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Alcyone

G.D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 da famiglia borghese. Si trasferisce presto a Roma dove conduce
vita mondana circondato da belle donne. A 16 anni pubblica la prima raccolta poetica , e metterà la sua
retorica al servizio dell’attivismo politico. Questo atteggiamento ribelle è dato dalla sua idea che la storia
debba essere guidata da persone eccezionali, dotate di virtù superiori, i superuomni, e capaci di gesta
straordinarie.

La poetica dannunziana è l’espressione più significativa del decadentismo:

1. Ideale dei superuomini


2. Ideale del panismo
3. Estetismo: culto della bellezza tra arte e vita.

I letterati decadenti erano al servizio della gente comune con la loro arte, ma si sentivano superiori e perciò
mantenevano le distanze con il popolo. Vennero perciò definiti “poeta-vate” (vates dal latino: indovino,
profeta).

La più importante raccolta di D’Annunzio è costituita dal libro delle Laudi, in cui il poeta esprime i frutti
migliori delle sue abilità linguistiche e lessicali, ed esprime i suoi ideali. Iniziato come progetto giovanile, fu
poi completato in età matura avrebbe dovuto prendere il nome di stelle della costellazione delle Pleiadi.
Ma di questo grandioso progetto D’Annunzio scrisse solo 4 libri: Maia, Elettra, Alcyone, Merope.

Il libro delle “Laudi del cielo, della terra, del mare e degli eroi” è una composizione di libri, dove ciascun
libro

Alcyone è il terzo libro delle Laudi e sono liriche celebrative della natura, soprattutto dell’estate, periodo
rigoglioso, in cui al meglio si realizza la fusione panica, cioè la fusione tra uomo e natura superando la
dimensione umana.

Alcyone è diviso in 5 sezioni per un totale di 88 libri. Ogni sezione affronta una tematica riferendosi a un
momento stagionale.

Nell’opera l’Alcyone il poeta entra in contatto con la natura, cerca di ascoltarne la voce e comprendere i
suoi segreti, contemplando la metamorfosi delle cose.

Ma perché la metamorfosi possa assumere questa funzione privilegiata è necessario restituirle la vitalità
distrutta dal mondo moderno e l’unico modo è il ricorso al mito. Perciò D’Annunzio ristabilisce il rapporto
MITO-NATURA: recupera i grandi miti naturali della classicità e opera con essi nella dimensione della
natura.

Nelle sue liriche non c’è più rispetto per gli schemi metrici, ma i suoi versi, pur senza rime definite,
acquisiscono suggestione e musicalità.

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