Edizione chiusa in redazione alle 22
Sped. in A.P. - D.L.
€ 2,50 in Italia — Domenica 11 Luglio 2021 — Anno 157˚, Numero 188 — ilsole24ore.com
Fondato nel 1865
Quotidiano Politico Economico Finanziario Normativo
Domenica
CAMILLERI
VIVA «IL RE
DI GIRGENTI»
E LE CARTE FALSE
di Salvatore Silvano Nigro
—a pagina I
«Piazza Affari centrale per i bond Ue»
L’intervista
STÉPHANE BOUJNAH
Il ceo di Euronext: «Milano
con Londra era periferica,
ora nuovo ruolo per Mts»
«Il cambio dei manager è
funzionale a una maggiore
internazionalizzazione»
Con Londra, Milano era una piazza
periferica, nelle strategie di Euronext
tornerà centrale. Lo afferma in un’in-
tervista al Sole 24 Ore Stéphane Bouj-
nah, ceo del listino paneuropeo che
controlla Borsa Italiana. E che punta
proprio sul rilancio delle attività ita-
liane: «Per finanziare Next genera-
tion Eu, l’Europa ricorrerà massiccia-
mente al mercato dei capitali, con
l’emissione di bond. E la piattaforma
Mts può aiutare a gestire emissione e
scambi. Abbiamo cominciato a par-
larne con Bruxelles». Verranno poi
spostati a Bergamo i data center. E il
cambio di manager nelle controllate
di Borsa, che ha destato malumori, «è
funzionale a una maggiore interna-
zionalizzazione». Olivieri —a pag. 3
CONFINDUSTRIA
Ripartita
la produzione
industriale:
+1,3% a giugno
Attese positive
Nicoletta Picchio —a pag. 7
Banca di Credito Popolare, da sempre
al tuo fianco. Andiamo avanti nel
segno della tradizione ma proiettati
nel futuro, per creare valore sul
territorio in un percorso sostenibile.
Entra nel mondo BCP,
cresceremo insieme.
bcp.it
Poste italiane
KAVAFIS
RIUNITE
QUASI TUTTE
LE OPERE:
POESIE
E PROSE
di Renata Lavagnini
—a pag. III
LA PARTITA DI LONDRA
Euro 2020:
Italia-Inghilterra,
una finale
da quasi 12 miliardi
Bellinazzo e Giardina —a pag. 2
Protagonista.
Il Ct dell’Italia,
Roberto Mancini
G20: più tasse alle multinazionali
Il summit di Venezia
Sì all’intesa Ocse: minimum
tax del 15% e ripartizione
del prelievo fra Paesi
Via libera alla tassa minima globale
del 15% sui redditi delle multinazio-
nali e a una ripartizione degli utili
fra i Paesi dove queste operano:
svolta storica del G20 a Venezia che
ha recepito l’intesa raggiunta il 1° lu-
La rotta giusta
verso il futuro.
Nicole Junkermann.
Imprenditrice e investitrice,
fondatrice della società
d’investimento NJF Holdings
Viaggi 24
Dalle Alpi alla Sila
Le nuove strade
della bicicletta
di Mariateresa Montaruli
—a pagina 17
glio in sede Ocse sul doppio pilastro
per la tassazione dei gruppi più
grandi. L’obiettivo ora è avere le SOSTEGNI BIS
nuove regole di contrasto al dum-
ping fiscale entro il 2023. Per il mini-
stro dell’Economia, Daniele Franco,
Per i contratti
«con l’accordo regole più eque e co- a termine
ordinate per la concorrenza globa-
le». Il governatore di Bankitalia, determinanti
Ignazio Visco sulla ripresa: «La vac-
cinazione è importante, ma la tran- gli accordi
sizione lo è ancora di più».
Di Donfrancesco, Trovati,
collettivi
Galimberti, Giliberto —alle pag. 4-5
Pogliotti e Tucci —a pag. 6
—con le analisi di Carlo Garbarino
e Giorgio Barba Navaretti
IL LIBRO «CONTROCORRENTE»
Renzi: basta alla logica
dei sussidi, aiutare il lavoro
di Matteo Renzi
L a cosa che mi fa più male,
dell’esperienza con il M5S
al Governo, è il reddito di
cittadinanza. Il tempo che
abbiamo la fortuna di vivere
chiede fantasia, creatività,
innovazione. Non sussidi. La
scelta di introdurre il reddito
di cittadinanza non è stato un
tentativo di combattere la
povertà, ma di combattere la
voglia di fare, specie nel
Mezzogiorno. —Continua a pag. 8
LETTERA AL RISPARMIATORE
Sanlorenzo, design e hi tech per gli yacht
di Vittorio Carlini —a pagina 13
353/2003
conv. L. 46/2004,
art. 1, comma 1,
DCB Milano
A tu per tu
Nicole Junkermann
«L’Italia è piena
di talenti, ma quello
che manca
sono i capitali
e un ecosistema»
di Simone Filippetti
—a pagina 10
Lunedì
L’esperto risponde
Condominio, come
evitare le liti estive
—Domani in edicola
PARTITI NAZIONALISTI
IL SOVRANISMO
ALLA RICERCA
FABIO FERRARI / LAPRESSE
DI UNA NUOVA
POLITICA
di Sergio Fabbrini
P ochi giorni fa, 16 partiti
europei della destra na-
zionalista (tra cui gli italia-
ni Fratelli d’Italia e Lega) hanno
sottoscritto una “Dichiarazione
sull’avvenire dell'Europa”. Non
è semplice, per partiti naziona-
listi, individuare una piattafor-
ma comune sul piano sovra-na-
zionale. Certamente, essi con-
dividono la critica dell’attuale
Unione europea (Ue). La Di-
chiarazione, infatti, mette in di-
scussione l’impegno, celebrato
nei Trattati europei e assunto
dagli stati che hanno aderito
all'Ue, di costruire «un’unione
sempre più stretta». Tuttavia, la
Dichiarazione vuole andare ol-
tre la critica, presentandosi co-
me un contributo al dibattito
sul futuro dell’Europa. Vale la
pena di distinguere le cose nuo-
ve e vecchie della Dichiarazio-
ne, proprio perché l’evoluzione
del sovranismo nazionalista è
importante per la stabilizzazio-
ne dell’Ue.
Cominciamo dalle cose nuo-
ve. Attraverso la Dichiarazione,
i sovranisti si collocano all’in-
CRISI AZIENDALI terno dello schieramento geo-
politico occidentale.
Licenziamenti —Continua a pagina 9
alla Gkn: POLITICHE ATTIVE
sul caso
Governo REDDITO
in campo DI CITTADINANZA
DA CAMBIARE
—Servizio a pag. 6
di Marcello Minenna
U n tema ricorrente negli
ultimi tempi è la carenza
di lavoratori stagionali
che rischia di rallentare la ripre-
sa di alcuni tra i settori più colpi-
ti dalla pandemia come il turi-
smo e la ristorazione. All'appello
mancherebbero dai 150mila ai
200mila lavoratori, cioè oltre un
quarto del fabbisogno dei mesi
L’ANALISI
Dopo il voto
estivi. Questa carenza deriva in
parte dalla scarsa attrattività
degli impieghi stagionali la cui
precarietà spesso si accompagna
a retribuzioni inadeguate, man-
ai diciottenni sioni pesanti e orari insostenibi-
la riforma li. Ma c'è anche la paura di per-
dere il reddito di cittadinanza.
delle Camere Infatti, salvo poche eccezioni,
accettare una proposta di lavoro
stagionale comporta la decurta-
di Roberto D’Alimonte
—a pagina 9 zione o l’azzeramento del sussi-
dio statale. —Continua a pagina 13
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2 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Primo Piano
I campionati europei di calcio
Wembley. Grazie alla vittoria sulla Spagna, l’Italia disputerà la quarta finale di un campionato europeo della sua storia
Euro 2020: Italia-Inghilterra,
una finale da quasi 12 miliardi
Il match di Londra. Stasera si assegna il titolo europeo per nazionali e si confrontano due grandi
industrie calcistiche (anche se la Premier League non ha eguali con quasi 6 miliardi di ricavi annui)
Marco Bellinazzo
Due potenze e due industrie calcisti-
che da quasi 12 miliardi di ricavi annui
che hanno contrassegnato, dalla metà
degli anni Ottanta, lo sviluppo dello
sport più seguito al mondo. Inghilerra
e Italia è tutto questo.
Ma se questa sera, nella cattedrale
dello sport d’Oltremanica, la nazio-
nale allenata da Roberto Mancini e
quella guidata da Gareth Southgate si
contenderanno il titolo di campione
d’Europa (l’unico trofeo continentale
l’Italia lo ha conquistato nel ’68, per
l’Inghilterra sarebbe il primo) in un
‘ Dal 2013 l’Inghilterra
ha concentrato
a St. George’s Park
la formazione
delle nazionali giovanili
match che si annuncia tutto sommato
in equilibrio, meno equilibrato è inve-
ce il confronto tra i due movimenti.
Da oltre un decennio, infatti, nella
terra d’Albione girano cifre fuori dalla
portata di ogni altra lega o federazio-
ne europea. Prima della pandemia di
Covid-19, stando ai dati di Deloitte, la
Premier League da sola è stata in gra-
do di superare la soglia dei 5,8 miliar-
di di proventi (relativamente alla sta-
gione 2018/19). Nello stesso anno, la
Serie A chiudeva poco sotto i 2,5 mi-
liardi, meno della metà.
Questo è il raffronto tra le princi-
pali leghe dei due paesi. Il sistema cal-
Il tifo popolare tra fan zone e incubo Covid
L’allarme per i contagi
Gli sponsor hanno investito
2,8 milioni per «Rome Host
City» a Piazza del Popolo
Benedetto Giardina
Con 32mila contagi alla vigilia della fi-
nale cui assisteranno nello stadio di
Wembley 65mila spettatori, la polizia
di Londra ha sconsigliato raduni e ca-
roselli popolari. Da Scotland Yard è
arrivato ieri un appello a non assem-
brarsi in strade, piazze e locali, salvo
per chi abbia il biglietto per le fan zone
provviste di maxischermi come quel-
la di Trafalgar Square. Allarmi sul-
l’impatto epidemiologico della va-
riante Delta in questi giorni si sono
cio, chiaramente, ha un perimetro più
ampio che include Federazione e le
altre leghe nazionali.
Complessivamente il valore della
produzione del calcio in Italia ha rag-
giunto quota 5 miliardi (di cui 800 mi-
lioni di plusvalenze da calciomercato)
sempre prima dell’emergenza sanita-
ria, come riporta il bilancio integrato
della Figc relativo alla stagione
2018/19, con costi generali stimati in
5,2 miliardi. La fonte principale di ri-
cavi si è confermata essere la tv, con
1,4 miliardi, seguita da sponsor e set-
tore commerciale (1,3 miliardi). Il giro
d’affari della Figc è stato di 174 milioni
(+8,5% rispetto al 2018). Per il 2020,
invece, la Federcalcio ha approvato
all’unanimità un budget in utile, a
fronte di una previsione iniziale ne-
gativa per 9,1 milioni, con 185,4 milio-
ni di ricavi e senza prendere in consi-
derazione i proventi della partecipa-
zione dell’Italia a Euro 2020 (che sono
pari per ora a 25,5 milioni e in caso di
vittoria finale saliranno a 28,5).
Ma in Inghilterra il calcio produce
una ricchezza maggiore. Sempre
prendendo in esame la stagione
2018/19, come detto, la sola Premier
League ha fatturato più dell’intero si-
stema calcio italiano, con 5,8 milioni
di ricavi, secondo l’Annual Review of
Football Finance di Deloitte. A questi,
vanno aggiunti gli oltre 1,2 miliardi
generati dalla Football League, ovve-
ro la lega che racchiude gli altri tre
campionati professionistici (Cham-
pionship, League One e League Two),
per un totale che supera i 7 miliardi di
moltiplicati anche in Italia, a partire
del ministero della Salute.
In effetti, le preoccupazioni per la
recrudescenza della pandemia ri-
schiano di oscurare quello che altri-
menti è stato in questo mese di Euro
2020 uno degli aspetti più positivi,
vale a dire il ritorno del tifo collettivo,
con le riaperture parziali degli stadi e
la possibilità concessa ai supporter di
stare insieme nelle fan zone. Tra tutte
quelle autorizzate in Europa (da Am-
sterdam a Copenhagen), la fan zone
di Roma, gestita da Filmmaster Even-
ts, la società che ha anche firmato la
Cerimonia di Apertura di Euro 2020,
è stata una best practice. «Rome Host
City», su cui gli sponsor hanno inve-
stito 2,8 milioni, ha attirato oltre
76mila tifosi in Piazza del Popolo, ga-
rantendo nei 31 giorni di apertura 434
ore di palinsesto (sono stati anche
eseguiti 3736 tamponi).
Il cammino esaltante della Nazio-
TENNIS
E Berrettini
va all’assalto
di Wimbledon
Da Wimbledon a Wembely.
La straordinaria domenica
dell’Italia sportiva vivrà su
questo duplice appunta-
mento con la storia. Se alle
21 nello tempio del calcio
gli Azzurri di Roberto Man-
cini proveranno a sfatare i
pronostici della vigilia nella
finale di Euro 20020 conto i
Leoni d’Inghilterra, nel
pomeriggio (ore 15) Matteo
Berrettini è atteso da
un’impresa ancora più
ardua: battere Novak Djo-
kovic, il numero uno del
ranking mondiale, nonché
vincitore delle ultime due
edizioni del torneo tennisti-
co più prestigioso. Berretti-
ni, primo italiano a raggiun-
gere la finale di Wimbledon,
tenterà di tagliare la strada
al campione serbo che
insegue il sesto trionfo
sull’erba londinese e il
Grande Slam 2021.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL BANDO
3,4 milioni
Il valore della gara
Nel 2020 Filmmaster Events
si è aggiudicato il bando per
l’accordo quadro per la
realizzazione e la gestione in
particolare dell’Host City
Concept inerenti Euro 2020
(4 partite della fase finale),
in programma nella Capitale.
La società ha ottenuto
l'appalto della durata di un
anno per 3.416.593 euro a
fronte di un suo valore
iniziale stimato di
4.019.522, superando la
concorrenza
MANCINI COME DRAGHI
Il quotidiano tedesco Süddeutsche
Zeitung scrive: «L’Italia è una squadra
solidale ... il cui trainer, Mancini, condu-
ce con la stessa eleganza di+ Draghi»
LAPRESSE
euro. Anche in questo caso, i diritti te-
levisivi la fanno da padrone, con quasi
3,5 miliardi incassati solo dalla Pre-
mier League in un anno. La Football
Association, ovvero la federazione
calcistica inglese, inoltre vanta un fat-
turato di 550 milioni di euro nel 2019,
cifra che porta gli n incassi del sistema
calcio d’Oltremanica a più di 7,5 mi-
liardi di euro nell’anno che ha prece-
duto la pandemia. Nel 2020, per effet-
to del Covid-19, i ricavi della FA si sono
ridotti però da 466 a 335 milioni di
sterline (390 milioni di euro).
Proprio nel pieno della crisi dell’ul-
timo anno è nato «The FA Strategy
2020-2024». Un piano che punta alla
vittoria in un torneo internazionale
della Nazionale inglese partendo dal
rafforzamento del calcio di base, che
già da anni vede peraltro le Academy
sfornare talenti su talenti. Basta leg-
gere il roster inglese per rendersene
conto: Rice, Grealish, Kane, Rashford,
Phillips, Mount, Foden, James e Saka
provengono tutti dai vivai dei rispet-
tivi club. La FA, che nel 2013 ha con-
centrato l’attività delle nazionali gio-
vanili a George's Park, ha così pianifi-
cato ulteriori investimenti per quasi
210 milioni di euro per il calcio giova-
nile. Cifre ben diverse da quelle italia-
ne: nel bilancio integrato 2019 vengo-
no indicati investimenti nel calcio
giovanile per 30 milioni di euro. Una
distanza che si può già toccare con
mano analizzando l’età media delle
due rose in campo stasera: 24,9 anni
contro i 27,3 degli italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nale di Roberto Mancini e le attività ri-
creative della fan zone hanno genera-
to un consenso crescente testimonia-
to anche attraverso i canali social: i
followers di @romaeuro2020, sono
stati 183mila su facebook e 30mila su
instagram con il 14% di engagement
rate. «Siamo orgogliosi di avere con-
tribuito, con una squadra di lavoro
composta da 237 persone, alla buona
riuscita di Euro 2020 - sottolinea An-
drea Francisi, General Manager di
Filmmaster Events -. Abbiamo ideato
e gestito la FanZone più grande d’Eu-
ropa, con una superficie di 15.000 mq.
Uno spazio che il presidente della Figc
Gabriele Gravina ha definito il più bel-
lo di sempre. I numeri ci dimostrano
che è stato un successo. Tra visione di
partite, concerti e attività ludiche ab-
biamo richiamando turisti e tifosi da
tutto il mondo creando un indotto
importante per tutta la città Roma».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ONLINE
Sport24 è anche online. Tra gli appro-
fondimenti l’impatto di Euro 2020
sui prezzi del calciomercato
ilsole24ore.com/sez/sport
A Wembley in campo
anche Macron, sponsor
made in Italy degli arbitri
Partnership con la Uefa
Nel 2019 l’accordo
per la fornitura delle divise
e del materiale tecnico
In campo stasera a Wembley ci
sarà anche un altro
rappresentante italiano. Si tratta
in realtà di una presenza che ha
contrassegnato tutte le 51 partite
di Euro 2020, dal primo match,
quello inaugurale giocato
all’Olimpico tra Italia e Turchia:
Macron Hero.
I 18 arbitri selezionati per la
manifestazione, insieme a
colleghi e collaboratori, sono
scesi in campo indossando le
nuove divise e l’abbigliamento
tecnico appositamente pensato e
realizzato per l’occasione da
Macron.
Un indubbio successo e un
orgoglio per l’azienda bolognese,
leader internazionale nel settore
del teamwear, che vestirà i
direttori di gara in tutte le
competizioni Uefa per nazionali e
club per i prossimi quattro anni.
La partnership tra Uefa e Macron
in qualità di Official Referee
Match Kit Supplier è stata infatti
confermata e rinnovata per il
prossimo quadriennio.
Il rapporto tra Uefa e Macron è
iniziato sostanzialmente nella
primavera del 2019 quando a
Nyon, Rosetti, e Gianluca
Pavanello, Ceo di Macron, hanno
celebrato la partnership svelando
Björn Kuipers. Arbitro olandese per la finale di Euro 2020
Alla squadra vincitrice
28,5 milioni in premio
Somme in palio
La Uefa ha stanziato
331 milioni da dividere
tra i 24 team partecipanti
Montepremi tagliato, ma sempre
da record. La Uefa ha messo 331
milioni sul piatto delle 24
nazionali partecipanti a Euro
2020, cifra ridotta di 40 milioni
dopo lo scoppio della pandemia
ma maggiore rispetto all’edizione
del 2016, dove il montepremi era
di 301 milioni.
Il premio massimo è di 28,5
milioni. Per raggiungerlo, è
necessario aver vinto tutte le gare
della fase a gironi, arrivando fino
al successo. Una strada
percorribile dall’Italia, che ha
chiuso il proprio girone a
punteggio pieno: i tre successi
contro Turchia, Svizzera e Galles
le prime divise che poi fecero il
loro esordio nella finale di Europa
League a Baku tra Chelsea e
Arsenal e nella finale di
Champions League a Madrid tra
Liverpool e Tottenham.
«Siamo felici della partnership
con Macron – ha dichiarato
Roberto Rosetti, responsabile
degli arbitri Uefa –. È importante
che Macron si prenda cura degli
arbitri europei che sul campo
svolgono un lavoro non facile ed è
importante avere un’azienda che
sa veramente cosa ha bisogno un
arbitro sul campo».
‘
L’azienda bolognese
vestirà i direttori
di gara in tutte
le competizioni
per nazionali e club
Le nuove maglie per Euro 2020
sono nei tradizionali colori nero,
giallo fluo, azzurro fluo e rosa fluo
e sono caratterizzate dal disegno,
nella parte anteriore, tono su tono
e in grafica embossata, della
cartina dell’Europa, senza confini
e senza barriere.
La maglia è a girocollo con
dettagli neri anche sui bordi
manica. Sul petto, al centro e sulle
spalle il Macron Hero; a sinistra,
lato cuore, il logo Uefa Match
Official. Sulla manica destra il
logo di Euro 2021, a sinistra il logo
Respect Uefa. Nella parte
posteriore è inserito infine il logo
Uefa Foundation for children.
—B. Gi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AP
sono valsi alla Figc 3 milioni, da
aggiungere ai 9,5 milioni previsti
per la partecipazione.
Vanno inoltre sommati: 1,5
milioni per gli ottavi vinti contro
l’Austria; 2,5 milioni per la
qualificazione ai quarti, dove gli
Azzurri hanno battuto il Belgio; e
4 milioni per la semifinale in cui
hanno superato la Spagna.
In totale, fanno 20,5 milioni già
in cassa, più i 5 milioni garantiti a
entrambe le finaliste.
Se l’Italia dovesse alzare la
coppa, il premio salirebbe a 28,5
milioni. L’Inghilterra, che nel
girone ha pareggiato una partita,
può arrivare a 28 milioni.
—B. Gi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
‘ La Figc grazie
al percorso netto
compiuto dagli Azzurri
ha già incassato
25,5 milioni
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Primo Piano
La nuova Piazza Affari
L’intervista. Stéphane Boujnah. Il ceo del listino paneuropeo: «Milano con Londra era una piazza periferica. I cambi nei board?
Sono funzionali alla internazionalizzazione. Il trasferimento del data center a Bergamo testimonia il nostro impegno sull’Italia»
«Borsa Italiana centrale per Euronext
Mts in campo per gestire i nuovi bond Ue»
Antonella Olivieri
E
uronext, la holding delle Borse
di Parigi, Amsterdam, Bruxel-
les, Lisbona, Dublino e Oslo, ha
messo sul piatto 4,4 miliardi
per conquistare Borsa italiana.
In questa intervista il ceo Stéphane
Boujnah spiega perchè Piazza Affari è
fondamentale per il gruppo che, con
questa operazione, è diventato il primo
polo azionario in Europa.
A che punto è il processo di inte-
grazione con Borsa italiana?
Stiamo lavorando al processo di
integrazione da un paio di mesi, in
stretto contatto con la Borsa, la Con-
sob e Banca d’Italia. Adesso ci stiamo
focalizzando in particolare su Mts e
Montetitoli, per catturare le opportu-
nità offerte dal programma Next
generation Eu. Stiamo inoltre lavo-
rando al lancio, che avverrà in ottobre,
dell'indice Mib Esg. Stiamo poi spin-
gendo sullo sviluppo di Elite (il pro-
gramma di Borsa italiana per avvici-
nare le pmi al mercato), per combi-
narne l’energia e le ambizioni con i
programmi di Euronext già esistenti
che mirano ad accompagnare le
società alla quotazione e che riguar-
dano per esempio le imprese tecnolo-
giche e quelle familiari. Vogliamo
inoltre sviluppare il business di Cassa
di compensazione e garanzia. Questo
dal lato dei ricavi. Sul lato dei costi
saremo più precisi a ottobre-novem-
bre quando presenteremo il piano
strategico e industriale.
Può spiegare in che senso Mts
può giocare un ruolo nel program-
ma Next generation Eu?
Per finanziare il programma Next
generation Eu, un piano da 750
miliardi da qui al 2026, l’Europa
dovrà ricorrere massicciamente al
mercato dei capitali con l’emissione
di bond. Mts, che tratta già il debito
pubblico italiano e di altri Stati, può
aiutare a gestire emissione e scambi
dei nuovi titoli Ue.
Avete già iniziato a discuterne con
Bruxelles?
Insieme con Fabrizio Testa, l’ad di
Mts, abbiamo già iniziato a parlarne
con la Commissione. Io personal-
mente ho parlato anche con molti
commissari e con il ministro delle
Finanze irlandese, Paschal Donohoe,
che è il presidente dell’eurogruppo.
Da chi saranno sviluppati gli
indici di Borsa, che oggi sono gestiti
dal gruppo Ftse?
Continueranno per il momento a
essere gestiti da Ftse, Borsa italiana e
Euronext svilupperanno gli indici di
sostenibilità Esg.
Ha anticipato che ci saranno esube-
ri in conseguenza del processo di
integrazione. Può essere più preciso?
Dobbiamo estrarre sinergie per
rendere il gruppo più efficiente e
competitivo, ma posso assicurare che
i risparmi saranno distribuiti su tutto
il gruppo.
Il trasferimento del data center a
Bergamo dovrebbe consentire di
tagliare costi.
Non sono in grado di quantificare i
risparmi adesso perché stiamo ancora
discutendo alcuni aspetti. Certamente
Bergamo è meno cara di Londra, ma il
processo di trasferimento è molto
costoso. Non ci saremmo mai mossi
se non ci fosse stata la Brexit.
Perché avete scelto proprio Ponte
San Pietro?
Il complesso gestito da Aruba è stato
costruito nel 2017 con i migliori
standard di sicurezza. E inoltre gli
impianti di Ponte San Pietro produ-
cono più energia di quella che consu-
mano, e producono energia rinnova-
bile. Nel 2000, quando è nata Euro-
next, il data center era a Parigi, poi nel
2011 l’abbiamo trasferito vicino a
Londra. Dopo la Brexit avremmo
potuto riportare la struttura a Parigi,
o spostarla per esempio ad Amster-
dam, ma abbiamo scelto invece
Bergamo a dimostrazione del nostro
impegno sull’Italia.
Quali saranno i vantaggi per il
territorio?
A Bergamo ci sarà il principale data
center del gruppo, una struttura dalla
quale passerà il 25% degli scambi
azionari di tutta Europa per un con-
trovalore di 12 miliardi al giorno. I
nostri clienti, tra cui tutte le principali
banche internazionali, ci seguiranno,
trasferendo lì a loro volta i loro data
center, per beneficiare della prossi-
mità. Nel trading è molto importante
la vicinanza fisica al luogo dove si
elaborano le informazioni: frazioni di
secondo possono fare la differenza.
Vorrei sottolineare che il data center
di Ponte San Pietro sarà per Euronext
il più importante investimento dopo
il lancio della piattaforma di trading
Optiq nel 2016.
Il modello di Euronext è percepito
come un modello federativo di
autonomie locali, ma le prime mosse
sono sembrate andare nella direzio-
ne di un maggior accentramento
rispetto a quanto Borsa italiana
fosse abituata con Londra. Come
spiega l’innesto di consiglieri di
Euronext nelle controllate di Borsa
con l’esclusione dei rappresentanti
della capogruppo?
La differenza tra Lseg e Euronext è
che quando Borsa italiana è stata
acquistata da Londra rappresentava
solo il 6% dei ricavi di gruppo. La
‘ IL PIANO NEXT GEN
Mts può aiutare a gestire
i nuovi titoli Ue: abbiamo
già parlato con Bruxelles
e con il presidente
dell’Eurogruppo Donohoe
‘ I PIANI NEL PAESE
Ci saranno altri
investimenti in Italia
su piattaforme e servizi:
servirà reclutare
nuove risorse
‘ LA BORSA DELL’EURO
Deutsche Börse ha scelto
di restare indipendente.
Noi interessati a parlare
con tutti: magari
qualcosa succederà
verità è che Milano è diventata pro-
gressivamente una piazza “dimenti-
cata”, periferica più che autonoma.
Per Euronext Borsa italiana rappre-
senta invece il 34% dei ricavi e perciò
abbiamo tutto l’interesse a sviluppar-
la. Nel 2015 Parigi pesava per il 60%,
oggi il 28%. Le voci italiane sono
ascoltate a ogni singolo livello della
governance di Euronext. Il presidente
della holding sarà italiano, nel super-
visory board ci sono due italiani su
dieci membri, nel managing board c’è
l’ad di Borsa italiana, nell’extended
management board c’è l’ad di Mts. La
Consob è nel comitato dei regolatori,
questo vuol dire che l’Italia avrà
sempre la corresponsabilità della
regolamentazione di tutto il gruppo e,
a rotazione, ogni 3 anni e mezzo, la
presidenza del comitato. Cdp è il
primo azionista alla pari con la Cdc (la
Cdp francese, ndr) e insieme a Intesa è
nell’azionariato di riferimento, po-
tendo dunque avere molta influenza a
livello di gruppo. Non abbiamo cam-
biato nemmeno un ad delle società
del gruppo Borsa italiana e abbiamo
mantenuto tutti i presidenti, tranne
due, quelli di Elite e Montetitoli. C’è
stato un passaggio di proprietà e c’è
stato di conseguenza qualche cam-
biamento nei board: abbiamo un’or-
ganizzazione integrata a matrice e
abbiamo chiesto ad alcuni manager di
focalizzarsi sul loro ruolo esecutivo
per favorire lo sviluppo delle attività
delle partecipate a livello di gruppo. I
3
IL RUOLO DELL’ITALIA sory board ci sono due membri
«Le voci italiane sono ascoltate a italiani su dieci, nel managing
ogni singolo livello della governance board c’è l’ad di Borsa italiana,
di Euronext. Il presidente della nell’extended management board
holding sarà italiano e nel supervi- c’è l’ad di Mts»
Borsa dell’euro,
il piano saltato
e la sfida tra
Londra e Parigi
La storia
La scelta di Lse di rilevare
Refinitiv ha rimescolato
cambiamenti sono stati nel segno
le carte delle società listino
della continuità - e, mi creda, di conti-
nuità ce n’è molta - all’interno di una La prima volta che Borsa è entrata
logica di “europeizzazione” dei board. in contatto con Euronext era a me-
Nel consiglio di Borsa italiana sono tà degli anni Duemila quando Mi-
entrato io e il direttore finanziario di lano tentò di mediare tra il listino
Euronext, Giorgio Modica, che è paneuropeo centrato su Parigi
catanese e si sposterà con la sua (aveva già aggregato Amsterdam,
direzione a Milano. Bruxelles e Lisbona) e Francoforte
Non ci sono però manager prove- per dare vita alla Borsa dell’euro,
nienti da Borsa italiana a capo di il sogno di Tommaso Padoa
funzioni di gruppo. Schioppa che dalla Bce era passato
A metà giugno abbiamo fatto alcune al Tesoro. Milano aveva già opzio-
nomine, tutte sono basate a Milano e nato per sé il mercato obbligazio-
hanno responsabilità di gruppo. È nario, ma l’operazione saltò per-
vero che non riportano al ceo, ma chè Deutsche Börse non aveva vo-
siamo arrivati appena due mesi fa. Ci luto cedere nulla, spiegando che il
saranno altre nomine a livelli più Land dell’Assia, dove risiede, non
senior nei prossimi mesi. È nostra lo avrebbe permesso, temendo ri-
intenzione comunque fare dell’Italia percussioni sull’occupazione.
una componente centrale del gruppo. Così Milano andò a nozze con
Jerusalmi dovrebbe restare ad di Londra, opzione che era il second
Borsa italiana fino a completamento best, mentre Euronext si accasò
del processo di integrazione. Che con il Nyse, salvo poi divorziare al
profilo dovrà avere il prossimo ad? settimo anno. Era il 2007: le pre-
Stiamo lavorando molto bene con messe erano allettanti perché ne-
Jerusalmi. Nel caso si rendesse ne- gli accordi non scritti l’ad di Borsa
cessario un cambio di ceo avvieremo italiana, ai tempi Massimo Capua-
un processo di consultazione, come Euronext. Stéphane Boujnah, ceo della holding delle Borse no, avrebbe dovuto subentrare al-
da accordi con Cdp. la guida del gruppo London Stock
Oltre ai data center, che altri Exchange al termine del mandato
investimenti sono previsti in Italia? La fotografia del listino paneuropeo della canadese Clara Furse. Non
Le decisioni di investimento non sono andò così, forse anche perché le
legate ai singoli Paesi, ma al business I RICAVI DI EURONEXT banche italiane, cui faceva capo la
o alle funzioni. Certamente ci saranno Il contributo di ciascun Paese al fatturato del gruppo. In % fetta maggiore dell’azionariato
altri investimenti in Italia per interna- post-fusione, preferirono passare
zionalizzare le piattaforme e per Italia Francia Paesi Bassi Norvegia Irlanda Altri*
sviluppare servizi, cosa per cui sarà 34 28 14 11 3 10
necessario reclutare nuove risorse.
‘ Integrazione tutta
Borsa italiana ha funzioni istitu-
zionali, per esempio relativamente
da costruire, ma la
holding è già entrata
all’ammissione a quotazione o ai nei cda delle
controlli, che le altre Borse del circuito controllate italiane
non hanno. Avete considerato la
possibilità di separare questa attività? all’incasso. Anche alla nascita di
L’attribuzione di queste funzioni alla
Borsa è un caso unico in Europa,
1.364 Euronext, nel 2000, l’ad di Am-
sterdam aveva coltivato l’aspetta-
MLN €
perchè altrove se ne occupa il regola-
tore. Ma si tratta di una questione
tiva di succedere a Jean François
Théodore, l’ex funzionario del Te-
regolatoria italiana: ci adegueremo (*) di cui: soro che prima aveva riunificato i
alle decisioni che verranno prese. 2 Belgio mercati francesi e poi era partito
2 Danimarca
Passiamo a un altro tema: come 2 Portogallo alla volta dell’Europa. All’Olanda
pensate di prevenire i possibili 2 Usa andò invece la presidenza.
conflitti d’interesse tra i listini che Sotto Londra, comunque, il
partecipano a Euronext, ma restano gruppo Borsa italiana, che com-
L’AZIONARIATO
pur sempre concorrenti?
Come abbiamo sempre fatto negli Quote %
prende anche il mercato all’in-
grosso dei titoli di Stato Mts,
ultimi vent’anni. E cioè restando Cassa di compensazione e ga-
neutrali: è il cliente che decide dove ranzia e Montetitoli, aveva godu-
vuole quotarsi. Faccio un esempio: to di una certa autonomia e il
Vivendi, che è una delle maggiori management aveva ottenuto po-
società del listino di Parigi, ha deciso sizioni di rilievo anche oltrema-
di quotare Universal Music ad Am- nica. Capuano aveva ricoperto
sterdam. L’importante è che il più 25,44 0,11 0,18 74,27 infatti il ruolo di responsabile
possibile le società si quotino in casa Azionisti Dipendenti Azioni Proprie Flottante della divisione informatica, del
perché ogni Borsa è una porta d’ac- di riferimento post-trading e dell’area legale di
cesso al pool di liquidità che in Euro- tutto il gruppo, mentre l’attuale
next è unico per tutti i Paesi. ad, Raffaele Jerusalmi, è stato per
Avete sperimentato anche voi il 5,63 7,32 3,17 7,32 1,50 un decennio responsabile di tutti
fenomeno della fuga delle società dal Euroclear CDP Equity SFPI- Caisse des Dépôts Intesa i mercati dell’Lseg.
listino? FPIM & Consignations Sanpalo Poi Londra ha deciso di but-
Il tasso di delisting è fisiologico, nel- tarsi sul business dati, fonden-
l’ordine del 6-7% all’anno. Non mi dosi con Refinitiv (l’ex divisione
preoccupa, mi preoccupa di più che il dati di Thomson-Reuters), Mila-
processo di listing sia competitivo e no è stata messa all’asta e Euro-
non sia d’ostacolo allo sbarco in Borsa. 0,50 next è tornata sulla scena, spun-
Come pensate di aiutare Borsa ABN AMRO tandola su tedeschi e svizzeri. A
italiana ad aumentare la rappresen- Bank NV finanziare l’acquisizione da 4,4
tatività del listino? miliardi hanno contribuito di
Come Euronext siamo molto interes- I TAVOLI DEI DUE CONSIGLI fatto anche Cdp e Intesa che so-
sati a finanziare l'economia reale. Noi I componenti dei board no entrate nell’azionariato di
possiamo aiutare a far sì che nel nuovo Euronext, con quote, rispettiva-
IL CDA “ESTESO”
contesto sia più facile quotarsi, la mente, del 7,3% e dell’1,3%, alla
liquidità non servirà cercarla altrove. Belgio Vincent Van Dessel Fabrizio Testa pari con la Cdp francese e Bnp-
Italia
Ma non sarebbe meglio pensare a Stéphane Boujnah Giorgio Modica Paribas. La presidenza della hol-
un’unica Borsa dell’euro? Delphine d’Amarzit Norvegia Øivind Amundsen ding passerà all’Italia, che, nel
Da parte nostra abbiamo riunito i Georges Lauchard Simone Huis in ’t Veld nuovo assetto, contribuisce al
Francia Paesi Bassi
mercati di sette Paesi, ma altre Borse Anthony Attia Sylvia Andriessen 34% dei ricavi contro il 28% di
hanno deciso di andare per la loro Camille Beudin Portogallo Isabel Ucha Parigi. Dal lato operativo l’inte-
strada. Deutsche Börse, che per Amaury Houdart Chris Topple grazione è ancora tutta da co-
Gb
dimensioni è il triplo di Euronext, ha Irlanda Daryl Byrne Simon Gallagher struire, ma l’esordio ha destato
scelto di restare indipendente. Il suo IL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA qualche perplessità: Euronext si
non è un modello aperto, non abbia- Belgio Rika Coppens è già accomodata nei cda delle
mo lo stesso dna. Noi siamo interes- Olivier Sichel Norvegia Morten Thorsrud controllate italiane di Borsa, la-
sati a discutere con tutti e magari Francia sciando fuori il management
Nathalie Rachou Paesi Bassi Dick Sluimers
qualcosa succederà. È dal 2017 che io Irlanda Padraic O’Connor Portogallo Manuel Ferreira da Silva della capogruppo. Nell’intervi-
e il cfo Giorgio Modica guardavamo Piero Novelli Usa Diana Chan sta il ceo di Euronext, Stéphane
all’Italia e poi alla fine l’occasione di Italia Boujnah, spiega il perché.
Alessandra Ferone
aggregarci si è presentata. —A.Ol.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Euronext © RIPRODUZIONE RISERVATA
4 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Primo Piano
Il summit di Venezia
Successo della presidenza italiana. Il ministro dell’Economia Daniele Franco (a sinistra) e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco
Franco: sul fisco intesa rilevante,
crescita da sostenere finché servirà
Il bilancio della presidenza. Il ministro dell’Economia: «Con l’accordo regole più eque e coordinate
per la concorrenza globale». Visco su ripresa: «Vaccinazione importante ma la transizione lo è di più»
Gianni Trovati
È lo stesso comunicato finale del G20
di Venezia ad abbandonare il lin-
guaggio tradizionalmente sorveglia-
to per definire «storico» l’accordo sul
doppio pilastro di regole per la mini-
mum tax globale e la riallocazione dei
profitti delle grandi multinazionali.
Coronando così quello che si presenta
come un indubbio successo politico
per la presidenza italiana.
È un successo politico che avrà an-
cora bisogno di un lungo lavoro tec-
nico, destinato a impegnare i governi
per almeno un paio d’anni. Ma l’inte-
sa consacrata nelle riunioni di Vene-
zia segna un cambio di passo che
punta ad affiancare la cooperazione
fiscale alla concorrenza che fin qui ha
dominato la scena. Il ministro del-
l’Economia Daniele Franco lo sottoli-
nea nella conferenza stampa finale,
rimarcando che il pacchetto Ocse as-
sunto dal G20 di ieri vede già «l’accor-
do di 132 Paesi su 139», in una platea
che aggrega «circa il 90% del Pil mon-
diale». Tra i sette riluttanti ci sono tre
Paesi europei, cioè l’Ungheria di Or-
ban, l’Estonia e ovviamente l’Irlanda,
che sulla concorrenza fiscale ha basa-
to fin qui gran parte della propria eco-
nomia, ma i numeri snocciolati da
Franco e la sicurezza ostentata dal
I grandi del mondo divisi sui costi del clima
La sfida della CO2
L’esibizione di impegni
ambientali contrasta
con pratiche contraddittorie
Jacopo Giliberto
C’è una locuzione inglese, virtue si-
gnal, che significa esibire con molta
enfasi propositi virtuosi. Ancora in
inglese, Bernard de Mandeville nel
1705 coniò private vices public benefits,
vizi privati e pubbliche virtù. La sfida
del clima presentata al G20 ancora
una volta esibisce in pubblico i toni
muscolari di impegni ma il procedere
dei fatti è molto più ondivago e basato
su scelte di cortissimo respiro.
Il 18 maggio l’Agenzia internazio-
nale dell’energia ha indicato la via per
decarbonizzare il pianeta. La ricetta
della roadmap Net Zero by 2050 è
semplice e ripidissima al tempo stes-
so. Non aprire nuove miniere e nuovi
giacimenti; correre sulle fonti rinno-
suo collega francese Bruno Le Maire
(«non si torna indietro», ha detto) la-
sciano intendere che appare fondata
la speranza espressa dal titolare dei
conti italiani sul fatto che «i Paesi che
finora hanno deciso di non unirsi al-
l’intesa cambino parere».
L’idea della cooperazione, ha ag-
giunto il governatore di Bankitalia
Ignazio Visco, si è fatta strada anche
nelle decisioni su come navigare nel-
le «acque inesplorate» del post-Co-
vid. Anche su questo punto, il G20 ha
confermato tutti i pronostici della vi-
gilia, rimarcando i rischi di un «ab-
bandono prematuro» delle misure di
sostegno alle economie, con un’at-
tenzione inevitabilmente enfatizzata
dall’effetto delle varianti pandemiche
che stanno facendo risalire i contagi.
Ma l’obiettivo è ora quello di guarda-
re oltre la stretta emergenza perché,
ha sottolineato Visco, «le vaccinazio-
ni sono importanti ma la transizione
lo è ancora di più». Una transizione,
quella prospettata dal governatore di
Bankitalia, verso una «nuova norma-
lità» che oggi appare indefinita, su
cui «dobbiamo imparare facendo»,
perché non esistono manuali di ge-
stione delle «cicatrici del Covid che
avranno un impatto sui consumi e
sulle nostre abitudini».
Ma sono ovviamente i due pilastri
vabili come il vento e soprattutto il sole;
elettrificare senza ritegno, a comin-
ciare dalle auto; idrogeno e bioener-
gie; accelerare nucleare e Ccsu (cattu-
rare e neutralizzare la CO2).
Problema. Ciò ha costi rilevanti. Il
reddito medio annuo nei Paesi che di-
pendono dai giacimenti sarà spazzato
del 75%. Da 1.800 a 450 dollari [Fonte:
Aie]. Un costo sociale devastante ma,
assicurano gli esperti, inferiore al di-
sastro climatico prossimo venturo.
È proprio il costo, il motivo delle
divisioni. I grandi sorridono davanti
all’obiettivo fotografico della difesa
del clima ma, dietro, si dividono sui
soldi. Ed ecco alcuni capitoli più caldi
del clima del pianeta.
A tutta carbon tax
La settimana prossima la Commis-
sione Ue presenterà il pacchetto clima
«Fit for 55» con una carbon tax per far
pagare i costi dell’anidride carbonica
ai produttori che esportano verso
l’Europa. È un dazio ambientale. Cau-
ti Usa e Cina. L’Europa ha anche un al-
tro meccanismo, l’Ets, che finalmente
sta rendendo visibile sui 45 euro la
tonnellata il costo della CO2, così visi-
7 ministri
della tassazione delle multinazionali
a dettare l’agenda. La minimum tax
globale del 15% riguarderà le imprese
multinazionali con un fatturato su-
periore i 750 milioni di euro, siano es-
se colossi digitali o analogici, e punta
a esaurire i margini per il dumping fi-
scale fuori da questa soglia. Secondo
le stime Ocse l’imposta dovrebbe ge-
nerare un gettito da 150 miliardi di
euro, e per i tecnici fiscali comunitari
la quota italiana potrebbe aggirarsi
intorno ai 3,7 miliardi. Ma prima di
fare i conti è necessario aspettare gli
ultimi passaggi in vista della riunione
dei capi di Stato e di governo in calen-
dario a ottobre, e soprattutto la ricca
‘ La quota italiana di
extra-gettito generato
dalle nuove regole Ocse
potrebbe aggirarsi
intorno ai 3,7 miliardi
bile da portare al fallimento, protestano
i settori industriali più esposti.
Esperti stimano che una carbon
tax efficace dovrebbe pesare 7,5 cen-
tesimi per litro di benzina. In Italia il
disincentivo fiscale pesa 13 volte di
più, cioè 1,02 euro al litro alla rileva-
zione del 6 luglio, circa il 160% in più
di penalizzazione fiscale sul prezzo
industriale. Nell’accisa paghiamo già
dal 1999 la carbon tax introdotta dal-
l’allora ministro dell’Ambiente Edo
Ronchi e poi incamerata nelle accise.
A tutto carbone
Con 2,15 miliardi di tonnellate petro-
lio-equivalenti, quest’anno la Cina
dovrebbe raggiungere il primato di
utilizzo del carbone [Fonte: Aie].
In Germania, dove molti Verdi
hanno in tale odio il nucleare da pre-
ferirgli quel carbonaccio fumigoso
che è la lignite nazionale, si annuncia
‘ Il reddito pro capite nei
Paesi produttori di
petrolio e gas sarà
tagliato del 75% da
1.800 a 450 dollari
MAXI RIMPASTO IN SPAGNA
Il premier spagnolo Pedro Sánchez
(nella foto) ha annunciato il suo più
grande rimpasto di governo per pilotare
la ripresa economica dopo la pandemia
IMAGOECONOMICA
rifinitura tecnica ancora necessaria
prima dell’applicazione della tassa.
Ancor più complesso è il lavoro
sull’altro pilastro, quello che spinge
per ridisegnare la geografia della
competenza sulla tassazione dei pro-
fitti delle multinazionali più grandi.
Qui la soglia di fatturato è decisa-
mente più alta, 20 miliardi di dollari,
e riguarda un centinaio di imprese. Il
nuovo schema punta a redistribuire
una quota fra il 20 e il 30% della reddi-
tività superiore al 10% del fatturato.
Con l’obiettivo di riavvicinare almeno
parzialmente la tassazione nei luoghi
dove i profitti avvengono davvero, al
netto dell’indirizzo della sede legale.
Nelle intenzioni del G20 il fisco do-
vrà poi giocare un ruolo anche nella
transizione dell’economia verso la
sostenibilità ambientale e sociale, al-
tro filone che ha innervato le discus-
sioni fra i ministri e i governatori. E
della sostenibilità Venezia sarà la “ca-
pitale”, come prevede la Fondazione
che nascerà oggi con l’atto che sarà
firmato alla presenza di Daniele
Franco e del ministro per la Pa Renato
Brunetta. La fondazione servirà a far
diventare la città un polo per la ricerca
sulla sostenibilità, concentrando a
Marghera i lavori su idrogeno ed
energie green.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la chiusura di centrali nucleari e a car-
bone, si sventolano i successi rinno-
vabili della pulitissima Energiewen-
de, ma intanto entra in pressione la
nuovissima centrale a carbone di Dat-
teln e si rinvia la chiusura di quella di
Heyden per non far mancare la cor-
rente ai tedeschi [Fonte: BNetzA].
A tutto nucleare
L’ Europa si divide sul metano — pro-
pugnato da russi e tedeschi e conte-
stato dagli Usa se il gas è russo — e sul
nucleare, che non emette CO2. Acce-
sissimo il dibattito atomico al Parla-
mento di Strasburgo. Lo sostengono
i francesi, che ne fanno motivo d’or-
goglio nazionale ma soprattutto di
business internazionale perfino in
Cina. Intanto la russa Rosatom sta
piazzando in mezzo mondo i suoi re-
attori Vver ad acqua pressurizzata e
sta mostrando ai clienti il nuovissimo
reattore da 300 megawatt a neutroni
veloci, autofertilizzante, raffreddato
a piombo fuso, ciclo del combustibile
integrato sul sito, che per gli ingegne-
ri nucleari di tutto il mondo è da pagi-
none centrale del mese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CALVIÑO VICE DI SANCHEZ
Fuori alcuni pesi massimi del Partito
socialista, tra cui la vicepresidente
Carmen Calvo. Numero due diventa la
ministra dell’Economia Nadia Calviño
L’analisi
DAL SUMMIT UN RINNOVATO
INNO AL MULTILATERALISMO
di Giorgio Barba Navaretti
C on gli americani tornati
finalmente in partita, il
G20 di Venezia è un
rinnovato inno al
multilateralismo. Non c’è tema
dove non si invochi la necessità
di un’azione globale, che si tratti
della lotta alle pandemie, del
contenimento del cambiamento
climatico o dell’elusione fiscale
in epoca digitale.
Gli anni di furore isolazionista
di Trump e le pandemie hanno
reso palese la necessità di una
visione ed un’azione globale per
affrontare le grandi sfide
economiche e sociali del pianeta.
E con risultati concreti. La
Presidenza italiana porterà a casa
l’endorsement di tutti i membri
del G20 dell’accordo sulla
tassazione globale delle
multinazionali, finalmente
confezionato dall’Ocse e a cui
hanno oramai aderito 131 Paesi, il
90% del Pil mondiale, e di cui si è
già dato conto su queste pagine.
A prescindere dal cambio
dell’amministrazione americana,
l’accordo è stato possibile dopo
molti anni di negoziati, in quanto
il potere dei colossi digitali e
comunque di molte imprese
multinazionali è diventato un
problema collettivo, che riguarda
tutti i Paesi. Hanno dimensioni e
attività tali da non poter più essere
considerate dei campioni
nazionali, che i propri governi
proteggono a costo di distorcere i
mercati. Il G20 ora affronta la
questione fiscale, ma questo è solo
uno dei grandi temi collettivi che
queste imprese pongono. Il loro
potere di mercato, la gestione
della privacy e controllo dei dati, e
soprattutto la sensibilità crescente
dell’opinione pubblica su questi
temi sono problemi condivisi da
tutti. Per questo la nuova
amministrazione americana ha
abbandonato la linea di difesa dei
campioni nazionali sposata da
Trump ed ha avviato molte azioni
mirate a ridurre il potere di
mercato delle grandi corporation.
Biden e la Yellen sono stati i primi
proponenti dell’accordo discusso
in queste ore al G20.
Questo si regge su due pilastri.
Il primo è un prelievo fiscale sui
profitti superiori al 10% del
fatturato delle grandi
multinazionali (con vendite
superiori ai 20 miliardi di dollari)
da redistribuirsi sulla base della
geografia del fatturato. Questa
misura certamente vale
soprattutto per le imprese digitali,
che producendo beni intangibili,
hanno una geografia delle proprie
LA PROTESTA
Scontri con i contestatori
Tafferugli a Venezia durante il
G20 dei ministri dell’Economia
e dei banchieri centrali. Dopo il
lancio di alcune bottiglie di
vetro, ci sono state cariche da
parte delle forze dell’ordine . Gli
attivisti hanno cercato di supe-
rare il blocco imposto dalla
polizia prima del Ponte dell’Ac-
operazioni piuttosto indefinita e
invece una geografia del proprio
fatturato molto più precisa. Ma
allo stesso tempo, include tutte le
grandi corporation, qualunque sia
il loro settore di appartenenza. Il
che dà agli Usa buoni argomenti
per trattare con l’Europa
sull’eliminazione dell’imposta
sulle imprese digitali, che sono in
gran parte americane. E la misura
è ovviamente vista con favore dai
Paesi dove le big tech operano in
modo pervasivo con oneri fiscali
minimi.
Il secondo pilastro è la
fissazione di una tassazione
minima sui profitti del 15%.
Misura che evita la corsa al
ribasso delle aliquote per
attrarre gli investimenti. Va
bene ai Paesi ricchi, che hanno
una tassazione elevata e ben
pochi margini per ridurla dato
l’aumento del debito pubblico
durante la pandemia. E che
vorrebbero molto evitare il
trasferimento della sede delle
proprie imprese in paradisi
fiscali. E va anche bene ai Paesi
emergenti e poveri che
potrebbero attrarre
investimenti senza perdere un
gettito indispensabile al
proprio sviluppo.
L’accordo dunque è possibile
perché aiuta tutti a risolvere un
problema collettivo e che può solo
essere affrontato in modo
cooperativo. È un primo passo, ma la
riscoperta del principio del bene
comune può portare ad altri
importanti accordi. Lo ha evocato
Larry Summers, uno dei
coordinatori del High Level
Independent Panel, che include
politici, banchieri ed economisti,
presentando il rapporto
commissionato del G20, che chiede
appunto investimenti per 75
miliardi di dollari per combattere
l’insorgere di nuove pandemie. Ed
era alla base della discussione sulla
possibile introduzione di una
tassazione minima globale (Carbon
Price Floor) sulle emissioni di gas
serra di cui si è ieri discusso in modo
animato. Certo le divergenze
restano. La tassazione sulle
emissioni è complessa per Paesi
dove l’economia di sussistenza si
basa su fonti energetiche inquinanti.
E la vera disponibilità di un membro
cruciale del club come la Cina o di
altri come la Turchia e la Russia a
giocare partite cooperative globali è
lontana dall’essere chiara.
Comunque c’è un clima nuovo, dove
per lo meno la necessità di un’azione
collettiva è accettata da tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AFP
cademia. Alcuni dei manife-
stanti, incappucciati, sono stati
fermati dagli agenti.
Diverse centinaia di attivisti
ambientali hanno aderito a una
manifestazione organizzata dal
Movimento No Grandi Navi. A
questa si sono aggiunti cortei
di attivisti per l’ambiente.
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Primo Piano
Il summit di Venezia
Ok del G20 alla minimum tax
sui profitti delle multinazionali
Fisco e politica Recepita l’intesa Ocse che introduce la tassa globale e ridistribuisce tra Paesi il prelievo
con obiettivo 2023. Sul cambiamento climatico spinta alla carbon tax contro le emissioni di gas serra
Gianluca Di Donfrancesco
L’obiettivo è avere le nuove regole di
contrasto al dumping fiscale entro
il 2023. Due anni per dare attuazio-
ne a un’intesa storica, come ha riba-
dito ieri il ministro delle Finanze te-
desco, Olaf Scholz a Venezia, poche
ore prima del comunicato finale del
G20 dei ministri dell’Economia e dei
banchieri centrali. Una «rivoluzio-
ne», secondo il francese Bruno Le
Maire, con la quale i Venti Grandi re-
cepiscono l’intesa raggiunta il 1° lu-
glio in sede Ocse sulla tassa minima
globale del 15% sui redditi delle mul-
tinazionali e sulla ridistribuzione
della competenza a tassare i gruppi
più grandi. A partire dai colossi del
digitale come Google o Facebook,
che «finalmente pagheranno la loro
giusta quota di tasse», ha aggiunto
Le Maire.
Una stretta alla corsa al ribasso
‘ Il ministro francese
Le Maire: i colossi
del digitale finalmente
pagheranno
la giusta quota di tasse
nella concorrenza fiscale e alla ri-
cerca del Paese dove si pagano meno
tasse, che «ha sottratto a tutti noi ri-
sorse per investire nelle nostre po-
polazioni, nella nostra forza lavoro
e nelle nostre infrastrutture», ha
detto la segretaria al Tesoro Usa, Ja-
net Yellen.
Dopo l’ok dato dal G20 a presi-
denza italiana, restano da definire
i dettagli tecnici entro il summit dei
capi di Stato e di Governo di ottobre
a Roma. Soprattutto resta da per-
suadere il piccolo gruppo di Paesi
coinvolti nel negoziato Ocse che
ancora puntano i piedi. Tra loro ci
sono Irlanda, Estonia e Ungheria,
caldamente invitati ad allinearsi. Le
Maire si mostra convinto: «Indietro
non si torna».
Anche gli Stati Uniti avranno i lo-
ro compiti a casa da fare. La Casa
Bianca, impegnata in una difficile
partita sul fronte interno per rifor-
mare il proprio Fisco, deve ottenere
il sostegno del Congresso. Washin-
gton vede l’aliquota del 15% come
una base di partenza. Anche Parigi
e Berlino continuano a spingere per
una soglia più elevata.
La global minimum tax, che se-
condo l’Ocse potrebbe generare 150
miliardi di euro l’anno di gettito, è
solo uno dei due pilastri dell’intesa.
L’altro prevede la ridistribuzione
La sfida è l’armonizzazione tra fiscalità
Lo scoglio della sovranità
Il sistema di calcolo
della base imponibile è
molto diverso tra i 130 Paesi
Alessandro Galimberti
In attesa che l’autunno metta le
ruote agli accordi estivi sulla Glo-
bal minimum tax - e cioè produca
l’allegato tecnico in grado di por-
tare contenuti alle dichiarazioni
politiche di queste settimane - è
già chiaro fin da ora che l’armo-
nizzazione dei sistemi fiscali na-
zionali dovrà tendere, almeno ide-
almente, a una necessaria omoge-
neità di fondo.
La Gmt americana, che di fatto
entra in modo risolutivo solo su
uno dei due pilastri della proposta
Ocse (il Pillar Two, quello “dedica-
della competenza a tassare i profitti
di circa 100 multinazionali con fat-
turato oltre i 20 miliardi di dollari, in
modo da spostare il prelievo nei Pa-
esi dove i grandi gruppi fanno in-
cassi. L’accordo Ocse parla di una
quota pari al 20-30% della redditivi-
tà che eccede una soglia del 10%. At-
tualmente, i Venti sono attestati sul
valore più basso della forchetta
(20%). Ancora una volta è Parigi a
spingere per alzare l’asticella: «Pen-
so che la soluzione migliore sia il
25%», ha detto Le Maire. L’Ocse sti-
ma che questo meccanismo potreb-
be ridistribuire prelievo fiscale su
circa 100 miliardi di euro l’anno.
Stati Uniti e Unione Europea de-
vono poi risolvere la questione delle
web tax. L’accordo Ocse prevede che
siano eliminate. Washington le con-
sidera discriminatorie e ne chiede la
revoca prima che il Congresso inizi
a esaminare l’intesa. Parigi preferi-
sce attendere che l’accordo entri in
vigore. E la Commissione Ue proce-
de con la propria separata proposta
di tassazione dei servizi digitali, si-
cura che non incida sull’intesa ap-
pena raggiunta. Domani Yellen in-
contrerà i ministri dell’Eurogruppo.
Il G20 di Venezia segna anche un
altro momento significativo, questa
volta sul clima: per la prima volta,
un comunicato finale riconosce il
«carbon pricing» tra gli strumenti
utilizzabili nella lotta al surriscalda-
mento globale. L’Europa ne fa una
bandiera e insiste per convincere i
partner a introdurre una soglia mi-
nima globale per il prezzo delle
emissioni di anidride carbonica.
«Abbiamo spinto molto per riuscire
a inserire le parole carbon pricing
nel comunicato», ha affermato Le
Maire. Il meccanismo è adottato già
in circa 60 Paesi e amministrazioni
locali, compresa la Ue, che si prepa-
ra a potenziare il proprio.
Sullo sfondo resta la preoccupa-
zione per la diffusione delle varianti
del Covid-19, che combinata all’ini-
qua distribuzione dei vaccini nel
mondo, minaccia la ripresa e rischia
di penalizzare sempre di più i Paesi
poveri, già in difficoltà. Sul punto, il
comunicato finale non va molto ol-
tre l’appello alla condivisione dei
vaccini e a sostenere il piano da 50
miliardi di dollari messo a punto da
Fmi, Banca mondiale, Wto e Oms.
Mentre l’Fmi continua a chiedere ai
Grandi di impegnarsi a ridistribuire
a favore dei Paesi poveri 100 dei 650
miliardi di dollari di diritti speciali
di prelievo che si prepara a emettere.
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to” ai paradisi fiscali), applica una
percentuale minima uniforme sui
redditi delle multinazionali: il 15%
di aliquota per tutti è una modalità
dichiaratamente semplice e intui-
tiva che si riferisce, però, a un sot-
tostante (base imponibile) a dir
poco variegato.
La determinazione del reddito
tassabile dipende infatti da una
serie di fattori che, in ogni Paese,
hanno natura e una storia pro-
pria e soprattutto sono stretta-
mente legate - pensiamo anche
solo al caso italiano - alle stagio-
ni della politica.
Non è un caso che lo scarto tra il
carico fiscale “formale” su una so-
cietà commerciale (la cosidetta
corporate income tax) e l’aliquota
effettivamente applicata (effective
tax rate) sia ovunque molto ampio,
e in definitiva a chi pianifica l’effi-
cienza fiscale dei gruppi importa
solo il secondo parametro. Indi-
pendentemente dalla Cit ufficiale
del Paese ospitante.
Corporate tax a confronto
Aliquota % sugli utili di impresa
0 10 20 30 40 0 10 20
Francia Lituania
34,4
Germania Mauritius
29,9
Italia Albania
27,8
Stati Uniti Liechtenstein
25,9
Paesi Bassi Cipro
25,0
Cina Irlanda
25,0
Lussemburgo Macao (Cina)
24,9
Estonia* Andorra
20,0
Russia
20,0
Bulgaria
Regno Unito Ungheria
19,0
Romania
16,0
(*) L’Estonia tassa solo gli utili non reinvestiti. Fonte: Ocse, dati 2019
I numeri del G20 di Venezia
100 15%
MILIARDI DI EURO L’ALIQUOTA EFFETTIVA
Secondo le stime dell’Ocse, la I redditi delle multinazionali
redistribuzione della con oltre 750 milioni di
competenza a tassare le fatturato, in base all’intesa
attività delle grandi raggiunta, saranno tassati
multinazionali potrebbe con una aliquota effettiva di
interessare una base almeno il 15%. Ma la Francia
imponibile di 100 miliardi di spinge per alzare l’aliquota
euro l’anno. È il primo pilastro
dell’intesa Ocse
2023
150
L’ENTRATA IN VIGORE
Per i Venti Grandi, le nuove
MILIARDI DI EURO regole dovrebbero entrare in
Sempre l’Ocse stima che la vigore nel 2023. Perché
minimum tax globale sui questo sia possibile occorre
redditi delle multinazionali definirne gli aspetti tecnici
potrebbe garantire un gettito entro ottobre e convincere i
di circa 150 miliardi di euro pochi Paesi che ancora si
l’anno. È il secondo pilastro oppongono
Il tema su cui valutare la riuscita mai fatto mezzo passo indietro.
della Gmt è proprio la possibilità di La stessa Unione europea è riusci-
raffrontare su base omogenea i ta nel tempo ad «armonizzare» -
“campi di gioco” delle multinazio- cioè a uniformare e a rendere di
nali, cioè le regole fiscali nazionali sua competenza - solo la Vat
di ogni singolo Paese dove opera- (l’Iva) ma nulla ha potuto nè volu-
no e dove producono profitti: in tal to fare sulle imposte societarie (la
modo la clausola antielusiva scat- corporate income tax), dove a 18
terebbe tutte le volte che una so- aliquote differenti su 27 ammini-
cietà riuscisse a scendere “effetti- strazioni (dal 10% della Bulgaria
vamente” sotto l’aliquota Gmt do- al 35% di Malta..) si abbinano al-
vuta grazie a un’amministrazione trettanti diversi sistemi di com-
fiscale particolarmente “amica”. posizione e di determinazione
Se, invece, la rete internaziona- della base imponibile.
le continuerà a poggiare su sistemi L’equa redistribuzione globale
fiscali (ma anche civilistici) del del gettito fiscale che la riforma
tutto eterogenei, la possibilità di Ocse/Biden promette, al di là di
aggirare i nuovi standard tributari suggestive dichiarazioni, poggia
si ripresenterebbe esattamente sull’adozione di regole sostanziali
come oggi, mutatis mutandis. uniformi. Che però, se sono diffi-
Ed è probabilmente questo il cili da raggiungere per via pattizia
vero scoglio che le intese G7/G20/ mediante trattati bilaterali/mul-
Ocse dovranno tentare di affron- tilaterali, ancor più ambizioso è
tare sui tavoli tecnici, consapevoli cercare di trovarle su base spon-
però che sulla sovranità fiscale - tanea, e per di più molte volte au-
quantomeno sulle imposte dirette to-punitiva.
- gli Stati nazionali non hanno © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INCHIESTA SU 24+
In occasione del G20 di Venezia e
dell’accordo sulla tassa minima
globale nella sezione premium del
sole24ore.com l’inchiesta a più pun-
L’analisi
UN PERCORSO DA COMPLETARE
E I SUGGERIMENTI DEGLI USA
di Carlo Garbarino
I l 1° luglio la stragrande
maggioranza dei 139 Paesi che
fanno parte dell’Inclusive
Framework Ocse ha approvato un
accordo relativo alla riforma
fiscale globale basata su due
pilastri, il Pillar One e Two, che
garantiscono, il primo, la
tassazione nei Paesi del mercato e,
il secondo, nei Paesi in cui le
30 40 multinazionali hanno la propria
sede. Questo accordo conferma e
precisa un precedente accordo del
15,0 G7 ed è stato accolto anche dal G20
di Venezia. Si inizia, quindi, a
15,0 ragionare nei termini di un’ampia
e solida base di consenso G7-G20-
Ue. L’accordo implica un cambio
15,0 significativo delle regole per
l’allocazione della base
12,5 imponibile tra i Paesi, in quanto è
previsto un principio di
attribuzione agli Stati del mercato
12,5
del 20-30% dei profitti delle più
grandi multinazionali che siano in
12,5 eccedenza di un margine di
profitto del 10%, come anche
l’introduzione generalizzata di
12,0
una global minimum tax del 15%
da parte dei Paesi in cui le
10,0 multinazionali hanno sede.
10,0
Gli iperbolici annunci relativi a
una nuova fase della fiscalità
internazionale dovranno però
confrontarsi con problemi di tipo
9,0 tecnico non ancora oggetto di
accordo. Inoltre l’Ocse non ha
ancora sviluppato un coerente
disegno di global tax governance.
Quando si perverrà a una
dettagliata bozza di accordo
nell’ottobre 2021, sarà necessario
che le circa 130 giurisdizioni che
hanno espresso un assenso
adottino norme in linea con i
criteri dettati.
L’idea obsoleta è quella di un
ampio trattato multilaterale
vincolante che venga ratificato dal
più ampio numero di Paesi e
determini obblighi di diritto
internazionale. Ma non è questo il
percorso indicato dalle moderne
teorie applicate ai più diversi
problemi globali (ad esempio i
mutamenti climatici), in quanto è
necessario determinare un
regime in cui vi sia uno spontaneo
interesse da parte degli attori di
auto-assumersi obblighi e
responsabilità. È necessario
sviluppare un sistema di global
tax governance effettivo che
assicuri un concreto
adempimento. Sistema che al
momento attuale non è ancora
stato delineato.
Sembrerebbe quindi che la
situazione presenti ancora
problemi strutturali, ma una
novità positiva in direzione della
governance è al momento
riscontrabile: il cambio di passo è
avvenuto alcune settimane fa a
seguito dell’annuncio da parte
degli Stati Uniti di introdurre in
via unilaterale una tassazione sui
redditi globali delle
multinazionali Usa in
combinazione con l’impegno di
promuovere una global minimum
tax in un contesto di rinnovato
multilateralismo. L’idea degli Usa
è molto semplice ed è facilmente
adottabile da altri Paesi con
legislazione interna: stabilire
un’aliquota unica per tassare tutti
i redditi esteri delle proprie
multinazionali, sostanzialmente
un sistema di consolidato fiscale.
È esattamente questa la global
minimum tax di cui si parla,
spesso in modo generico, vale a
dire la spontanea assunzione da
parte di singoli Paesi della
responsabilità di tassare
globalmente con legislazione
interna le proprie multinazionali
nel pieno esercizio della propria
sovranità fiscale, formando così
una coalizione per risolvere il
problema mondiale della
cosiddetta “race-to-the-bottom”.
Questa global minimum tax
coincide con le attuali proposte
del Pillar Two che prevedono una
tassazione nello Stato della sede
5
tate di Roberto Galullo e Angelo
Mincuzzi sui paradisi fiscali che saran-
no colpiti più o meno direttamente
dall’adozione di una tassa minima del
15% sui profitti delle multinazionali
della multinazionale con
un’aliquota almeno del 15%
qualora le aliquote effettive estere
siano inferiori. Se, ad esempio,
uno Stato ha stabilito la propria
aliquota effettiva sui redditi
globali esteri al 12%, dovrebbe
applicare una top-up tax del 3%,
un computo abbastanza
complesso. La soluzione Usa è più
semplice in quanto l’aliquota sui
redditi esteri è stabilita al 21% e
verrà unilateralmente applicata,
indipendentemente dal calcolo
delle aliquote effettive estere. Per
gli Stati aderenti al modello Usa
sarà necessario prevedere con
legislazione interna una
tassazione sui redditi esteri
globali di almeno il 15%, o
superiore senza bisogno di
implementare le complesse regole
Ocse. Alcuni Paesi ritengono che
tale aliquota debba essere
superiore e approssimarsi
all’aliquota media corporate, che è
circa 23%. Quindi la vera forza dei
futuri progressi nella direzione di
un’effettiva governance è
l’instaurazione di un regime
internazionale di minimum tax in
cui i singoli Paesi, a valle
dell’accordo ”di sistema” Ocse,
abbiano comunque un interesse a
‘ IL QUADRO
Si allarga la base
di consenso
per una tassazione
più efficace
delle multinazionali
‘ IL PUNTO DI SVOLTA
Deteminante la scelta
degli Stati Uniti
di varare
una global tax
per le proprie società
tassare le proprie multinazionali
per evitare fenomeni dannosi di
delocalizzazione o spostamenti
fittizi di profitti in giurisdizioni a
bassa fiscalità.
È esattamente questo che
hanno fatto gli Usa, acquisendo la
consapevolezza che la strada
maestra per limitare siffatti
fenomeni è il consolidamento a
tassazione dei redditi delle
multinazionali con sede negli Usa,
sviluppando così una strategia
dominante che vanifica quella dei
Paesi a bassa fiscalità che attirano
investimenti finanziari: se lo Stato
tassa i redditi esteri a nulla
valgono le aliquote basse di altri
Paesi per attirare investimenti e
profitti. La principale causa della
futura applicazione della global
minimum tax in una coalizione di
stati è semplice: è l'interesse
spontaneo dei principali Paesi di
assoggettare a tassazione i redditi
globali delle proprie
multinazionali, una strategia
dominante per contrastare le
delocalizzazioni. Un passo in
avanti nella direzione di questo
“minilateralismo” è stato
intrapreso ora al G20 di Venezia:
venti paesi che assumono una
responsabilità di tassazione delle
proprie multinazionali possono
assicurare l’adempimento
mediante un sistema di controlli
reciproci. Questa coalizione può
ovviamente estendersi
gradualmente alla restante platea
dell’ulteriore centinaio di
giurisdizioni che hanno per ora
espresso un generico assenso nel
documento Ocse del 1° luglio, ed è
quindi il passaggio necessario
verso un regime inclusivo. Resta
inteso che i criteri dettati dal Pillar
One Ocse garantiranno al
contempo la tassazione delle
multinazionali negli Stati del
mercato, ma sul fondamento che
comunque esse saranno
responsabili delle imposte al 15%
almeno nello Stato in cui hanno
la sede.
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6 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188

+418mila
CONTRATTI A TERMINE A MAGGIO ANDREA ORLANDO
Primo Piano La crescita rispetto a maggio 2020 Sui licenziamenti alla Gkn il ministro
(dati Istat) , il 16,4% in più. A fronte di del Lavoro ha parlato di «modalità
un calo di 225mila lavoratori a tempo inaccettabili». Bisogna «trovare tutti
indeterminato gli elementi per scongiurarle»

Lavoro a termine
ANSA
l’andazzo» va rivista la norma sui li-
cenziamenti ; e il leader della Lega-
Matteo Salvini si appella a multina-
zionali e fondi «perché abbiano una

con le causali
coscienza». I sindaci dell’area me-
tropolitana di Firenze hanno orga-
nizzato una staffetta per affiancare
i lavoratori dello stabilimento, il

della contrattazione
Sostegni bis. Le modifiche approvate consentono rinnovi e proroghe
dei rapporti a tempo determinato secondo i criteri fissati dai contratti collettivi
Giorgio Pogliotti
Claudio Tucci
Doppia modifica sui contratti a termi-
ne per renderli più appetibili per le im-
prese, e spingere la ripresa occupazio-
nale. Con il decreto Sostegni bis, che
domani sbarca in Aula alla Camera, si
interviene in modo strutturale sui rin-
novi e le proroghe dei rapporti a tempo,
affiancando alle causali legali del de-
creto Dignità, quelle previste dalla con-
trattazione collettiva (nazionale,
aziendale e territoriale). Nello stesso
Dl, con la seconda modifica, in questo
caso di carattere temporaneo, il legi-
slatore ha previsto una nuova ipotesi di
contratto a tempo determinato, per
consentire fino al 30 settembre 2022 di
assumere a termine nei casi previsti
dalla contrattazione collettiva, ponen-
do però a garanzia della qualità occu-
pazionale un limite minimo di durata
del rapporto di lavoro, di almeno dodici
mesi ed un giorno (e massimo 24 mesi).
Laprimamodificaaffidaallacontrat-
tazione collettiva in via definitiva (non
c’è un limite di efficacia temporale) il
controllo della reiterazione dei contratti
a termine, liberandoli dalle maglie stret-
te delle causali legali del decreto Dignità
che limitavano fortemente proroghe e
rinnovi. Con il secondo intervento si
promuove ancora l’occupazione a ter-
mine, sempre sotto il governo dalla con-
trattazione collettiva, come strumento
di incentivo dell’occupazione tempora-
nea, ma non di breve durata (i contratti
dovranno durare più di un anno). La
modifica è stata voluta dal M5S, la dura-
tadel“regimespeciale”èstataoggettodi
mediazioni nella maggioranza, fino a
individuare la data di fine settembre
2022 con il parere favorevole del mini-
stro del Lavoro, Andrea Orlando.
«Si tratta di innovazioni importanti
- sottolinea Arturo Maresca ordinario di
diritto del lavoro all’università la «Sa-
pienza» di Roma - con le quali il legisla-
tore supera le misure contingenti detta-
te durante l’emergenza acuta della pan-
demia e dà impulso al lavoro a termine.
Il comun denominatore dei due inter-
venti è il riconoscimento dell’autono-
‘ Proroga Cig per i tessili al
31 ottobre e blocco dei
licenziamenti sulla corsia
veloce della conversione
del Dl sostegni Bis
mia collettiva riportata al centro della
disciplina del contratto a tempo deter-
minato, dopo essere stata neutralizzata
dal decreto Dignità. Tutto da scoprire è
il nuovo contratto a termine a durata
minima che appare un’opportunità
“one shot” immessa dal legislatore nel
mercato del lavoro per dare fiato all’oc-
cupazione anche in vista dell’attuazione
del Pnrr. Si tratta, probabilmente, di un
contratto a tempo utilizzabile per tutti,
datori di lavoro e i lavoratori, che se ne
vorranno avvalere, a prescindere dalle
precedenti assunzioni a tempo deter-
minato e dalla loro durata che non sem-
brano precludere l’utilizzo del nuovo
strumento di politica attiva del lavoro».
Con un altro emendamento la mag-
gioranza ha deciso di stralciare dal Dl del
30 giugno su fisco e lavoro le norme sul
lavoro, in particolare la proroga di 17 set-
timane di trattamento ordinario di in-
tregrazione salariale tra il 1 luglio e il 31
ottobre per il tessile, confezione articoli
abbigliamento, pelli e pelliccia, con il di-
vieto di licenziamento. In sostanza si fa
viaggiare la norma sulla corsia veloce
della conversione in legge del Dl Soste-
gni bis, per assicurarne una più rapida
conversione in legge (rispetto all’iter di
conversione del Dl 99/2021). Confer-
mate anche nuove 13 settimane per le
imprese che hanno esaurito i sussidi.
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Licenziamenti. Lavoratori della Gkn davanti allo stabilimento di Campi Biesenzio
Governo in campo
sui licenziamenti alla Gkn
Orlando: è inaccettabile
Crisi aziendali
Lavoratori in assemblea
permanente. Il gruppo:
giù i volumi del comparto
Dopo l’annuncio dell’improvviso li-
cenziamento - avvenuto per email -
dei 422 lavoratori della Gkn di Campi
Bisenzio (Fi), e della chiusura della
fabbrica dove si producono ricambi
per auto, il Governo è sceso in campo.
«Ho sentito il sindaco di Campi Bi-
senzio e i miei uffici hanno contattato i
sindacati-hadettoilministrodelLavo-
ro,AndreaOrlando-,ilMisesistamuo-
vendoperverificarelecondizioniincui
èavvenutol’episodio,masonomodalità
inaccettabili,bisognatrovaretuttigliele-
menti per scongiurarle». Dal fronte del
ministero dello Sviluppo economico, il
viceministroAlessandraToddehasot-
tolineatoche«l’atteggiamentodelgrup-
poGknchemetteaconoscenzailavora-
tori del fatto compiuto con una email
non è degno di un Paese civile», ed ha
aggiunto «ritengo sia un dovere di
chiunquefacciaimpresanelnostroPae-
sequellodicollaborarelealmenteconle
istituzioni,conlepartisociali,conCon-
findustria,percercaredellesoluzionied
avere delle relazioni industriali serie».
Todde ha assicurato «tutto il supporto
possibileallaRegioneToscana,eatutte
le istituzioni per trovare soluzioni».
Intanto i lavoratori sono in as-
semblea permanente e, insieme a
Rsu e sindacati, fanno sapere che a
partire da domani - quando lo stabi-
limento avrebbe dovuto riaprire -
decideranno sul da farsi. Solidarietà
è stata espressa da cittadini, istitu-
zioni e leader di partito. Per il segre-
tario Pd, Enrico Letta, «se questo è
presidente del Consiglio regionale
della Toscana, Antonio Mazzeo ha
proposto ai capigruppo di tutti i par-
titi di convocare il consiglio regio-
nale proprio davanti ai cancelli della
fabbrica. L’arcivescovo di Firenze,
Giuseppe Betori ha espresso «gran-
de preoccupazione per i lavoratori,
per le loro famiglie».
Dal canto suo, la Gkn chiama in
causa il trend ribassista generalizzato
del comparto, amplificato dall’emer-
genza sanitaria per sostenere che «a
causa della contrazione dei volumi
del comparto automobilistico, la pro-
spettiva è quella di una non sosteni-
bilità dello stabilimento di Campi Bi-
senzio». Le previsioni di fatturato
dello stabilimento di Campi Bisenzio
per il 2025 si attestano a circa 71 mi-
lioni di euro, importo inferiore di cir-
ca il 48% rispetto ai livelli di fatturato
del 2019, prima della pandemia.
«Quello che sta succedendo in alcune
aziende, nella Gianetti Ruote e nella
Gkn è inaccettabile - ha commentato
il leader della Cgil, Maurizio Landini-.
Due grandi multinazionali dalla sera
alla mattina hanno deciso, siccome è
finito il blocco dei licenziamenti ,di
chiudere gli stabilimenti. Non stiamo
parlando di aziende al fallimento e
che portano il libri al tribunale, ma di
imprese che hanno altri stabilimenti
in Italia che continuavano a lavorare
anche qualche giorno fa. Stiamo par-
lando di delocalizzazione».
Un intervento del Governo è solle-
citato dai leader della Cisl e della Fim,
rispettivamente Luigi Sbarra e Ro-
berto Benaglia, «attivando subito a
Palazzo Chigi il tavolo di monitorag-
gio sulle crisi aziendali previsto dal-
l’accordo del 29 giugno, richiamando
le aziende al rispetto delle procedure
a garanzia dell’occupazione».
—G.Pog.
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Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Primo Piano
Industria: +1,3% a giugno, attese positive
Indagine rapida CsC
Centro studi Confindustria:
la variante Delta non frena
la fiducia delle imprese
Una conferma delle attese positive: la
produzione industriale è cresciuta nel
secondo trimestre, +1,1%, con una dina-
mica analoga a quella del primo. A ge-
nerare questo andamento è il recupero
stimato in giugno, +1,3%, che conferma
l'andamento positivo, nonostante la
forte correzione rilevata dall'Istat in
maggio (aveva segnato -1,5%).
Sono i dati che emergono dall'in-
dagine rapida sulla produzione indu-
striale diffusi ieri dal Centro studi di
Confindustria. Secondo il Csc il soste-
I 50 anni dei Giovani industriali,
laboratorio delle sfide Paese
A Rapallo. Convegno per celebrare il mezzo secolo dell’associazione, palestra di leadership
e anticipatrice di proposte nuove. Bonomi: «Siete il nostro futuro». Abete: «Una scuola culturale»
Nicoletta Picchio
«Giovani si nasce, si diventa e si rima-
ne». Cambiano le sfide «ma non cam-
bia lo spirito che ci guida». Quello spi-
rito è essere anticipatori dei grandi te-
mi, un laboratorio di pensiero, ma an-
che una palestra di leadership,
composta da una comunità di perso-
ne. Non è un caso che fosse “Insieme”
il titolo scelto per l’incontro di ieri po-
meriggio, a Rapallo, dopo il convegno
di venerdì, “Storia futura”, per rac-
contare i 50 anni del convegno nazio-
nale dei Giovani imprenditori e, quin-
di, 50 anni del movimento. Non un
amarcord, ma un momento di rifles-
sione, partendo dal passato, per ri-
mettere a fuoco i valori, i cambiamen-
ti che sono avvenuti, i comuni deno-
minatori che ancora lo contraddistin-
guono. «50 anni di proposte per
cambiare il paese», ha esordito Ilaria
Abignente, numero uno dei Giovani
della Liguria e project leader di questa
edizione del convegno, dopo i saluti
del presidente, Riccardo Di Stefano.
E toccato subito a Luigi Abete, in-
tervistato dal vice direttore del Sole 24
Ore, Alberto Orioli, tratteggiare il si-
gnificato del suo essere prima nume-
ro uno dei Giovani e poi presidente
nazionale. Non è un caso, per Abete,
che i Giovani abbiano espresso presi-
denti nazionali e vice presidenti.
«Una scuola culturale, passando da
coscienza critica a ceto dirigente di
Confindustria», ha detto, ricordando
gno all'attività industriale arriva so-
prattutto dalla domanda interna. E'
ripartita la spesa delle famiglie, «la
componente finora più debole della
domanda e tassello mancante al puz-
zle della crescita», favorita dall'allen-
tamento delle misure di contenimen-
to del Covid.
Gli imprenditori, dice la nota, con-
tinuano ad essere ottimisti, nono-
stante i timori di un possibile impatto
negativo della variante Delta sui con-
tagi. Le prospettive sono positive,
l'avanzata della campagna vaccinale
senza intoppi «è la precondizione
principale affinché non si interrompa
sul nascere una ripresa che si sta ma-
nifestando in questi mesi e che va
consolidata».
Tornando ai dati, i livelli dell'attivi-
tà industriale si attestano poco sopra
i livelli di febbraio 2020. La variazione
congiunturale del secondo trimestre
l’impegno a far capire lo slogan delle
tre A: una confederazione autonoma,
apartitica, agovernativa.
Sono i Giovani del Trireg il motore
del convegno di Rapallo (coinvolge
Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia,
Liguria e Toscana). Ed hanno raccon-
tato la loro esperienza di project lea-
der Eleonora Anselmi e Nicoletta Vi-
ziano, ruolo fondamentale nell'orga-
nizzazione degli eventi.
Da Abete un passaggio in avanti,
con Marco Gay e Edoardo Garrone sul
palco. Gay, protagonista di un’apertu-
ra alle tematiche delle nuove tecnolo-
gie: «Oggi sembra scontato, in passa-
to, a cavallo tra gli anni 2014 e 2017,
non lo era», ha detto Gay, sottolinean-
do che il movimento aveva accettato
lui come presidente, imprenditore di
prima generazione, con una piccola
impresa. È stato all’inizio del 2000 il
biennio di Garrone, con l’evento tragi-
co delle Torri Gemelle, che ha portato
in evidenza i temi della globalizzazio-
ne. È stato anche il periodo del G8, ha
ricordato lo stesso Garrone, con in pri-
mo piano i temi ambientali: «Oggi es-
sere sostenibili è un atto dovuto, noi
abbiamo guardato avanti come movi-
mento e io personalmente come im-
prenditore. Non dobbiamo rischiare
ora una bolla speculativa sulle rinno-
vabili, bisogna porre molta attenzione
alla governance della tecnologia e a
quella dell’energia». In collegamento,
non poteva mancare Emma Marcega-
glia, prima donna presidente dei Gio-
+1,1%
NEL SECONDO TRIMESTRE
La produzione industriale italiana
cresce nel secondo trimestre, dopo il
+1,2% del primo. Il sostegno viene
soprattutto dalla domanda interna.
è di +1,1%, dopo i +1,2% del primo tri- e delle attese su produzione e ordini
mestre. Il trascinamento al terzo tri- «hanno raggiunto livelli storicamen-
mestre è dello 0,3 per cento. te elevati» e sono molto migliorate le
La caduta dell'attività in maggio è valutazioni degli imprenditori
spiegata soprattutto da un effetto sull'andamento dell'economia e
base (dopo il forte rimbalzo di aprile) dell'occupazione nel breve periodo. Il
e non modifica la tendenza in atto. La Pmi manifatturiero (l'indice dei diret-
domanda interna dovrebbe accele- tori degli acquisti) ha toccato a giugno
rare, sostenuta da una ripresa dei il livello di 62,2, vicino al record stori-
consumi che nei mesi scorsi, a causa co di maggio, 62,3.
del Covid, «avevano languito». I direttori degli acquisti hanno
A dare una spinta alla domanda mostrato alcune preoccupazioni do-
sono quindi le due componenti, e vute a un incremento dei prezzi di ac-
stando agli incrementi degli ordini, quisto e, in alcuni casi, alla carenza di
interni ed esterni, questo contributo materiali. Due fattori che stanno ge-
resterà anche nei mesi estivi. La fidu- nerando un aumento dei tempi di
cia degli imprenditori manifatturieri consegna e una riduzione dei margini
in giugno è salita ai massimi dall'au- delle imprese. Il Pmi dei servizi ha se-
tunno del 2000 «sostenuta da una ri- gnato un forte miglioramento in giu-
presa della domanda che continua ad gno, 56,7, con la componente «aspet-
accelerare, mettendo sotto pressione tative» salita al massimo dal 2010.
la capacità produttiva delle imprese». —N.P.
Nell'ultimo mese i saldi dei giudizi © RIPRODUZIONE RISERVATA
vani e prima donna presidente di
Confindustria. «Nelle mie decisioni,
anche forti e coraggiose, ho sempre
avuto i giovani con me», ha detto Mar-
cegaglia, ricordando lo scontro con
l’ex governatore della Banca d’Italia,
Antonio Fazio, sui tassi di interesse e
CARLO
investimenti delle imprese. «L’inse-
BONOMI gnamento dei Giovani è approfondire,
Presidente di dire la verità e non avere paura». Valo-
Confindustria ri che ci si porta dietro, come hanno
testimoniato Giovanni Brugnoli, Al-
berto Marenghi e Carlo Robiglio, past
project leader dei Giovani e oggi vice
presidenti di Confindustria, per le Ri-
EDOARDO
sorse Umane, l'Organizzazione, di di-
GARRONE ritto in quanto presidente della Picco-
Alla presidenza la. «I Giovani sono stati una punta
dei Giovani avanzata per capire che la formazione
imprenditori dà possibilità di crescita», ha detto
dal 2000 al 2002 Brugnoli. Per Marenghi «la presenza
di molti Giovani ai vertice di Confin-
dustria è la prova di come sia fonda-
EMMA
mentale come scuola di leadership».
MARCEGAGLIA E, ha aggiunto Robiglio, anche di
Prima donna «cultura d'impresa, un filo rosso che
presidente dei unisce Giovani e Piccola». Anche Carlo
Giovani e prima Bonomi attuale numero uno di Con-
donna leader degli findustria, ha un passato nei Giovani:
industriali «mi ha fatto crescere come persona e
come imprenditore, è una palestra as-
sociativa, di vita, vuoi siete il nostro
LUIGI
futuro – ha detto collegato con la riu-
ABETE
Presidente dei nione, concludendola – sono orgo-
Giovani nel 1978- glioso di essere il presidente di Con-
1982 e ha guidato findustria e di un movimento Giovani
Confindustria dal così importante».
1992 al 1996 © RIPRODUZIONE RISERVATA
7
RICCARDO DI STEFANO
Presidente dei Giovani imprenditori
di Confidustria. Nel Convegno di
Genova ha sollecitato un Patto gene-
razionale per il rilancio del Paese.
Produzione industriale, l’indagine rapida CsC
Variazioni % della produzione industriale, salvo diversa indicazione
INDICE CORRETTO PER I GIORNI LAVORATIVI
GREZZO* DESTAGIONALIZZATO ORDINI
VAR. % LIVELLO VAR. % VAR. %
TENDENZIALE (2015=100) CONGIUNTURALE CONGIUNTURALE
102,4 2,5
2,0
1,5
1,8
21,1 1,0
Maggio
(+1) 0,5
0,0
-0,5
-1,0
-1,5 -1,5
103,7 2,5
2,0
1,5 2,3
1,0
0,5 1,3
Giugno 14,7
0,0
-0,5
-1,0
-1,5
Note: tutte le variazioni mensili sono calcolate sui dati corretti per il diverso numero di giornate
lavorative e destagionalizzati. Per maggio 2021 stime ISTAT. In parentesi: differenza giorni
rispetto all’anno precedente.
IMAGOECONOMICA
Petroliere e banchiere. Emilio Ottolenghi, scomparso a 89 anni
Ottolenghi, il petroliere
prestato alle banche
nel Ravennate, sotto la guida del
Addii. 1932-2021 commissario prefettizio, caso unico
in Italia, come ricorda l'amico, Ri-
cardo Franco Levi, nella prefazione
del libro “Il merito dei padri”, scritto
Numero uno di Petrolifera lo scorso anno dallo stesso Emilio
Italo Rumena, guidò con il figlio Guido e Tito Menzani per
celebrare il primo secolo di vita di
anche il Credito Romagnolo Pir. Gruppo industriale con «piedi
ben fermi a Porto Corsini e lo sguar-
Ilaria Vesentini do rivolto in alto e lontano a coniu-
gare solidità delle basi e spirito di in-
Se ne va «un imprenditore illumina- trapresa», partito per scambiare il
to, un uomo coraggioso e instanca- petrolio della Romania con i tessuti
bile testimone di uno dei periodi più italiani e diventato poi tante aziende
bui della nostra storia, che ha saputo diverse: la Pir è stata nel commercio
raccontare attraverso uno straordi- di petrolio, ha operato come deposi-
nario impegno civile e di memoria». to chimico, nella logistica integrata
Con queste parole Confindustria diversificando nel contempo nella
Romagna ha ricordato ieri Emilio banca e nell'immobiliare, ma sem-
Ottolenghi, morto a 89 anni dopo pre seguendo tre regole base, che ri-
aver scritto un pezzo importante di corda nel libro per il centenario Gui-
storia industriale ravennate, a Porto do Ottolenghi, uno dei quattro figli
Corsini con la sua Pir-Petrolifera di Emilio, Ceo di Pir (e presidente di
Italo Rumena, e di innovazione ban- Confindustria Ravenna dal 2011 al
caria, guidando il Credito Roma- 2016): poco indebitamento, un af-
gnolo e poi salendo ai vertici di Inte- fetto di fondo tra i soci familiari per
sa Sanpaolo e Banca Imi. sostenere chi ha l’onere della guida,
Impresa e famiglia, profitto ed uno stile di vita sobrio. Il senso della
etica sono in realtà due lati dello famiglia e lo spirito della comunità
stesso volto per Emilio e per tutta la sono gli ingredienti chiave che ri-
genealogia Ottolenghi, ebrei perse- cordano tutti coloro che hanno la-
guitati da fascisti e nazisti, salvati e vorato con Emilio Ottolenghi.
protetti dagli abitanti di Cotignola, © RIPRODUZIONE RISERVATA
8 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Politica
Reddito di cittadinanza:
no alla logica dei sussidi
Incentivare il lavoro
Sviluppo. Renzi: «Nel 2022 Italia Viva raccoglierà le firme per abolire
lo strumento». Ponte sullo Stretto? «Fondamentale per il rilancio del Sud»
di Matteo Renzi
—Continua da pagina 1
N
on è un caso che oggi
molti commercianti,
ristoratori, albergatori
fatichino a trovare
personale: col sussidio
si prende quasi la stessa cifra e
non si fa fatica.
Intendiamoci: io sono arrivato
a Palazzo Chigi e per combattere la
povertà ho trovato un fondo da 20
milioni di euro. Spiccioli. Sono
uscito da Palazzo Chigi tre anni
dopo e per combattere la povertà
c’erano 2 miliardi e 700 milioni.
Vengo da una cultura in cui com-
battere la povertà significa inve-
stire sull’educazione, sul benesse-
re, sulla sanità pubblica.
Il Movimento Cinque Stelle ha
costruito una indecorosa sceneg-
giata iniziata con Di Maio che dal
terrazzino di Palazzo Chigi urla a
una festante folla di parlamentari
acclamanti: «Abbiamo abolito la
povertà». E si abbracciano, nem-
meno avessero vinto la Coppa dei
Campioni. La sceneggiata è pro-
seguita con il capo di Anpal,
Mimmo Parisi, ideatore dei navi-
gator e responsabile di uno dei
maggiori scempi istituzionali e
conflitti di interesse dell’ultimo
decennio con il fallimento del-
l’Inps, incapace con il proprio
portale di gestire molti dei servizi
a essa delegati.
I poveri sono cresciuti, i posti di
lavoro diminuiti, la credibilità dei
grillini azzerata. Ma ancora oggi
molta gente vive di sussidi e non
accetta l’idea di trasformare il red-
dito di cittadinanza in uno stru-
mento che veramente funzioni.
Quei denari vanno dati come in-
centivo al lavoro, non come incen-
tivo a restare a casa sul divano. Per
farlo occorre un gesto politico for-
te. Ecco perché nel 2022 Italia Viva
raccoglierà le firme in tutto il terri-
torio nazionale per chiedere un re-
ferendum che abolisca il reddito di
cittadinanza.
Andremo nelle piazze, casa per
casa, associazione per associazio-
ne. E spiegheremo alle imprese,
certo, ma anche e soprattutto ai
lavoratori, alle partite Iva, al vo-
lontariato, al terzo settore che il
reddito di cittadinanza inquina la
vita dei giovani. Crea una cultura
1,17 milioni
del sussidio e non del rischio.
Io sono per dare una mano a chi
non ce la fa. Ma penso che sia sa-
crosanto che la prima mano cia-
scuno se la dia da solo, mettendosi
in gioco. Se poi uno fallisce, lo Sta-
to deve aiutare. Ma l’idea che si
parte dalla certezza di un reddito
in quanto cittadini e questo per-
metta di rifiutare la fatica dell’im-
pegno in nome della pigrizia del
sussidio è insopportabile.
Vogliamo un referendum e che
siano i cittadini a scegliere se con-
tinuare con un sistema che costa
miliardi di euro e che plastica-
mente non funziona. Non funzio-
nano i navigator, non funziona il
collocamento (ancora una volta
colpa del fallimento referendario
e della mancata riforma del titolo
V), non funziona l’Anpal.
L’assegno di disoccupazione
ovviamente rimane. Ma le risorse
destinate ad assistenzialismo e
sussidi devono diventare sgravi fi-
scali per ridurre le tasse e inserirle
in busta paga, sul modello degli 80
euro e della decontribuzione. Gi-
reremo tutta l’Italia per chiedere
di svoltare contro la cultura assi-
stenzialista, contro i sussidi, con-
NUCLEI BENEFICIARI DI RDC
Quelli percettori di reddito di cittadi-
nanza a maggio (dati Inps) per un
importo totale erogato di 648,7 milioni
e un assegno medio di 582,54 euro
ANSA
Leader di Italia Viva. Matteo Renzi
IL LIBRO
2021 MONDADORI LIBRI S.P.A., MILANO
aperta al'inizio del 2021. Così
Matteo Renzi parla del suo
nuovo libro “Controcorrente” in
uscita il 13 luglio pubblicato per
Piemme da Mondadori Libri Spa.
«Ci hanno definito pazzi e
irresponsabili, ma noi
pensavamo giusto e necessario
per l'Italia cambiare passo».
Pagine nate dall’esigenza del
leader di Italia viva «di
raccontare, confidare, illustrare
ciò che è accaduto in queste
Controcorrente settimane, per chi davvero vuole
«Il racconto di un atto di conoscere, giudicare e criticare
coraggio». Della crisi di Governo le nostre scelte».
RAFFAELE TANGORRA
Il commissario straordinario di Anpal
è arrivato all’Agenzia il 7 giugno
scorso. Con la conseguente decaden-
za del presidente Mimmo Parisi
tro chi vuole mantenere il giovane,
soprattutto nel Mezzogiorno, in
condizioni di dipendenza – e
quindi di potenziale voto di scam-
bio – con il potentato locale. Di
Maio e Salvini ci hanno regalato il
reddito di cittadinanza.
Un referendum potrà cancellar-
lo dalla storia politica italiana.
E vedremo chi ci sta, davvero.
(….) Abbiamo lanciato un pro-
getto infrastrutturale chiamato
“Piano shock” che punta a sbloc-
care i cantieri sotto casa, quelli
bloccati dal combinato disposto
della paura amministrativa e della
pigrizia esistenziale. Ma è il caso
di dire con forza, controcorrente,
che il ponte sullo Stretto di Messi-
na non solo è un’opera fondamen-
tale dal punto di vista del collega-
mento ferroviario tra Napoli e Pa-
lermo ma è anche e soprattutto un
grande simbolo della potenziale
svolta del Mezzogiorno. Il mondo
intero parlerebbe di Reggio Cala-
bria e Messina – destinatarie pe-
raltro di cospicui investimenti an-
che sulle infrastrutture cittadine –
non per la ’ndrangheta e per la
mafia ma per un capolavoro di de-
sign. È la criminalità organizzata,
al contrario, che preferisce che le
cose restino come sono. Chi ha a
cuore il futuro di quel territorio
non può che emozionarsi davanti
a un progetto che non solo crea
oltre centomila posti di lavoro
ma dà soprattutto una concreta
chance di costruire e raccontare
per il Mezzogiorno un futuro di-
verso. Tra l’altro alcune delle più
interessanti esperienze governa-
tive nel mondo stanno lavorando
con grande determinazione sul
tema delle infrastrutture. E il la-
voro strepitoso del segretario al-
le infrastrutture americano Pete
Buttigieg è un modello a livello
mondiale. Dell’ex sindaco di
South Bend, giovane ammini-
stratore che ho avuto modo di
apprezzare durante i lavori della
Obama Foundation, sentiremo
parlare a lungo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Politica
EDITORIALE
IL SOVRANISMO
ALLA RICERCA
DI UNA POLITICA
di Sergio
Fabbrini
—Continua da pagina 1
I sovranisti riconoscono che il legame degli europei
con l’America, istituzionalizzato nella Nato, ha
garantito la pace tra i Paesi europei e la sicurezza ai
loro cittadini. Non si parla (come si faceva nel
passato) di equidistanza tra Occidente e Oriente, né si
menziona la Russia e tanto meno la Cina come
interlocutori privilegiati. Siamo lontani da ciò che
Matteo Salvini disse nella sua visita in Russia del 18
ottobre 2018 (quando affermò che «si sentiva a casa
sua più a Mosca che a Bruxelles»). Inoltre, la
Dichiarazione riconosce che l’Ue costituisce il
contesto entro cui collocare le varie politiche
nazionali. Essa fa riferimento agli Stati “membri”
dell’Ue, piuttosto che agli stati “nazionali”,
riconoscendo che esiste una «sacrosanta volontà di
cooperare, uno spirito di comunità e di amicizia» tra i
vari Stati, un capitale politico da utilizzare per
riformare l'Ue. Infatti, precisa la Dichiarazione, «l’Ue
ha bisogno di una riforma profonda», di un
cambiamento dall’interno. Le varie suggestioni
indotte da Brexit (lasciare l’Ue, uscire dall’Eurozona)
sono state dimenticate. Almeno nelle parole, c’è lo
sforzo dei sovranisti a districarsi dai lacci ideologici
del nazionalismo indipendentista.
Vediamo ora le cose vecchie. Per la Dichiarazione, la
sovranità continua ad essere una proprietà indivisibile
del potere politico. Assumendo come propri avversari
(di comodo) coloro che mirano a costruire un “super-
stato europeo”, cui trasferire le sovranità nazionali, la
Dichiarazione ribadisce che «i sovrani in Europa sono
e rimangono le nazioni e i popoli». L’unitarietà della
sovranità nazionale è necessaria
per proteggere «la cultura e la
‘ storia delle nazioni europee, il
rispetto dell’eredità giudeo-
DIFFERENZA cristiana dell’Europa e dei valori
Pur con alcune comuni che uniscono le nazioni
novità, la europee». Mentre il “super-stato”
Dichiarazione europeo è considerato
dei sovranisti l’espressione di una mentalità
non riesce ingegneristica, la preservazione
a rielaborare delle sovranità nazionali riflette
la retorica invece il rispetto per la storia dei
nazionalista popoli europei. Per la
Dichiarazione è dunque
necessario rovesciare la «re-
interpretazione sostanziale dei Trattati portata avanti
dalle istituzioni europee negli ultimi decenni». Di qui,
la proposta di definire «una lista delle competenze
inviolabili degli Stati membri dell'Ue», oltre che di
istituire «un meccanismo appropriato per la loro
protezione con la partecipazione delle corti
costituzionali nazionali o organi equivalenti». Per i
sovranisti è assolutamente cruciale re-imporre la
primazia giuridica delle costituzionali nazionali, così
da impedire alla Corte europea di giustizia (Ceg),
organo giuridico sovranazionale, di definire standard
di comportamento confliggenti con le tradizioni
giuridiche nazionali. Qualche giorno fa, presentando
il programma per la presidenza semestrale dell’Ue,
il governo sloveno diretto dal premier sovranista
Janez Janša (che però non ha sottoscritto la
Dichiarazione, essendo membro del Partito
popolare europeo) è giunto a proporre la creazione
di una «Fondazione europea per la democrazia
costituzionale…costituita di esperti…per offrire…
analisi autonome e indipendenti delle singole
questioni relative allo Stato di diritto». Come se tale
compito non spettasse alla Ceg.
La teoria del pluralismo costituzionale, elaborata
più di vent’anni fa da giuristi dell’Europa occidentale
(come Neil Walker) o americani (come Joseph
Weiler), è diventata lo strumento con cui le corti e i
politici dell'Europa orientale rifiutano di riconoscere
la supremazia del diritto europeo. Una tendenza
legittimata anche da alcune cruciali decisioni della
Corte costituzionale federale tedesca. Tale rifiuto,
però, è inconciliabile con il funzionamento del
mercato unico, che richiede l’esistenza di una Corte
sovranazionale indipendente per risolvere dispute
tra divergenti giurisdizioni o legislazioni nazionali.
Peraltro, il ritorno alla primazia del diritto nazionale
finirebbe per mettere in discussione il sistema
sovranazionale che fornisce ai Paesi dell’Europa
dell’est enormi benefici economici. Il principio del
“cuius regio, eius religio” consentì di istituire l’ordine
interno agli stati territoriali, ma il suo prezzo fu la
guerra ricorrente tra di essi, con relative ondate di
miseria. Ritorniamo al 1555-1648?
In conclusione, pur con alcune novità, la
Dichiarazione dei sovranisti non riesce a
rielaborare la retorica nazionalista. In un’unione di
Stati e di cittadini, la divisione tra progetti di
integrazione è spesso più importante di quella tra la
destra e la sinistra. Qual è il progetto di
integrazione dei sovranisti, se hanno davvero
abbandonato quello di disintegrazione?
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La variante Delta avanza in Europa
Bloccati a Malta 120 ragazzi italiani
Covid
L’allarme del ministero:
70% delle nuove infezioni
entro l’inizio di agosto
In Europa il 70% delle nuove infezioni
da Covid-19 sarà dovuto a variante
Delta entro l’inizio di agosto e il 90%
dentro la fine dello stesso mese. A lan-
ciare l’allarme è il ministero della Sa-
lute che, in una circolare firmata ieri
dal direttore della prevenzione Gian-
ni Rezza, invita a evitare possibili al-
lentamenti delle misure durante i
mesi estivi, a cominciare dalle vacci-
nazioni, pena «un repentino e signifi-
cativo aumento dei casi in tutte le fa-
sce d’età, soprattutto sotto i 50 anni,
con un incremento associato dei rico-
veri e decessi». Numeri che sono stati
aggiornati ieri dal consueto bollettino
del dicastero, secondo cui sono 1.400
M5S al bivio, riemergono
le tensioni scissionistiche
Il niet di Conte sulla giustizia. Oggi scontro finale tra contiani e grillini nell’assemblea
dei gruppi. I timori del Pd sul sostegno al governo Draghi: a rischio riforme e Colle
Emilia Patta
Mai come in queste ore il M5s si è tro-
vato di fronte a un bivio. Ieri i sette
saggi nominati da Beppe Grillo per di-
rimere la controversia sul nuovo sta-
tuto del Movimento sorta con Giusep-
pe Conte - tra di loro Luigi Di Maio,
Roberto Fico, Stefano Patuanelli e Vi-
to Crimi - sono tornati a riunirsi e al
termine dell’ennesimo incontro spi-
rava, o si faceva spirare, un clima di ri-
trovata concordia. «È andata bene, si
va verso la soluzione migliore auspi-
cata da tutti». Ma all’indomani della
sortita pubblica di Conte contro il sì
dei ministri pentastellati in Cdm alla
riforma della prescrizione targata
Cartabia («così si torna indietro, il te-
sto va cambiato») tra i parlamentari
spirano di nuovo venti di scissione. E
ci si avvia a un nuovo duro redde ra-
tionem nell’assemblea congiunta dei
gruppi convocata eccezionalmente
per oggi pomeriggio, a poche ore dalla
finale Italia-Inghilterra per gli euro-
pei. A difendere la linea dell’intesa
raggiunta in Cdm ci saranno i mini-
stri, da Di Maio a Patuanelli, da Dado-
ne a D’Incà: sono loro gli imputati di
quella “resa” sulla giustizia che non
piace agli ortodossi e all’ex ministro
Alfonso Bonafede, e che ora trovano
nello stesso leader in pectore Conte il
difensore dell’ortodossia pentastella-
ta. Il convitato di pietra sarà proprio
lui, l’ex premier, che nelle prossime
ore dovrà prendere una decisione a
questo punto soprattutto politica: ac-
cettare il compromesso messo a pun-
to dai sette saggi (nomine e comuni-
cazione a Conte nella qualità di presi-
dente, potere di sfiducia sui “principi”
BREVI
PROCESSO IN APPELLO
Montante, chiesta
audizione in Antimafia
L’ex presidente di Confindustria
Sicilia Antonello Montante –
sotto processo in appello dopo
una condanna a 14 anni per
associazione a delinquere
finalizzata alla corruzione e
accesso abusivo al sistema
informatico – potrebbe essere
i nuovi casi di Covid-19 in Italia (10 in
più rispetto al dato del giorno prima),
12 i decessi (contro le 25 vittime regi-
strate venerdì) e continua lo svuota-
mento dei reparti di terapia intensiva
(8 ricoveri in meno nelle ultime 24
ore, 161 in totale), mentre scendono di
20 i pazienti ricoverati in area non cri-
tica con sintomi di coronavirus in Ita-
lia (il totale è ora pari 1.147).
Se i numeri italiani non destano
ancora particolari timori, salgono in-
vece le segnalazioni in Europa dei
contagi da variante Delta, dalla Spa-
gna, finita con il Portogallo sotto i ri-
flettori delle autorità sanitarie di di-
versi Paesi, a Malta dove nelle ultime
24 ore si sono registrati 109 nuovi casi,
il dato più alto da fine marzo. Al mo-
mento sono 359 le persone malate
nell’isola dove si sarebbero registrati
alcuni focolai in 9 scuole di inglese.
Tra i casi sotto monitoraggio, ci sono
anche 120 ragazzi italiani, positivi o in
quarantena. A darne notizia è stato
l’ambasciatore italiano a La Valletta,
Fabrizio Romano. «Al momento, la
a Grillo nella qualità di Garante) op-
pure tentare l’avventura solitaria con
una pattuglia di parlamentari. Con un
paradosso: che in caso di scissione la
linea del sostegno incondizionato al
governo Draghi e alle sue riforme sa-
rebbe incarnata da Grillo mentre il
“moderato” Conte prenderebbe il
vessillo delle storiche battaglie grilli-
ne. Unica ragione, solida, che spinge
a ritrovare l’unità resta che una divi-
sione dei gruppi parlamentari dimez-
zerebbe la forza di entrambe le linee.
Già, perché al centro del contende-
re, al di là dei poteri interni al movi-
mento, è tornata con forza la questio-
ne del sostegno a Draghi. E il Conte
che dismette la pochette e indossa il
“gilet giallo” sulla riforma della giusti-
zia (e prevedibilmente su altre que-
stioni) preoccupa non solo i governisti
del M5s, a partire da Di Maio, ma an-
che il Pd per i ricaschi sul quadro com-
plessivo, politico e parlamentare: una
spaccatura del M5s o l’allontanamen-
to dal sostegno pieno a Draghi rende-
rebbe più deboli gli obiettivi politici
dei democratici a partire dal Ddl Zan
contro l’omo-transfobia per finire con
l’elezione, all’inizio del 2022, del suc-
cessore di Sergio Mattarella al Colle.
Non a caso il segretario del Pd Enrico
Letta, tifando per un «chiarimento»
celere all’interno del movimento, ha
ricordato qual è la linea Maginot che
per i dem non può essere oltrepassata:
«Senza le riforme, innanzitutto quella
della giustizia, non ci saranno i soldi
del Piano europeo e non ci sarà la pos-
sibilità della ripartenza. E una stagio-
ne di riforme ha bisogno della stabilità
e del nostro impegno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ascoltato dalla Commissione
nazionale Antimafia come
chiesto dal suo legale Carlo
Taormina. A dirlo lo stesso
presidente dell’Antimafia Nicola
Morra che ieri si è presentato
davanti ai cancelli dell’aula
bunker Malaspina di
Caltanissetta– dove era in corso
l’interrogatorio di Montante
chiesto dalla difesa – parlando di
«sistema tossico e perverso di
relazioni».
LETTA: AVANTI CON DDL ZAN
«Dobbiamo andare avanti con il Ddl
Zan contro l’omo-transfobia così
com’è. Il Parlamento è sovrano». Il
segretario del Pd Enrico Letta insiste
maggior parte degli studenti e degli
‘ altri giovani positivi si trova in Covid
hotel dedicato - ha spiegato il diplo-
IL CASO matico interpellato dall’AdnKronos -.
Nuovi contagi Vi sono altri casi e contatti di individui
nell’isola positivi a noi noti in quarantena in al-
a quota 109: tre strutture ricettive. Questa è la fo-
tografia ad ora: è presumibile che ri-
diversi focolai
ceveremo ulteriori segnalazioni».
in alcune
scuole Di fronte all’aumento dei casi, il
d’inglese governo di Malta ha annunciato che
dalla prossima settimana potranno
entrare solo turisti vaccinati e che sa-
ranno temporaneamente chiuse le
scuole di lingua inglese. A preoccupa-
re, poi, è il notevole aumento di infe-
zioni tra giovani cittadini di ritorno
dalle isole Baleari (su tutti, Maiorca) e
dall’Algarve (Portogallo) dopo una
breve vacanza. Con le autorità sanita-
rie spagnole che stanno valutando
nuove restrizioni nelle diverse comu-
nità autonome per controllare la si-
tuazione e raccomandano di cancel-
lare tutti i viaggi di questo tipo con de-
stinazione Maiorca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AFP
SOLIDARIETÀ DA DRAGHI A LETTA
Di Maio: le minacce Isis
non fermano l’Italia
«Non saranno le minacce a fermare l’azione
dell’Italia nella lotta al terrorismo». Replica così il
ministro degli Esteri Luigi Di Maio finito nel
mirino dell’Isis, dopo aver copresieduto per la
prima volta a Roma con il segretario di Stato
americano Antony Blinken la riunione ministeria-
le della coalizione anti Daesh. Il settimanale
dell’Isis al Naba ha pubblicato un articolo di
minacce nei confronti del ministro e dell’Italia:
«Roma è ancora nella lista dei principali bersagli
dei mujahidin». Solidarietà dal premier Mario
Draghi al segretario del Pd Enrico Letta, fino a
Matteo Salvini e Renato Brunetta.
GIUSTIZIA
Ermini: spero nell’intesa,
riforma Csm essenziale
Il vicepresidente del Csm Ermini si
augura che sul testo della riforma della
DAVID
ERMINI
giustizia i partiti trovino un’intesa
Vicepresidente perché, senza un vero accordo, le
del Csm «riforme diventano solo armi di
battaglia politica» a scapito dei
cittadini. Per Ermini «la riforma del
Csm deve arrivare. È essenziale».
9
sulla linea del voto direttamente
nell’Aula del Senato senza accettare
le modifiche proposte da Italia Viva e
la destra. Ma i dubbi crescono anche
tra i dem. Si vota martedì 13 luglio.
L’analisi
DOPO IL VOTO
AI DICIOTTENNI
LA RIFORMA
DELLE CAMERE
di Roberto D’Alimonte
E
ra ora. Finalmente è stata
approvata la riforma costitu-
zionale che consente ai diciot-
tenni di votare anche al Senato. La
differenziazione dei corpi elettorali
nei due rami del Parlamento aveva
poco senso già nel 1947, ma allora
era tutto sommato una peculiarità
innocua. Erano i tempi in cui depu-
tati e senatori venivano eletti con un
sistema proporzionale che pur
essendo sulla carta diverso al
Senato rispetto alla Camera in realtà
funzionava più o meno allo stesso
modo. Per di più a quell’epoca il
voto era più stabile. In quel contesto
il fatto che al Senato votasse chi
aveva compiuto 25 anni non produ-
ceva danni. I risultati elettorali nelle
due camere erano sostanzialmente
gli stessi.
Poi è cambiato il mondo. Non
solo il voto è diventato più
fluido, quello dei giovani in
primis, in una società sempre
più secolarizzata. Soprattutto
sono cambiati i sistemi elettora-
li. A partire dal 1994 abbiamo
sempre votato con sistemi misti
caratterizzati dalla presenza di
una componente più o meno
rilevante di elementi maggiori-
tari. Come è noto, mentre con i
sistemi proporzionali piccole
differenze di voti tendono a
tradursi in piccole differenze di
seggi, questo non è vero nel caso
dei sistemi maggioritari. Con
questi piccole differenze di voti
si possono tradurre in grandi
differenze di seggi. Quindi
l’adozione di sistemi del genere
amplifica il rischio che camere
elette con due corpi elettorali
diversi possano avere maggio-
ranze diverse. Un rischio grave
in un sistema, come il nostro, in
cui le due camere hanno le
stesse funzioni, compresa
quella di dare e togliere la fidu-
cia ai governi.
Perciò già nel 1993 quando fu
approvata la legge Mattarella,
che ha introdotto un sistema
elettorale in cui il 75 % dei seggi
veniva assegnato con la mag-
gioranza semplice in collegi
uninominali, si sarebbe dovuto
modificare contestualmente la
Costituzione per unificare i
corpi elettorali delle due came-
re. Non fu fatto allora. Né fu
fatto dopo, quando nel 2005 fu
approvata la riforma Calderoli
che sostituiva i collegi con il
premio di maggioranza. Anzi.
Allora fu fatto l’errore di intro-
durre un premio unico alla
Camera e 17 premi al Senato
moltiplicando ulteriormente il
rischio di esiti diversi tra le due
camere. E così è stato, per esem-
pio, nelle elezioni del 2006
quando la coalizione di Prodi
ebbe la maggioranza dei voti
alla Camera, ma non al Senato.
Ma già con la legge Mattarella si
sono registrati esiti diversi tra le
due camere.
La responsabilità del feno-
meno non è da attribuire inte-
ramente alla differenza dei
corpi elettorali ma indubbia-
mente questo elemento vi ha
contribuito e comunque ha
sempre rappresentato un inuti-
le fattore di rischio. La riforma
della costituzione approvata in
questi giorni riduce il rischio,
ma non lo elimina. Offerte
elettorali diverse, in un conte-
sto di grande volatilità elettora-
le, possono comunque produr-
re esiti diversi. Il prossimo
passo deve essere quello di
differenziare le funzioni delle
due camere. Anche questa è
una riforma da troppo tempo
attesa. Siamo rimasti l’unico
paese dell’Unione con due
camere che hanno esattamente
gli stessi poteri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188

Commenti Nicole Junckermann. Ha passato un decennio a reinvestire in società tecnologiche i frutti

A tu per tu di una scommessa vincente sul calcio. Ora la fondatrice di NJf Capital guarda al nostro Paese

«L’Italia è piena
di talenti, ma
quello che manca
sono i capitali
e un ecosistema»

Simone Filippetti

L’
elegante angolo vittoriano di The
Boltons, una sequela di case
neoclassiche in un bianco
immacolato e portoni con colonne incrociassero le loro strade: il suo primo investimento
che si affacciano su una piazzetta a da imprenditrice-finanziere in erba fu proprio in
forma di losanga nel cuore di
Londra, è una meta fissa per i
londinesi a caccia di piccoli gioielli conglomerata del magnate Leo Kirch, fallisce. Il
nascosti della città. A Natale, poi, quando le facciate
degli edifici vengono addobbate come se fossero
degli immensi pacchi-regalo, c’è sempre una
processione di curiosi per scattare foto e selfie.
L’appuntamento è in una di queste abitazioni: sul
citofono non c’è nessun nome, come usa per le
destinazioni veramente esclusive. E non ce ne
sarebbe nemmeno bisogno: chi deve sapere sa, e
d’altronde tutto lo stabile ha un solo proprietario. Ci
vive Nicole Junkermann, che viene ad aprire
direttamente la porta. Il cognome tradisce origine
teutoniche, è nata a Dusseldorf, ma una grossa fetta
di storia e di affetti sono in Italia. Nella sala, tra
candelabri e vasi di fiori, spiccano due sedie, a forma
di scheletro. Cogliendo la curiosità, anticipa una
risposta a una domanda inesistente: «Ah, quelle le ha dove erano soci le famiglie Agnelli, Benetton e
fatte mio marito». Da quattro anni la signora è
coniugata Brachetti Peretti: nel 2017 ha sposato il
conte Ferdinando Maria, l’erede della nobile famiglia
romana. Lui e il fratello sono a capo dell’impero
petrolifero dell’Api, fondato dal nonno materno
Ferdinando Peretti. Sopra il tavolo, la moglie di uno
degli uomini più ricchi d’Italia tiene una pila di libri:
in cima svetta Tarzan Economics, il libro culto di Will
Page, il capo economista di Spotify. Per il mondo
dellestartup quel testo è la Bibbia. E Junkermann
crede molto nel concetto di disruption: cerca in giro
per il mondo nuove aziende che portino la
schumpeteriana “distruzione creatrice”. Gestisce un
fondo da centinaia di milioni (partita con 250 ora è al
doppio), ma non deve nulla al capitalismo di relazioni all’essere ben maritate, per una donna funziona più di
italiano: nemmeno un euro della sua Njf Capital viene un curriculum. Ma nonostante il cognome doppio, e di
dal cognome del marito. Anzi, non viene da nessun
cognome. La sua società di investimento è
un’anomalia nel mondo della finanza: «Non ho
sottoscrittori» ammette. Nicole non è andata a
bussare alle porte di amici o del mercato a chiedere
liquidità. Lei investe solo soldi
suoi. È tutto equity proprio,
capitale di rischio personale,
guadagnato nel corso del tempo.
Non avere alle spalle investitori LA SIGNORA DEL
assetati di guadagni immediati o
invadenti è un asso nella manica
VENTURE
per investire senza fiato sul collo. È IN CERCA
Ma anche se li avesse, sarebbero
contenti: «Il ritorno medio del
DI UN UNICORNO
fondo è stato del 47%». PANEUROPEO,
E ora questa capitalista con capitali
propri, una mosca bianca nel
FORSE NEL SETTORE una
Mediterraneo, si è intestardita di DELLA TELEVISIONE
trovare il prossimo “unicorno” (una nuova azienda
che vale più di un miliardo di dollari) in Italia. Era
probabilmente destino che la signora e il Belpaese
Italia, venti anni fa. Dopo la bolla internet e lo sboom
delle Dotcom, in Germania l’impero di Kirch Media, la
gruppo viene smembrato e la giovanissima Nicole
fresca di un master ad Harvard, fiuta l’affare: assieme
ad altri soci dalla galassia Kirch si prende Infront la
società svizzera di diritti tv sportivi. Alla guida c’è
Philip Blatter, nipote di quel Sepp all’epoca potente
capo della Uefa. Negli anni sotto l’ombrello di
Junkermann, Infront acquisisce l’italiana Media
Partners di Marco Bogarelli: il compianto guru dei
diritti tv viene nominato a capo della filiale italiana di
Infront. Dopo nove anni, quando il gruppo arriva a Imprenditrice. consiglio Giovanni Giolitti, un secolo e mezzo prima
600 milioni di sterline di fatturato, Junkermann e soci Nicole Junkermann è un’imprenditrice ed investitrice interna- di Junkermann, spiegava che aveva dovuto cucire un
vendono: a comprare è un fondo inglese, Bridgepoint, zionale e fondatrice di NJF Holdings, società di investimento abito a un gobbo, a proposito dell’Italia. Oggi però non
che però nell’operazione, tre mesi di trattative e internazionale con interessi in venture capital, private equity e serve un vestito su misura: i capitali sono globali e
proprietà immobiliari. Tramite NJF Capital, Nicole Junkermann
riservate, si fa assistere da una banca d’affari italiana: abbondanti. Servono solo opportunità interessanti,
sovrintende a un portfolio di oltre 30 start-up in tre continenti.
Leonardo, la discreta boutique di Gerardo Braggiotti ossia aziende innovative e belle idee imprenditoriali,
ma questa materia prima in Italia non manca: «Gli
Pesenti. Per la seconda volta, sul cammino di investitori americani hanno una grande fame di
Junkermann c’è l’Italia, con i suoi salotti buoni. aziende europee». Rimane, però, il problema di fondo
Dall’avventura su Infront è uscita con una cospicua di tutto il Vecchio continente schiacciato com’è tra
plusvalenza: «La società fu venduta a 650 milioni». sesso» chiosa. Li ha scelti per le competenze perché «il Usa e Cina, i giganti mondiali del Big Tech, che
Curiosità di cronaca: quattro anni dopo, Bridgepoint cervello è gender neutral», è neutro. E con quei cervelli, Junkermann così riassume: «Ci vuole una startup
rivende Infront ai cinesi Wanda Group a oltre 1 ora vuole tornare a fare affari in Italia. E l’Italia vista paneuropea». E questo unicorno potrebbe essere nel
miliardo. Nei dieci anni successivi alla felice da questa lussuosa abitazione di South Kensington, è mondo della tv, dove c’è bisogno di una casa di
scommessa sul mondo del calcio, «i guadagni li ho «un Paese attraente e interessante». Il suo team è un produzioni continentale: è quello che peraltro da anni
sempre reinvestiti in altre aziende»: il fondo ha un cane da tartufi per scovare le future aziende-gioiello: sostiene Pier Silvio Berlusconi.
fiuto per il fintech e le nuove tecnologie. È stata tra i delle 40 neo-aziende che ha attualmente in La pandemia ha accelerato la disruption di tutta
primi investitori in Revolut, la banca via App pioniera portafoglio, «ben 12 – circa una su tre – sono l’industria: «Il consumo di media è sceso del 12%»
nel digital banking, settore dove l’Italia è in ritardo. Ma considerate unicorni: hanno una stazza media di oltre spiega, citando un report di PwC, e questo
è anche il medesimo Paese dove un “buon partito”, 10 miliardi» precisa. Dopo aver investito in giro per il nonostante il Covid abbia tenuto la gente in casa e il
espressione che non si riferisce alla politica, ma mondo e in tutta Europa, il suo fondo Njf Capital si mondo dei giornali ne sa qualcosa. I giovani hanno
prepara a fare il suo debutto anche nel Belpaese, con abitudini totalmente diverse: in America il 75% dei
una missione: trovare il primo unicorno, l’azienda che millennial non è abbonato alla tv via cavo. Ma allo
quelli di peso, Nicole ex Junkermann e ora Brachetti si inventa il business del futuro. Obiettivo mica facile: stesso tempo, «il consumo di video è in pieno boom»
Peretti ci tiene a scandire la sua autonomia: «Tutto non solo in Italia, ma in tutta Europa, trovare le future ovunque nel mondo. Lì è il varco: in Italia ci sono 33
quello che ho fatto, l’ho costruito da sola» rivendica Apple o Google è un’impresa titanica. Nonostante il milioni di utenti Facebook, molti di più di quanti
con orgoglio. E in effetti lei era già affermata nel mondo delle startup sia in fermento, negli ultimi dieci stiano davanti a un televisore. «È una
mondo del venture capital prima ancora di sposarsi. anni non ha prodotto alcuna nuova Glovo o Spotify (le democratizzazione del mondo dei media» e anche un
Liquidata la pratica capitalismo di uniche due startup europee che hanno davvero mercato da sfruttare: nella mente di Junkermann
relazioni, il discorso sfondato a livello globale). Snocciola numeri: «Nel frulla l’idea di scovare e finanziare una casa tv per i
donne&business scivola quasi Regno Unito il venture capital ha una dotazione di 12 giovani nella fascia tra i 27 e 34 anni.
senza volerlo sulle controverse miliardi di sterline e il sistema conta 38 unicorni». Il Dalle finestre della villa si vede la chiesa gotica di St.
quote rosa. Ancora una volta paragone con il nostro Paese è impietoso: sotto le Alpi, Mary, circondata da un giardino perfetto. Ma se
Junkermann, da buona figlia di un «i capitali per finanziare le nuove imprese innovative potesse, Nicole sceglierebbe l’Italia e la Città Eterna:
CAPITAL Paese frugale e calvinista, è sono appena 400 milioni». E di unicorni non se conta «Vivrei a Roma, la città più bella in Europa». L’Italia di
spiazzante: «Le donne sono le nemmeno uno. Non è una questione di creatività, che Mario Draghi ha riconquistato credibilità e prestigio
prime a non credere in loro stesse. dal Rinascimento in poi nel Paese ha trovato la sua in Europa. E se poi stasera, proprio in quella Londra
Le quote rosa vanno bene come culla: «L’Italia è piena talenti, ma quello che manca da dove la «Signora del Venture Capital» investe in
incentivo, ma non possono essere sono i capitali, il cosiddetto ecosistema». Ora lo si tutto il mondo, gli Azzurri dovessero addirittura
regola». Con lei lavora un
misto di collaboratori, tra uomini e
chiama ecosistema, ma è un problema atavico, una
distorsione secolare: il capitalismo italiano è da
vincere Euro 2020, per il Paese sarebbe un ulteriore
richiamo per quegli agognati capitali.
donne: «Mica li ho scelti in base al sempre senza capitali (o quasi). Il presidente del © RIPRODUZIONE RISERVATA

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di oggi, 11 Luglio 2021 è stata di 93.136 copie rilasciato il 5-05-2021
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188 11

1,9 miliardi
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA
Imprese & Territori Il settore dell’illuminazione conta in
Italia circa 1.500 aziende, che danno
lavoro a 11.300 persone e generano
un fatturato che, prima del Covid, era
di 2,2 miliardi, con un 75% di export.
Il Covid ha colpito soprattutto
l’export, determinando un calo
complessivo del fatturato del
14,5%, a quota 1,9 miliardi nel 2020

Quei dazi occulti

STUDIO BUSCHI
pa possono solo adattarsi, cercando
di minimizzare l’impatto delle certifi-
cazioni sui bilanci aziendali: «Nel-
l’anno del Covid l’equilibrio delle ri-

che zavorrano la ripresa

sorse disponibili è stato una sfida –
racconta Cristiano Venturini, ammi-
nistratore delegato di iGuzzini,
azienda marchigiana con 189,9 milio-

delle luci italiane

ni di fatturato nel 2020 e l’82% di
export. – Abbiamo dovuto seleziona-
re i Paesi su cui investire per le certifi-
cazioni dei nuovi prodotti. Noi abbia-
mo un team dedicato di 27 persone,
fondamentale per presidiare i merca-
ti importanti. È nel nostro Dna da
sempre, ma è uno sforzo notevole».
Non tutte le aziende possono con-
tare su una struttura così articolata:
«Per una realtà medio piccola come la
Certificazioni. In molti mercati strategici per le aziende del made in Italy, nostra è un problema complesso –
tra cui Cina, Russia e Arabia Saudita, sono utilizzate come barriere all’ingresso spiega Marco Ghilarducci, ammini-
stratore delegato di Martinelli Luce,
12 milioni di fatturato e 37 dipendenti
– e si è acuito con la diffusione dell’e-
Giovanna Mancini scorso anno del 14,5%. Per tornare a nunciare ad alcuni mercati o a re- commerce. Prima era più semplice:

Q
uella che potrebbe appa-
rire solo una questione
marginale e tecnica, è in-
vece una delle maggiori
criticità che le aziende
dell’illuminazione, in particolare
quelle italiane, si trovano ad affronta-
re e che, in questo momento, rischia
di frenare la ripresa post-Covid di un
settore fortemente vocato all’espor-
tazione. Il sistema internazionale del-
le certificazioni obbligatorie è infatti
un puzzle con migliaia di pezzi, che
talvolta i produttori rinunciano a
completare, da tanto è complesso, e
ha ripercussioni pesanti sulle scelte
strategiche delle imprese perché ri-
duce, di fatto, le opportunità sui mer-
cati esteri.
Un bel guaio per le 1.500 imprese
italiane che compongono il settore e
danno lavoro a 11.300 addetti. Prima
della pandemia, generavano un fat-
turato alla produzione superiore ai
2,2 miliardi di euro, realizzato per il
75% all’estero (dati FederlegnoArre-
do). Proprio il crollo delle esportazio-
ni nel 2020 (-17,5%, contro il -4,5% del
mercato interno) ha inciso in modo
significativo sui ricavi, diminuiti lo
crescere è necessario quindi ripartire
sui mercati esteri. Uno dei principali
ostacoli è rappresentato però proprio
dalle certificazioni: sono troppe e
troppo complesse, diverse per cia-
scun Paese e molto costose, soprat-
tutto se si considera che è necessario
certificare ogni singolo modello. Di
più: «La certificazione richiede non
solo che un prodotto abbia determi-
nate caratteristiche, ma anche che sia
assemblato con materiali a loro volta
certificati. Questo porta a moltiplica-
re le produzioni, con complicanze e
costi incredibili», spiega Carlo Urbi-
nati, presidente di Assoluce. Uno
sforzo che spesso non vale la pena so-
stenere per tante aziende italiane, per
la stragrande maggioranza piccole e
piccolissime, che hanno però catalo-
ghi con centinaia di prodotti diversi.
Impossibile certificarli tutti e così,
troppo spesso, sono costrette a ri-
CARLO URBINATI
ASSOLUCE
Costi e complessità
costringono molte
aziende a
rinunciare a mercati
anche importanti
stringere il listino di prodotti da
esportare. «Ma non possiamo conti-
nuare a cancellare Paesi dalla cartina
geografica», osserva Urbinati.
L’unica partita possibile per supe-
rare o almeno arginare il problema si
gioca in Europa: è l’Unione europea
che può negoziare con gli altri Paesi
un’armonizzazione e una semplifica-
zione delle norme. «Come associa-
zione stiamo lavorando a Bruxelles in
questa direzione», spiega Urbinati. In
alcuni mercati – anche strategici – le
certificazioni rappresentano ormai
vere e proprie barriere all’ingresso.
Accade in Russia, Cina o Arabia Sau-
dita, dove norme ufficialmente fina-
lizzate a garantire la sicurezza e so-
stenibilità dei prodotti sono in realtà
un groviglio di complicazioni e costi
che finisce per creare un sistema di
dazi occulti. «In questi Paesi, senza
certificazione non si entra», confer-
ma Urbinati. Assoluce sta lavorando
anche sul fronte italiano: «Chiediamo
al governo di rafforzare e sistematiz-
zare i finanziamenti per l’internazio-
nalizzazione, inserendo ad esempio
una linea di finanziamento dedicata
per l’acquisto delle certificazioni tec-
niche necessarie per vendere i pro-
Light for Future. Progetto di illuminazione architetturale di alcuni luoghi rappre-
sentativi di Recanati, realizzato dall’azienda iGuzzini e inaugurato giovedì scorso
dotti nei mercati esteri».
Il problema riguarda anche gli Sta-
ti Uniti, altro mercato importantissi-
mo, che hanno certificazioni proprie,
complesse e costose, ma almeno non
bloccano i prodotti all’entrata: i con-
trolli sono fatti nelle fasi successive,
con grande rigore e regolarità. A dif-
ferenza di quanto avviene in Europa,
dove invece non ci sono controlli al-
trettanto rigorosi, perciò non è raro
che entrino prodotti extra-Ue che non
rispondono agli standard previsti per
legge e questo crea uno squilibrio
commerciale dannoso, osserva An-
drea Sasso, amministratore delegato
di Italian Design Brands, gruppo del
design che comprende anche le
aziende della luce Davide Groppi e
Flexalighting. «È giusto che ci siano
norme sulla sicurezza e qualità delle
produzioni, ma il marchio CE sarebbe
più che sufficiente – aggiunge Sasso.
– L’Europa ha un ottimo sistema di
certificazione, la marcatura CE, che
ha regole serie e severe. L’Unione do-
vrebbe trattare affinché sia ricono-
sciuto anche fuori dai suoi confini».
Al momento, però, le imprese che
intendono esportare fuori dall’Euro-
decidevamo quali prodotti portare su
mercati selezionati. Ora arrivano ri-
chieste da ogni dove e non sempre va-
le la pena affrontare tutto l’iter e i re-
lativi costi per vendere pochi pezzi».
Ghilarducci stima una media di 5-
6mila euro per certificare ciascun
prodotto, oltre alle spese di manteni-
mento delle vecchie certificazioni, per
un totale di 30mila euro l’anno circa.
Cifra che per un gruppo come Italian
Design Brands sale a 200-300mila
euro l’anno, stima Sasso. Non è un
problema di facile soluzione, né rapi-
da. Anche per questo, Assoluce ha re-
alizzato una piattaforma web («Asso-
luce risponde») a supporto delle
aziende associate, per l’identificazio-
ne delle norme, la loro corretta appli-
cazione e la definizione della legisla-
zione applicabile ai prodotti.
Oltretutto, presto si aggiungerà
un’altra complicazione, questa volta
tutta europea, con l’entrata in vigore
in autunno della normativa Eco Desi-
gn, che introduce nuovi standard e
controlli sulla sostenibilità ed effi-
cienza delle fonti luminose si rischia
di avere pesanti ripercussioni dal
punto di vista produttivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rina a sostegno delle Pmi

che puntano su Russia e Cina
Consulenza protezionismo verso il proprio siste-
ma che esiste anche in Cina. Ultima-
mente, peraltro, il problema si pone
anche per la Gran Bretagna che, da
quando è uscita dall’Ue, si pone al di
Raoul de Forcade fuori della direttiva comunitaria sulla
marcatura Ce. Anche se, alla fine, use-
sia aiutato tecnicamente a costruirlo
conforme per tutti i mercati in cui
vuole esportarlo. Se un imprenditore
vuole sbarcare in un determinato Pa-
ese e si rivolge a noi, il primo consi-
glio che gli diamo è di coinvolgere nel
processo anche le associazioni di ca-

L a questione delle certificazioni

relative a prodotti in export ver-
so Paesi che non riconoscono, o
lo fanno solo in parte, quelle garanti-
te dal marchio Ce, può diventare un
problema serio, soprattutto sotto il
profilo dei costi, per le piccole e me-
die imprese. Al punto, talvolta, da co-
stringerle a desistere dall’esportare
in mercati nei quali, invece, potreb-
bero trovare spazi commerciali. E se
i casi più eclatanti sono Russia e Cina,
dove si richiedono certificazioni in
loco che somigliano molto a balzelli
aggiuntivi, anche chi si muove verso
gli Usa e, dopo la Brexit, verso l’Uk
deve comunque prestare attenzione
a diverse prescrizioni. A spiegarlo è
Paolo Moretti, ceo di Rina services,
società specializzata in ispezione,
certificazione e formazione, che si
occupa anche di facilitare le Pmi nel
processo certificativo per commer-
ciare con l’estero.
Per esportare prodotti in alcuni
Paesi extra Ue, afferma, «a volte il re-
quisito qualitativo tecnico richiesto in
sé non è molto differente da quello
stabilito in Europa. Capita però, visto
che la certificazione diventa cogente
per una nazione e questa stabilisce
l’ente di accreditamento per ricono-
scere le società, che le modalità per
ottenere le certificazioni debbano
passare per società che sono in loco e
sottostare una serie di procedure. La
Russia è una delle nazioni che impon-
gono una serie di controlli che, ben-
ché siano già stati certificati con la
marcatura Ce, inquadrata su stan-
dard Iso, quantomeno devono essere
ripetuti presso di loro. È una forma di
rà requisiti e standard tecnici quasi
uguali, tuttavia ha creato il marchio
Ukca che diventerà lo standard quali-
tativo per immettere merci nel Regno
unito. Di fatto il Regno Unito avrà un
proprio ente di accreditamento e
standard certificati ai quali si dovrà
sottostare. Lo stesso dicasi per gli
Usa, che hanno loro regole».
In questo quadro, sottolinea Mo-
retti, il Rina «rilascia oltre 100mila
certificati l’anno, che comprendono
quelli di sistema, cioè le Iso, rilasciate
ai progetti, poi quelli sul prodotto, co-
me le lampade o le imbarcazioni da
diporto, e ancora le certificazioni alle
persone, che sono gli attestati profes-
sionali che sono necessari a chi opera
sul controllo di qualità nella realizza-
zione dei prodotti».
Le piccole e medie imprese, prose-
gue Moretti, «per noi sono il core e
cerchiamo di fare in modo che
un’azienda, quando decide di creare
un nuovo prodotto, abbia chiaro il
panorama di normative e requisiti e
EXTRA UE
‘ cura Moretti, «rivolgersi al Rina non
ESPORTAZIONI
Alcuni Paesi impongono
verifiche ai prodotti già
certificati Ce
PAOLO MORETTI (CE0 RINA)
tegoria che, magari anche con l’Ice,
possono essere di supporto, insieme
al Rina. Da parte nostra, siamo in gra-
do di studiare le normative che devo-
no essere applicate nel Paese target,
fare eventualmente formazione al
personale che dovrà progettare e co-
struire secondo queste normative e
procedere con una gap analysis che
permetta di dire: tu prendi questa
certificazione dal Rina per il mercato
Ue, poi c’è un delta in più di richieste
che ti servono per esportare in Usa, in
Uk, in Cina o in Russia. A quel punto
indirizziamo l’impresa a realizzare il
prodotto che vuole per quel determi-
nato mercato, con la sicurezza di non
aver sorprese alla fine. Così l’impren-
ditore può essere sicuro dall’inizio
che i requisiti tecnici principali, che
sono quelli che hanno i grossi costi
indotti, sono chiari. Se poi dovrà pa-
gare un fee, tramite un mandatario in
loco o altro, per avere la certificazione
finale, questo è un fattore che dovrà
essere lui a considerare all’interno
del suo investimento; ma almeno po-
trà affacciarsi su quei mercati sapen-
do esattamente il tipo di investimen-
to da fare e le normative che ci sono».
Sotto il profilo dei costi infine, assi-
ha grandi impatti di costo per le Pmi;
ma le aziende hanno il vantaggio di
trovare un ente che è pronto a soste-
nerle e a dar loro un spettro molto
ampio di possibilità, che va da una
prima consulenza preliminare fino
alla possibilità di ottenere più certifi-
cazioni e interventi formativi, in base
alle loro necessità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
12
Finanza & Mercati
L’M&A nel settore audiovisivo
Produzioni televisive,
big bang delle fusioni
con la sfida streaming
Media. Nelle ultime settimane corsa all’M&A: la fame di contenuti originali
e i maxi investimenti di Netflix, Amazon e Disney spingono il consolidamento
Andrea Biondi
M
ediawan & Leonine Stu-
dios – la jv tra la francese
Mediawan e la tedesca
Leonine (in entrambe è
presente Kkr) – hanno
acquisito il 51% del produttore Uk
Drama Republic. Qualche giorno pri-
ma Fremantle ha assestato un colpo
sul mercato scandinavo, con un ac-
cordo per acquisire le 12 società che
compongono Nent Studios in Norve-
gia, Svezia, Finlandia e Danimarca.
Basta anche soffermarsi sull’ulti-
ma settimana per avere contezza di
come il mercato delle società di pro-
duzione nell’audiovisivo in Europa
sia in ebollizione. Il tutto in un pro-
cesso che appare irreversibile in cui a
fare da motore ci sono i giganti dello
streaming, sempre più signori di un
mercato in ascesa. Nel quale, però,
“piccolo è bello” non è più solo un’af-
fermazione che manca di basi solide,
ma rappresenta la condizione da cui
affrancarsi al più presto per non ri-
manere schiacciati.
Di base c’è una dinamica che si nu-
tre di due spinte: l’impennata della
domanda di contenuti premium fruiti
grazie al digitale, e quindi alle piatta-
SELEZIONE PUBBLICA
ATB Servizi S.p.A. ha indetto un bando di
selezione pubblica per l’assunzione di personale
da inquadrare nel profilo professionale di
“Operatore di esercizio”, addetto alle mansioni
di guida in servizio linea.
Per le modalità di presentazione della domanda
e dei requisiti richiesti per la partecipazione alla
selezione pubblica, si veda il bando pubblicato sul
sito aziendale www.atb.bergamo.it.
Gli interessati possono inoltre ritirare il bando
di selezione pubblica ed il relativo schema di
domanda presso i Servizi Risorse Umane - Qualità
dell’Azienda, Via Monte Gleno n. 13 Bergamo
(tel. 035/364.211).
Scadenza del termine
per la presentazione delle domande:
venerdì 17 settembre 2021
LA DIREZIONE
Tutti i numeri chiave
del settore farmaceutico
L’aggiornamento del report,
realizzato da 24 ORE Ricerche
e Studi, con le informazioni
più rilevanti del settore
della Farmaceutica.
www.res24ore.com/farmaceutica
forme, e obblighi normativi secondo
i quali le piattaforme come Netflix,
Amazon Prime Video e Disney+ han-
no bisogno di almeno il 30% di conte-
nuto europeo per soddisfare i requisi-
ti della direttiva Ue sui servizi di me-
dia audiovisivi, approvata nel 2018.
L’esigenza di creatività locale si
trova così sempre di più a confrontar-
si con l’incremento di richieste di pro-
dotto. Il che rappresenta in primo
luogo un’occasione da non lasciar ca-
dere. «La moltiplicazione delle piat-
taforme e la moltiplicazione dei pub-
blici, che avviene quando si propon-
gono idee e programmi con un punto
di vista originale e innovativo, sono
una straordinaria opportunità per chi
produce contenuti, occorre saperla
cogliere con rispetto per chi li crea e
una strategia chiara che metta al ser-
vizio dei talenti locali un'infrastruttu-
ra globale» ha spiegato Andrea Scro-
sati, Group chief operating officer di
Fremantle, partecipando all’“Audio-
‘ Le operazioni viaggiano
a multipli fra 7,5 e 9,5
volte l’Ebitda negli Stati
Uniti e fra 5,5 e 8
volte in Europa
Richiedi subito maggiori informazioni!
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
40 miliardi di dollari
GLI INVESTIMENTI sforzi nelle produzioni: l’investi-
NELLE PRODUZIONI NEL 2020 mento globale è salito infatti di 8
Le piattaforme di streaming (le volte in sette anni, attestandosi nel
principali sono Netflix, Amazon e 2020 poco sotto i 40 miliardi di
Disney) stanno aumentando gli dollari.
cali, più o meno grandi, per i quali in
La fotografia del settore tempo di Covid si sono moltiplicati gli
ostacoli, con stop alle produzioni, ri-
spetto di stringenti protocolli sanita-
IL TREND IN CRESCITA
ri, maggiori costi e necessità di mag-
Il mercato della Tv e dell’audiovisivo a livello globale. In miliardi di dollari giori garanzie finanziarie.
TV 600 Questi produttori si trovano così a
TRADIZIONALE dover fare i conti con maggiori costi,
E HOME VIDEO
ma anche con l’aumento spropositato
469 481 di buyer, compratori, legato anche al-
TV OTT 452 446 460
429 l’incremento esponenziale di servizi
400 229 230 231
243 228 229 di video on demand al di qua come al
TV ADV di là dell’Atlantico. A guidare questa
pattuglia di committenti ci sono però
i big come Netflix, Amazon o anche
200
46 71 79 87 Disney (nell’ordine: 15; 11 e 20 miliardi
58 65
di dollari investiti in contenuto nel
Fonte: 2020) con i quali qualsiasi capacità di
PWC Global 163 143 152 160 160 163 trattativa è inevitabilmente impattata
Entertainment
& Media Outlook 0 dalla differenza dimensionale. C’è in-
2019 2020 2021 2022 2023 2024 fatti tutta una parte di produttori or-
mai intrecciati alle richieste degli
L’AUMENTO DELLA SPESA DEI BIG “streamers” che non fanno mancare
Spesa in contenuti. In miliardi di dollari i finanziamenti necessari, chiedendo
Visual Producers Summit” (Avps): però in cambio i diritti per tutto il
appuntamento di punta dell’indu- 2015 20 20 mondo in perpetuo e, se il produttore
stria audiovisiva che si è svolto a Ma- 2020
è troppo piccolo, riconoscendo com-
tera dal 7 al 10 luglio, organizzato dal- pensi sempre più bassi. Accanto c’è il
la Lucana Film Commission per l’Apa 15 15 tema “talent”, con una corsa all’insù
(produttori audiovisivi) presieduta da degli ingaggi alla quale le piccole so-
Giancarlo Leone, in associazione con 11 11 cietà non riescono a far fronte.
Producers Guild of America (Pga). 10 Da qui la spinta verso il consolida-
«Noi cerchiamo i migliori talenti in mento. Il tutto in un quadro in cui i
tutto il mondo, investiamo su di loro deal viaggiano a multipli dell’Ebitda
e sulle loro idee, per poi trovare assie- 5 5 più alti se si tratta di Uk o Usa, perché
me a loro il broadcaster migliore per mercati in lingua inglese (qui si tratta
distribuirle», aggiunge Scrosati. 2 fra 7,5 e 9,5 volte l’Ebitda medio degli
Qui però si arriva al nodo gordiano Fonte:
0
ultimi tre anni), mentre nei principali
per le società di produzione. Che le dati societari
mercati europei (Italia, Francia, Ger-
piattaforme stiano pompando con Disney Netflix Amazon mania, si tratta a multipli dell’Ebitda
forza dentro al sistema lo dimostra da 5,5 a 8 volte).
infatti l’investimento globale salito di Confluire in un grande gruppo è
MEDIAWAN FREMANTLE
8 volte in sette anni, attestandosi poco senz’altro l’opzione più quotata. C’è
& LEONINE Colpo sul mercato
sotto i 40 miliardi di dollari nel 2020. La jv franco- scandinavo: intesa già chi si è mosso in tal senso anche in
Certo, la gran parte va alle società pro- tedesca ha per acquisire Italia: Wildside è stata venduta a Fre-
duttrici del Nord America. Ma anche acquisito il 51% del le 12 società mantle; Cattleya (Gomorra, Romanzo
in Europa ci si sta muovendo, in un produttore Uk che compongono Criminale, Suburra fra le produzioni)
contesto caratterizzato da players Drama Republic Nent Studios agli inglesi di Itv Studios e Palomar (Il
globali come il leader di mercato Commissario Montalbano, Braccialetti
Banjiay (un gigante dopo aver acqui- rossi) a Mediawan. Attese ci sono per
LUX VIDE BANIJAY
sito Endemol guidato da un altro ita- il dossier Lux Vide, per la quale in lizza
Sul mercato c’è Leader di mercato
liano, Marco Bassetti) e Fremantle ol-
tre ad attori più continentali come Itv
attesa per il dossier
Lux Vide, per la
in Europa dopo
aver acquisito
sarebbe rimasta ora solo Fremantle.
Un’ondata di piccole e grandi fusioni
Studios; Bbc Studios; All3Media; Me- quale in lizza nel 2019 Endemol, da ora in avanti è praticamente messa
diawan. A questi si aggiunge una pat- sarebbe rimasta l’altro colosso in conto. In tutta Europa.
tuglia di produttori indipendenti lo- ora solo Fremantle del settore © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRIBUNALE DI NAPOLI
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DOTT.SSA ERIKA CAPOBIANCO
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difformità catastali sanabili. L’immobile è libero e
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Cancelleria EE.II. e su www.astegiudiziarie.it.
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Finanza & Mercati
Lettera al risparmiatore
Gli yacht di Sanlorenzo:
più design e tecnologia
per tenere dritta la rotta
Conti. Portafoglio ordini in rialzo. Il nodo delle materie prime: la società dice
che l’impatto è limitato e che i costi maggiori sono trasferiti sul prezzo finale
di Vittorio Carlini
I
l lancio sul mercato di nuove im-
barcazioni, con design innovativo
e nuove tecnologiche. Per fare leva
anche, e soprattutto, sulla pro-
gressiva uscita (si spera definitiva)
dalla pandemia. Poi: il proseguire nel
rafforzare la struttura finanziaria e il
patrimonio di competenze del grup-
po. Sono tra le priorità di Sanlorenzo
a sostegno del business.
I cantieri navali
Già, il business. Ma qual è, in concre-
to, l’oggetto sociale dell’azienda? Il
gruppo progetta e realizza yacht, su-
peryacht e sport utility yacht di lusso
fatti su misura in base alle richieste
del cliente. In particolare l’attività è
articolata in tre aree. La prima, quella
storica e più importante, è la divisio-
ne Yacht. Ad essa si riconducono bar-
che di lunghezza tra 24 e 38 metri,
con il marchio Sanlorenzo. La secon-
da (i cosiddetti Superyacht) com-
prende imbarcazioni tra 40 e 68 me-
tri (sempre con il brand Sanlorenzo).
La terza, infine, è la divisione a mar-
chio Bluegame. Qui ci sono gli sport
utility yacht con una lunghezza tra 13
e 22 metri.
Modelli e linee di prodotto
Ebbene: il gruppo per l’appunto, sep-
pure il numero annuo di barche pro-
dotte sia in media di 70/80 unità,
punta al “varo” di nuove tipologie
d’imbarcazione. In tal senso nel 2020
Sanlorenzo ha immesso sul mercato
4 nuovi modelli. Due sono super-
yacht mentre gli altri si riconducono
rispettivamente a Bluegame e agli
yacht. Nel 2021, invece, quest’ultimi
saranno contraddistinti da tre nuovi
modelli cui si aggiunge una nuova
barca a marchio Bluegame. Infine, ri-
spetto al 2022, il gruppo ha previsto
il lancio di una nuova linea per cia-
scuna delle tre divisioni. Al di là dei
singoli numeri Sanlorenzo fa certa-
mente leva, rispetto alle sue barche,
sull’innovazione di design e al con-
fort. Così, ad esempio, uno dei nuovi
yacht previsti nell’anno in corso sarà
in versione “asimmetrica”. Vale a di-
re: avendo solo un passaggio da pop-
pa a prua, aumenterà la superficie
calpestabile a bordo. L’evoluzione
del prodotto, tuttavia, riguarda an-
che il fronte tecnologico. In tal senso
tra le altre cose, a fronte del primo
RIFORME IN ARRIVO
REDDITO DI CITTADINANZA DA CAMBIARE
di Marcello
Minenna
—Continua da pagina 1
I
n molti casi invece rifiutare una o
anche più proposte non preclude
il diritto a percepire tale sussidio.
È evidente la distorsione rispetto
all’obiettivo di favorire l’incrocio
tra domanda e offerta di lavoro.
Una valida alternativa potrebbe
consistere nel trasformare quello
che oggi per lo Stato è quasi esclusi-
vamente un costo fisso nel prezzo
sostenuto dall’erario per assicurare
ai datori di lavoro la possibilità di
trovare la manodopera necessaria
14-16 milioni
prototipo per l’azienda di un cosid-
detto yacht open (atteso nel 2022), la
società introdurrà delle novità per
renderlo meno inquinante: dalle cel-
lule solari per alimentare tutto ciò
che non è propulsione fino ai silen-
ziatori sui motori. Ciò detto, proprio
sul fronte della propulsione eco-so-
stenibile il gruppo, insieme ad altre
società partner, va sviluppando solu-
zioni hi tech. Un esempio? La realiz-
zazione, entro il 2024, del motore
ibrido per il catamarano a marchio
Bluegame (la versione tradizionale,
che costituisce per Sanlorenzo l’in-
gresso nel settore dei multiscafo, ar-
riverà nel 2022). Insomma: l’impe-
gno sul fronte tecnologico è rilevan-
te. Tanto che, in media, la società in-
veste annualmente in R&D circa il 3-
3,5% dei ricavi. Una cifra che
comunque, tenendo in conto la colla-
borazione con realtà terze (come nel
caso dei motori ibridi), non coglie to-
talmente lo sforzo aziendale sul
fronte dell’innovazione.
Il problema materie prime
Tutto facile come navigare con il pi-
lota automatico, quindi? La realtà è
più problematica. Il risparmiatore ri-
corda che la costruzione d’imbarca-
zioni richiede l’uso di materie prime
i cui prezzi sono di recente saliti mol-
to. Una condizione che fa crescere il
costo del venduto, creando il rischio
di un impatto sulla redditività della
società. Sanlorenzo, rispetto al tema
in oggetto, afferma di poter gestire la
questione. In primis, viene spiegato,
i fornitori di commodity della società
indicano che il fenomeno dovrebbe
essere contingente. Inoltre l’azienda
sottolinea che le materie prime han-
no un limitato peso sul costo totale
dell’imbarcazione. L’acciao e l’allu-
minio, ad esempio, rappresentano
FOCUS
Perini Navi troppo cara
Sanlorenzo e Ferretti hanno
costituito una newco per
rilevare Perini Navi. La base
d’asta, attribuita a Perini dal
curatore fallimentare ( 62,5
milioni), è valutata troppo alta.
Perini e Ferretti si riservano di
non partecipare all’asta
tra i percettori del sussidio.
A tal fine si potrebbe consentire
la cumulabilità dell’assegno di
cittadinanza con redditi da lavoro
stagionale prevedendo al contempo
la perdita dell’assegno a fronte del
rifiuto di un certo numero di propo-
ste d’impiego in sedi non eccessiva-
mente distanti dal luogo di residen-
za. Così chi riceve il reddito di citta-
dinanza sarebbe spinto ad accettare
impieghi stagionali e, magari,
anche a metterne in sequenza più
d’uno nei vari periodi dell’anno per
aumentare le proprie entrate con la
serenità di poter comunque contare
su un reddito minimo garantito.
Come ulteriore misura di politica
attiva del lavoro bisognerebbe
anche consentire ai datori di lavoro
l’accesso diretto alla lista dei bene-
ficiari. Ad esempio si potrebbe
circa il 2,5% degli oneri totali previsti
nella realizzazione dello scafo. Infine
il gruppo, rimarcando che negli ulti-
mi anni ha mantenuto i prezzi piut-
tosto calmierati, dice di avere il suffi-
ciente spazio per trasferire sul listino
finale i maggiori costi. E questo senza
influenzare negativamente la do-
manda. Al di là di ciò, però, può ulte-
riormente sottolinearsi che la crisi
economico-sanitaria mette in diffi-
coltà le grandi filiere mondiali di for-
nitura di commodity e materiali. Il
che può dare vita alla carenza di ciò
che è necessario alla costruzione de-
gli stessi yacht. Sanlorenzo, nuova-
mente, non condivide la preoccupa-
zione. Il gruppo ricorda che la sua
produzione non si basa su grandi vo-
lumi. Quindi, pure monitorando con
attenzione gli approvvigionamenti,
non è visto alcun particolare proble-
ma su questo fronte.
Dinamiche di business
Fin qui alcune considerazioni rispet-
to all’innovazione e all’approvigio-
namento di materiali. Il risparmiato-
re, però, guarda anche al conto eco-
nomico. Lo scorso esercizio i ricavi
netti nuovo (cioè scontati dall’even-
tuale permuta della vecchia imbarca-
zione dell’acquirente) si sono asse-
stati a 457,7 milioni (+0,4% sul 2019)
mentre l’utile netto consolidato è sa-
lito del 28,3%. Nel primo trimestre
del 2021, invece, la prima riga di con-
to economico è aumentata del 20,5%
e la redditività netta del 42,7%. Il por-
tafoglio ordini, dal canto suo, al
30/4/2021 valeva 632,1 milioni a
fronte dei 408,8 milioni di fine 2020.
Una dinamica del backlog rispetto al-
la quale la società indica che, di mese
in mese, si va migliorando.
Ciò considerato, analizzando le
singole divisioni sul medio periodo,
salta fuori un triplice trend: da una
parte il peso relativo sui ricavi netti
nuovo degli yacht (62,8% nel 2018) è
salito (67% al 31/3/2021); dall’altra
l’incidenza degli superyacht (31,1%
nel 2018) è scesa (25,2% a fine primo
trimestre 2021). Bluegame, infine, ha
incrementato il suo peso relativo. Le
dinamiche proseguono? A ben vede-
re il contesto descritto è stato in-
fluenzato da situazioni contingenti
(durante la pandemia, ad esempio, la
storica divisione degli yacht ha gio-
coforza mostrato più resistenza). In
generale, nel medio periodo, il target
creare un portale web basato sulle
moderne tecnologie a registri
distribuiti dove le imprese possano
selezionare autonomamente i
profili più adeguati alle loro esigen-
ze e opzionarli con proposte di
lavoro da comunicare in via tele-
matica al soggetto selezionato e agli
apparati dello Stato.
Chiaramente il riassetto propo-
sto non risolverebbe tutte le posi-
zioni lavorative sospese, ma per-
metterebbe di portare nel mondo
del lavoro molti individui che sinora
ne sono rimasti fuori, riducendo
l’eccesso d’offerta di lavoro stagio-
nale e supportando la ripresa eco-
nomica. E lo Stato potrebbe concen-
trarsi sulla gestione dei lavoratori
più problematici per curriculum,
età o posizione geografica.
Importanti progressi vi sarebbe-
13
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA netto di 60,7 milioni di un anno concretizzano da aprile in poi. Di
Alla fine del primo trimestre del 2021 il prima). Al di là del miglioramento conseguenza la Pfn tradizionalmente
rosso della Posizione finanziaria netta anno su anno, va ricordato che il migliora durante l’anno. Alla fine
(Pfn) si è assestato a 25,87 milioni (a business di Sanlorenzo è stagionale. dell’esercizio in corso questa è
fronte dell’indebitamento finanziario La consegne delle imbarcazioni si prevista positiva per 14-16 milioni.
di Sanlorenzo è avere la divisione
Il gruppo Sanlorenzo in numeri yacht che vale intorno al 60% dei ri-
cavi netti nuovo, quella degli super-
yacht al 30% e Bluegame che arriva a
TRIMESTRI A CONFRONTO
circa il 10%. In conclusione quindi, al
Dati in milioni al I trim. 2020 e 2021
di là della volontà di espandersi in
0 30 60 90 120 150 tutte le tre aree, è soprattutto que-
2020 2021
st’ultimo marchio che dovrebbe ac-
97,9 118 celerare. Dalle divisioni di business
Ricavi netti all’articolazione geografica. Qui il
nuovo
gruppo, al 31/3/2021, è contraddi-
Ebitda 13,5 17,3 stinto dalla seguente divisione: l’Eu-
rettificato ropa pesa per il 50,7%; l’Asia/pacifico
e le Americhe rispettivamente per il
Ebit 8,8 12 22 e 20,7%. Medio Oriente/Africa, in-
fine, valgono il 6,6%. Si tratta di una
ripartizione la quale, in linea di mas-
Utile netto 5,9 8,3 sima, è prevista rimanere tale nel
di gruppo medio periodo. Al di là di ciò è inte-
ressante sottolineare che Sanlorenzo
rispetto agli Stati Uniti, che costitui-
scono il primo mercato al mondo nel
IL PORTAFOGLIO ORDINI settore, ha una specifica strategia.
Dati in milioni Quale? Quella di volere puntare an-
0 200 400 600 800 che, e soprattutto, sul mondo dei ser-
Portafoglio ordini al 31/3/2021 553,4 vizi. Senza peraltro escludere, nel
prossimo quinquennio, l’ipotesi di
Nuovi ordini 78,7 realizzare uno stabilimento per la co-
struzione in loco di barche. Insomma
Portafoglio ordini al 31/3/2021 632,1
un possibile incremento della base
Ordini riferiti al 2021 457,0 produttiva che, più nell’immediato,
dovrebbe concretizzarsi in Italia. Nel
Ordini riferiti al 2021 e oltre 175,1
2021 la società stima 42 -44 milioni di
Capex. Una parte rilevante verrà in-
dirizzata sullo sviluppo del prodotto.
Altra porzione, invece, sarà appan-
UTILE NETTO DI GRUPPO
naggio delle infrastrutture materiali.
Dati in milioni
All’interno del distretto nautico (do-
ve ci sono i 4 siti produttivi) la società
40 punta ad acquisire immobili per am-
34,5 pliare la capacità produttiva stessa.
30
27,0 I rischi dell’indotto
Sennonché, il risparmiatore esprime
20 una preoccupazione riguardo all’in-
dotto. Questo è costituito da molte-
11,5 12,4 plici Pmi e può subire, proprio per le
10 10,2 ridotte dimensioni delle aziende, dei
contraccolpi a causa della crisi eco-
0
nomico-sanitaria. Il che, a sua volta,
può impattare il business di Sanlo-
2016 2017 2018 2019 2020 renzo. Il gruppo, pure conscio del te-
ma, professa fiducia. In primis, viene
ricordato, l’azienda ha sviluppato le-
gami storici con le realtà della filiera
LA DINAMICA DI DEBITO E CASSA NETTI produttiva. Una condizione che, con-
Dati in milioni sentendo di gestire in maniera flessi-
bile i rapporti, rende resistente l’in-
15 dotto. Inoltre, è l’indicazione, la so-
cietà ha previsto forme di sostegno
+3,8 quali, ad esempio, il contratto di
0
“confirming”. Questo, con un pla-
fond fino a 70 milioni, permette alle
-15 -9,1 imprese dell’indotto stesso di ridurre
i costi dei loro finanziamenti. Infine
Sanlorenzo ricorda, attraverso la sua
-30 -23,0 Academy, l’impegno sul fronte della
formazione. Uno sforzo che, da un
-36,6 lato, consente di avere maestranze
-45
-41,4 specializzate; e dall’altro, conclude il
2016 2017 2018 2019 2020 gruppo, rafforza ancora di più i lega-
mi con l’ indotto. A fronte di un simile
contesto, quali allora le prospettive
sul 2021? Il gruppo conferma i ricavi
netti nuovo tra 530 e 540 milioni;
Storia del business. Infine, l’utile netto.
I ricavi netti nuovo, nel 2016, La redditività netta, sempre l’Ebitda rettificato tra 86 e 88 milioni
valevano 221,7 milioni. nel 2016, valeva 11,5 milioni. e l’Adjusted Ebitda margin di 16,2-
Successivamente sono saliti Poi, nel 2018, è risultata 16,3%. Infine l’utile netto: è stimato
per arrivare, passando dai di 12,4 milioni. tra 43 e 44 milioni.
327,3 milioni del 2018, ai Nei due anni successivi © RIPRODUZIONE RISERVATA
457,7 milioni del 2020. c’è stata un’accelerazione:
L’Ebitda rettificato, dal canto l’utile netto, infatti, è stato
suo, era di 30 milioni nel 2016 di 27 e 34,5 milioni IL DOSSIER
Tutte le “Lettera al
ed è arrivato a 70,6 milioni rispettivamente nel 2019
nello scorso esercizio. e nello scorso esercizio. Rispamiatore” sul sito del Sole
nella sezione Finanza & Mercati
ilsole24ore.com
il confronto ro anche nel contrasto al lavoro
sommerso che oggi viene spesso
preferito a quello regolare proprio
Spesa annua in milioni di euro per reddito di cittadinanza e numero per conservare il reddito di cittadi-
lavoratori stagionali impiegati in media su base mensile* nanza. In prima approssimazione
la regolarizzazione di questi lavo-
SPESA LAVORATORI STAGIONALI ratori potrebbe incrementare il Pil
di 3-5 miliardi di euro l’anno.
Peraltro è ragionevole attendersi
MLN €
1.000-2.000 60.000-100.000
N.
un impatto particolarmente positi-
500-1.000 40.000-60.000 vo per il Mezzogiorno in quanto
200-500 20.000-40.000 area del paese a maggiore assorbi-
50-200 10.000-20.000 mento di fondi destinati agli assegni
di cittadinanza e ad alta incidenza di
0-50 0-10.000
lavoro stagionale, regolare e non.
Insomma, una reingegnerizza-
zione digitale del reddito di cittadi-
nanza a sostegno dello sviluppo,
della legalità e ispirata in fondo
all’articolo 1 della Costituzione è
una riforma fattibile.
Direttore Generale dell’Agenzia
delle Dogane e Monopoli
á@MarcelloMinenna
Le opinioni espresse sono
strettamente personali
(*) Stime. Fonte: Elaborazioni su dati INPS © RIPRODUZIONE RISERVATA
14
Norme & Tributi
Agevolazioni
Società benefit, prorogato
il credito d’imposta al 50%
Sostegni bis. Nel Ddl di conversione del decreto l’agevolazione destinata alle spese di costituzione
e trasformazione, compresi i costi notarili, d’iscrizione nel registro imprese e di assistenza professionale
Ilaria Ioannone
Gabriele Sepio
P
rorogato al 31 dicembre 2021
il credito d’imposta per le
spese di costituzione e di
trasformazione (articolo 19-
bis) delle società benefit: è
quanto emerge dal testo del disegno
di legge di conversione del decreto
Sostegni bis. Così viene concesso a chi
intende dare vita a una società benefit
di continuare a usufruire sino a di-
cembre dell’agevolazione introdotta
dal decreto Rilancio e già prorogata al
30 giugno.
Si tratta di una proroga che incen-
tiva ulteriormente chi voglia costitui-
re una società benefit o l’impresa che
voglia adottare tale qualifica, abbat-
tendo le spese di costituzione o di tra-
sformazione. Sul punto, si ricorda che
chi intende avvalersi di un veicolo
profit come le società benefit potrà
infatti continuare a fruire del credito
d’imposta pari al 50% delle spese ef-
fettuate per tali operazioni per i costi
sostenuti fino al 31 dicembre 2021,
con un utilizzo in compensazione
dell’agevolazione a decorrere dal 2021
per il solo anno di riferimento.
Con la conversione in legge del So-
stegni bis arriva anche un ulteriore
incentivo per chi intende investire
nelle società benefit. Ai fini della frui-
zione del credito, tra i costi potranno
essere ricompresi quelli notarili e di
iscrizione nel registro delle imprese,
nonché le spese inerenti all’assisten-
za professionale/consulenza soste-
nute e direttamente destinate alla co-
stituzione o alla trasformazione in
società benefit. Attenzione però: l’im-
porto massimo utilizzabile in com-
pensazione viene fissato in 10mila
euro per ciascun contribuente. Resta-
no invariate le accortezze a cui do-
vranno prestare attenzione i soggetti
che intendono beneficiare dell’incen-
tivo: questo, infatti, potrà essere rico-
nosciuto nel rispetto delle condizioni
e dei limiti previsti dalla normativa
europea in tema di aiuti de minimis.
L’ampliamento della finestra tem-
porale per la fruizione di tale agevola-
zione garantirà a una platea più ampia
di soggetti profit, con maggiore sensi-
bilità sociale, di investire nello svolgi-
mento o nel finanziamento delle atti-
vità svolte dalla società benefit. Una ca-
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
DETRAZIONE IVA
Lunedì 12 luglio il webinar
con gli esperti del Sole 24 Ore
Lunedì 12 luglio alle ore 14:30 in strea-
ming sul sito del Sole 24 Ore il webinar
I limiti
La copertura Sace
Il 90% dell’importo del
finanziamento per imprese
con meno di 5mila dipendenti
in Italia e valore del fatturato
fino a 1,5 miliardi; l’80% per
imprese con valore del
fatturato tra 1,5 miliardi e 5
miliardi o con più di 5mila
dipendenti in Italia; il 70% per
le imprese con fatturato
superiore a 5 miliardi
L’iter procedurale
tegoria di enti, questa, che non va con- La procedura è semplificata
fusa con quella delle imprese sociali. Le per imprese con meno di
prime rappresentano una realtà im- 5mila dipendenti e fatturato
prenditoriale che coniuga l’interesse inferiore a 1,5 miliardi, negli
prettamente economico (distribuzio- altri casi è previsto un decreto
ne di utili) a quello di perseguimento di del ministero delle Finanze
una o più finalità di beneficio comune
nei confronti di persone, comunità,
territori e ambiente, beni e attività cul-
turali. Le seconde, invece, rappresen-
tano un modello imprenditoriale – a
cui la riforma del Terzo settore assegna
Garanzie statali
sui prestiti aziendali
specifici benefici fiscali – che si caratte-
rizza per lo svolgimento in via preva-
lente di un’attività d’impresa di inte-
resse generale, nonché per il persegui-
mento di finalità civiche, solidaristiche
e di utilità sociale tassativamente indi-
cate dal Dlgs n. 112/17.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
fino a otto anni
Liquidità
Alessandro Germani
G li emendamenti al Dl 73, il So-
stegni bis, rispetto alle garan-
zie di Sace e Fondo centrale di
garanzia (Fcg) al momento sembra-
no non modificare il testo normativo
per tenere conto dell’allungamento
a otto anni consentito dalla Ue, ma
per Sace viene chiarito che anche la
durata effettiva delle garanzie sarà
determinata in conformità con la
Comunicazione Ue. Proviamo a fare
il punto sulle misure.
Dal punto di vista della liquidità
la risposta al Covid-19 è consistita
nella misura, disposta dal Tempo-
rary Framework della Commissio-
ne europea, che ha previsto un mec-
canismo di garanzie statali per sup-
portare il finanziamento delle im-
prese colpite dalla pandemia. Si è
venuto incontro quindi ai soggetti
finanziatori, per lo più le banche, nel
dare ossigeno alle imprese. Ciò at-
traverso il meccanismo di Garanzia
Italia per le imprese più grandi, e più
di recente anche le cosiddette mid
cap, gestito dalla Sace (articolo 1, Dl
23/20), mentre per le imprese di di-
mensioni più ridotte (tipicamente le
Pmi di definizione comunitaria e i
soggetti minori) c’è stato l’interven-
to del Fondo centrale di garanzia
(articolo 13, Dl 23/20).
Vediamo anzitutto cos’è cambia-
to con l’introduzione del decreto
Sostegni bis (articolo 13, Dl 73/21).
Per entrambe le misure (Sace e Fcg)
sono stati ottenuti due migliora-
menti importanti:
O l’estensione della garanzia del
Temporary Framework fino al 31
dicembre 2021,
O l’estensione della durata dei fi-
nanziamenti da 72 mesi a 96 mesi
(sebbene si puntasse a un allunga-
mento a 10 anni).
La norma originaria, di cui al-
l’articolo 13 del Dl 73/21, prevedeva
in ambedue i casi un’estensione a
dieci anni, ma la subordinava co-
munque all’autorizzazione comu-
nitaria. Questa è intervenuta con la
comunicazione delle Commissione
europea C(2021) 4930 del 29 giugno
2021, che ha tuttavia previsto
un’estensione solo fino a otto anni,
rispetto ai sei originari. Al momen-
to non sembra che la norma, che fa
riferimento a dieci anni, sia stata di
conseguenza modificata, ma è fuor
di dubbio che vale quanto disposto
in sede europea. In senso confor-
me, infatti, si esprimono sia Abi, sia
Fondo centrale. L’associazione ha
emanato il 30 giugno 2021 una cir-
colare indirizzata alle associate in-
formandole dell’autorizzazione
comunitaria e dell’estensione a 96
mesi. In pari data anche il Medio-
credito Centrale, che gestisce il
Fondo di garanzia, ha emanato la
circolare 6/2021 chiarendo che la
con Benedetto Santacroce, Marco
Magrini e Luca De Stefani sul principio
di interpretazione 2/Iva su imposta
fatturata in eccesso e detrazione.
www.ilsole24ore.com
La copertura Fcg
Per i «miniprestiti» non
superiori a 30mila euro,in
base all’articolo 13, comma 1,
lettera m) del Dl 23/20, dal 1°
luglio 2021 la copertura del
Fondo centrale è del 90%
(prima 100%). Per tali prestiti
con garanzia ridotta potrà
essere applicato un tasso
diverso da quello previsto dal
periodo precedente
Enti non commerciali
È prorogato fino al 31
dicembre 2021 lo specifico
stanziamento della lettera m)
in favore degli enti non
commerciali (compresi quelli
del Terzo settore e religiosi)
durata degli interventi previsti dal-
l’articolo 13 del Dl 23/20 debba
considerarsi estesa a 96 mesi. Ciò
viene incontro alle molteplici ri-
chieste delle imprese per ciò che
concerne l’allungamento della
tempistica di rimborso di questi
particolari finanziamenti, che si
collega all’esigenza di supportarle
ulteriormente mediante un allun-
gamento dei termini di restituzio-
ne. Sebbene in sede europea non si
sia venuti incontro al dato norma-
tivo, in base al quale sia per Sace, sia
per Fcg era stato previsto un allun-
gamento dei tempi di restituzione
a dieci anni.
Vediamo di seguito le ulteriori
modifiche introdotte dal Sostegni bis.
Per quanto riguarda l’operatività
della Sace, è previsto che le commis-
sioni annuali dovute dalle imprese
per il rilascio o l’estensione delle ga-
ranzie di cui all’articolo 1 del Dl
23/20 (e la durata effettiva delle ga-
ranzie medesime, come aggiunto
dal recente emendamento in sede di
‘ Le misure di copertura
Sace e Fondo centrale
di garanzia sono
prorogate dal decreto
legge 73/2021
fino al 31 dicembre
‘ Le Piccole e medie
imprese possono
usufruire di un aiuto
fino all’80% della
somma chiesta
all’istituto finanziatore
conversione) saranno determinate
in conformità alla Comunicazione
della Commissione europea recante
il Temporary Framework, previa
notifica e autorizzazione della
Commissione europea, come speci-
ficato sul piano procedurale e docu-
mentale da Sace Spa.
L’allungamento al 31 dicembre
2021 è previsto anche per la garan-
zia di Sace (articolo 1, comma 13, Dl
23/20) su esposizioni di Cassa de-
positi e prestiti su portafogli di fi-
nanziamenti concessi a imprese
impattate dalla pandemia. Stessa
scadenza allungata anche per le ga-
ranzie a favore di istituzioni finan-
ziarie che sottoscrivano obbligazio-
ni o titoli di debito delle imprese con
rating almeno pari a BB-. Scende al
15% (rispetto al precedente 30%) la
quota che tali istituzioni debbono
mantenere in portafoglio in presen-
za di rating inferiore a BBB-.
Per quanto riguarda il Fondo
Centrale è invece importante evi-
denziare che dal 1° luglio 2021 le
garanzie di cui all’articolo 13, let-
tera c), del Dl 23/20 sono concesse
nella misura massima dell’80%,
rispetto al precedente limite del
90 per cento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021 – N. 188
Nòva 24
Frontiere
L’arte di scalare
non è per tutti
Ma può essere
appresa
Sviluppo. La crescita dimensionale sarà strategica
per startup e Pmi chiamate alla ristrutturazione
industriale nei prossimi tre, cinque anni
Andrea Bonaccorsi
T
ra le molte diagnosi sullo
stato dell’economia italia-
na vi è accordo sugli effetti
negativi della mancata cre-
scita dimensionale delle
imprese. Nei prossimi tre, cinque an-
ni, tuttavia, avrà luogo un processo di
ristrutturazione industriale, guidato
dalla esigenza di razionalizzazione
delle catene del valore mondiali, dai
nuovi mercati digitali e, non ultimo
fattore di innesco, dalla abbondante
liquidità sui mercati finanziari. In
questo processo le imprese più strut-
turate possono giocare da protagoni-
ste, ma a condizione di assumere la
crescita dimensionale come un oriz-
zonte strategico.
Qui servono competenze e percor-
si di accompagnamento, perché la
crescita dimensionale rapida, la sca-
lability, non si improvvisa.
‘ Le aziende si pongano
la domanda: si scala solo
per i profitti o anche per
il valore aggiunto e a
vantaggio della società?
‘ Il master dell’università
di Pisa pensato
per offrire competenze
e percorsi
di accompagnamento
Credo sia utile iniziare a porsi se-
riamente le domande difficili. Primo:
perché mai una impresa dovrebbe
crescere? Non è un imperativo per
tutti. Ma allora occorre prestare at-
tenzione alle motivazioni per i vari
soggetti (proprietà, management, di-
pendenti) e alla questione della quali-
tà della crescita, o del suo scopo: si
cresce per aumentare solo i profitti
degli azionisti (o degli intermediari
finanziari) o anche per incrementare
produttività e valore aggiunto, far au-
mentare i salari, offrire carriere di-
gnitose e formazione a lungo termi-
ne, restituire alla società? Con quali
metodi gestire i conflitti che inevita-
bilmente si generano?
Il secondo tema è il modello di bu-
siness e di mercato. Sappiamo che
non tutti i modelli di business sono
scalabili, ma non sappiamo ancora
bene quando lo diventano. Digitaliz-
zazione, servitizzazione,
growthhacking e innovazione siste-
matica sono direzioni necessarie, ma
la conoscenza pratica su come pro-
gettarle e gestirle è ancora agli inizi.
Il terzo punto è l'organizzazione.
L'esperienza mostra che la crescita
è prima di tutto un percorso cultura-
le dell'imprenditore (mindset, am-
bizione, assunzione del rischio, pa-
dronanza e confidenza in sé, gestio-
ne dei collaboratori) e insieme un
difficile processo organizzativo (di-
segno dell'organizzazione, delega,
costruzione di incentivi appropriati,
reclutamento mirato, gestione dei
conflitti). Chi opera nel mondo della
finanza di rischio riporta regolar-
mente la percezione di numerose
opportunità di crescita perdute dal
sistema imprenditoriale italiano a
causa di organizzazioni inadeguate.
Non è solo il vecchio e irrisolto tema
del rapporto tra proprietà e dirigen-
ti, ma più ampiamente il tema del
rapporto tra soggettività imprendi-
toriale e organizzazione, tra idiosin-
crasie vitali e necessarie e codifica-
zione dei processi. Mantenere una
impresa su un sentiero di crescita ri-
chiede costruire una organizzazione
che sia innovativa in modo perma-
nente e non episodico: una ulteriore
sfida in quanto nelle organizzazioni
tradizionali tutto congiura contro la
innovazione sistematica.
Solo a questo punto entrano in
gioco governance, finanza e legale.
Qui la scelta è drastica: serve esplora-
re una pluralità di percorsi di struttu-
razione finanziaria, non un modello
unico, non una mitica Silicon Valley
per tutti. Si tratta di bilanciare sogget-
tività individuale (il che implica un te-
ma di controllo e autonomia decisio-
nale) e oggettivazione dei processi di
generazione del valore (il che richiede
al contrario indipendenza di giudizio
e metriche). Si tratta di affrontare con
approccio moderno conflitto di inte-
ressi, trasparenza contabile e conti-
nuous auditing. Poste queste premes-
se i percorsi di crescita si collocano in
uno spettro che va dalla cessione del
controllo, come nell'ingresso di ven-
ture capital in maggioranza, nel pri-
vate equity, nella acquisizione da par-
te di grandi imprese, fino all'estremo
opposto ai percorsi di merger & acqui-
sition, creazione di holding, forma-
zione di deal club, aumenti di capitale,
ingresso in borsa o nei segmenti per
le small cap, oppure in forme di inter-
vento di venture capital di minoranza.
Ciascuna di queste soluzioni ha un
pacchetto di clausole che sono un
percorso a ostacoli se le imprese non
sono accompagnate adeguatamente.
Il tema della crescita dimensionale
rapida interessa due segmenti molto
diversi: da un lato, lo startup che, una
volta superata la “valle della morte”
intende avviare la scalabilità; dall'al-
tro, la piccola e media impresa, anche
tradizionale, che ha fondamentali so-
lidi e opportunità di espansione.
Con un gruppo di università stia-
mo lavorando ad un programma
master executive molto innovativo,
basato su una combinazione tra
buona teoria e casi di studio italiani
e originali. Lo abbiamo chiamato
master in Scalability. Promosso da
Università di Pisa, in collaborazione
con Scuola Superiore Sant'Anna,
Università di Firenze e Università di
Siena (www.masterscalability.it),
mettendo insieme l'esperienza del
primo master in Italia sulla gestione
dell'innovazione con la recente espe-
rienza del master Design 4.0. Il ma-
ster ha la partnership di Fondo Ita-
liano di Investimento, la più autore-
vole esperienza italiana di private
equity “istituzionale di mercato”,
protagonista di molti processi di cre-
scita aziendale.
Andrea Bonaccorsi è docente all’Università
di Pisa e direttore del master in Scalability
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Scatto. Non tutti i business sono scalabili. Ma quando l'azienda decide di farlo, è chiamata a un salto culturale
In aula lo storytelling funziona,
purché non sia fine a se stesso
Didattica
Relazione
Alberto Di Minin
C ome insegnare management
dell'innovazione? Come illu-
strare percorsi di crescita
aziendale a studenti e professioni-
sti? Se c'è una parola chiave che ha
guidato lo sviluppo degli approcci
didattici e di ingaggio in questi anni
è lo «storytelling». Partire
dall'esempio di persone che ce
l'hanno fatta è stata un po' l'osses-
sione dei progetti di riforma di ma-
ster, percorsi di formazione conti-
nua, webinar e corsi brevi. Lezioni
troppo teoriche, casi di studio trop-
po lontani sono stati sostituiti dal
racconto di esperienze molto con-
crete offerte dalla viva voce del pro-
tagonista: un imprenditore, un ma-
nager, un consulente. Parallela-
mente, si è anche sviluppato il livel-
lo qualitativo di un'abbondante
offerta di testimonianze e docu-
mentari incentrati sull'esperienza
di professionisti: basti pensare agli
innumerevoli Tedx e all'espansione
della piattaforma Masterclass, in-
centrata proprio su lezioni di vita
vissuta da parte di personalità di
successo, prodotte con attenzione
ed estremamente ritmate. La pan-
demia in questo senso ha aiutato, ci
ha resi tutti più disposti (o rasse-
gnati) a seguire lezioni online, e a
concederci per un intervento a un
webinar. Nonostante si avverta ora
una certa stanchezza nell'audience,
questa domanda ha reso possibile
una maggiore professionalizzazio-
DOMANI IL «TECH ECONOMY HUB»
Si terrà domani il Tech Economy Hub
organizzato dal Sole 24 Ore in collabo-
razione con Core (partner scientifico il
Politecnico di Milano), sul ruolo della
ne delle testimonianze aziendali
che devono essere sempre più
coinvolgenti, più curate: anche
perché la didattica online, quando
smette di essere interessante, cade
vittima della sindrome da multi-
tasking con telecamera spenta.
Lo storytelling però non è solo
riconducibile alla bella esposizione
di un esempio e non deve essere
vissuto come una fiera delle vanità.
È evidente che il punto di partenza
debba essere una storia importan-
te, accattivante, ma l'elemento au-
tobiografico non è sufficiente. In
‘ Il racconto di un caso
va affiancato al dialogo
con l’audience
Centrale l’interfaccia
tra teoria e pratica
un contesto d'aula, in presenza o
online, il caso deve prendere vita
non solo grazie alle parole del pro-
tagonista: una testimonianza va
intesa come un'interfaccia.
Due sono gli elementi di inter-
faccia che devono essere presidiati
affinché un esercizio di storytelling
abbia veramente impatto in un
contesto di apprendimento. La pri-
ma è il dialogo con l’audience,
tutt'altro banale da innescare. Se è
vero che le piattaforme di video-
conferenza sono d'aiuto per vince-
re una certa timidezza, l'ingaggio in
presenza è tutta un'altra cosa (e ci
manca parecchio). C'è inoltre il ri-
schio di dispersione o un confronto
che diventa sterile o nel peggiore
dei casi conflittuale. Qui è fonda-
mentale il ruolo del moderatore a
cui spetta il delicato ruolo di tenere
tecnologia come acceleratore del
processo di innovazione in atto nel
Paese. L’evento, in diretta streaming, è
gratuito ma occorre la registrazione sul
sito https://techeconomyhub.it/
REUTERS
D i fronte alle crisi, le
il filo, di incastonare ogni doman-
da, ogni intervento, in un discorso
che poi dovrà saper riassumere.
Il secondo punto di interfaccia è
tra teoria e pratica. Questo è un ele-
mento chiave per portare valore in
un contesto di aula, in quanto lo
storytelling deve essere funzionale
a un percorso di apprendimento e
non fine a sé stesso. È forse questa
anche la sfida più ardua, anche
quando l'esempio è calzante, per-
ché la startup è innamorata della
sua storia, il manager si prepara
con il deck di slide viste e riviste
dalle relazioni esterne. Il lavoro
dietro le quinte è fondamentale,
per arrivare a un esercizio indutti-
vo, che fa emergere dal singolo caso
gli elementi di una teoria resa con-
creta dall'esempio.
I relatori migliori sono quelli che
pensano di voler sfruttare l'incon-
tro con un'aula per avere una resti-
tuzione da parte della platea e che
per farlo sono disposti a studiare il
contesto in cui vengono inseriti.
Nella progettazione tra docente e
relatore bisogna concordare una
struttura che forza quest'ultimo ad
uscire da una prassi standard, e che
riesca a fargli abbandonare le cer-
tezze di presentazioni più e più vol-
te masticate.
Ecco che allora l'aula si trasfor-
ma in un laboratorio e lo storytel-
ling di un caso aziendale diventa un
pretesto, ricco di suggestioni, per
partire in un percorso di scrittura
creativa di un'esperienza educativa
unica e irripetibile. Ecco come ma-
ster e iniziative di formazione con-
tinua possono diventare interfacce
tra impresa e università.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
15
Crossroads
di Luca
De Biase
Resilienza?
La crisi
va trasformata
in esperienza
opinioni si dividono tra
coloro che si domandano
come si potevano prevenire e
quelle che si chiedono come
rispondere. Si può forse dire che
prevenire le crisi, per chi
comanda, è più impegnativo e
meno appagante: infatti, quando
le società si trovano nei guai
sono grate a chi le aiuta, ma non
sempre sono in grado di
riconoscere il valore delle scelte
che hanno evitato loro di andare
in crisi. È un paradosso che
deriva dalla mancanza di
immaginazione e dalla scarsa
attitudine a pensare i futuri
possibili. Nassim Taleb, l'autore
del “Cigno Nero”, ha negato che
la crisi del 2008 sia stata la
realizzazione di quello che il
libro aveva raccontato, perché in
realtà quella crisi era del tutto
prevedibile. E poiché nel suo
libro del 2010, “Robustezza e
fragilità”, ha spiegato come la
globalizzazione aumenti i rischi
di diffusione di virus molto
pericolosi, non considera
neppure la pandemia del 2020
come un cigno nero. Di certo
però si è occupato di che cosa
fare per anticipare queste crisi. E
ha proposto di costruire
organizzazioni anti-fragili: non
robuste (cioè resistenti alle crisi)
e neppure resilienti (cioè capaci
di recuperare velocemente dopo
le crisi), ma proprio antifragili,
cioè tali da migliorare durante le
crisi. In che modo una società in
crisi può migliorare? Una delle
dinamiche è certamente legata a
quello che una società apprende
durante una crisi.
La capacità di apprendere di
un'organizzazione si può
progettare. Il capolavoro di Peter
Senge, “The Fifth Discipline. The
art and Practice of the Learning
Organisation” (prima edizione
1990) è stato scritto poco prima
che internet intervenisse a far
immaginare l'avvento di una
società immersa nelle
opportunità di apprendere.
Invece, il libro di Alessandro
Donadio, “#Learning
organization. L'apprendimento
diffuso come leva di
antifragilità” (FrancoAngeli
2021), arriva quando questo
potenziale della rete è stato non
soltanto dimostrato ma anche
messo in discussione, nel senso
che la qualità di ciò che la società
immersa in internet apprende
non è necessariamente di buona
qualità. Sicché, il punto di
riferimento per valutare il
successo di un servizio
internettiano non è che il cliente
sia disposto a pagarlo, ma che gli
stakeholder implicati nelle
conseguenze di quel progetto
siano tutti arricchiti, almeno dal
punto di vista esperienziale.
L’apprendimento non avviene
quando un'informazione è
scambiata, ma quando questa
modifica le persone, liberandone
le capacità creative e operative,
ispirandone l'immaginazione di
futuri possibili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I BLOG DI NÒVA100
I nostri blogger:
nova.ilsole24ore.com/blog/
ilsole24ore.com
16 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021 – N. 188
Viaggi 24
Weekend
Rincorrere paesaggi e desideri
lungo le nuove strade della bicicletta
Viaggi su due ruote. Dalle Dolomiti alla Calabria lungo itinerari per ciclisti appena inaugurati, tra profumi
di bosco, macchia mediterranea e focacce. Perché il gusto delle soste è importante come quello del pedalare
Mariateresa Montaruli
C
he siano gli argini di un
fiume o gli sterrati che, in
morbida discesa, aderen-
do alla morfologia del ter-
reno, portano a un laghet-
to di montagna, la bicicletta ama rin-
correre l’acqua. Specie in discesa, se-
guendo le forme create in passato
dall’acqua, i ciclisti tagliano gli angoli,
improvvisano scorciatoie ridise-
gnando lo spazio ciclabile al di là di
ciò che è progettato. Un comporta-
mento che, in Nord Europa, attingen-
do alla Poetica dello Spazio di Gaston
Bachelard, gli architetti paesaggisti
definiscono all'insegna delle “desire
line”, le direttive del desiderio. La for-
za del desiderio può portare i ciclisti,
faticatori felici e volontari, a rincorre-
re l'acqua anche in salita, fin dove
sorge. Accade in Val di Funes, la late-
rale della Valle Isarco che si chiude a
sacco davanti al Gruppo delle Odle,
dove origina il Rio Funes. Per l’alpini-
sta Reinhold Messner, il posto più
bello del mondo.
Primo percorso tabellato in Alto
Adige come sentiero facile da moun-
tain bike (la segnaletica servirà da
modello per tutta la provincia), il
“Valle Isarco – Val di Funes” è la novi-
tà dell’estate. Si tratta di 27 km con
1.550 metri di dislivello, da Bressano-
ne fino alla malga Geisler. Sul percor-
so, il tratto tra le frazioncine di Tiso e
San Valentino è stato deviato rispetto
all’originario sentiero di montagna e
‘ Percorsi e nuove visioni
fra montagna e mare,
lungo ferrovie e strade
dismesse, inseguendo
storie e poeti
ricreato largo e sicuro, sulla falsariga
di una vera strada forestale. Pedala-
bile in mtb a pedalata assistita (no-
leggio e tour guidati con plose-
bike.com), l’itinerario scivola in lieve
discesa da piazza Duomo di Bressa-
none fino ad Albes lungo la ciclabile
asfaltata dell’Isarco che dal Brennero
volge a sud prendendo poi i nomi di
ciclabile dell’Adige e Ciclovia del Sole.
Da Tiso in avanti, sul tratto di nuova
realizzazione, si prosegue in pieno
bosco, tra pini e abeti. A San Valenti-
no si aprono alla vista radure erbose,
paesucoli con il campanile e, ancora
di lontano, le Odle, il Sasso Putia che
annuncia il Passo delle Erbe, il Corno
del Renon e dell’Alpe di Villandro.
Una visione che esplode quando, dal
parcheggio Zans, già a 1.685 metri, si
affronta in salita costante la larga fo-
restale che raggiunge le malghe sotto
le gigantesche sculture dolomitiche
del Parco Naturale Puez-Odle, sco-
gliere calcaree nate per sedimenta-
zione di alghe, conchiglie e coralli in
un gigantesco oceano primordiale. Le
Maldive di allora.
Di recente mappatura sono anche
le 119 tappe in mountain bike in To-
scana, Emilia Romagna, Marche e
Abruzzo, tra il Passo della Cisa e Pe-
scasseroli, sulle 500 totali del Sentie-
ro Italia, il trekking a lunga percor-
renza individuato negli anni 90, ma
rilanciato dal Cai, con 7.200 km di
percorsi di mezza montagna suddivi-
si in tappe che terminano in borghi o
rifugi dove si trova accoglienza. In au-
tunno saranno pronte le tracce per la
bicicletta, su forestali, strade bianche
e carrarecce, anche in Sicilia, Campa-
nia, Calabria e Liguria (cai.it/il-sentie-
ro-italia-cai-in-mountain-bike).
Alla ricerca di varianti ciclabili so-
no anche le Vie di Dante, un progetto,
a cavallo tra Romagna e Toscana, na-
to nel 700° anniversario della morte
del Poeta per valorizzare i luoghi se-
gnati dalle occorrenze dantesche: po-
sti citati nella Commedia o i palazzot-
ti dove Dante cercò ospitalità negli
anni dell’esilio (dante bike.it). Tra Do-
valdola e Portico di Romagna, dove
brilla la tappa gastronomica dell’al-
bergo diffuso Al vecchio convento, il
percorso, in parte sovrapponibile al-
l’originario Cammino di Dante da Ra-
venna e Firenze concepito per cam-
minatori e viandanti (camminodan-
te.com), regala strade a zero traffico,
spettacolari scorci di Appennino e i
primi crinali del Parco Nazionale del-
le Foreste Casentinesi. Si pedala tra
faggi, acacie, conifere e alberi di sam-
buco il cui fiore viene utilizzato nel-
l’impasto del pane in un forno tradi-
zionale di Dovadola.
Scorre non lontano dai percorsi
danteschi il Gran Tour Valle del Savio
appena tabellato che raccorda ad
anello, su asfalto, sulla vecchia SR71,
per 190 km, i comuni di Cesena, Mer-
cato Saraceno, Sarsina, Bagno di Ro-
magna e Verghereto, con il ritorno via
Montiano. Un circuito che “rincorre”
l’acqua fino alle fonti del fiume Savio
(e Tevere), sul Monte Fumaiolo, che
piacerà ai ciclisti in bici da strada nel
suo mix di pianura, saliscendi, colline
pedemontane, balze, calanchi, e che
trova il culmine nella salita iconica del
Monte Barbotto, di poco più di 4 km,
resa celebre dai passaggi di Merkx,
Coppi e Bartali (unionevallesavio.it/
grand-tour-valle-del-savio). A Bagno
di Romagna è l'Hotel Tosco Roma-
gnolo dello chef Paolo Teverini a ren-
dersi memorabile per la sua straordi-
naria prima colazione per ciclisti.
Fresca di inaugurazione è anche la
Ciclovia del Sole, progettata sulla car-
ta per ricongiungere il Brennero alla
Sicilia, di cui è stato recuperato il trat-
to di 46 km da Verona e Bologna, con
segnaletica dedicata e punti di ricari-
ca di bici elettriche. «Da Verona a Mi-
randola - specifica Antonio Dalla Ve-
nezia, responsabile del comitato tec-
nico-scientifico per il progetto BicIta-
lia di Fiab -, la ciclovia è mista: unisce
un tratto ciclabile in sede separata e
strade a basso traffico. Da Mirandola
a Osteria Nuova si è recuperato un ra-
mo di ferrovia abbandonata. Preso
dal Brennero, si tratta del più lungo
itinerario tabellato che ci sia in Italia»
(cicloviadelsole.it).
Nascono dal recupero di ferrovie
dismesse anche la Voghera – Varzi, di
circa 50 km, asfaltata, che aprirà do-
po l’estate, e la Fossato di Vico – Um-
bertide, attualmente in cantiere. Ci
sono lavori in corso anche a Imperia
per allungare di circa 8 km la molto
frequentata ciclabile costiera Ospe-
daletti – San Lorenzo al Mare che
profuma di macchia mediterranea e
di focaccia. Raccolti 40mila euro con
una campagna di crowdfunding, il
progetto di Fiab della ciclovia Aida,
900 km da Susa a Trieste attraverso
la rete ciclabile già esistente per lo più
pedemontana tra più belle città del
Nord, è nella fase di apposizione de-
gli adesivi segnavia. In Val di Susa,
per meglio rispondere al progetto, si
sta realizzando una ciclabile dedica-
ta, in sede separata, di circa 35 km, in
direzione di Torino ,che potrebbe es-
sere pronta per l'estate. Mentre è già
pedalabile, su strada e per 545 km, la
nuova Ciclovia dei Parchi della Cala-
bria, che dal confine con la Basilicata
corre fino a Reggio Calabria su un
percorso per ciclisti allenati tra
l’Aspromonte, la Sila e il Pollino. Ri-
trovando, dopo boschi, fiumare e
sorgenti, finalmente il mare (ciclovia-
parchicalabria.it).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Non c’è niente come
tornare in un luogo
che non è cambiato,
per rendersi conto
di quanto sei cambiato
_ e pieds dans l’eau dello chef bi-
NELSON MANDELA
Sulle orme di Dante.
Ciclisti su un tratto del Gran Tour Valle
del Savio, che corre lungo 190 km sulla
vecchia strada umbro casentinese
romagnola, non lontana da celebri luoghi
danteschi.
PAGINE PER
CICLISTI
Itinerari e
storie nel libro
«Ho voluto la
bicicletta»
LIBRI, POESIA E PEDALI NEI DIALOGHI DI TRANI
Pedalate poetiche, che
uniscano frammenti di letture a
performance outdoor, tra gli
angoli dimenticati della
mezzaluna del porto di Trani a
quelli più conosciuti: il Ghetto, i
caffè nautici, il Castello Svevo,
la Cattedrale romanica che ha
come sfondo il mare. E giri a
pedali anche per bambini,
accompagnati da una libraia
animatrice di un kamishibai, un
teatrino di carta, montato sulla
bicicletta. Oltre alle letture in
barca a vela, agli incontri con
17
STELLE SUL MARE NEWSLETTER
Riapre da domani sul porticciolo di
San Leone ad Agrigento Uovodi-
seppiamare, ristorante sostenibile
Viaggi e food, design e tech:
tutte le news della settimana
in un unico appuntamento
ilsole24ore.com/newsletter
stellato Pino Cuttaia.
DAL NORD ALLE ISOLE
Musica
Dal 15 luglio
tornano i suoni
delle Dolomiti
Da sempre molto amato, ma
ancora più atteso quest’anno,
dopo la pausa forzata del 2020: il
festival Suoni delle Dolomiti
offrirà un’anteprima della sua
ventiseiesima edizione mercoledì
15 luglio, con un concerto al Passo
di Lavazé con i Solisti Aquilani e
Natalino Balasso. La
manifestrazione riprenderà poi il
23 agosto, per terminare il 24
settembre. Il concerto di
settimana prossima ha un
significato e un programma
particolari: partendo dalle
Quattro stagioni di Antonio
Vivaldi, i Solisti Aquilani e
Balasso proporranno una
riflessione sul nostro rapporto
con l’ambiente. Sin dalla sua
nascita il festival trentino di
musica in quota si è mosso nel
rispetto della natura, nel racconto
di un territorio che da secoli si
sostiene su equilibri delicati e ha
contribuito a trasmettere al
pubblico appassionato di musica
e montagna una sensibilità
particolare per la tutela dei luoghi
toccati dagli eventi. Info:
www.visittrentino.info/it/
isuonidelledolomiti
Percorsi fra le
vette. In moun-
tain bike in Val di
Funes, con lo
sfondo del gruppo
delle Odle, dove
nasce il rio Funes,
per Messner «Il
posto più bello del
mondo»
Tra arte e sport
A Porto Rafael
la rassegna
«Vele spiegate»
Vuole essere di buon augurio
per l’intera stagione estiva,
nonché simbolo di ripartenza
per una delle località più
famose – ma anche fragili – del
nord della Sardegna. È la
rassegna Vele Spiegate, che
prende il via il 17 luglio a Porto
Rafael e vuole diventare un
appuntamento annuale che
ospiterà talk dedicati alla
cultura, all’arte e allo sport. La
prima edizione è promossa dal
Arte e natura. Consorzio Porto Rafael e si
Il Monumento al concentra sul tema della
Ciclista di Monte ripartenza, sul riprendere il
Trebbio, perfetto largo a vele spiegate, come dice
per una sosta
chi va in barca. In programma
lungo il tratto
ciclabile del
la lecture-show «Notti di sport»
Cammino di Dante di Mauro Berruto, giornalista,
fra Dovadola coach e storyteller. Timoniere,
e Portico per restare in gergo velico,
di Romagna dell’evento sarà Guido Stratta,
manager specializzato nei
processi di trasformazione
culturale e presidente
dell’associazione Il Mare in
Tasca, accompagnato da
alcuni dei maggiori pensatori Cristiana Monina, velista e
contemporanei, ai reading imprenditrice, e da Angelo
teatrali e a un inedito torneo di Mereu, fotografo, oltre che
ping-pong che si conclude con orafo e gioielliere a Milano,
una partita-dialogo alla città che lascia ogni estate per
maniera platonica tra un tornare nella sua Sardegna.
filosofo e il vincitore, le A cura di Giulia Crivelli
pedalate poetiche sono parte
del programma della XX
edizione dei Dialoghi di Trani, il
LETTERATURA
più importante festival
VISTA MARE. letterario del Mezzogiorno, dal
Il festival è in 16 al 19 settembre, quest'anno
programma dal 16 sul tema della Sostenibilità
al 19 settembre (idialoghiditrani.com).
18
Arredo Design 24
Weekend
Il bagno esce
allo scoperto
e ritrova
il benessere
Outdoor. Vasche, lavabi, soffioni, miscelatori,
cabine doccia e minipiscine: l’area relax
conquista giardini o terrazzi con soluzioni ad hoc
Giovanna Mancini
È
forse l’ultimo stadio (al-
meno per ora) dell’evolu-
zione che ha interessato
l’ambiente bagno negli ul-
timi dieci anni. Era la stan-
za negletta, un luogo di servizio ac-
cessoriato con lo stretto indispensa-
bile, spesso progettato in modo da
occupare la minore superficie pos-
sibile e lasciare spazio alle altre
stanze, decisamente più interessan-
ti da arredare e da vivere.
Poi si è progressivamente tra-
sformato nella «sala da bagno», un
luogo in cui cercare benessere, relax
e trascorrere del tempo, leggendo
un libro o assaporando un calice di
vino. Arredata con ricercatezza e
creatività, la sala da bagno si è am-
pliata, ha entrare nuovi mobili e og-
getti, persino librerie e poltroncine.
E oggi compie un passo ulteriore,
varcando i confini dell’abitazione
per portarsi sui terrazzi o nei giardi-
ni. Ebbene sì, è caduto anche l’ulti-
mo tabù: lo spazio più intimo della
casa è uscito all’esterno. Se è nor-
male vedere in un ambiente outdoor
docce o lavabi connessi a piscine do-
mestiche, meno scontato è trovare
vasche e lavandini freestanding, con
‘ Gumdesign: «Questo
ambiente della casa
si sta riappropriando
dello spazio
che aveva in passato»
linee, colori e materiali che potreb-
bero benissimo stare anche all’in-
terno delle pareti domestiche, ma
che richiamano quelli della natura.
E se la tendenza non è nuova in as-
soluto, nell’ultimo anno e mezzo ha
visto una decisa accelerazione. Sarà
la voglia di stare all’aria aperta il più
possibile, dopo tanti mesi di confi-
namento domestico. Sarà che abita-
re «è come respirare – osserva Laura
Fiaschi, designer del duo Gumdesi-
gn, che per Antoniolupi ha lavorato
molto su soluzioni outdoor per il
bagno –: per farlo occorre sia inspi-
rare, sia espirare, abbiamo bisogno
di entrambi questi momenti».
Sarà anche che, a ben guardare,
fare un bel bagno all’aperto, immer-
si nel verde e, perché no, assieme ad
altre persone, è una pratica che la
cultura occidentale ha perduto, ma
che appartiene alla sua storia e che
anche resiste in molte tradizioni,
dall’Asia al Nord Africa. «I bagni,
storicamente, erano un luogo della
collettività e della socialità – osserva
Gabriele Pardi, sempre di Gumdesi-
gn –. Basta pensare alle terme ro-
mane: erano aree pubbliche in cui lo
spazio del bagno era legato all’idea
di benessere». In seguito è stato
progressivamente relegato a una di-
mensione e a funzioni sempre più
ridotte, limitate e persino nascoste.
Oggi, invece, si sta riappropriando
di quel ruolo che aveva avuto in pas-
sato, perciò la progettazione e il de-
sign si adeguano a questa tendenza,
o talora la guidano. «Vasche, lavabi,
soffioni... tutti gli arredi e gli acces-
sori che rendono funzionale un am-
biente dedicato al bagno, si stanno
indirizzando verso forme, misure,
materiali e colori che permettono a
questi oggetti di vivere anche al-
l’esterno e creare un contesto piace-
vole in cui dedicare del tempo a noi
stessi», aggiunge Pardi.
Antoniolupi indaga da tempo
questo mondo e nelle collezioni più
recenti proietta questi oggetti verso
l’esterno, grazie anche alle tante ap-
plicazioni di un materiale brevetta-
to dalla stessa azienda toscana, il
Cristalmood: una resina che ha ca-
ratteristiche di trasparenza e legge-
rezza, ma anche di grande resisten-
za e perciò può essere utilizzata in
esterni. Così avviene ad esempio
nella collezione Borghi progettata
proprio dai Gumdesign, che si arric-
chisce quest’anno di nuovi lavabi
dai colori fantasiosi, ispirati alla
terra toscana (dopo Gran Cru, Oleo
e Ceruleo, arrivano ora Mostato,
Barrique, Vespero e Notturno).
Sempre in Cristalmood è anche Re-
flex, la prima vasca trasparente di-
segnata da AL Studio .
Un altro marchio dell’arredoba-
gno che ha aperto generosamente
le proprie collezioni al mondo del-
l’outdoor è Agape, che ha ideato
una serie di prodotti progettati –
nelle forme, nei colori e nei mate-
riali – per superare gli schemi con-
venzionali della suddivisione tra
fuori e dentro armonizzandosi con
l’azzurro del cielo, il fruscio degli
alberi o il pulsare delle metropoli,
che diventano complementi natu-
rali e ideali dell’esperienza-bagno.
La collezione comprende una sele-
zione di prodotti che, per la natura
dei loro materiali, per funzione o
per innovazione, rappresentano i
primi elementi di un nuovo proget-
to avviato da Agape. Tra questi, il
lavabo Handwash disegnato da Be-
nedini Associati, che nella nuova
versione in Cementoskin (materia-
le brevettato) si adatta a spazi sia
indoor, sia outdoor, grazie anche a
una facile manutenzione che ne au-
menta la resistenza agli agenti at-
mosferici. Adatte alle zone esterne
anche le vasche freestanding Victo-
ria + Albert, realizzate in Quar-
rycast, materiale che resiste agli
shock termici e ai raggi ultravioletti
e non ingiallisce al sole.
Per chi preferisce la doccia, Vi-
smaravetro propone Unica, il siste-
ma progettato da nespoli e Novara,
che propone una nuova idea di box
doccia, concepito come una “quinta
teatrale” per spazi esterni, che offre
protezione dal vento e assicura l’in-
timità, senza però risultare invasiva
rispetto al paesaggio circostante,
grazie alla particolare struttura a te-
laio dei pannelli che, combinati tra
loro attraverso un giunto, consen-
tono la creazione di infinite possibi-
lità compositive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021 – N. 188
DA SCALA A TERMOARREDO LA LAMPADA DI RASHID
Pioli di Antrax IT rievoca l'archeti-
po della scala ha elevate presta-
zioni termiche e basso consumo
Nata dalla collaborazione con il
designer Karim Rashid, Cyborg di
Martinelli Luce è una lampada da
energetico e può essere scelto in tavolo a luce diretta diffusa con
una delle 200 varianti cromatiche struttura in fusione di alluminio
PANORAMA
Porro
La raffinata semplicità
della paglia intrecciata
Semplice e raffinata, la paglia è un materiale della
tradizione che, reinterpretato in chiave moderna e
minimale, può dare vita a oggetti di sorprendente
contemporaneità. Così Porro, proseguendo nella
sua ricerca su forme, materiali e tecnologie, ha
selezionato alcuni intrecci e tipologie di paglia per
creare una piccola, raffinata, collezione, che gioca
sui dettagli per rendere questo materiale un
protagonista discreto ma inconfutabile. Ad esempio
nel fondale del sistema di librerie e pareti attrezzate
System (1995), nel paravento che completa il letto
Byron o sullo schienale del divano Curry, tutti
disegnati da Piero Lissoni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Materiche. In
alto, WaterDream,
minipiscina di
Giovanna Talocci
e Marco Pallocca
per Effe by
Effegibì; a destra,
Vasca Pescadero
per l’outdoor di
Victoria+Albert
Baths; sotto,
colonne doccia Dettagli. Porro sperimenta l’uso della paglia
Indoor/Outdoor
Showers di
Cristina Snaidero
Rubinetterie
Modus, cucina compatta
in vendita solo online
Si chiama Modus e si acquista soltanto online:
l’ultima proposta targata Snaidero è una mini-
cucina monoblocco di appena 180 centimetri,
pensata per tutte le situazioni in cui lo spazio
domestico è ridotto e perciò prezioso e la cucina
deve integrare esigenze diverse in modo versatile e
funzionale. Modus si propone come una cucina
semplice da utilizzare, ma soprattutto veloce da
montare, senza rinunciare a essere un oggetto di
design e a basso impatto ambientale, È disponibile
online in pronta consegna sulla piattaforma E-
price: la consegna è prevista in circa 20 giorni e si
può richiedere il servizio di montaggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Monoblocco.
Dotata di ogni
accessorio, Modus
si acquista
sulla piattaforma
E-price e viene
consegnata
in 20 giorni
Bonaldo
Una cornice domestica
per 80 anni di storia
La collezione 2021 di Bonaldo è un viaggio
completo nell’ambiente casa, che attraversa ogni
stanza - dalla sala da pranzo al soggiorno, fino
Integrate. A sinistra, lavabo Handwash, alla zona notte – interpretando ciascuna di esse
progetto di Benedini Associati per Agape. come una piccola casa, una cornice in cui gli
Sopra, vasca Reflex, design AL Studio per elementi d’arredo dialogano tra loro in modo
antoniolupi. Sotto, box doccia Unica, design naturale, creando un’armonia progettuale unica.
Nespoli e Novara per Vismaravetro La linea include sedie, letti e divani, ma anche
accessori e complementi che racchiudono
l’attuale visione di un’azienda con 80 anni di
storia alle spalle, offrendo un’immagine unica e
coordinata, dal design contemporaneo e con
grande cura per i dettagli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Famiglia. Il tavolo
Slot di Giuseppe
Viganò fa parte
dell’omonima
collezione che
comprende anche
un coffee table
e una consolle
Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021 – N. 188
Tech 24
Weekend
Ricondizionato oppure usato:
ecco la seconda vita del gadget
Smartphone. In Italia questo mercato arriva a valere fino al 12-15% del volume complessivo che si aggira
sui 15 milioni di pezzi. La carenza di chip rende questo business più strategico anche per le imprese
Mario Cianflone
D
a micro nicchia a mercato
importante che arriva a
valere fino al 12-15% del
volume complessivo che
in Italia si aggira 15milioni
di pezzi. Quello degli smartphone
usati e di quelli ricondizionati è un ve-
ro fenomeno economico e sociale,
spesso ben “verniciato” di ”verde”,
lotta ai cambiamenti climatici, tema
con un forte appeal di marketing ma
qui la sostenibilità è soprattutto eco-
nomica. perché un dispositivo com-
prato in questo nuovo costa meno di
un prodotto nuovo e questo vale an-
che per altri oggetti tecnologici (ta-
blet, personal computer per esempio
che però non rappresentano volumi
degni di nota anche perché lo smar-
tphone è, e resta, l'oggetto hi-tech più
diffuso, desiderato e considerato ov-
viamente indispensabile). Ma a spin-
gere il mercato del secondo hand c'è
anche un fattore cruciale: il chip shor-
tage. La carenza di semiconduttori
che sta mettendo in ginocchio interi
settori (automotive, in primis) riduce
la disponibilità di personal computer
e, tablet e smartphone. e dunque i ca-
nali alternativi al nuovo stanno decol-
lando anche sulla scia di fenomeni di
e-commerce radicati sui social come
Swappie (specializzata in iphone) Re-
furbed che offre molti gadget digitali,
cuffie comprese, rimessi a nuovo.
Ma partiamo dalle basi, il mercato
dell'usato e quello del ricondizionato
sono due settori ben distinti. Uno smar-
tphone usato è un oggetto che viene
venduto senza che siano stati eseguiti
lavori di manutenzione importanti e in
genere nei tanti negozi online, anche in
forma di app, il venditore ha eseguito
una diagnostica e sostituto la batteria
(che è resta l'elemento più critico). In ge-
nere questi prodotti presentano nor-
mali segni di usura, qualche graffio: in-
somma difettucci estetici più o meno ri-
levanti ma che non inficiano la funzio-
nalità. Sempre in questo campo c'è la
vendita tra privati, utilizzando per
esempio portali e app come Subito.it.
ma va premessa una cosa. bisogna an-
darci cauti perché ci possono essere ri-
schi di prendere una “sola”.
Un device ricondizionato, refur-
bished, è invece stato quasi sempre ri-
visto e rifatto da cima a fondo (sempre
che non si tratti, ma è raro, di uno
smartphone super recente e tenuto in
modo maniacale). In genere in grandi
laboratori, situati in molti Paesi, an-
che nell'est Europa, dove in un pro-
cesso non necessariamente carbon
neutral, vengono sostituite le scocche
e rimpiazzati vetri (o il display) e in-
stallati componenti i nuovi (presa
usb, modulo fotocamera (per esem-
pio). il tutto ha l'aspetto, se è classifi-
cato come “grado A, pari al nuovo. ma
nuovo non è, funziona ed è garanti.
Non è poco, e spesso si fanno buoni
affari ma vanno tenuti in considera-
zioni alcuni fattori come l'originalità
dei pezzi di ricambi.
«Non è infrequente - spiega Ivan
Pantalena, founder e Ceo di cellula-
riusati.net, uno dei primi a investire
nel settore della second life degli
smartphone - incappare in device con
scocche e telai contraffatti o con sche-
de elettroniche che via software di-
chiarano date di produzione o aggior-
namento improbabili, anche di 40 ri-
salenti anni fa. un chiaro segno che il
dispositivo ha subito interventi pro-
fondi e di dubbia qualità». A questo
punto, «meglio - sostiene il manager
- un usato garantito con qualche graf-
fietto che un ricondizionato stupendo
da vedersi ma con non difetti occulti,
che spesso neppure il venditore è in
Perché non è una moda
Secondo una ricerca di Swappie l’86%
degli italiani vuole un telefono che
funzioni come nuovo, mentre la qualità
della batteria è fondamentale per l’82%.
Se si compra un ricondizionato, poi
conta sopratutto il fattore prezzo
Il prezzo del riciclo e i grandi vantaggi
per tutto l’ecosistema produttivo
Ambiente
Rifiuti elettronici
Luca Tremolada
P rovate a immaginare televiso-
ri, smartphone e computer che
non usiamo più. Ma anche ro-
bot da cucina, tostapane, forni a mi-
croonde, computer, modem, pen-
nette USB, frigoriferi, lavatrici e al-
tri elettrodomestici. Non sono
spazzatura come quella che cono-
sciamo. Sono Raee acronimo di Ri-
fiuti da apparecchiature elettriche
ed elettroniche, rifiuti da apparec-
chiature elettriche ed elettroniche.
E nel 2020, anno del primo
lockdown, è raggiunto poco più di
365mila tonnellate, registrando
una crescita del 6,35%, trainata so-
prattutto dalle regioni del Sud Ita-
lia. Per avere una idea più chiara di
quanta tecnologia usiamo ci basti
pensare che in media ciascun citta-
dino italiano (compresi vecchi e
bambini) smaltisce poco più di sei
chili di materiale elettronico a testa.
. Nel mondo, ogni anno, vengono
prodotte oltre 50 milioni di tonnel-
19
Non è vero che tutti
quelli che hanno il
telefonino sono imbecilli. ECCO NINTENDO SWICH OLED
È che tutti gli imbecilli
hanno il telefonino
L’”upgrade” della console di video-
giochi Nintendo Switch arriverà a
ottobre. Le novità? Display Oled,
_ più memoria e alcune migliorie di
GIORGIO GABER rilievo. Niente 4k.
PANORAMA
L’IDEA
Quando con il caldo
i rifiuti puzzano davvero
A volte tenere la finestra aperta non basta per far
andar via la “puzza” dei rifiuti: fritto, pesce e di altri
alimenti, e anche i liquidi all'interno della pattumiera
restano impregnati per giorni. Sopratutto d’estate e
quando fa caldo. Per aiutare è nato Willpy, un
cassonetto della spazzatura elettrico per l'organico
made in Italy, che estrae l'ossigeno e crea le
grado di conoscere.» fatto sull'effettivo valore dell'oggetto condizioni necessarie al rallentamento del processo
L'estetica gioca un ruolo importan- usato. Se compro un'auto d'occasione, di deperimento dell'umido. Si utilizza come un
te. Secondo una ricerca di Swappie anche se rimessa a nuovo , non la pos- normale contenitore, attaccato però ad una presa di
l’86% degli italiani vuole un telefono so paragonare al listino del nuovo. corrente, che consuma pochissimo: in un anno
che funzioni come nuovo, mentre la Tuttavia, nell'acquisto di un usato o di quanto un PC in un giorno. Il prodotto è stato ideato,
qualità della batteria è fondamentale un refurbished gioca un altro elemen- studiato, ingegnerizzato, brevettato da Open59. Chi
per l’82%. Cruciale è la garanzia, sem- to: gli smartphone di ultimissima ge- vi scrive non ha ancora avuto modo di provarlo. Ma
pre secondo uno studio di Swappie, la nerazione hanno perso spinta propul- apprezza molto l’iniziativa. —L.Tre.
garanzia ritenuta essenziale dal 76% siva, c'è poca innovazione, e quella che © RIPRODUZIONE RISERVATA
degli intervistati e l’83% ritiene crucia- c'è verte su prestazioni esagerate e da
le il diritto di reso. Un altro aspetto da molti non considerate essenziali. Ed
tenere in considerazione, se si compra ecco che magari un iPhone o un Gala-
un ricondizionato, è il fattore prezzo: xy di due o tre anni fa, può ancora fare
deve essere davvero conveniente egregiamente il suo lavoro, aiutare a
spesso siti e app paragonano il prezzo inquinare meno e ad avere meno e-
di vendita con il listino originario del wast in giro. Una scelta smart.
prodotto. in realtà il conto andrebbe © RIPRODUZIONE RISERVATA
AFP
16% Willipy. Èun cassonetto della spazzatura elettrico
E-WASTE
Secondo lo studio ELETTRODOMESTICI
internazionale
The Global E-Wa-
ste monitor 2021
Arrivano in Italia
solo il 16% dei
rifiuti tecnologici le lavastoviglie di Lg
viene riciclato
La coreana LG Electronics entra per la prima volta
nel mercato delle lavastoviglie in Italia introducendo
LG QuadWash. Cinque modelli presentati: tre a
75 libera installazione e due a incasso. Prezzi a partire
da 899 ; quelli a incasso arrivano fino a 1.169 euro. La
KG CO2 tecnologia si chiama TrueSteam, e usa un getto di
Acquistare uno vapore caldo a 100 gradi. Le lavastoviglie, inoltre,
smartphone includono il sistema a quattro bracci Multi-Motion
ricondizionato che danno il nome alla gamma di elettrodomestici.
permette di Non manca come di consueto l’aggancio con forme
risparmiare in elementari di Ai. Tutte le lavastoviglie infatti sono
termini ambientali connesse e possono essere gestite tramite l’app non
75 kg di CO2
solo per accenderla e spegnerla ma per scaricare
nuovi programmi di lavaggio. —L.Tre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LG QuadWash. Il nome deriva dal sistema a quattro bracci
SMART SPEAKER
late di rifiuti elettronici, di questi,
solo il 20 per cento viene legalmente
74 milioni di tonnellate entro il
2030. Ad esempio, nell'UE si ricicla
Alexa sommelier
smaltito, almeno secondo le proce- meno del 40% di tutti i rifiuti elet- consiglia il vino perfetto
dure approvate per legge. Vuole di- tronici ed il resto finisce nei rifiuti
re che l'80% non è riciclato ma è in- indifferenziati. Eppure, mai come
quinamento. Il report The Global E- oggi, con la crisi dei semiconduttori Alexa, l’assistente vocale di Amazon,ha una nuova
waste Monitor 2020 stima che la che sta mettendo in ginocchio interi skill dedicata agli amanti del vino. Si chiama con un
produzione mondiale di rifiuti elet-
tronici è destinata a crescere fino a
Chi produce più e-waste?
comparti produttivi, il riciclo è di-
ventato strategico. Come sappiamo,
si legga l'articolo di apertura, Se-
condo una stima basata su dati for-
niti dai produttori, uno smartphone
po’ di ambizione “Vino Perfetto”. Si tratto di una
funzione da sommelier per consigliare le etichette
di celebri produttori vinicoli italiani. Come
funziona? Il comando è per attivarla è: “Alexa, apri
Vino Perfetto”. A questo punto vengono offerte una
ricondizionato è in grado di rispar- serie di opzioni. Ad esempio si può chiedere un
In mln di tonnellate pro capite miare mediamente 80kg di CO2. consiglio per una cena romantica, un abbinamento
Nel caso dell'e-waste però il rispar- con un piatto particolare, oppure per un pranzo di
TOTALE
mio è ancora maggiore. Secondom- lavoro. Si possono ordinare i vini in base al prezzo e
Norvegia 0,1 26,0 la fondazione Ellen MacArthur in scremare le opzioni restringendo sempre di più il
un solo cellulare siano presenti tra campo di azione. Nulla di tecnologicamente
Regno Unito 1,6 23,9
i 40 e 60 elementi della tavola perio- complicato. Ma molto italiano. Buona
Svizzera 0,2 23,4 dica utilizzata nella chimica dei ma- degustazione.—L.Tre.
teriali. Cosa vuole dire? Che un tele- © RIPRODUZIONE RISERVATA
Danimarca 0,1 22,4 fono riciclato permette di rispar-
miare energia per alimentare un pc
Australia 0,6 21,7
per 40 ore. E che un milione di tele-
Paesi Bassi 0,4 21,6 foni riciclati può permettere il riuti-
lizzo di 16 tonnellate di rame, 15 kg
Islanda 0,008 21,4 di palladio, 350 kg di argento e circa
35 kg di oro. Serve ancora ricerca e
Usa 6,9 21,0 tecnologia per migliorare l'efficien-
Francia 1,4 21,0 za di questi processi. Ma mai come
oggi il piano è stato così inclinato.
Fonte: Global E-Waste Monitor 2020 Statista © RIPRODUZIONE RISERVATA Alexa Skill. È gratuita per Echo Show, sull'App e via email.
20 Il Sole 24 Ore Domenica 11 Luglio 2021– N.188