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Rolando, 2014 1
• Essendo ei = cos i sin , le funzioni cos e sin possono essere espresse in termini di ei ed ei
risolvendo il seguente sistema rispetto a cos e sin :
ei = cos + i sin ei + ei ei ei ei ei
=, cos = , sin = = i ,
ei = cos i sin 2 2i 2
1
dove si è tenuto conto del fatto che i = i.
an ibn an + ibn
c0 := a0 , cn := e cn := per ogni n 1 (1.4)
2 2
N
[ N
[ N
[
in$x
SN = c0 + cn e + cn ein$x = c0 + cn ein$x + cn ein$x =
%
n=1 n=1 n=1 k=n
N
[ 1
[ N
[ 1
[
in$x ik$x in$x
= c0 + cn e + ck e = c0 + cn e + cn ein$x
n=1 k=N n=1 n=N
N
[
= cn ein$x
n=N
M.Guida, S.Rolando, 2014 2
4
[ N
[
e quindi, denotando con cn ein$x la serie le cui ridotte sono cn ein$x (si noti bene la simmetria
n=4 n=N
con cui sono sommati gli addendi), si ha
4
[ 4
[
in$x in$x
f c0 + cn e + cn e = cn ein$x
n=1 n=4
(dove l’uguaglianza tra serie significa che le due serie hanno le stesse ridotte).
Dunque risulta
4
[ 4
[
f a0 + (an cos + bn sin ) = cn ein$x ,
n=1 n=4
dove la prima serie è detta serie di Fourier di f in forma reale e la seconda serie è detta serie di
Fourier di f in forma complessa. Il legame tra i coe!cienti a0 , an , bn e ck è dato dalle relazioni (1.4),
che consentono direttamente il passaggio dalla forma reale alla forma complessa, ma che possono essere
esplicitate rispetto ad a0 , an , bn e quindi consentono anche il passaggio inverso, dalla forma complessa
alla forma reale.
Come si è detto, la comodità della forma complessa sta nella sua maneggevolezza, ossia nella semplic-
ità con cui si possono esprimere diverse relazioni che sono importanti nello studio delle serie di Fourier.
Ad esempio, si verifica molto facilmente che:
dove, essendo l’integrando complesso, l’integrale va inteso secondo la seguente definizione: una funzione
di variabile reale x a valori complessi * (x) = *1 (x) + i*2 (x) (*1 , *2 reali) è detta integrabile su [a, b]
Ub Ub Ub
se *1 , *2 sono integrabili su [a, b]; in tal caso, si pone a * (x) dx := a *1 (x) dx + i a *2 (x) dx;
] T 4
[
1 2
[f (x)] dx = c2n ,
T 0 n=4
dove la serie con indice n 5 Z va intesa nuovamente nel senso già introdotto: è la serie le cui ridotte sono
SN S4 S
N
c2n e quindi la sua somma è c2n = lim c2n .
n=N n=4 N $4 n=N
M.Guida, S.Rolando, 2014 3
1 Relazioni di ortogonalità
Per ogni n, m 1, si ha
] T
un (x) vm (x) dx = 0 (1.10)
0
e
;
] T ] T ? 0 se n 9= m
un (x) um (x) dx = vn (x) vm (x) dx = T (1.11)
0 0 = se n = m.
2
1
Il caso n = m della (1.11) è di facile verifica; ad esempio, ricordando l’identità cos2 = 2 (1 + cos 2)
per ogni 5 R, risulta
] T ] T ] T ] T ] T
2 2 1 + cos (2n$x) 1 1
[un (x)] dx = cos (n$x) dx = dx = dx + cos (2n$x) dx
0 0 0 2 2 0 2 0
T
T 1 sin (2n$x) T 1 sin (4n) sin 0 T
= + = + = .
2 2 2n$ 0 2 2 2n$ 2
Le altre formule seguono dalle cosiddette formule di Werner della trigonometria, ossia:
sin ( ) + sin ( + )
sin cos = per ogni , 5 R,
2
cos ( ) + cos ( + )
cos cos = per ogni , 5 R,
2
cos ( ) cos ( + )
sin sin = per ogni , 5 R.
2
Ad esempio, se n 9= m risulta
] T ] T
un (x) vm (x) dx = cos (n$x) sin (m$x) dx
0 0
] T ] T
1 1
= sin ((m n) $x) dx + sin ((n + m) $x) dx
2 0 2 0
T T
1 cos ((m n) $x) 1 cos ((n + m) $x)
= = 0,
2 (m n) $ 0 2 (n + m) $ 0
M.Guida, S.Rolando, 2014 4
mentre se n = m si ha
] T ] T ] T T
1 1 cos (2n$x)
un (x) vn (x) dx = cos (n$x) sin (n$x) dx = sin (2n$x) dx = = 0.
0 0 2 0 2 2n$ 0
UT UT k lT
sin(n$x)
come si verifica immediatamente (ad esempio 0
un (x) dx = 0
cos (n$x) dx = n$ = 0).
0
Fissiamo ora un qualsiasi intero m 1 e moltiplichiamo ambo i membri della (1.13) per um (x). Otte-
niamo
N
[
f (x) um (x) = a0 um (x) + (an un (x) um (x) + bn vn (x) um (x))
n=1
e quindi
] ] N
# ] ] $
T T [ T T
f (x) um (x) dx = a0 um (x) dx + an un (x) um (x) dx + bn vn (x) um (x) dx .
0 0 n=1 0 0
UT
Per le (1.12), (1.11) e (1.10), tutti gli addendi dell’ultima somma sono nulli tranne an 0
un (x) um (x) dx
con n = m, per cui si conclude
] T ] T
T
f (x) um (x) dx = am um (x) um (x) dx = am
0 0 2
ossia
] T
2
am = f (x) um (x) dx . (1.15)
T 0
M.Guida, S.Rolando, 2014 5
In maniera del tutto analoga, moltiplicando ambo i membri della (1.13) per vm (x) ed integrando su
[0, T ], si ottiene che per ogni m 1 deve essere
] T
2
bm = f (x) vm (x) dx . (1.16)
T 0
Abbiamo quindi provato che i coe!cienti di un qualsiasi polinomio trigonometrico f (x) si esprimono in
termini di f (x) tramite le formule (1.14), (1.15), (1.16).
Quando si vuole arontare il problema di sviluppare in serie trigonometrica una generica f 5 RT ,
cioè trovare una serie trigonometrica
4
[
a0 + (an un (x) + bn vn (x))
n=1
è dunque naturale prendere la serie i cui coe!cienti sono definiti in termini di f (x) dalle stesse formule
(1.14), (1.15), (1.16).