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L'automobile 

è un veicolo munito di ruote che,
spinto da un motore solitamente a combustione
interna e condotto da un guidatore, è in grado di
spostarsi autonomamente sulla superficie
terrestre allo scopo di trasportare un limitato
numero di passeggeri o merci.
Nella lingua italiana il termine automobile deriva
pressoché con la stessa accezione
dal francese automobile [ɔtɔmɔbil], composto
dal greco αὐτός (autòs) "stesso, di sé, da sé", e
dall'aggettivo latino mobĭlis, "mobile, che si
muove", pertanto con il significato "che si muove
da sé". Spesso nel linguaggio comune è
utilizzato come sinonimia di autovettura.
 cavallo tra il XIX e il XX secolo, nell'epoca
pionieristica del motorismo, il
termine automobile era usato al maschile e "gli
automobili"[1] erano tutti i veicoli, sia terrestri che
natanti, destinati al trasporto di persone o cose e
mossi da motori a scoppio, a vapore ed elettrici.
Una "carrozza automobile" realizzata
nel 1893 dalle Costruzioni Meccaniche di
Saronno, su licenza Peugeot
L'ambiguità grammaticale del termine - diffusosi
dalla Francia in Italia nel 1876 come aggettivo, e
quindi concordabile tanto al femminile ("vettura
automobile", "carrozza automobile") quanto al
maschile ("carro automobile", "veicolo
automobile") - si accentuò intorno al 1890 con il
suo sostantivarsi.[3] Inizialmente parve affermarsi
il genere grammaticale maschile, come attestato
dal Dizionario moderno di Alfredo Panzini (edito
nel 1905) che, alla voce "Automobile", affermava:
«Il genere maschile tende a prevalere».
Del resto non mancarono le conferme letterarie,
a cominciare da Filippo Tommaso Marinetti che,
nel suo Manifesto del futurismo (pubblicato su Le
Figaro del 20 febbraio 1909), scriveva
nell'articolo 4 che «un automobile da corsa […]
un automobile ruggente […] è più bello della
Vittoria di Samotracia»,[4] mentre nel suo
"romanzo profetico in versi liberi" L'aeroplano del
Papa (1914) ricordava prima che «gli automobili
di piazza sono belli e orgogliosi» e citava poi «gli
automobili dei generali».[5] Similmente Guido
Gozzano, al verso 11 della poesia "Totò
Merùmeni" (nella raccolta I colloqui, 1911),
declamava: "s'arresta un automobile fremendo e
sobbalzando".
In seguito, nel linguaggio comune sia scritto che
parlato, prevalse il femminile, a tale
trasformazione linguistica contribuì anche
l'autorevole opinione di Gabriele D'Annunzio che,
in una lettera inviata
nel 1920 al senatore Giovanni Agnelli, si
esprimeva a favore della declinazione al
femminile del termine.[6]
In alcuni ambiti ristretti, se non proprio
specialistici, è invece ancora possibile ritrovare
l'uso eccezionale del maschile ove si voglia
indicare il concetto generico di un qualsiasi
"veicolo" a trazione meccanica, non
necessariamente a quattro ruote né
necessariamente terrestre, ritornando in pratica
al significato ottocentesco "degli" automobili,
magari proprio per sottolineare un'accezione
volutamente più ampia o quanto meno diversa
rispetto a quella corrente "delle" automobili. È il
caso ad esempio di una certa terminologia
burocratica,[7] ma anche del premio
internazionale "Gli Automobili", istituito
dall'Automobile Club di Perugia e assegnato
anche al campione di motociclismo Giacomo
Agostini.[8]
La successiva evoluzione linguistica registrata
dalla parola (ancora una volta a partire dalla
Francia, già nel 1898)[4] è stata la sua
abbreviazione in auto, comune nel linguaggio
parlato (per esempio, in espressioni come auto
blu) e ampiamente documentata in articoli, studi,
libri e in molti titoli di periodici (esempi: Auto, La
mia auto, Tutto auto, Auto oggi).[9] In questa
forma abbreviata entra spesso a far parte, come
primo elemento, di numerose parole
composte relative all'automobile, sia come
sinonimi (ad
esempio automezzo, autoveicolo, autovettura)
sia per indicarne particolari tipi
(autoambulanza, autobus, autocisterna ecc.) o
altre realtà comunque ad essa connesse
(autodromo, autorimessa, autostop ecc.).
Come ulteriore evoluzione linguistica, in molti
casi il primo elemento auto- viene soppresso più
o meno di frequente (autoambulanza
→ ambulanza, autobetoniera
→ betoniera, autobus → bus, autocorriera
→ corriera, autocaravan → caravan). Simile è il
fenomeno dell'ellissi che dà per esempio il
sostantivo utilitaria dalla locuzione automobile
utilitaria

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