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La danza come pratica sociale

e come spettacolo
(testi tratti da:
Alessandro Pontremoli, Storia della danza,
Firenze, Le Lettere, 2002, rist. 2020)

1. Il tardo medioevo: la civiltà cortese

… A partire dal XIV secolo assistiamo in Europa al formarsi delle


corti signorili, nuovi centri di potere che sarebbero diventati, in breve
tempo, i luoghi dell’eleganza, della cultura e dell’arte. In particolari
occasioni festive, per la celebrazione di nozze, nascite, vittorie, visite di
ospiti illustri, la corte offriva lo spettacolo della propria magnificenza
attraverso le forme create dalla spiritualità cortese dell’ideale cavalleresco.
In questo nuovo clima la danza viene presto ad assumere un importante
ruolo sociale e una rinnovata veste spettacolare, soprattutto all’interno dei
banchetti, dei giochi e dei tornei, delle rappresentazioni e delle cerimonie
all’interno delle città.
Durante le feste si danza, sia per offrire uno spettacolo ai
partecipanti all’evento celebrativo, sia per il piacere personale …

… Come appare soprattutto dalle fonti iconografiche, le danze festive


di corte avevano un accompagnamento musicale. Poco o nulla sappiamo,
però, della pratica strumentale del tempo e del rapporto fra questa e la
danza… fino all’avvento dei primi trattatisti italiani del XV secolo la prassi
esecutiva era strettamente legata all’improvvisazione e all’impiego di
quegli strumenti musicali che per una determinata necessità si avevano
occasionalmente a disposizione …
… la danza si avvia, sul finire del Trecento, verso il puro divertimento
sociale, che sarà una delle caratteristiche fondamentali del ballo di corte
del Quattrocento, soprattutto in Italia. Alla partecipazione collettiva alle
allegrezze si alternano ora coreografie da eseguirsi in coppia o al massimo
in trio …

… L’amor cortese e gli ideali trobadorici non sono certo estranei allo
sviluppo di questo nuovo tipo di danza di coppia, nella quale il tema, più o
meno esplicito, del corteggiamento amoroso, sublimato e ingentilito dalla
progressiva astrattezza dei movimenti, diventa un timido ossequio; e il
contatto fisico viene progressivamente limitato alla presa delle mani…

… Sono forse da mettere in relazione con questo mutato clima


culturale le melodie contenute in due fonti del XIV secolo: la raccolta di
Estampies et danses royales conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi
e la silloge di danze (“istampite”, saltarelli, trotto, Lamento di Tristano, La
Manfredina) del manoscritto del British Museum di Londra. la struttura
regolare dei brani, divisi rigorosamente in “piedi”, e le scansioni ritmiche
adatte alla danza fanno pensare a questo materiale musicale come al
supporto strumentale dei balli della società cortese, all’interno della quale
trovatori e menestrelli componevano ed eseguivano melodie per la danza,
come il famoso ballo Kalenda Maya di Rambaldo de Vaqueiras.
Danza di corte, danza popolare e danza giullaresca cominciano
dunque gradualmente a differenziarsi in maniera netta…

2. Il Quattrocento: danza sociale ed evento spettacolare

Fra Medioevo ed età moderna la danza dei ceti dominanti


abbandona progressivamente il corpo grottesco della festività popolare e
della ritualità comunitaria: soprattutto attraverso il filtro del Platonismo

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essa perde, in parte, le originarie valenze simboliche, polisemantiche e
ambivalenti, e diviene oggetto di un giudizio morale guidato da semplici
categorie binarie quali bene/male, spirito/corpo, sacro/profano.
Durante il Quattrocento, secolo in cui affondano le radici delle
moderne forme dello spettacolo, maturate nell’esperienza umanistica
delle corti italiane, si attua il graduale passaggio dalla libera espressione
del corpo, propria della danza del giullare o dei balli della collettività
popolare medievale, alla codificazione rigida di un linguaggio coreico e di
un repertorio definito di forme. Si assiste così alla progressiva
espropriazione del territorio della cultura popolare, dove naturale e
soprannaturale coincidevano e dove il corpo era concepito come la
condizione umana unitaria dell’essere, come il centro dello scambio
sociale e comunitario.
Alla massiccia operazione di codificazione di tutte le arti, cominciata
nel XV secolo con una ricca produzione trattatistica, neppure la danza,
dunque, si sottrae…

… All’interno dei vari momenti espressivi della festa, la danza, al pari


di altre componenti, è uno dei modi di espressione della cultura della corte,
grazie alle due funzioni di intrattenimento sociale e di forma spettacolare,
separabili solo in linea teorica…

3. Il Rinascimento coreico

… Fra Quattro e Cinquecento i pochi documenti rimasti


testimoniano della nascita di un nuovo repertorio di danze che sta
lentamente soppiantando il vecchio, senza sovvertirne troppo
sensibilmente l’impostazione tecnica e stilistica. Spesso ci troviamo di
fronte ad una sintesi cinquecentesca di una serie di composizioni che già

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esistevano nella seconda metà del XV secolo. Tuttavia, nella versione più
recente, esse hanno caratteristiche diverse, anche se non in modo
sostanziale, e sembrano far riferimento ad una nuova concezione
coreografica…

… L’analisi delle descrizioni coreografiche rivela… una progressiva


semplificazione della struttura e della tessitura delle danze, che si
giustifica con il passaggio del passatempo coreico dalla classe nobile delle
corti italiane del XV secolo alla sua frequentazione occasionale da parte
del ceto urbano del XVI, che annovera fra i suoi membri anche gli studenti
delle comunità universitarie. A Firenze, ad esempio, si moltiplicano le
scuole di ballo, che si rivolgono soprattutto alla classe media delle città,
composta da artigiani, mercanti, borghesi. Si tratta di luoghi in qualche
caso aperti anche di notte, che destano una certa preoccupazione nelle
autorità, a causa della possibile minaccia all’ordine pubblico e alla morale
comune che rappresentano.
Il cambiamento sociale dell’utenza, non certamente dedita
all’esercizio quotidiano dell’arte di Tersicore, spiega l’assenza di dettagli
complicati nelle raccolte di danze della prima metà del XVI secolo…

… Durante la prima metà del 500 la danza sociale diviene in Europa


un linguaggio comune, caratterizzato dall’ affermarsi dal diffondersi di
alcuni balli, che, pur mantenendo una struttura identica nei vari paesi,
adattano il loro nome alle diverse lingue. Cominciano, tuttavia, a
delinearsi anche dei filoni più propriamente nazionali con composizioni
ricavate dalla tradizione locale …

… accanto alle danze di società… divengono sempre più frequenti gli


intrattenimenti che ricorrono al codice coreico…

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… In Francia il trattato Orchésographie di Thoinot Arbeau, che ci
tramanda un repertorio in gran parte riferito ancora alla prima metà del
secolo, da un lato testimonia l’affermarsi in ambito europeo della danza di
genere, dall’altro mette in evidenza l’importanza spettacolare dell’arte di
Tersicore, riportando alcune danze che per la presenza di elementi
pantomimici prevedevano l’esibizione di fronte ad un pubblico in grado di
coglierne i significati …

… Il testo di Arbeau presenta, accanto alla bassedanse e al tourdion,


generi coreici di gusto francese, anche un’analoga coppia di balli composta
da pavana (danza lenta processionale come la bassedanse) e gagliarda
(vivace e saltata come il tourdion). Si tratta di creazioni di origine italiana,
molto apprezzate dai francesi dell’epoca, al punto da comparire nel lungo
elenco di danze che Rabelais riporta nel V libro di Gargantua et
Pantagruel. In Orchésographie la Germania è invece rappresentata dal
genere dell’allemanda, danza di tipo processionale su ritmo binario con
una coda briosa in tempo ternario.

4. Il barocco

…L’emancipazione della danza dalle altre forme teatrali aveva


iniziato il suo processo in Italia, ma avrebbe trovato compimento solo in
Francia. Ad avviare questa fortunata stagione della danza teatrale fu il
Ballet comique de la Royne, considerato il prototipo del ballet de cour…

… Lo spettacolo, realizzato nella grande sala del Palais de Petit


Bourbon il 15 ottobre 1581 in occasione [di un] matrimonio… si inseriva in
un ampio progetto di manifestazioni festive organizzate da Enrico III e
dalla madre, Caterina de’ Medici, allo scopo di riaffermare con vigore la

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potenza del regno francese e della casa regnante in un momento di gravi
problemi politici ed economici.
Allestitore dell’evento e coreografo fu un artista italiano, Baldassarre
da Belgioioso…

… Con l’avvento al trono del tredicenne Luigi XIV la Francia assume


decisamente il ruolo di nazione guida nel panorama della danza europea e
non solo detta le leggi dell’invenzione coreografica, ma cambia addirittura
il corso dello sviluppo storico dell’arte coreica.
Amante della danza fin dalla tenera età, il giovane monarca riceve
l’appellativo di re sole proprio per la sua famosa esibizione nei panni del
“Sole nascente” nel Ballet Royal de la nuit del 1653. Il libretto fu in gran
parte musicato da Giovanni Battista Lulli…

… Fra i balli di società, la moda del minuetto, lanciata dallo stesso


Lulli, diviene universale e si afferma come un imperativo, non solo
all’interno della classe nobiliare, ma anche dell’alta borghesia, che appare
più docile ai dettami artistici della nuova élite intellettuale. La danza non
è più l’espressione più o meno spontanea della corte o comunque uno degli
elementi distintivi di un determinato gruppo sociale, ma un’attività
sempre più largamente partecipata. Sul versante teatrale, invece, la danza
diviene esclusivo appannaggio dei professionisti della produzione artistica
(musicisti e coreografi), che si fanno forza dell’alto grado di codificazione
raggiunto dalla tecnica.
Questa egemonia del professionismo viene definitivamente sancita
nel 1661, quando Luigi XIV istituisce l’Académie Royale de Danse,
all’interno della quale si consolida il monopolio teatrale e musicale di Lulli.
fra le sperimentazioni più interessanti di quegli anni vale la pena segnalare
la breve ma intensa parabola della comédie-ballet, genere drammaturgico

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e coreografico nato dalla fortunata collaborazione fra lo stesso Lulli e
Molière…

… La tragédie-ballet (o tragédie lyrique), il cui avvento sulla scena


spettacolare parigina segna la fine del rapporto artistico fra Lulli e Molière,
proponeva un connubio drammatico più stretto fra la danza e la musica…
le leggi della nuova musica e della nuova danza vennero imposte
rispettivamente da Lulli e dal coreografo Charles-Louis Beauchamp
all’interno dell’Académie Royale de musique, che per anni permise allo
stesso Lulli di controllare, traendone profitto economico, tutto ciò che
veniva prodotto e ospitato sulle scene dei teatri parigini…

5. Il Settecento: l’Europa della danza e l’autonomia drammatica del


balletto

L’universalità del linguaggio coreico, guadagnata all’arte di


Tersicore dall’affermarsi della tecnica e del codice, permise alla danza, fra
Sei e Settecento, di divenire un’arte europea. Nasce, infatti, quella che
Giovanni Calendoli [Storia universale della danza, 1985] definisce, con
un’espressione felice, «l’Europa della danza», attraversata da una koinè
coreico-spettacolare che è ormai compatibile con pubblici di tradizioni
anche molto diverse. La danza accademica riesce infatti a sopraffare in
molti paesi europei gli idiomi orchestici locali, spesso reinventandoli e
inglobandoli nel cosiddetto genere “di carattere”. Se si escludono alcuni
paesi slavi e la Spagna, che conservano più a lungo alcune delle proprie
manifestazioni di ballo popolare, nel resto dell’Europa occidentale la
danza parla ovunque la stessa lingua…

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… Negli anni che vanno dal 1773 al 1775 si colloca la famosa querelle
sul balletto pantomimo, genere drammaturgico che utilizzava la danza per
rappresentare soprattutto soggetti tragici senza l’ausilio della parola
declamata o cantata. La discussione sulla liceità teatrale di una tale forma
e sulla sua autonomia… vide su opposti fronti diverse fazioni di teorici e di
rappresentanti del mondo della danza, fra i quali certamente più famosi
furono due coreografi…: il francese Jean-Georges Noverre e l’italiano
Gasparo Angiolini…

… L’oggetto del contendere non riguardava tanto una diversa


concezione dell’arte di Tersicore, sulla quale i due teorici sostanzialmente
concordavano, pur nei diversi punti di vista…

… Tanto per Angiolini quanto per Noverre la danza era un’arte in


grado di narrare, di evocare emozioni e stati d’animo, a patto però che si
sbarazzasse per sempre dei freddi virtuosismi e dei tecnicismi…

… Secondo la nuova concezione della danza il balletto non può più


essere identificato con uno spettacolo costituito unicamente da passi arditi
ed acrobatici o da belle posture brillanti evoluzioni. La gestualità deve
essere sempre mediatrice di senso ed essere generata da un impulso
emotivo interiore. Una riforma del linguaggio coreografico in tal senso
doveva passare, a parere di entrambi i teorici, attraverso un ritorno al
passato con il recupero, in particolare, della pantomima degli antichi…

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6. Danza sociale e ballo da sala fra Sette e Ottocento

Due sono i fenomeni principali messi in luce dall’Autore:

1) la diffusione in Europa, già a partire dal XVIII secolo, della


contraddanza (franc. ‘contredanse’, a sua volta dall’inglese ‘country
dance’ = ‘danza campestre’):
Accanto al minuetto, di esclusiva pertinenza nobiliare, il secolo XVIII è
caratterizzato proprio dalla contraddanza, che per i suoi tratti di novità,
semplicità e libertà stilistica conquista in breve tempo i salotti borghesi
d’Europa e non è neppure disprezzata dall’aristocrazia;

2) il valzer, le cui origini, come nel caso della contraddanza, sono


ancor oggi oggetto di dibattito, e che nell’Ottocento finisce per
identificarsi, almeno in larga parte, con la Vienna della famiglia Strauss,
e in particolare di Johann Strauss jr.

7. Il balletto romantico

… Dei molteplici aspetti che a partire dalla fine del Settecento per
quasi tutto il XIX secolo caratterizzarono in Europa il movimento
romantico, il balletto coevo privilegiò soprattutto la passione amorosa
travolgente e il mistero dell’esistenza, in bilico fra dimensione terrena e
mondo ultraterreno, rivisitato dalla fantasia gotica propria della
letteratura del tempo. Dal côté letterario, infatti, la danza assorbe il gusto
per la fiaba e il sogno, popolati da creature evanescenti e fantastiche Scrive
al proposito Théophile Gautier, autore del libretto del celeberrimo balletto
Giselle e inventore della moderna critica di danza:

Perché il balletto abbia una qualche possibilità tutto in esso deve essere
impossibile… Leggende, fiabe, sogni dettati dall’hashish e dall’oppio, fantasia
che travalica i territori della possibilità: questo è il vero campo del balletto…

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… Il balletto di tradizione francese venne importato in Russia nella
prima metà del Settecento, ma già sul finire del Seicento, con l’avvento al
potere di Pietro il Grande e grazie alla sua politica di apertura al mondo
occidentale, l’influsso del ballo europeo si fece ben presto sentire tanto in
ambito sociale quanto in quello teatrale …

… Fra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento il balletto si


innesta nella tradizione locale [russa] e consolida le sue forme…

… un’opera di sintesi e di valorizzazione di questa tradizione fu


realizzata dal coreografo francese Marius Petipa, che, assunto presso i
teatri imperiali come primo ballerino a partire dal 1847, creò i fondamenti
del balletto russo e il suo imperituro repertorio…

… L’era di Petipa in Russia fu caratterizzata dalla conservazione dei


valori romantici all’interno del balletto, in un epoca in cui in altri paesi
europei e si cominciavano ad esaurire la loro portata …

… Alla fine dell’Ottocento, mentre le tradizioni italiana, francese e


danese andavano progressivamente logorandosi, in Russia gli
insegnamenti che da tali scuole provenivano furono conservati e riproposti
in una sintesi ideale proprio nei balletti di Petipa…

… La collaborazione fra il musicista russo Čajkovskij e il coreografo


francese – collaborazione che produsse tre dei più fortunati balletti di fine
Ottocento (La bella addormentata, Lo schiaccianoci, Il lago dei cigni),
destinati a rimanere come pietre miliari nel repertorio classico – sembrò
sanare definitivamente l’antico dissidio fra musica e danza…

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