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Sebbene le donne siano ai posti di comando oggi siano 93mila in più rispetto a 10 anni fa,
come mostrano i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e
InfoCamere, Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro sono le donne a
svolgere il 74% delle ore di lavoro di cura non retribuito, occupandosi e assistendo
bambini, anziani e persone con disabilità non autosufficienti presenti nel proprio
nucleo familiare. Guadagnando meno degli uomini, anche durante la pensione, le donne
sono più esposte al rischio di povertà in vecchiaia. Il numero totale di donne e ragazze che
oggi vivono con meno di 1,90 dollari al giorno potrà raggiungere i 435 milioni nel 2021,
rispetto ai 398,5 milioni del 2019. Un’analisi ha stimato che oltre 150 milioni di donne e
ragazze potrebbero uscire dalla povertà se i governi attuassero strategie globali per
migliorare l’accesso all’istruzione e alla pianificazione familiare, garantendo salari equi,
eguali e pari opportunità.
E non volendo promuovere campagne, questa sarebbe una mossa decisamente sbagliata.
Non farebbe altro marcare la disparità poiché le donne vengono poi paragonate agli uomini
e poi potrebbe determinare un effetto al contrario, capovolgendo cioè i ruoli. La donna viene
idolatrata, considerata un essere superiore agli uomini. Si arriverebbe quindi a dover
discriminare loro.
Sarebbe quindi necessario un compromesso in grado di equilibrare una volta per tutte i
generi.
È però necessario ribadire che il “cambio di passo” investe tutta la società. La sfida riguarda
anche i comportamenti di vita delle donne e degli uomini.
La donna ha la responsabilità e il diritto di cercare la solitudine e prendersi cura di se stessa
per cambiare questi modelli. La ricerca passioni, gusti, ecc., diventa anche un modo per
opporre resistenza a gli ordini e schemi prestabiliti; seguendo questa linea di pensiero, il
femminismo promuove l’autonomia femminile.
Nel caso degli uomini, il cammino si dirige più verso l’educazione agli affetti e alla
corresponsabilità. Essere uomo non è incompatibile con l’espressione e il riconoscimento
dei sentimenti propri e altrui, e neanche con il responsabilizzarsi, essere empatici e prendersi
cura di bisogni altrui; idee di solito assenti nei processi di socializzazione primaria
(infanzia). Includere questi contenuti nei programmi educativi risulta una strategia chiave
per la trasformazione sociale.
La cultura della diversità può sembrare un sogno utopico, ma non è così, ci sono esempi
concreti di come si è sta combattendo la disuguaglianza di genere nel mondo:
Islanda: le donne islandesi stufe della disuguaglianza di genere sui posti di lavoro,
che comportava differenze di stipendio inaccettabili, sono scese in piazza in forma di
protesta. Creando un movimento popolare, culminato con il primo presidente donna,
l’aumento delle donne all’interno della politica ha permesso l’approvazione di una
serie di leggi che iniziasse ad appiattire le differenze salariali. Tra queste,
l’opportunità del congedo di paternità ha permesso ai genitori islandesi di dividere i
loro nove mesi di congedo parentale esattamente a metà, dando l’opportunità alle
mamme di tornare a lavorare.
Rwanda: nello stato africano la carenza di popolazione maschile, dovuta alla guerra,
ha costretto le donne a mettersi in gioco per poter portare uno stipendio a casa,
sbloccando una serie di posizioni lavorative prima inaccessibili alle donne, quali:
forze dell’ordine, manager di società, imprenditrici. La crescita delle donne
all’interno delle varie realtà aziendali ha permesso anche una spinta politica, con
l’ottenimento di cariche di stato importanti. Il Ruanda ha imposto l’obbligo di una
minima quota rosa in ogni forma di governance.
Questi due casi studio sono una speranza per il futuro, perché ci fanno comprendere che non
è impossibile ottenere una disuguaglianza di genere nulla.
Solo accogliendo le diversità, che le donne possono dare alle tante aree della nostra
quotidianità, potremmo avere una crescita sociale esponenziale che nasce dall’unione delle
donne e degli uomini, che insieme contribuiscono a creare un mondo migliore.