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GEOMETRIA EUCLIDEA

La geometria euclidea deve il suo nome ad Euclide, matematico dell’antichità


nel III secolo a.C. Nasce e si sviluppa da esperienze sensoriali: ci basta toccare il
piano di un tavolo o il suo bordo per elaborare sensazioni che ci riconducono
all’idea di piano e di retta. In questo senso, la geometria euclidea è una
geometria tattile: pur non fornendo una definizione formale di punto, retta e
spazio, essa assume alcune proprietà dette assiomi, o postulati. Tali proprietà
mettono in relazione oggetti chiamati punti, rette, piani.
Una figura geometrica è un insieme di punti della retta, del piano o dello
spazio.
 Per le figure geometriche continuano a valere operazioni definite tra gli
insiemi;
 Punti verranno indicati con le lettere A,B,..
 Rette verranno indicati con le lettere a,b,..
 Piani verranno indicati con le lettere α , β ..

ALCUNI ASSIOMI
1. Dati due punti distinti A e B esiste une e una sola retta passante per A e
B che si chiama retta AB.
2. Dati tre punti distinti A,B e C non appartenenti ad una stessa retta, esiste
uno e un solo piano che li contiene, che si chiama piano ABC.
3. La retta passante per due punti distinti di un piano è tutta contenuta nel
piano;
4. Una retta è dotata di due ordini totali, uno opposto all’altro.

DAGLI ASSIOMI DEDUCIAMO CHE:


1. Se il punto A non appartiene alla retta “a”, esiste uno ed un solo
piano che contiene sia la retta che il punto, detto come piano Aa;
2. Se due rette distinte “a” e “b” hanno un punto in comune, allora
esiste uno e un solo piano che le contiene entrambe, detto come
piano ab.
Due rette “r” e “s” distinte dello spazio sono dette complanari se esiste
un piano che lo contiene; in tal caso si verifica una delle seguenti
circostanze:
1. Le rette incidenti: le rette hanno un solo punto in comune;
2. Rette coincidenti;
3. Rette propriamente parallele: le rette non hanno alcun punto in
comune.

Si consideri una retta “r” ed un suo punto P. Asportando il punto P della retta
otteniamo due insiemi disgiunti di punti, che uniti a P danno la retta “r”. Tali
insiemi disgiunti si chiamano semirette aperte e il punto P è detto origine di
ciascuna semiretta.
La semiretta di origine P è la figura geometrica che si ottiene dall’unione di una
semiretta aperta di origine P e l’origine della semiretta stessa. Ciascuna delle
due semirette di origine P, giacenti sulla stessa retta “r”, si dice semiretta
opposta all’altra.

Dato un piano α e una retta “a” del piano, se si asporta la retta dal piano
risultano individuate due parti disgiunte del piano che unite alla retta danno
“a” danno il piano α . Ciascuna delle due parti del piano, unite alla retta “a”, si
chiamano semipiano di origine la retta “a”.

ASSIOMI RELATIVI AI SEMIPIANI DEL PIANO α DI ORIGINE LA RETTA “a”


1. Un punto non appartenente alla retta “a” appartiene a uno solo dei due
semipiani;
2. Due punti di uno stesso semispazio sono estremi di un segmento tutto
contenuto nel semipiano;
3. Due piani non appartenenti alla retta “a” e appartenenti a sempiani
diversi sono estremi di un segmento che incontra la retta in un solo
punto.

Se si asporta un piano α dallo spazio, risultano individuate due parti


disgiunte dello spazio unite ad α , danno l’intero spazio. Ciascuna delle due
parti dello spazio, unite al piano α , prende il nome di semispazio di origine
il piano α .
ASSIOMI RELATIVI AI SEMISPAZI DI COMUNE ORIGINE IL PIANO α
1. Un punto, non appartenente ad α , appartiene ad uno solo dei due
semispazi;
2. Due punti di uno stesso semispazio sono estremi di un segmento
tutto contenuto nel semispazio;
3. Due punti non appartenenti ad α e appartenenti a semispazi diversi,
sono estremi di un segmento che incontra α in un solo punto.

Sia F una figura che non sia nell’insieme vuoto, F si dice convessa se il
segmento congiungente due punti comunque presi in F è tutto contenuto in F.
Una figura F che non è convessa è detta concava.

Due semirette, r ed s, complanari e aventi comune origine P determinano due


regioni del piano (sottoinsieme di punti del piano), dette angoli di vertice P e
lati “r” ed “s”, entrambe indicate con rs .
1. Ciascuna regione contiene le semirette “r” e “s”;
2. Le due regioni hanno in comune soltanto le semirette “r” e “s”;
3. L'unione delle due regioni è uguale al piano delle due semirette.

 Se le semirette “r” ed “s” sono opposte, gli angoli da esse determinati


sono due semipiani e si chiamano angoli piatti;
 Se le semirette “r” ed “s” non sono opposte esse determinano un angolo
concavo ed un angolo convesso: l'angolo concavo è la regione di piano
che contiene il prolungamento delle rette.
 Se le semirette sono sovrapposte esse determinano l'angolo nullo e
l'angolo giro, uguale all'intero piano.
Osservazione: Due rette, “r” ed “s”, complanari e non parallele individuano
quattro angoli (a due a due uguali);
 Due rette non complanari si dicono sghembe.

Siano “r” e “s” due rette sghembe sono gli angoli di due rette complanari,
comunque scelte, parallele alle rette sghembe considerate.
RELAZIONE DI CONGRUENZA
Due angoli sono congruenti se esiste un movimento che porta uno di essi a
sovrapporsi sull'altro. Impropriamente angoli congruenti vengono talvolta detti
«uguali».
Due rette dello spazio sono dette perpendicolari se determinano quattro
angoli congruenti, ognuno dei quali si definisce angolo retto.

Osservazione1: Due rette parallele formano un angolo nullo.


Osservazione2: Due semirette aventi comune origine P e perpendicolari, cioè
giacenti su rette perpendicolari, determinano un angolo convesso, angolo
retto, e un angolo concavo.
Osservazione3: Due rette, complanari e non parallele, intersecandosi formano
quattro angoli:
 Due, opposti al vertice, sono congruenti e acuti (minori di un angolo
retto);
 Due, opposti al vertice, congruenti e ottusi (maggiori di un angolo retto).

CONFRONTO TRA ANGOLI


 Assumiamo che l'angolo nullo è minore di ogni angolo non nullo;
 Siano y e δ due angoli non nulli generati rispettivamente dalle rette “r”e
“s” e le rette “t” ed “u”.
Muoviamo y in modo tale che:
1. i vertici di y e 8 vadano a coincidere;
2. un lato di y si sovrapponga ad uno di S.
3. Gli altri due lati stiano dalla stessa parte rispetto al lato comune.
Allora l'angolo y, dopo il movimento, può:
1) Essere congruente a δ

RETTE E PIANI NELLO SPAZIO


Sia “r” una retta ed α un piano, allora:
 La retta ed il piano hanno in comune solo il punto P= incidenti nel punto
comune;
 La retta è contenuta nel piano= paralleli;
 La retta ed il piano non hanno nessun punto in comune= propriamente
paralleli.
PROIEZIONI
Si considerino le rette “r” e “d” non parallele del piano α e sia P un punto del
piano. Si definisce proiezione di P su “r”, secondo la direzione della retta “d”,
il punto P' di “r” che sta sulla retta per P parallela a “d”.

Si considerino un punto P e una retta “r” appartenenti ad un piano. La


proiezione di P su “r” secondo la direzione di una retta d perpendicolare alla
retta “r” si dice proiezione ortogonale del punto P sulla retta “r”.

Sia P un punto ed a un piano. La proiezione di P su α secondo la retta “d”


perpendicolare al piano α si chiama proiezione ortogonale del punto sul
piano.

SIMMETRIE
Due punti P e P' sono detti simmetrici rispetto al punto C se C è il punto medio
del segmento che li congiunge. In tal caso P' è il simmetrico di P rispetto al
punto C.

Due punti P e P' sono simmetrici rispetto ad una retta “r” secondo la direzione
della retta “d”, non parallela ad r, se il segmento PP' è parallelo alla retta d ed
intersecar nel suo punto medio.
Se “r” e “d” sono perpendicolari allora P e P' vengono detti simmetrici rispetto
alla retta r.

Una figura F si dice simmetrica rispetto al punto C se per ogni punto P di F il


simmetrico P' di P rispetto a C appartiene ad F.
Il segmento PP' è una corda di F.
Due poligoni di uno stesso numero di lati si dicono simili se, presi i vertici del
poligono in un ordine conveniente, hanno ordinatamente uguali gli angoli e
proporzionali i lati.

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