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Olio esausto: la normativa per un


corretto smaltimento
Redazione
8-10 minuti

L'olio esausto è considerato un rifiuto pericoloso, perché se


smaltito in modo sbagliato può trasformarsi in un potente
inquinante: un solo litro d’olio sversato nell’ambiente può
inquinare un milione di litri d’acqua. La pellicola
impermeabile che si forma in superficie diventa una barriera per
l’ossigeno necessario alla sopravvivenza della flora e della
fauna marina, fluviale e lacustre. Tuttavia, nel mondo industriale
se l'olio idraulico usato è trattato nel modo adeguato, diventa
un’importante risorsa economica perché può essere rigenerato
con caratteristiche molto simili a quelle del lubrificante da
cui deriva.

È dovere specifico di tutte le imprese salvaguardare


l’ambiente, soprattutto oggi che il pianeta ci sta dando degli
avvertimenti importanti. La sostenibilità ambientale, dunque,
contempla anche un corretto uso e smaltimento degli oli
industriali esausti, a vantaggio anche dell'impianto produttivo
(per un approfondimento su questo tema, si veda anche
l'articolo "Sostenibilità d'impresa: parola all'esperto").

Quali sono le procedure per lo smaltimento dell'olio


esausto? Qual è la normativa in atto, in riferimento all'olio
industriale usato? Ne parliamo in questo articolo.

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• Olio esausto industriale: che cosa è

• Olio esausto industriale: la normativa

• Olio esausto industriale: i divieti

• Smaltimento olio esausto industriale: come fare

• Smaltimento olio esausto industriale: il ciclo di gestione

Olio esausto industriale: che cosa è

L'olio esausto è generalmente definito come qualsiasi tipo olio


sintetico che non può più svolgere le funzioni previste. Gli oli
vengono utilizzati per una varietà di processi industriali e di
produzione dalla lubrificazione all'idraulica, dalla galleggiabilità
al trasferimento di calore. Nelle diverse fasi di utilizzo di questi
processi, spesso si verifica una rottura termica, contaminanti e
detriti come segatura, sporco, polvere, trucioli di metallo e sale
si accumulano gradualmente negli oli: l'olio perde così le sue
caratteristiche di biodegrabilità ed organicità.

Come anticipato a monte di questo articolo, lo smaltimento


dell'olio esausto è una delle criticità maggiori connesse
all'utilizzo in ambito industriale: infatti lo smaltimento degli oli
esausti se non attuato correttamente può provocare grazie
danni all'ecosistema in cui viviamo. Cerchiamo di spiegarlo
meglio: l'olio esausto smaltito in modo inappropriato rappresenta
un pericolo per l'ambiente perché se sversato nei terreni o nei
corsi d'acqua contamina le falde acquifere e ne causa una
devastazione degli ecosistemi naturali sia vicini che lontani dal
luogo della fuoriuscita.

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Olio industriale esausto: la normativa

Il Decreto legislativo 27 gennaio 1992 n. 95 “Norme relative alla


eliminazione degli oli usati” è la fonte normativa principale per la
raccolta e lo smaltimento degli oli esausti sia di natura privata
che industriale. Nello specifico, l’articolo 6, comma 1 recita:

“Le imprese industriali che producono oli usati e coloro che nel
corso dell’anno detengono a qualsiasi titolo una quantità
superiore a 300 litri annui di oli usati sono obbligati a:

1. stivare gli oli usati in modo idoneo ad evitare qualsiasi


commistione tra emulsioni ed oli propriamente detti ovvero
qualsiasi dispersione o contaminazione degli stessi con altre
sostanze;

2. non miscelare gli oli usati con le sostanze tossiche o nocive di


cui all’allegato al decreto del Presidente della Repubblica 10
settembre 1982, n. 915, sue modificazioni ed integrazioni;

3. cedere e trasferire tutti gli oli usati detenuti al Consorzio


obbligatorio degli oli usati (oggi Consorzio Nazionale per la
Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali
Usati) direttamente ovvero ad imprese autorizzate alla raccolta
e/o alla eliminazione, comunicando al cessionario tutti i dati
relativi all’origine ed ai pregressi utilizzi degli oli usati;

4. rimborsare al cessionario gli oneri inerenti e connessi


all’eliminazione delle singole miscele oleose, degli oli usati non
suscettibili di essere trattati e degli oli contaminati.”

Olio esausto industriale: i divieti

L’articolo 3, invece, identifica i divieti a cui i detentori di olii


industriali sono sottoposti:

Gli oli usati debbono essere eliminati evitando danni alla salute

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e all'ambiente. Sono vietati:

a) qualsiasi scarico degli oli usati nelle acque interne di


superficie, nelle acque sotterranee, nelle acque marine
territoriali e nelle canalizzazioni;

b) qualsiasi deposito e/o scarico di oli usati che abbia effetti


nocivi per il suolo, come pure qualsiasi scarico incontrollato di
residui risultati dal trattamento degli olii usati;

c) qualsiasi trattamento di oli usati che provochi un


inquinamento dell'aria superiore al livello fissato dalle
disposizioni vigenti.

Smaltimento olio esausto industriale: come fare

Per quanto riguarda lo smaltimento dell’olio usato, invece, la


normativa dà queste indicazioni:

“Gli oli usati raccolti debbono essere eliminati:

1. in via prioritaria tramite rigenerazione tesa alla produzione di


basi lubrificanti;

2. nel caso in cui alla rigenerazione ostino effettivi vincoli di


carattere tecnico, economico ed organizzativo, tramite

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combustione nel rispetto del decreto del Presidente della


Repubblica 24 maggio 1988, n.203, sue modifiche ed
integrazioni (con le limitazioni specificate nell'allegato A del
decreto);

3. dove le alternative suddette non siano praticabili in ragione della


natura dell'olio usato raccolto, tramite distruzione innocua o
immagazzinamento o deposito permanente autorizzati ai
sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre
1982, n. 915.

Infine, per quanto riguarda le sanzioni, la legge prevede che


chiunque non osservi i divieti previsti dall'art. 3, comma 2,
lettere a) e b), sia punito con l'arresto sino a due anni o con
l'ammenda da 2600 fino a 26mila Euro.

Smaltimento olio esausto industriale: il ciclo di


gestione

Il decreto suggerisce anche le linee guida per procedere


all'appropriato smaltimento degli oli esausti. In particolare
definisce per le diverse fasi di gestione degli oli esausti un
soggetto incaricato, a seguire le fasi e i diversi soggetti coinvolti
nel ciclo di gestione.

• La raccolta: l’attività di raccolta riguarda il prelievo presso i


produttori/detentori dell’olio e il primo stoccaggio nei depositi dei
concessionari.

• Lo stoccaggio: l’olio lubrificante usato, dopo il primo


stoccaggio, viene conferito ai cinque depositi del Consorzio
stesso (Reol a Milano, Viscolube a Lodi, Monticelli a Pavia,
Viscolube a Frosinone e Ramoil Service a Napoli).

• L’analisi e classificazione: una volta conferito al Consorzio

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presso uno dei cinque depositi di stoccaggio, l’olio lubrificante


usato viene analizzato per determinare le caratteristiche
qualitative e quindi il corretto canale di eliminazione.

• I processi di eliminazione: In base alle caratteristiche


qualitative dell’olio usato, il prodotto raccolto può essere
sottoposto a rigenerazione, combustione, trattamento,
termodistruzione.

In conclusione, il rispetto della normativa per il recupero e il


corretto smaltimento degli oli usati è una pratica fondamentale
per la salvaguardia ambientale e il raggiungimento degli
obiettivi di sostenibilità del proprio impianto.

È risaputo, infatti, che un buon trattamento dell’olio idraulico


consente di allungare la vita utile dei prodotti, diventando
infine un’utile materia prima secondaria, in accordo con il
nuovo paradigma di economia circolare.

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