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Arte e architettura paleocristiana

- Parentesi: La Basilica di San Pietro nel ‘500 è stata distrutta ed è stata ricostruita con quel
grosso scandalo della vendita delle indulgenze, che poi ha portato anche alla riforma
protestante. Quindi c’è stato un grande sconvolgimento intorno alla cultura per effetto
della vendita delle indulgenze che doveva sostenere economicamente il papato per la
costruzione della nuova San Pietro.

C’è stata la battaglia di Ponte Milvio che ha comportato la vittoria di Costantino su Massenzio e
leggenda vuole che Costantino abbia vinto perché in sogno aveva ricevuto un messaggio da parte
di Cristo di bardare i suoi soldati con la croce. Questo viene narrato, ma di fatto Costantino
effettivamente vince su Massenzio. La madre di Costantino già si era convertita al cristianesimo,
per cui Costantino tutto sommato già aveva un sentore di cristianità. Per cui dopo la vittoria di
Ponte Milvio, è come se Costantino avesse voluto sostenere la presenza del cristianesimo
all’interno dell’impero. Tant’è che con l’editto di Tessalonica nel 392, poi ancora con l’editto di
Milano del 313 ancora prima, la religione cristiana viene ammessa all’interno dell’impero romano.
Cioè ciò che era in un primo momento semplicemente tollerato diventa di fatto ufficialmente
religione di stato. Dopo le persecuzioni che c’erano state con Nerone, il cristianesimo iniziava a
prendere piede nell’ambito della civiltà romana, perché molte famiglie patrizie si erano convertite
e i patrizi erano quelli che poi sostenevano la politica del tempo. Costantino quando farà questa
azione lui non è pienamente convinto del cristianesimo, però lui in questo modo dando al
cristianesimo libertà di culto e ufficializzandolo come religione ufficiale dello stato, ottiene il
sostegno delle famiglie patrizie. Quindi quella che fa Costantino è una mossa politica.

Dal libro di Alberto Angela “San Pietro: segreti e meraviglie di un racconto lungo 2000 anni”.
Riflessioni che A. Angela fa sulla vita di Costantino: “Nei decenni che seguirono la morte di San
Pietro, i cristiani non ebbero vita facile. La svolta avvenne nel 312 d. C. quando Costantino dopo
aver sconfitto il rivale Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, rimase unico imperatore
d’occidente. Fin da subito mostrò una grande apertura nei confronti del cristianesimo tanto che
l’anno successivo a Milano emanò un editto che garantiva la libertà di culto a tutti i cittadini
dell’impero, legalizzando di fatto questa religione. Non solo, per ripagarli per le pressioni subìte,
donò ai cristiani ampie aree all’interno della città ed elargì generose donazioni. Ma per quali
ragioni Costantino fu tanto magnanimo nei loro confronti? Ci furono 2 motivi: uno più spirituale e
uno estremamente pratico. Costantino non era un cristiano, nel senso in cui lo intendiamo noi oggi,
lo divenne forse sul letto di morte quando ricevette il battesimo. Fino a quel momento è probabile
che considerasse il Dio di questa religione alla stregua di altre divinità pagane a cui era devoto, una
presenza informale a cui rivolgere ringraziamenti, ma non certo l’unica. Sta di fatto, però, che
quando scese dalla Gallia diretto verso Roma con l’intento di espugnarla, il futuro imperatore
raccontò di aver avuto una visione durante il viaggio e che avrebbe visto apparire in cielo una croce
simbolo della religione cristiana, con una scritta: INOC SIGNO VINCES, IN QUESTO SEGNO
VINCERAI”.
Questa è la visione per cui lui vince Massenzio con i cristiani bardati del segno.

Sempre da libro di Alberto Angela: “Con la legalizzazione del culto e le elargizioni che ne seguirono
l’imperatore si garantì un più ampio gruppo di seguaci per di più in continua crescita”.

Cioè lui lo ha fatto fondamentalmente per un fatto politico, di mantenere il suo predominio, ma
non tanto per una adesione sincera alla cristianità.

Solo in età tarda, forse anche per la madre che era cristiana, che Costantino si converte
pienamente al cristianesimo e riceve il battesimo. Quindi all’inizio della vita cristiana, della
permanenza nell’impero di questa libertà di culto, cristianesimo e paganesimo erano ancora
paralleli, andavano di pari passo. Infatti il testo vi dice che l’iconografia in atto per i cristiani era
compresa dai cristiani stessi. Cioè gli artisti, gli artefici che lavoravano per i cristiani erano gli stessi
artefici e gli stessi artisti che lavoravano per il popolo pagano, però il simbolo rappresentato aveva
un valore diverso per i cristiani. La lettura di un’immagine aveva un valore diverso per i cristiani.

Per esempio, vi ricordate l’anno scorso abbiamo fatto il Moscoforos? Il Kuros, portatore di vitello è
una semplice immagine di un contadino che porta una pecora sulle spalle, per i pagani. Per i
cristiani invece ha un altro valore simbolico, simbolo di Cristo che pascola le pecore, e le pecore
sono il popolo, i cristiani.

Un altro esempio. Per un pagano la vite, l’uva è semplicemente una rappresentazione


naturalistica, esempio il fregio naturalistico al di sotto dell’ara pacis. L’uva, invece, per i cristiani è
simbolo della parabola di Cristo che dice: “io sono i tralci e voi siete i miei acini”, oppure si può
rimandare all’immagine del vino che deriva dall’uva e quindi ad una immagine del sangue di Cristo.
Ancor di più all’inizio della cristianità, i cristiani si riconoscevano tra di loro con un altro simbolo. In
molti film datati si riconoscevano i cristiani tracciando nella sabbia il simbolo del pesce. Il pesce,
che non potrebbe significare nulla per un pagano, per un cristiano invece era la dimostrazione
dell’adesione a Cristo, perché il termine pesce in greco si legge “dictis” e “ictis”, dice il vostro libro,
che questo termine è l’acrostico formato dalle lettere greche iniziali della frase: “IESUS CHRISTOS
THEOU YIOS SOTER” Cioè “Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore”.

Quindi questo primo paragrafo dell’arte paleocristiana, altro non è che un paragrafo esplicativo di
tutta la simbologia che all’inizio dell’accettazione, dell’adesione al cristianesimo è presente nelle
varie rappresentazioni. Tenete presente che i cristiani, proprio quando la religione era
semplicemente tollerata ma non era ancora diventata religione di stato, avevano avuto almeno
avuto la concessione delle sepolture, per cui le sepolture cristiane avvenivano al di fuori della cinta
muraria nelle catacombe. All’interno delle catacombe gli artisti andavano a rappresentare tutti
questi simboli, che per l’artista pagano non significavano niente, mentre per i cristiani erano intrise
di grandi significati e valori religiosi.

La rivoluzione avviene con l’editto di Costantino quando ufficializza realmente la religione cristiana
come religione di stato. Allora nasceva il problema di poter professare liberamente il culto. In
origine, quando i cristiani vennero perseguitati o quando semplicemente era tollerato, i cristiani si
riunivano nelle domus dei patrizi convertiti, che mettevano a disposizione una stanza dove riunirsi,
dove il profeta di turno o l’apostolo di turno andava a divulgare o a predicare il vangelo. In virtù di
questa presenza di questa comunità di fedeli queste domus si chiamavano domus ecclesie , che
con il termine ecclesie si intende la comunità dei fedeli.

La libertà di culto permetterà ai cristiani di poter guardare anche perché l’adesione al culto stava
diventando numerosa, c’erano molti fedeli che volevano partecipare e avevano bisogno perciò di
spazi più ampi, ciò significava realizzare il proprio luogo di culto. L’unico luogo di culto conosciuto
fino a quel momento erano i templi pagani. Ma il tempio pagano non è funzionale al culto cristiano
perché vi dovete ricordare nel tempio entrava soltanto il sacerdote. Il popolo quando c’era la
cerimonia in onore e il sacrificio in onore della divinità, il popolo rimaneva fuori dal tempio e i
sacrifici si svolgevano sulle gradinate davanti al tempio. Già il tempio non era funzionale perché,
date le dimensioni, non poteva accogliere tutta la comunità dei fedeli, e poi non poteva essere
utilizzato nella sua forma perché in ogni caso avrebbe ricordato una memoria pagana, c’era una
contaminazione pagana almeno nella memoria dell’architettura stessa. Quindi questo tempio non
poteva essere trasformato in chiesa. L’unico tempio antico consacrato e trasformato in chiesa
cristiana è, date le dimensioni, il “Pantheon”. Ancora oggi nel Pantheon la messa si celebra, è una
parrocchia. Tutti gli altri templi avevano in ogni caso una presenza e una contaminazione della
memoria delle divinità pagane.

A Siracusa, ad esempio, il tempio dedicato ad Atena è stato trasformato, inglobato in un luogo


divenuto chiesa, il tempio in sé non è diventato chiesa.

La forma architettonica del tempio non è stata accettata per il culto del cristianesimo.

I primi cristiani hanno preso come riferimento la basilica, quello che abbiamo studiato essere
l’edificio civile, di amministrazione della giustizia che non poteva essere stato contaminato da
alcuna religione perché era un edificio non dedicato al culto. Era però un edificio che era nato per
contenere un gran numero di persone. Oltre alle dimensioni della struttura della basilica anche
un’altra cosa era funzionale al culto cristiano e alla modalità di celebrazione, l’abside. Se
nell’abside c’era in origine il seggio del giudice, nella trasformazione della basilica romana in
basilica paleocristiana nell’abside ci sarà l’altare della predicazione, l’altare del sacrificio,
dell’eucarestia. Per cui tutte le persone che sono all’interno della basilica hanno un punto di
riferimento dove guardare che è l’abside. Ecco perché dalla basilica romana, luogo civile, nella sua
forma prenderà vita la forma della basilica cristiana, luogo di culto del cristianesimo.

Chiaramente la basilica subirà delle trasformazioni da parte dei cristiani, che sono funzionali al
culto ma che sono anche simboliche. Se guardate l’immagine di pagina 236, andiamo a guardare le
trasformazioni che faranno i cristiani. La prima cosa fondamentale è la creazione di uno spazio che
potesse contenere i cristiani che si professavano tali e che però non avevano ancora ricevuto il
battesimo, per cui non potevano accedere pienamente al culto. Ed ecco che davanti alla basilica,
all’interno della quale si svolgeva il culto si venne a creare uno spazio porticato che si chiama
“quadriportico” che conteneva i cristiani non ancora battezzati che non potevano entrare dentro.
Il più delle volte nel quadriportico in virtù della celebrazione veniva posizionato anche il fonte
battesimale, per operare periodicamente il battesimo ai cristiani per poter poi accede alla
celebrazione. Il quadriportico nel tempo verrà perduto perché poi nel tempo tutta la popolazione
si sarà battezzata e quindi il quadriportico non avrà più ragione di esistere. Vi anticipo che in epoca
medioevale il quadriportico, li dove fosse ancora presente, assolverà ad una funzione più sociale,
cioè come luogo di incontro dei liberi cittadini del comune. Se aprite la Basilica di Sant’Ambrogio a
Milano pagina 299, vedremo la forma della basilica romanica in cui il quadriportico esiste ancora
ma non avrà più la funzione originaria di spazio che serve per i neocatecumeni, cioè quelli che
devono avere ancora il battesimo, ma assolverà alla funzione di incontro dei liberi cittadini del
comune per decidere in assemblea, per parlare delle problematiche del comune.

Il porticato che circonda il quadriportico, in corrispondenza dell’ingresso si chiama “nartece”


indica il termine “scrigno”, perché era il filtro tra l’esterno e l’interno. Quando questo porticato è
totalmente esterno alla basilica prende il nome di esonartece, quando il porticato è inglobato
nella struttura all’interno della basilica prende il nome di endonartece. La cosa importante che mi
dovete dire è che in ogni caso il porticato di ingresso prende il nome di Nartece.

Ora in virtù della presenza dell’abside, la basilica ha un numero dispari di navate, per cui le navate
o sono 3 o sono 5, mai strutture a un numero pari di navate. Nella trasformazione della forma
della pianta i cristiani apportano una novità, una innovazione: l’inserimento di una ulteriore
navata, di un ulteriore spazio traversale a quelle longitudinali. In questo modo mettendo lo spazio
trasversale si viene a creare la forma della croce. Questa navata trasversale prende il nome di
transetto.

Perché i cristiani introducono il transetto?

In primis perché ha un valore simbolico, perché richiama alla mente la croce di Cristo, ma poi il
transetto indica lo spazio in cui operano i sacerdoti, i presbiteri, cioè gli ufficianti la messa. La
posizione di questo transetto ci fa classificare la basilica paleocristiana in tre tipologie diverse
(a.b.c. sul libro).

A. Se il transetto è posizionato a metà del corpo longitudinale, di modo che i bracci del
transetto hanno la stessa dimensione della navata, è una tipica forma orientale e
prende il nome di Croce greca Si viene infatti a creare una croce con una doppia
simmetria, sia longitudinale che trasversale.
B. e C. prendono il nome di croce latina, però la croce latina può essere classificata in 2
modi.
- Quando il transetto è posizionato a due terzi del corpo longitudinale (B), la croce
latina prende il nome di croce latina immissa, cioè dentro;
- Quando la croce si posiziona con il transetto tangente all’abside (C), cioè in fondo, si
viene a cerare la forma della lettera greca “tau”, e quindi prende il nome di croce
latina commissa.

Poiché tutto il capitolo relativo all’architettura sia paleocristiana che romanica è una classificazione
di chiese, quando le andate a descrivere dovete dire se sono croci immisse o commisse, croci
latine o greche.
Le modifiche che venivano apportate alle basiliche erano puramente volute dagli architetti.
Tuttavia spesso nella chiesa d’oriente si afferma la croce greca, nella chiesa d’occidente si afferma
la croce latina.

Indipendentemente dal transetto la croce latina prevede che i bracci del transetto siano più corti
del corpo longitudinale. Ci saranno anche (pag.299) come la basilica di Sant’Ambrogio ha una
classica forma basilicale, perché non ha il transetto quindi non si può dire che Sant’Ambrogio
presenta una croce. A seconda della forma della pianta quindi si dovrà individuare la
classificazione. Vi anticipo, ad esempio, che quando studieremo Sant’Ambrogio diremo che
presenta una pianta basilicale, triabsidata, perché le absidi sono tre, sia nella navata centrale che
nelle laterali.

Nella basilica di San Pietro la pianta è a croce latina commissa, perché il transetto è tangente
l’abside.

Da un punto di vista degli edifici, prima di parlare della basilica di San Pietro, che sono funzionali al
culto cristiano, ce ne sono altri, non solo le basiliche. Ci sono i battisteri, i mausolei, i martirion.

Si sviluppano degli edifici a pianta circolare o poligonale (vi ricordate i tempi a tholos o quelli
monopteri, circolari, erano quei templi che venivano realizzati o per una semplice divinità o per
ricordare un eroe). In questo caso questi edifici a forma circolare o poligonale o sono realizzati per
ricordare il luogo di martirio di un santo o sono realizzati per essere fonti battesimali da un punto
di vista monumentale. Ancora oggi ci sono molti battisteri circolari o poligonali.

Il tempietto di San Pietro in Montorio è un martirion, un edificio dedicato a un martire. San Pietro
a Roma viene ricordato in due punti particolari, dove è stato martorizzato, e Bramante realizzerà il
“tempietto di San Pietro in Montorio” e dove è stato seppellito che nel tempo diventerà la basilica
di San Pietro.

Relativamente agli elementi che entrano all’interno della basilica, c’è ancora da dire un’altra cosa:
la differenza che c’è tra arco di trionfo e arco trionfale. Nella basilica si viene a creare una parete
che viene decorata con un arco trionfale, di solito è la parte della chiesa che viene decorata con
mosaici e pitture narranti. L’arco trionfale non è da confondere con l’arco di trionfo perché l’arco
di trionfo è tipicamente romano ed è l’arco realizzato per il trionfo del condottiero. L’arco trionfale
si viene a creare nel punto di collegamento tra il transetto e la navata centrale, oppure sulla parete
di fondo dove viene ad esserci l’apertura dell’abside, perché l’abside ha una struttura cilindrica con
una semisfera come copertura , e sul taglio della parete si viene a creare un arco. Quindi l’arco
trionfale nella basilica paleocristiana è: o il punto di innesto dell’arco con la parete di fondo della
basilica, o il punto di intersezione del transetto con la navata centrale. Sull’arco trionfale vengono
operati mosaici e decorazioni pittoriche.

Domanda: l’arco trionfale oltre a crearsi tra il transetto e la navata centrale dove si crea?

Risposta: si crea nella parete di fondo tra l’abside e la parete di fondo della chiesa. Quando hai il
profilo della parete, questa parete è bucata dall’abside perché è una sporgenza e l’abside è un
corpo circolare, quindi è diritto e ha il catino absidale. Il catino absidale è una semisfera e quindi ti
traccia un arco sulla parete di fondo.

Sempre, come già abbiamo visto con la basilica di Massenzio, la navata centrale è più alta delle
navate laterali.

Nelle basiliche paleocristiane le coperture venivano realizzate con le capriate di legno. Spesso
queste chiese in virtù dei fumi e delle candele accese prendevano fuoco. La Basilica di San
Giovanni in Laterano è stata distrutta da un incendio e poi ricostruita.

Quindi capriate di legno per quanto riguarda la copertura e soprattutto la navata centrale
coerentemente con la forma della basilica romana era più alta delle navate laterali.

Se prendiamo pagina 307, il Duomo di Pisa è anch’esso una basilica imponente a 5 navate, ma se
guardiamo il transetto e prendiamo singolarmente il braccio del transetto, sembrano altre due
piccole basiliche, perché il Duomo di Pisa data la sua dimensione e la sua imponenza si può
considerare una tribasilica, perché anche il transetto non è semplicemente una navata, ma sono
tre navate e ogni braccio del transetto termina con la forma della basilica perché termina con un
abside.

La forma della Basilica paleocristiana di San Pietro deriva, visto che è stata distrutta, dalle incisioni
antiche da disegni antichi e testi descrittivi. Non c’è conoscenza reale. Una cosa è certa, sotto la
basilica rinascimentale ci sono tanti strati di livello che arrivano fino al livello romano, che arrivano
fino all’epoca costantiniana.

Dal libro di A. Angela “un mondo sotto la basilica”. Sotto ci sono anche le catacombe. A volte si
organizzano visite guidate per visitare la parte paleocristiana sotto la basilica e si riesce ad arrivare
fino alla tomba di San Pietro. Sulla foto del libro la toma di San Pietro corrisponde al numero 5 in
corrispondenza dell’abside. Il quadratino davanti all’abside era il monumento funebre di San
Pietro. Costantino darà possibilità di costruire ai cristiani questa grande basilica perché dopo il
martirio di San Pietro tutti i cristiani andranno in pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro. La tomba
di San Pietro incomincia ad essere individuata come una specie di altarino. Viene costruito intorno
alla toma di San Pietro un baldacchino che in epoca paleocristiana era stato realizzato con colonne
tortili, cioè avvolte su loro stesse, provenienti dal tempio di Gerusalemme, tempio di Salomone.
Quindi venivano chiamate colonne salomoniche. Bernini realizzerà l’attuale baldacchino presente
in San Pietro (visto spesso in televisione durante le celebrazioni in Vaticano) nel ‘700 in dimensioni
esagerate, alto quasi quanto un palazzo di nove piani, e inserito nella grande struttura
architettonica cinquecentesca al di sotto della cupola di Michelangelo. Quando Bernini ha
realizzato il nuovo baldacchino , il vecchio baldacchino con le colonne salomoniche non lo ha
distrutto. Le colonne originali, queste paleocristiane, sono state sistemate nelle pareti intorno
all’altare dell’attuale basilica. Dunque la memoria storica di quelle vecchie colonne è ancora
presente all’interno di San Pietro.

La pianta della Basilica: un grande quadriportico sopraelevato. Se vedete la visione


assonometrica, si nota una gradinata imponente che conduce ad un accesso con 3 portali oltre il
quale c’è il quadriportico con al centro il fonte battesimale. Una volta superato il quadriportico si
entra nella basilica a 5 navate, con transetto commisso che però, data la dimensione a 5 navate,
non sporge molto. Quindi non si vede una grande T, perché non è molto sporgente rispetto al
corpo longitudinale. In fondo nella zona dell’abside, si vede l’altare con il baldacchino al di sotto
del quale c’era la tomba. Questo baldacchino era collegato trasversalmente mediante altre due
colonne all’abside.

Una cosa da sottolineare è che le colonne che fanno le 5 navate sono tutte colonne di spoglio,
cioè diverse. Ognuna è stata spostata da altri monumenti per realizzare questo monumento, sono
tutte colonne di spoglio, con dimensioni e capitelli diversi.

Le cose fondamentali da dire sono: la tomba, il quadriportico, il numero di navate, il fatto che
siano colonne di spoglio.

Assegno: Architettura paleocristiana, basilica di San Pietro e prima parte iconografia. Le altre
basiliche non si devono fare.

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