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GEORG VOIGT
Sostiene che l’Umanesimo è prettamente filologico-letterario e il
Rinascimento è più filosofico-scientifico. Vede l’Umanesimo come una
delle cause del Rinascimento
BURCKHARDT
Sostiene che il Medioevo e il Rinascimento si differenziano sotto molti
aspetti. Se il Medioevo è dominato da una visione trascendente della
realtà, teocentrica e universalista, perchè basato sulle due istituzione Stato
e Chiesa, il Rinascimento sosterrà teorie diametralmente opposte, quindi
la concezione è immanentista, antropocentrica e individualista(l’uomo
acquista importanza nella sua singolarità.
La necessità di rinnovarsi e rinascere ha portato gli studiosi a cercare i
testi antichi e quindi l’Umanesimo va inserito nel Rinascimento. L’epoca
può quindi essere caratterizzata dal Rinascimento di cui l’Umanesimo
BURDACH
Fa riferimento a Francesco d’Assisi che faceva parte della chiesa però
avevano già un altro approccio alla fede. L’esaltazione della natura da
parte di Francesco è una concezione che possiamo equiparare a quella
rinascimentale. Quindi pur essendo un uomo medievale, aveva già in sè la
tendenza ad andare oltre la cultua di quel periodo. In sè il Rinascimento
contiene già alcuni aspetti dell’epoca moderna. Quindi secondo Burdach
l’Umanesimo è uno degli effetti dello spirito rinascimentale.
Kristeller sostiene che il 400 sia un secolo non di filosofi ma di filologi.
Quindi questo periodo non ha concepito una filosofia vera.
Secondo Garin, invece, gli umanisti nel 400, approcciandosi alle
humanae litterae con un approccio filologico, sono stati in grado di
concepire una nuova visione dell’uomo.
MONTAIGNE
La sua opera più famosa è les Essais. E’ un secolo più giovane di Pico
della Mirandola.
Di fronte ad un uomo che costruisce il proprio destino, Montaigne offre
una prospettiva diversa che passa da uno stoicismo a uno scetticismo
radicale. Montaigne dice che la vita umana è incerta, instabile e che
l’unica cosa certa che ci riguarda è che noi nasciamo e moriamo. Tutto
ciò che c’è tra questi due eventi certi rimane casuale. L’uomo non è in
grado di controllare pienamente la sua esistenza. Pico della Mirandola e
Montaigne presentano due visioni antropologiche opposte. Secondo
Montaigne non abbiamo comunicazione con la nostra vera essenza. Più ci
affanniamo a scoprire cosa siamo in realtà e più non lo scopriremo mai.
Inoltre, secondo Montaigne se si vuole insegnare a vivere all’uomo
bisogna insegnarli a morire. Avere sempre come prospettiva l’idea della
morte, ci aiuta a ricordare che non siamo immortali e quindi dobbiamo
sfruttare al meglio le nostre risorse. Montaigne dice all’uomo di non
crucciarsi troppo per tutti gli eventi perchè tutto ciò che accade deve
accadere. L’atteggiamento stoico può preservarci dalla sofferenza.Lo
stoicismo quindi serve a Montaigne per superare la consapevolezza di
essere dei miserabili. Si rivolge allo scetticismo in merito alla
conoscenza. L’uomo non conosce neanche ciò che lo circonda, la nostra
conoscenza si limita ad essere sensibile quindi condotta tramite i sensi.
Ma io non ho la certezza che quello che percepisco sia realmente così. La
conoscenza sensibile non è una conoscenza assoluta, rimane solo una
presunzione da parte dell’uomo cercare di cogliere la realtà così com’è.