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Struttura e contenuto

del bilancio d’esercizio

Argomenti trattati

-Finalità del bilancio d’esercizio


-Riferimenti normativi
-Le norme generali sul bilancio

Prof.ssa Graziosi Maria


Che cos’è il bilancio?

“Documento aziendale di sintesi, di derivazione contabile, rivolto a vari destinatari,

che rappresenta in termini consuntivi e con periodicità annuale le modalità di


determinazione del reddito prodotto e la consistenza del patrimonio di
funzionamento”.

1. E’ il documento sul quale confluiscono le rilevazioni sistemiche effettuate


tramite la CO.GE. (COntabilità GEnerale)

2. E’ il documento attraverso il quale è possibile determinare il reddito


d’esercizio e il capitale di funzionamento.

3. E’ un documento prevalentemente finalizzato al soddisfacimento delle


esigenze informative di un insieme eterogeneo di soggetti.

4. E’ lo strumento attraverso il quale si ricavano informazioni esaurienti ed


attendibili sulle vicende economico-aziendali dell’impresa

Il primissimo strumento di: comunicazione verso l’esterno


• misurazione dei La necessaria evoluzione per:
risultati • Governare la complessità
• rappresentazione dello • Supportare la presa di decisioni
stato di salute
aziendale
Finalità del bilancio d’esercizio

- strumento di conoscenza sui fatti della gestione sia verso interlocutori interni
(è una delle informazioni per gli azionisti o “Stockholders” alta direzione …)
che esterni (è spesso l’unica fonte di informazione per i vari portatori di
interesse o“Stakeholders”).
- strumento di comportamento: il bilancio è base informativa per assumere
decisioni, ad esempio i dividendi, le stock options…;
- strumento di comunicazione, ma attenzione ai comportamenti opportunistici.

Caratteristiche del bilancio:


- ordinario: deve essere fatto ogni anno;
- annuale: fa riferimento al periodo di un anno;
- consuntivo;
- esterno: i suoi destinatari sono sia interni che esterni all’impresa (quali finanziatori,
fornitori e clienti).
I PRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO

In Italia i principi legali di redazione del bilancio attualmente in vigore sono stati
introdotti dal D. Lgs. n. 127 del 9 aprile 1991. I principi introdotti nel Codice civile
assumono un diverso grado di importanza.

Il Codice civile rappresenta la forma più importante delle norme sul bilancio e si
occupa del bilancio agli articoli 2423-2435-bis. La suddetta disciplina giuridica deriva
da quella contenuta nella quarta Direttiva CEE sui conti annuali. I Principi contabili
sono emanati da organismi professionali di categoria e vanno anche sotto il nome di
“prassi contabile”. I principi contabili disciplinano sia la parte formale del bilancio
(schemi di rappresentazione) sia la parte sostanziale (criteri e metodologie di
valutazione), con maggiore sensibilità ed estensione rispetto a quanto non possa
fare la norma civilistica, la quale, per natura, deve essere necessariamente sintetica.

La stesura di tali principi consente di seguire con maggiore tempismo e velocità,


rispetto alla disciplina giuridica, l’evoluzione della prassi contabile sul bilancio. L’ente
che promulga i Principi contabili nel nostro Paese è l’OIC (Organismo Italiano di
Contabilità), che dal 2001 svolge il ruolo prima svolto dal Consiglio Nazionale dei
Dottori Commercialisti e dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri. Fuori dal nostro
Paese, gli organi internazionali più importanti che emanano Principi contabili sono lo
IASB (a livello internazionale) e il FASB (per il mercato statunitense). Se la prassi
contabile rappresenta lo studio del bilancio che segue un procedimento induttivo,
ovvero che parte dalla realtà concreta delle imprese per sviluppare la disciplina
relativa, la teoria espressa dal pensiero economico-aziendale rappresenta la
modalità che si rifà al procedimento deduttivo, ovvero parte dalle finalità di studio
per sviluppare le proposizioni conseguenti. La normativa della disciplina fiscale per il
calcolo delle imposte dirette da versare all’Erario è contenuta nel Testo unico delle
imposte sui redditi (T.U.I.R.) e permette di far chiarezza su alcune poste di natura
tributaria che sono presenti all’interno dello Stato Patrimoniale e nel Conto
Economico.

In caso di contrasto tra tali principi, deve essere rispettata la seguente gerarchia: a)
principi fondamentali; b) principi generali di redazione; c) principi applicati.

A) I PRINCIPI FONDAMENTALI ART. 2423 C.C.

1) Rappresentazione veritiera e corretta

“Il bilancio deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione


patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico
dell’esercizio. …. Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione
degli articoli seguenti è incompatibile con la rappresentazione veritiera e
corretta, la disposizione non deve essere applicata”. Tale principio
stabilisce:

a) l’oggetto della rappresentazione del bilancio d’esercizio: è costituito


dalla situazione patrimoniale, finanziaria e economica della società, riferite
ad un dato esercizio;

b) le modalità con cui detta rappresentazione deve avvenire, ossia in


modo: - veritiero, per le operazioni che determinano dei valori oggettivi,
misurabili da variazioni finanziarie certe o assimilate;

- corretto, per le operazioni aziendali, di regola non ancora completate,


che determinano invece valori privi del requisito dell’oggettività, in quanto
misurabili da variazioni finanziarie presunte oppure in quanto addirittura
mancanti di variazioni finanziarie1 (non di tipo “veritiera”, stante l’assenza
di un unico valore misurabile da una variazione finanziaria certa o
assimilata) applicazione ragionevole dei criteri di valutazione previsti dallo
stesso c.c.

c) la deroga obbligatoria, nel caso di contrasto tra il principio


fondamentale e i principi generali di redazione del bilancio.

Le norme del Codice Civile dirette a salvaguardare la rappresentazione


veritiera e corretta del bilancio sono le seguenti:

- 3° comma dell’art. 2423, relativo alla richiesta di informazioni


complementari

- 4° comma dell’art. 2423, relativo al divieto di applicare le norme


successive all’art. 2423, se tali norme sono in contrasto con la
rappresentazione veritiera e corretta

- art. 2423-bis, relativo ai principi di redazione del bilancio


- art. 2426, relativo ai criteri di valutazione delle distinte attività e passività
di bilancio.

2) Chiarezza “Il bilancio deve essere redatto con chiarezza”. Il secondo tra i
due principi fondamentali riguarda le modalità di rappresentazione dei
valori nel bilancio. La chiarezza di un bilancio viene intesa nel duplice
significato di comprensibilità (attraverso l’utilizzo di forme contabili di
facile lettura) e di completezza dello stesso (il bilancio deve evidenziare
tutte le operazioni verificatesi in un dato periodo, senza porre in essere dei
raggruppamenti o dei compensi di partite) adozione degli schemi
obbligatori di bilancio previsti dal Codice civile.

Le norme del Codice Civile dirette a realizzare e garantire la chiarezza


formale del bilancio sono le seguenti:

- art. 2423-ter, relativo alla struttura dello Stato Patrimoniale e del Conto
economico

- art. 2424, relativo al contenuto dello Stato Patrimoniale

- art. 2424-bis, che detta disposizioni relative a singole voci dello Stato
Patrimoniale

- art. 2425, relativo al contenuto del Conto Economico

- art. 2425-bis, relativo all’iscrizione di ricavi e proventi, costi ed oneri, nel


Conto Economico.
B) I PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONE DEL BILANCIO ART. 2423- BIS C.C.

1- Prudenza “La valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza.

Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura


dell’esercizio. Si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza
dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo”. Il principio di
prudenza comporta come diretta conseguenza la necessità di non sopravvalutare il
reddito prodotto, al fine di tutelare i creditori sociali che, nelle società di capitali, in
caso di insolvenza della società, possono fare affidamento solo sul patrimonio della
stessa valutazioni di tipo prudenziale, tali da evitare una sopravvalutazione dei
componenti positivi di reddito o delle attività oppure una sottovalutazione dei
componenti negativi di reddito o delle passività i ricavi vengono imputati al relativo
bilancio, solo se realizzati entro la data di chiusura dello stesso periodo, mentre i
costi vanno imputati al bilancio, anche se non ancora sostenuti entro la fine del
periodo ed anche se conosciuti dopo la fine dello stesso periodo, ma prima della
redazione del bilancio, purché: - risultino di competenza economica del periodo in
chiusura; - risultino certi o almeno probabili nel loro verificarsi.

2- Continuazione dell’attività aziendale (o going concern).

“La valutazione delle voci deve essere fatta nella prospettiva della continuazione
dell’attività”. Debbono essere adottati i criteri di valutazione per la corretta
determinazione del patrimonio di funzionamento nonché del collegato reddito
prodotto. Infatti i beni a disposizione dell’impresa in funzionamento non hanno un
valore di per se stessi ma lo derivano dal fatto di essere strumentali alla produzione
del reddito. (altrimenti valori di liquidazione = di realizzo, non di funzionamento). La
continuità va verificata all’atto della redazione del bilancio.

3- Valutazione della funzione economica degli elementi dell’attivo e del passivo.


“La valutazione delle voci deve essere fatta tenendo conto della funzione economica
dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato”. l’elemento prevalente nella
rilevazione contabile deve essere costituito di regola dalla sostanza economica
dell’operazione e non invece dall’aspetto formale della stessa, costituito dalla sua
rappresentazione giuridica e contrattuale.

4-Realizzazione

Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura


dell’esercizio. Il principio della realizzazione è un corollario del principio di prudenza
e, letti congiuntamente, formano il citato Principio di dissimmetria.  Obiettivo:
garantire la salvaguardia dell’equilibrio economico e evitare distribuzioni di utili non
realizzati.

5-Competenza economica

“Si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio,
indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento”. In base a tale
principio, le operazioni aziendali vanno imputate ai periodi, e quindi ai bilanci, a cui
esse si riferiscono sotto l’aspetto economico, a prescindere quindi dalle relative
variazioni finanziarie. In base al principio di competenza economica si considerano: -
i ricavi in base al principio di realizzazione; - i costi in base al principio “di
correlazione” con i ricavi.

6-Valutazione separata delle poste di bilancio.

Gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente. Questo principio vieta di compensare la mancata svalutazione di
alcune voci di bilancio, imposta dal Codice civile in applicazione del principio di
prudenza, con la mancata rivalutazione di altre voci, non ammessa dal Codice civile
sempre in applicazione al medesimo principio di prudenza. Qualora una merce in
magazzino venga svalutata di un dato importo non è quindi ammesso compensare
tale svalutazione con la rivalutazione (non consentita) di un’altra merce presente in
magazzino. Occorre pertanto svalutare la prima merce e non rivalutare la seconda.

7-Costanza di applicazione dei criteri di valutazione

I criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro. Questo


principio prevede la continuità di applicazione nel tempo dei principi contabili e dei
criteri di valutazione, per agevolare il confronto dei risultati conseguiti nei diversi
periodi.

C) I PRINCIPI APPLICATI

I principi applicati riguardano:

1) le regole formali di rappresentazione delle voci di bilancio in merito agli


schemi di stato patrimoniale e di conto economico;

2) le regole sostanziali di valutazione delle stesse voci.


L’aspetto meramente formale del bilancio riguarda gli schemi di presentazione dello
stesso.

L’aspetto sostanziale del bilancio riguarda le regole di valutazione e delle varie


attività e passività di fine esercizio, dalle quali deriva il capitale di funzionamento.
Per dare, però, un senso compiuto alle norme riguardanti il contenuto del bilancio,
occorre prima collegarle alla finalità, posta a monte, nel Codice Civile, della
disciplina riguardante sia l’aspetto formale del bilancio che il suo aspetto
sostanziale.

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