Sei sulla pagina 1di 10

IL CONTO ECONOMICO

Il conto economico è uno dei documenti che compongono il bilancio d’esercizio di


un’impresa. Più precisamente, il conto economico mette in luce il risultato
economico dell’esercizio in questione nel periodo di riferimento, ottenuto dalla
differenza tra costi e ricavi. In base a ciò che emerge, l’esercizio può essere in utile (i
ricavi sono maggiori dei costi) o in perdita (i costi superano i ricavi). Il Codice civile
ha raggruppato i componenti positivi e negativi in relazione a date aree gestionali,
che permettono di calcolare i risultati di tali aree per somma algebrica dei risultati:

1) gestione tipica (caratteristica) ed accessoria a cui appartengono i valori iscritti


nelle macroclassi A) valore della produzione e B) costi della produzione.

2) gestione finanziaria a cui appartengono le macroclassi C) proventi e oneri


finanziari e D) rettifiche di valore di attività finanziarie; 3) gestione straordinaria a cui
appartiene la macroclasse E) proventi e oneri straordinari.
La differenza tra valore e costo della produzione dà luogo ad una grandezza che, in
linea di massima, è assimilabile al reddito operativo, fatta eccezione per i
componenti di natura accessoria.

La gestione straordinaria e la gestione finanziaria possono rilevare utili informazioni


a chi, ad esempio, avendo a disposizione una somma di denaro, si trova a dover
decidere se investire o meno i suoi risparmi in una società.

Infatti una società con utile positivo a fine periodo, se questi è determinato da
proventi straordinari, proprio per la loro natura, non necessariamente si replicherà
negli esercizi successivi.

Allo stesso modo, il risultato operativo positivo di una società può essere
compromesso dal risultato di gestione finanziaria se questi è determinato da elevati
oneri finanziari (società altamente indebitata).

Il principio contabile OIC n. 12 ha stabilito che le plusvalenze e le minusvalenze si


considerano “ordinarie”(=gestione tipica) in presenza di un evento ricorrente e
trovano iscrizione, rispettivamente, alle voci A5 e B14 del Conto economico; si
considerano “straordinarie”(=gestione straordinaria) in presenza di un evento
eccezionale e trovano iscrizione alle voci E20 e E21 del Conto economico.
LA FORMA

Quanto alla forma, il prospetto di Conto economico è “scalare” e consente


l’immediata lettura dei risultati intermedi delle gestioni aziendali ed ha l’indiscusso
vantaggio di dare un’idea più immediata di quali siano i contributi delle diverse
gestioni alla formazione del risultato di periodo (un eventuale forma a “sezione
divise e contrapposte” del CE avrebbe consentito l’immediata lettura soltanto del
totale dei componenti positivi e negativi di redditi e del risultato di periodo).

Lo schema di conto economico ha una struttura scalare e i costi vengono classificati


per natura. È suddiviso in quattro sezioni (A, B, C, D), ognuna delle quali comprende
diverse voci, le principali sono:
IL CONTENUTO art. 2425 c.c.

Quanto al contenuto, previsto dall’art. 2425, lo schema che segue è obbligatorio,


tuttavia, sono consentiti adattamenti, come prevede l’art. 2423-ter, come già riferito
per lo schema dello stato patrimoniale.

Schema di conto economico ai sensi dell’art. 2425 c.c.

A) Valore della produzione:

1) ricavi delle vendite e delle prestazioni;


2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;
3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione;
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio.

Totale.

B) Costi della produzione:

6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci;


7) per servizi;
8) per godimento di beni di terzi;
9) per il personale:
a) salari e stipendi;
b) oneri sociali;
c) trattamento di fine rapporto;
d) trattamento di quiescenza e simili;
e) altri costi;
10) ammortamenti e svalutazioni:
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali;
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali;
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni;
d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità
liquide;

11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;


12) accantonamenti per rischi;
13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione.

Totale.

Differenza tra valore e costi della produzione (A – B).

C) Proventi e oneri finanziari:


15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese
controllate e collegate; 16) altri proventi finanziari:

a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da


imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti;

b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni;


c) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese
controllate e collegate e di quelli da controllanti;

17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese
controllate e collegate e verso controllanti;

17-bis) utili e perdite su cambi.

Totale (15 + 16 - 17 + - 17 bis).


D) Rettifiche di valore di attività finanziarie:

18) rivalutazioni:

a) di partecipazioni;

b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;

c) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;

19) svalutazioni:

a) di partecipazioni;

b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;

c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni.

Totale delle rettifiche (18 – 19).

E) Proventi e oneri straordinari:

20) proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni i cui ricavi
non sono iscrivibili al n. 5);

21) oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni, i cui effetti
contabili non sono iscrivibili al n. 14), e delle imposte relative a esercizi precedenti.

Totale delle partite straordinarie (20 – 21).

Risultato prima delle imposte (A – B + - C + - D + - E).

22) Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate;

23) utile (perdita) dell’esercizio.

Lo schema descritto prevede tre livelli di voci, in base al loro grado di analisi:

- le macroclassi, precedute da lettere maiuscole dell’alfabeto, che


rappresentano le voci più sintetiche del prospetto;

- i conti, preceduti da numeri arabi;


- i sottoconti, preceduti da lettere dell’alfabeto minuscole, che rappresentano
le voci più analitiche del prospetto.

Si ricorda che mentre le macroclassi non possono essere mai modificate, gli altri due
livelli devono essere adeguati alla particolare natura dell’azienda.

Osservazioni:

Si tenga presente che:

Vendite e acquisti al netto delle rettifiche

Tanto i ricavi di vendita di merci e prodotti quanto i costi di acquisto di merci e


materie vanno iscritti nel conto economico già al netto delle eventuali rettifiche,
quali resi, abbuoni, ribassi e premi.

Variazioni delle rimanenze di magazzino

Nel conto economico civilistico le rimanenze vengono divise in due categorie:

1-prodotti finiti, prodotti in corso di lavorazione, semilavorati, lavori in corso su


ordinazione la variazione viene iscritta nel Valore della produzione:

- se RF > RI incremento segno positivo


- se RF < RI decremento segno negativo

2-materie prime, sussidiarie, di consumo, merci, imballaggi non durevoli la


variazione viene iscritta nei Costi della produzione:

- se RF > RI incremento segno negativo


se RF < RI decremento segno positivo
Esempio
Beni in rimanenza Rimanenze iniziali Rimanenze finali

Prodotti 70.000 75.000


Semilavorati 23.000 20.000
Prodotti in corso di lavor. 18.000 18.000

Nella voce A) 2 del conto economico civilistico si procede alle seguenti iscrizioni:

Variazioni delle rimanenze:

Prodotti + 5.000

Semilavorati - 3.000

Non si iscrivono invece i prodotti in corso di lavorazione, in quanto non si è verificata


alcuna variazione tra rimanenze finali e rimanenze iniziali.

Beni in rimanenza Rimanenze iniziali Rimanenze finali

Materie prime 37.000 39.000


Materiali di consumo 9.000 8.400
Imballaggi non durevoli 2.700 2.700

Nella voce B) 11 del conto economico civilistico si procede alle seguenti iscrizioni:

Variazioni delle rimanenze:

Materie prime - 2.000

Materiali di consumo + 600

Non si iscrivono invece gli imballaggi non durevoli, in quanto non si è verificata
alcuna variazione tra rimanenze finali e rimanenze iniziali.
Plusvalenze e minusvalenze da alienazioni

L’art. 2425 prevede la seguente distinzione:

- plusvalenze e minusvalenze di natura ordinaria (relativa alla cessione di beni


durevoli che rientrano nell’attività ordinaria dell’impresa, quali la vendita di un
impianto), inserite rispettivamente nel valore della produzione alla voce 5 (altri
ricavi e proventi) e nei costi della produzione alla voce 14 (oneri diversi di
gestione);
- plusvalenze e minusvalenze di natura straordinaria (relativa alla cessione di
beni estranei all’attività caratteristica aziendale, quali di immobili civili, oppure in
relazione alla cessione di beni strumentali di notevole rilevanza rispetto alla totalità
dei beni strumentali stessi), inserite nei proventi e oneri straordinari
rispettivamente alla voce 20 (proventi) e 21 (oneri).

Stato patrimoniale e conto economico: perché entrambi?

Abbiamo chiarito la differenza tra stato patrimoniale e conto economico. Resta ora
da capire perché è necessario inserire entrambi all’interno del bilancio di esercizio.

Di fatto, ogni azione dal punto di vista gestionale dell’impresa deve trovare riscontro
e quindi essere rappresentato all’interno del bilancio di esercizio, traducendolo nel
linguaggio numerico.

Solo tenendo traccia di ogni singolo evento, anche il più piccolo, che produce degli
effetti ai fini monetari, è possibile giungere a una gestione responsabile delle risorse
e dell’intera azienda.

Stato patrimoniale e conto economico sono essenziali alla definizione di una


situazione finanziaria chiara, che sarà poi usata per determinare il carico fiscale.
Oltre a fornire i propri dati all’erario, stato patrimoniale e conto economico e quindi
il bilancio risultano essere estremamente utili per tenere sotto controllo la
situazione nel suo complesso.

Spesso gli imprenditori si limitano, per mancanza di tempo o assenza di


informazioni, a delegare completamente il tutto al commercialista.

Questo però non gli da la possibilità di controllare ed intervenire in tempo reale.

Uno strumento come il bilancio torna invece utile se utilizzato in modo diverso.

Questo perché fornisce una misura tangibile di quello che è stato fatto nel corso
dell’anno, dando così la possibilità di aggiustare il tiro, migliorarsi o invece
continuare sulla stessa strada.

Potrebbero piacerti anche