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PROIEZIONI ORTOGONALI - PROSPETTO

Il prospetto indica in genere la visione di un oggetto (o di un edificio) su un piano


verticale; si usa come sinonimo di fronte o facciata.

Messo in correlazione con la pianta e la sezione, consente di ricomporre idealmente la


configurazione spaziale dell’oggetto, descrivendolo in maniera compiuta.

Dal punto di vista geometrico il prospetto si ottiene proiettando i contorni dell’oggetto


in esame su un piano verticale posto a una certa distanza da esso ovvero su un piano
che non seziona l’oggetto stesso.

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PROIEZIONI ORTOGONALI - PROSPETTO

PROSPETTO POSTERIORE
PROSPETTO LATERALE
SINISTRO

PROSPETTO LATERALE
DESTRO

PROSPETTO PRINCIPALE

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PROIEZIONI ORTOGONALI - PROSPETTO

La rappresentazione in prospetto presuppone l’impiego di opportune convenzioni


grafiche: in genere il prospetto di un edificio è composto da linee di uguale spessore
(poiché tutte proiettate) eccetto la linea che individua l’intersezione del piano verticale
su cui è preso il prospetto con il terreno su cui poggia l’edificio, definita linea di terra,
che viene disegnata con spessore maggiore.

Solitamente vengono disegnati quattro prospetti, corrispondenti alle viste prese da


altrettanti piani verticali paralleli alle principali facciate dello stesso.
Se l’edificio presenta caratteristiche di regolarità e simmetria possono essere sufficienti
un numero inferiore di disegni.

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PROSPETTO PRINCIPALE PROSPETTO LATERALE

PIANTA PIANO TERRA SCALA 1:100


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PROIEZIONI ORTOGONALI - PROSPETTO

La denominazione dei prospetti può essere legata all’orientamento (prospetto nord –


sud – est - ovest), alla topografia stradale (prospetto su via…); oppure a indicazioni
presenti sulla planimetria (prospetto A-B-C-D).

I prospetti vengono solitamente eseguiti in scale comprese tra 1:200 e 1:20.

Se la linea di terra non è piana, viene riportata l’orografia del terreno

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Rappresentare i quattro prospetti di Casa de Blas, a partire dalla
pianta e considerando che:
- l’altezza del piano inferiore è 2,80 metri
- il solaio ha uno spessore di 30 cm.
- L’altezza del piano superiore è 2,20 m.
- La copertura del piano superiore ha uno spessore di 20 cm.
- Le porte hanno un’altezza di 2,20 m.
- Le finestre sono quadrate e allineate superiormente con la porta
- Il terreno è in pendenza, come si può notare dalle fotografie
PROIEZIONI ORTOGONALI

Utilizzando piani di proiezioni esterni all’oggetto, l’interno di un oggetto cavo


non può essere visto.

UNI 3971
“sezione è la rappresentazione, secondo il metodo delle
proiezioni ortogonali, di una delle due parti in cui viene
diviso l’oggetto da un taglio ideale eseguito secondo uno o
più piani o altre superfici”

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Sezionare un solido significa tagliarlo secondo una superficie ideale in modo da
mostrare il volume interno del solido stesso.

Nella maggior parte dei casi l’elemento secante è rappresentato da un


piano. La superficie che risulta dall’intersezione del solido con la superficie
secante è detta sezione.

La parte del solido che viene effettivamente attraversata dalla superficie


secante viene rappresentata con apposito tratteggio (campitura).

Le sezioni sono oggetto di normativa specifica; in particolare si fa riferimento alla


norma ISO 128-40.

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PROIEZIONI ORTOGONALI

SEZIONE LONGITUDINALE

PROSPETTO PRINCIPALE

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PROIEZIONI ORTOGONALI

SEZIONE TRASVERSALE

PROSPETTO LATERALE

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Norma ISO 128-40

Piano di sezione: piano immaginario che taglia l’oggetto rappresentato

Traccia del piano di sezione: linea che indica la posizione del piano o dei piani di
sezione

Taglio: sezione che mostra in aggiunta in contorni disposti posteriormente al


piano di sezione

Sezione: rappresentazione che mostra solo i contorni dell’oggetto che giacciono


su uno o più piani di sezione

La traccia dei piani di sezione deve essere rappresentata con linea mista fine
ingrossata alle estremità, con due frecce agli estremi indicanti il verso di
proiezione.
Ciascuna freccia deve (tranne casi particolari) essere contrassegnata da una
stessa lettera maiuscola.

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PROIEZIONI ORTOGONALI

A A

B
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PROIEZIONI ORTOGONALI

A A

B
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PROIEZIONI ORTOGONALI

A A

B
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PROIEZIONI ORTOGONALI

A A

B
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PROIEZIONI ORTOGONALI

A A

B
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PROIEZIONI ORTOGONALI

SEZIONE A-A
B SEZIONE B-B

A A

B PIANTA PIANO TERRA SCALA 1:100


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Zaha Hadid, centro culturale Heydar Aliyev Center, Baku, Azerbaijan.

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Renzo Piano, progetto per la nuova sede della Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, a Parigi, sezione
longitudinale.
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Zaha Hadid, Capital Hill, residenza per Vladislav Doronin, Barvikha (Mosca).
Sezione longitudinale
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Zaha Hadid, Capital Hill, residenza per Vladislav Doronin, Barvikha (Mosca).
Sezione trasversale.
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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Laboratorio di disegno e rilievo dell’architettura


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I COLLEGAMENTI VERTICALI

II P.

I P.
II P.

I P.
P.T.

P.T.

Laboratorio di disegno e rilievo dell’architettura


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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Laboratorio di disegno e rilievo dell’architettura


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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Laboratorio di disegno e rilievo dell’architettura


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Rappresentare la sezione longitudinale e trasversale di Casa de Blas
utilizzando i piani indicati in figura

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Tenere presente che l’altezza del solaio superiore era già inclusa nell’altezza dei
prospetti precedentemente disegnati, mentre il solaio inferiore si trova al di sotto
della linea di terra.
RILEVARE UN OGGETTO

Il rilevamento è un’operazione indispensabile per conoscere e comprendere


un’architettura o un oggetto nelle sue componenti dimensionali, spaziali,
costruttive, storiche e materiali.

La conoscenza e la comprensione delle sue qualità si effettuano prevalentemente


mediante modelli grafici.

Le qualità possono essere riferite alla forma, alle dimensioni, ai colori, alla
struttura, alle sensazioni che si provano fruendoli, alla loro storia, alle
attività che con essi o in essi si possono svolgere. Qualunque rilievo, pertanto,
sarà caratterizzato dalla scelta e quindi dall’esclusione di molti aspetti, elementi,
funzioni.

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RILEVARE UN OGGETTO

Quando si effettua un rilievo, quindi, occorre individuare e definire solo alcune


qualità dell’oggetto. Sarebbe impossibile, infatti, riprodurle tutte, a meno che
non si realizzi una copia del tutto identica all’originale.

Quindi un rilievo richiede sempre:

ANALISI delle qualità di un oggetto

SELEZIONE di quelle reputate significative

SINTESI delle stesse, attraverso un modello grafico.

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RILEVARE UN OGGETTO

Misurare vuol dire scegliere delle qualità e giudicarle, assegnando loro un


valore.
Si definisce misura il rapporto tra una grandezza e un’altra, ad essa omogenea,
assunta come unità.

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RILIEVO

Il rilievo architettonico può avere diversi scopi:

• Studio e documentazione
• Conservazione e restauro
• Ristrutturazione
• Riorganizzazione degli spazi interni

Tra le operazioni fondamentali del rilievo architettonico assume particolare


rilevanza il rilievo geometrico, operazione imprescindibile alla quale talvolta
vanno aggiunte altre informazioni (documentazione fotografica, archivistica,
indagine storica, dati circa la proprietà, ecc.)

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RILIEVO

Il rilievo geometrico può essere eseguito secondo due principali modalità:

RILIEVO DIRETTO: le misure vengono prelevate direttamente sull’oggetto, che


deve essere accessibile.

RILIEVO INDIRETTO: le misure vengono prelevate con l’ausilio di strumenti


ottici senza entrare in contatto con l’oggetto.

Spesso il rilievo indiretto, detto anche strumentale viene compendiato da quello


diretto per curare i dettagli e la caratterizzazione.

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EIDOTIPI (SCHIZZI DI RILIEVO)

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Organizzazione di un rilievo architettonico

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Operazioni preliminari

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EIDOTIPI (SCHIZZI DI RILIEVO)

Il rilievo inizia dalla pianta del


piano terra.

Per poter predisporre tutte le


informazioni dimensionali di un
oggetto, occorre munirsi di uno o
più schizzi, effettuati dal vero, sui
quali poter disporre con ordine
tutte le misure che via via si
rileveranno.
Pertanto lo schizzo, o eidotipo,
deve rappresentare l'oggetto da
rilevare (nella configurazione
prescelta, pianta, sezione, ecc.),
riproducendone dimensioni e
proporzioni con cura e precisione.

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EIDOTIPI (SCHIZZI DI RILIEVO)

L’esecuzione degli schizzi sui quali


verranno annotate le misure è la fase
più delicata. Bisogna prestare
attenzione alla discretizzazione in
punti e linee, che deve essere effettuata
senza perdere informazioni necessarie
per una corretta rappresentazione.

Per preparare un eidotipo occorre


disegnare prima il perimetro esterno,
poi le apertura verso l’esterno ed i
muri interni.

L’eidotipo non deve essere disegnato in


scala, ma è bene che sia ben
proporzionato.

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RILIEVO PER TRILATERAZIONE

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RILIEVO PER TRILATERAZIONE

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RILIEVO PER TRILATERAZIONE

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RILIEVO

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RILIEVO

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RILIEVO

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RILIEVO

• Scegliere sempre la distanza più breve


• Preferire punti identificabili con chiarezza (spigoli di muri, angoli accessibili,
ecc.)
• Nelle trilaterazioni preferire gli angoli acuti a quelli ottusi, ed in generale i
triangoli prossimi all’equilatero.
• Scegliere punti agevoli da misurare
• Eseguire le misure alla stessa quota rispetto al piano di terra
• In presenza di dislivelli tracciare una orizzontale di riferimento
• Preferire gli spigoli ben conservati a quelli rotti o smussati

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RILIEVO

Rilievo di parti concave rilievo di parti convesse

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RILIEVO

Rilievo di nicchie di grandi dimensioni rilievo di nicchie piccole

Determinazione del diametro o del


raggio di una semicolonna

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RILIEVO

Rilievo di parti curve

Rilievo di parti curve

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Determinazione dello spessore di un muro

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Determinazione dello spessore di un muro interno privo di aperture

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RESTITUZIONE GRAFICA

di misure prelevate mediante trilaterazione

Il triangolo è l’unica delle figure geometriche


elementari ad essere indeformabile e, pertanto,
facilmente rappresentabile sul foglio di
disegno utilizzando semplicemente le misure
dei tre lati.
Figura geometrica particolarmente comoda nel
rilievo anche per forme complesse, in quanto si
procede suddividendo l’oggetto da rilevare in
triangoli, possibilmente equilateri, di cui
andranno misurati tutti i lati.

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RESTITUZIONE GRAFICA
di misure prelevate mediante trilaterazione

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RESTITUZIONE GRAFICA
di misure prelevate mediante trilaterazione

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RESTITUZIONE GRAFICA
di misure prelevate mediante trilaterazione

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RESTITUZIONE GRAFICA

Attraverso il metodo descritto, si restituisce la forma e dimensione interna degli


ambienti.
Ad essa va aggiunto lo spessore murario.
Ambienti adiacenti vanno restituiti a partire dal vano porta di collegamento.

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RESTITUZIONE GRAFICA

Una volta fissata la posizione delle pareti, si procede con la rappresentazione


delle bucature. Per il disegno delle finestre è possibile prendere a riferimento i
vertici della parete (spalle della finestra). Per le porte è necessario separare
il rilievo della parete da quello del serramento nel caso in cui siano presenti dei
“coprifili” che nascondano la continuità tra gli spigoli del serramento e il filo
della parete.

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RESTITUZIONE GRAFICA

La restituzione grafica va completata con la corretta simbologia relativa alla


tipologia di serramenti

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RESTITUZIONE GRAFICA

La restituzione grafica va completata con la corretta simbologia relativa alla


tipologia di serramenti

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ESERCITAZIONE

Restituzione di misure prelevate mediante trilaterazione

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Per stabilire univocamente le caratteristiche dimensionali, occorre quotare i disegni
tecnici per renderli inequivocabili.

I disegni vanno quotati anche se sono in scala, in modo da evitare:


• Errori di graficismo dovuti allo spessore delle linee;
• Errori di lettura tramite uno strumento di misura.

I riferimenti sono le normative UNI 3973, 3974, 3975.

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Le unità di misura da utilizzare nella quotatura sono:

Millimetro per il disegno meccanico, carpenteria metallica, diametro di ferri, armature in


cemento armato.

Metro per il disegno di opere civili, progetto architettonico.


Le misure devono essere approssimate al centimetro, ovvero riportare due cifre
decimali.
I decimali vanno separati da un punto (esempio 4.50)
Normalmente le quote al di sotto del metro si scrivono indicando lo 0 (esempio 0.25)

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Le linee di misura hanno lo scopo di individuare una dimensione dell’oggetto, limitata
dalle linee di riferimento, definita dal valore numerico della quota.

Le linee di misura e di riferimento si eseguono con linea continua fine.

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Le linee di misura debbono essere parallele alla direzione secondo cui si effettua la
misura ma non devono coincidere né con assi, né con linee di contorno e di riferimento;
inoltre devono riferirsi esclusivamente a dimensioni che risultano parallele al piano di
proiezione e quindi non relative a dimensioni di parti viste di scorcio.

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Vari tipi di frecce terminali:

i due tratti della freccia possono formare un angolo compreso tra 15° e 90°.

Quando la freccia è chiusa può essere completamente annerita.

In uno stesso disegno si devono utilizzare frecce dello stesso tipo.

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In alternativa alle frecce è possibile adoperare:
• tratti obliqui, inclinati di 45° rispetto alla linea di misura;
• punto, quando non vi è spazio sufficiente per frecce terminali;
• circonferenza, con diametro di circa 3 mm, quando l'estremità è origine di un sistema
di riferimento.

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Le linee di misura devono essere poste
esternamente al disegno e, per quanto
possibile, non attraversare zone
sezionate né intersecarsi tra di loro

La scrittura delle quote in verticale va


posizionata in modo che risulti leggibile
in orizzontale con una rotazione di 90°
del foglio in senso orario.

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Convenzioni particolari di quotatura per:

angoli,

archi,

corde

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Diametri: la quotatura di diametri di circonferenze rappresentate in pianta può
essere effettuata in uno dei due modi di figura

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Raggi: le quote di raggi sono precedute dal simbolo R; nel caso di raggi di raccordo non
viene indicato il centro dell’arco

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Sono possibili i seguenti sistemi di quotatura:

– quotatura in serie (o in catena): si usa quando hanno importanza prevalente le


distanze tra elementi contigui e gli errori costruttivi (ed il loro accumulo) non hanno
grande influenza; non vengono stabiliti elementi di riferimento

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Sono possibili i seguenti sistemi di quotatura:

– quotatura in parallelo: si usa quando più quote aventi uguale direzione hanno un’unica
origine di riferimento; con questo sistema si evita di sommare gli scostamenti delle
diverse quote, rimanendo la possibilità di stabilire tolleranze indipendenti

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Sono possibili i seguenti sistemi di quotatura:

– La quotatura combinata è un sistema che comprende sia la quotatura in serie sia


quella in parallelo. Viene utilizzata quando il pezzo da quotare presenta più di un
elemento di riferimento.
Si tratta del sistema più frequentemente utilizzato nei disegni.
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La quotatura altimetrica si riferisce ad una quota 0 assunta come riferimento.

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SCALE DI RAPPRESENTAZIONE

Il progetto di un edificio di media complessità dovrebbe comprendere i seguenti disegni:

Planimetria generale 1:5000 - 1:2000 inquadramento del progetto nel territorio


Planimetria 1:1000 – 1:500 relazione tra l’opera e il terreno circostante
Piante 1:100 piante di insieme per ogni piano
Prospetti 1:100 prospetti di insieme relativi a tutte le facciate
Sezioni 1:100 almeno due sezioni di cui una sul vano scala
Piante 1:50 – 1:20 piante esecutive
Prospetti 1:50 prospetti esecutivi
Particolari costruttivi 1:20 – 1:10 particolari delle parti più significative
Progetto delle strutture 1:50 con dettagli 1:20
Progetti relativi agli impianti tecnici

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Quando il progetto è composto da molti elaborati bisogna organizzarli per
facilitare la lettura.

Solitamente vengono organizzati in gruppi omogenei: disegni architettonici,


strutturali, di impianti ecc.

All’interno di ciascun gruppo si procede dal generale al particolare: planimetrie,


piante, sezioni, prospetti e dettagli.

L’UNI ha fatto propria la norma ISO 4157: Designazione di edifici e di parti di


edifici.

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Sistemi di designazione indicati dalla norma UNI ISO 4157 per indicare fabbricati
singoli.

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Sistemi di designazione indicati dalla norma UNI ISO 4157 per indicare il piano.
Ogni piano viene numerato dal basso verso l’alto.
L’indicazione del livello si riferisce alla parte superiore del solaio portante.

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Preparare un elaborato grafico vuole dire mettere in combinazione una serie di
fattori:

• La scelta dell’impaginazione
• La selezione delle viste
• La preparazione del cartiglio
• L’inserimento di testi e simboli

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La norma UNI ISO 3098-0: Documentazione tecnica di prodotto. Scrittura dà
indicazioni sui requisiti delle scritte che corredano i disegni tecnici e il loro
proporzionamento.

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La norma UNI ISO 3098-0: Documentazione tecnica di prodotto. Scrittura dà
indicazioni sui requisiti delle scritte che corredano i disegni tecnici e il loro
proporzionamento.

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Formati unificati dei fogli da
disegno e loro rapporti
dimensionali.

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La norma UNI 938 indica i procedimenti di piegatura dei fogli. A piegatura
ultimata, tutti i fogli devono avere formato A4 e presentare il riquadro delle
iscrizioni ben visibile nella parte inferiore del frontespizio.

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Per il disegno della sezione valgono le stesse norme grafiche indicate per la
pianta: linee continue di spessore grosso per elementi sezionati e spessore fine
per elementi in vista. Campiture o riempimento pieno come per le piante (in
coerenza con la scelta rappresentativa per la pianta).

Il piano o i piani scelti devono generare una sezione facilmente leggibile e che non
generi equivoci.

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Nelle sezioni è importante disegnare
l’attacco al suolo e la linea di terra che
va interrotta con un segno tratto-punto.

Lo stesso segno tratto-punto è spesso


presente nelle sezioni quando si vuole
ritrarre ad esempio solo il piano tipo di
un edificio.

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Le sezioni devono mostrare gli aspetti più significativi dell’edificio:
- se sono presenti elementi di collegamento verticale il piano di sezione deve
attraversarli, possibilmente disponendosi nel senso longitudinale delle rampe,
in modo da mostrare la forma dei gradini;
- stessa cosa per cortili, cavedi, etc.;
- i muri vanno preferibilmente sezionati in corrispondenza di porte e/o finestre

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SI NO

Spesso per necessità occorre “spezzare” il piano di sezione, per mostrare un


maggior numero di informazioni relative agli spazi interni.
La modifica dell’andamento del piano di sezione andrà fatto nello spazio libero
e non attraversando setti murari.

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1:50 1: 100

Nel passaggio di scala da 1: 100 a 1:50 aumenta il livello di dettaglio.

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Le norme grafiche variano in relazione alla scala di rappresentazione, come la simbologia, che
diventa sempre più astratta passando dalle medie scale alle più piccole.

Pianta 1:100
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Pianta 1:50
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SCALE DI RAPPRESENTAZIONE

Pianta 1:20
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Nella pianta in scala 1:50 la finestra deve riportare l’indicazione dell’infisso che fornisce anche
informazioni sul numero di ante.
La porta va disegnata con uno spessore e l’indicazione del telaio a muro

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Le piante dell’edificio possono contenere diverse informazioni, oltre a quelle di forma e
distribuzione degli ambienti.

Esistono infatti vari tipi di piante:


- piante arredate;
- piante quotate;
- piante con indicazioni della struttura;
- piante con indicazioni degli impianti;
- piante con indicazioni funzionali;

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L’esecuzione della pianta arredata ha lo scopo di verificare il corretto dimensionamento degli
ambienti, riportando una possibile distribuzione degli elementi di arredo

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CONVENZIONI
GRAFICHE E
SIMBOLOGIE

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L’esecuzione della pianta arredata ha lo scopo di verificare il corretto dimensionamento degli
ambienti, riportando una possibile distribuzione degli elementi di arredo

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L’esecuzione della pianta arredata ha lo scopo di verificare il corretto dimensionamento degli
ambienti, riportando una possibile distribuzione degli elementi di arredo

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CONVENZIONI
GRAFICHE E
SIMBOLOGIE

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CONVENZIONI
GRAFICHE E
SIMBOLOGIE

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CONVENZION
I GRAFICHE E
SIMBOLOGIE

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IL PROGETTO

Generalmente gli elaborati di progetto si dividono in

PROGETTO DI MASSIMA

Elaborati relativi agli aspetti generali dell’opera e i rapporti con l’ambiente.

PROGETTO ESECUTIVO

Piante, prospetti, sezioni quotate e tematizzate, che definiscono l’opera fin nei dettagli
e sono destinati al cantiere.

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La normativa italiana in materia di lavori pubblici DPR 554/99 distingue tre fasi della
progettazione:

Il progetto preliminare

Il progetto definitivo

Il progetto esecutivo

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IL PROGETTO PRELIMINARE

Il progetto preliminare costituisce una prima formalizzazione dell’idea architettonica.


I destinatari di questo progetto sono gli addetti ai lavori chiamati a valutare la
fattibilità del progetto e realizzarlo.

Si compone di:
• Relazione illustrativa
• Relazione tecnica
• Studio di prefattibilità ambientale
• Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari
• Planimetria generale
• Calcolo sommario della spesa
• Piante, sezioni e prospetti

Redatti in scala opportuna e debitamente quotati.

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IL PROGETTO DEFINITIVO

Il progetto definitivo «contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio della
concessione edilizia, dell’accertamento di conformità urbanistica o di altro atto
equivalente». È redatto sulla base delle indicazioni contenute nel progetto
preliminare, e delinea gli aspetti fondamentali del progetto esecutivo.

Si compone di:
• Relazione descrittiva
• Relazione geologica, geotecnica, idrologica, idraulica e sismica
• Relazioni tecniche specialistiche
• Rilievi planoaltimetrici e studio di inserimento urbanistico
• Elaborati grafici in pianta, prospetto, sezione
• Studio di impatto ambientale o di fattibilità ambientale
• Calcoli preliminari di strutture e impianti
• Piano particellare esproprio
• Computo metrico estimativo
• Quadro economico

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IL PROGETTO DEFINITIVO

Gli elaborati grafici devono comprendere:

• Stralcio dello strumento urbanistico con indicazione dell’area interessata


• Planimetria di insieme in scala non inferiore a 1:500
• Pianta dei vari livelli in scala non inferiore a 1:100
• Almeno due sezioni, una longitudinale e una trasversale, in scala non inferiore a
1:100
• Tutti i prospetti, in scala non inferiore a 1:100
• Schemi funzionali e dimensionamento di massima degli impianti
• Planimetrie e sezioni con indicazione dei tracciati delle reti impiantistiche esterne,
in scala non inferiore a 1:200

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Il progetto esecutivo deve prevedere tutti gli elementi atti a rendere costruibili gli
interventi previsti nelle precedenti fasi della progettazione, definendone le modalità
costruttive. È redatto sulla base delle direttive fornite dal progetto definitivo.

Si compone di:
• Relazione generale
• Elaborati grafici, compresi quelli relativi alle strutture e agli impianti
• Piani di manutenzione dell’opera
• Piano di sicurezza e coordinamento
• Computo metrico estimativo
• Cronoprogramma dei lavori
• Elenco dei prezzi unitari
• Schema di contratto e capitolato speciale di appalto

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IL PROGETTO DEFINITIVO

Gli elaborati esecutivi si differenziano dagli altri progetti per la loro definizione e di
conseguenza la scala grafica in cui sono redatti, che deve essere almeno doppia
rispetto al progetto definitivo e va da 1:50 al vero.

Gli elaborati grafici devono:

• Sviluppare nelle scale prescritte tutti gli elaborati grafici del progetto definitivo
• Consentire l’esecuzione di tutte le opere
• Contenere tutti i particolari costruttivi
• Illustrare le modalità esecutive di dettaglio
• Descrivere tutte le lavorazioni necessarie
• Definire le caratteristiche dimensionali, prestazionali e di assemblaggio dei
componenti prefabbricati

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Costituisce una sorta di trascrizione in codice del progetto di massima.

Non si evidenziano più i caratteri compositivi dell’edificio, ma solo i dati utili per la
corretta realizzazione.

ESECUTIVI ARCHITETTONICI

ESECUTIVI STRUTTURALI

ESECUTIVI TEMATICI

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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Piano di edilizia economica e


popolare, Binasco (MI).
Prog. L. Moretti

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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Abaco dei bagni


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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Scheda tipo di un abaco con le rappresentazioni


bidimensionali di massima degli elementi
costruttivi secondo diversi tipi di viste

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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Principali sistemi di posa delle


piastrelle per pavimentazione

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Pianta con le indicazioni delle


pavimentazioni

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Laboratorio di Disegno e Rilievo dell’Architettura
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I COLLEGAMENTI VERTICALI

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI


DELLA SCALA SONO:

1. i gradini in cui si distinguono


l'alzata che è l'altezza del gradino, la
pedata che è la misura in proiezione
orizzontale fra due gradini successivi,
la larghezza, che è la misura effettiva
del gradino, lo spigolo che è la parte
che unisce alzata e pedata;

2. la rampa, cioè la serie di gradini


compresa tra due pianerottoli, la cui
superficie inferiore è detta intradosso;

3. il pianerottolo è lo spazio che si


trova alle estremità delle rampe;

4. il parapetto ( o ringhiera o
balaustra) chiude la scala verso
l'eventuale parte libera.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

DAL PUNTO DI VISTA GRAFICO E COSTRUTTIVO, SI DISTINGUONO ANCHE:

5. la freccia di direzione, tracciata in genere sulla mezzeria della scala in piano, e che indica
sempre il senso di salita della scala;
6. la numerazione dei gradini, ove utilizzata, è sempre a salire, dalla quota più bassa alla più
alta;
7. la gabbia o pozzo della scala, che è lo spazio vuoto nel quale è collocata la scala;
8. l'anima o tromba della scala, che è l'eventuale spazio vuoto tra le rampe della scala.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Tipologie di scale:

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Tipologie di scale:

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Allo scopo di rendere confortevole l'approccio ad una scala, il rapporto alzata/pedata deve
essere corretto.
A tutt'oggi la formula più comunemente usata, recepita anche dalla scarna legislazione
italiana, è la formula dell'architetto François Blondel, che risale all'anno 1675, ovvero:

2a + p = 62÷64 cm.

dove a è il valore dell'alzata e p il valore della pedata.

Applicando questa formula a quella che è generalmente considerata l'inclinazione ideale per
una scala domestica, otteniamo il seguente risultato:

2 x (a)17 cm = 34cm + (p) 29 cm. = 63 cm.

cioè un'alzata di 17 cm. ed una pedata di 29 cm. ci forniscono una rampa inclinata esattamente
di 30°.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Esempi di calcolo - Scale diritte

La prima cosa da stabilire è il numero delle alzate necessarie a superare il dislivello; tale
numero deve naturalmente essere intero

Applicando la formula di Blondel, possiamo trovare il corretto valore della pedata


corrispondente.

Nelle scale diritte è uso comune considerare come ultima pedata il pavimento di sbarco,
utilizzando lo spessore del solaio come ultima alzata: pertanto ad esempio a 15 alzate
corrispondono 14 pedate.

Moltiplicando il numero delle pedate da costruire per la profondità stabilita della pedata,
otteniamo la lunghezza totale della rampa da costruire.

La scala potrà non essere a rampa unica diritta: se lo spazio a disposizione è inferiore, sarà
necessario curvarla.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

E’ opportuno non superare il numero di 12 alzate consecutive per rampa, intervallando le


rampe con pianerottoli intermedi, aventi larghezza pari almeno a quella della rampa.

La larghezza della rampa dipende dal numero di persone che si ipotizza la utilizzeranno
contemporaneamente.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

La quota di riferimento (0.00) è


sempre quella del piano terra
La quota dei piani superiori è
positiva, quella degli eventuali
piani interrati è negativa.

Nel caso la sezione sia ripetitiva,


per motivi di spazio si usa
interromperla con due linee
tratteggiate.

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Rappresentazione di un ascensore tipo in pianta

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Rappresentazione di
un ascensore tipo in sezione

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

Rappresentazione di scala e ascensore in pianta

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I COLLEGAMENTI VERTICALI

In riferimento alla scala rilevata, rappresentare in scala 1:50

Pianta del piano terra, piano intermedio, ultimo piano


Sezione longitudinale sulla prima rampa
Sezione trasversale esterna al primo gradino

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