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LO SPRECO ALIMENTARE

Lo spreco alimentare è il fenomeno della perdita di cibo ancora commestibile che si ha lungo tutta
la catena di produzione e di consumo del cibo. Soprattutto nei paesi ricchi, una grande parte di
cibo ancora buono viene sprecato direttamente dai consumatori. Mentre un'altra grandissima parte
del cibo si spreca durante tutto il processo di produzione degli alimenti. Dalla produzione agricola
alla lavorazione, alla vendita ed alla conservazione del cibo.

Spreco da sovralimentazione: Spreco convenzionale


6,8% post fornitura: 8,9%

Fabbisogno medio
raccomandato: 37,3%

spreco negli alle-


vamenti: 41,4%

Spreco convenzionale
pre fornitura: 5,6%

Nei paesi in via di sviluppo infatti lo spreco alimentare domestico è quasi nullo, invece la maggior
parte del cibo viene sprecato durante le fasi intermedie di produzione o per problemi di
conservazione. Le perdite di cibo e lo spreco alimentare in generale rappresentano un grandissimo
spreco di risorse usate per la produzione come l'energia, l'acqua e la terra. Esistono numerose
possibilità di riduzione dello spreco alimentare, soluzioni e miglioramenti di tutta la catena di
produzione e consumo del cibo. Se il cibo non è più buono per il consumo umano, può essere
utilizzato come nutrimento per il bestiame e diventare così un'ottima alternativa alla produzione di
mangimi per gli animali.
In Italia, lo spreco alimentare domestico è stato stimato diverse volte tramite l'uso di
questionari, mentre nel 2016 sono state condotte le prime rilevazioni tramite diario dello spreco e
analisi merceologica dei rifiuti , nell'ambito del progetto REDUCE , finanziato dal Ministero
dell'Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare. Lo spreco alimentare domestico di cibo ancora
commestibile corrisponde a 530 grammi a testa a settimana , in media. Moltiplicato per il numero di
componenti della popolazione italiana, lo spreco alimentare domestico ammonta circa a 1,67
milioni di tonnellate nell'anno 2017.

Personalmente io per ovviare a questo spreco farei riferimento ad associazioni che raccolgono e
ridistribuiscono il cibo avanzato da attività commerciali e case (prevalentemente curate da volontari) e
applicazioni per smartphone che permettono di segnalare cibo avanzato, donarlo, mettersi d'accordo
con il segnalatore per ritirarlo e altro ancora; ad esempio la Fondazione Banco Alimentare si occupa del
recupero delle eccedenze alimentari della produzione agricola e industriale e della loro ridistribuzione a
strutture caritative sparse sul territorio che svolgono un'attività assistenziale verso le persone più
indigenti.

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