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ANCONA

Sottomessa allo Stato della Chiesa nel 1532, MA relazioni con l’Impero Ottomano (dove ha sede
fissa un console) con l’obiettivo di attirare gruppi e minoranze etnico-religiose che potevano
attivare i loro contatti a lunga distanza e accrescere l’intensità dei traffici commerciali.
1534: concessioni agli ebrei levantini e portoghesi  anni 1540 regime di grande libertà
economica nella città.
Concorrenza con Venezia, MA straordinaria crescita economica per la sua funzione di ponte
commerciale tra Occidente e Oriente. Asse Ancona – Ragusa all’incrocio di 2 grandi vie terrestri e
di transito commerciale:
1. Ferrara-Milano-Basilea-Anversa-Londra
2. Lione-Marsiglia-Genova-Firenze-Balcani-Impero ottomano
Fine del XVI sec.: fine periodo di espansione della città portuale  stasi fino al 700
(proclamazione del porto franco, 1732).
I levantini, perno degli scambi con il Levante, ottengono il rinnovo delle prerogative anche
durante i pontificati più duri nei confronti degli ebrei (es. Pio V, Clemente VIII). Tutti gli ebrei
anconetani potevano muoversi liberamente in tutto il territorio della Chiesa, fermandosi anche in
località prive di ghetto (con una licenza).
 Piena consapevolezza delle autorità ecclesiastiche che la mobilità degli ebrei era condizione
indispensabile per lo svolgimento delle attività economiche  la priorità era data alle
esigenze economiche rispetto a quelle religiose.
La politica filoebraica ad Ancona è importante vista l’importanza della città per il papa 
rappresenta una novità storiografica importante che cambia la percezione del quadro generale
della situazione concreta degli ebrei in Italia. Tuttavia, le motivazioni, oltre a ragioni economiche,
sono anche da imputare all’esigenza di spingere gli ebrei a convertirsi.
Ad Ancona abbiamo il nucleo ebraico più consistente della regione marchigiana, con 3000 persone
nella metà del 500. Anche più avanti, pur rappresentando una minoranza della popolazione, gli
ebrei svolsero un ruolo economico determinante e costituivano la componente più attiva e
dinamica del tessuto economico cittadino. Attività: prestito di denaro per un mercato di livello
locale + traffici di lunga tratta (levantini e portoghesi). Es. Francisco Barboso, medico marrano
portoghese + prestatore, mercante e finanziere: unisce le specializzazioni italiane con quelle
portoghesi, riuscendo a evitare le persecuzioni.
Importante anche il flusso di ebrei askenaziti tra XVII e XVIII sec. fino all’800. Dopo le persecuzioni
ad Ancona, molti si spostano a Ferrara. Per ritorsione al rogo dei marrani, Ancona viene colpita da
un boicottaggio del porto da parte degli ebrei ottomani e il sultano sequestra i beni dei cittadini
anconetani che commerciavano con il Levante, MA il blocco di Ancona che avrebbe dovuto aiutare
Pesaro, finisce per favorire Venezia.

BOLOGNA
Sempre nello Stato Pontificio, in area dell’odierna Emilia-Romagna, gli ebrei arrivano a metà del
XIV sec. da Roma, Umbria, Toscana e più avanti anche dal Nord. Lo stanziamento di Bologna
diventa uno dei più numerosi e dall’attività dei banchi, si allarga alla gestione delle proprietà
fondiarie, industria di trasformazione dei prodotti agricoli, allevamento.
Il favore dei Bentivoglio, signori della città, permise agli ebrei di rafforzare le loro posizioni, MA
passaggio al dominio diretto pontificio nel 500 rovescia la situazione  cacciata per decreto di
espulsione generale dai domini della santa sede (1569)  gli ebrei si rifugiano nei territori estensi
(Ferrara) e dei Gonzaga (Mantova) a Pesaro e Urbino.

FERRARA
La duchessa figlia di Luigi XII di Francia mostra simpatie per la Riforma  la Chiesa segue
attentamente cosa fa la città. In questo braccio di ferro con lo Stato Pontificio, Ercole II d’Este
trasforma Ferrara in una città mercantile e imprenditoriale attirando i capitali dei ricchi conversos
spagnoli e dei cristiani nuovi portoghesi (i marrani), per inserire la città nella tratta Anversa-
Ancona-Ragusa  invia ambasciatori per invitare i mercanti portoghesi in città, offrendo la
possibilità di vivere come volevano, da cristiani o ebrei, senza essere molestati.

ANVERSA
Grande città portuale della corona asburgica. Fu approdo importante dei nuovi cristiani portoghesi
che negli anni 1520 potevano installarsi nella città grazie a un’ordinanza. Tuttavia, gli ebrei non
erano ammessi  dovevano continuare a dichiararsi cristiani anche se inclini a tornare
all’ebraismo.
Qui si trovavano mercanti ricchi, attivi nei commerci di tessuti pregiati, oro, pietre prezioso,
zucchero, spezie, in contatto con le più vicine piazze di Ancona, Venezia, Ragusa e il Levante, ma
con reti ramificate in tutto l’Occidente e l’Oriente.
I portoghesi anche dopo la conversione e negli stati in cui si sono rifugiati dall’Inquisizione, hanno
una forte identità nazionale e un’efficiente struttura organizzativa e appena possibile tronavano
all’ebraismo.
Per coloro che partivano da Anversa, arrivare a Ferrara non era semplice, visto che Carlo V
d’Asburgo, pur sospettandoli di marranesimo, non voleva che lasciassero Anversa con tutti i loro
capitali  Sedaqua (organizzazione clandestina che aiutava l’espatrio dei giudaizzanti).
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Dal 1530 Carlo V aveva istituito un corpo di polizia speciale incaricato di bloccare in tutti i territori
dell’impero i “falsi cristiani” in viaggio verso le terre ottomane e di sequestrarne merci e beni.
Sblocca la situazione un intervento politico e diplomatico di Ercole II che protestò presso il
governatore di Milano chiedendo salvacondotti e permessi di transito per gli esponenti delle
grandi case mercantili.
 1548: accordato il libero passaggio dei cristiani nuovi portoghesi e delle loro merci
attraverso la Lombardia dietro il pagamento di uno scudo a testa.
In questo modo, molti riescono a fuggire a Ferrara che negli anni 1540 diventa una delle più ampie
comunità sefardite italiane. Le ragioni favorevoli del sovrano non erano solamente economiche, ma
anche politiche (tipico esempio di corte signorile in cui era urgente introdurre manifatture e attività
commerciali e imprenditoriali).
1549: breve espulsione in seguito all’epidemia di peste, di cui erano ritenuti responsabili.
1550: salvacondotto generale permette ai portoghesi tornati all’ebraismo particolari privilegi
economici.
Vigeva una sorta di divisone di attività e di specializzazioni; il duca stesso costituisce delle
compagnie commerciali con ricchi ebrei portoghesi.
Nonostante il cambio di rotta delle politiche papali (prima Paolo III accoglie gli ebrei, poi Paolo IV
gli espelle) Ercole II continua ad essere favorevole agli ebrei, ignorando che erano stati battezzati e
per di più apostati. Dicembre 1555: 2 soli anni dopo il pubblico rogo del Talmud a Roma, il duca
elogia gli ebrei che vivono nel suo ducato e li sottrae da ogni accusa e persecuzione per apostasia
+ ulteriore sfida: si richiama apertamente ai privilegi concessi da Paolo III ai portoghesi di
Ancona.
Tra i portoghesi che arrivano a Ferrara, molti erano intellettuali, librai e stampatori  portano un
grande patrimonio di conoscenze e nel 1553, anno in cui a Roma si brucia il talmud, si pubblica la
traduzione spagnola della Bibbia (“Bibbia di Ferrara”), pubblicata in due edizioni, una per i cristiani
e una per gli ebrei.
Grazie ad Ercole II consente anche la nascita di un centro studi ebraici  si forma la prima
nazione portoghese dell’Europa occidentale ufficialmente riconosciuta.
Estensione dei networks ferraresi: dimensione mondiale  India portoghese, Indie olandesi e
Brasile.
Fine del 500: la situa cambia  Alfonso II fa arrestare molti portoghesi accusati di essersi fatti
circoncidere a Ferrara  1624: istituzione del ghetto.

GRAN DUCATO DI TOSCANA


1571: ghetto di Firenze, MA gli ebrei non scomparvero dal resto della regione  in alcune località
di confine con lo Stato della Chiesa sotto la giurisdizione dei feudatari a cui i Medici avevano
concesso ampi margini di autonomia, restano alcuni insediamenti legati ai banchi.
La Toscana diviene una delle aree italiane più confortevoli per gli ebrei e per gli immigrati sefarditi
dell’età moderna (2 grandi insediamenti ebrei liberi e privi di ghetto: Pisa, Livorno)  Privilegio
del 1549: Cosimo I favorisce a Pisa l’arrivo di mercanti portoghesi neocristiani (criptogiudei o
marrani) promettendo loro, in caso di ritorno alla vecchia fede, un processo al tribunale ordinario e
non dell’Inquisizione + esenzione da gabelle e altri privilegi economici.
Nel 1556, anno successivo all’emanazione della normativa pontificia istitutiva dei ghetti, il
granduca arriva a concedere un salvacondotto segreto ai portoghesi nuovi cristiani che volessero
vivere come ebrei in Toscana, poi 1591: Costituzioni Livornine.

LIVORNO
Impulso dei Medici  piccolo villaggio si trasforma in uno dei principali scali del Mediterraneo.
Ferdinando I  Costituzioni Livornine: porto franco, particolari immunità, esenzioni ai mercanti
di ogni nazione e fede, libertà di culto e di professione religiosa.
 Si installano numerose comunità straniere organizzate in “nazioni”: armeni, greci, inglesi,
francesi.
Nuova legislazione ha ampie agevolazioni per gli ebrei ispano-portoghesi (ponentini) espulsi dalla
penisola iberica nel XV sec. e quelli provenienti dai paesi musulmani (levantini).
2° editto, “Livornina” (1593  crescente clima antiebraico a Roma con la bolla di papa Gregorio
XIII e Spagna Limpieza de sangre). Privilegi:
1. I convertiti possono tronare alla religione dei loro padri senza accuse inquisitoriali
2. Riconoscimento della piena proprietà immobiliare
3. Nomina di un giudice particolare per le vertenze tra ebrei e cristiani e l’attribuzione ai soli
massari (i capi della comunità) dei processi tra ebrei
4. Possibilità di laurearsi all’università di Pisa
5. I medici ebrei possono curare anche i gentili
6.Permesso di avere balie e servi cristiani
7.Diritto ad avere una sinagoga
8.Riconoscimento delle feste religiose
9.Assicurazione che nessun bambino non ancora 13enne potesse essere sottartto dai genitori
per essere battezzato.
 La bolla Cum nimis absurdum del 1555 non arrivò mai a Livorno, dove l’Inquisizione era
molto limitata.
Non si trattava da parte dei governanti toscani di venir meno ai valori cattolici della Controriforma,
MA di adottare una strategia pragmatica ed efficace dato che le concessioni avevano ampie
ricadute commerciali e finanziarie e rispondevano a interessi molto consistenti.
1715: inizio lungo declino della supremazia di Livorno a causa della concorrenza con il porto di
Marsiglia.
La proprietà terriera opera come mezzo di integrazione delle famiglie ebraiche con la società
maggioritaria  integrazione sancita dall’inserimento di un deputato della nazione ebrea con
diritto di voto al pari dei deputati cristiani nel consiglio della magistratura livornese (1780).
La comunità livornese era dominata e amministarta da una ristretta oligarchia sefardita, spagnola e
soprattutto portoghese che escludeva gli ebrei italiani.
La “nazione ebrea” diviene presto la più numerosa e la più importante dal punto di vista
economico delle varie nazioni straniere a Livorno, unico esempio in Italia che non ebbe mai un
ghetto chiuso, MA un vero e proprio quartiere raggruppato attorno alla sinagoga nel quale i più
ricchi non risiedevano.
 Metà 600: comunità ebraica europea più grande della diaspora sefardita occidentale dopo
Amsterdam.

VENEZIA
Tarda ad accogliere stabilmente gli ebrei, già presenti dal X sec. 1385: prima condotta relativa al
prestito, MA 1394: 1° espulsione. Seguono alti e bassi  gli ebrei si stabiliscono sulla terra ferma,
dove però era forte la predicazione antigiudaica e dove vengono istituiti molti Monti di Pietà (enti
creditizi esenti da finalità di lucro e rivolti al piccolo prestito a breve termine).
Con la sconfitta dei veneziani ad Agnadello (1509) gli ebrei fuggirono dalla Terraferma verso
Venezia, protetta dalle sicure acque della laguna, dove questa volta poterono restare, dato che il
ceto dirigente veneziano era consapevole di non poter sopportare il duro contraccolpo
all’economia e al commercio estero che avrebbe causato una nuova espulsione.
 Nasce il primo ghetto della storia, Ghetto nuovo a Cannaregio (1516), in cui potevano
vivere solo i levantini. Nel 1573 il Consiglio dei Dieci invita gli ebrei spagnoli e portoghesi
che vivevano in Occidente a trasferirsi a Venezia offrendo loro un salvacondotto di 2 anni e
l’immunità dalle accuse di apostasia  ampliamento del ghetto: Ghetto Vecchio (1541).
Continua crescita demografica, soprattutto a partire dal secondo 600 per l’immigrazione dei
ponentini, soprattutto portoghesi  forte carattere cosmopolita della città.
Ebraismo a Venezia attivissimo sul piano culturale  editoria ebraica sempre più importante fino
ai primi decenni del 600 (decadenza per conflitti locali e concorrenza di Amsterdam).
Fine 400: stampatore ebreo Gresham (Girolamo) Soncino, che nel 1527 però si trasferisce
nell’Impero ottomano pe via della mutata situazione in Italia. Da qual momento, l’affare lucroso
dell’editoria ebraica rimane nelle mani dei cristiani:
1. Daniel Bomberg  Bibbia Rabbinica (1524-25) rimasta modello di tutte le edizioni
seguenti + più di 200 opere in ebraico, tra cui il Talmud, pubblicato integralmente, pur
essendo un libro considerato eretico dal Medioevo.
2. Marco Antonio Giustinian  tipografia concorrente nel 1545, MA il clima culturale
cambia, aumenta la censura.
3. Alvise Bragadin  apre la tipografia nel 1550, con G. rapporto di continue denunce
reciproche con risultati distruttivi per la cultura ebraica e italiana in genere.
 Decreto dell’Inquisizione del 1553: condanna, confisca e rogo pubblico di tutti i Talmud,
così l’invidia e la rivalità tra 2 uomini avevano provocato una catastrofe culturale.

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