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● Le onde meccaniche

Le onde meccaniche sono perturbazioni che si propagano in un mezzo elastico trasportando energia ma
non materia.
La propagazione delle onde meccaniche: onde trasversali e onde longitudinali
Le onde meccaniche possono essere di due tipi
● onde trasversali
○ la direzione dell’oscillazione delle particelle del mezzo è perpendicolare alla direzione di
propagazione dell’onda
● onde longitudinali
○ la direzione dell’oscillazione e la direzione di propagazione dell’onda sono parallele
Le onde periodiche
Le onde periodiche
● sono oscillazioni che si ripetono con regolarità
● Il loro profilo è una sinusoide
● sono caratterizzate da
○ ampiezza
■ è lo spostamento massimo di un punto rispetto alla posizione di quiete e si misura in
metri (m)
○ periodo (T)
■ è la durata di un’oscillazione completa e si misura in secondi (s)
○ frequenza (f)
■ è il numero di oscillazioni compiute in un secondo
■ è l’inverso del periodo e si misura in hertz (Hz)
○ lunghezza d’onda (λ)
■ è la distanza tra due creste o tra due ventri
■ è lo spazio percorso dall’onda in un periodo e si misura in metri (m)
○ velocità dell’onda
■ è il rapporto tra la lunghezza d’onda e il periodo
■ si misura in metri al secondo (m/s)

poiché la frequenza è l’inverso del periodo, possiamo scrivere

3 I fenomeni ondulatori
È possibile analizzare molti fenomeni legati alle onde con
lo strumento chiamato ondoscopio
Tutti i tipi di onde danno origine ad alcuni fenomeni ondulatori

✔ la riflessione

✔ la rifrazione

✔ L’interferenza

✔ la diffrazione
Riflessione
Ponendo una sbarretta nella vaschetta dell’ondoscopio che funga da ostacolo per le onde si
osserva che

✔ i fronti d’onda che provengono dalla sorgente incontrano la sbarretta con un certo angolo

✔ generano altri fronti d’onda in direzione diversa


Riflessione
Ponendo una sbarretta nella vaschetta dell’ondoscopio che funga da ostacolo per le onde si
osserva che

✔ i fronti d’onda che provengono dalla sorgente incontrano la sbarretta con un certo angolo

✔ generano altri fronti d’onda in direzione diversa


Si verifica sperimentalmente che
Le direzioni di propagazione dell’onda incidente e dell’onda riflessa formano angoli uguali con la perpendicolare alla sbarretta
posta nell’acqua
Rifrazione
Ponendo una lastra spessa sul fondo della vaschetta dell’ondoscopio

✔ quando l’onda entra nella zona di minore profondità si osserva un netto


cambiamento della direzione

✔ questo avviene per angoli di incidenza compresi tra 0° e 90°


Diffrazione
Creando una fenditura fra due ostacoli si osserva che oltre la fenditura si formano onde circolari
Interferenza
Osservando le onde circolari generate da due fenditure si osserva che le onde
interagiscono fra loro sovrapponendosi
7 Le onde sonore
La generazione del suono
Tutti i corpi in grado di vibrare e quindi di emettere suoni sono sorgenti sonore
Le vibrazioni delle sorgenti sonore

✔ si propagano in un mezzo

✔ modificano la densità locale dell’aria creando successive compressioni e


decompressioni
Il suono è un’onda longitudinale generata dalle vibrazioni di un corpo che determinano successive compressioni e
decompressioni dell’aria
La propagazione del suonoLe onde sonore non si propagano nel vuoto
✔ creando il vuoto in una campana di vetro il suono del campanello non viene
percepito
La velocità del suono
La velocità del suono
✔ è costante

✔ dipende dal mezzo materiale e dalle sue condizioni fisiche


Nell’aria, alla temperatura di 20 °C e alla pressione di 1 atm, la velocità del
suono è di circa 340 m/s
Le caratteristiche del suono
Le onde sonore sono caratterizzate da una serie di grandezze
Altezza
✔ il suono più acuto (alto) ha una frequenza maggiore

✔ il suono più grave (basso) ha una frequenza minore

✔ il nostro orecchio è in grado di percepire suoni compresi all’incirca tra 20 Hz e


20 000 Hz

– ai suoni di frequenza inferiore a 20 Hz diamo il nome di infrasuoni

– a quelli di frequenza superiore a 20 000 Hz diamo il nome di


ultrasuoni
Intensità
✔ è identificata con il “volume”

✔ dipende dall’ampiezza dell’onda, cioè dall’energia trasportata


Timbro
✔ è ciò che caratterizza il suono di uno strumento e la sua forma d’onda

✔ è determinato dalla somma della frequenza fondamentale e delle frequenze


armoniche
Intensità sonora
✔ è il rapporto tra la potenza P che attraversa una determinata superficie
perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda e l’area S della
superficie stessa

✔ nel SI si misura in watt al metro quadrato (W/m2)

✔ rappresenta la quantità di energia, in joule, che giunge ogni secondo


su una superficie di
Sensazione sonora
L’intensità sonora più debole che il nostro orecchio può percepire e quella più forte sono
rispettivamente uguali a:

✔ si misura in decibel (dB)

✔ tiene conto della sensibilità del nostro orecchio

– si va da 0 dB (soglia di udibilità) a 120 dB (soglia del dolore) e oltre

8 La riflessione e la diffrazione del suono


La riflessione dell’onda sonora
Il fenomeno dell’eco è dovuto alla riflessione delle onde sonore (per esempio contro una parete
rocciosa)
La relazione tra la distanza d della parete, la velocità v del suono e il tempo t dopo il quale
sentiamo l’eco è

Ecografia, ecocardiogramma, ecoscandaglio (SONAR) sono strumenti o attività che hanno come
principio di base la riflessione delle onde sonore
La diffrazione dell’onda sonora
La diffrazione del suono
✔ è il fenomeno per cui un’onda riesce a superare ostacoli a patto che le
dimensioni di tali corpi siano dello stesso ordine di grandezza della lunghezza
d’onda del suono
✔ può essere ridotta operando nel campo degli ultrasuoni

– sonar naturale dei pipistrelli


9 L’effetto Doppler
L’effetto Doppler è il fenomeno che si verifica quando la sorgente di un’onda sonora e
l’osservatore sono in moto l’uno rispetto all’altro
Osservatore fermo, sorgente in moto
La frequenza percepita dall’osservatore

✔ aumenta quando la sorgente si avvicina

✔ diminuisce quando si allontana

Sorgente ferma, osservatore in moto


La frequenza percepita dall’osservatore

✔ aumenta se l’osservatore si avvicina alla sorgente

✔ diminuisce se si allontana

1 La natura e la propagazione della luce


La luce: onda o corpuscolo?
Sono stati proposti due modelli per spiegare la natura della luce
✔ il modello ondulatorio

– Huygens, Hooke

✔ il modello corpuscolare

– Newton
Il modello corpuscolare
Il modello corpuscolare considera la luce come un insieme di particelle fisiche
Le particelle
✔ non interagiscono reciprocamente

✔ si muovono insieme in raggi lungo traiettorie rettilinee

✔ obbediscono alle leggi della meccanica e ai principi di conservazione


Il modello corpuscolare spiegava
✔ la propagazione rettilinea della luce

✔ la formazione delle ombre

✔ la riflessione della luce


Il modello ondulatorio
Il modello ondulatorio considera la luce come un’onda
L’onda luminosa si può propagare

✔ nei materiali

✔ nel vuoto
Il modello ondulatorio spiegava

✔ la riflessione

✔ la rifrazione

– fu il modello vincente per buona parte dell’Ottocento


L’effetto fotoelettrico e il dualismo onda-corpuscolo
Nel 1905 Einstein spiegò l’effetto fotoelettrico ipotizzando che la luce fosse
composta da particelle chiamate fotoni
✔ ogni elettrone viene emesso dall’atomo del metallo quando un fotone
urta l’elettrone allontanandolo dal nucleo
– il modello corpuscolare tornò ad assumere credibilità
L’avvento della meccanica quantistica conciliò i due modelli della luce con
l’ipotesi del dualismo onda-corpuscolo
La luce evidenzia in certi fenomeni un comportamento corpuscolare, in altri un comportamento
ondulatorio
La propagazione della luce
Un corpo che emette luce propria è una sorgente di luce o corpo luminoso
Invece corpi colpiti dalla luce
✔ sono chiamati corpi illuminati

✔ si distinguono in

– corpi trasparenti

– lasciano passare la luce al loro interno

– corpi opachi

– fermano la luce, assorbendola

– corpi traslucidi

– lasciano passare la luce ma non permettono di distinguere gli


oggetti attraverso di essi
La luce si propaga in linea retta
L’esperienza comune mostra che la luce si propaga in linea retta
✔ La luce emessa da una sorgente luminosa puntiforme è rappresentabile come
una serie infinita di raggi luminosi che da essa si diparte in tutte le direzioni
La velocità della luce
La velocità della luce nel vuoto è una costante (c) ed è pari a
La velocità della luce
✔ è una velocità limite
✔ è costante e indipendente dal sistema di riferimento
✔ all’interno di un mezzo si riduce ed è pari a

– n è l’indice di rifrazione del mezzo (numero puro)


2 Riflessione e diffusione della luce
Le leggi della riflessione
Un insieme di raggi di luce costituisce un fascio di luce
✔ inviando un fascio di luce contro uno specchio si verifica il
fenomeno della riflessione
Prima legge della riflessione
Il raggio incidente, il raggio riflesso e la perpendicolare alla superficie riflettente
giacciono nello stesso piano
Seconda legge della riflessione
L’angolo che il raggio incidente forma con la perpendicolare alla superficie nel punto di
incidenza è uguale all’angolo che il raggio riflesso forma con essa

In base al tipo di specchio, l’immagine riflessa può essere


✔ diritta o capovolta

✔ reale o virtuale

✔ di dimensioni maggiori, uguali o minori rispetto alla sorgente


Gli specchi piani
Lo specchio piano fornisce un’immagine
✔ diritta

✔ delle stesse dimensioni della sorgente

✔ virtuale

– si forma nel punto di incontro dei prolungamenti dei raggi riflessi


La diffusione della luce
Se la superficie riflettente non è perfettamente liscia si verifica il fenomeno della
diffusione della luce
✔ i raggi riflessi non sono paralleli fra loro

✔ l’osservatore non percepisce un’immagine definita ma una luce diffusa in


tutte le direzioni

– l’atmosfera terrestre diffonde i raggi solari

– anche le regioni in ombra risultano illuminate


3 Gli specchi curvi
Specchi parabolici e specchi sferici
Gli specchi parabolici
✔ sono specchi il cui profilo è una parabola

✔ sono caratterizzati da

– un asse ottico (l’asse di simmetria dello specchio)

– un fuoco (F) situato lungo l’asse ottico


Negli specchi parabolici
✔ tutti i raggi provenienti da una sorgente posta nel fuoco vengono riflessi
parallelamente all’asse ottico
✔ tutti i raggi paralleli all’asse ottico vengono riflessi nel fuoco

– reversibilità del cammino ottico

Gli specchi sferici


✔ sono formati da una porzione di superficie sferica

✔ Se l’arco di sfera è molto piccolo rispetto all’intera sfera ha (piccola apertura


angolare) godono delle stesse proprietà focali degli specchi parabolici

– l’asse ottico passa per il fuoco e il centro di curvatura

– interseca lo specchio in un punto V chiamato vertice


Gli specchi curvi possono essere
✔ concavi se la luce incide sulla parte concava dello specchio

✔ convessi se la luce incide sulla parte convessa dello specchio

Gli specchi concavi


L’immagine riflessa da uno specchio concavo si può ottenere tracciando due dei seguenti
raggi principali
✔ il raggio parallelo all’asse ottico

– si riflette nel fuoco F

✔ il raggio passante per F

– si riflette parallelamente all’asse ottico

✔ il raggio passante per il centro di curvatura C

– si riflette lungo la stessa direzione di incidenza


In base alla posizione della sorgente l’immagine può essere
✔ reale, capovolta e rimpicciolita
– se la sorgente si trova oltre il centro di curvatura C

✔ reale, capovolta e ingrandita

– se la sorgente si trova tra il centro C e il fuoco F

✔ virtuale, diritta e ingrandita

– se la sorgente si trova tra il vertice V e il fuoco F


Gli specchi convessi
L’immagine riflessa da uno specchio convesso
✔ è sempre virtuale, diritta e rimpicciolita
✔ è posta tra il vertice e il fuoco dello specchio

4 La rifrazione della luce


Le leggi della rifrazione
La rifrazione si manifesta quando la luce si propaga attraverso diversi materiali (mezzi
di propagazione)
✔ questi mezzi riescono a deviare la traiettoria dei raggi
Quando il raggio incidente attraversa due differenti mezzi di propagazione, presso la
superficie di separazione viene
✔ in parte riflesso all’interno del primo mezzo

✔ in parte trasmesso nel secondo mezzo, deviando dalla sua direzione originale
Il raggio trasmesso prende il nome di raggio rifratto
5 Le lenti
Una lente
✔ è un corpo trasparente in grado di deviare i raggi luminosi per rifrazione

✔ se la lente è sottile, possiamo considerare un’unica rifrazione della lente

– una lente convergente fa convergere i raggi luminosi paralleli all’asse


ottico nel fuoco F

– una lente divergente fa divergere i raggi luminosi paralleli all’asse


ottico
Le lenti convergenti
L’immagine prodotta da una lente si può ottenere tracciando due dei tre raggi principali
✔ il raggio che incide parallelamente all’asse ottico

– è deviato nel fuoco F

✔ il raggio che passa per il centro ottico O della lente

– non subisce deviazioni

✔ il raggio passante per il fuoco F

– viene deviato in direzione parallela all’asse ottico


La costruzione dell’immagine di una lente convergente
L’immagine di una lente convergente può risultare
✔ reale, capovolta e rimpicciolita

– se la sorgente è oltre il doppio della distanza focale

✔ reale, capovolta e ingrandita

– se la sorgente è tra il fuoco e la doppia distanza focale

✔ reale, capovolta e delle stesse dimensioni


– se la sorgente è esattamente alla doppia distanza focale

✔ non si forma immagine (cioè si forma all’infinito)

– se la sorgente si trova sul fuoco

✔ virtuale, diritta e ingrandita

– se la sorgente si trova tra il fuoco e la lente


Le lenti divergenti
Nelle lenti divergenti, l’immagine che si forma è sempre
✔ virtuale

✔ diritta

✔ rimpicciolita
6 La dispersione della luce e i colori
La composizione della luce bianca
Newton dimostrò che
La luce bianca è composta da colori differenti, che vanno dal rosso al violetto,
esattamente quelli che compongono l’arcobaleno
Con un prisma è possibile separare i vari colori
Ciascun colore non è ulteriormente scomponibile

I colori
I colori sono onde luminose che differiscono per lunghezza d’onda
e frequenza
✔ il rosso ha una frequenza minore
✔ il violetto ha una frequenza maggiore

un raggio di luce è monocromatico quando è costituito
da un’unica frequenza
Nei mezzi dispersivi
✔ onde di differente lunghezza d’onda subiscono deviazioni diverse
in base all’indice di rifrazione
L’indice di rifrazione non è costante ma dipende dalla lunghezza d’onda

Come nasce l’arcobaleno


L’arcobaleno si forma quando la luce solare colpisce una goccia d’acqua nell’atmosfera
✔ parte della luce viene riflessa nell’atmosfera

✔ parte della luce subisce una doppia rifrazione aria-acqua-aria

– parte della luce rifratta nell’acqua viene riflessa nell’acqua e poi rifratta
nell’atmosfera

– si forma un colore dell’arcobaleno primario

– le successive rifrazioni separano i colori che formano il


caratteristico arco colorato

– una successiva serie di riflessioni e rifrazioni dà luogo


all’arcobaleno secondario

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