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1. Le forme dell’energia
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In genere, si parla di conversione quando ci si riferisce ai processi che modificano la forma fisica
dell’energia; di trasformazione quando, rimanendo alterata la forma fisica, se ne modificano i parame-
tri che la caratterizzano.
2 Capitolo primo
Ogni lavoro svolto può essere considerato come una conversione energe-
tica. Ogni conversione energetica definisce una forma di energia.
Esistono, così, diverse forme di energia che vengono spesso classificate
in letteratura in modi diversi.
Ma, a prescindere dalle varie classificazioni, quello che sembra impor-
tante sottolineare è che non tutte sono forme di energia primaria, cioè forme
ottenute, direttamente o indirettamente, da fonti disponibili in natura; alcune
sono forme di energia secondaria perché ottenute solo attraverso la conver-
sione di altre forme di energia primaria.
Tra le forme secondarie, particolarmente importante è l’energia elettrica,
forma di energia nobile perché si trasforma direttamente in lavoro. Essa si
trova in natura solo in condizioni particolari non sfruttabili, come ad esem-
pio nei fulmini, ed è ottenuta dalla conversione di varie forme di energia
primaria, convertendosi facilmente, a sua volta, sul luogo di utilizzazione, in
tutte le forme volute.
L’energia elettrica è, pertanto, insieme all’energia termica, ad alta, me-
dia e bassa temperatura, la forma energetica più richiesta dagli utilizzatori
finali2.
Si ricorda che, nei continui passaggi da una forma di energia ad un’altra
a cui si assiste nelle diverse manifestazioni energetiche, la conversione av-
viene nel rispetto del principio di conservazione: in un sistema chiuso, tanto
si perde di una forma di energia quanto se ne acquista di un’altra (primo
principio della termodinamica). Ma ogni conversione energetica porta, ine-
vitabilmente, a una degradazione dell’energia inizialmente disponibile (se-
condo principio della termodinamica): via via che si trasforma, l’energia,
pur non distruggendosi, perde parzialmente la sua capacità di produrre lavo-
ro, aumentando l’entropia del sistema.
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L’altra forma di energia richiesta è l’energia meccanica, che è comunque ottenuta prevalentemente
impiegando motori elettrici.
Energia: fonti e forme 3
2. Le fonti energetiche
2.1 Generalità
3
L’uso della parola combustibile è in realtà improprio, non avvenendo le reazioni nucleari con un
processo chimico di ossidazione.
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Almeno in teoria, l’acqua a scopi energetici può essere riutilizzata infinite volte per lo stesso scopo.
4 Capitolo primo
Petrolio greggio
Il petrolio greggio, noto anche come crude oil, è una fonte fossile costi-
tuita da una miscela assai complessa di idrocarburi liquidi, solidi e gassosi,
con presenza, più o meno limitata, di sostanze organiche ossigenate, azotate
e solforate di varia natura.
La sua composizione media, diversa anche in relazione al luogo di pro-
venienza, è contenuta nei seguenti limiti: carbonio 80÷90%, idrogeno
10÷15%, azoto 0,02%, ossigeno 0,1÷7%, zolfo 0,01÷6% [Della Volpe,
2007].
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Solo l’acqua può essere considerata alternativa per il grande sfruttamento ai fini energetici che ha
avuto nel tempo.
Energia: fonti e forme 5
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Una distinzione tra oli leggeri, medi, pesanti ed extrapesanti è fatta secondo il valore dell’indice
API.
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La distillazione è una tecnica di separazione che sfrutta le differenze dei punti di ebollizione delle
diverse sostanze presenti in una miscela.
6 Capitolo primo
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Il reforming è un importante processo secondario di raffineria che consiste nel trasformare la struttu-
ra molecolare degli idrocarburi allo scopo di migliorarne le caratteristiche qualitative. Il reforming
può essere realizzato mediante un processo con temperature elevate e pressioni elevate (reforming
termico), da considerare ormai superato, o mediante temperature elevate e pressioni minori, ma in
presenza di catalizzatori (reforming catalitico).
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L’isomerizzazione è il processo che, in presenza di idrogeno e di un catalizzatore, consente di tra-
sformare idrocarburi a catena lineare nei rispettivi isomeri a catena ramificata.
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L‘ hydrofining è costituito da processi di raffinazione che, in presenza di un catalizzatore, mettendo
la carica a stretto contatto con idrogeno, modificano (migliorandole) alcune caratteristiche qualitative
del prodotto. Il più significativo e diffuso processo di hydrofining è quello di idrodesolforazione, che
consente di ottenere prodotti a basso contenuto di zolfo.
Energia: fonti e forme 7
Carbone
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Il cracking è costituito da processi di raffineria che hanno lo scopo di spezzare le grosse molecole
di idrocarburi costituenti le frazioni medio-pesanti e pesanti, ricavate dal frazionamento primario del
greggio, per realizzare la conversione in frazioni più leggere. Anche il cracking può essere termico o
catalitico.
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La piroscissione è un processo di decomposizione, a mezzo del calore, di molecole di idrocarburi
con formazione di composti a peso molecolare più basso.
8 Capitolo primo
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Essendo la fiamma dovuta ai prodotti volatili presenti, i grassi hanno una fiamma generalmente più
lunga.
Energia: fonti e forme 9
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Si veda il Regolamento 1099/2008/CE, Allegato B .
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La distillazione secca, o pirolisi, è quella che si effettua su sostanze solide per mezzo del riscalda-
mento, al fine di separare da esse componenti sotto forma di gas o di vapori.
10 Capitolo primo
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Si veda la nota 14.
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Per gassificazione si intende l’ossidazione incompleta di una sostanza in ambiente ad elevata tem-
peratura (800÷900 °C).
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Il syngas è una miscela di gas, quali il monossido di carbonio (CO) e l’idrogeno (H2), con la pre-
senza, in quantità variabili, anche di metano (CH4) e anidride carbonica (CO2).
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La reazione di Fischer-Tropsch è un processo per produrre idrocarburi o derivati ossigenati parten-
do da miscele di monossido di carbonio e idrogeno, lavorando a 200 °C con catalizzatori a base di
cobalto (idrogenazione catalitica di CO).
Energia: fonti e forme 11
Gas naturale
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Lo steam reforming del gas naturale è un processo che avviene ad alte temperature (700-1000 ° C),
facendo reagire acqua con metano.
12 Capitolo primo
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Nel seguito si parlerà solo di produzione di energia nucleare da fissione, perché finora, malgrado
decenni di sforzi da parte di ricercatori di tutto il mondo, non è stato ancora possibile realizzare, in
modo stabile, reazioni di fusione controllata.
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L’ eV (elettronvolt) è la misura dell’energia di un elettrone che si muove in un campo elettrico pari
ad 1 Volt.
Energia: fonti e forme 13
Di questi solo l’U235 esiste in natura, mentre gli altri due sono prodotti
artificialmente.
L’isotopo U233 si può ottenere dal torio (Th) mediante bombardamento
con neutroni; il Pu239 si ottiene da U238 a seguito di cattura di un neutrone in
una reazione nucleare.
Per questo Th e U238 vengono chiamati materiali fertili.
L’uranio è un elemento molto diffuso in natura: è presente in molti tipi
di rocce sotto forma di minerali di vario tipo23, così come in molti fiumi e
nell’acqua di mare. È composto prevalentemente da U238 (99,28%) e da U235
(0,72%), con qualche traccia di U234.
La prospezione geologica e la coltivazione dei giacimenti utilizzano me-
todi non sostanzialmente diversi da quelli classici dell’industria mineraria.
L’estrazione, effettuata prevalentemente per gravità, può avvenire in mi-
niera o a cielo aperto24.
Il minerale estratto subisce un processo di concentrazione direttamente
sul posto, fino ad un tenore di circa il 50%, con l’impiego di mezzi fisici,
quali la frantumazione, la vagliatura, il lavaggio, la flottazione. L’uranio
viene estratto dal minerale generalmente mediante attacco con acido solfori-
co (o comunque una soluzione fortemente acida) [WNA, 2009]; in questo
modo si riesce a separarlo dagli altri elementi non desiderati, come il radio
sempre presente nelle miniere di uranio. Si ottiene così una polvere gialla di
ossidi, contenente fino all’85% di uranio in peso, che va sotto il nome di
yellow cake. Questa raggiunge l’impianto di purificazione dove, attraverso
procedimenti di estrazione con solventi, viene trasformata in UF6.
Poiché la maggior parte delle centrali nucleari utilizza come combustibi-
le uranio arricchito fino al 3÷5% di U235, l’esafluoruro viene trasportato in
appositi impianti di arricchimento25.
Attualmente l’arricchimento è ottenuto con i metodi della diffusione
gassosa e della centrifugazione, che sfruttano un processo fisico nel quale è
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I migliori minerali sono la pechblenda (varietà di uraninite) e la carnotite.
24
Un’ altra tecnica di estrazione, oggi molto diffusa, alternativa alle tradizionali, è quella dell’ISL, che
ha il pregio di evitare il ricorso alle miniere: essa sfrutta le falde acquifere per iniettare, nel sottosuo-
lo, una soluzione acquosa, ottenuta con un agente complessante e uno ossidante, in modo che l’ossido
di uranio si sciolga in questa soluzione che viene, poi, pompata in superficie [WNA,2009].
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Per ottenere una tonnellata di uranio arricchito al 4÷5%, occorrono 8 tonnellate di uranio naturale.
14 Capitolo primo
possibile separare due nuclei aventi diversa massa. Altre tecniche, come
quella della fotoionizzazione, non sono ancora allo stato commerciale.
L’esafluoruro arricchito può essere quindi convertito in polvere di bios-
sido di uranio (UO2) , sinterizzata poi in piccoli cilindri che, opportunamen-
te incamiciati, vanno a costituire le barrette di combustibile.
L’energia nucleare è utilizzata essenzialmente a scopi elettrici, previa
conversione dell’energia termica in energia meccanica.
Il sole
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Nel seguito, il kWh elettrico sarà semplicemente indicato con il simbolo kWh.
Energia: fonti e forme 15
Il vento
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Per quanto riguarda l’Italia, in particolare l’Italia Meridionale e le isole maggiori, è sufficientemen-
te estesa la superficie di zone interessate da energia incidenti dell’ordine di 1.800 kWh/ m2 all’anno.
In termini di potenza specifica media annua, si hanno variazioni da valori di circa 190 W/m2 a Marsa-
la fino ai 130 W/m2 di Milano.
16 Capitolo primo
L’aria
L’acqua
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Circa il 23% della radiazione solare viene impiegato nei processi che caratterizzano il ciclo idrologico.
Energia: fonti e forme 17
La pioggia, dunque, può essere pensata come il prodotto finale della tra-
sformazione della radiazione solare nell’energia potenziale gravitazionale
delle molecole d’acqua che la costituiscono. L’energia potenziale dei flussi
d’acqua opportunamente raccolti si trasforma, poi, in energia cinetica dei
flussi in caduta.
Tale energia cinetica è detta energia idraulica, che può essere convertita
in energia meccanica e, quindi, in energia elettrica.
Può essere utilizzata a scopi energetici anche l’energia immagazzinata
nelle acque sotto forma di calore. In tal caso si parla di energia idrotermica.
Il mare
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In realtà, alla base del fenomeno, oltre al sistema gravitazionale Terra-Luna, c’è anche il sistema
gravitazionale Terra-Sole, ma è il primo che incide maggiormente a causa della ridotta distanza tra la
Terra e il suo satellite.
18 Capitolo primo
Il calore endogeno
Le biomasse
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La fotosintesi è un processo biochimico mediante il quale le piante convertono l’energia luminosa
solare in energia chimica di legame, utilizzando acqua e anidride carbonica per sintetizzare sostanze
organiche (soprattutto carboidrati) e liberando ossigeno nell’atmosfera.
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Si considerano secche le biomasse per cui il rapporto tra il contenuto di carbonio e il contenuto di
azoto ha valore superiore a 30 e il contenuto di umidità non supera il 30%. Sono: la legna con tutti i
suoi scarti di lavorazione (segatura, trucioli, etc.) e i sottoprodotti agricoli di tipo ligno-cellulosico
(paglia di cereali, residui di potatura della vite e dei fruttiferi, etc.) con taluni suoi scarti di produzione
(lolla, pula, gusci, noccioli, etc.).
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Il pellet è formato da cilindretti prodotti con polvere di legno (generalmente segatura), la quale vie-
ne essiccata e pressata a caldo da apposite macchine in varie forme. Il cippato è costituito da pezzetti-
ni di legno sminuzzato, ottenuti da materiale non trattato, come i residui di segherie, potature, scarti
boschivi, etc. I tronchetti sono costituiti da legno tagliato in pezzi e utilizzati dopo due anni di stagio-
natura all’aria.
20 Capitolo primo
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La carbonizzazione è il processo attraverso il quale il materiale vegetale subisce un’alterazione ter-
mochimica che trasforma in carbone le molecole strutturate dei prodotti legnosi e cellulosici, median-
te somministrazione di calore in presenza di poco ossigeno e la conseguente eliminazione dell’acqua
e delle sostanze volatili.
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Si considerano umide le biomasse per cui il rapporto tra contenuto di carbonio e contenuto di azoto
è inferiore a 30 e il contenuto di umidità è superiore al 30%. Sono: le colture acquatiche, alcuni sotto-
prodotti colturali (foglie e steli da barbabietole, patate, etc.), i reflui zootecnici e alcuni scarti di lavo-
razione, nonché alcune tipologie di reflui urbani ed industriali.
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La reazione di pirolisi è necessaria in quanto la biomassa ha un alto contenuto di componenti vola-
tili (70-76% su base secca) .
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La digestione anaerobica è il trattamento biologico di liquami organici molto concentrati, effettuato
in recipienti chiusi (digestori), ad opera di batteri anaerobici. In assenza di ossigeno, tali batteri prov-
vedono alla riduzione biologica delle sostanze organiche presenti, con produzione di anidride carbo-
nica, metano e prodotti solforati.
Energia: fonti e forme 21
Tra gli impieghi energetici delle biomasse, sta assumendo sempre mag-
giore rilievo la produzione di biocarburanti. Tra questi, il bioetanolo e il
biodiesel, detti biocarburanti di prima generazione.
Il processo produttivo del bioetanolo differisce a seconda della biomassa
di partenza.
Nel caso di colture zuccherine (quali la canna da zucchero utilizzata in
Brasile, oppure la barbabietola da zucchero utilizzata in Europa), il processo
parte da una fase di pretrattamento volta a ricavare una corrente liquida ric-
ca in zuccheri; prosegue con una fase di fermentazione alcolica38 che tra-
sforma gli zuccheri in alcool etilico; termina con una fase di distillazione
[SIF, 2008].
Nel caso la biomassa di partenza sia costituita da colture amidacee (co-
me il mais che si utilizza negli USA), il processo è complicato dal fatto che,
prima di procedere alla fermentazione, è necessario trasformare in zuccheri
l’amido contenuto nella biomassa attraverso una fase di saccarificazione39
[SIF, 2008].
Dal bioetanolo, per reazione con isobutilene, può derivarsi anche il bio-
ETBE, additivo utilizzato per incrementare il numero di ottano e contenuto
di ossigeno delle benzine.
37
Si veda nota 15.
38
La fermentazione alcolica è un processo di tipo micro-aerofilo che opera la trasformazione dei glu-
cidi contenuti nelle produzioni vegetali in etanolo.
39
La saccarificazione è il procedimento chimico mediante il quale i carboidrati vengono trasformati
in zuccheri semplici per effetto di enzimi o di acidi minerali.
22 Capitolo primo
40
La transferificazione è una reazione chimica che, attraverso l’utilizzo di metanolo e di un opportu-
no catalizzatore (il più comune è la soda caustica), permette la rottura della molecola complessa dei
grassi (trigliceridi) in molecole più piccole e meno viscose di esteri e glicerolo (comunemente detta
glicerina, sostanza utilizzata nell’industria farmaceutica e cosmetica).
Energia: fonti e forme 23
41 L’idrolisi è un insieme di reazioni chimiche in cui una molecola viene scissa in due o più parti per
inserimento di una molecola di acqua. Nel caso dell’idrolisi enzimatica ciò avviene con il supporto di
alcuni enzimi che fungono da catalizzatori.
42 Per le biomasse al fine di massimizzare la resa in liquidi (olio), si utilizza la fast/flash pirolisi, cioè
si riscalda la biomassa ad alta temperatura per un tempo breve (ad es. a 500 °C per qualche secondo).
24 Capitolo primo
tipo algale: i lipidi e gli zuccheri contenuti nella biomassa algale possono,
infatti, essere impiegati sia nella produzione di bioetanolo che di biodiesel.
I prodotti che ne derivano sono i cosiddetti biocombustibili di terza ge-
nerazione.
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Il metodo PSA (Pressure Swing Absorption) viene utilizzato nell’industria per separare una miscela
di gas nei suoi vari componenti. Il cuore di questo processo è costituito da un materiale a base di zeo-
lite, un minerale caratterizzato da una struttura cristallina con un’ampia superficie che trattiene selet-
tivamente le molecole di gas.
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L’ossidazione parziale è una reazione esotermica che, quindi non richiede calore dall’esterno; av-
venendo ad elevate temperature, non richiede neanche l’uso di catalizzatori.
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Il reforming autotermico è un processo che incorpora i vantaggi dello steam reforming e del POX:
gli idrocarburi vengono fatti reagire sia con vapore che con aria per produrre un gas con un alto con-
tenuto di idrogeno.
Energia: fonti e forme 25
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L’elettrolisi è un processo per cui, in una soluzione acquosa, nella quale sia stato sciolto un elettro-
lita (acido, base, o sale ad elevato prodotto ionico di dissociazione), il passaggio di una corrente elet-
trica libera idrogeno al catodo ed ossigeno all’anodo (a spese, quindi, esclusivamente delle molecole
di acqua).
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Di tali reattori e dei concentratori solari si parlerà nel capitolo terzo.