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Il Rugby

Il nome di questo sport deriva dalla città di Rugby, in Scozia, dove nel 1823, durante una partita di football,

un giocatore di nome Webb Ellis, anziché calciare la palla, la raccolse da terra e cominciò a correre verso il

limite del campo, lasciando interdetti compagni e avversari. Sul vecchio muro del rugby College c’è tuttora

una lapide in onore di questo giocatore che, “calpestando” le regole di uno sport esistente, ne inventò uno

nuovo. Il regolamento del Rugby fu fissato formalmente nel 1846 e il primo incontro internazionale venne

disputato nel 1870, quando i capitani di cinque club scozzesi sfidarono, battendoli, quelli inglesi in una

partita dimostrativa. Da allora l’incontro Scozia – Inghilterra si ripeté ogni anno e in breve tempo divenne

uno degli eventi sportivi più importanti del Regno Unito. Il rugby, che è stato sport olimpico per sole quattro

edizioni dei Giochi ( 1900, 1908, 1920, 1924 ), si è diffuso soprattutto nell’Europa occidentale, in Oceania e

in Sudafrica; attualmente è giocato in 80 Paesi nel mondo. Il rugby femminile è uno sport piuttosto recente,

essendo iniziato nel 1983, ma ora conta più di 230 associazioni e 8000 iscritti nella sola Inghilterra. In Italia

si è affermata intorno agli anni ’30.

Si gioca su un campo rettangolare, con fondo in erba, le cui misure sono comprese fra i 90 - 100 m

di lunghezza e fra i 66 - 70 m di larghezza.

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Al centro del campo è tracciata la linea di metà campo; a 10 m dalla linea di metà campo e

parallelamente ad essa è tracciata una linea detta dei 10 m indicante il limite prima del quale la

palla, rimessa in gioco dopo una meta, non può atterrare. Parallelamente alla linea dei 10 m è

tracciata la linea dei 22 m, sulla quale viene posizionata la palla quando si deve calciare una

trasformazione, dopo aver segnato una meta.

L’area di meta è lo spazio dove il giocatore deve posare la palla per realizzare la meta. Sulla linea

di meta sono poggiati i pali della porta, che ha una caratteristica forma ad H; è posta al centro ed è

formata da due montanti uniti all’altezza dei 3 m da una sbarra orizzontale (traversa), lunga 5,6 m

Il rugby è caratterizzato da fondamentali individuali e fondamentali di squadra.

I fondamentali individuali sono quattro: il lancio, con una o due mani, all’indietro al compagno; la

presa, con una o due mani; il calcio, da fermo (o piazzato) o in movimento (drop e a seguire); il

placcaggio di fianco, da dietro, di fronte e alle caviglie.

Quando si calcia da fermo, si posiziona la palla in verticale a terra e si effettua il colpo calciando

dal basso verso l’alto con il collo del piede. In movimento, nel drop si deve far toccare terra alla

palla e calciare subito dopo; nel calcio a seguire si lascia andare la palla dalle mani e si calcia al

volo. A seguito del placcaggio di un giocatore, quest’ultimo deve abbandonare la presa della palla,

pena un calcio di punizione per fallo.

I fondamentali di squadra sono tre: il touche, la mischia (otto giocatori contro otto) e l’azione alla

mano. Nel primo fondamentale, i giocatori delle due squadre si dispongono su due file ad almeno 5

m dalla linea di touche, per catturare il pallone rimesso in campo con le mani dal giocatore della

squadra beneficiaria del fallo laterale.

Nella mischia, otto membri di una squadra e otto dell’altra, uniti con braccia intrecciate tra loro,

spingono in avanti, mentre con i piedi cercano di conquistare la palla lanciata in mezzo alla mischia

da un giocatore.

Con l’azione alla mano, uno o più giocatori corrono verso la linea di meta cercando varchi nella

difesa avversaria con passaggi orizzontali o avanzamenti centrali.

 Si gioca quindici contro quindici più i giocatori di riserva (massimo 7). Sono ammesse in totale sette
sostituzioni, sia per infortunio sia per motivi tecnici.

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 Il pallone è ovale, lungo circa 30 cm., pesante 400-450 g con una circonferenza massima di circa 78
cm.
 Una partita si svolge in due tempi di 40’ ciascuno. Vince chi fa più punti, che si conquistano
realizzando una meta (5 punti se si oltrepassa con il pallone tra le mani la linea di meta e si posa a
terra), una trasformazione (2 punti se si realizza il calcio piazzato ottenuto dopo aver segnato una
meta, indirizzando la palla tra i pali della porta e sopra la traversa), un calcio di punizione (3 punti se
si realizza il calcio piazzato assegnato per aver subito un fallo) o un drop (3 punti a chi calcia di
rimbalzo o al volo il pallone dentro la porta).

 La palla può essere passata con le mani ad un compagno di squadra solamente all’indietro; con i
piedi anche in avanti.

 Ogni protesta contro l’arbitro viene punita facendo arretrare la squadra di alcuni metri. L’azione
riprende allora dalla nuova posizione.

 Non si può placcare un avversario prendendolo per il collo.

 Il gioco è caratterizzato dall’utilizzo di una palla ovale. Ogni giocatore in possesso di palla può
correre, passare o calciare. Scopo della sua azione sarà avvicinarsi alla linea di meta avversaria per
realizzare una meta o un calcio in porta. La regola del fuorigioco impedisce di lanciare con le mani
la palla “in avanti”, sia volontariamente che per un errore di presa. Nel secondo caso (involontario)
l’azione viene punita con una mischia ordinaria; se l’azione viene giudicata volontaria verrà
assegnato un calcio di punizione a favore della squadra avversaria.

 Quando il pallone esce dalle linee laterali, va cioè in touche, viene rimesso in gioco da un giocatore
della squadra a cui spetta la palla dal punto indicato dal giudice di linea. La palla viene lanciata
esattamente in mezzo al corridoio formato da alcuni giocatori delle due squadre che si posizionano di
fronte al lanciatore, perpendicolare alla touche, tra le linee tratteggiate dei 5 e dei 15 m, e che si
contenderanno la palla saltando o sollevando un compagno nell’azione chiamata ascensore.

 L’arbitro non interrompe il gioco se un fallo o un’infrazione non tolgono la possibilità di un


vantaggio alla squadra avversaria. Se tale possibilità non concretizza (con il guadagno del pallone o
di terreno), al termine dell’azione l’arbitro può sanzionare la prima infrazione.

 Le linee perimetrali del campo sono le linee laterali (touch o touche) e quelle di meta; queste ultime,
insieme alle linee di “pallone morto”, delimitano l’area di meta. Altre linee sono tracciate nelle due
metà campo a 22 m dalla linea di meta e a 10 m dalla linea di metà campo.

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 Un placcaggio avviene quando il giocatore con la palla è trattenuto correttamente da uno o più
avversari e messo a terra. È proibito il “placcaggio alto”, che consiste nell’afferrare o trattenere
l’avversario al collo. Colui che ha subito il placcaggio, e cade a terra, deve liberarsi della palla, a
meno che non sia in prossimità della linea di meta e cerchi subito un “toccato a terra”.

 Quando una squadra in difesa è in difficoltà, con la palla nella propria area di meta, può ricorrere
all’”annullato”, effettuando un “toccato a terra”, che le dà diritto a un calcio di rinvio di drop.
Quando invece un difensore, nella propria area dei 22 metri, riceve al volo la palla proveniente da un
calcio o da un passaggio degli avversari, può gridare <<Mark!>>, azione che gli dà diritto a un
calcio di rinvio.
 Drop o calcio di rimbalzo, il giocatore colpisce la palla con il piede subito dopo che questa ha
toccato terra.
 Ruoli: 1 estremo, 4 trequarti, 1 mediano di mischia, 1 mediano di apertura, 8 avanti.
 Qualità fisiche necessarie:
o Forza tonica;
o Resistenza;
o Rapidità.
 Arbitri 3(1+2 giudici di linea).
 Terzo tempo. È il tempo che segue la fine della partita sul campo. Comincia con il saluto dei
vincitori agli sconfitti prima di andare negli spogliatoi e prosegue fuori dallo stadio, dove le squadre
si ritrovano per stare insieme (mangiando e bevendo), dimenticando le ostilità della partita.
 Il rugby a 7 è molto praticato a livello giovanile e scolastico (c’è anche una versione da spiaggia), e
sarà introdotto alle Olimpiadi a partire da Rio de Janeiro 2016. Le regole che lo differenziano dal
rugby a 15 sono:
o Una squadra è composta da 7 giocatori (3 avanti, 1 mediano e 3 trequarti).
o La partita ha la durata di due tempi da 7 minuti ciascuno. In caso di parità si gioca un tempo
supplementare nel quale chi segna per primo vince.
o La trasformazione dopo una meta deve essere effettuata con un calcio in drop, cioè la palla
va colpita appena dopo un rimbalzo a terra.
o La mischia è composta da 3 giocatori per ogni squadra; la touche da 2 giocatori per squadra.
o È la squadra che segna quella che rimetterà il pallone in gioco con un calcio di drop dal
centro campo.

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Lo sport si presenta
Palla ovale e terzo tempo
Un pallone ovale, una porta a forma di H e la mischia. Nel 1823 nasce questo sport,
quasi per caso, come ricorda, sul muro del Rugby College, una targa dedicata a chi
per primo, durante una partita di football raccolse il pallone da terra e invece di
calciarlo lo portò a fine campo. “Così giocano a Rugby” dissero e ben presto diventò
“così giocano il rugby” dando definitivamente il nome a questo sport, duro, di grande
impatto e furore agonistico ma basato su valori come lealtà e rispetto dell’avversario.
È il rito del terzo tempo ne è la prova: al fischio dell’arbitro a fine partita e qualunque
sia il risultato, le due squadre si ritrovano insieme per condividere un pasto o una
bevuta. Si superano le rivalità sportive in un clima di amicizia e divertimento
collettivo di giocatori, famiglie e tifosi. Questo momento è sacro, tanto che vicino a
molti campi da rugby è prevista la “Club House”, un vero pub dove trascorrere il
terzo tempo. Nel Torneo delle sei Nazioni, il torneo di rugby più importante a livello
europeo, il terzo tempo è una grande manifestazione organizzata dalla federazione
ospitante con musica e stand gastronomici.
L’Italia gioca a rugby da fine 1800. Questa disciplina è sempre più in crescita sia
come numero di atleti sia, grazie a media e trasmissioni sportive, come appassionati.
Sono tante le scuole che insegnano il rugby, per bambini e bambine. Pare, infatti, che
queste ultime siano più portate dei maschi e, ad alti livelli, il rugby femminile, più
tecnico che di forza, rende le partite molto interessanti.

Uno dei giocatori più forti di rugby è stato Diego Dominguez, capitano della
Nazionale italiana che nel 2000 esordì ufficialmente nel Torneo, da quel momento in
poi chiamato sei Nazioni, insieme a squadre leggendarie come Galles, Scozia,
Inghilterra, Irlanda e Francia. Dal 2007 anche la Nazionale femminile ha il suo
Torneo 6 Nazioni.

Un momento da ricordare
La grande vittoria del 1997
Grenoble, stadio Lesdiguières, 27 marzo 1997. Finale di Coppa Fira, campionato
europeo di rugby per Nazioni, Italia contro Francia, la squadra più forte, vincitrice di
tutte le partite anche quando mandava in campo le riserve.
Peccato che questa Francia, in finale con i titolari migliori, si sia trovata l’Italia più
agguerrita degli ultimi tempi. Un gruppo di giocatori uniti e con un unico obiettivo:
dare il massimo e qualcosa di più per portare a casa quella Coppa e dimostrare che si
poteva ambire a trovare un posto anche nel più blasonato Torneo 6 Nazioni.

Un Dominguez mostruoso, un Troncon grande mediano di mischia, il tallonatore


Orlandi, poi Gardner, Vaccari, Croci e infine l’indimenticabile Ivan Francescato, uno
dei più forti al mondo nel ruolo dei tre quarti centro, il primo a segnare, dopo appena
5 minuti, la prima delle mete che avrebbero portato quella Nazionale nel gradino più
alto d’Europa. Italia batte Francia 40 a 32.

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CURIOSANDO
Una regola che caratterizza questo sport è che nessuno all’infuori del capitano può
parlare e tanto meno contestare l’arbitro. Se qualcuno lo fa, tutta la squadra viene
penalizzata.

I valori del Rugby


Forza fisica e fair play
Nobiltà, lealtà, senso di responsabilità, rispetto dell’avversario,determinazione,
coraggio: questo è il patrimonio di valori che trasmette il gioco del rugby e che lo fa
apprezzare da bambini e genitori.
Il rugby negli ultimi anni è cresciuto soprattutto nella fascia d’età che va 6 ai 12 anni.
All’inizio si gioca senza porte, senza mischie, senza colpi e con numero ridotto di
giocatori, maschi e femmine insieme, per favorire lo sviluppo motorio. Anche
minirugby c’è il terzo tempo dove bambini e genitori di entrambe le squadre fanno
amicizia fra loro. Fin da piccoli imparano che in squadra c’è spazio per tutti e
chiunque, a prescindere dalla stazza può trovare il ruolo adatto.
Inoltre, una regola federale del rugby, amatoriale e agonistico, prevede che i giocatori
delle due squadre, presenti in campo e in panchina, giochino la partita. Questo
favorisce lo spirito di squadra e il coinvolgimento di tutti.

CURIOSANDO
Un detto popolare inglese recita:”il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da
villani; il rugby è uno sport da villani giocato da gentiluomini”.

La giusta alimentazione
Alimenti per ogni ruolo
Ogni ruolo in campo richiede una specifica caratteristica fisica: forza pura se sei un
pilone o velocità se giochi da ala. Tutti però devono allenarsi per potenziare i muscoli
degli arti inferiori e superiori e migliorare corsa, scatti e ripetute. Un’alimentazione
bilanciata con carboidrati, proteine, pochi zuccheri e una discreta quota di grassi
vegetali è fondamentale per la preparazione atletica del rugbista. L’alimentazione può
prevedere fino a 6 pasti al giorno con 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) e 2
– 3 spuntini durante la giornata. Il riso e le patate sono da preferire alla pasta perché
più digeribili. La carne è fondamentale per il recupero muscolare oltre al pesce, uova
e formaggio e verdure condite con olio extravergine di oliva. Infine, non bisogna
dimenticare mai di assumere almeno un litro di acqua per ogni ora di allenamento o
partita fatta durante il giorno.

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