cit., I, pp.
Due 'restauratori'cit., 77cit., p. 84 e nota 48 [p. 95], te', s. Ili, II, 1979, pp. 169-228 (p. 223): un rinvio 31-32, dava per pacifica l'origine della placchetta
p. 90 fig. 41 ). L'interpretazione triadica della scena di Ciriaco stesso alla coppia Donatello
poetico antiquaria dalla glittica nella Firenze quattrocente
mitologica di Dioscurìde rimonta inoltre, come s'è Ghiberti, tratto da un codice trevigiano, è infatti Lorenzo Ghiberti cit., ed. 1949
sca; L. Planiscig,
visto sopra, già alle "tre età dell'uomo" pretese dal ora in Carlo Roberto Chiarlo, «Gli fragmenti dilla a Ghiberti stesso le
cit., pp. 81-82, riconosceva
Ghiberti (testo e nota 8). sancta antiquitate»: studi antiquari e produzione discese dal 'Sigillo'.
prime placchette epigrafiche
98) J. Pope-Hennessy, The Italian Plaquette, nei delle immagini da Ciriaco d'Ancona a Francesco
113) Tale cronologia sarà di nuovo e più ampia
'Proceedings of the British Academy', L, 1964, pp. Colonna, in Memoria dell'antico nell'arte italiana
mente argomentata da F. Caglioti, Donatello, i Me
63-85 (pp. 66 ss. e note), quindi in Idem, TheStudy cit., I, L'uso dei classici, 1984, pp. 269-297 (p. 279 e
dici e Gentile de' Becchi: un po' d'ordine intorno alla
and Criticism of Italian Sculpture, The Metropoli nota 32).
'Giuditta' (e al 'David') di Via Larga. IV, in un
tan Muséum of Art-Princeton University Press, 105) Commentariorum Cyriaci Anconitani nova successivo numero di questa rivista.
New York-Princeton 1980, pp. 192-222 (pp. 193 ss. fragmenta, notis illustrata [ab Hannibale de Abati
e note); N. Dacos, La fortuna delle gemme medicee 114) Intorno all'ascendenza glittica del trionfo sul
bus Oliverio], In zEdibus Gavelliis, Pisauri
l'elmo di Golia esiste ormai una lunga letteratura,
cit., p. 144 e nota 32 (p. 154); P. Cannata, Rilievi e MDCCLXIII, pp. 53-54 e note 302-305 (cfr. anche tutta assorbita nell'alternativa tra la possibilità
placchette cit., in part. pp. 10 ss. e note (nel modo p. 44 e note 245-247). d'un prelievo letterale dall'antico e il suo netto rifiu
più ampio e partecipato); Giuseppe Pucci, Antichi nova
106) Commentariorum Cyriaci Anconitani to, nonché nel valore "iconologico" da assegnare a
tà e manifatture: un itinerario, in Memoria del
fragmenta cit., p. 37 e nota 202. ciascuna delle due soluzioni. Come spesso, la virtù
l'antico nell'arte italiana, a cura di Salvatore Settis,
107) Il collegamento delle tre fonti è già tutto in sembra stare anche in questo caso nel mezzo: non
Giulio Einaudi editore, Torino, III, Dalla tradizio
Ludwig Bertalot, Augusto Campana, Gli scritti di pensiamo di far torto a Donatello se accettiamo il
ne all'archeologia, 1986, pp. 251-292 (pp. 290-292
e note); P. M. de Winter, Recent Accessions cit.. p. 82 Iacopo Zeno e il suo elogio di Ciriaco d'Ancona, ne suggerimento più volte ripetuto di un suo scatto
nota 18 (p. 129); P. Cannata, Piccoli bronzi cit., pas 'La Bibliofilia', XLI, 1939, pp. 356-376 (p. 368 e d'ispirazione davanti a pezzi quale il 'Dioniso sul

sim. note 42-45), ora in L. Bertalot, Studien zum italieni carro' (II Tesoro di Lorenzo il Magnifico, fi] cit., pp.
Nella cronologia in cui la parabola della placchetta schen und deutschen Humanismus, herausgegeben 45-46 η. 8, tav. VI), sfruttati tuttavia con la solita
von Paul Oskar Kristeller, Edizioni di Storia e Lette consapevole sprezzatura. Ci permettiamo di rinvia
è stata riassunta di recente da D. Lewis, The Past
ratura, Roma 1975, II, pp. 311-332 (pp. 321-322 e re anche a F. Caglioti, Donatello, i Medici e Gentile
and Future of Italian Plaquette, in Italian Plaquettes
note), i quali in particolare rendono noto l'inedito de' Becchi cit., IVcit.
cit., pp. 11-16, la fase delflnvention" copre gli
anni 1455-70, "since it is now widely recognized brano dello Zeno (p. 373; ed. 1975, p. 328). 115) Al catalogo delle derivazioni rinascimentali
Sull'impiego d'impronte antiquarie il séguito degli dalla gemma Trevi
that the Italian Renaissance plaquette was pion più fedeli (tramite impronta)
eered around the middle of the fifteenth century in spogli potrebbe dare molti nuovi frutti: qui ci limi san-Barbo-Medici va aggiunto, come abbiamo anti
tiamo a citare il noto calco in piombo che da una
Rome, by Filarete [...], and especially by Cardinal cipato alle note 24 e 78, il gruppo di 'Apollo, Marsia
Pietro Barbo" (p. 12). Del medesimo avviso è, ibi moneta aurea di Berenice conservata a Venezia fece e Olimpo' visibile due volte sul piede d'un rinfre
approntare nell'estate 1433 Ambrogio Traversari scatolo bronzeo della Collezione Carrand al Bargel
dem, P. Cannata, Le placchette del Filarete, pp.
35-53 (pp. 38 ss. e note, p. 49). per farlo avere a Niccolò Niccoli (Ambrosii Traver lo (fig. 38). Il confronto diretto colla placchetta
ora F. Ros
sarti Generalis Camaldulensium [...] Latina epi epigrafica conservata nel medesimo museo (figg.
99) Alla tendenza filoromana s'oppone
stola, a domno Petro Canneto abbate Camaldulensi 22,44) ha permesso infatti d'appurare che il forma
si, Le gemme antiche e le origini della placchetta
in libres XXV tributa, variorum opera distincta et to delle loro figure è il medesimo, che
cit.: ma lo sforzo, volto a ridimensionare il ruolo malgrado
observationibus illustrata [...], Ex Typographio
della corte del Barbo soprattutto in favore della quelle del rinfrescatoio, sacrificandosi al forte an
Caesareo, Fiorenti» MDCCLIX, libro VIII, epp. damento concavo del piede, sembrino più piccole.
Firenze laurenziana, è condotto con tale approssi
XXXXVII e XXXXVIII, coli. 416 e 417; libro XI, L'artista del vaso s'è avvalso di un'impronta
mazione di dati da risultare francamente ineffica diretta,
ep. LXXVI, col. 566). ο comunque in scala 1:1, della gemma, levandone
ce.
Fino all'intervento del Pope-Hennessy era pacifico 108) Cfr. Cecil Grayson, Poesie latine di Gentile alla meno peggio il fondo neutro e adagiandola sul
tra gli studiosi, a far data almeno da É. Molinier, Les Becchi in un codice bodleiano, in Studi offerti a piede già formato in cera. Poiché i rami dell'albero,
cit., I, pp. XIX-XX, che Firenze avesse Roberto Ridolfi direttore de «La Bibliofilia», a cura la doppia tibia e la sua custodia erano nell'originale
plaquettes
avuto un gran posto nella nascita del genere, diretta di Berta Maracchi Biagiarelli e Dennis E. Rhodes, troppo articolati e minuti, non potevano resistere al
mente ο per il tramite del maturo gemellaggio 'do Leo S. Olschki, Firenze MCMLXXIII, pp. 285-303 taglio dell'impronta, e il bronzista ha dovuto rifare i
natelliano' con Padova. (p. 297 η. 40, ove s'interpretano impropriamente i primi a mano libera, tralasciando le altre: sicché
due versi come "testimonianza dell'arte del niel pure questo dettaglio potrebbe sulle prime impedi
100) Di fronte a quel che capita per lo più di leggere
lo"): "Mittens imaginem Cosmianam in sulphure. re di apprezzare l'immediatezza del prestito. Anche
nella letteratura di settore, non paia del tutto super
Excusatio materie: la profilatura ai piedi del sileno è stata condotta in
fluo il rinvio ai due capitoli conclusivi del trattato
Si caput invictum fragili de sulphure, princeps, modo necessariamente sommario. Che il gruppo di
di Cennino Cennini (Il libro dell'arte cit., pp.
Mittitur, admonuit hostia facta deum [ms. e Gray 'Apollo, Marsia e Olimpo' sulla secchia Thiers al
142-143 nn. CLXXXVIII-CLXXXIX).
son: deus]". Louvre (segnalata sempre alle note 24 e 78) sia stato
101) Non lo si ritrova mai in J. Pope-Hennessy, The Sulla raccolta becchiana di Oxford, la sua cronolo realizzato con metodo analogo, è un fatto possibile,
Italian Plaquette cit., ch'è stato il testo normativo che non abbiamo
gia, la sua utilità per la storia artistica: F. Caglioti, però avuto tempo di verificare
per questo filone di studi presso le più recenti gene Donatello, i Medici e Gentile de' Becchi: un po' direttamente sul pezzo: lasciamo dunque volentieri
razioni, né, da ultimo, nell'equanime bilancio dato '
d'ordine intorno alla 'Giuditta (e al 'David') di Via in sospeso il quesito, rimettendolo a chi vorrà alle
da Beatrice Paolozzi Strozzi all'inizio della sua Sto stire un corpus delle desunzioni
Larga. II, in 'Prospettiva', 78, 1995, pp. 22-55. glittiche nelle plac
ria della collezione, in Giuseppe Toderi, Fiorenza chette allargato agli oggetti d'arte.
Vannel Toderi, Placchette, secoli XV-X l'Ili. nel Mu 109) Ν. Dacos, Le rôle des plaquettes dans la diffu

seo Nazionale del Bargello, Associazione 'Amici del


sion des gemmes antiques cit., pp. 72-73. L'uso della 116) Per facilitare il riconoscimento dei singoli
- S.P.E.S., Firenze placchetta piuttosto che d'un'impronta come sup pezzi all'interno del nostro corredo illustrativo e in
Bargello' 1996, pp. VII-LVI.
porto mnemonico sarebbe denunciato dall'erroneo quelli della letteratura anteriore, registriamo anche
102) A. Averlino detto il Filarete, Trattato cit., II, battesimo di Olimpo "infans", laddove la collocazione di eventuali fori. Quando di un
quale
pp. 680-681. diretta, a differenza delle ormai 'sfo esemplare sono date pure le dimensioni del campo
un'impronta
103) Carlo d'Arco, Delle arti e degli artefici di Man cate' placchette, avrebbe mantenuto al personaggio figurato, senza la corona epigrafica, s'intenda che
tova. Notizie raccolte ed illustrate con disegni e con la barba che porterebbe nell'originale: ma purtrop l'oggetto è stato misurato direttamente. Negli altri
documenti, Mantova, II, Tipografia Virg. Frane. po né questo (figg. 1, 39) né la buona impronta in casi, le indicazioni metriche dipendono dalle voci
Benvenuti, 1859, pp. 77-78 η. 99. Sono queste, fin gesso della Collezione Cades al Deutsches Archaeo bibliografiche compendiate subito tra tonde ed
da É. Molinier, Les plaquettes cit., I, p. IX nota 3, e logisches Institut (vol. 4,1.E.64: figg. 2,40) ci hanno estese nelle note.
da E. Kris, Meister und Meisterwerke cit., I, pp. rivelato un simile attributo.
117) Lionello Venturi, I bronzi del Museo Civico di
31 -32 e nota 31, le due voci costantemente invocate Che all'epoca dei Commentarti Lorenzo avesse da nel 'Bollettino
Belluno, d'arte', IV, 1910, pp.
dagli studi: cfr. da ultimo N. Dacos, La fortuna delle vanti agli occhi un'impronta della corniola era di 353-366 (p. 362 e nota 2: breve cenno, senz'altri
gemme medicee cit.,p. 142 e note 29-30 (p. 154); ed già evidente anche a L. Planiscig, Lorenzo Ghiberti particolari); P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. 51 e
cit., ed. 1949 cit., pp. 81-82. nota 31 (p. 53), che la include impropriamente nel
110) Lorenzo GhibertisDenkwiirdigkeiten cit., I, p. gruppo delle placchette senza iscrizione; B. Jestaz,
34 [Saggi] 64, ove la gamba dell'eroe che poggiava in terra Bronzi e placchette cit., η. 81 (Firenze, "fra il 1430 e

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l'intervento del Magnifico [sulla corniola di Napo
li]").
118) W. Bode, H. von Tschudi, Konigliche Museen
zu Berlin. Beschreibung der Bildwerke der christli
chen Epoche cit., p. 165 η. 655, tav. XXXI1/655
(" 15. Jahrhundert"); Konigliche Museen zu Berlin.
Beschreibung der Bildwerke der christlichen Epo
chen. 2a ed., II, W. Bode, Die italienischen Bronzen,
Verlag von Georg Reimer, Berlin 1904, p. 35 n. 490,
tav. XXXIX/490; Staatliche Museen zu Berlin. Be
schreibung der Bildwerke der christlichen Epochen,
3a ed.. II/2, Ernst Friedrich Bange, Die italienischen
Bronzen der Renaissance und des Barocks: Reliefs
und Plaketten, Vereinigung Wissenschaftlicher Ver
leger Walter de Gruyter & Co., Berlin-Leipzig 1922,
p. 11 n. 66, tav. 22/66; N. Dacos, Le rôle des plaquet
tes dans la diffusion des gemmes antiques cit., pp.
72, 74 fig. 3 ("fin du XVe siècle ou début du XVIe
siècle"). Esposta dopo l'ultima Guerra nel comples
so museale di Dahlem, verrà presto trasferita, insie
me a tutte le altre placchette dell'ex Kaiser
Friedrich-Museum. al Bodemuseum.

119) Sammlung Arthur Lobbecke, Braunschweig.


Kunstmedaillen und Plaketten des XV. bis XVII.
Jahrhunderts. Die offentliche Versteigerung findet
stati: Donnerstag, den 26. November 1908 und ff
Tage [...] unter Leitung des Experten Dr. phil. Jacob
Hirsch[...], Dr. Jacob Flirsch, Miinchen 1908, p. 88
n. 754, senza ili. ("15. Jhrdt."); S. de Ricci, The
Gustave Dreyfus Collection cit., p. 29 (senza ili.).
120) J. Balogh, Katalog der auslàndischen Bildwer
ke des Muséums der Bildenden Kiinste in Budapest
cit., I, pp. 264-265 η. 404, e II, fig. 458 ("Florentini
scher Meister, Ende des XV. Jahrhunderts").
121) Segnalata agli Uffizi già da G. Bencivenni
Pelli, Saggio isterico della Real Galleria cit., I, p. 63.
Cfr. poi P. M. de Winter. Recent Accessions cit., p. 84
e fig. 21 ("Florence, late fifteenth century"); G.
Agosti, V. Farinella, Michelangelo e l'arte classica
cit., pp. 40-41 η. 12 (con ili.: "placchetta quattro
centesca, probabilmente di produzione fiorenti
na"); G. Toderi, F. Vannel Toderi, in Eredità del
Magnifico cit., p. 153 η. 129 (con fig.); Idem, Plac
chette, secoli XV-XVIII, nel Museo Nazionale del 59. Bottega italiana del Quattrocento: "Prudentia, 137) La trascrizione epigrafica in esso contenuta è:
puritas. tertium quod ignoro" (ingrandimento). Già "PROSPICIENS ■CI · VRA ■ · ·
Bargello cit., p. 25 η. 17 (come "fine secolo XV", (?) QVE TRINA SIT ISTA
Parigi. Collezioni Louis Courajod e Arthur Sambon. figvra".
"bottega fiorentina"), fig. a p. 24 (stampata al con
trario). 1994, ρ, 21 η. 1, con fig. ("end of the 15th c.") e 138) Sammlung Arthur Lòbbecke, Braunschweig.
122) Catalogue des objets d'art et de haute curiosité bibliografia anteriore. Kunstmedailìen und Plaketten cit., p. 88 η. 753,
principalement du Moyen Age et de la Renaissance senza ili. ("Ende des 15. Jhrdt."); S. de Ricci, The
130) Luciana Martini, in Piccoli bronzi e placchete
[...] composant la collection de M. le Professeur A. Gustave Dreyfus Collection cit., p. 29 (senza ili.).
del Museo Nazionale di Ravenna, [catalogo della
Gilbert [...] et dont la vente [...] aura lieu à Paris [...] 1985 - marzo 1986, Litografica 139) É. Molinier, Les plaquettes cit., I, pp. 3-4 η. 4,
mostra], novembre
les mardi 29, mercredi 30 novembre et jeudi 1er senza ili. ("fin du XVe ou commencement du XVIe
Faenza, Faenza 1985, p. 64 n. 4, con fig. ("Scuola
décembre 1927[...], Imp. Georges Petit, Paris 1927, fiorentina, fine sec. XV"); 2a ed., University Press siècle"); Catalogue des objets d'art et de curiosité,
p. 28 n. 141, senza ili. (mm 50 su 45, "XVe siècle"); Santerno Edizioni S. A. S., Bologna-Imola [1987], plaquettes, statuettes, médailles en bronze, émaux
S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection cit., p. cuivres, ivoires, sculptures en marbre et
pp. 127-128 η. 4 con fig. (eadem). champlevès,
29 (senza ili.). terre cuite, composant la collection de feu Monsieur
131) C. Schuchardt et alii, Goethe's Kunstsamm
123) Antonio Filangieri di Candida, Le placchette Louis Courajod, conservateur au Musée du Louvre,
lungen cit., II cit., ρ. 22 η. 14 (senza ili.); S. de Ricci,
del Museo Nazionale di Napoli, ne 'Le Gallerie Na et dont la vente aura lieu à Paris, HôtelDrouot[...], le
The Gustave Dreyfus Collection cit., p. 29 (senza
zionali italiane. Notizie e documenti', IIII, 1899, mercredi 26 avril 1911 [...], Imp. de l'Art, Paris
ili.).
pp. 210-262 (p. 213 η. 1, senza ili.: "Lavoro italiano. 1911, p. 3 n. 4 (senza ili., né misure: "Italie, fin du
132) Si veda sopra, nota 97.
Circa il 1500"); N. Dacos, La fortuna delle gemme XVe siècle"); Sammlung Dr. Arthur Sambon, Paris.
medicee cit., pp. 143 e 159, fig. 65; Luciana Arbace, 133) Nota già a P. Cannata, Piccoli bronzi cit., p. 48 Medaillen und Plaketten der Renaissance. [...]. Die
Le placchette, in Museo e Gallerie Nazionali di Ca e nota 16 (p. 53, senza ili.), che l'ha tuttavia aggrega offentliche Versteigerung findet stati Samslag, den
La Collezione Farnese, Electa Napoli, ta per sbaglio alle placchette con titolo neroniano. 9. Mai 1914 [...], Dr. Jacob Hirsch, Miinchen-Paris
podimonte.
Napoli, [III], Le arti decorative, 1996, p. 216 n. 7.4, 134) A. Filangieri di Candida, Le placchette del 1914, p. 14 n. 65, tav. 111/65; S. de Ricci, The
fig. a p. 215 ("Bottega italiana, seconda metà secolo Museo Nazionale di Napoli cit., p. 213 η. 1 -A (senza Gustave Dreyfus Collection cit., p. 29 (senza ili); W.
XV"). Pur avendo rivisto il pezzo da vicino, non ci è Dobrowolski, Encore une imitation de l'Apollon de
ili.); S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection cit.,
stato possibile prenderne le misure. p. 29 (senza ili.); L. Arbace, Le placchette cit., p. 216 la gemme Medici cit., p. 64 nota 29 (con inesatta
η. 7.5, fig. a p. 215 ("Bottega italiana, seconda metà collocazione al Louvre); J. Balogh, Katalog der aus
124) B. Jestaz, Bronzi e placchette cit., η. 81, assi
secolo XV"). làndischen Bildwerke des Muséums der Bildenden
mila la placchetta napoletana, con una delle tre
Kiinste in Budapest cit., Ι, Ρ· 264, senza ili. (con le
parigine (n. 9), a quella interamente priva di gemi 135) Precedenti proposte di lettura: "prospiciens
erronee indicazioni: "Paris, Louvre [...], Schwert
nazioni conservata a Belluno (η. 1). CLVRA (?) ' ...V... · TRINA · SIT · ISTA · FIOVRA ·"
"prospiciens ■crvra knauf").
125) Cfr. B. Jestaz, Bronzi e placchette cit., η. (Filangieri di Candida); (?)
81. QVE TRINA SIT ISTA FIGVRA ·" (De RÌCCÌ); 140) ASF, Mediceo avanti il principato, LXXXII,
CLARA (?) ...V... TRINA SIT ISTA 119, cc. 350r-351v, già segnalato e pubblicato -
"PROSPICIENS
126) S. de Ricci, The Gustave Dreyfus Collection ·" limitatamente alla sezione dei vasi - da A. Grote,
figvra (Arbace).
cit., p. 29 (senza ili.). La formazione e le vicende del tesoro mediceo cit., p.
136) SammlungdesFreiherrn Adalbert vonLanna,
127) Cfr. Β. Jestaz, Bronzi e placchette cit., η. 19 e nota 6 (p. 22), e / vasi medicei dal 1456 al 1502
Prag. Zweiter Teil. [...] Versteigerung: Dienstag, den
81. cit., pp. 170-171 η. VII. Sulle circostanze che porta
21. Màrz bis Dienstag, den 28. Mârz 1911 [...].
128) Cfr. Β. Jestaz, Bronzi e placchette cit., η. rono alla redazione di questo documento si veda
Katalog [...], Rudolph Lepke's Kunst-Auctions
81. Haus, Berlin 1911, p. 40 n. 264 (senza ili.), come sempre ibidem, pp. 18-22 e note.
129) Katalog zbiorów Muzeum Narodowego w Po "Italien, 16. Jahrh.";S. de Ricci, The Gustave Drey 141) Per mettere in risalto la consistenza di questa
znaniu / Catalogue of the National Muséum in Po e della successiva lista, e facilitare insieme il reperi
fus Collection cit., p. 29 (senza ili.); J. Balogh, Kata
znan Collection, Muzeum Narodowe w Poznaniu / log der auslàndischen Bildwerke des Muséums der
The National Muséum in Poznah, 1, Maria Stahr, Bildenden Kùnste in Budapest cit., I, p. 264 (senza
Plakiety renesansowe / Renaissance plaquettes, ili.). [Saggi] 35

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mento delle voci, abbiamo numerato tra quadre le di necessità sulle vicende dei soli pezzi oggi super Marco, η. [1],
singole unità patrimoniali. Nelle successive note stiti. Esso permette d'appurare che nel corso del 165) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
forniamo inoltre, quando la sicurezza è possibile, le 1495 i Tornabuoni riscattarono quasi tutti i vasi del 36 η. [3]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
concordanze coi due inventari - 1456-63 e 1465 - Magnifico (ventitré numeri [da 86 a 108] rispetto [17].
di Piero il Gottoso (Inventari medicei. 1417-1465 alla scarsa trentina elencata nel 1492). Pure per tale 1417-1465 cit., p. 145 η.
166) Inventari medicei,
cit.) e con quello in morte del Magnifico, 1492 motivo (oltre che per quelli esposti sopra alla nota
[10] (1465: come "bicchiere"); Libro d'inventario
(Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit.), nonché 1) non può essere dell'inizio del 1496, bensì d'un dei beni di Lorenzo cit., p. 35 η. [4] (come "chop
coi numeri di catalogo ne II Tesoro di Lorenzo il anno prima, la lettera del Caradosso al Moro, nella
pa"); Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. [3]
Magnifico. /7/cit., e [II] cit. Nel rinviare alle recenti quale l'orafo afferma d'aver visto a Firenze "li vaxi, (come "bocchale").
edizioni degli inventari abbiamo dovuto numerare che sono quindece": tra questi, per di più, era "la
167) Inventario de'vasi tracti di San Marco, n. [7];
tra quadre, per comodità del lettore, la posizione scudella", cioè la 'Tazza Farnese', anch'essa presen
cfr. Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. 35
dell'oggetto all'interno della pagina citata. te nella nostra lista (n. [ 108]). Come mostreranno le
i
η. [6],
142) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. seguenti note, le coincidenze tra due elenchi del
42 η. [ 12], Ha tutta l'aria d'essere "el balasso che fu l'autunno 1495 e l'inventario una vol 168) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
laurenziano,
del Marchexe de Mantoa, tavola", di cui nel feb ta sottratte da quest'ultimo le poche lacune, peral 36 η. [6]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
braio 1495 riferiva da Firenze il Caradosso al Duca tro ben connotate (Libro d'inventario dei beni di [19].
di Milano (cfr. anche sopra, nota 1, ed infra, nota Lorenzo cit., pp. 34 η. [14], 35 nn. [12] e [13], 36 η. 169) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
152). [4]), son tali da consentire, a una collazione integra 36 η. [2]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.

143) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. tiva, identificazioni più sicure dei pezzi superstiti: [20],
ma questo è un lavoro che abbiamo tralasciato,
54 η. [2], Questo sontuosissimo oggetto non può 170) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
che esser il medesimo richiesto nel novembre 1496 esulando esso dai limiti del nostro contributo, e 35 η. [9]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
ai Sindaci medicei dal ramo di Lorenzo di Giovanni mancando dal catalogo del 1972 molte indicazioni Il Tesoro di Lorenzo il
[18] (come "bicchiero");
e le di peso, indispensabili ai fini della verifica con
(il doc. è citato in A. Grote, La formazione Magnifico. [II] cit., η. 26.
quelle date dall'inventariatore del Magnifico. In
vicende del tesoro mediceo cit., p. 5 nota 20 [pp. 171) Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
due casi (infra, note 155 e 159), se i pesi forniti dal
7-8]). [22],
catalogo sono giusti, costringono anzi a rimettere in
144) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
discussione le identificazioni del '72. 172) Sulla base dei soli riscontri interni a questa
54 η. [1] (insieme alla nostra voce [40]). nostra lista non sarebbe possibile stabilire se il rife
153) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
145) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. rimento sia qui al n. 88, all'89 ο al 91. Ma fa
34 η. [15] ο [16]; Inventario de' vasi tracti di San
54 η. [ 1 ] (insieme alla nostra voce [39]). propendere in favore dell'88 il fatto che gli altri due
Marco, n. [11] ο [13]: cfr. Inventari medicei,
dei beni di Lorenzo pezzi, al confronto col Libro d'inventario dei beni di
146) Libro d'inventario cit., p. 1417-1465 cit., p. 144 η. [13] (1465).
55 η. [3] (come "pendente"). Lorenzo cit., rivelano d'esser stati privi di coper
154) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. chio: e lo conferma il vedere che ne\\'Inventario de'
147) Ch. Inventari medicei, 1417-1465 cit., p. 139 34 η. [16] ο [15]; Inventario de' vasi tracti di San vasi tracti di San Marco il n. 2, corrispondente a
η. [5] (1465, come "fermaglio"). Marco, n. [13] ο [11]; cfr. Inventari medicei,
questo 88 (cfr. sopra, nota 155), reca appunto un
148) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. 1417-1465 cit., p. 144 η. [13] (1465). fornito d'ariento".
"coperchio
54 η. [3], 155) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
173) Libro d'inventario ' dei beni di Lorenzo cit., p.
149) Benché qui, con nomenclatura ancora com 35 η. [2] (come "choppa"); Inventario de' vasi tracti 34 η. [ 18]; Inventario de vasi tracti di San Marco, n.
prensibilmente ambigua, si parli d'"uno carneo", di San Marco, n. [2]. Secondo D. Heikamp, ne II
[14].
non vi possono esser dubbi sull'identità con la cor Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [II] cit., pp. 104-105
174) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
niola di Napoli, citata qualche tempo prima dall'in e 214-215, il pezzo citato dalle liste di San Marco e
36 η. [ 1 ]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
ventario laurenziano (sopra, nota 65) e dalla missi dei Tornabuoni sarebbe il n. 6 del suo catalogo: ma
che egli offre del peso reale - grammi [16]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [II] cit., η.
va del Caradosso (testo e nota 1). L. Medri, in l'indicazione
61.
Lorenzo Ghiberti. 'materia e ragionamenti'ch., p. 985 - è troppo al di sotto di quella contenuta nell'in
572 e nota 17 (p. 573), sembra conoscere di già ventario laurenziano 5, cioè quasi 1700 175) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
(libbre
questa voce (ma non dà la segnatura) grazie a una 36 η. [5]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n.
grammi).
trascrizione integrale della lista letta in P. Paciscopi, 156) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. [12].
Collezionismo antiquario del '400 a Firenze e negli 34 η. [ 17]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. 176) Figg. 6-7; Libro d'inventario dei beni di Loren
altri centri italiani del Rinascimento, Tesi di laurea, zo cit., p. 36 η. [7]; e qui, testo e nota 73, e Appendice
[ 15]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [II] cit., η.
Università di Firenze, a. a. 1972-73 (che non abbia 11. II, η. [1],
mo consultato), e pensa invece, trascurando il resto
177) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
della definizione, al cammeo mediceo-farnesiano 157) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
35 η. [ 11 ]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. 43 η. [9],
con 'Marsia e Mercurio' (cfr. Il Tesoro di Lorenzo il
[8]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [II] cit., η. 178) Cioè una scritta, un'epigrafe.
Magnifico. [I] cit., η. 42, fig. 38). Sulla difficoltà di
25.
vedere nella gemma tre figure piuttosto che due, 179) ASF, Mediceo del principato, 5, c. 83r (segna
non trascurando il piccolo Olimpo, si veda sopra, 158) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p. lata da R. Bagemihl, The Trevisan collection cit., p.
nota 97. 35 η. [1] (come "schodella"), come "choppa"); In 560 nota 4, che ne riporta la voce relativa alla 'Tazza
ventario de' vasi tracti di San Marco, n. [6], Farnese'). Il documento non reca data, ma è rilegato
150) Inventari medicei, 1417-1465 cit., p. 143 η.
con antica cartulatura tra una lettera del 12 feb
[11] (1465); Libro d'inventario dei beni di Lorenzo 159) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
35 η. [10] (come "schodella"); Inventario de' vasi braio e una del 3 marzo 1542 more Fiorentino ( 1543
cit., p. 37 η. [ 13]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico.
secondo lo stile comune): ciononostante lo si può
[I] cit., η. 6. tracti di San Marco, n. [4], D. Heikamp, ne II Tesoro
collocare con serena approssimazione tra il maggio
di Lorenzo il Magnifico. [II] cit., pp. 153-154 e 217,
151) Cioè "fusellino" (fermaglio femminile da ca e il luglio 1537, quando a Firenze Fer
identifica il pezzo citato dalle liste di San Marco e soggiornò
pelli). Per questo termine dalle ancor rare attesta nando de Silva y Ayala, conte di Cifuentes (Sifonte),
dei Tornabuoni col n. 54 del suo catalogo: ma la
zioni a stampa (così come "fusino" e "fusellina")
relativa indicazione di peso - grammi 320 - è trop ministro di Carlo V, allo scopo di provvedere per
cfr. soprattutto Gabriella Cantini Guidotti, Orafi in
po inferiore a quella fornita dall'inventario lauren conto di lui al problema della successione ducale di
Toscana tra XV e XVIII secolo. Storie di uomini, di
ziano (libbre 2 e 8 once, cioè 905 grammi circa). Cosimo I ad Alessandro de' Medici (la ratifica ebbe
cose e di parole, Presso l'Accademia Nazionale della
Inventari 1417-1465 luogo il 21 giugno). Il "Sifonte" abitò "onoratissi
Crusca, Firenze 1994, I, Glossario, p. 199. 160) medicei, cit., p. 130 η.
mamente nelle stanze di sotto del Palazzo de' Medi
152) La sezione che da qui giunge fino alla fine [7] (1463); ivi, p. 144 η. [15] (1465); Libro d'inven
tario dei beni di Lorenzo cit., ρ. 35 η. [3]; Inventario ci", e curò soprattutto gli interessi della Duchessa
della lista è l'unica pubblicata da A. Grote, I vasi vedova, figlia dell'Imperatore: "Prese Sifonte per
de' vasi tracti di San Marco, n. [9]; Il Tesoro di
medicei dal 1456 al 1502 cit., pp. 170-171 η. VII
ragione dell'antifato (ché così chiamano essi la con
Lorenzo il Magnifico. [II] cit., η. 37.
(con una numerazione progressiva autonoma), di traddote), in nome di madama Margherita, il pos
seguito a un Inventario de' vasi di Piero de' Medici 161) Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. [21 ] sesso di tutti i beni, cosi mobili come immobili, i
tracti di San Marco più dì fa per ordine della Signo (come "bicchieretto piccolo"); cfr. Libro d'inventa
quali erano stati del duca Alessandro. I mobili furo
ria et lasciati nelle mani de'sindaci et officiali de' rio dei beni di Lorenzo cit., p. 35 η. [8] (come "or no molti d'ogni ragione, e tra i più rari e preziosi
Medici (pp. 169-170 η. VI: ASF, Mediceo avanti il ciuolo"). due rarissimi e preziosissimi: la tazza, ovvero vaso,
principato, CIV, 39, c. 39Ir, da noi riscontrato sul 162) Inventari medicei. 1417-1465 cit., p. 144 η. d'agata, e il Sigillo di Nerone; e tutti se ne gli portò
l'originale [d'ora in poi: Inventario de'vasi tracti di [14] (1465, come "bicchiere"); Libro d'inventario seco, benché il signore Alessandro [Vitelli] n'ebbe,
San Marco]) del 31 ottobre 1495 (e non 30 settem dei beni di Lorenzo cit., p. 35 η. [7] (come "coppa"); si disse, la parte sua; in qualunque modo, egli cavò
bre, come scrive Grote). Il confronto sistematico Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. [5] (come di Firenze, tra gioie e danari ed altre robe di valsuta,
con quest'elenco e con l'inventario postumo lauren "coppa"). un tesoro incredibile. Gl'immobili lasciò tutti in
ziano (particolarmente alle cc. 17r-18r: Libro d'in affitto per settemilacinquecento scudi l'anno al si
163) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
ventario dei beni di Lorenzo cit., pp. 34-36), di cui 35 η. [ 14]; Inventario de' vasi tracti di San Marco, n. gnor Cosimo, i quali Sua Eccellenza ha pagati sem
diamo i risultati nelle prossime note, manca dal pre e paga continuamente" Varchi, Sto
[10]. (Benedetto
catalogo della mostra del 1972, che si concentrava ria fiorentina [...], pubblicata per cura di Gaetano
164) Inventari medicei, 1417-1465 cit., p. 144 η.
Milanesi, Felice Le Monnier, Firenze, III, 1858,
[ 17] ( 1465); Libro d'inventario dei beni di Lorenzo
36 [Saggi] cit., p. 35 η. [5]; Inventario de' vasi tracti di San
libro XVI, pp. 253-258 [dapp. 254,257-258, rispet

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60. Donatello: 'David mediceo' (1435-40 circa) sivi alla di lui morte, 1537], 183) Inventari medicei, 1417-1465 cit., p. 143 η.
(particolare dell'elmo di Golia). Firenze, Museo si tratta [ 14] ( 1465); Libro d'inventario dei beni di Lorenzo
Nazionale del Bargello, Salone di Donatello. 180) Come s'è detto alla nota precedente,
di Hernando de Silva y Ayala, conte di Cifuentes, cit., p. 38 η. [ 1]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [I]
inviato di Carlo V. Piero Landi e l'orafo Bernardo cit., η. 37.
tivamente, le nostre citazioni]). Per la complessa
Baldini ricorrono a più riprese nell'autobiografia 184) Il fatto che questa gemma era montata su una
questione della dote 'medicea' di Margherita cfr. tavoletta assieme ad altre otto pietre conferma che
celliniana (cfr. ora Benvenuto Cellini, La vita, a
anche Bernardo Segni, Storie fiorentine [...J dall'an alla data del 1537 il castone ghibertiano era stato
cura di Lorenzo Bellotto, Fondazione Pietro Bem
no MDXXVII al MDLV, ed. cons., Presso Giuseppe ormai rimosso.
bo/Ugo Guanda Editore in Parma 1996, ad indi
Vanni, Firenze 1835, II, libro Vili, pp. 196-197 e
cem). Sul Baldini, in particolare, si veda M. Collare 185) Con ogni verosimiglianza il 'Diomede col
203-204; Giovambatista Adriani, Istoria de' suoi
ta, Una traccia per 'Bernardone orefice ', in 'Prospet Palladio': Libro d'inventario dei beni di Lorenzo
tempi, ed. cons., Per i fratelli Giachetti, Prato, I,
tiva', 6,1976, pp. 57-59 (con varie altre fonti lettera cit.,p. 39n. [1]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [I]
MDCCCXXII, libro I, pp. 33-34, libro II, pp. 154,
rie e d'archivio). cit., η. 26.
177, 191 ss. (i gioielli a p. 193), libro III, pp.
307-308; Scipione Ammirato (il Vecchio e il Giova 181) Figg. 6-7. Cfr. sopra, testo e nota 73; Appendi 186) Libro d'inventario dei beni di Lorenzo cit., p.
ce /, n. [108]. 39 η. [3]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [I] cit., η.
ne), Istorie fiorentine [...], ridotte a miglior lezione
col testamento di Madama 29.
da Ferdinando Rana/li, Per V. Batelli e compagni, 182) La collazione
Firenze, VI, 1849, libro XXXII, pp. 227, 261 (di d'Austria ( 1586) e coi suoi due inventari del 1566 e 187) A. Averlino detto il Filarete, Trattato cit., II, p.
Ammirato il Vecchio); e ancora, sul versante più del 1586 (cfr. sopra, testo e nota 72) permette di 679, apparato al rigo 22.
squisitamente artistico, l'ottimo G. Bencivenni Pel accertare che questa e le successive tre "tavolette"
188) Cfr. A.M. Finoli, Nota al testo, in A. Averlino
li, Saggio isterico della Real Galleria cit., I, pp. su cui erano montati intagli e cammei furono sem detto il Filarete, Trattato cit., I, pp. CV-CXXIX (pp.
56-68 e note. Vari atti relativi alle liti che ne scaturi pre gelosamente custodite intatte dalla proprieta CXVI ss.). Benché quello di Peter Tigler, DieArchi
rono tra Cosimo I de' Medici, Margherita d'Austria ria, senza alcuna modifica. Fra gli otto pezzi com tekturtheorie des Filarete, Walter de Gruyter & Co.,
e Caterina di Francia sono conservati, in originale ο presi nella prima tavoletta era il cammeo col 'Cen Berlin 1963, pp. 7 ss. e note, sembri a tutt'oggi il
in copia, in ASF, Mediceo avanti il principato, tauro' (cfr. Libro d'inventario dei beni di Lorenzo bilancio più lucido e attendibile sulla complessa
CLIX, passim: cfr. in part, l'ins. 36 (cc. 242r-246v cit., p. 37 η. [7]; Il Tesoro di Lorenzo il Magnifico. [I] faccenda della cronologia del trattato e delle sue
dell'antica numerazione), Scritture per l'eredità del cit., η. 35). Citiamo dal testamento: "Una cassetta deficienze di finitura, c'è forse spazio per un lieve
duca Alessandro appartenenti alle dote [sic] della di ferro lavorata alla damaschina, dentro alla quale delle questioni relative al libro XXV
ripensamento
Regina [di Francia] con li conti de'tesorieri (la data, sonno quattro tavolette, et quella che sta in fondo ed ultimo. Nulla dimostra infatti ch'esso, quasi
1546, si ricava dall'ins. 50 [c. 308r-v] ad esso in tiene quattordici medaglie di carnei di varie forme; certamente avviato fra il 31 gennaio 1464 e la morte
origine allegato; a c. 243r, tra i debiti di Margherita l'altra tavoletta tiene nove carnei di varie forme, tra' di Cosimo il Vecchio nell'agosto venisse
successivo,
verso i creditori del defunto cardinale Ippolito de' quali è uno che ha la similitudine del'Arca di Noè; subito do
completato (o comunque abbandonato)
Medici, si ha la seguente registrazione: "Item la l'altra tavoletta tiene otto cammei di varie forme,
po tale evento (così Tigler, p. 8). Se fino all'estate del
tazza d'agata, li cammei, diamanti, tutta la guarda tra' quai è un Centauro grande et un altro carneo 1465 l'architetto attese intensamente alla fabbrica
robba et masseritie del duca Alessandro, di valuta della grandezza del Centauro; l'altra tavoletta tiene
dell'Ospedale Maggiore (Tigler, p. 4), prevalse in lui
di scudi 80 mila ο più"); cfr. anche l'ins. 37, cc. nove carnei, tra' quali è uno che se dice essere il edilizio
quell'impegno che, per sua esplicita affer
247r-261v, [Promemoria di Pietro Monferrati da Sigillo di Nerone" (G. Pesce, Gemme medicee cit., mazione (A. Averlino detto il Filarete, Trattato cit.,
Lucca, ministro del defunto duca Alessandro, sulle p. 87; R. Lefevre, Il testamento di Margarita cit., p.
vicende della guardaroba medicea nei mesi succès 246). [Saggi] 37

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I, p. 7), procrastinò in qualche modo la composizio ticolare come Vincipit del frammento da noi ripor covery ojclassica!antiquity, Basii Blackwell, Oxford
ne letteraria. A un certo punto del libro XXV ci pare tato, se cucito all'edizione Finoli-Grassi in un pun MCMLXIX, p. 183 e nota 2; ed. it., La scoperta
di cogliere un'allusione neanche troppo velata alla to che non dà molto senso (gli antichi nelle pietre dell'antichità classica nel Rinascimento, Editrice
congiura antimedicea dell'estate 1466: "non credo, dure "c'intagliavano dentro teste d'imperadori e di Antenore, Padova MCMLXXXIX, p. 214 e nota
anzi sono certo che, considerato le invidie e anche le teste di donne, quella di Faustina diva, ch'era una 18).
'nsidie che contro gli sono state fatte [.ve. a Piero il degna cosa, e altre figure dignissime, come la cor
199) Cfr. ora per tutto F. Caglioti, Paolo II, i Pitti di
Gottoso operoso senza più l'aiuto del padre "per il niuola" etc.), permette di restituire un convincente Firenze cit.
bene della repubblica"], sia stato un altro che con andamento originario: "Ho veduto io più teste Benché sia lapalissiano che giammai i Signori fio
tanta prudenza si sia governato, quanto lui ha fatto d'imperadori, e di teste di donne quella di Faustina rentini adoperassero il 'Sigillo' del Ghiberti, merita
e fa; si che altra penna che la mia vuole essere a diva, ch'era una degna cosa, e altre figure dignissi forse annotare qui che tra i sigilli governativi di cui è
scrivere le sue laude" (Trattato cit., II, p. 689). Con me, come la corniuola" etc. memoria di Palaz
negli inventari quattrocenteschi
tale data si va oltre la morte di Francesco Sforza
196) Come qui il fraintendimento del passaggio zo compare a un certo punto, accanto al celebre e
(avvenuta Γ8 marzo precedente), e dunque oltre "che era re, senza che" in "che era dasenza che", e in argento e ai due con
"grande" 'Sigillo d'Ercole'
qualunque possibilità di dedicare l'opera a que l'omissione d'un intero rigo subito dopo, indotta trosigilli col giglio cittadino, ancora in argento (cfr.
st'ultimo, se ancora ve ne fosse stata l'intenzione. dalla ripetizione "degnissime ... degne" nell'anti ad es. ASF, Repubblica. Carte di corredo, 65 [ottobre
Che il Filarete si trovasse di nuovo nella sua città c. 57v [marzo
grafo. 1429-gennaio 1457/58], 1448/49]:
natale il 10 febbraio 1466 si ha dal fatto che France "Uno suggello grande d'ariento con l'Erchole
197) La verifica sul Palatino mostra come, all'al per
sco Filelfo, scrivendo quel giorno da Milano a Nico
tezza della versione 'sforzesca', il Trattato presen suggellare lettere, con due suggelli picholi d'ariento
demo Tranchedini in Firenze, gli allegava una lette col giglio"), un sigillo "grande"
tasse il raddoppiamento della "m" nella base del sempre con Ercole,
ra per il comune amico "Antonio architecte" (il ma di corniola incastonata in argento (ibidem, c.
l'aggettivo "comune" e dei suoi derivati, spesso
testo per il Tranchedini è riportato in Rudolph
coll'abbreviazione della seconda "m": ad es. nel 86v [febbraio 1455/56]; Carte di corredo, 66 [marzo
Georg Adam, Francesco Filelfo at the Court of Mi libro II (cfr. BNCF, Pal. E.B.15.7, striscia 1411, c. 1457/58-marzo 1479/80], cc. 3r [marzo 1457/58] e
lan (1439-1481). A Contribution to the Study of
14v, con II.1.140 cit., c. lOv). 48r [settembre 1469]; ASF, Camera del Comune.
Humanism in Northern Italy, [Ph. D. Thesis], Brase Inventario delle
Scritture diverse, 5, MCCCCLXXI:
nose College, Oxford 1974', II, p. 439 n. LXXXIII: 198) Verso il secondo nome inclinavano J. von
masserizie del Palagio [con estensione al Palazzo
cfr. anche I, p. 107 nota 218 [in II, p. 266]; e sarà Schlosser, Leben und Meinungen des florentini
del Podestà e al Palazzo del Capitano, e aggiorna
schen BildnersLorenzo Ghiberti cit., pp. 162-163; e
presto più accessibile grazie a Maria Beltramini, menti fino al 1482], c. 11 v: "f MCCCCLXXI. [...].
Francesco L. Planiscig, Lorenzo Ghiberti cit., ed. 1949 cit., p.
Filelfo e il Filarete: nuovi contributi alla Uno suggello d'ariento grande chon una chornuola,
81.
storia dell'amicizia fra il letterato e l'architetto nella drento uno Erchole; Uno suggello d'ariento grande
Milano Sui rapporti Bruni-Ghiberti e Niccoli-Ghiberti è
sforzesca, negli 'Annali della Scuola Nor chon uno Erchole inprontato; II suggegli picholi
male Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia. superfluo distendersi qui, potendosi tranquilla
d'ariento chol giglio inprontato"). Sul 'Sigillo d'Er
s. IV, I, 1996 [in corso di stampa]): è mente rinviare in particolare a R. Krautheimer, T.
Quaderni', cole', dopo l'invecchiata ma ancor utile apertura
Krautheimer-Hess, Lorenzo Ghiberti cit., passim.
questo, in pratica, l'estremo appiglio cronologico di Luigi Passerini, Il sigillo fiorentino
del Bruni e del Niccoli monografica
per la biografia dell'Averulino. Sulla base delle L'interesse per la glittica
con l'Ercole. Lettera al Direttore del Periodico, nel
odierne conoscenze, sembra di doversi concludere inaugura quasi il secolo XV, dal momento che ri
'Periodico di numismatica e sfragistica per la storia
che dopo il congedo dal servizio sforzesco nell'esta montano all'agosto 1406, al marzo 1407 e a un
d'Italia', I, 1868, pp. 276-285, e dopo le sparse
te del 1465 Filarete rientrasse a Firenze, e qui, entro imprecisato momento intermedio tre lettere roma
precisazioni novecentesche (cfr. sopra la nota 85), si
il 1466, portasse la sua opera letteraria grosso modo ne inviate dal primo al secondo in Firenze per infor
potrebbe utilmente tornare proprio partendo da
allo stadio in cui ce la consegna il codice già maglia marlo su un "lapillum cum Narcisso in aqua sese
queste testimonianze.
bechiano (sul quale cfr. oltre). vidente, quem aiebant Ostia:, dum foderetur, inven
tum", pietra che il Bruni sperò invano d'ottenere 200) E in tal caso si noti come il pensiero dello
189) Si veda per tutto A.M. Finoli, Nota al testo
scrittore avrebbe preso una piega analoga a quella
per l'amico. Il primo testo è, senza data, in Leonardi
cit., passim. delle parole dedicate subito più avanti al 'Diome
Bruni Arretini epistolarum libri Vili, adfidemcodd.
190) Cfr. in part. Eugenio Quigini Puliga, Sforzin mss. suppleti et castigati [...], recensente Lamentio de': "uno calcedonio il quale fu de Nicolaio Niccoli,
da, città del Filarete, ne 'La Martinella di Milano. Mehus [...], Ex typographia Bernardi Paperini, Flo venduto al Patriarca...".
Rassegna di vita lombarda', VII, 1953, pp. 460-466 rentiae MDCCXXXXI, II, pp. 188-190 (libro X, n. 201) Certo non oltre l'agosto, allorché la citazione
(p. 461). XIX: p. 189), da cui dipende E. Muntz, Les collec del "Cardinale di San Marco", ormai divenuto pa
191) Cfr. A.M. Finoli, Nota al testo cit., in part. pp. tions des Médicis au XVe siècle cit., p. 6 e nota 3: per pa Paolo II, non avrebbe potuto rimanere immuta
CXIII-CXIV, CXXV. Quella di Finoli e Grassi non l'epoca si veda Francesco Paolo Luiso, Studi su ta.
è un'edizione critica in senso pieno, poiché si con l'epistolario di Leonardo Bruni ( 1903-04 ss.), a cura
202) Mentre questo contributo era in stampa sia
tenta di assumere il "Magliabechiano" come unica di Lucia Gualdo Rosa, Istituto Storico Italiano per mo riusciti a procurarci (e ringraziamo della pronta
base del testo a stampa, relegando sempre in appa il Medio Evo, Roma 1980, pp. 23-24 e note 78-89,
segnalazione Katrin Achilles-Syndram) Edith
rato le differenti lezioni del Palatino e del Trivulzia 190 e nota 7 (con l'assegnazione al libro 1, n. 20 del
Wyss, The Myth of Apollo and Marsyas in the Art of
no, anche quando esse mancano dal "Magliabe riordinamento delle lettere bruniane). Il secondo the Italian Renaissance. An Inquiry into the Mean
chiano" per palese errore del copista e non per testo è in L. Bertalot, Forschungen iiber Leonardo
ing of Images, Delaware University Press
correzione del trattatista. Al troncone 'sforzesco' Bruni Aretino, nell"Archivum Romanicum', XV, Associated University Presses, Newark-London
della tradizione manoscritta si sono già favorevol 1931, pp. 284-323 (pp. 319-320 e note 2-3), ora in 1996. L'autrice, interessata alle vicende collezioni
mente riferiti, fondandosi sul Palatino, P. Tigler, Idem, Studien zum italienischen unddeutschen Hu stiche e alla ricezione semantica della corniola na
ree. di J.R. Spencer, Filarete's Treatise on Architec manismus cit., II, pp. 375-420 (p. 415 e note 2-3, cui
poletana, ricostruisce le prime (pp. 43 ss. e note [pp.
ture cit., II. The Text andIts Translation, in 'The Art aggiungere L. Gualdo Rosa, in F.P. Luiso, Studi su
158-159]) grazie alle conversazioni con Douglas
Bulletin', XLIX, 1967, pp. 352-360(pp. 353-354);e l'epistolario di Leonardo Bruni cit., p. 191). Il terzo Lewis (cfr. pp. 9 e 44 nota 6 [p. 158]), del quale
Juergen Schulz, ree. della medesima opera, in 'The testo, segnalato e parzialmente citato proprio per il annuncia la prossima uscita d'un contributo nel
Journal of Aesthetics and Art Criticism', XXV, tema che c'interessa da L. Mehus, Prœfatio ad Idem,
l'ambito del corpus sistematico delle placchette da
1966-67, pp. 472-473 (p. 473). Vita Ambrosii Traversarli Generalis Camaldulen lui curato. La ricostruzione coincide nelle grandi
192) A.M. Finoli, Nota al testo cit., in part. pp. sium, in Ambrosii Traversarti Generalis Camaldu linee con quella offerta nei nostri paragrafi 1 e 3,
CXI-CXII, CXIII-CXIV. Che il giudizio della Fino lensiumf...] Latina epistola dA., II, pp. I-CXLIV (p. mentre dà esiti differenti sul versante delle plac
li vada mitigato, lo si veda tuttavia più avanti. LUI), è noto alla bibliografia artistica grazie a E.
chette, sposando la studiosa, sempre in accordo col
Cfr. avanti, nota 196. Miintz, Les Arts à la cour des papes cit., II cit., p. 168 Lewis (cfr. supra, nota 98), l'idea che i getti epigrafi
193)
e nota 1. Ma la data, che non è nel Mehus e nel
è presa dal "Magliabechiano" ci sollecitati dal 'Sigillo di Nerone' siano romani e
194) L'integrazione Miintz, e che gli storici del collezionismo forse non
(BNCF, ILI. 140 cit., c. 185r, facsimile in J. R. Spen posteriori al Ghiberti (a pp. 44 fig. 15 e 146 n. 6
s'aspetterebbero così precoce, si ricava dalle varie
l'esemplare di Berlino è dato come "Roman, Palaz
cer, Filarete's Treatise on Architecture cit.).
nel frattempo intercorse
pubblicazioni integrali zo Venezia Foundry [...], c. 1460"). A pp. 49 e note
195) Milano, Ospedale Maggiore, Archivio stori presso i filologi (cfr. in part. Remigio Sabbadini, 24-26 (p. 159), 50 fig. 22, 147 n. 22, la Wyss, che
co, ms. senza segnatura, Estratti del codice di Anto Briciole umanistiche. II. Leonardo Bruni, nel 'Gior mostra peraltro uno scarso aggiornamento sulla bi
nio Averulino architetto fiorentino esistente in origi nale storico della letteratura italiana', XVII, 1891, bliografia relativa ai 'Marsia'
nale presso la nobile casa Trivulzio di Milano, por quattrocenteschi,
pp. 218-228 [pp.
220-223 η. 2 e note]; e F.P. Luiso,
contribuisce alla fortuna fiorentina della gemma
tante fra molte altre notizie la relazione della fabbri Studi su l'epistolario di Leonardo Bruni cit., pp.
augustea con una delle tre miniature contempora
ca del venerando Ospedale Maggiori della detta 28-30 e note 15-22 [lettera II, 6 del riordinamento],
neamente segnalate anche da Annarosa Garzelli (a
città, eretta nell'anno 1456 giusta il progetto e sotto 191 e nota 8; attraverso le pagine di Hans Baron
riprova del decollo ritardato del fenomeno, in età
la direzione del suddetto architetto per disposizione l'ebbero R. Krautheimer, T. Krautheimer-Hess, Lo ormai laurenziana: cfr. il nostro paragrafo 2 e la
ed a spese del Duca di Milano Francesco Maria renzo Ghiberti cit., p. 302 nota 42). Da questo filone
nota 27).
Sforza ( 1825), c. 33r-v (le differenze rispetto all'ap di studi si guadagna, nel segmento da noi citato
parato critico dell'edizione Finoli-Grassi, II, pp. (dalla terza lettera), la più corretta lezione "lapil
679-680, dipendono dal nostro controllo diretto). lum", di contro al "jaspidum" dell'edizione Mehus,
Abbiamo messo in corsivo quei passaggi che recano nonché la certezza, grazie al recupero di quanto fu
delle migliorie al "Magliabechiano". Si noti in par tagliato dall'erudito settecentesco, che la pietra il
Bruni non potè averla, e dunque non passò a Firenze
38 [Saggi] (cfr. invece ad es. R. Weiss, The Renaissance dis

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