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17 OTTOBRE 2018
Con il Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, relativo
alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione
di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (General Data Protection Regulation - GDPR), inizia una nuova
era per i diritti dei cittadini europei nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e le imprese. Il
Regolamento rappresenta un prezioso tentativo di armonizzazione della normativa in materia di privacy
nei Paesi UE ed è volto a sviluppare un mercato unico digitale attraverso la creazione e la promozione di
nuovi servizi, applicazioni, piattaforme e software.
Il GDPR non prevede una apposita disciplina per il trattamento dei dati personali effettuati in ambito
sanitario, ma contiene una pluralità di riferimenti specifici relativi all’applicazione di talune norme o
istituti.
Il legislatore comunitario, già al considerando 35, chiarisce che “nei dati personali relativi alla salute dovrebbero
rientrare tutti i dati riguardanti lo stato di salute dell'interessato che rivelino informazioni connesse allo stato di salute fisica
o mentale passata, presente o futura dello stesso. Questi comprendono informazioni sulla persona fisica raccolte nel corso
della sua registrazione al fine di ricevere servizi di assistenza sanitaria o della relativa prestazione di cui alla direttiva
2011/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio; un numero, un simbolo o un elemento specifico attribuito a una
persona fisica per identificarla in modo univoco a fini sanitari; le informazioni risultanti da esami e controlli effettuati su
una parte del corpo o una sostanza organica, compresi i dati genetici e i campioni biologici; e qualsiasi informazione
riguardante, ad esempio, una malattia, una disabilità, il rischio di malattie, l'anamnesi medica, i trattamenti clinici o lo
stato fisiologico o biomedico dell'interessato, indipendentemente dalla fonte, quale, ad esempio, un medico o altro operatore
sanitario, un ospedale, un dispositivo medico o un test diagnostico in vitro”.
I dati sanitari, così come definiti dall’art. 4, n. 15) del Regolamento, comprendono “i dati personali attinenti
alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano
informazioni relative al suo stato di salute”. Il Regolamento, inoltre, fa rientrare nel novero dei dati sanitari –
sensibili – anche quelli genetici e biometrici.
* Contributo redazionale.
Il nuovo Regolamento del 2016 si ispira al principio di trasparenza, per cui tutte le informazioni destinate
al pubblico o all’interessato devono essere facilmente accessibili e di facile comprensione, utilizzando un
linguaggio chiaro e semplice che permetta all’interessato di comprendere se vengono raccolti dati
personali, da chi e a quale scopo.
L’art. 12, par. 1, più specificamente, sancisce che “il titolare del trattamento debba adottare misure appropriate per
fornire all’interessato tutte le informazioni necessarie (elencando agli artt. 13 e 14 le informazioni minime che bisogna fornire
all’interessato) e le comunicazioni relative al trattamento dei dati personali in forma concisa, trasparente, intelligibile
e facilmente accessibile, con un linguaggio semplice e chiaro, in particolare nel caso di informazioni destinate specificamente
ai minori”. Le informazioni sono fornite per iscritto o con altri mezzi, se del caso in formato elettronico.