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La vita quotidiana
La vita quotidiana è l’insieme degli ambienti, pratiche, relazioni e interazioni, ciò che
ci è più familiare e tendiamo a dare per scontato a considerare ovvio, pensando che
sia naturale. La sociologia della vita quotidiana attraverso lo studio delle parti che
compongono la vita quotidiana ci rende più consapevoli.
LA COMUNICAZIONE LE PRIME NOZIONI
La vita quotidiana è piena di comunicazione, parliamo, facciamo gesti, scriviamo
guardiamo la tv, mandiamo messaggi. Non è facile dare una definizione di
comunicazione. La parola “comunicazione” deriva dall’aggettivo latino
“COMMUNIS”, ovvero comune.
Comunicare è un’attività che comporta la circolazione di un insieme di segni. Questi
insieme di segni sono ciò a cui ci riferiamo come testi, messaggi, enunciati o discorsi.
Tra i segni distinguiamo icone, simboli, indici e sintomi, ognuno di esso possiede un
significato, ma il rapporto con il significato che essi hanno è diverso.
L’icona è un segno che è simile a ciò che rappresenta, come ad es. il disegno di una
casa è simile in qualche modo ad una casa.
Indici e i sintomi significano qualcosa che rimandano alla causa della propria
presenza, es per i sintomi, uno sbadiglio rimanda alla fame o per indici un filo di
fumo indica la presenza di un fuoco.
I segni, ovvero i simboli sono coloro che hanno una connessione convenzionale con
ciò che rappresentano, es: casa in italiano sta per la nozione di casa ma in altre
lingue la stessa nozione è rappresentata con segni verbali diversi.
Per quanto riguarda la circolazione dei segni si tratta di un processo che comprende
diversi momenti. Il processo di trasmissione dei segni invece viene articolato in:
produzione, trasmissione e ricezione, e permette di individuare almeno due soggetti
nella comunicazione emittente e destinatario, ma per far in modo che la
comunicazione abbia luogo è necessario un altro elemento, il linguaggio o il codice.
I codici o linguaggi sono fondamentali per la comunicazione. Nella nostra vita
quotidiana il linguaggio più familiare è quello detto naturale cioè la lingua parlata
nella società in cui viviamo. Ma la forma che ogni lingua assume è sociale.
Nel mondo esistono circa 7.000 lingue vive. Le più parlare sono:
1) Cinese mandarino
2) Inglese
3) Indi
4) Arabo
5) Spagnolo
6) Francese
7) Russo
8) Bengalese
9) Portoghese
Ogni linguaggio naturale umano possiede un sistema di regole tra cui fonetica che
riguarda l’emissione dei suoni, grammatica e sintassi che riguarda la corretta
formazione di frasi, semantica cioè regole per mettere in relazione i simboli verbali
con i loro significati, e pragmatico cioè un sistema che permette di utilizzare in
modo appropriato i simboli nei diversi contesti in cui ci si trova.
Se la società che parla un determinato linguaggio conosce la scrittura, a queste
regole si aggiungono i segni verbali ovvero ortografia. L’ortografia è un secondo
codice che si aggiunge a quello linguistico, un sistema di cambiamento dalla forma
orale alla forma scritta, dove alcuni scritti corrispondono a certi suoni.
CHI AGISCE?
La comunicazione è una forma di agire sociale.
Da Weber, sappiamo che l’agire è un comportamento dotato di senso, ed è sociale
quando tale senso è rivolto verso il comportamento o l’atteggiamento di altri.
L’agire può consistere in un fare, subire o tralasciare, in ogni caso ciò che lo rende
un’azione è il suo carattere intenzionale.
La comunicazione è un agire sociale in quanto due o più soggetti mettono in atto il
processo comunicativo. Ad agire socialmente all’interno del processo comunicativo
è l’emittente che inoltra il messaggio, ma anche il destinatario agisce, in quanto
riceve un messaggio quindi è ricevente e interpreta il messaggio facendo uso di un
codice e a sua volta invia dei feedback che sono in genere di carattere non verbale
confermando o meno la ricezione del messaggio, e rispondendo a sua volta si
trasforma in emittente, perciò il processo comunicativo viene inteso come inter-
azione.
TIPI DI INTERAZIONE
Le interazioni comunicative si possono distinguere in tre tipi:
1) L’interazione faccia a faccia: è la forma più usata nella quotidianità. In essa
mittente e destinatario sono presenti nello stesso momento e nello stesso
luogo e per mezzo di comunicazione utilizzano la voce, alla voce si aggiungono
altri canali di comunicazione, visto che ogni parte del corpo entra in gioco.
Questa interazione è dialoga: emittente e destinatario si scambiano le parti.
Inoltre il destinatario è in grado di inviare feedback, che servono all’emittente
per poter usare il proprio agire comunicativo
2) L’interazione mediata: La comunicazione è possibile, attraverso uno o più
mezzi tecnici. Es: Il telefono, la scrittura e la carta che utilizziamo per mandare
una lettera. Tali mezzi separano fisicamente il destinatario dall’emittente.
L’interazione rimane dialoga, ma con la separazione fisica di entrambi, vi è
una limitazione del corpo e della possibilità di inviare feedback.
3) Quasi-interazione mediata: Quella che si utilizza attraverso i mezzi di massa o
mass media. Come ad esempio, il cinema, la radio, permettendo ad un
emittente di raggiungere più destinatari insieme, anche sconosciuti. In questo
caso l’interazione però ha poco dialogo, dove i destinatari non hanno
possibilità di inviare feedback.
COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE
Vi è una distinzione tra comunicazione verbale e quella non verbale.
La comunicazione verbale usa il linguaggio naturale, mentre quella non verbale
usa immagini, movimenti corporei, espressioni facciali. Infatti nella quotidianità
usiamo spesso comunicazioni non verbali, quando guardiamo la tv, andiamo al
cinema, ecc. L’uso della comunicazione non verbale può essere intenzionale o
meno, e può essere suddivisa in vari elementi come tono della voce, sistema
cinesico come la mimica facciale, prossemico come l’utilizzo dello spazio o aptico
come abbracci ecc.
È molto importante osservare come la comunicazione non verbale affianca di
solito quella verbale. Normalmente la comunicazione contemporaneamente si
muove attraverso più canali veicolando svariati messaggi e utilizzando una
molteplicità di codici. I codici in sostanza sono sia un sistema di trasformazione di
segni in significati, sia sistemi di norme, e vederli utilizzati in maniera differente
comporta stranezza, stupore.
LE SEI DIMENSIONI DELL’ATTO COMUNICATIVO
Le sei dimensioni dell’atto comunicativo sono:
1) Referenziale: si riferisce a qualcosa, cioè dice qualcosa a proposito del mondo
2) Fàtica: è la dimensione per cui ogni comunicazione stabilisce un contatto fra
emittente e destinatario
3) Poetica: è la forma per come l destinatario recepisce il messaggio
4) Metacomunicativa: si esprime attraverso l’affiancamento di un messaggio non
verbale ad uno verbale.
5) Espressiva: riguarda l’emittente che esprime nel messaggio inviato qualcosa
di sé
6) Conativa: riguarda il destinatario ed esprime l’effetto che la comunicazione ha
su di lui e come reagisce. Alcuni la chiamano dimensione appellativa.
Tutte queste dimensioni sono presenti in ogni atto comunicativo.
UNA SINTESI
Emittenti e destinatari si scambiano tra di loro le parti, si possono definire
interlocutori. Il processo comunicativo appare come un processo in cui due o più
interlocutori si scambiano messaggi attraverso canali e linguaggi. Tali risorse sono
però anche dei vincoli, perché determinano in partenza il campo di messaggi che
ciascuno è in grado di emettere e ricevere, essendo perciò generatrici di pregiudizi
che influenzano o distorcono la comprensione di ciò che l’altro dice. Non dobbiamo
dimenticare in oltre che comunicare è un interagire che inevitabilmente comporta
una certa influenza reciproca, quindi ogni comunicazione è l’esporsi l’un l’altro di
soggetti concreti che comunicando agiscono e trasformano di volta in volta la
propria conoscenza.
I NEW MEDIA
Il termine new media si riferisce appunto agli ultimi media usciti, come telefonini e
pc, ma anche a quelli un po’ più vecchi come la tv satellitare o via cavo o più recente
il digitale terrestre, anche dvd, pen drive, ecc. Il 900, è definito dallo storico dei
media, il secolo dei media, per importanti sviluppi tecnologici. Ad accomunare i new
media è un dato tecnico cioè sono mezzi di comunicazione che si basano su
tecnologie informatiche e vengono descritti con determinate parole e sono quattro
come: digitalizzazione, multimedialità, ipertestualità e interattività.
IDENTITA’ VIRTUALI
A partire dagli anni 90, con la diffusione di Internet e l’aumento dell’utilizzo della
comunicazione grazie al computer, si è diffuso il termine “Ciberspazio” cioè si vuole
intendere il fatto che le reti non sono solo strumenti di trasmissione di dati ma
propriamente spazi di comunicazione e di interazione. In questo spazio è utile
segnalare tre ambiti: la prima riguarda i rapporti con le identità che le persone
hanno in questo spazio. La creazione dell’identità online è diventata di fatto uno dei
maggiori ambiti di interesse degli studiosi della comunicazione computer mediated.
Il primo passo nella creazione di una identità online è la scelta del soprannome che
indica la collocazione dell’individuo nella comunità, infatti il nickname racconta
qualcosa di chi lo porta, oltre al soprannome l’identità online si costruisce con firme
digitali, commenti nei vari forum che diventano le brevi presentazioni dei soggetti, e
le pagine personali nei social network. Le costruzioni di identità virtuali quindi non
sono qualcosa di separato dalla vita quotidiana, al contrario il confine tra online e
offline sembra quasi svanito.
COMUNITA’ VIRTUALI
Il web viene sempre di più inteso come un luogo di incontro in cui è possibile creare
delle comunità, le così dette virtual community: termine che venne utilizzato da
Rehingold nel suo libro, nel 1993. Nelle virtual community si denotano
caratteristiche costanti, innanzitutto vi devono essere delle persone coerenti e
stabili, e devono avere relazioni interpersonali che si sviluppano su vari livelli come
email, chat ecc, ci deve essere un linguaggio condiviso e si deve sviluppare un
sistema di norme condivise, molto similmente a come accade nelle realtà fisiche.
Tuttavia ci sono delle differenze tra online e offline, le quali nonostante le infinite
possibilità date dalle società contemporanee spesso il contesto geografico e
familiare continua a condizionare le scelte degli individui. Un’altra questione è
quella della ciber-balcanizzazione cioè la possibilità che comunità online diventino
piccoli luoghi dove i membri si selezionano in base ad interessi condivisi. Oggi i
sociologi parlano sempre più spesso di reticoli e meno di comunità. Il termine
community infatti viene sostituito con il termine network specie con l’avvento dei
social network. I siti di social network sono l’evoluzione dei blog in quanto
permettono la formazione di un profilo personale e di veicolare informazioni sulla
propria persona. La maggior parte di questi social permette di ripubblicare in
continuazione risorse online come immagini, brani musicali, video, creare dei tag
cioè etichette testuali ecc.