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Storia dell’Arte Moderna Lezione 21 Seconda Parte didascalie

Argomento:

Michelangelo Buonarroti prima parte. Dalla formazione alla Battaglia di Cascina

2. Michelangelo Buonarroti, San Pietro da Masaccio, 1488-1490, Monaco di Baviera,


Staatliche Graphische Sammlung

In questa sezione è la seguente affronteremo la personalità di Michelangelo Buonarroti che


abbiamo già più volte evocato parlando degli importanti cantieri papali romani dei primi decenni
del 500 come ben si sa è una figura poliedrica di pittore scultore architetto poeta EE un’artista
longevo che nasce nel 1475 e muore nel 1564 una vita quindi per l’epoca lunghissima e che si
muove sostanzialmente su due poli e che sono quelli di Firenze e Roma come avremo modo di
vedere e qui in queste due sedi si trovano di fatto la maggior parte delle opere progettate o anche
compiute o incompiute dell’ artista un’artista che è il primo ad avere delle biografie scritte mentre
gli viventi è l’unico è un omaggio che Vasari di fa straordinario per l’epoca nel 1550 quando esce
la prima delle due edizioni delle vite ad avere appunto unico artista vivente una biografia già scritta
da Vasari con ovviamente se come sempre quei margini di credibilità e di enfatizzazione di certi
fenomeni che abbiamo già imparato ad evidenziare ed è Vasari nella più nella vita delle 550
certamente potenzia già quello che era già 1 1 mito vivente di di Michelangelo diversamente nella
seconda edizione delle vite del 1568 a quando Michelangelo è morto appena da quattro anni il
rapporto di con l’artista cambia perché perché comunque la lettura dell’opera di Michelangelo
soprattutto dell’opera pittorica di Michelangelo nella seconda metà del quarto di 500 e comincia a
porsi in modo critico e altrettanto lo sarà nel sei e 7 diversamente che dalla per gli aspetti scultori
e architettonici i grandi riferimento il grande riferimento per la pittura accademica del 6 700 rimarrà
essenzialmente e prima di tutto Raffaello Leonardo avrà una grande fortuna per il trattato della
pittura e soprattutto in ambito lombardo per quanto riguarda la fortuna appunto della scuola
leonardesca per la pittura o come abbiamo già accennato mentre Michelangelo come pittore
soprattutto sarà riscoperto a partire dalla fine del 700 l’altro grande polo vedremo
successivamente di riferimento per la pittura invece dalla fine del 500 perché occupa anche gli
tutta la tutto il corso del sedicesimo secolo e poi nei 6 7 sarà Tiziano questo è importante averlo
come schema di riferimento 22 sono le fonti biografiche importanti oltre a quella di Vasari con le
sue appunto verosimiglianza EOO meno e l’altra vita su cui si basano molte delle informazioni
soprattutto per quanto attiene alla formazione di Michelangelo che è la vita che se viene scritta
sempre ad a Michelangelo vivente da il pittore scultore Ascanio condivi che diviene amico allievo
di Michelangelo a Michele quando Michelangelo ormai è maturo alla metà degli anni 40 del 500 in
in Roma e ed è uno dei cultori appunto della di più importanti della memoria di Michelangelo
ancora nella nella dopo la morte di Michele diciamo nei decenni immediatamente successivi alla
morte di Michelangelo allora Michelangelo appartiene una famiglia di nobiltà decaduta Fiorentina e
inizia a formarsi come pittore nella bottega in una delle botteghe più importanti del tempo
l’abbiamo già accennato tempo fa ovvero la bottega di Ghirlandaio questa grande bottega
familiare ricca di commissioni dove si poteva imparare pittura dal fresco e pittura su tavola ma
rimane molto poco probabile contratto di apprendistato prevedeva un triennio di collaborazione
mentre probabilmente Michelangelo rimane soltanto per un anno un anno e mezzo presso la
bottega di Ghirlandaio tra l’altro in un momento di commissioni importanti siamo al nel corso degli
anni nella seconda metà degli anni 80 del 400 testimonianza di questa fase di formazione presso
la bottega di Ghirlandaio e la il disegno che vi mostro è anche poi della fase immediatamente
successiva questo disegno è una copia che di Michelangelo che si trova nelle raccolte grafiche
della Pinacoteca di Monaco da la cappella brancacci con le storie di San Pietro nella parte
affrescata da masaccio come possiamo vedere quindi ancora la fine del 400 questo ciclo pittorico
e per gli artisti un punto di riferimento importante subito dopo però siamo fra il 1489 e il 1492
Michelangelo cambia scelta si reca a studiare scultura insieme a Il compagno di quegli anni
Francesco granacci pressoché è anch’egli un pittore presso il giardino di San Marco il giardino

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mediceo di San Marco con le grandi sculture dell’antichità quindi questo significa che di fatto il
giovanissimo Michelangelo è già introdotto bene nell’entourage mediceo perché altrimenti non si
poteva avere accesso a questo spazio culturale intellettuale all’epoca il custode delle sculture
delle collezioni di sculture era bertoldo di Giovanni e una professionista medaglista anche
formatosi alla scuola di Donatello che probabilmente fu colui che diede di fatto i primi rudimenti
scultori a Michelangelo al di là dello studio vero e proprio dei dei reperti delle opere conservate
nelle collezioni mi dice

3. Michelangelo Buonarroti, Lotta dei centauri contro i Lapiti, 1492, Firenze, Casa
Buonarroti
Michelangelo Buonarroti, Madonna della Scala, 1491-92, Firenze, Casa Buonarroti

Le prime celeberrime prove scultore di Michelangelo si conservano appunto a Firenze in casa


Buonarroti e le mostro qui in questa slide più la prima a sinistra secondo la narrazione delle
biografie di Condividi Vasari il altorilievo in marmo della lotta tra i centauri e i lapiti o
centauromachia sarebbe stata appunto la primo il primo lavoro realizzato da Michelangelo si tratta
appunto di un altro rilievo marmoreo legato direttamente a una commissione di Lorenzo de medici
e a un soggetto che era stato indicato da Angelo poliziano quindi a sottolineare appunto il legame
del giovanissimo artista con il contesto mediceo l’iconografia in realtà non è così chiara la
storiografia ha dibattuto in merito ad essa perché di fatto non si distinguono con chiarezza le figure
dei centauri che hanno appunto un corpo parte umano e parte equino questa battaglia diciamo di
nudi perché questo prevalentemente vediamo è stato quindi variamente come dire interpretato le
fonti parlano con di vi parla addirittura del ratto di dejanira e teoricamente abbiamo una figura
femminile rappresentata in primo piano sulla destra con la schiena completamente piegata fatta e
il ginocchio in evidenza altre fonti invece quella di basare parla appunto proprio della lotta di ercoli
con i centauri in ogni caso quello che è interessante sono le scelte le citazioni che Michelangelo fa
e le e gli aspetti tecnici che formali che già si evidenziano in quest’opera un dicevo le citazioni
perché perché questo questa scelta di rappresentare una serie di corpi aggrovigliati e gli uni
sovrapposti agli altri giocando su una minore determinatezza delle figure ma per dare l’idea di una
sovrapposizione di più piani EE senza lasciare alcuno spazio libero se certamente può trovare dei
confronti nelle opere dello stesso bertoldo di Giovanni o di Donatello nei rilievi in particolare bronzi
tuttavia proprio nella scelta anche del materiale marmoreo trova anche dei riscontri ben più antichi
che probabilmente Michelangelo vuole citare cioè la scultura di seconda metà di 200 prime 300 in
particolare il modello degli allievi marmorei dei pulpiti scolpiti dalla bottega dei di Nicola e Giovanni
pisano tra Pisa Siena e poi anche l’attività di Giovanni pisano per Firenze e questo è un
riferimento plausibile perché abbiamo detto abbiamo già visto anche per la pittura e che richiamo
alla cultura bassomedievale la cultura in particolare di primo 300 è un tema che comunque ritorna
nell umanesimo fiorentino l’altro aspetto è quello della forte evidenziazione delle anatomie
maschile nello sforzo della lotta nello sforzo della battaglia con posizioni molto articolate e quasi
innaturali e questo è un tema che tornerà come motivo conduttore di tutta la produzione di
Michelangelo sia scultorea che soprattutto pittorica e che sarà e sarà poi un tema di grande
fortuna per la cultura manierista c’è poi 1/3 tema che qui è già all’uso nella fascia superiore e nella
fascia inferiore ovvero quello del non finito questa parte di materiale lapideo che appunto è
parziale solo parzialmente scalpellata e lasciata in questo stadio l’altra opera quella sulla destra
invece ci suggerisce temi e soluzioni tecniche completamente diverse dal tema mitologico pagano
gradito ai circoli neoplatonici della della strage di Lorenzo dei medici si passa invece a un soggetto
sacro una Madonna col bambino che sono rappresentati in primo piano sulla destra e sullo sfondo
una scala con alcuni bambini o erotiche stanno rincorrendo si danzando sugli essa poi vedremo il
senso anche di questa un iconografia comunque piuttosto particolare e questo rilievo dal punto di
vista tecnico chiaramente è un bassorilievo anzi è una riflessione da parte di Michelangelo su
quello che è naturalmente la lezione dello stiacciato donatelliano e del resto questo non stupisce
considerando appunto la frequentazione di bertoldo di Giovanni che è appunto uno stato un’artista
che si è formato nella bottega di Donatello la scelta di rappresentazione della figura della vergine

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di netto profilo anche nella tipologia dei panneggi nella scelta anche del tipo di incrocio delle
gambe e con l’evidenziazione dei piedi a tutta una serie di matrici di tipo classico eh eh
tardoantico che Michelangelo evidentemente aveva acquisito proprio nello studio dei reperti
conservati nel giardino di San Marco ma in questo in questo contesto in questo tipo di
composizione si inserisce un elemento completamente nuovo nuovo anche in termini proprio di
con compositivi cioè il modo di rappresentare il bambino perché il bambino è rappresentato di
spalle senza mostrare il proprio volto tema assolutamente raro con il capo parzialmente coperto
dal manto della vergine che lo sta proteggendo lo sta sta sollevando il manto forse probabilmente
per allattarlo quindi una Madonna del latte ma il bambino appunto al capo leggermente rovesciato
e soprattutto c’è questo il Bra uno dei due bracci del bambino rovesciato all’indietro abbandonato
che allude al sonno del bambino cioè il sonno che è quello della morte che prefigura il sacrificio di
Cristo e il fatto di rappresentare il bambino perpendicolare al corpo della vergine con questa
soluzione è decisamente una novità tra l’altro notiamo anche anche qui l’evidenziazione di una
muscolatura che non ci rimanda un anatomia infantile ma piuttosto un anatomia maschile adulta
ad esempio quella di dell’ercole Farnese c’è poi appunto e il tema della scala il tema della scheda
scala ha delle riferimenti di carattere spirituale poiché appunto la scala allude sia al tema della
vergine la scala allude sia il tema della vergine assunta in cielo sia il tema della scala celeste la
scala del paradiso la scala dalla qua sulla quale dalla quale Dio discende tra gli uomini e
attraverso la quale gli uomini salgono a lui e del resto sappiamo che a Firenze in questi ultimi
decenni del 400 escono diversi testi con legate appunto a questo tema di devozione il libro della
scala del paradiso che esce nel 1491 parla appunto del paragone tra la Vergine e la scala celeste
così Un altro testo che esce a Firenze il 1495 la scala della vita spirituale sopra il nome di Maria e
parla appunto del tema sempre della scala celeste di Maria osservando che questa scala aveva 5
gradini sui quali appunto si pongono Le 5 lettere che compongono il nome di Maria e si è lì si parte
per una serie di riflessioni di carattere mistico spirituale e se noi osserviamo i gradini rappresentati
sulla scala della di sinistra sono esattamente 5 quindi c’è sicuramente una connessione tra questi
testi e il rilievo che ci riconduce comunque sempre all’ambito laurenziano perché perché l’autore
del secondo testo che vi ho citato Domenico benivieni era un amico di poliziano una personalità di
umanista legato ai circoli medicei

4. Michelangelo Buonarroti, San Procolo, 1494-1495, Bologna, chiesa di San Domenico

Rapporti con la famiglia medici chiaramente non favoriscono immediatamente Michelangelo alla
morte di Lorenzo ma sopratt la discesa nel 1494 del re di Francia Carlo ottavo e la cacciata dei
medici da Firenze per questo motivo Michelangelo si trasferisce per si allontana per breve tempo
per un annetto da Firenze e si sposta prima a Venezia e quindi trova poi un ambiente fertile a
Bologna nella casa della di Gian Francesco aldovrandi un importante figura di riferimento
intellettuale legato alla naturale dei Bentivoglio il signore di Bologna e grazie a questa protezione
riesce a ottenere anche una piccola commissione teniamo conto che all’epoca Michelangelo non
era ancora iscritto a nessun tipo di corporazione che ne riconoscesse lo status di magistero quindi
ne abbiamo parlato più volte e quindi in teoria non avrebbe potuto ricevere delle committenze in in
autonomia tuttavia appunto riesce a ottenere questo questo intervento della realizzazione di
alcune delle sculture che dovevano completare un intervento importante per la città di Bologna e
cioè l’arca che conteneva il corpo di San Domenico di guzman nella chiesa di San Domenico
vediamo che anche qui questo legame col mondo domenicano considerando la protezione dei
medici San Marco città per via di una continuità di rapporti in questo l’arca di San Domenico era
un monumento che era stato costruito per la maggior parte dal Nicola pisano nel corso del 300 del
quattordicesimo secolo successivamente proprio la parte di statuaria si era continua sulla parte
del santuario si era continuato a lavorare ancora se una ripresa dei lavori era avvenuta tra gli anni
60 70 del 400 cui stiamo appunto il 1494 e si lavora ancora a completare appunto le sculture che
le curavano l’arca tre sono le opere fidate a Michelangelo un Angelo reggi candelabro la figura del
patrono di Bologna San Petronio e la terza figura è quella di San procolo che è quella che vi
mostro nella slide perché vi ho selezionato proprio questa perché di fatto si tratta di quella che

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presenta caratteri più interessanti più nuovi e perché ha una forte quella caratteristica forte
tensione nell’espressione guardiamo la fronte aggrottata tipica della cultura michelangiolesca così
anche le mani il pugno chiuso e l’altra la mano che trattiene il mantello hanno questa straordinaria
forza espressiva che ritroveremo in molte delle opere di Michelangelo anche l’uso che viene fatto
del panneggio soprattutto per quanto riguarda la parte inferiore della tunica quella dal punto vita
alla mezza coscia se noi la osserviamo bene questo panneggio non nasconde le anatomie
sottosanti ma anzi ce le fa leggere cioè le fa vedere questo è un tema quello del panneggio che di
fatto rivela le anatomie sottostante un virtuosismo che ritroveremo in molte altre opere di di
Michelangelo.

5. Michelangelo Buonarroti, Bacco ebbro, 1496, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Maarten van Heemskerck, Bacco ebbro nel giardino di Jacopo Galli, 1532-1535, Berlin,
Gemäldegalerie

Dopo l’esperienza bolognese Michelangelo ritorna a Firenze sotto la protezione del cugino di
Lorenzo de medici e appunto Lorenzo di Pierfrancesco de medici e comincia a lavorare a una
scultura andata perduta il cosiddetto Cupido dormiente che appunto ispirata in maniera
particolarmente attenta all’ antico risulta da subito trarre in inganno i contemporanei in una lettera
scritta da Pico della Mirandola alla solita Isabella d’Este eh egli osserva che questo Cupido e c’è
chi lo ritiene antico addirittura e chi lo ritiene moderno e dice comunque sia ritenuto ed è
perfettissimo che cosa avvenne molto probabilmente addirittura all’insaputa di Michelangelo il
Cupido venne patinato in modo da sembrare un antico reperto archeologico e Essere spacciato
come un reperto antico sul mercato romano questo effettivamente avvenne attraverso la
mediazione del mercante Baldassarre del milanese il cardinale Raffaele riario che all’epoca era
uno dei personaggi più interessati al collezionismo di arte antica e tra l’altro era di un ramo
collaterale sempre della famiglia di Sisto quarto e di Giulio secondo compra questo oggetto e una
volta scoperto diciamo così anche per una somma piuttosto alta e tuttavia scopre questo questo
inganno e il riario chiede di riavere indietro il proprio denaro e attraverso un altro il suo
intermediario e Jacopo Galli che risale al fatto anche che sia stato Michelangelo l’autore dell’
oggetto della scultura oggetto della truffa grazie a queste mediazioni Michelangelo l’opportunità di
trasferirsi a Roma per incontrare il riario e riario appunto lo gli offre protezione e inizialmente
appunto in questa prima discesa romana intorno siamo nel 1497 circa e il riario commissiona a
Michelangelo una scultura autonoma il cosiddetto Bacco ebbro che vediamo qui nella slide a
sinistra e no per tuttavia ah non viene apprezzata Stata dal riario nonostante che e a questo
punto l’opera e probabilmente non apprezzata da viene riacquistata da Jacopo Galli il che fu
peraltro mercante e collezionista d’arte intermediatore per committenze artistiche personalità
importante nella Roma di fine 400 e in questa sede l’opera come potete vedere dal disegno
rappresentato Franco venne vista negli anni 30 del 500 quindi parecchi anni dopo la sua
esecuzione quasi quarant’anni dopo la sua esecuzione nel giardino appunto di Jacopo Galli
insieme ad altri reperti antichi o illusionisticamente resi come antichi e rappresentato da questo
artista nordico che è olandese più precisamente Martin Van e bismarck ma quello che è
interessante di questo disegno e il fatto che ci si mostri il la scultura nella sua monumentalità
perché comunque parliamo di una scultura alta più di 1,80 m e con la base oltre 2 m collocata
appunto in questo spazio all’aperto insieme ad altre sculture secondo quello che era un gusto che
era quello del giardino di San Marco e che è quello tipico diciamo così degli allestimenti della
cultura umanistico rinascimentale in cui vediamo che i reperti non sono disposti in modo ordinato
catalografico ma sono disposti pur permettendone una visione piena come se si trattasse di
oggetti abbandonati in quel sito in modo non simmetrico in modo non come dire studia
apparentemente non studiato con una finta diciamo così negligenza secondo quello che appunto è
un gusto tipico di questa fase per quanto riguarda la scultura la scultura naturalmente doveva
essere nelle intenzioni della committenza del re una scultura all’antica e infatti diversi sono i
riferimenti che Michelangelo usa per realizzare questa statua soprattutto per quanto riguarda i
caratteri del volto la tipologia della resa degli occhi e Michelangelo si rifà a esemplare di statuaria

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ellenistica la posa della divinità con la Coppa in mano e dall’altra il grappolo d’uva e ripresa dalla
antino come Bacco delle collezioni Farnese e ci sono quindi una serie di citazioni però ci sono
anche una serie di novità rispetto a quella che è l’impianto classicista dell’opera il primo aspetto
interessante importante e quello della volontà che l’opera sia visibile a 360 ° come si nota bene
anche dal disegno oltre che dalla fotografia e Michelangelo inserisce dietro la figura di Bacco
questo sa tiretto che gioca a sottrarre l’uva e questo è un tema importante perché perché permette
appunto di dall’idea appunto di osservare la scultura in da tutti i suoi lati perché il secreto è messo
proprio sul retro sul del della figura del della divinità è un’altra questione è quella della posa del
Dio perché perché il Dio è vero che le gambe nel nella soluzione della gamba piegata e della
gamba distesa rievocano le posizioni della teorizzazione classica del contrapposto e tuttavia
tuttavia vediamo che il il Dio è rappresentato in arcante la schiena questa non è una posa
tradizionale normalmente la figura è perfettamente eretta e non solo ma il contrapposto non è
rispettato nella disposizione delle braccia poiché dovrebbe essere il braccio opposto alla gamba
ad essere sollevato e non quello parallelo alla gamba ad essere sollevato per reggere la Coppa
questi sono dei temi oltre al fatto che il piede è molto sollevato dal terreno che vogliono dare un
senso di incertezza di instabilità alla figura funzionali a rappresentare un Bacco è un giovane Dio
ebbro ubriaco e questo è una soluzione completamente nuova probabilmente non frutto
dell’iniziativa spontanea di Michelangelo ma della committenza ma potrebbe anche essere stata
proprio questo tipo di effetto finale molto in questo senso suggestivo a non aver pienamente
soddisfatto la committenza proprio perché di molto in questo senso si distacca da quello che sono
i prototipi classici

6. Andrea Bregno, Altare marmoreo, 1473, già altare maggiore della chiesa di Santa Maria
del Popolo, Roma, basilica di Santa Maria del Popolo, sacrestia
Andrea Bregno et alii, Roma, Palazzo della Cancelleria, 1486-1496
Scultori lacuali, Tomba di Andrea Bregno, 1503, Roma, basilica di Santa Maria sopra
Minerva

Ma di fine 400 rappresenta una piazza estremamente importante per l’attività di Michelangelo sarà
lo spazio dove dopo queste prime diciamo alterne vicende legate a una potenza privata di tutto
antiquarium Michelangelo potrà esprimere un opere più importanti della sua carriera e cioè la pietà
ma prima di arrivare a analizzare quello per a Ebbene ricostruire almeno accennare più che
ricostruire perché questo ovviamente per ragioni di tempo non è possibile a quello che era il
panorama della struttura della ultimo quarto del 400 il panorama della scultura scultura legata poi
anche ai cantieri architettonici era un panorama già allora profondamente dominato da dinastie di
artisti provenienti dall’area dei migranti cinesi e tra questi si distingue in particolare per le
notevolissime committenze in cui è coinvolto a partire soprattutto dall’età di Sisto quarto un
personaggio che abbiamo già citato scultore e anche presente in importanti cantieri architettonici
che è la figura di Andrea bregno d’Aosta non avevamo citato poiché egli compare in quanto aveva
partecipato alla alla realizzazione del cantiere architettonico negli affreschi della Cappella Sistina
in particolare nella consegna delle chiavi di perugino ecco in questa slide accenno soltanto ad
alcune delle commissioni realizzate in quel periodo da premio premio è veramente nell’ultimo
quarto del 400 dagli anni 70 allora alle anni 90 del 400 proprio del momento in cui arriva
Michelangelo a Roma la figura leader la figura dominante delle grandi commissioni commissioni
appunto che riguardano la lavorazione dei materiali lapidei per importanti cantieri architettonici
abbiamo detto che la Roma a partire dalla metà del 400 edilizio e per volontà poco difficile ma
anche dei cardinali che operano alla Corte per rinnovare il volto di Roma che poi ulteriormente
sarà potenziato l’abbiamo già visto e continuiamo a vederlo nei primi decenni del 500 in tutta la
prima metà del 500 sotto i vari pontificato di Giulio secondo Leone settimo e così di questo fervore
edilizio sono pienamente partecipi le dinastie dei laghi Lombardi cinesi dicevo appunto e la figura
leader in questa prima fase volerà proprio all’inizio del 500 e la figura di Andrea bregno e lo

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troviamo ad esempio impegnato nella fornitura di materiali lapidei per quella che era la sede il
palazzo dove viveva proprio il cardinale riario quello che appunto chiama per la prima volta
Michelangelo a Roma la slide in alto a destra ci mostra il prospetto esterno del palazzo della
cancelleria costruito appunto su competenza il cardinal riario il diretto coinvolgimento anche dell
equipe coordinata dal Regno il modello del prospetto esterno per quanto poi rimaneggiato in
epoche successive riflette ancora quella che era la scansione di tre ordini di architetti tre di tre
ordini e che corrispondono appunto i tre piani fuoriterra teorizzato da Alberto in palazzo rucellai
anche nella soluzione del bugnato nella in uso per quanto riguarda la fascia inferiore all’interno e
tra l’altro il palazzo della cancelleria è caratterizzato anche dalla presenza di un intervento di
Bramante per quanto riguarda appunto la ri plasmazione del cortile interno quindi un cantiere di
altissimo livello dietro appunto la figura di del cardinal riario Raffaele riario che era appunto il
camerlengo di Papa Sisto quarto teniamo conto che palazzo della cancelleria voleva dire cioè il
palazzo dove venivano conservate le bolle pontificie quindi uno dei delle magistrature più
importanti per quanto riguardava l’organizzazione amministrativa della Santa sede proprio per
sottolineare che l’esplosione della carriera di Andrea bregno si Lega proprio gli anni del pubblicato
di sesso quarto inserire anche un suo altro intervento di ambito invece scultoreo più più
specificatamente e cioè questo altare che vedete nella foto di sinistra si tratta dell altare primo
altar maggiore della basilica di Santa Maria del popolo quella stessa basilica di Santa Maria del
popolo di cui abbiamo parlato per quanto riguarda la cappella Chigi in quell’edificio che appunto
abbiamo detto altro edificio topico legato alla con alla tezza iniziale per quanto riguarda il cantiere
architettonico di Papa Sisto quarto questo è la il primo altar maggiore della Chiesa che
successivamente che sarà poi rimosso ha capito si trova in ma che ci dà l’idea di quello che sono
le tipologie architettoniche e scultore che vengono messe in opera appunto in questi decenni da
Andrea bregno e che riscuotono un tavolo di successo insieme ai grandi alle grandi macchine
altare pregno sarà anche impegnato con tipologie architettoniche simile e anche analoghe
tipologie scultore per la commissione di numerosi monumenti funebri appunto legati al Adele
personaggi di altissimo storico della Corte può cioè vediamo quindi una cura a vuol dire che su un
altro basamento nella nicchia centrale una spazio destinato a all’immagine sacra quindi pensate
appunto nella collocazione poi in sacrestia e con all’interno di una struttura ad arco a tutto sesto
l’impianto altro più ordine con nicchie dentro le quali vengono collocate figure specialmente di
santi e rinviato classico che deriva dalla citazione rielaborata del tema degli archi di trionfo romani
e il coronamento vediamo con al centro il Dio padre ha un piano triangolare lungo le le delle a
profilare le nicchie sono delle lesen e come si può vedere con un fusto fisico finemente decorato
via grottesche secondo quelli che sono i portati più aggiornati della cultura antiquaria
contemporanei così come vediamo nelle città degli eroti della presenti sul basamento che reggono
lo stemma gentilizio con del committente troviamo delle citazioni anche qui evidenti dalla cultura
classica sulla destra infine giusto così proprio per dare un breve accenno a questa
importantissima personalità o che vedremo poi dei suoi interventi si intreccerà direttamente con a
breve lo vedremo con Michelangelo e ho voluto inserire anche la tomba dello perché perché lo
scultore ha una importanza tale esercita un’importanza tale nell’ultimo quarto del 400 e raggiunge
un prestigio tale e una anche notevole disponibilità economica per cui per far costruire un proprio
monumento funebre finora delle chiese che abbiamo fatto essere protagonisti di questa fase di
fine quattro primo 500 e cioè la chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva il privilegio non
solo di poter avere un monumento funebre con una pigra fe che celebra e nell’arte della scultura e
con un impianto decorativo appunto delle lesione che rispecchia l’aggiornamento sulla cultura
sulle scoperte archeologiche ma come vediamo al diritto anche di farsi rappresentare in ritratto
immagine frontale dei protocolli sembrando all’antica che si trova nella parte superiore del
monumento appunto è il ritratto dello stesso scultore e ai lati come possiamo notare sono gli
strumenti di misura di calcolo di usati per la trasposizione per l’opening lei per il lavoro scultoreo
vero e proprio ancora

7. Michelangelo Buonarroti, Pietà, 1497-99, Città del Vaticano, Basilica di San Pietro

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E dunque in questo contesto che viene a essere commissionata e poi realizzata la prima grande
celebre celeberrima opera di Michelangelo la pietà collocata nella basilica di in Vaticano vediamo
innanzitutto le vicende della commissione la commissione arriva a Michelangelo che in quel
momento possiamo dire 497 soggiornando presso il palazzo della cancelleria presso la piccola
perfezione del cardinal riario figura potentissima anche durante il pontificato di Papa Borgia
Alessandro sesto durante il quale si svolge questo una commissione che avviene arriva fra
Michelangelo con la mediazione del chantè banchiere connessione di collezionista d’arte che
abbiamo già citato Jacopo Galli il committente dell’opera e il cardinale francese che era
l’ambasciatore del re di Francia Carlo ottavo presso alla Santa Sede e John de beers decide di
commissionare quello che era il proprio padre che era doveva essere collocato nella cappella nel
mausoleo di Santa petronilla quindi mausoleo di Santa petronilla è la prima e originaria
collocazione di dell’opera l’opera arriverà nella basilica di San Pietro in costruzione nel corso del
16 nuova basilica in costruzione soltanto nel corso del sedicesimo secolo e la collocazione attuale
è una collocazione che risale solamente alla metà del 700 nella prima cappella a destra dopo
diversi spostamenti all’interno della basilica ma che cos’era il mausoleo di Santa tica che era
spazio pianta circolare attivo all’antica basilica di San Pietro a quella prendi istruzione volta del
mio secondo ricordiamoci che qui siamo 2497 e quindi siamo ancora in piena basilica
paleocristiana ancora nella basilica Costantino nella struttura chi tettonica la basilica costantiniana
quindi questo spazio a pianta circolare viene acquisita del diritto di poter dirigere il proprio lavoro
da parte del cardinale Pierre EE appunto commissione a Michelangelo le sto per questa pietà e il
contratto ben specifica appunto il soggetto il soggetto della vergine con il corpo morto del Cristo
sul credito cioè che aveva una tutta una forte una notevole fortuna in ambito nordico in ambito
tedesco cambiato centro europeo di che era andata diffondendo si beh maggiormente anche in
ambito italiano soltanto nel corso del 400 la scelta quindi iconografica sicuramente deve far capo e
questo non stupisce affatto a quelle che erano come dire le devozioni e anche i modelli di
riferimento del cardinale committente il materiale è il materiale più prestigioso in assoluto perché
Giampiero finanzia la costruzione di un monumento in marmo di Carrara e abbiamo tutta una serie
di documenti per cui sappiamo che tra il 1497 e la prima metà del 1498 Michelangelo si reca
personalmente a Carrara al nelle case per selezionare il blocco di marmo da lavorare e la
lavorazione come viene sottolineato da tutte le fonti avviene in un unico blocco di marmo
Michelangelo non aggiunge non integra con nessuna in nessuna parte con innesti da un altro
blocco i lavori si con nella seconda metà del 1499 quando ormai il cardinale e già è da poco e da
poco deceduto il riferimento a un modello iconografico norico però viene come dire riveduto
rielaborato da Michelangelo innanzitutto in che termini innanzitutto dobbiamo considerare che
quest’opera era stata pensata per essere vista anche questa a 360 ° dobbiamo immaginare che la
tipa non fosse una sua parete quelle che vendono ebrei dipinti sul cammino di ieri non doveva
essere un rito pareti ma dovrei essere fuori spaccato la parete e il monumento viene concepito per
essere visibile tutto tant’è vero che la lo sperone roccioso sul quale e se tutta la Vergine che vuole
simboleggiare la sommità del Monte calvario e perfettamente lavorato anche sul retro pienamente
un secondo aspetto riguarda la modalità di veduta dell’opera perché dobbiamo pensare che
l’opera non avesse diciamo così l’altezza che noi abbiamo a cui la percepiamo oggi ma si
collocasse di sopra di un momento piuttosto altri quindi la visione del viso della vergine e nel viso
del Cristo dovevano essere differenti rispetto a quanto ci appaiono ci appaiono per quanto
riguarda primi aspetti un altro aspetto importante il rapporto tra il corpo del Cristo e il corpo della
vergine tradizionalmente in questo tipo di rappresentazioni nordiche e dell’abilità che si ispiravano
peraltro ha il testo risalente al decimo secolo di Simeone diventa diventa trust e che narrava come
appunto la Vergine avesse quel testo non di legato ai Vangeli che narrava appunto come la
Vergine avesse tenuto sulle sue ginocchia il Cristo morto ricordandosi di quando aveva tenuto tra
le braccia questo è diciamo come dire l’ho detto c’era il problema del rapporto tra il irrigidito corpo
morto del Cristo e il corpo vivo della vergine prima aspetto secondo aspetto la la dimensione
minuta del corpo della vergine rispetto al corpo del Cristo EE quindi che cosa avveniva che
normalmente appunto c’era una sproporzione tra le maggiori dimensioni del corpo di Cristo
rispetto al corpo della vergine e spesso il corpo del Cristo veniva rappresentato molto rigido quasi

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sul piano orizzontale con le ginocchia piegate per il la parte delle gambe piegate quasi
perpendicolare al resto del corpo quasi orizzontale Michelangelo rivoluzione a questo tipo di
problema alti che dicono granché perché perché da un lato risolve la sproporzione tra la
grandezza del corpo del Cristo e il corpo della vergine a vantaggio della vergine ampliando come
possiamo vedere il panneggio in particolare il panneggio della parte gli arti in corrispondenza degli
arti inferiori la parte delle gambe tu vedete essere appoggiato il corpo del Cristo questo
pochissima veste sontuosa questo panneggio elaboratissimo e anche l’ampiezza del fatto che si
vede anche spiaggia la sinistra compensano le dimensioni del cuore secondo aspetto il corpo di
Cristo non è rigidamente appoggiato sulle gambe della vergine ma è invece tenuto veramente
dalla vergine che come vedete la chiamano come si vede sporge al di sotto della scena del Cristo
e il corpo largamente appoggiato e con il capo reclinato e un braccio con una posizione anatomica
tra preso con attenzione anatomica notevole persino nella restituzione delle delle vene eh cade
morbidamente ecco questa posa desunta anche da in parte delle citazioni della Bibbia ambito
plastico sarà molto studiata e già ne troviamo una prima suggestione una prima citazione proprio
in quella Pala Baglioni con il Cristo deposto di Raffaello che avevamo visto alcune volte fa ci sono
poi altri temi importanti in quest’opera che devono essere tutti presenti e cioè altre due temi di
carattere grafico che certamente non derivano da esclusivamente con qualche modo cercava dire
basare da una scelta michelangiolesca ma da una formazione anche da parte del e vero il fatto
L’espressione della vergine estremamente composta lo stesso vale per quella del Cristo non c’è
un patetismo esasperato evidenziato come invece normalmente avvenuta nella scultura nordica
tanto più questo evidenziato dal fatto che stava di scultura linea policroma fra l’altro per inciso nel
volto del Cristo come molti hanno notato ci sono delle interessanti rimandi alla cultura Fiorentina in
particolare al Cristo del verrocchio dell incredulità di San Tommaso quindi un rimando anche qui
interessante ma poi l’altro tema quello più complesso più articolato perché va a toccare come dire
aspetti di carattere molto delicato dal punto di vista iconografico e la scelta di rappresentare il volto
della vergine non come il fisico anche della vergine non come quello di una donna anziana quale è
quello della vergine realisticamente al momento della morte di Cristo ma invece con un volto
giovanile e qui il uno dei nodi su cui insiste anche Vasari insisti anche condivi parla delle critiche
suscitate in realtà qui ci si richiama a una iconografia mariana ben precisa probabilmente appunto
scelta dalla committenza per cui Maria è vista come sposa di Cristo come simbolo della Chiesa
queste sono delle iconografie e in questo modo si giustifica detto che sia presentata giovanissima
si eh e queste sono iconografie ben note fino a per tutta l’età medievale che saranno poi si
perderanno completamente soltanto poi dopo la controriforma quindi non si tratta di rappresentare
qui l’episodio della pietà ma di assumere far assumere alla vergine un significato simbolico che ci
Lega anche al tema del della concezione di Cristo perché appunto Maria è rappresentata giovane
così come lo era nel momento in cui concepì il Cristo il Ascanio condivi fa addirittura dire a Vasari
che la scelta ma basare perdona Michelangelo che la scelta di rappresentare La Vergine giovane
era proprio appunto determinata dal fatto che la castità e la santità della vergine avevano
preservato l’aspetto incorrotto e quindi ancora giovanile ma questa come dire è una ulteriore
caricamento del tema dato dai biografi.

Corones petto particolare nella pietà di Michelangelo pena anche nella nostra ottica di restituire
l’importanza danza degli artisti dei laghi che va ricordato perché perché la tradizione di Vasari ci fa
notare ancora una cosa e cioè osserva che l’opera è l’unica nella carriera di Michelangelo
Buonarroti ad essere firmata e effettivamente per quanto noi oggi ne sappiamo questo è un dato
vero della che ci restituisce Vasari la scultura e appunto firmata da Michelangelo lungo la fascia
che attraversa il busto della vergine e Michelangelo si firma appunto sottolineando la sua
provenienza Fiorentina EE comprensibile in una nostra logica contemporanea il perché di questo
si tratta della prima commissione pubblica vera e propria per una committenza di altissimo livello
che l’artista ottiene in Roma dove non è conosciuto e quindi vuole lasciare chiaramente un segno
visibile evidente detti questa sua presenza in roma proprio nella speranza di proseguire poi la
propria carriera e di lasciare traccia memoria di sé Prenditoriale ma Vasari ne questo è firme che
spesso accade che forse già detto ma mi fa piacere ripeterlo che quando un’artista si trova per la

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prima volta ad operare a lavorare in una piazza straniera una passa piazza esterna estera rispetto
alla sua terra d’origine lascia la propria firma sull’opera proprio per farsi ricco per rendersi
riconoscibile per muoversi per e essere presente sul mercato bisognerà la propria presenza sul
mercato ma dicevo Vasari le dà un’altra lettura che per noi è molto suggestiva e cioè dice che
cos’è che Michelangelo interviene a incidere il proprio nome sulla fascia appunto che attraversa il
corpo della vergine solo in un secondo momento quando egli ha seguito il fatto che aveva udito un
gruppo di artisti di scultori Lombardi attivi a Roma e questo è un dato interessantissimo a
conferma di quel predominio degli artisti diretti da pregno di cui abbiamo parlato precedentemente
che avevano scambiato quest’opera per un lodandola per un lavoro di un altro esponente di una
grandissima dinastia di scultori operosi a Roma ma anche soprattutto a Venezia nella fase tra fine
400 e primo cioè quella della dinastia dei solari o lombardo e in particolare le avevano scambiato
per un’opera di Cristoforo solari ecco questo aneddoto in realtà a noi interessa moltissimo proprio
perché è la conferma indirettamente dell’importanza che queste dinastie di artisti del prestigio che
queste dinastie di artisti avevano ottenuto nella Roma già di fine 400.

8. Michelangelo Buonarroti e Andrea Bregno, Altare Piccolomini, 1481-1485, Siena,


cattedrale

E ancora prima di rientrare a Firenze e ricevere le importantissime committenze pubbliche per la


Repubblica Fiorentina Michelangelo troverà sul suo sulla sua strada incontrerà sulla sua strada gli
artisti Lombardi o meglio lavorerà all’interno di uno opera che era stata buonissima per
grandissima parte per larghissima parte già realizzate compiuta proprio dall equipe di Andrea
bregno ecco che come dire II fili si intrecciano perfettamente la commissione di completamento
dell’apparato scultoreo del altare piccolomini nella cattedrale di Siena questo è l’incarico che
appunto Michelangelo riceve all’inizio alla fine è proprio siamo del del quattro del della fine proprio
sullo scorcio degli anni 90 del 400 prima di risalire appunto a risalire a Firenze la mediazione di
questa commissione naturalmente si deve sempre a al nostro Jacopo Galli che appunto in quel
momento è una figura veramente quasi di agente per conto di Michelangelo vediamo un attimino
soltanto di accennare alle alle vicende di questa importante commissione perché di nuovo
troviamo un personaggio che abbiamo già incontrato il committente di questo altare che aveva
doveva avere anche una funzione di mausoleo funebre e quel cardinale Francesco todeschini
piccolomini della libreria piccolomini di pinturicchio dove lavora il giovane Raffaello nipote di Papa
Pio secondo e non che la sua volta anche se per poco poche settimane Papa col nome di Pio
terzo di cui abbiamo già parlato potrà le sue grandi committenze oltre all’affresco della libreria
piccolomini che celebra i fatti della vita della del dello zio parallelamente il todeschini piccolomini
commissiona anche questo importante altare all’interno della cattedrale di Siena e proprio perché
in Roma è venuto a conoscenza delle qualità scultore e della affidabilità tecnica e anche della
degli aspetti diciamo così dei conti del Conte contenuto presso in proporzione della ditta dei
bregno il todeschini appunto tedeschi piccolomini a commissiona all’equipe di Andrea bene io
questo importante intervento siamo negli anni 80 del 400 buona parte del lavoro viene svolto
tuttavia intorno al 1486 premio lascia il cantiere probabilmente perché richiamato a Roma per altre
commissioni o forse e rimangono ancora 14 statue a tutto tondo da eseguire da per essere
collocate in vari spazi di questa imponente macchina d’altare teniamo conto che la macchina
d’altare e proprio firmata da bregna gabrini che si firma opus Andrea Andrè mediolanensis nel
1000 qua nella data del 1485 la firma si trova nella parte superiore sotto alla nicchia dove e
collocata la Madonna col bambino vediamo che la macchina ad altare è una macchina d’altare a
più livelli che richiama di nuovo quei modelli degli archi trionfali romani con una grande nicchia
centrale dove è collocato l’altare laricchia col col semi completata dalla semicupola e in basso
naturalmente nei basamenti gli stemmi gentilizi del committente e poi una serie di nicchie appunto
dove dovevano essere collocati le varie statue legate alla celebrazione della dinastia e ai Patroni
del territorio e la commissione appunto passa di mano in mano finché appunto non arriva a
Michelangelo Buonarroti e che è appena reduce dal successo della stella pietà di fatto
Michelangelo non realizzerà tutte le statue che avrebbe richieste per il completamento di questo

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altare e ma ne realizzerà soltanto quattro era piuttosto riluttante di fatto ha con a completare
questo questo lavoro le quattro statue sono quelle appunto rappresentate che troviamo nelle
quattro nicchie e che rappresentano i santi Pietro e Paolo e che vediamo poi nel particolare sulla
destra della slide e poi quella di Sant’Agostino e di San Gregorio Magno e quindi le due santi
Pietro e Paolo sono quelle dell’ordine inferiore ordine mediano Agostino e Gregorio dottore della
Chiesa sopra i grandi pilastri della origini della cristianità la logica è molto chiara e qui vediamo
sulla destra appunto le due di particolare delle due opere entro questi ricchi come vedete
completate dalla valva di conchiglia all’antica e notiamo appunto dei caratteri fisici e soprattutto
anche nella lavorazione del panneggio che sono molto vicini da un lato per quanto riguarda i
caratteri fisici maschili al San procolo che abbiamo visto nell Arca di San Domenico mentre per
quanto riguarda la lavorazione del panneggio troviamo dei rimandi molto chiari proprio alla
recentissima esecuzione della pietà
9. Michelangelo Buonarroti, David, 1501-1504, Firenze, Galleria dell’Accademia

Mentre di fatto riceve la commissione per il completamento dell altare piccolomini come abbiamo
detto lo lo riceve nel suo viaggio di ritorno per arrivare a Firenze a Firenze Michelangelo appena
rientrato riceve le come delle committenze di altissimo prestigio ormai dopo l’esperienza romana è
una dei delle personalità ritenute più qualificate proprio per lavorare nel settore della scultura e la
Repubblica Fiorentina non manca di richiederlo per un impegno importante per impegni importanti
o meglio per più che solo la Repubblica Fiorentina sono diverse commissioni pubbliche che lo
interessano in questo momento la prima in realtà non viene dal dal loro governo repubblicano ma
viene dall’opera dell’uomo che è un altro degli organismi di prima importanza per quanto riguarda
l’attività degli scultori a Firenze l’abbiamo visto in per moltissime personalità in moltissime
occasioni e l’opera del Duomo che appunto lo richiede di realizzare una statua colossale del David
che avrebbe dovuto essere collocata nei su uno dei contrafforti della cattedrale ma qual è il punto
il problema siamo nel nell’estate del 1501 i lavori del David saranno del tutto conclusi dopo tre
anni nel 1504 ma c’erano dei problemi molto precisi a cui Michelangelo deve far fronte perché
perché la committenza vuole che gli utilizzi un blocco di marmo già utile già la minimamente
parzialmente la sbozzato e selezionato alcuni decenni prima EE quindi vincolato da dimensione
obbligate questo blocco era stato selezionato da Agostino di Duccio nel 1464 per farne una
scultura poi per ragioni che non conosciamo questo blocco era stato abbandonato il contratto era
stato annullato il blocco era poi passato nelle mani di un altro scultore che lavora nel negli anni 70
del 400 per il cantiere dell’opera del Duomo e cioè a ad Antonio rossellino che a sua volta però
aveva non aveva mandato l’impresa a buon fine quindi si trattava di un blocco di marmo di
notevolissima qualità ma pre sbozzato e con delle dimensioni obbligate quindi si trattava di
un’impresa che dal punto di vista tecnico si configurava come molto complessa Ciononostante
Michelangelo riesce pienamente a lavorare questo marmo nel 1504 quando l’opera viene
compiuta dimensioni appunto monumentali 3 ½ m una commissione si riunisce per valutare quale
sia la sua vera la sua per valutare se la collocazione più opportuna sia effettivamente quella
presso la cattedrale non in altra sede è appunto quella commissione che avevo già evocato che
vede coinvolte personalità come Leonardo da Vinci Giuliano da sangallo e altri e a questo punto la
valutazione che viene fatta e quella di collocare la statua davanti al Palazzo Vecchio al simbolo
del governo repubblicano fiorentino con un chiaro con una chiara volontà di trasmettere un
messaggio politico è connesso con la figura appunto del giovane eroe delle vecchio testamento
del resto abbiamo visto che che il la figura del David si associa alla come dire alla simbologia
politica Fiorentina già dall’inizio del 400 già nelle precedenti missioni di sculture di David affidate
ah ah Donatello e a verrocchio e sotteso questo tipo di significato e lo stesso Vasari nella vita di
Michelangelo ne sottolinea lo sottolinea questo aspetto e dice siccome egli aveva difeso il suo
popolo e governato loco ingiustizie diceva David così chi governava quella città ovvero Firenze
dovesse animosamente difenderla e giustamente governarla quindi è l’emblema è il simbolo del
buon governo della Repubblica Fiorentina e che si è appena costituita e questo è il tema no e la
lettura diciamo politica di fatto e il David come possiamo vedere presenta rispetto però ai modelli
precedenti delle importanti precedenti di Donatello di del rocchio presenta delle notevoli diversità

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innanzitutto dobbiamo considerare il momento in cui il personaggio viene colto perché che si tratta
del momento precedenti all’uccisione di della lotta con Golia e viene evitato volutamente dalla
committenza appunto la presenza della rappresentazione della testa decapitata presente ad
esempio invece nel David bronzo di Donatello e il momento appunto appena prima David sta
volgendo lo sguardo verso sinistra per noi destra che guardiamo mai a sinistra rispetto alla
scultura naturalmente con una valenza anche qui simbolica perché la sinistra nella simbologia
medievale ancora umanistica e un lato dal quale viene visto in qualche modo una concezione
negativa dal quale possono provenire dei pericoli che ha un’accezione appunto non non positiva la
fronte aggrottata e ha una espressione preoccupata sta preparando appunto la sipra sta
preparando a colpire a preparare il colpo che appunto colpirà Golia è un altro elemento
interessante importante è quello naturalmente della nudità il tema della nudità integrale che è
nuovo rispetto a quello alle rappresentazioni precedenti nel senso che è anche nel David di
Donatello il corpo è rappresentato nudo ma egli ha comunque ancora i calzari e un copricapo
invece qui con anche delle proporzioni anatomiche cercate in particolare nella riduzione dei
genitali invece nella evidenziazione eccessiva delle mani e anche nella resa non preferì
puntualissima della muscolatura delle mani per enfatizzarle ulteriormente ci sono anche qui delle
volontà precise di carattere simbolico poiché appunto praticamente come David nudo se ho
soltanto aveva affrontato e vinto Golia così la Repubblica Fiorentina appunto forte solo di se
stessa per aver potuto affrontare il proprio governo eventuali pericoli esterni di fatto la posa di
dimensioni colossali la compostezza volevano ricordare appunto la personificazione di quella che
era una immagine allegorica della Fortitudo più la forza della fortezza tra come uno dei
componenti le componenti degli ideali appunto su cui si reggeva la Repubblica Fiorentina
certamente c’è poi anche un un’attenzione che non va dimenticata in tutto questo alla mondo
classico la citazione della statuaria antica non è assente naturalmente in questo aspetto e in
primis per il gioco del contrapposto nel posa delle gambe delle braccia e nella posa
nell’atteggiamento del busto dall’altro la scelta della rappresentazione del volto che ha una visione
frontale anche se non dobbiamo considerare che questa fosse l’unica concepita inizialmente ci
appare di profilo ma soprattutto proprio il tipo della nudità e si rimanda a degli esempi dei prototipi
che Michelangelo aveva potuto vedere a Roma in particolare già in cui anche questo Vasari lo no
te lo metti in evidenza si trattava dei dioscuri di montecavallo che questi due monumentali figure e
sculture Roman i cosiddetti giganti montecavallo che erano ben presenti e molto copiati sin dalla
fine del quattro oggetto naturalmente

10. Michelangelo Buonarroti, Madonna di Bruges, 1503-1505, Bruges, chiesa di Nostra


Signora

Parallelamente alla commissione per il David di Michelangelo riceve anche un’altra richiesta per
un’opera di soggetto sacro una Madonna col bambino la cosiddetta Madonna di bruges che
vediamo presente nella slide nel particolare della che ci permette di vedere bene l’opera sulla
sinistra e sulla destra invece nel suo attuale allestimento all’interno di un sontuoso altare barocco
seicentesco lungo la navata laterale della Chiesa di Notre Dame di bruges in Belgio la
commissione molto importante perché erano alcuni aspetti innanzitutto perché sottolinea quel forte
rapporto di tipo commerciale bancario finanziario per la commercializzazione dei tessili che legava
Firenze alle Fiandre infatti committenti sono due fratelli della famiglia Moss Crown fiamminghi
mercanti di tessuti e clienti tra l’altro guarda caso per quanto riguarda gli aspetti finanziari di
Jacopo Galli del nuovo mediatore anche per questa commissione a Michelangelo più la richiesta
appunto è quella di realizzare una scultura della Madonna col bambino da collocare all’interno
della cappella di patronato della famiglia l’opera viene compiuta entro il 1506 e sarà mandata via
mare da Livorno in Belgio più la un aspetto particolare che riguarda la esecuzione di quest’opera è
la il carattere di segretezza che contraddistingue la esecuzione di questo manufatto che non fu
quasi visto da nessuno infatti non ebbe diciamo così il modello compositivo elaborato da
Michelangelo delle forti conseguenze in ambito italiano e siamo certi di questo non è soltanto una
mitizzazione vasariana o vi condivi perché c’è una lettera addirittura di Michelangelo al padre del

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1506 in cui l’opera quasi compiuta ed egli si raccomanda di non mostrarla a nessuno e anche la
spedizione avviene in forte segretezza questo perché non è certo per una questione di come dire
volontà dell’artista di non mostrare il proprio lavoro che anzi se poteva ben servire come forma di
autoproduzione ma questo deriva dal fatto che appunto questa commissione viene accettata da
Michelangelo in un momento in cui doveva soddisfare molti altri committenti di altissimo prestigio
prima appunto l’opera del Duomo per il lavoro del Davide secondo i piccolomini a Siena per
l’altare di patronato da completare l’altare appunto già eseguito dalla bottega di bragno in terzo
luogo c’erano diverse committenze in contemporanea fiorentini e per opere di devozioni private
famosi tondi e che il tondo e il tondo Pitti pensiamo il tondo Taddei che vengono eseguiti anche in
questo momento quindi c’erano molti lavori molta carne al fuoco e Michelangelo non voleva
perdere questa commissione che venne pagata una cifra straordinaria per l’epoca di 4000 Fiorini e
che quindi appunto non non voleva e gli nulla voleva perdere ma allo stesso tempo non poteva
come dire dimostrare di dare una priorità a questa committenza rispetto a tutte le altre di
personalità altrettanto e più influenti dal punto di vista politico rispetto a questi ricchi mercanti
fiamminghi ecco questo mi piace sottolinearlo perché ci fa capire come sempre le logiche di
azione degli artisti che non sono particolarmente poeti che magari ma che sono invece legate a
delle necessità di natura economico politica ben precise il soggetto è rappresentato secondo
anche qui delle modalità piuttosto originale nell impaginato del rapporto tra madre e figlio la
Vergine seduta in trono poggia una gamba sopraelevata su un blocco lapideo il bambino si sta
appoggiando alle gambe della madre ed è trattenuto dalle braccia della madre perché è in una
posizione assolutamente instabile come vediamo dal movimento dei piedi sembra quasi che il
bambino stia cercando di muovere diciamo i primi passi la Vergine lo sta lo guarda dall’alto e
chiede il libro che come vediamo il libro chiuso il libro chiuso sottolinea quindi quello che è già la
consapevolezza della vergine rispetto a quello che sarà il destino del Cristo la figura della vergine
per quanto riguarda la tipologia dei panneggi anche la tipologia del volto certamente ancora dei
rapporti con la pietà vaticana è interessante per quanto riguarda la figura del bambino e il tipo
anche di torsione del busto della delle carni della muscolatura perché appunto rientrano nelle cifre
stilistiche tipiche poi della ulteriore produzione di Michelangelo che cade

11. Michelangelo Buonarroti, Tondo Doni, 1503-1504, Firenze, Galleria degli Uffizi

In questi anni In questi anni gli anni lavora anche citiamo soltanto un paio di esempi sapevate
anche Luca opera nota realizzata da Michelangelo di pittura mobile e il celeberrimo tondo doni
conservato agli Uffizi a Firenze l’opera secondo appunto quanto ricostruibile anche delle
testimonianze non solo di Vasari ma anche del anonimo vagliare chiaro che scrive insieme di
nasari è un’opera che fu che si trovava appunto in casa doni che nella casa di agnolo che è stata
di agnolo doni e molto probabilmente l’opera è connessa uno degli eventi importanti della vita di
questo personaggio che abbiamo già visto che abbiamo già citato in relazione al doppio ritratto
con la consorte Maddalena Strozzi che viene gli viene realizzato proprio in questi stessi anni nel
1504 in occasione del matrimonio con la consorte e l’ipotesi ci sono due posti che l’appunto anche
questo tondo sia stato realizzato per celebrare il matrimonio della coppia oppure che il tondo e
possa essere quindi spostato con logicamente leggermente più avanti e cioè alla momento del
battesimo della primogenita della coppia che venne denominata ma via e come potrebbe come
dire come potrebbero fare alludere certe allusioni alla teologia battesimale che sono state lette
all’interno appunto del del dipinto un dipinto che come vedremo un’ecografia piuttosto articolata il
dipinto peraltro ripeto un unicum nella produzione di Michelangelo si ritiene probabilmente che
Michelangelo per il dipinto si ritiene che Michelangelo abbia anche ideato la cornice sicuramente
una cornice di gusto primo cinquecentesco come possiamo vedere caratterizzata da questa fascia
nata da motivi aggirare i vegetali di derivazione antiquaria con questa serie di testine che
restituiscono appunto di santi e santi che danno l’idea appunto dell’ imago clip e ata il tema della
rappresentazione di un soggetto sacro per devozione privata Madonna col bambino un Sacra
Famiglia entro uno spazio circolare creare chiedendo anche abilità particolare nella gestione
proprio della composizione abbiamo visto essere un tema caro alla sensibilità Fiorentina già un

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Botticelli con la Madonna del magnificat ma ha sperimentato in scultura parallelamente dallo
stesso Michelangelo col tondo doni e con il tondo Taddei in questo caso il tema non è particolare
non è però nuovo nel senso che un’iconografia simile era già stata messa in o in atto un decennio
prima da Luca Signorelli nella Madonna col bambino e i nudi per la committenza di Lorenzo di
Pierfrancesco Vinci vediamo meglio di capire che cosa è rappresentato abbiamo in primo piano un
il gruppo della Sacra Famiglia che sviluppa con un andamento compositivo in piramidale verticale
grazie alla figura in primo piano che è sicuramente protagonista che è quella della vergine che
svolge che con una particolare torsione del busto che sarà ripresa anche più volte dell’angelo è
fortemente studiata si gira per accogliere tra le proprie braccia il bambino che le viene sport o da
San Giuseppe c’è poi una sorta di parapetto che spegne alcuni di una linea divisoria a questo
gruppo e una il gruppo di figure che giocano su secondo terzo piano in prossimità del parapetto
sulla destra si riconosce la figura di San Giovanni Battista giovinetto in dietro adesso appoggiati a
delle a delle rocce spezzate si trovano delle figure maschili e femminili di nubi e ancora dietro
abbiamo un accenno di paesaggio in lontananza con un spazio lacustre un Prato delle montagne
e un ampio brano Di cielo notiamo che ci sono che la composizione del al di là del parapetto ha
uno sviluppo in orizzontale completamente quindi opposto rispetto a quello verticale della del
primo del gruppo della Sacra Famiglia in primo piano non solo ma possiamo anche notare che il
punto di vista delle due parti è completamente diverso cioè il gruppo della Sacra Famiglia è visto
di sotto in su con un punto di vista ribassato in diversamente invece dal gruppo di figure degli nudi
degli ignoti al di là del parapetto quindi attraverso questi espedienti compositivi e prospettici
Michelangelo vuole ben sottolineare che si tratta di due momenti di due mondi differenti pur Uniti
insieme in un’unica composizione questo è un tema molto importante non solo per la restituzione
iconografica specifica di cui parleremo a breve ma perché questo tipo di composizione giocata su
più piani con punti di vista diversi rompe quell’idea di unità prospettica dello spazio tipica della
cultura figurativa quattrocentesca e sarà invece un punto di riferimento fondamentale il gioco su
più piani con punti di vista diversi ciascuno prospetticamente autonomo per quello che è la cultura
del manierismo non solo ma proprio quella posa estremamente articolata e complessa con le
gambe piegate e la torsione del del busto e il particolare anche l’articolata gestione delle braccia
della figura della vergine sarà ripetutamente ripresa dalla cultura di 500 maturo vediamo ora quindi
di capire questi stacchi compositivi vedi punto di vista che cosa vogliono significare
sostanzialmente la lettura più riconosciuta e piu semplice e quella di voler simboleggiare una
continuità dall’andare verso da lontano verso ciò che è più vicino naturalmente fra quello che è
mondo pagano rappresentato appunto dalle figure dei nudi più distanti che fanno da sfondo al
mondo dell’antico testamento rappresentato da San Giovannino e dal e quindi in primo piano il
nuovo testamento reso la venuta di Cristo quindi resa dalla dalla immagine in primo piano contro
rosa con colori estremamente brillanti e con una luce accesa della Sacra Famiglia notiamo ancora
un elemento che sono le citazioni dall’antico in particolare per quanto riguarda e le figure dei nudi
la figura maschile che sta immediatamente dietro le spalle di San Giuseppe presenta una posa
delle delle gambe che richiama quella del gruppo statuario della Conte lo vedremo poi anche in
seguito altre situazioni in cui Michelangelo lo cita teniamo conto che la scultura della contea era
stata rinvenuta nei pressi della Domus aurea proprio nel 1506 in anni in cui già Michelangelo si
trovava a A Roma e quindi questo potrebbe giustificare una datazione anche più tarda per la
cronologia di questo di questo dipinto se vogliamo leggere in questa in quella figura di nudo una
citazione nella posa delle gamme dal laocoonte e in ogni caso anche il gesto del della figura dietro
la Vergine col braccio sollevato a molte ha dei riferimenti a quello che è invece il gesto dell’ Apollo
del Belvedere scultura che peraltro all’epoca del primo viaggio di Michelangelo a Roma era già
nota
12. Michelangelo Buonarroti (copia da, di Aristotele da Sangallo), Battaglia di Cascina,
1505-1506, Firenze, Palazzo Vecchio

Un’altra importante commissione di questi primi anni del 500 ed è la vera e propria commissione
pubblica per conto della Repubblica Fiorentina e bisogna ricordare che queste commissioni
vengono gestite in parallelo avranno con quelli che sono gli impegni che poi come andremo a

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vedere successivamente Michelangelo dovrà far fronte a cui dovrà Michelangelo far fronte su in
ambito romano per le richieste che gli verranno fatte da Giulio secondo dicevo la grande
committenza pubblica vera e propria della voluta da Pier soderini e la committenza per la scena
ad affresco della battaglia di cascina da collocare in dialettica con la battaglia di anghiari di
Leonardo in una delle pareti del della sala del maggior consiglio o poi nota come sala dei 500 di
Palazzo Vecchio a Firenze come per il anche se per vicende diverse rispetto alla battaglia di
anghiari anche per quanto riguarda la battaglia di cascina di Michelangelo di fatto non si arrivò
nella battaglia di Michelangelo non si arrivò mai alla stesura della fresco e Michelangelo esegui il
cartone entro il 1506 ma non arriverò mai a trasporre la pittura sul muro non solo ma di fatto a noi
oggi di dell’originale pensiero e di Michelangelo ci rimangono una serie di disegni e del cartone
che è andato perduto dopo la metà del 500 perché trasferito più volte copiato ammirato e
manipolato più volte non abbiamo delle repliche quindi noi conosciamo la composizione generale
del pensiero di Michelangelo attraverso delle particolari dei disegni e dalle repliche del cartone in
particolare quella realizzata da Aristotele da sangallo che risale agli anni 40 del 500 e poi da una
serie di repliche incisorie come quella che vi sto mostrando derivate da questa e la scena della
battaglia di cascina si riferì la battaglia cascina è un’altra delle battaglie vittoriose della storia della
Repubblica Fiorentina ma è una episodio meno prossimo alla contemporaneità rispetto a quello di
Leonardo che si riferiva appunto alla battaglia contro i Visconti del degli anni del 1440 in questo
caso invece si tratta di un conflitto risalente al 1364 combattuto appunto contro i Pisani e narrato
secondo cioè ricostruito secondo la narrazione che le aveva fatto Giovanni Villani cascina è una
località poco distante da Pisa le truppe fiorentine si sono lì acquartierate e siccome il caldo è molto
forte perché la battaglia fu combattuta appunto il 29 di luglio i soldati si stanno più la scena che
Michelangelo sceglie di rappresentare proprio quella dei soldati che si sono in parte svestiti
disarmati per fare un bagno nell Arno e all’improvviso però ricevono la notizia da Mario donati che
i Pisani stanno si stanno preparando per attaccarli e quindi in maniera molto concitata devono
rivestirsi rapidamente per poter combattere contro l’esercito fiorentino e nonostante appunto
questa situazione diciamo di défaillance riusciranno a vincere II Pisani e ecco quindi che la scena
si presta molto bene a quelli che sono gli interessi di Michelangelo perché appunto Michelangelo
ci mostra come vediamo qua da questa dalla riproduzione che vi ho che vi presento nella slide il
momento in cui i soldati stanno uscendo dall’acqua si stanno affannando a rivestirsi per poter
riprendere la battaglia il tema è sempre quello del corpo nudo maschile del gruppo molto denso e
molto articolato nella varietà delle pose di questi di questi corpi e che appunto si atteggiano nelle
posizioni più diverse proprio per favorire la rapidità del rivestirsi e quindi sono rappresentati di
spalle di scorcio anche con una varietà di punti di vista estremamente estremamente ricca per
questo in particolare il il cartone fu molto copiato e studiato proprio per questa varietà di ricordi
umani di posizioni umane da stu da da riprodurre da riproporre Ma tirala tabacco qui pensavo che
la volevi tutta

Argomento: Michelangelo Buonarroti seconda parte. Dalla volta della cappella Sistina alle
tombe medicee

13. Michelangelo Buonarroti, Storie della Genesi, 1508-1512, Città del Vaticano, Musei
Vaticani, Cappella Sistina, volta, veduta d’insieme

Mangia effettuiamo in questa lezione il percorso alla conoscenza di Michelangelo lo abbiamo


lasciato attivo a Firenze con importanti commissioni per varie personalità e in particolare per la
Repubblica cantina guidata dal gonfaloniere Pier soderini però nel 1505 nella primavera del 1505
avviene una proposta a cui Michelangelo non può che dire di sì nel senso cioè che il pontefice
Giulio secondo nell’ambito del grandioso ambizioso progetto di riorganizzazione ricostruzione

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complessiva della basilica di San Pietro ha ipotizzato di dirgli di far ridere al all’interno il proprio
monumento funebre e per questo probabilmente su segnalazione di Giuliano da sangallo chiama il
giovane Michelangelo di cui ha sentito avuto notizie in merito alle grandiose capacità come School
Michelangelo Harry no lascia tutta una serie di interventi attivati a cantieri attivi a Firenze pittorici e
scultori per recarsi a Roma sappiamo che viene stirato subito un contratto con comunque un
accordo perché in realtà non abbiamo un documento preciso che descriva il primo progetto del
momento alla Giulio secondo momento fuori lui secondo e nell’arco di 5 anni appunto
Michelangelo avrebbe dovuto realizzare quest’opera grandiosa per la quale era stato pattuito un
compenso di 10.000 Ducati una cifra notevolissima Michelangelo entusiasta da questo per questa
opportunità si reca a Carrara per selezionare personalmente i marmi e li rimane per diversi mesi
all’inizio del 1506 rientra in Roma quindi appunto di carri con i blocchi di marmo selezionati ma
questo più o la situazione muta il pontefice ha buttato opinione pare secondo alcune fonti a partire
dalle biografie di Condividi Vasari che si fosse creato un clima ostile alla personalità di
Michelangelo ci sono anche delle lettere che gli scrive da cui sembrerebbe appunto di poter di
poter arguire questo e di fatto si crea appunto 1 1 conflitto tra Michelangelo e pontefici Giulio
secondo che si rifiuta insomma di riceverlo per concordare ulteriori passaggi per cominciare
appunto le reazioni del movimento fu una vera che viene appunto dal pontefice completamente
accantonata per altri progetti e a questo punto nell’aprile del 1506 Michelangelo se ne va da Roma
ritorna a Firenze e qui rimane per un circa 7 8 mesi e Giulio secondo però rivuole Michelangelo a
Roma EE ci sono tutta una serie di trattative da parte della Corte dei conti fiducia compresi degli
delle pressioni che vengono richieste allo stesso gonfaloniere di giustizia verso dei ritmi per far
rientrare tornare Michelangelo a Roma con nuove peraltro proposte che gli verranno che intanto
stanno prendendo corpo come si arricchisce da alcune corrispondenze e quali e questa nuova
proposta quella che poi effettivamente realizzazione ovvero della volta della Cappella Sistina di cui
parleremo tra poco Michelangelo finalmente con Buonasera appunto di pressioni politiche non da
poco accetta di incontrare Giulio secondo a Bologna intanto perché Bologna intanto è caduta la
signora dei bei voglio adulti e Bologna è passata sotto il controllo e qui tra l’altro con l’impegno
anche di realizzare un momento busto vera e propria stato di Giulio secondo da collocare sulla
facciata di San Petronio i due si diciamo ri accordano ritrovano un un accordo e nel Marzo del
1505 Michelangelo ritorno a Roma rientra su Roma per mettere mano a quello che sarà appunto
la decorazione della cappella della volta della Cappella Sistina il monumento invece di confine
predicato giù secondo sarà un progetto sarà multi preoccupazioni a Michelangelo come avremo
modo di vedere più avanti e in questa stessa lezione e di fatto i lavori si preparano fino agli anni
40 del 400 del 500 pardon in più fasi ma di questo parleremo successivamente.

Secondo audio:

E veniamo ora dunque alla lettura iconografica della volta ultima parte non meno importante allora
l’idea è quella di una raccordo rispetto a quanto realizzato lungo le pareti nella precedente
campagna decorativa quella voluta da Sisto quarto dove ricordo avevamo sulle due pareti nord e
sud le in perfetta rispondenza storie di Gesù e storie di Mosè l’idea è quella Nella parte superiore
di rappresentare ulteriori scene dell’antico testamento quelle che si riferiscono alla storia
dell’umanità ante legem cioè prima della consegna da parte di Dio a Mosè delle tavole della legge
la strutturazione delle scene è articolata in questo modo abbiamo una porzione centrale composta
da una serie di riquadri 9 in tutto al centro di dimensioni differenti alternati più grandi e
leggermente più piccoli che rappresentano gli episodi della genesi e i gli episodi più piccoli quelli di
dimensioni più piccole sono affiancati dalla presenza di quattro figure di nudi due per parte che a
loro volta sostengono dei medaglioni dove sono rappresentate ulteriori scene bibliche tratte dal
libro dei re alla base di queste scene sia a destra che a sinistra quindi la base della volta su troni
sono rappresentati 12 veggenti ovvero profeti e sibille che hanno appunto prefigurato la venuta di
Cristo nelle vele invece e nelle sottostanti lunette sia destra che a sinistra sono rapprese e nella
parete di ingresso sono rappresentati gli antenati di Cristo secondo quella che è la genealogia
indicata nel Vangelo di Matteo e poi abbiamo i quattro pennacchi angolari nei quali sono

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rappresentati quattro episodi sempre tratti dall’antico testamento nei quali il popolo di Israele fu
miracolosamente salvato per intervento divino adesso poi andremo a vedere nelle singole sezioni
alcuni dettagli e ancora meglio l’articolazione della complessa iconografia

Terzo ascolto:

Vediamo dunque come si sviluppa per quali ragioni e con quali tempistiche il cantiere della
Cappella Sistina allora innanzitutto bisogna dire che la decisione di mettere mano alla volta della
Cappella Sistina questa seconda tranches quindi di lavori importantissimi ha luogo perché da
partire dal 1504 si erano manifestati dei problemi di carattere delle di natura strutturale e una in
parti che avevano in particolare interessato proprio le coperture la volta una grossa crepa nel
soffitto aveva reso addirittura inutilizzabile la cappella per alcuni mesi e Bramante stesso
intervenne per sovrintendere un intervento di restauro ma in ogni caso la pittura con la volta
stellata realizzata da piermatteo d’amelia era rimasta danneggiata e questa è la diciamo non
proprio la scusa perché comunque si tratta di fatti realmente accaduti e che danno l’opportunità
visto che le pitture sono state danneggiate di poter intervenire con un nuovo programma
decorativo per il quale appunto viene individuato come artefice Michelangelo teniamo conto che
Michelangelo a quelle date non ha dato prova di competenze nel settore dell’affresco su grandi
superfici l’unica per quello che noi sappiamo finora la pittura di fatto è stata ripresa con la pittura
su tavola del tondo doni c’è il cartone progettuale per la battaglia di cascina ma la pittura sul muro
della battaglia di cascina non è ancora stata eseguita e quindi di fatto non c’erano prove delle
capacità tecniche di Michelangelo in questo settore al di là di quello che dicono le fonti biografiche
di condivi e di Vasari che insistono sul fatto che Michelangelo sentendosi prevalentemente
scultore accettò questo incarico malvolentieri più che altro per cercare di reagire dalle accuse
polemiche relative alla mancata esecuzione alla mancato avvio dei lavori per la tomba di Giulio
secondo EE anche di avvallare in qualche modo l’idea di un’artista che fosse universale in grado
di e riuscire a far fronte alle misure diverse e problematiche e versato in tutte le discipline in ogni
caso di fatto più Michelangelo comunque accetta questa commissione viene formalizzato l’incarico
nella primavera del 1508 EE praticamente nel maggio di questo mese di questo anno iniziano i
lavori i lavori si scagliò nano in più fasi vediamo sinteticamente quali sono prima viene definito il
progetto e vengono elaborati i disegni preparatori sappiamo che attraverso appunto in particolare
le analisi che sono state fatte nell’importante ultimo cantiere di restauro della volta che risale al
1994 su cui poi ritorneremo che appunto la maggior parte degli affreschi sono stati i disegni degli
affreschi sono stati riportati appunto su da cartoni con la tecnica dello spolvero quindi
Michelangelo mette in mano soprattutto innanzitutto a una serie di disegni preparatori nei primi
mesi la commissione di Giulio secondo inizialmente prevedeva una iconografia molto più semplice
si parlava cioè di collocare nei peducci della volta la serie dei 12 profeti mentre la porzione
centrale della volta quella che precedentemente era stata caratterizzata dal cielo stellato doveva
invece essere decorata con delle prospettive architettoniche delle decorazioni geometriche
geometri con delle finte con delle architetture illusionistiche e questo è il primo progetto a cui
Michelangelo si mette al lavoro tuttavia pare che appunto il questo tipo di soluzione non non
soddisfi più Michelangelo ci sono varie fonti oltre a quelle naturalmente delle biografie ci sono
anche delle persone con denzel che sottolineano come sia stato effettivamente Michelangelo a in
qualche modo suggerire al pontefice di arricchire questo tipo di apparato iconografico gli pareva
povera cosa così dicono le fonti tuttavia non dobbiamo pensare che il piano cronografico poi
effettivamente messo in opera parleremo che leggeremo nel dettaglio sia il frutto semplicemente
della elaborazione di Michelangelo per quanto personalità colta e che avrà modo anche nel corso
dei decenni di affinare la sua preparazione sia in ambito Inter filosofico che culturale nella sua
globalità e con un rapporto anche con il sacro molto dialettico ma sicuramente per uno spazio
pubblico di questa importanza all’interno del palazzo apostolico è chiaro che Michelangelo fu
seguito da alcuni teologi della Corte papale in particolare le ipotesi più probabili sono quelle di

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vedere di nuovo all’opera Egidio da Viterbo lago stignano che segue Raffaello nel piano delle
stanze e il cardinale e teorico teologo pardon francescano Marco vi gerio più lo schema quindi
viene articolato in maniera molto più complessa con una serie di figurazioni poi le andremo da
ultimo ad analizzare ripeto nel dettaglio che interessano tutta la volta e che scendono anche nelle
lunette al di sopra delle finestre lungo le pareti e questo piano viene però mantenuto la figurazione
viene si mantiene all’interno dei riquadri geometrici che in parte elaborandoli in parte no erano già
stati delineati nel primo progetto di Michelangelo Michelangelo nella realizzazione di questo
insieme non prevede un punto di vista privilegiato considerando la struttura della volta della
cappella ne gioca particolarmente con scorci allusivi di sotto in su in maniera evidente ma traccia
invece le figure in una maniera percependo le come se fossero frontali rispetto all’osservatore e
giocando sulla curvatura della superficie della volta per quanto riguarda lo svolgimento dei lavori
abbiamo appunto quindi una prima parte che prevede la serie dei disegni dei cartoni quindi c’è un
secondo momento e che risale all’estate diciamo a partire dall’estate del 1508 in cui si deve
cominciare a pensare al ponte sì alle impalcature che devono essere montate all’interno della
cappella per poter iniziare i lavori di pittura e sappiamo benissimo che la cappella doveva
continuare ad essere utilizzata per questo era necessario che il ponteggio interessasse solo più la
parte superiore della cappella per questo viene richiesto inizialmente Bramante per una
progettazione dei ponteggi Michelangelo non è soddisfatto del sistema di ponteggi che viene
messo in opera e da alcune lettere tra l’altro scredita in qualche modo le competenze di Bramante
giudicando la struttura inadeguata e quindi risolve lui con un sistema che peraltro era già stato
messo in pratica altre volte ha un elaborato ponteggio suddiviso in perché permette un lavoro per
di campate incantata e in una struttura linea che di fatto copriva solo la metà della volta da
affrescare quindi viene fa il lavoro venne fatto in due lotti sostanzialmente una prima metà e poi
una seconda metà il ponteggio venne montato e poi smontato e rimontato nella seconda metà si
partirà dalla parte verso la porta d’ingresso fino alla metà circa della super della della della
cappella e poi il secondo lotto ebbe i lavori si svolgono appunto dalla metà fino all’area della altare
come i biografi hanno più volte evidenziato e il ponteggio permetteva di lavorare in realtà non
soltanto come dicevano appunto i biografi con un’apposita scomoda posizione in orizzontale ma
anche in verticale e trasversale tuttavia le condizioni di lavoro proprio sono furono comunque
complesse come si evince da varie testimonianze e da versi addirittura composti da Michelangelo
stesso più Michelangelo è vero che lavorò molto per proprio conto ma non lavoro da solo in senso
assoluto questo è un falso mito abbiamo una serie di documenti che ci chiarificano come bilancio il
piccolo quando può finalmente iniziare il lavoro in nel settembre nell’autunno del 1508 fa arrivare
da Firenze una serie di aiuti che venivano soprattutto dalle botteghe di Ghirlandaio di cose ma
Rosselli EE probabile però che ci siano stati dei contrasti con alcuni di queste personalità che
queste alcuni queste personalità non seguissero le direttive di Michelangelo così come egli
desiderava e vennero quindi allontanate in ogni caso o coloro che collaborarono al alla stesura
appunto della della pittura della nella Cappella Sistina furono per non furono lasciati liberi di agire
cioè in in alcuna modo cioè dovettero comunque eseguire dei cartoni dei disegni estremamente
dettagliati e lavorare in totale subordine rispetto a quello che era il pensiero di Michelangelo che fu
quindi con istruzioni dettagliatissime e sicuramente si sa che nella fase finale dei lavori i lavori
dureranno fino al alla al novembre del 1500 all’ottobre pardon del 1512 nella fase finale cioè
nell’ultimo anno di lavori soprattutto Michelangelo lavoro maggiormente in autonomia il che ripeto
non vuol dire che non ci fossero persone dedicate ad azioni più tecniche e materiali tipo la
preparazione del colore o la preparazione delle superfici voltate la preparazione degli intonacate
da dipingere quindi comunque questo tipo di operazioni non era svolta da Michelangelo
Michelangelo lavorava comunque con dei collaboratori questo è un tema anche importante
dicevamo i lotti di lavoro lotto di lavoro un primo lotto di lavoro arriva fino al 1510 viene scoperto
nell’estate del 1510 più la prima metà dei lavori nello stesso che vengono mostrati al Papa Giulio
secondo c’è anche un momento di stallo poi nel cantiere dovuto a ragioni economiche perché è un
momento politicamente molto complesso per la storia della politica Militare soprattutto Pontificia e
successivamente viene avviato un secondo lotto di lavori nel corso del tra 1511 1512 dove tra
l’altro appunto Giulio secondo premi per una forte accelerazioneFuori che interessa appunto la

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seconda metà della volta e i restauri appunto del 1994 hanno messo alla luce che si lavora che
appunto Michelangelo lavorerò completando ciascuna porzione di completa per volta cioè una
campata per volta dalla volta alla lunetta e poi via via andava avanti tra l’altro il restauro del 1994
e stato del fortemente importante molto di che creò molto dibattito perché finalmente permise di
portare alla luce la vera cromia della superficie della volta michelangiolesca che e una cromia
molto vivace molto accesa secondo un gusto tipico per quello che è la cultura figurativa dal
medioevo a buona parte dell’età moderna e che nel caso della volta Sistina rappresentò un
modello importantissimo per quello che sarà poi la pittura anche della fase della fase manierista e
e phatos ci fu un forte dibattito perché perché i secoli il succedersi nei secoli del degli agenti
atmosferici degli agenti umani soprattutto il fumo delle candele nonostante i ripetuti cantieri di
restauro che si successero dalla seconda metà del 500 fino appunto al 900 non avevano mai non
erano mai intervenuti a liberare questo sorta di foschia di ombra che copriva questi affreschi e che
li rendeva molto più pesanti incombenti che e questo si pensava una cifra stilistica dille di
Michelangelo tutto l’opposto del resto il tondo doni con le sue cromie scintillanti stava lì a
dimostrarlo finalmente quindi i lavori si concludono e noi sappiamo che nell’ottobre appunto del
1512 Michelangelo scrive una lettera al padre in cui dice che sostanzialmente ha concluso i lavori
non è soddisfatto non lo sarà mai di quasi nessuna sua opera come si legge appunto dalle sue
corrispondenze in realtà al di là della mitizzazione anche in questo senso che i biografi condivi e
Vasari fanno di questo tipo di atteggiamento da parte dell’artista e alla è il 31 dell’ottobre del 1512
come si apprende da una serie di fonti gli affreschi sono definitivamente scoperti e la cappella
riaperta al pubblico i lavori in realtà avrebbero dovuto essere completati con una serie di finitura
secco e durature per arricchire diciamo il complesso iconografico e secondo quanto richiesto dal
pontefice ma questo in realtà non venne mai messo in opera e del resto lo stesso Michelangelo
non era persuaso di questa di questo tipo di soluzioni tra la prima parte dei lavori la seconda parte
dei lavori ci sono dei delle diciamo degli aggiustamenti in corso d’opera nel senso cioè che nelle
prime scene del figurati della volta penso ripeto vedremo l’iconografia in una unica trans
Michelangelo aveva inserito un certo numero di personaggi la possibilità di osservare la volta di
sotto in su dal avendo smontato il ponteggio ed è un privilegio questo perché nella maggior parte
dei casi quando si lavora su superfici voltate di questo genere gli artisti lavorano senza mai poter
scendere e vedere l’effetto definitivo cioè senza poi non scendono e vedono ma vedono attraverso
il ponteggio la lo smontare il ponteggio gli permise di mettere meglio a fuoco la dinamica delle
composizioni e questo lo portò alla scelta di ridurre il numero dei personaggi di semplificare le
scene nella porzione affrescata dalla metà verso l’altare maggiore

14. Michelangelo Buonarroti, Creazione di Adamo, 1508-1512, Città del Vaticano, Musei
Vaticani, Cappella Sistina, volta

Iniziamo dunque a parlare delle 9 storie centrali le 9 storie principali e le storie sono tutte tratte
dalla genesi e sono are accordabili a gruppi di tre e riguardano l’origine dell’universo dell’uomo e
del male e si parte dal lato verso partendo da un lato verso l’altare con il primi tre episodi relativi
alla origine dell’universo quindi abbiamo la separazione delle luci dalle tenebre la creazione degli
astri e delle piante e poi la separazione della terra dalle acque abbiamo poi il blocco relativo alla
storia del all’origine dell’uomo e del male EE in questo blocco abbiamo un primo nucleo che è
quello con la scena della creazione di Adamo della creazione che l’immagine celeberrima che vi
mostro in questa slide torneremo ulteriormente abbiamo quindi la creazione di Eva e poi il peccato
originale con la conseguente cacciata dal paradiso terrestre poi ci sono un ultimo blocco di tre
affreschi che vedono invece le storie di Noè rappresentate le storie di Noè quindi il sacrificio di
Noè il diluvio universale e l’ebrezza di Noè che rappresentano appunto una caduta dell’umanità
quindi la rinascita con Noè uomo prescelto da Dio e unico destinato appunto a salvarsi ripopolare
la terra dopo la punizione del diluvio universale veniamo adesso a analizzare questa celeberrima
scena e cioè quella della creazione di Adamo che è diventata veramente un’icona della non solo

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per quanto riguarda la storia della Cappella Sistina della volta della Cappella Sistina ma anche
della pittura di Michelangelo e una pittura che è stata citata nel gesto della creazione appunto
questo incontro tra le dita del dei dei delle due braccia e delle delle dita del creatore con quelle di
Adamo e un una soluzione figurativa che è destinata ad avere una fortuna infinita ecco la scena
da cosa trae origine trae origine proprio dal versetto della genesi che dice che Dio creò l’uomo a
sua immagine e Di Dio lo creò e quindi ecco che il punto focale è proprio quello del contatto fra
l’immagine di del creatore di Dio che è rappresentato sulla destra sorretto da angeli in volo
classiche con una grafia dell’uomo canuto e Barbato che si va a protendere verso Adamo
rappresentato nudo sulla destra con un paradigma secondo paradigmi di bellezza ideale maschile
a tutto lo sta con toccando contro di due indici si trasmette il soffio della vita la bellezza di Adamo
ma anche la bellezza di delle altre figure rappresentate sulla volta in particolare degli ignudi
vogliono proprio sono pensati proprio per sottolineare il tema del dell’essere umano creato a
immagine e somiglianza Di Dio quindi a sottolineare questo aspetto tra l’altro memorizziamo
questa cosa di Adamo che poi una posa anche derivata da prototipi all’antica perché questa posa
sarà poi ripresa anche in altre opere anche non ti toriche ma anche scultore di di Michelangelo

15. Michelangelo Buonarroti, Cacciato dal Paradiso terrestre, 1508-1512, Città del Vaticano,
Musei Vaticani, Cappella Sistina, volta

Ecco qui vediamo una seconda scena celeberrima quella cioè del peccato originale e della
cacciata dal paradiso terrestre ho voluto presentarvi questa slide che poi commentiamo anche dal
punto di vista iconografico nella soluzione che ci mostra come appariva la pittura di Michelangelo
prima del restauro del 1994 e come apparve dopo questo è proprio perché ci dà l’idea di quella
grandioso fraintendimento sulla pittura della volta della Sistina che ha caratterizzato una buona
parte della storiografia del 900 basandosi su delle cromie completamente inverosimili ripeto ci fu
un grandioso dibattito negli anni nella seconda metà degli anni 90 in merito alla liceità o meno di
aver scelto di eliminare quella che alcuni studiosi alcuni storiografi parlano di di quella che alcuni
studiosi definivano come la patina del tempo ma che indubbiamente come possiamo ben vedere
dal contrasto in questa immagine avrebbe qua falsificava completamente la percezione delle
cromie create e cercate da Michelangelo e apprezzate anche naturalmente dalla committenza e
che ripeto costituiscono un precedente importantissimo per quello che è poi lo sviluppo della
buona parte della pittura del 500 di ambito romano di ambito cosiddetto magnetico anche poi nelle
sue declinazioni in altre aree già e la scena è una doppia scena in questo caso nel senso che è
divisa in due parti dalla presenza dell’albero del male a sinistra abbiamo Adamo ed Eva nel
momento appunto in cui stanno per cogliere la mela e il serpente avvolto appunto all’albero del
male sta protendendo sta offrendo ad Eva il frutto proibito e anche Michela e anche l’uomo si sta
appunto avvicinando per poterlo per poterlo prendere e sarà poi invece Eva a offrirlo direttamente
al compagno dall’altra parte invece della proprio in questa divisione a metà della scena abbiamo i
due progenitori che si stanno che vengono allontanati dal paradiso si sono allontanati appunto da
questo Angelo in volo con questa veste rosacea che gli sta respingendo con la spada proprio a
sottolineare il momento della cacciata violenta appunto del dal giardino dell’eden e per
inottemperanza col dettato biblico che parla appunto di Cherubini e di anche gli scacciano con una
spada folgorante e notiamo anche che i due progenitori non solo hanno i visi dolenti ma sono
anche curvi in rappresentati curvi proprio per sottolineare il peso del rimorso per il peccato
commesso un altro elemento interessante da rilevare in questo fresco come in quello che abbiamo
visto precedentemente e che si tratta di affreschi realizzati nella seconda fase di lavorazione sulla
volta della Cappella Sistina nei quali come vediamo il paesaggio è ridotto all’essenzialità e le
figure sono anch’esse il numero minore numero anche qui essenziale e con proporzioni come
possiamo vedere monumentali rispetto alla scena tra l’altro questa è una delle scene che sono di
minore dimensione perché affiancate appunto dalle dai piedi nudi e dai tondi che imitano un tondi
bronzi con ulteriori scene bibliche adesso poi vedremo alcuni dettagli nella slide successiva
proprio degli ignudi

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16. Michelangelo Buonarroti, Esempi di nudo, 1508-1512, Città del Vaticano, Musei Vaticani,
Cappella Sistina, volta

Ecco vediamo qui alcuni dei particolari della serie dei gruppi di nudi che appunto a gruppi di
quattro completano i riquadri minori delle storie della genesi seduti appunto su questi supporti
illusionistici marmorei più si tratta di figure che hanno avuto una notevole importanza dal punto di
vista compositivo formale per lo studio che ne è derivato da parte di numerose generazioni di
artisti per quanto attiene alla alle pose estremamente variate le complesse torsioni la ricerca di
un’ideale di bellezza fisica e anatomica ma la storiografia si è molto interrogata sulla funzione di di
di questi nudi sul loro inserimento innanzitutto Vasari ci dà una prima diciamo lettura che è quella
di una funzione araldica perché non hanno né una funzione di sostegno in è una funzione
meramente decorativa Vasari parla di essi come di simboli dell’età dell’oro e si dicono una
funzione appunto anal dica perché come vediamo anche da queste immagini di dettaglio queste
figure sorreggono dei festoni questi festoni sono festoni con foglie di quercia e ghiande che
alludono naturalmente al tema dinastico dello stemma dei della rovere quindi a ricordare che la
committenza di questo ciclo si deve appunto ha il Papa Giulio secondo più la critica
contemporanea dunque della seconda metà del 900 ha interpretato queste figure come dei simboli
di derivazione neoplatonica più leggendoli come una sorta di figure angeliche di figure intermedie
tra comunque l’uomo e il divino e in particolare questa ricerca di questi vertici di bellezza
anatomica nelle in queste figure è stato interpretato da analogamente a quanto abbiamo visto per
la bellezza della figura di Adamo sulla base appunto di quello che è una sono correnti di pensiero
diffuso alla fine 400 inizio 500 che parlano appunto che considerando l’uomo al vertice della
creazione di Dio ne sottolineano appunto il fatto che l’uomo sia stato realizzato se è stato creato
perdono a immagine di Dio e quindi ne in questo senso ne sottolineano anche la bellezza non solo
spirituale ma anche più la possibile bellezza non solo spirituale ma anche fisica

17. Michelangelo Buonarroti, Sibilla Delfica, Profeta Daniele, Sibilla Libica, 1508-1512, Città
del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina, volta

In questa slide vediamo alcuni esempi delle figure dei veggenti ovvero dei profeti e delle sibille
ciascuna in figura in tutto parliamo di sono 12 figure sono collocate appunto in corrispondenza
sulla volta a al termine della volta in corrispondenza appunto delle dei lati brevi delle scene
figurate con le storie della genesi di cui abbiamo parlato precedentemente sono tutti rappresentati
sono rappresentati alternati e seduti su monumentali troni accompagnati spesso da alcune figure
di giovinetti che li sostengono diciamo così li nella loro azione che può essere azione addirittura di
di rotolio di tabelle o di testi e queste figure sono poi identificate da queste targhe come vediamo
appunto nelle immagini nella prima immagine che vi mostro a sinistra che permette appunto di di
riconoscerle e i veggenti appunto sono considerati coloro che per primi hanno intuito non
prefigurato la venuta di Cristo e quindi sono testimoni della attesa della redazione da parte
dell’umanità i profeti in particolare hanno anticipato il la venuta di Cristo per quello che riguarda il
popolo di Israele mentre le sibille pur essendo un simbolo pagano sono proprio perché avevano
capacità di indovine e di previsione e sono considerate appunto coloro che hanno previsto
appunto il la venuta del Cristo anche per quanto riguarda quello che è l’ambito più dei Pagani e la
figura della Sibilla delfica è una di quei mostro appunto alla sinistra e una delle più studiate delle
più riproposte per la sua bellezza anche fisica e ideale e anche per la particolarità della posa
perché la figura si sta svoltando come se avesse con uno lo sguardo in una direzione opposta
rispetto alla rotazione del corpo con la bocca semichiusa anche l’orientamento degli occhi quindi
vuole in qualche si sta interrompendo per una subitanea emozione eh eh eh questo tipo di gioco di
con compositivo attrasse molto i contemporanei e la stessa idea delle ritratti di Leonardo tanto per
ricollegarci notiamo anche visto che in questa immagine possiamo meglio vedere la struttura
completa del trono come i lati del trono si siano sempre queste sorte di basamenti con le figure di
questi angeli eroti hanno cromo che atteggiati in varie pose sembrano sostenere in qualche modo
illusionisticamente il peso della struttura tettonica una struttura architettonica che non solo guarda

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ma anche diciamo nella sua integrita e una struttura che tettonica molto incombente e che da
un’idea di forte pesantezza rispetto a quella che è la leggerezza architettonica invece delle pareti
per quanto mi riguarda alle altre due immagini che vi propongo in basso a destra abbiamo un’altra
Sibilla un’altra figura importante molto copiata nella i studiata anch’essa proprio per la per la
peculiarità della della posa e questa posa appunto di nuovo di rotazione complessa di rotazione
complessa del busto EE anche per l’atto particolare che possiamo vedere in quanto in questa
complessa rotazione del busto la Sibilla sta riponendo un testo bene aperto come se in qualche
modo appunto questo gesto pre figurasse la sospensione delle profezie proprio per la avvicinarsi
dell’avvento del messia la figura invece che trovate in alto a destra e uno dei profeti in questo caso
si tratta del profeta Daniele fa parte vedete che la struttura del trono e per tutte le figure e
esattamente la medesima in questo caso Daniele è rappresentato giovanili nell’atto di scrivere su
questo volume questo grosso volume che il tiene faticosamente sulle gambe sulla schiena pardon
per per aiutarlo per uno sforzo quasi puramente fortemente ecco enfatizzato rispetto alla realistico
peso del una figura quindi molto energica in movimento come molti anche di questa serie di
Amore la voglia

18. Michelangelo Buonarroti, Giuditta con la testa di Oloferne, 1508-1512, Città del
Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina, volta, pennacchio

Abbiamo detto che nei quattro pennacchi angolari sono rappresentati altri quattro episodi biblici
che rappresentano dei momenti in cui il popolo di Israele pericolo è stato salvato appunto grazie a
un miracoloso intervento divino in particolare le scene sono quelle di Giuditta e oloferne che è
quella che vi mostro nella slide Davide e Golia altro tema più volte visto e poi la punizione di aman
e il serpente di bronzo per quanto sono tutte scene che vogliono appunto sottolineare la costante
presenza di Dio durante nella vita del popolo ebraico il per per per rinnovarsi della promessa della
redenzione vogliono essere una sorta di anello di congiunzione fra quello che è rappresentato
sulla e ciò che poi si trova sulle parenti per quanto riguarda la scena di giudizio le offerte appunto
sappiamo che la vicenda appunto l’episodio è quello che udite che salvo appunto la città di betulle
la sua città dall’assedio il comandante oloferne questo generale appunto al servizio del re
babilonese nabucodonosor uccidendolo dopo averlo fatto ubriacare ad un banchetto e l’uccisione
avviene appunto per decapitazione e Giuditta poi porta il capo appunto del generale ucciso ai suoi
concittadini qui abbiamo la rappresentazione in tre dei tre momenti in tre scende sulla sinistra
abbiamo le guardie addormentate al centro abbiamo Giuditta la figura di spalle riccamente vestita
che sta coprendo con un panno la testa di ormai già decapitata di oloferne tenuta facile tenuta dall
ancella e a destra il corpo addormentato privo ormai del campo mutilato di oloferne

19. Michelangelo Buonarroti, Giacobbe e Giuseppe, 1508-1512, Città del Vaticano, Musei
Vaticani, Cappella Sistina, volta, lunetta

Abbiamo detto appunto che nelle lunette e nei pennacchi sono rappresentati gli antenati di Cristo
per quanto riguarda la partizione delle lunette di cui qui vi mostro un esempio quella con cui nella
quale sono rappresentati di Giacobbe e Giuseppe quindi gli antenati più prossimi a Cristo se le
lunette sono tutte con partite nello stesso modo c’è una targa centrale posta centralmente che
divide in due lunetta con le i nomi lettere capitali dei personaggi rappresentati e poi i gruppi di
figure sulla sinistra e sulla destra la scritta nella riga superiore si riferisce alle figure sulla sinistra e
quelle sulla riga inferiore alle figure sulla destra quindi a sinistra corrucciato e perplesso abbiamo
Giacobbe avvolto nel mantello giallo e dietro di lui una figura femminile e una sorta di è un
fanciullo nell’altra parte invece il rapporto tra le figure maschili e femminili è ribaltato perché
perché abbiamo in primo piano rivolta verso l’osservatore una figura femminile riccamente
ammantata con questo manto dai colori quasi dell’arcobaleno e questa elaborata acconciatura
secondo la maggior parte della critica questa è la figura stessa di Maria e Giuseppe secondo
un’iconografia abbastanza diffusa è rappresentato in secondo piano dietro di lei in penombra

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mentre sta giocando con questi fanciulli questa immagine naturalmente allegorica di Maria può
essere anche Letta come una sorta di allegoria della stessa chiesa cristiana

20. Michelangelo Buonarroti, Ricostruzione del primo progetto della tomba di Giulio II
(1505)

Terminato il progetto della sestina della volta della Cappella Sistina quindi nel autunno del 1512 di
fatto un anno dopo il Papa della rovere Mori ma in quell’anno non si parlò ancora di una ripresa
dell’esecuzione del suo momento fu la ripresa di questa complessa e articolata commissione che
come abbiamo già detto tenne a più riprese Michelangelo Pato per 30 anni e più ebbe luogo dopo
la morte di Giulio secondo dopo il 1513 quando i suoi eredi appunto ri chiesero nuovamente
avanzarono nuovamente a Michelangelo alla richiesta per intraprendere questo lavoro prima di
vedere le diverse fasi esecutive di questo di questa articolatissima commissione teniamo proviamo
così a vedere in questa immagine in questa slide che mi mostro è una di quello che doveva
essere il monumento originale abbiamo detto un monumento visibile a 360 ° da collocarsi nell’area
più importante della basilica di San Pietro in fase di ricostruzione caratterizzato da una unità
nell’area del coro del presbiterio caratterizzato nella da una quarantina di Stato e addirittura in
origine EE caratterizzato da una serie di figure che andavano a disporsi su più ordini diciamo 134
ordini tre ordini principali creando una sorte distrutto una sorta di struttura architettonica scultorea
a piramide alla sommità della quale come si può vedere si trovava naturalmente il la statua del
pontefice nei diversi livelli erano previste sulle quattro facciate appunto delle figure di scala
superiore al naturale alcune addossate alle pareti del mausoleo che doveva contenere all’interno
anche alla camera mortuaria altre invece libere di muoversi nello spazio con di nuovo e con una
serie poi nei rettangoli che vedete lasciati bianchi una serie di di rilievi in bronzo grosso il
monumento naturalmente era in mano una serie Pardo di rilievi in bronzo che dovevano
rappresentare una serie di storie della vita del pontefice momenti illustri della vita del pontefice la
ricostruzione di questa prima ipotesi del monumento è tutta teorica basata sulle fonti perché non
c’è ripeto un contratto dettagliato che descriva in questo momento né un disegno complessivo di
Michelangelo o di qualche suo collaboratore che ci permetta di essere certi di quella che è la vera
prima idea di Michelangelo in merito a questo monumento

21. Michelangelo Buonarroti, Ricostruzione del secondo progetto della tomba di Giulio II
(1513)

Nel 1513 quindi gli eredi riprendono in mano questo progetto e si raccordano con Michelangelo
per il monumento in onore di José subito il progetto viene modificato viene modificata perché
perché innanzitutto si pensa subito di ridurre la tomba una tomba parietale una tomba addossata
un muro quindi non c’è più l’idea di una architettura che si muove libera nello spazio pur
mantenendo ancora l’idea che l’opera sia collocata dentro la basilica Di San Pietro viene
mantenuta anche sostanzialmente la struttura a più ordini ha tre ordini il contratto che viene
redatto in questa occasione peraltro ci dimostra che addirittura il prezzo viene aumentato quindi la
struttura era ancora molto complessa venivano comunque ad essere per forza ridotto il numero di
sculture perché mancava una fronte ma tuttavia si era ancora dell’idea di avere le fiancate
piuttosto profonde scolpite nonché l’inserto come possiamo vedere da questa ipotesi ricostruttiva
di sei rilievi in bronzo con le scene principali della vita del pontefice nella parte inferiore venivano
mantenute appunto le figure delle vittorie nel cosiddetti schiavi o prigioni nella porzione centrale
nella sorta di questa di terzo ordine veniva pensata una grossa arcata un nicchione la cosiddetta
cappelletta che avrebbe contenuto il ritratto del pontefice sormontato da una figura in mandorla
della Madonna con il bambino questo secondo contratto prevedeva una scadenza per
l’esecuzione del lavoro di 7 anni e Michelangelo di fatto si mette subito al lavoro che a Roma
trasferisce la lavorazione nei blocchi di pietra da più la basilica di San Pietro ha la casa che
manterrà per sua vita presso il macello dei corvi e si mette quindi a lavorare alla cremente anche
perché subito inizialmente il nuovo pontefice Leone decimo non lo impegna in committenze

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pubbliche di particolare rilievo adesso puoi vediamo a quali no ancora un’ora Michelangelo si
mette si dedicherà ma di fatto che doveva essere toccata come si può vedere dal disegno nel
secondo ordine in alto a destra e poi due dei cosiddetti schiavi prigioni credono stare nella parte
inferiore del basamento questo il lavoro di queste tre figure colossali più grandi del vero occupa
Michelangelo per circa tre anni da qui si capisce subito che di fatto non non era possibile pensare
di rispettare la durata del contratto e così nel 1516 viene redatto uno in cui si semplifica
ulteriormente il monumento per quanto riguarda gli statue delle fiancate e si restringe solamente a
due le ***** del secondo ordine

22. Antonio da Sangallo il Giovane, Copia del secondo progetto per la tomba di Giulio II,
Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi

Di questo secondo progetto abbiamo anche delle memorie grafiche delle memorie visive che ho
voluto così inserirvi qui e che ci danno l’idea che comunque anche in questo senso Michelangelo
non non fosse completamente solo qui abbiamo infatti la copia del secondo progetto per la tomba
di Guenda redatto da Antonio da San Gallo il giovane tante architetto fiorentino nipote di Giuliano
ed Antonio da San Gallo che abbiamo visto appunto attivi a Roma nella fabbrica San Pietro anche
Antonio da San Gallo il giovane lavorerà ampiamente a Roma per la maggior parte della sua vita e
cantiere della basilica di San Pietro e diciamo nei vari cantieri delle fabbriche pontificie anche in
collaborazione con Michelangelo soprattutto poi a partire dagli anni 40 del 500 Clausole
contrattuali vi era anche che l’artista avrebbe dovuto lavorare in esclusiva per questo lavoro ciò
come avremo modo di vedere più avanti non sarà vero perché in realtà in questi anni a Roma
Michelangelo ha acquisirà comunque un’altra importante commissione

23. Michelangelo Buonarroti, Schiavo morente, 1513, Parigi, Museo del Louvre

Quindi sequenza le tre sculture a cui inizia destinata al monumento di Giulio secondo a cui
finalmente dal 1513 al 1516 Michelangelo inizia abbiamo qui il primo dei due cosiddetti schiavi il
cosiddetto schiavo morente conservato al Louvre analogamente al suo accompagno che vedremo
nella slide successiva questi due figure appunto sul muro appunto schiavi nell 800 ma in realtà
sono due prigioni che dovevano essere collocati addossati all’architettura nella parte inferiore del
monumento secondo quei disegni che abbiamo visto precedentemente e nel vicino in prossimità
delle nicchie con le vittorie i prigioni non vennero i due prigioni che vi mostro appunto in queste
slide in realtà non vennero mai messi in opera per la tomba di Giulio secondo rimasero nella in
casa di Michelangelo le opere furono donati da Michelangelo a Roberto Strozzi successivamente
passarono proprietà a cosa il primo dei medici caspita ne fece appunto al ne feci 2 1 appunto a
esponente importante della nobiltà francese reali francesi molto ci si è interrogati sul significato dei
prigioni loro canti appunto nella parte inferiore di quando si secondo la testimonianza di
dovrebbero essere delle personificazioni delle diverse province controllate da Giulio secondo
mentre secondo quanti invece e quest’ipotesi è stata maggiormente presi in considerazione i
prigioni rappresenterebbero appunto le arti rese prigioniere dopo la morte del padre per cui
appunto questi figure rappresenterebbero appunto queste alle arti intorpidite addormentate dopo
proprio dopo il la morte del pontefice a sottolineare invece quella che era stata la portata
dirompente del suo mecenatismo chiaramente queste sculture anno prevedono non si notano in
queste sculture una serie di importanti citazioni da quello che è il repertorio della statuaria antica
che naturalmente poteva essere vista e conosciuta ampiamente da Michelangelo e lo vedremo
questo ancora in modo se già qui in questo nella bellezza fisica nel languore della figura del del
del del cosiddetto schiavo morente vediamo un rapporto con la sca to aria ellenistica ancora più
evidente la citazione sarà nell’altro nell’altra figura del cosiddetto prigione detto lo schiavo ribelle
della seguente no

24. Michelangelo Buonarroti, Schiavo ribelle, 1513, Parigi, Museo del Louvre Agesandro,
Atanodoro di Rodi e Polidoro, Laocoonte, 150 a.C., Città del Vaticano

23
Ecco la figura appunto dello schiavo ribelle dobbiamo considerare che sono delle sculture che
hanno un’altezza superiore a di poco ai 2 m e in questo caso risulta particolarmente evidente nella
tipologia della posa nella torsione del busto ma soprattutto nell’atteggiamento del del collo e del
volto la volontà di citare il gruppo statuario del Ciao QE la scoperta l’abbiamo già parlato ma è
importante ribadirlo del gruppo nel 1506 ebbe luogo anche proprio alla presenza di Michelangelo
ricordiamo appunto durante quella prima fase di elaborazione proprio della tomba di Giulio
secondo a cui seguì l’allontanamento e quindi poi il ritorno per la decorazione della volta della
Cappella Sistina il gruppo della Conte rappresenta 1 1 riferimento fondamentale per la la storia
dell’arte moderna tutti gli artisti lo studiano ci riflettono lo c moltissimi lo citano il ritrovamento
avvenne proprio nel gennaio del 1506 sul Colle oppio in prossimità della Domus aurea appunto
riscoperta in in quegli stessi da qualche decennio e che continuava ad essere ampiamente
studiata proprio in quei in quei decenni la scultura viene subito acquistata da Giulio secondo
stesso si viene subito destinata a quello che era il complesso delle statue che dovevano decorare
il Belvedere Vaticano progettato da Bramante insieme all’apollo noto appunto come apporre del
Belvedere laocoonte divenne l’altra grande
25. Michelangelo Buonarroti, Mosè, 1513-1515 e 1542, Roma, basilica di San Pietro in
Vincoli, monumento funebre di papa Giulio II

Ora la terza scultura ovvero quella del Mosè opera celeberrima un’altra delle icone della
produzione artistica del Buonarroti oggetto di studi riflessioni celebrazioni anche di un noto studio
psicanalitico da parte di froid in relazione proprio a questo peculiare gesto di giocherellare con una
mano con i peli con le ciocche della barba ma veniamo AI dati allora la scultura del Mosè una
scultura che viene prevista sin dalla prima relazione del monumento quello progettato a Giulio
secondo vivente doveva essere e un kata appunto alla figura di San Paolo perché entrambi
avevano ricevuto la rivelazione divina e doveva collocarsi insieme a altre due statue realizzate a
tutto tondo nel registro superiore secondo ordine che dovevano rappresentare la abitativa e la vita
contemplativa la figura viene mantenuta nelle varie rielaborazioni del monumento anche se la sua
posizione viene parzialmente modificata e appunto l’opera si comincia a essere comincia a essere
scolpita nel 1513 16 sarà l’unica di questa fase che viene mantenuta nel monumento poi allestito
all’inizio della prima metà degli anni 40 del 500 è stato scoperto attraverso una serie di documenti
e di analisi che sono stati operati grazie anche agli ultimi restauri che effettivamente dopo circa 25
anni quindi all’inizio degli anni 40 del 500 prima di essere messa in opera la scultura subì una
rotazione della parte che riguardava il volto la testa e il in parte del corpo è una intervento che
mostra tu documentato da una lettera e dalle verifiche del restauro non vado nel dettaglio ma e
comunque una dato estremamente ricostruibile estremamente interessante certamente pensato in
funzione della nuova collocazione della scultura nella poi della redazione definitiva del monumento
di cui parleremo a breve ma che allo stesso tempo la prova della genialità di Michelangelo nel e
nella sua soprattutto capacità tecnica nel riuscire a lavorare a rimettere mano a questa scultura e
a permettere questa questa rotazione senza creare degli effetti che manco degli effetti di
sproporzione o di eccessiva come dire sprezzatura di quella che era la posizione appunto del del
corpo che cosa rappresenta e la statua di Mosè è stata la ripeto celebratissima più lo stesso
condivi diceva questa sola se tanto a bastante per fare onore alla sepoltura di Giulio secondo
Vasari celebrò soprattutto proprio le modalità di con cui veniva scolpita la barba celeberrima la
frase appunto che l’opera era tale da sembrare più opera di pennello più che di scalpello come
rappresentato effettivamente Mosè Mosè rappresentato seduto su un trono reggente con un sotto
il braccio le tavole della legge mente che sembrano quasi scivolare lungo il fianco la mano
corrispondente al braccio reggere tavole delle leggi sta giocherellando appunto con sta facendo
questo movimento peculiare con i riccioli della barba mentre l’altro braccio e poggiato appunto sul
ventre e il viso appunto compie questa peculiare rotazione e che è stata appunto oggetto di
numerose interpretazioni e sul capo si riconoscono quelle caratteristiche quella caratteristiche
cono grafica erronea che come dire riporta l’iconografia di Mosè anche già nel medioevo e le
sforza di corna che in realtà alludono ai raggi che colpirono la fronte di Mosè duro dopo la dalla
discesa appunto dal Monte Sinai dove gli aveva ricevuto le tavole della legge la posa delle gambe

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la postura delle gambe e derivata dalla riflessione di Michelangelo con sue opere come ad
esempio il San Giovanni Evangelista di Donatello ma anche ripresa rimanda a quella del profeta
Isaia di Raffaello ci sono quindi delle citazioni di avere lettura certamente però c’è questa
espressione di energia trattenuta questa soluzione il volto teso e concentrato ficcata dalla
posizione del corpo che ripeto hanno dato origine a una complessa serie di interpretazioni sul
significato appunto di questa sulla possibile lettura di questa di questa di questa scultura io non
voglio appunto caricare da questo punto di vista di troppe indagini ma e comunque bene sapere
che questi che ecco questa e questa tipo di soluzione compositiva ha dato origine appunto a
questo tipo di interesse anche se noi appunto per ragioni di tempo non non andiamo a addentrarci
ulteriormente in questi aspetti

26. Michelangelo Buonarroti, Genio della Vittoria, 1532-1534, Firenze, Palazzo Vecchio
Michelangelo Buonarroti, Schiavo che si ridesta, 1525-1530, Firenze, Galleria
dell’Accademia
Michelangelo Buonarroti, Schiavo barbuto, 1525-1530, Firenze, Galleria dell’Accademia

Nel 1516 come avremo modo di vedere tra poco Michelangelo viene richiamato proprio per
volontà di Leone decimo a lavorare a Firenze a lavorare per un grandioso progetto di facciata
nella basilica di San Lorenzo basilica come abbiamo visto molto cara alla dinastia dei medici e
quindi lascia Roma ma non lascia ancora una volta il progetto per il non mi lamento funebre di
Giulio secondo ci sono una serie di vicende complesse negli anni nel corso degli anni 20 del 500
mentre appunto Leonardo Michelangelo sta lavorando a Firenze perché i della rovere minaccia
addirittura una causa giudiziaria all’inizio degli anni 30 grazie anche all’intervento del Papa in
questo caso ormai Clemente settimo si arriva a un nuovo accordo quindi si arriva a un’ulteriore
progetto e soprattutto in questo momento che si decide lo spostamento della tomba da San Pietro
in Vaticano a San Pietro in vincoli dove effettivamente poi un decennio più tardi il monumento
funebre sarà effettivamente realizzato in questa fase quindi degli anni 30 fine anni 20 anni 30 del
500 non più a Roma ma Firenze Michelangelo continua a lavorare quindi è una serie di sculture
questi diverse redazioni del progetto che vengono messe in questa ulteriore diversa relazione del
progetto ovviamente il numero delle statue viene ulteriormente diminuito e Ciononostante si anche
se si prescrive che quello che si è già cominciato a lavorare come materiali dovesse essere
riutilizzato si collocano quindi in questa fase una serie di sculture che sono il genio della vittoria
EE quattro prigioni asta che sono solo parzialmente abbozzati e due li vedete qui nella slide sulla
destra mentre il genio della vittoria è rappresentato sinistra che sono appunto parti della tomba a
cui Michelangelo e lavora durante gli anni fiorentini tuttavia queste opere non verranno mai
montate neanche asse sul monumento definitivo verranno nel 1534 quando Michelangelo si
allontana definitivamente da Firenze primo ne riparleremo anche di questo queste opere
rimarranno nella casa Fiorentina perché l’angelo saranno poi Tina ti da il nipote di Michelangelo a
inizialmente si pensa appunto dopo la morte di Michelangelo perché rimangono in casa di
Michelangelo fino oltre la sua morte si pensa inizialmente di utilizzare queste sculture per
decorare la tonda che avete in onore di Michelangelo a Firenze in Santa Croce ma invece questo
progetto viene non viene ritenuto valido da Giorgio Vasari e questo punto le sculture vengono
acquisite del granduca cosmo primo dei medici il quale da una diversa destinazione alle opere nel
senso cioè che il genio della vittoria finisce nel salone dei 500 e lì rimarrà per parecchi parecchi
secoli e poi sarà farà parte appunto delle raccolte di Palazzo Vecchio a Firenze mentre la serie dei
quattro prigioni non finiti saranno inseriti nel l’arbito di una serie di architettura da giardino nella
globo nella grotta del buontalenti del giardino di boboli o rimarranno fino alla loro musealizzazione
molto più recente presso le gallerie dell’accademia di Firenze proprio il fatto stesso che si trattasse
di non finiti aveva in qualche modo suggerito collocazione diciamo emergendo dal materiale
lapideo della grotta con un effetto scenografico peraltro molto molto eclatante molto accattivante il
genio della vittoria rappresenta di fatto una figura di giovane trionfante su vecchio una figura di
vecchio rappresenta via della vittoria perché non è un momento di lotta e il momento
immediatamente successivo in cui ormai il vincitore sta dominando perfettamente la anatomia del

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giovane genio della vittoria ripropone quella tipo di idealizzazione e di studio del corpo maschile
che abbiamo giusto ovviamente minore della pittura sulla volta della stanza per quanto riguarda
quattro prigioni 4 soltanto due cosetto schiavo che si ridesta in alto a destra e in basso a destra
invece il cosiddetto schiavo barbuto abbiamo lato della loro destinazione per quanto riguarda il
loro significato di era quella in origine a di essere sempre delle allegorie delle arti prigioniere
dormienti dopo la morte appunto del pontefice il senso era lo stesso dei prigioni che abbiamo visto
fatti alcuni decenni prima e poi finite nelle collezioni del Louvre quello che è interessante è che qui
vediamo appunto un delle opere non finite appunto perché lasciate interrotte con la partenza di
Michelangelo da Firenze nel 1534 che ci permettono bene di leggere quello che è il modo di
lavorare di Michelangelo che appunto fa per via di levare come si dice appunto di spezzare e
togliere materia dal blocco di marmo come bene si vede proprio soprattutto nella immagine dello
schiavo che si ridesta dove ancora è molto visibile la materia semilavorata e appunto la parte
lavorata che fuoriesce che fuoriesce appunto del torso e nel volto e in parte di gambe e proprio
questo stato di non finito ferisce quell’idea di ancora di più sottolinea quelli della creatività del
dell’artista e della figura che emerge appunto della materia sulla base di un’idea originaria che
annoiavano l’artista metteva i nostri rimuovendo la materia la pizza in eccesso

27. Michelangelo Buonarroti, Monumento funebre di papa Giulio II, 1505-1545, Roma,
basilica di San Pietro in Vincoli

Ed ecco finalmente quello che rimane del progetto di Michelangelo per il monumento di Giulio
secondo quello che veramente viene messo in opera tra il 1542 il 1545 viene redatto Un’ulteriore
nuovo progetto teniamo conto che Michelangelo appunto dal 1534 è tornato a Roma che dal 36 al
41 42 sta lavorando per Papa Paolo terzo Farnese alla terza parte della Cappella Sistina cioè la
realizzazione del giudizio finale alla termine appunto di questi lavori si rimette per l’ultima volta
finalmente al lavoro per la tomba di Giulio secondo nel contratto si stabilisce si accetta gli eredi del
di Giulio secondo ormai parliamo di guidobaldo secondo della rovere duca di Urbino che redi che
firma appunto questo contratto e che accetta che l’opera sia completata anche con sculture
realizzate da collaboratori di Michelangelo sotto la sua guida ma comunque non siano tutte opere
autocrate ed ecco quindi la struttura che noi vediamo allestita nella chiesa di San Pietro in vincoli
si tratta alla fine di una struttura architettonica su due ordini naturalmente non c’è più il vero e
proprio struttura del mausoleo del pontefice abbiamo rinunciato una serie di sculture realizzate da
Leonardo scusatemi da Michelangelo nelle fasi precedenti in posizioni che non sono quelle
previste originariamente e una serie di sculture che vengono realizzati in quelli negli anni 40 tra 42
e 45 da suoi collaboratori per completare monumento vediamo più precisamente ordine inferiore
abbiamo al centro la celeberrima statua del Mosè di cui abbiamo già ampiamente parlato e le due
culture femminili dentro le nicchie che rappresentano la vita contemplativa la figura di che lì che si
trova sulla sinistra lavoro realizzato sostanzialmente da Michelangelo in questa fase diciamo finale
tra la fine degli anni 30 agli anni 40 del 500 dall’altra parte la vita attiva la figura di Lia realizzata
sempre in quest’ultima fase autografa diciamo di Michelangelo nell’ordine superiore che come si
vede anche dal punto di vista decorativo è estremamente più semplificato abbiamo al centro la
figura del defunto Giulio secondo rappresentata semisdraiata come chiama quello che erano le
posizioni dei soad sui sarcofagi romani etruschi lavoro di un collaboratore di Michelangelo sotto la
sua direzione Tommaso boss ai lati abbiamo una Sibilla a sinistra e un profeta a destra che sono i
opere ancora sbozzate da Michelangelo e finite da collaboratori giovani mentre nella nicchia
centrale dietro la figura dei pontefici e questo ricalca in parte il progetto a partire dal secondo della
seconda redazione in avanti abbiamo la figura della Madonna col bambino anche in Un altro
ancora Raffaello da Montino quindi uno mentale ma decisamente lontana non solo per quanto
riguarda gli aspetti artistici compositivi da da quello che era il progetto originario ma anche da quel
per quello che riguarda l’apparato iconografico proprio per questa volontà espressa chiaramente
dai discendenti di Giulio secondo anche per ragioni di tempio perché economiche che di
recuperare parte del usate precedentemente ma riposizionate secondo una logica completamente
diversa numerose a questo punto furono anche le critiche su particolare no però più feroci del

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resto parliamo di una delle penne più pungenti di tutto il momento fu quella Di Pietro ha ricordato
che disprezza la mente il no ma deve farlo lui cato complimenti proprio lo stesso Michelangelo
quindi parlò di tragedia della sepoltura di dubbio secondo perché comunque queste reazioni
sapevo le insomma dei limiti che vi aveva dovuto affrontare nel corpo nella realizzazione di questo
progetto del resto dobbiamo anche dire appunto lo vedremo con le slide seguenti che
Michelangelo non può spose mai altri impegni che riteneva comunque prestigiosi per realizzare
per portare a compimento questo complesso monumento no

28. Michelangelo Buonarroti, Cristo porta croce, 1519-1520, basilica di Santa Maria sopra
Minerva

Proprio negli anni in cui dopo la morte di Giulio secondo Michelangelo sta lavorando alla seconda
redazione diciamo del monumento funebre del pontefice nonostante l’impegno che lo vincolava
invece come dicevamo prima Michelangelo accetta altre importanti commissioni più la più
importante senza dubbio quella di un gruppo di personalità eminenti della Roma di quegli anni il
canonico di San Pietro Bernardo cencio Mario scappucci Pietro Paolo Castellana Matt e metterlo
vari che è poi quello che diciamo segue le vicende della commissione che gli chiedono di scolpire
un Cristo risorto che doveva essere collocato all’interno di un tabernacolo nella che nella la
basilica domenicana di cui abbiamo già parlato più volte di Santa Maria sopra Minerva svolta con
sollecitudine da Michelangelo che ci lavora per alcuni anni ma rispettando peraltro le tempistiche
previste dal contratto ma purtroppo altre vicende diciamo sfortunate nel momento in cui la l’opera
è già in buona fase di esecuzione si scopre dopo quattro anni di lavorazione 1 1 vena nel marmo
che non permette di completare il lavoro e quindi la necessità di ri scolpire nuovamente l’intero
l’intera statua il lavoro viene tra l’altro a coincidere col trasferimento Michelangelo dopo il 1516 di
nuovo Firenze al servizio dei medici per il progetto di cui parleranno fra poco della nella basilica di
San Lorenzo Quindi l’opera viene poi portata il blocco viene portato appunto a Firenze ultimato
nella lavorazione a Firenze rispedito a Roma con non diretta con Michelangelo che non può
allontanarsi da Firenze ma che quindi lo invia insieme a dei collaboratori in particolare Pietro
urbano il quale avrebbe dovuto completare in loco l’opera la l’intervento non fu soddisfacente
venne addirittura rimpiazzato da un altro collaboratore alla fine tuttavia il risultato compiuto non fu
del tutto del tutto in linea con quello che era il progetto iniziale di Michelangelo il quale addirittura
si propose di scolpirne una terza versione ma la committenza ma coordinato da metterlo vari
rifiutò e accettò appunto questa seconda redazione che è quella che a tutt’oggi si trova anche se
non nella collocazione originaria nella basilica erba questo per dare l’idea della complessità di
queste commissioni l’opera è particolare dal punto di vista ecografico per alcuni aspetti intanto
questo Cristo risorto appunto abbraccia la croce una croce sovradimensionata simbolica rispetto
ovviamente cioè di meno le dimensioni ma simbolica appunto rispetto a quella del martirio e tiene
anche ulteriori simboli della passione in particolare la canna era spugna comunque bevuta di
aceto e guarda però rispetto al momento della appunto della passione nella direzione opposta
proprio perché un Cristo risorto l’altro elemento peculiare quindi una rappresentazione di Cristo
risorto estremamente peculiare dove c’è un forte rimando ancora al tema della passione un’altra
peculiarità è che la scultura fu concepita per essere rappresentata completamente nuda secondo
delle modalità che abbiamo già visto più volte riproposte dal David alla volta della Cappella Sistina
i prigioni della monumento di Giulio secondo e solo in un secondo tempo per ottemperanza ai
dettami del Concilio di Trento venne elaborato il panneggio in bronzo dorato che copre appunto e i
genitali con la stessa logica con cui appunto come ben si sa furono le coperte con i cosiddetti per
alettoni anche i nudi della parete di fondo col giudizio universale nella Cappella Sistina Ciao va
bene Ciao

29. Michelangelo Buonarroti e Giorgio Vasari, Sacrestia Nuova, 1520-1559, Firenze, basilica
di san Lorenzo, veduta d’insieme

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Più volte accennato al fatto che nel 1516 per volontà del Papa Leone decimo Michelangelo viene
allontanato da Roma e invece inviato a Firenze per lavorare appunto a una nuova impresa questo
questa scelta senza dubbio dire fu determinata da due ragioni la nuova impresa appunto la
grandiosa facciata per la basilica di San Lorenzo legata storicamente alla dinastia dei medici per
due ragioni viene fatta questa scelta la prima perché effettivamente per un progetto che doveva
essere emblema del nuovo corso della politica medicea a Firenze potenziata dal ruolo pontificale
romano senza dubbio era necessario pensare a un’artista di vaglia e un’artista che sapesse Craig
amente come dire coordinare un progetto di architettura scultura meglio di Michelangelo sul
mercato in quel momento non esisteva l’altro aspetto era dovuto anche al fatto che Leone decimo
era entrato in forte conflitto con gli eredi del di Giulio secondo della rovere in parte proprio con il
ramo della famiglia che era eravamo dentro che turbino nella figura di Francesco Maria duca di
Urbino e quindi anche per in qualche modo fare ostacolare l’impresa dei della rubare lore decimo
pensò di allontanare Michelangelo appunto da Firenze il progetto fu grandioso nelle sue premesse
Michelangelo ci si dedica con grandissimo entusiasmo ci lavora per circa quattro anni un progetto
rinnovativo per ricchezza di decorazione plastica per concezione architettonica ci sono la serie di
lettere in cui con entusiasmo Michelangelo scrive farò la più bella opera che si sia mai fatta in
Italia in un’altra lettera scrive opera di architettura e di scultura lo specchio di tutta Italia quindi
veramente delle grandi aspettative ancora una volta però le aspettative di Michelangelo vengono
frustrate perché perché nel 1520 il contratto il progetto doveva svilupparsi nell’arco di 8 anni erano
già stati anche ovviamente svolti diversi approvvigionamenti di materiali il contratto viene reciso
rescisso una delusione enorme dovuta la recessione del contratto dovuta alle difficoltà
economiche che i medici in quel momento si trovano a dover affrontare e tuttavia è anche perché
fin dal 1519 il cardinale Giulio de medici futuro Papa Clemente settimo aveva avviato sempre nel
complesso fiorentino di San Lorenzo un altro importante progetto ovvero quello di erigere 111
ulteriore mausoleo hai gli esponenti della famiglia che ancora non avevano trovato sepoltura nello
spazio storico quello brunelleschiano e donatelliano della sacrestia vecchia nella sacrestia vecchia
non era pensabile non era possibile di fatto pensare appunto di collocare non solo le sepolture del
magnifico di Lorenzo magnifico del suo fratello Giuliano che dopo alla cacciata dei medici da
Firenze fino a 400 non avevano ancora trovato una collocazione monumentale ma anche perché
proprio in quegli anni erano venuti a morire due esponenti nodali della nuova corso della politica
medicea e cioè Giuliano de medici fratello di del Papa duca di nemours che era morto di 1000
repentinamente nei 516 e dopo di lui il nipote Lorenzo duca di Urbino nel 1519 due lutti gravi che
oltretutto avevano messo in difficoltà anche come dire i destini politici della casa medici per
fortuna comunque come dire la numerosa discendenza aveva messo al riparo dal rischio appunto
di un problema dinastico e tuttavia appunto la volontà di omaggiare tutti questi personaggi illustri
della storia medicea induce deficit Leone diciamo su consiglio del cardinale fratello Giuliano Giulio
pardon che è colui che poi segue di e futuro Clemente settimo che effettivamente segue il progetto
a realizzare un nuovo mausoleo uno spazio ex novo che deve essere integralmente progettato da
Michelangelo simmetrico e strutturalmente simile a quello che la sacrestia vecchia cosiddetta
infatti verrà che a questa nuova cappella medicea verrà chiamata poi sacrestia nuova lì nel quale
appunto collocare in questa struttura appunto del tutto simile i quattro monumenti funebri dei
quattro personaggi quattro esponenti della dinastia medicea per tutti gli anni per dagli il 1520 circa
fino al momento del sacco di Roma nel 1527 Michelangelo lavora sostanzialmente a questo
progetto diverse sono le soluzioni proposte da Michelangelo per quanto riguarda la collocazione
delle quattro sepolture prima si pensa a un posizionamento agli angoli della dell’ambiente a pianta
quadrangolare poi si pensa a un mausoleo centrale sul sul modello di quella che era stata la
tomba di Giulio secondo e definitivamente poi invece si pensa dei monumenti addossati alle alle
pareti e con l’immagine di insieme che vi mostro in questa slide allude poi a quella che sarà la
sistemazione definitiva della sacrestia nuova con le tombe realizzate il progetto naturalmente
anche in questo caso non troverà un compimento completo perché perché appunto dopo questa
prima fase di fervida di lavori col 1527 il sacco di Roma ha delle fortissime ripercussioni politiche
anche sulla Firenze che era già che era sotto il controllo tornato appunto sotto il controllo mediceo
c’è un tentativo di nuovo di instaurare la Repubblica Michelangelo peraltro sostiene il nuovo

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avvento della Repubblica Fiorentina e quindi i lavori non solo si interrompono ma
successivamente ma con il ritorno comunque al del dei medici in sella a Firenze con l’Inter grazie
al sostegno imperiale nel 1529 e 30 Michelangelo costretto a fuggire da Firenze e anzi a rischio
per la propria vita nonostante questo Clemente settimo perdona Michelangelo che può tornare a
lavorare alle tombe me dice e con in un clima politicamente differente soprattutto di rapporti diversi
fra Michelangelo e la dinastia medicea rapporto di committenza con la destra mi dice viene visto in
da Michelangelo in termini molto negativi Michelangelo patisce la le pressanti richieste della
committenza mi dice politicamente appunto ha preso delle posizioni diametralmente opposte e
questo tipo di situazione oltre alle pressioni per altri cantieri legati sempre al complesso di San
Lorenzo in particolare la grande la biblioteca e la scalinata di accesso alla biblioteca laurenziana
renderanno le condizioni di diciamo così di per Leonardo per Michelangelo decisamente troppo
oppressive e per questo nel 1534 Michelangelo lascerà definitivamente Firenze per Roma e non
tornerà più mai più a Firenze su questa vicenda ritorneremo ma questo importante per capire la
vicenda delle tombe mi dice qui lascerà di nuovo dei lavori interrotti ci sono tutta una serie di
corrispondenze per riprendere questi lavori anche a distanza con delle istruzioni da parte di
Michelangelo e di fatto negli anni 50 del 500 per volontà del granduca cosmo primo che più volte
cercherà di riavere Michelangelo a Firenze invano vengono definitivamente montati i le parti dire
tonde mi dice che erano state realizzate da Michelangelo in un allestimento che noi diremmo oggi
minimalista che quello che vediamo attualmente dove non vengono fatte sostanziali integrazioni
agli di tipo scultoreo se non nella realizzazione delle due sculture dei santi Patroni della dinastia
medicea i santi Cosma e Damiano al fianco della vergine col bambino previsti sull’altare la Vergine
col bambino è opera di Michelangelo mentre le tue sculture no e questo tipo di allestimento
minimalista è affidato alla alla direzione di Giorgio Vasari Vasari che era in contatto diretto peraltro
con Michelangelo

30. Michelangelo Buonarroti, Monumento funebre di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino,
1520-1530, Firenze, basilica di San Lorenzo, sacrestia nuova

Ti fatto solo due sono le tombe realizzate computer almeno parzialmente perché l’apparato
scultoreo progettato da di che l’angelo era in realtà molto più complesso ovvero le due tombe dei
erano polli di casa medici appunto Lorenzo Giuliano duca vi dico che vi mostro in queste slide la
prima che vi mostro è quella appunto la tomba di Lorenzo de medici duca di Urbino le due tombe
sono in un impianto simmetrico con un sarcofago sono stato da una copertura Coppi linea sulla
quale giacciono due figure allegoriche rispettivamente maschile e femminile che fanno riferimento
al tema del dello scooter trascorrere del tempo e del destino della vita umana e poi nella parte
superiore nell’edicola architettonica al centro ciascuna nicchia e rispettivamente collocato seduto il
ritratto idealizzato dei due personaggi in questo caso appunto quello di Lorenzo de medici per la
sua particolare posa il ritratto di Lorenzo dei medici che vediamo cosa col colma la mano
appoggiata al mento in una posa diciamo riflessiva è considerato una sorta di emblema di vita
contemplativa in dialettica secondo quelli che sono i canoni propri della dialettica della dottrina
neoplatonica con l’immagine invece di del duca di nemours che è invece visto come colui che
rappresenta la vita attiva oppure secondo quella teoria sempre di origine neoplatonica della della
teoria delle rappresentazioni degli onori che avevamo già visto ad esempio nella fresco dei filosofi
di casa Visconti Bramante il temperamento riflessivo poi sembra di Lorenzo questo ritratto vuole
alludere a un comportamento sa melanconica le due figure allegoriche giacenti sul sarcofago che
poi saranno studiatissime e copiatissimo nel corso della dell’età moderna sono le due figure
allegoriche rispettivamente del crepuscolo la figura maschile e dell’aurora la figura femminile in
queste figure se mi sdraio a te e te ovviamente c’è un rimando all’antico declinato in più varianti
soprattutto quello che è la maggiore evidenza è quello del richiamo alle divinità fluviali montane
che decoravano ad esempio gli archi di trionfo pensiamo ad esempio all’arco di settimio severo il
tema del crepuscolo e dell’aurora il momento della fine del giorno Lauro mentre l’aurora come
vediamo e riproposta in nell’atto di risvegliarsi il momento del risveglio con un maggiore

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dinamismo vediamo il sollevamento della appunto e se senso del ritmo medio dal sonno del
sollevamento del giaciglio è dato proprio dalla posa del gusto e delle braccia

31. Michelangelo Buonarroti, Monumento funebre di Giuliano de’ Medici duca di Nemours,
1520-1530, Firenze, basilica di San Lorenzo, sacrestia nuova

Ecco qua invece la visione del monumento di Giuliano de medici duca di nemours e che
rappresenta guarda la sua figurazione rispetto ma quello che hai Giuliano analogamente Lorenzo
naturalmente è seduto nella nicchia abbigliato all’antica secondo quello che è l’iconografia dei
condottieri romani perché queste due figure comunque sono due figure capi di famiglia ma anche
pure che hanno raggiunto uno status principesco ma anche per sono viste tanti diciamo di eserciti
questa è diciamo la l’idea che si vuole indicare ma dei due dei due Giuliano è quello che tiene in
mano il bastone del comando e che vediamo che nella posa seduta a 1 1 torsione del busto che è
una del collo che evocano una sorta di movimento di scatto quindi vuole alludere alla ferimento
alla vita con alla vita attiva e nell’ottica della della rappresentazione degli auguri e vi rappresenta
la tipo vivace gioviale appunto non all’opposto del melanconico entrambe le figure in questa
rotazione dei volti anno sono chiaramente orientata a guardare verso l’alto maggiore che abbiamo
visto nelle immagini di di sieme iniziale verso cioè la figura salvifica della Madonna col col
bambino intermediaria appunto anche dopo la morte e qualche modo a sollievo appunto della
sofferenza invito poi anche post morte a cui indirizzare le proprie preghiere le due figure
allegoriche altrettanto se non di più studiate riproposte nel corso dei secoli sono le due figure
allegoriche della notte e del giorno in questo caso la notte e la figura femminile il giorno e la figura
maschile corpi nudi semi sdraiati che richiamano il tema delle allegorie fluviali sono esattamente
simili a quelle che abbiamo visto precedentemente particolare interesse e fortuna anche perché
ha questa figura furono dedicate addirittura delle tre componimenti poetici di elogio e proprio la
figura della notte la figura della notte è derivata nella sua posizione da quello che è il tema dell’
Arianna addormentata ma anche della rappresentazione della allegoria della Liguria della della
vicenda mitologica di leda e il cigno sappiamo in particolare che ci fu un cartone preparatorio per
un’opera destinata al duca di Ferrara Alfonso primo d’Este che riproponeva l’immagine di lei del
cigno con una posa per la figura di leda molto simile a quella che ci presenta la notte la notte
allusa anche da una serie di elementi glade ma con il crescente di luna e la stella e poi il la civetta
che è rappresentata che è una dietro la gamba che allude naturalmente alla notte e così anche il
fascio di papaveri che allude appunto gli piace allude al anch’esso al sonno diametralmente
opposto appunto figura allegorica maschile e la figura del giorno anche e per quanto in questo
caso tra l’altro anche con degli accenni come vediamo di non finito eh non ci sono particolari
indicazioni di attributi a differenza di quello che abbiamo visto invece per per la notte appunto un
volto barbuto appena spezzato così come anche appunto mancano gli attributi perché perché
fanno parte di quella di quella porzione di scultura che non è stata completa proprio dovuto alla
partenza di nuovo di Michelangelo per ore abbiamo detto che le statue così come erano state
lasciate non furono ulteriormente perfezionate anche per scelta di Vasari stesso che si curò della
riallestimento e furono direttamente Monte per così come si presentavano

Argomento: Michelangelo Buonarroti parte terza. Dal Giudizio Universale alla Pietà Rondanini

32. Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale, 1535-1541, Città del Vaticano, Musei
Vaticani, Cappella Sistina, veduta d’insieme

Ho lasciato la volta scorsa Michelangelo a Firenze con il alle prese con le competenze me dice
legate alla basilica di San Lorenzo in una dimensione in parte anche di insoddisfazione e con
prospettiva la possibile prospetto ritornare a Roma come in effetti avverrà va detto che fra 1500
30/02/1533 in realtà Michelangelo va e viene diverse volte da Roma da Firenze a Roma e in
Roma instaura la serie di relazioni umane con esponenti del del mondo culturale nobiliare romano
importanti su cui poi ritorneremo che sono anche alla base che sostanziano dal punto di vista

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anche umano la sua scelta di di ritornare a Roma ma senza dubbio i motivi più oggetti sono legati
in modi diversi sempre all’ambiente mediceo perché perché da un atto il al di là dei delle come
dire sentimenti libertà repubblicane del Buonarroti dimostrati appunto nel 27 29 di fatto è proprio la
nuova governance di Alessandro de medici del nuovo duca di fiorentino che risulta per
Michelangelo particolarmente opprimente insieme alla disaffezione questo va detto verso i progetti
ai quali stava lavorando appunto del complesso laurenziano non solo le tombe dei esponenti
appunto della dinastia dei medici fra fine vissuti fra le 400 il primo 500 ma anche un altro grande
progetto è quello della biblioteca laurenziana della grande scalinata che anch’essi rimarranno
incompiute dall’altro c’è la proposta che comincia a essere ventilata a Michelangelo nel 1533 da
parte del Papa medici Clemente settimo di intervenire nuovamente sulla Cappella Sistina qual è
l’idea di Clemente settimo l’idea di Clemente settimo è quella di ridipingere integralmente la parete
di fondo della cappella la parete dove sta dietro l’altar maggiore quindi la più importante e quindi di
cancellare totalmente quelle che era la decorazione delle fasi precedenti parliamo naturalmente
della decorazione di perugino sulla parete con Paul e la storia di Mosè e di Cristo i primi due
episodi cioè la ritrovamento di Mosè e la nascita di Cristo parliamo anche della rappresentazione
però al centro del finto quadro riportato con l’assunta al cospetto della quale era inginocchiato il
pontefice Sisto quarto certamente come la tradizione racconta ma questo è comprensibile la figura
di Sisto quarto per la dinastia dei medici era senza dubbio una figura scomoda sgradevole
pensiamo solo alle sue implicazioni della congiura dei pazzi del 1478 e quindi come dire non
dispiaceva troppo la possibilità di cancellare questa immagine ma non era di questa stessa
opinione Michelangelo Michelangelo fa dei primi disegni dei primi progetti nei quali vorrebbe in
qualche modo preservare parte di questa decorazione tanto più che nelle lunette della parte
superiore in realtà si trovava già una parte della sua decorazione pittorica realizzata durante la
fase di committenza di Giulio secondo cioè durante la decorazione appunto del complesso della
volta peraltro pochi mesi dopo l’arrivo di Michelangelo a Roma Clemente settimo muore e quindi
sembra sfumare subito il la prospettiva di questo grandioso intervento e Clemente settimo era
determinato a scalpellare completamente la parete di Paolo terzo Farnese che gli succede invece
decide di proseguire nell’idea di Di Clemente Paolo terzo Farnese è una personalità che viene
dalla aristocrazia laziale ma che si era profondamente formato nella Firenze di fine 400 nella
Firenze di Lorenzo dei medici e fu un grandissimo sostenitore di Michelangelo gli anni del
pontificato di Paolo terzo Farnese sono anni importantissimi per della maturità dell’artista nei quali
Paolo posso Farnese mirerà ad avere un rapporto esclusivo call pittore e architetto e scultore
come suonando di una serie di opere importanti solo a livello pittorico ma soprattutto come bravo
modo di vedere a livello architettonico sono interventi che determineranno dei luoghi topici della
Roma cinquecentesca e proprio questi interventi pittorici e architettonici in particolare realizzati
durante il notificato di Paolo sesto Farnese oltre essere comunque importanti nel percorso
dell’artista stesso comunque anni istituto piuttosto positivi per lui come lui come lo stesso
Michelangelo riconoscerà sono anni che definitivamente sanciscono il mito di dell’artista in vita
quindi un momento veramente toko ma vediamo ora di comprendere meglio quali sono le fasi di
esecuzione dell’intervento pittorico della parete di fondo della formella sia che di fatto l’ultimo
intervento dopo le fasi ripeto prima le pareti con sotto il modificatore quarto con le frasi di artisti
che vede coinvolti perugino e Botticelli un luogo la seconda fase quella di mercato lacco me lo
devo rifare no

Secondo audio abbiamo detto appunto che Michelangelo arriva a Roma dei miei 534 per rimanervi
lo ripeto per il resto della sua vita per gli ultimi trent’anni della sua vita morendo quasi novantenne
eh eh eh si mette appunto al lavoro con delle prime idee che come ho detto non dovevano
completamente cancellare la parete di fondo ma la volontà di Paolo terzo analoga a quella di
Clemente settimo si deve completamente eliminare quanto dipinto precedentemente per creare
una composizione exnovo che è ovviamente l’immagine del di sfondo della slide che vi sto
mostrando che ha come soggetto complessivo quello del giudizio universale che poi analizzeremo
dal punto di vista iconografico nelle sue diverse parti e che completa anche di una logica della
storia della salvazione ed è che è stata tracciata a partire dalla volta sulle pareti il percorso

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cristiano del del del del cuoco cristiano per quanto riguarda piu la le fasi di esecuzione i lavori
iniziano sostanzialmente nel 1536 nell’estate del 1536 Michelangelo sale per la prima volta ci
punteggi nei mesi precedenti lavora appunto come aveva già fatto per la volta della Sistina a
disegni preparatori e a cartoni e sappiamo che Michelangelo vuole realizzare la parete a buon
fresco nonostante l’età matura e quindi la e l’impegno fisico che questa il impresa poteva
comportare ci fu una forte controversia in merito a questo tramite l’angelo e Sebastiano dal
piombo figura come abbiamo visto in strette relazioni con Michelangelo fin dai primi soggiorni
romani e Michelangelo tuttavia non vuole lavorare a mezzo a tecnica mista con la per la possibilità
di poter ritornare più volte ovviamente sulla pittura ma scegli invece il buon fresco e scegliere
anche di poter avere della maggiore qualità e in particolare naturalmente anche per la quantità
utilizzata nel brano di cielo che fa da sfondo il pregiatissimo blu oltremare sappiamo che i lavori
procedono dall’alto verso il basso il ponteggio mano a mano viene fatto scendere e mano a mano
appunto si procede al lavoro i lavori verranno solamente quindi nella alla nel 1541 con la
scopertura degli affreschi in analogia a quanto era venuto nel 1512 per la volta il giorno del 31 di
ottobre appunto del 1500 40 lavora Michelangelo da quello che ci 20 sostanzialmente da solo ma
anche qui dobbiamo sempre essere attenti quello che intendiamo per lavorare solo nel senso cioè
che Michelangelo ha degli aiuti ma sono aiuti che vengono prevalentemente relegati a lavori di
diciamo così basta manovalanza per la preparazione dei colori per la struttura dell’ arriccio la
pittura e soltanto su un collaboratore effettivo probabilmente lavora per gli sfondi che fu l’urbe col
quale aveva già lavorato tu le giornate sono state 450 e ripeto il lavoro proseguiva per ampie
fasce orizzontali dall’alto al basso seco tradizione della stesura della pittura a buon come ben si sa
l’affresco città sin dalla mano a mano che si è già dal momento in cui ancora i lavori sono in corso
e mano a mano che si abbassa nei punteggi suscita tutta una serie di reazioni contrastanti biologi
e che accuse soap di decoro di trading che era la realtà del dettato evangelico si arriva addirittura
a paventare gli errori dottrinali le accuse di eresia che emergono soprattutto dopo il pontificato di
Paolo terzo in particolare nella ultima fase della vita di Michelangelo cioè durante il pontificato di
Pio qui scusatemi di Paolo quarto di più teniamo conto che sono gli anni del Concilio di Trento
1545 1563 quindi dove si dibatte ampiamente di questioni anche legate alla corretta
rappresentazione alla liceità e alla corretta rappresentazione delle immagini sacre poi su questi
temi ritorneremo la sintesi qual è che di fatto nel 21 gennaio del 1564 durante una delle
congregazioni delle riunioni assembleare del Concilio di Trento si dispone la copertura dei delle
parziali delle dita più ritenute meno tollerabili appunto presenti nel giudizio perché ben sappiamo
molte delle pure rappresentate e lo vediamo bene nell’immagine di insieme chili sto proiettato
sono rappresentate completamente e la scelta e quindi di coprire le nudità di vitali con panneggi e
un incarico che viene affidato come sappiamo ha Daniele da Volterra Daniele da Volterra è stato
negli ultimi anni fino all’ultimo momento si può dire della vita di Michelangelo collaboratore una
persona di estrema per Michelangelo e che lo assiste pro della e i lavori vengono di fatto realizzati
dopo la morte di Michelangelo 21 gennaio delibera e del 25 164 nel Febbraio Michelangelo muore
i lavori verranno poi e eseguiti sostanzialmente nel corso del 1565 e poi anche in fasi seguenti
Daniela Volterra opera principalmente con una pittura a secco coprendo appunto le nudità di
alcune figure in modo tale con una tecnica che sarebbe stata comunque come intervento che
sarebbe stato comunque reversibile volendo e ulteriori diciamo interventi di copertura si
susseguono ancora nel in fasi successive alla morte di Daniele da Volterra che appunto muore nel
1566 così come varie sono gli interventi restauro uh ancora i tentativi addirittura le ipotesi
addirittura di scalpellata tura dell’intera opera che vengono ed i tentativi di censura che arrivano
fino all’inizio del fino agli anni 20 dell’Ottocento il restauro del 1994 che abbiamo già citato per
quanto riguarda la decorazioni della volta di nuovo si dovrà affrontare dei un tema cruciale oltre a
quello della rivelazione delle accese cromie come sulla volta anche la parete del giudizio Rivera
più la stesso stesso carattere questo risultato che più all’epoca veramente che facente perché
furono eliminate depositi polvere di secoli ci fu però la il dilemma la diatriba su cosa fare con
appunto le varie coperture delle novità eh eh eh la scelta è stata una scelta che ha privilegiato la
storia nel senso cioè che la scelta è stata quella di mantenere l’intervento tali operato da Val
Daniel da quel terra quindi nella prima fase quello espressione più schietta di quella che era la

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cultura della forma e di eliminare invece che quelle panneggiata tour e quei panneggi che erano
stati riconosciuti attraverso lo studio stratigrafico come interventi successivi questo risultato
diciamo di compromesso se vogliamo ma anche di rispetto di quella che è a mio avviso la
stratificazione storica là della storia opera pittorica

33. Michelangelo Buonarroti, Angeli in volo con simboli della Passione, 1535-1541, Città del
Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina, parete del Giudizio Universale

Ecco iniziamo questa disamina da le lunette con gli angeli coi simboli della passione non è che
sono due cui vediamo il particolare di una sola delle due sono due gruppi di angeli e con una
particolarità che salta subito agli occhi e che fu molto discussa dai conti fin dai contemporanei e
cioè si tratta di angeli actori cioè privi delle ali secondo una rappresentazione iconografica del
poco consueto su questo se appunto l’attenzione ad esempio di uno dei importanti commentatori
poi di queste creditizio Ludovico dolce più Ludovico dolce una personalità di ambiente Veneto che
fa proprie anche le osservazioni più ingentissime Di Pietro aretino e che nel dialogo della pittura
che sarà molto studiato e ripreso si focalizza il pro aspetti li trova inconvenienti in poi questo
sforzo delle note mie e delle muscolature di queste cioè non adeguato per quella che è la grazia
tipica delle figure angeliche e sarà proprio il dolce su ispirazione anche in parte di aretino a creare
quel contrapposto cita e invece di come dire eterodossia tra Michelangelo e Raffaello perché
appunto EE poi Tiziano perché ci siano dalla parte dello produssi ha naturalmente perché di fatto
l’ho cioè linea proprio come invece Raffaello avesse espresso il fatto sacro con una piena grassi
armonia e conformità a quello che era il dettato evangelico anche nella definizione ad esempio a
partire proprio dalla definizione delle figure aggiunge che di fatto gli angeli come possiamo vedere
tengono nelle due lunette gli strumenti della passione qui vediamo nella lunetta di sinistra
riconosciamo facilmente la grande croce rappresentata scorciata poi abbiamo i dadi e la corona di
spine mentre nella lunetta sulla destra sono rappresentate la colonna della flagellazione la scala e
l’asta che porta la lancia che porta alla sommità la spugna in bevuta di aceto questi la scelta di
rappresentare la passione e simboleggia il sacrificio di Cristo e la via appunto al compimento del
processo di redenzione umana quindi è un punto d’inizio che si trova infatti nella parte sommitale
dell’affresco e che pronuncia poi quelli che sono le conseguenze diciamo nella scena centrale
nudi proposito di Michelangelo in realtà qui sono nudi che si raccordano benissimo con quelle che
sono le forme degli angeli appunto o allegorie che abbiamo visto presenti sulla volta di e in
perfetta continuità anche in questo gioco di scorci e di groviglio di corpi che poi proseguirà
ampiamente anzi sarà ancora più gente nelle porzioni centrali dell’affresco con quello che era già
quella idea di bellezza di Vigor anatomico proprio del del nudi della battaglia maschili della
battaglia in cascina già nelle figure gli angeli ma lo vedremo ancora con maggiore igiene a mano a
mano che si scende nella rappresentazione appunto della parte centrale col Cristo e la Vergine e
le corona di ideati e santi il momento del giudizio non è visto che Gaudio d e trionfante ma hai
visto come un momento di momento con più ansia di trepidazione di smarrimento EE questo
anche perché bisogna vedere bene analizzare bene e lo vedremo nella slide seguente qual è
effettivamente mento del rappresentato nella fascia intermedia qual è l’atto effettivo del Cristo

34. Michelangelo Buonarroti, Cristo giudice, la Vergine e il primo anello dei santi, 1535-
1541, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina, parete del Giudizio Universale,
vari particolari

Ecco arriviamo proprio alla porzione centrale nodale ovvero quella della rappresentazione del
Cristo figura dominante e monumentale al centro appunto della della fresco più la cui importanza
sottolineata non solo dalla relazione fisica ma anche dall alone di luce dorata di luce divina che
circonda il suo corpo e innanzitutto ecco dobbiamo tener conto che qui si segue diciamo la la
descrizione del momento del giudizio secondo quello che è il Vangelo di Matteo e quindi la scelta

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è quella di rappresentare appunto il Cristo nel momento in cui sta per pronunciare il verdetto del
giudizio finale ecco anche perché questo giustifica le espressioni di inquietudine di truppe di
trepidazione di angoscia chi fratellano dei volti anche degli angeli e dei dei beati e dei santi e
quindi ecco è un momento di attesa il gesto del Cristo un gesto particolarmente importante la
gestualità delle mani perché perché da un lato con loro questo gesto imperioso di abbraccio
sollevato per richiamare l’attenzione ma con la destra ma la sinistra invece posta
perpendicolarmente al corpo 400 grammi di pasta care la grande appunto tensione che
caratterizza tutte le figure e che dall’avvio questo gesto questo funzionamento anche della mano a
quel movimento diciamo così rotatorio che uniforma l’intera composizione che domina su tutta la
composizione e che la uniforme in questa scelta di non suddividere i piani di creare uno spazio
unico di cui abbiamo appunto già parlato il modo di rappresentare il Cristo rispetto alla tradizionale
iconografia del risorto non è un e anche su questo infatti come dire i tatori del dell’opera si
soffermati innanzitutto si appunto la posizione del braccio sollevato è abbastanza frequente anche
per lasciar vedere i segni della crocifissione che sono presenti anche in questo caso vediamo le
stimmate su torso dei piedi e la ferita del costato anche se appena accennata e quello che non è
rispettato e appunto il fatto di rappresentare Il Cristo non in trono ma appunto quasi seduto su una
sorta di nube con questa domanda cioè secondo elemento non pressioni gli addominali in questo
senso e il corpo è venuto eh eh e su questa scelta appunto della rappresentazione del corpo nudo
certamente utile anche per alludere al tema della passione EE anche possibile rimando ai cono
grafie classiche dell’attività EE poi l’altro elemento quello ancora meno consueto e quello del fatto
che Il Cristo sia im Beppe e come potete ben notare e peraltro proprio la posizionamento della
figura del Cristo la posa la composizione dell anatomia fu una delle parti che portò a più lavori
ripensamenti pentimenti anche come ha dimostrato l’analisi radiografica sul l’affresco per quanto
nella progettazione di di Michelangelo al fianco del Cristo risorto del Cristo appunto giudice è
presente vediamo proprio aderente al suo corpo quasi la figura della vergine la figura della vergine
anch’essa con una parte con questa elegante torsione del busto che ci richiama di nuovo al tema
dei nudi ma anche delle sigle che questa volta della Sistina e questo gioco di torsioni delle
anatomie peraltro fu molto viceversa anche apprezzato da coloro che invece appunto colsero
carattere di novità positivamente nel della rappresentazione appunto del giudizio dicevo
l’iconografia della vergine anche qui e non è affatto casuale perché appunto in questo porzione del
corpo c’è questo volto che si rovescia verso il basso e con un segno quasi di rassegnazione e
questo ha un significato ben preciso perché perché infatti la Vergine si è una figura di mediazione
importante fra cielo e terra tra vivi e morti ormai arrivati a questo punto arrivati al momento del
giudizio finale non può più intervenire nella decisione ma soltanto attendere gli esiti del ecco
quindi il significato di questa particolare posa intorno alla figura della della vergine Cristo c’è un
primo anello di figure eh beati in questo primo nero come possiamo vedere dall’immagine di
insieme che collocato in alto a destra sono collocati prevalentemente senso rispettando quella che
è la più tradizione iconografica e i le figure degli apostoli e di solito sono sotto Prodi delle
sicurezze qui invece li vediamo lunedì e stanti ma comunque troviamo riconoscibili appunto le
figure della posto lì per renderle riconoscibili e ovviamente sono dotate di attributi vediamo ad
esempio che conosciamo Sant’Andrea subito di spalle di lato dalla vergine nella caratteristica
croce della sua crocifissione riconosciamo ad esempio sulla destra Barbato caduto inchinato che
offre qualche anno le chiavi appunto San Pietro due figure poi hanno una posizione diciamo in
qualche modo predominante perché si trovano come possiamo vedere ai piedi del Cristo sono
solo Lorenzo protomartire con la caratteristica graticola del martirio e dall’altra parte la posso lo
bartolommeo col col coltello e la pelle appunto in mano troppo perché fu spellato la tradizione ha
voluto appunto leggere nella figura del Santo nella pelle del che tiene in mano il San bartolomé o
una rappresentazione alla morfica addirittura del della di Michele col col volto di di Michelangelo
stesso e la presenza predominante di fare di Lorenzo e di Romeo e anche stata attivata con una
antica dedicazione appunto alla cappella oltre che all’assunta a questi due santi Amore voi

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35. Michelangelo Buonarroti, Il secondo anello dei santi con il particolare della ridipintura
di san Bartolomeo e santa Caterina, 1535-1541, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella
Sistina, parete del Giudizio Universale

Slide vediamo la seconda fascia la seconda corona quella Slide vediamo la seconda fascia la
seconda corona quella più esterna di santi e beati che appunto include figure di santi martiri di
santi confessori altre tipologie di beati sostanzialmente la parte destra e prevalentemente
caratterizzata che è quella che vi mostro nella fotografia una maggiore sviluppo e caratterizzata
prevalentemente da figure maschili anche se non esclusivamente e mentre la parte sinistra è
prevalentemente caratterizzata dalla presenza di figure femminili e vediamo anche in questa fase
come già nella porzione precedenti con gli apostoli appunto questo addensarsi dei corpi variati
nelle nell’intonazione delle carnagioni variati nella in maniera assolutamente incredibile della
qualità delle pose consideriamo che in tutto abbiamo oltre 400 figure con una varietà incredibile di
pose e di espressioni sempre ripetiamo dominate da quel tema della incertezza dell’inquietudine
che pervade prima del pronunciamento finale in questo momento spasmodico di attesa fra le
figure dei santi ne spiccano alcune nella porzione di destra su cui è interessante appuntare
l’attenzione proprio nei termini della censura a cui e se vennero sottoposte il particolare più
interessante infatti li metto anche una trovate una fotografia anche in basso a destra e quello
appunto del gruppo di San Biagio con il caratteristico attributo dei dei pettini chiodati da cardatore
con cui viene martirizzato vestiti col panneggio rosso nella slide nella foto di sinistra in basso al
centro e davanti a lui con la ruota dentata spezzata Santa Caterina d’alessandria buona dentata
all’uso appunto uno dei supplizi a cui Caterina venne sottoposta ma che support OE anzi su però
perché Caterina venne poi invece martirizzata con la decapitazione ecco questo gruppo
originariamente anch’essa per concepito rappresentato nudo si presentava e di fianco a loro poi
con le frecce San Sebastiano si presentava come ci appare nell’immagine di destra che cos’è
l’immagine di destra l’immagine di destra è una riproduzione di questa porzione del giudizio
eseguita da Marcello venusti un pittore di origini valtellinesi e che lavora appunto nella Roma di
metà 500 e che fortemente segue e sente la lezione di Michelangelo attraverso in particolare la
amicizia con una delle figure di riferimento per Michelangelo in questo in questo soggiorno romano
degli anni 30 in avanti che Tommaso de cavalieri che figura diciamo di 3 giugno fra de nu stiu e
Michelangelo Michelangelo di fatto sarà un vero e proprio in qualche modo anche maestro per
venusti che copia appunto il queste porzioni del giudizio del giudizio universale prima della loro
quindi ridipintura ecco si vede bene qui questa posa della figura di Santa Caterina completamente
nuda e in rapporto a San Biagio anche nel tipo di posizionamento della testa che fu uno dei di
porzioni di affreschi maggiormente criticate la posizione non perché questa posizione chiaramente
poteva ricordare un atto sessuale e quindi questo fu uno degli affreschi delle porzioni affresco
maggiormente condannate maggiormente discusse e che subì la più radicale proprio per questo
trasformazione qui Daniele da Volterra non intervenne semplicemente dipingendo a secco dei dei
panneggi ma dovete proprio cambiare in qualche modo non solo rivestire le figure ma cambiarne
la posizione quindi fu costretto proprio a scalpellare via la pittura di Michelangelo per poter
riposizionare le due figure infatti se si nota che la atteggiamento di San Bartolomeo è
completamente cambiato invece che guardare in basso guarda appunto in alto verso Dio e verso il
Cristo e rimane molto più distaccato fisicamente rispetto alla Santa Caterina che appunto è stata
completamente rivestita

36. Michelangelo Buonarroti, Angeli in volo con le trombe del giudizio, anime beate e anime
dannate, 1535-1541, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina, parete del Giudizio
Universale

Arriviamo dunque alla parte inferiore del dipinto che è quella che va lenta damento appunto quasi
aw che ci porta tema parole della linea cosa che 9 1 parte nella parte centrale al centro in asse
con la figura del Cristo giudice dobbiamo aspettare le figure degli che sono gli angeli
dell’apocalisse che svegliano già eh eh che è quello e abbiamo altri vabbè che delle ali come

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quelli del lunetti la passione di Cristo ma l’altro elemento anomalo assolutamente non adeguato
secondo quella che eri così a canonica alla rappresentazione composte contenuta dei leggi della
gestualità delle figure angeliche e il fatto che nel suo nare gli strumenti a fiato queste figure nello
sforzo questo è un aspetto anche il suo diciamo reputa che pur reputato poi stato no degli atti
coloro che sono destinati a risalire viviamo appunto nella parte inferiore a sinistra vediamo corpi
appunto che avranno risorgera di salire in cielo che le anime appunto che dovranno salire in cielo
che reputo erano il proprio corpo il tema della corruzione della carne e e le vediamo anche che
stanno alcune di questi stanno già risalendo in alto verso dall’altra parte invece al di là appunto
degli angeli ci sono i fondi proviamo invece la la parte diciamo della rappresentazione è più
drammatica perché perché ci sono invece le anime sono state dannate e che appunto devo
scendere agli e questa scena matica degli angeli che sospingono corpi per spesi per la parte
inferiore a destra e stata proprio la la la barca di Caronte che all’inferno e che accoglie dannati che
vengono fatti in nuovamente scelto in un modo per altri e al centro gli angeli dell’apocalisse con le
in particolare proprio questo no vediamo in alto a destra con la discesa di dannati ecco ridi
drammaticità su molti in particolare quella della figura maschile che si copre la parte del volto con
la mano il senso la manifestazione anche espressiva del colpo alcuni di queste figure ben cadute
tengono gli attributi come la borsa e denari terreni o comunque tributi che allestito il logo peccato è
stato osservato da tutti che nella ferro con la scena della di Caronte e che traghetta le anime dei
dannati sulla sua imbarcazione per condurre davanti a minosse e che al corpo avvolto dalle spire
di serpente ci sia nella scelta appunto dicono grafica di questa rappresentazione un chiaro
riferimento alla Divina Commedia diretta da ieri guardiamo più con tutta l’elasticità con queste
cose questi aspetti devono essere tenuto conto della fattura di 500 che è appunto la Divina
Commedia era

37. Tiziano, Ritratto di Paolo III Farnese, 1543, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte 38.
Cappella Paolina, veduta d’insieme, Città del Vaticano, palazzi apostolici (costruzione su
progetto di Antonio da Sangallo il giovane 1537-1540)

Abbiamo menzionato prima la figura del pontefice Paolo Farnese eh eh è importante appunto
porre l’accento su questa figura qui ve lo mostro suoi tra due ritratti più celebri tutti e due realizzati
da un altro grande protagonista del 500 che vedremo nella prossima lezione e cioè da tizio
soltanto per Paolo terzo Farnese ma poi vedremo con quali motivazioni piano si pagherà da
Venezia scenderà a Roma EE questo ritratto appunto è un ritratto emblematico del pontefice
realizzato nel 1543 quindi quando ormai il cantiere della Cappella Sistina è concluso ma in in anni
densissimi come avremo modo di vedere di altre condizioni per Michelangelo il ritratto del
pontefice è un ritratto che come possiamo vedere pur nella chiave cromatica pittorica tutta giocata
su Rossi sui piani piano torneremo però riprende della posa della rappresentazione del pontefice
di tre quarti seduto la riprova di quello che vi anticipavo precedentemente proprio il paradigma di
Raffaello ma al di là della vicenda dell’opera pittorica la opera tra l’altro è conservata come buona
parte delle collezioni dei Farnese Anna nazionale di Capodimonte a Napoli proprio per le vicende
del stia farnesiana e dello Stato farnesiano che sarà uno degli atti tra i tanti politici religiosi di
importanza che Paolo terzo realizzerà durante il suo faccio solo velocissimi accenni a questo
abbiamo detto che proprio per inquadrarlo perché una figura andar Paolo terzo fa al secolo
Alessandro Farnese diviene seguire 534 e manterrà la carica naturalmente fino alla sua morte nel
1005 che avverrà nel 1540 durante gli anni del suo pontificato avvengono pensiamo soltanto alla
prima fase addio rivoluto scatto del Concilio di Trento 1545 ricordo gli estremi vinici 163 ma
ricordiamo anche che proprio dura ordini religiosi che danno risposta alla riforma gli ordini di tanti
ordini religiosi contro le forme di la cava un ruolo fondamentale anche per le committenze
artistiche e la compagnia ma un altro aspetto estremamente importante e anche la appunto di
vero e proprio stato stato principesco in nell’ampia ambito padano per il peccato ti Parma e
Piacenza che sarà sotto il controllo degli esponenti della dinastia Farnese dalla data del 500 45 e
rivorrà Farnesi fino ai primi decenni del 700 quando casato Elisabetta Farnese che sposa vedi
Spagna film il Ducato Passera il controllo di primo cadetto della dinastia dei propone Spagna

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perché allora le collezioni farnesiane finiscono a Napoli perché appunto una Regno di Napoli vaffa
che solitario 100 sotto lo devi porre in Spagna e app buona parte delle colline la farmacia ci va
vengo A Napoli ecco perché li troviamo della collezione Farnese per opere chiavi arte moderna
appunto posizionare di Capodimonte le grandi collezioni archeologiche al museo perché la
creazione di uno stato farnesiano nel cuore dell’Italia padana e solo perché appunto fatto Paolo
terzo cambiato a una serie figli quattro figli il primogenito appunto il primo duca di Palma di piace e
Piacenza Pierluigi appunto devono esse che devono essere collocati ma di fatto l’insediamento
dello Stato farnesiano si colloca in un’ottica di politica di equilibri approvata dalla dalla politica
imperiale di Carlo negli anni 40 del 500 Paolo di Paolo terzo Farnese come tutti i grandi Papi che
l’avevano preceduto si deve muovere in un’ottica di politica internazionale complessa all’interno di
quello che è il grande conflitto che oppone la Francia all’impero che oppone Francesco primo a
Carlo quinto scritto che domina per tutta la prima metà del 500 e che si concluderà solo nel 1559
con la pace di cateau cambrésis e in questo contesto appunto Paolo terzo in una diciamo politica
di parentela di neutralità nei contendenti ma di fatto con delle posizioni più qualche modo vicine a
almeno per una parte del suo pontificato anche se non per tutto a quella che è la figura
dell’imperatore Carlo quinto e la costituzione del Ducato di Parma e Piacenza verrà con diciamo
così bene placito ma velocissima rassegna perché gli aspetti poi devi modificate volte molto tanti
perché perché il Ducato di Parma Piacenza e stato di nuovo lo stato italiano piccolo
territorialmente nevralgico del italiani e a che centro di mecenatismo e estremamente importante
ma ma va detto a proposito proprio della finanza che Paolo terzo abbiamo detto educato nella
Firenze medicea e una forse l’ultimo dei grandi Papi Lecce nati del 500 inteso nel senso più ampio
del termine nel senso più trattamento e rinascimentale appunto a lui devono una serie di
importanti a partire da quella di solo all’interno dei palazzi cari ma una serie importante di altri
interventi play strutturalmente dei palazzi vaticani e ci ritorneremo si devono anche considerare
naturalmente il il proseguimento finalmente dei lavori per quanto riguarda la basilica il notificato di
polso francese hanno tante ma anche interventi che rigu vari rispetti la la riqualificazione della città

39. Michelangelo Buonarroti, Vocazione di Saulo, 1542-1545, Cappella Paolina, Città del
Vaticano, palazzi apostolici

Ecco vediamo il primo dei due riquadri dal fresco realizzati da Michelangelo la conversione di
saulo naturalmente è la scena rappresentata nella porzione centrale mentre si vede la continuità
della decorazione della parete nei due porzioni laterali separate dalle lesine giusto per dare anche
l’idea dell’ambiente in entrambi gli affreschi Michelangelo prosegue un processo di fforde sintesi
nella rappresentazione delle figure sempre però con una forte evidenza di quella che è la ricerca
diciamo così anatomica dell’artista e il modo in cui le scene sono rappresentate sono molto
riflettono comunque anche quello che è diciamo la sensibilità del momento sia del committente
Paolo terzo che dell’artista in un momento di forte dibattito e confronto tra quello che è il mondo
cristiano cattolico e il mondo appunto gli ambienti riformati e la scena della conversione di pa di
saulo e quella tratta canonicamente dagli atti degli apostoli ma con una variante anche qui che
salta subito all’occhio nella rappresentazione di saulo che troviamo appunto raffigurato in primo
piano perché giacente a terra perché egli è rappresentato diversamente dalla narrazione con una
figura anziana diversamente appunto dalle fonti che lo dicono questo giovane e in età be ride e in
queste fattezze è stata ho visto dalla storiografia è ancora in tempi recenti dopo i restauri degli
anni 2000 dallo stesso pontefice Benedetto sedicesimo una possibile rappresentazione di
Michelangelo e il il Sauro è disteso a terra appunto dopo la caduta da cavallo il cavallo infatti lo
vediamo imbizzarrito allontanarsi in secondo piano visto da tergo e è stato appunto colpito da
questo è accecato dal raggio luminoso che taglia in due completamente la scena e interrompe
questo brano di blu ultramarino estremamente vivace e questo raggio luminoso che gli è stato
inviato dalla figura scorciata del Cristo rappresentato appunto nella porzione in alto a sinistra che
è ed è appunto quel raggio di grazia divina che lo ha colpito e che lo trasformerà da persecutore di
cristiani in apostolo della della cristianità permane il tema appunto della del del dello sgomento del
disagio nelle figure soprattutto nelle figure degli astanti che si stanno allontanando spaventati

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appunto da questo subitaneo episodio miracoloso diversamente dalla Cappella Sistina nella
cappella Paolina tuttavia notiamo che al di là delle figure degli angeli sempre angeli senza li
Michelangelo si contiene nella rappresentazione della delle figure abbagliando le diversamente
appunto da quanto era venuto nel giudizio e facendo proprio diciamo anche sulle istanze della
committenza quelle che erano state appunto le osservazioni di e di di critici critiche appunto nei
confronti di questa scelta va detto che nell’insieme le due figure di Paolo e Di Pietro e nella
rappresentazione dei loro episodi più significati più significativi della loro vita sono delle figure che
devono essere viste come dei modelli non tanto da imitare pedissequamente quanto piuttosto
appunto dei modelli di cristianità da cui trarre spunto e riflessione per la attività appunto di un
pontefice e di tutti coloro che vivono e vedono questo luogo

40. Michelangelo Buonarroti, Crocifissione di san Pietro, 1546-1550, Cappella Paolina, Città
del Vaticano, palazzi apostolici

Affresco quello con la crocifissione di San Pietro anche qui lo vediamo naturalmente
contestualizzato lungo la parete con gli innesti di decorazione vittoria successiva di fine 500
separati appunto dalla partizione delle lesioni più la scena del martirio di San Pietro non segue
questo naturalmente si deve anche alle scelte della committenza e la canonica rappresentazione
perché proprio perché si sceglie un momento diverso cioè non e il momento in cui avviene il
martirio vero e proprio quindi la rappresentazione del corpo già crocifisso Di Pietro a testa in giù
normalmente corredata oltre che della presenza degli astanti che pure sono ampiamente presenti
anche affrescò da vedute che richiamano luogo dove ebbe dove si svolse la martirio Di Pietro cioè
la città di Roma in questo caso invece luogo e ha completamente anonimo è uno spazio aperto
che non ha alcun tipo di non ci sono architetture dipinte la semplificazione appunto in questo
senso del paesaggio e radicale e la scelta del momento appunto non è quello della crocifissione
già avvenuta ma è quello avvenire la crocifissione si sta predisponendo appunto la croce e si sta
adagiando il corpo Di Pietro sulla stessa per subire il martirio qui una scelta ben precisa il gioco
compositivo hai dato tutto dalla polo dalla soluzione della Croce collocata diagonalmente in primo
piano che taglia e occupa completamente in qualche modo la composizione una momento questo
della vita di San Pietro che non è derivato la scelta di rappresentare questo momento non è
arrivato dagli atti degli apostoli diversamente della scena di della conversione di saulo ma invece
dalla leggenda aurea assente completamente anche diversamente dalla scena di saulo la la il
riferimento al divino il divino non è rappresentato non non è presente durante questo momento un
momento in cui appunto Pietro in qualche modo è rappresentato da solo che si sta offrendo al
martirio e consapevolmente molto interessante anche la torsione originale e la torsione del busto
ho sollevato il capo e sollevato lo sguardo rivolto verso l’esterno particolare nell’ottica
dell’architettura della cappella era rivolto verso il porta da cui faceva ingresso il pontefice quasi
quindi ammonito ai suoi successori di quello che era stato appunto il sacrificio da lui svolto quindi
un con una carica dal punto di vista comunicativo di questa scelta iconografica decisamente
potente più la vicenda della dell’affresco di professione è inframezzata dalla zia di Michelangelo
da un incendio che interessa il palazzo apostolico e anche dalla morte di Paolo terzo ma
comunque appunto l’opera nel 1551 anno dopo la morte di Paolo terzo che era stato committente
viene completamente conclusa

41. Michelangelo Buonarroti, Pietà, 1546, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
Michelangelo Buonarroti, Cristo crocifisso, 1545 ca., Londra, British Museum

Dopo l’impresa della cappella Paolina di fatto Michelangelo non era più per grado anche dal
punto di vista fisico di affrontare la fatica di nuovo fresco ma di fatto non abbiamo neanche
testimonianze pittoriche di rilievo continuerà però naturalmente a disegnare molto e per sé e
realizzando anche opere che donerà ad amici e della sua della sua cerchia di fatto la le amicizie
romane più importanti come avevamo come ho già accennato precedentemente vengono ad
essere intraprese da Michelangelo proprio negli anni 30 40 del 500 abbiamo citato Tommaso de

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cavalieri in relazione anche alla mediazione colpitore torinese Marcello venusti Tommaso dei
cavalieri sarà una figura di riferimento importantissima per Michelangelo fino alla fine della sua vita
insieme adesso sicuramente un’altra figura di riferimento importantissimo è quella della
nobildonna vittoria colonna vittoria il rapporto tra Michelangelo e vittoria colonna un rapporto di
fonda comprensione dal punto di vista intellettuale naturale spirituale è un rapporto che dura circa
un decennio perché perché in cui si confonde 537 38 EE la loro amicizia dura fino alla fine della
vita dopo la morte nel 1547 è un tema importantissimo per quanto riguarda la biografia di
Michelangelo la colonna una figura era vedova di Ferrante thanos marchese di Pescara è una
figura che ha radura intorno a sé un cenacolo intellettuale e di riflessione su quello che erano i
temi di riforma all’interno però del cattolicesimo estremamente vivace di cui Michelangelo diviene
parte ripeto ribadisco non si tratta di una vicinanza ad ambienti protestanti soprattutto al mondo
del luteranesimo ma il fervore spirituale dell’ambiente intorno a vittoria colonna di cui ripeto
Michelangelo Crispi nuovamente compartecipe un fervore spirituale che vorrebbe promuovere
un’idea di riforma della Chiesa cristiana cattolica appunto al suo interno della osservanza
dell’ortodossia la relazione ha tra di Michelangelo convinto la colonna appunto una relazione di
consonanza spirituale ma anche di forte consonanza intellettuale trova innumerevoli testimonianze
attraverso lettere poesie ovviamente i contri ma anche attraverso alcune testimonianze figurative
che mi fa piacere appunto ricordare anche per la peculiarità iconografica in particolare abbiamo
due disegni o meglio tre che sicuramente Michelangelo dona a alla a vittoria colonna ho detto tre
ma in realtà ne vedete solo due nella slide perché perché i tre disegni sono appunto quelli della
pietà nella immagine di sinistra conservato all’ Isabella Stewart Gardner Museum di Boston la
crocifissione che vedete sulla destra del British Museum di Londra mentre 1/3 disegno non l’ho
messo il Cristo e la samaritana al pozzo perché di fatto è noto solo attraverso copie non è non non
è pervenuto la l’autografo di Michelangelo in entrambi questi disegni compiuti e finiti pensieri molto
probabilmente però da tradursi in opere pittoriche ma che non ebbero da parte di Michelangelo in
persona direttamente una traduzione pittorica noi conosciamo di traduzioni pittore che sia dell’uno
che dell’altro diverse versioni ma appunto di artisti che hanno gravitato intorno a Michelangelo o
intorno alla colonna ma non sono per appunto autografi di Michelangelo autografi di Michelangelo
solo i disegni questi due Teddy quello della pietà in particolare ma anche quello della crocifissione
sono espressioni e proprio di quello che era il dibattito spirituale all’interno del circolo di vittoria
colonna in particolare il tema di fondo della speranza nella grazia dell’anima derivata proprio dalla
riflessione sul sacrificio della Croce e questo è un tema che domina sia nella riflessione con
vittoria colonna che poi anche autonomamente la riflessione di di Michelangelo ripeto storia
colonna e passo dei cavalieri sono soltanto diciamo le figure più importanti anche dal punto di
vista emotivo della biografia di Michelangelo di una rete però di relazioni e estremamente ampia
che in quegli anni che ripeto Michelangelo considera tra i migliori della sua vita più Michelangelo
istituisce in Roma in particolare con parecchie figure anche di fiorentini critici nei confronti del
governo Ducale che vivevano perché presto coinvolti nelle carriere La tizi in particolare che
vivevano in quel periodo in a Roma ecco ancora una con paio di considerazioni quindi sulle due
opere l’opera di sinistra la pietà più ci propone un iconografia appunto molto particolare della pietà
perché non abbiamo il Cristo giacente sulle gambe della vergine come nella pietà appunto
vaticana scolpita da Michelangelo giovane ma invece vediamo che il corpo morto del Cristo è
adagiato in mezzo alle gambe della vergine in più in asse con quello che è una porzione soltanto
che si intravede del braccio maggiore della crocifissione e il corpo morto del Cristo appunto è
ulteriormente poi supportato dalla ai lati da queste due figure di giovani angeli e quindi una forte
sottolineatura del peso del corpo morto del Cristo della riflessione sulla morte del Cristo e della
espressione di speranza invece ivi dolore che pervade la figura della vergine con le braccia aperte
in preghiere lo sguardo appunto rivolto verso l’alto nella speranza appunto della Sacher del
sacrificio di Cristo come veicolo di redenzione l’altra immagine invece è quella della crocifissione
anche in questo caso appunto dall’opera sono state derivate delle composizioni fattori che una di
quali tra l’altro di Marcello venusti che abbiamo già citato ma nessun autografo appunto di
Michelangelo anche in questo caso l’iconografia del Cristo crocifisso presenta delle varianti
rispetto alla rappresentazione canonica perché abbiamo vabbè la presenza degli angeli che

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piangono ai lati del braccio inferiore della del Barcellona della Croce ma questo rientra in una
tradizione che molto presente anche in età medievale pensiamo soltanto ad esempio ha giocato
ma la peculiarità è il sollevamento stacco del una forte valenza drammatizzazione del distacco del
busto del Cristo della Croce il sollevamento appunto del con questo movimento quasi rotatorio del
collo e del viso verso verso l’alto con questo è un una soluzione estremamente particolare
novativa di questi disegni a destinazione privata appunto mirati a donarli come molti altri che
Michelangelo donerà nella sua maturità ad amici in questo caso appunto a una delle persone più
importanti ovvero vittoria colonna

42. Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo Buonarroti et alii, Palazzo Farnese,


facciata principale, realizzazione della costruzione tra 1541 e 1580

Ecco l’attività di Michelangelo per la committenza Farnese la riprendiamo ma anche per e


poi una committenza un’attività pardon prevalentemente architettonica ma la riprendiamo a
questo punto anche per riflettere sull’altro aspetto perché di fatto gli ultimi 15 gli ultimi 15
anni della vita di Michelangelo dagli anni 50 fino al 1460 1564 saranno anni occupati
essenzialmente da idee pensieri direzioni di cantieri architettonici alcuni anche avviati
precedentemente e e poi una riflessione ancora sulla scultura ma a livello privato i grandi impegni
pubblici di questi ultimi 15 anni essenzialmente che adesso passeremo rapidamente in rassegna
sono interventi di natura architettonica in luoghi comunque topici il primo che vi mostro è
l’intervento per palazzo Farnese palazzo Farnese ce lo dice già il nome era il palazzo di famiglia
dei Farnese in Roma palazzo che viene acquisito da Paolo terzo quando era ancora Alessandro
Farnese cioè quando era cardinale punto per avere una residenza degna del suo rango tu viene
affidato inizialmente ad Antonio da San Gallo il giovane i lavori si svolgono fra il 1400 a partire dal
1512 14 circa e proseguono fino alla grande crisi da determinata dal sacco di Roma del 1527
quindi vengono ripresi con poi a partire dalla dagli anni 40 appunto dall’inizio degli 40 quando
ormai Paolo terzo è diventato pontefice Antonio da San Gallo il giovane nel 1546 muore ed è da
quel momento di fatto come avremmo modo ulteriormente di vedere che Michelangelo per volontà
sempre del pontefice eredita tutti i cantieri che erano stati propri di Antonio da San Gallo il giovane
sia privati sia pubblici di committenza pontificie diventerà infatti anche come avremo modo di
vedere l’architetto della fabbrica di San Pietro il responsabile insomma di tutti i cantieri papali a
che cosa cosa come interviene a quindi su questa fabbrica Michelangelo di fatto la fabbrica era
già ampiamente avviata e di fatto Michelangelo interviene soprattutto per quanto riguarda la parte
superiore della fronte l’inserimento del balcone centrale quindi la parte del terzo ordine il
cornicione finale l’inserimento del balcone in facciata con i grandi stemmi e poi il completamento
del cortile interno palazzo Farnese è un palazzo fondamentale al di là della intervento
michelangiolesco ma lo inserisco non perché sia così nodale quanto perché si Lega una
committenza estremamente importante ma palazzo Farnese è un fulcro per la storia dell’arte
romana e non solo per tutto l’età moderna perché perché al suo interno lavoreranno artisti
importantissimi e in particolar modo appunto all’inizio fra fine 5 e inizio 600 gli interventi appunto di
Annibale carracci del camerino e nella galleria saranno dei punti di riferimento fondamentali per di
studio per gli artisti delle generazioni successive no mamma oggi ricchi

43. Michelangelo Buonarroti et alii, Il Campidoglio con i palazzi Senatorio, dei Conservatori,
il Palazzo Nuovo e al centro il monumento equestre di Marco Aurelio nell’incisione di
Étienne Dupérac (sec. XVI ultimo quarto)

Il più importante è anche maggiormente compiuto Il più importante è anche maggiormente


compiuto intervento di riqualificazione di uno spazio romano che è al di fuori delle dirette
committenze dei palazzi vaticani e che non è neppure espressione di una committenza privata
della famiglia del pontefice e che vede coinvolto michelangelo è senza dubbio il cantiere della
piazza del campidoglio che qui mostro in un’immagine non Del 1569 quindi di pochi anni dopo la
morte di Michelangelo i lavori di riqualificazione di quest’area della città di Roma un’area di origine

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romana e sede fin dalla dall’età medievale della del caso nella dell’amministrazione civica cittadina
appunto di Roma e è 1 1 idea di riqualificazione che inizia già la metà del 400 con Papa Niccolò
quinto che abbiamo visto essere uno dei primi grandi ristruttura promotori della ricostruzione della
riqualificazione della città di Roma il l’idea è quella appunto di Papa Nicolò quinto di creare una di
razionalizzare questo spazio ricostruendo il palazzo senatorio che è il palazzo che fa da fondo alla
piazza il palazzo di governo vero e proprio della città Di Roma e il palazzo dei conservatori che è il
palazzo che sta nella porzione alla destra rispetto allo spiazzo l’idea è quella di creare appunto di
disporre questi palazzi ai lati di una piazza di ad andamento trapezoidale con degli effetti anche di
lettura prospettica dello spazio urbano estremamente interessanti sul modello di quello che era
stato elaborato in quel nella città di pienza sotto la direzione sempre del rossellino e rossellino e
anche l’architetto a cui appunto Nicola quinto si affida per questa prima ri plasmazione nel 1538
34 38 appena arrivato Michelangelo A Roma di fatto Paolo Papa Paolo terzo gli affida il progetto di
riqualifica di riprendere in mano appunto il progetto di Nicolò quinto e di completarlo di ampliarlo di
riqualificare la piazza in prospettiva dell’avvenuta nel 1538 dell’imperatore pardon 1536
dell’imperatore Carlo quinto A Roma di fatto i lavori di riqualificazione della piazza del Campidoglio
proseguiranno ben oltre quello che è il momento dell’arrivo di Carlo quinto e occuperanno
Michelangelo per oltre un ventennio viene mantenuta l’idea della piazza appunto trapezoidale con
con il palazzo senatorio che chiude come una quinta appunto la scena e diventa il fuoco
prospettico come principale palazzo di governo ai lati non solo viene ricostruito quasi
completamente il palazzo dei conservatori ma viene costruito un simmetrico palazzo che serve a
chiudere la piazza e che è quello il cosiddetto palazzo l’uovo entrambi costruiti con forme
omologhe anche se poi l’analogia nella realtà è meno evidente di quella della incisione che
realizza il progetto di du perac e vediamo appunto delle fronti dei due palazzi dominate dall’ordine
gigante un altro elemento che viene aggiunto nella progettazione di di Michelangelo e il più la
grande scalinata appunto di accesso alla piazza da la sottostante piazza dell’ araceli anche questa
scalinata anche se poi lavori ovviamente di tutto il complesso proseguiranno ben oltre la fase di
Michelangelo i lavori sono secondo le idee di Michelangelo vengono poi proseguite dalla figura
fondamentale dell architetto pur lezzino che dominerà nella Roma di dell’ultimo quarto del 500
Giacomo della porta che lo troveremo più volte sulla strada della prosecuzione di progetti di
Michelangelo e poi l’altro intervento importante che completa la diciamo la ciliegina sulla torta che
completa la riqualificazione della piazza e la scelta anche questa sempre legata alla progettazione
di Michelangelo di collocare al centro della piazza di trasferire al centro della piazza da San
Giovanni in Laterano la statua equestre di Marco Aurelio così infatti avverrà e proprio il basamento
su cui posizionare la scultura è uno degli interventi che più occupa Michelangelo ancora fino degli
anni ultimi della sua vita quindi ecco il progetto complessivo di piazza del Campidoglio per quanto
poi proseguito durante fasi successive presenta effettivamente l’impianto compiuto di quello che
era stato il disegno michelangiolesco ed è uno dei luoghi topici di riqualificazione della Roma
dell’epoca di Paolo terzo e poi e poi anche del decennio appunto dei decenni successivi

44. Prospetto dei diversi progetti per la pianta della basilica di San Pietro in Vaticano

Come accennavamo precedentemente alla morte di antonio da san gallo il giovane


michelangelo eredità vari incarichiCome accennavamo precedentemente alla morte di Antonio
da San Gallo il giovane Michelangelo eredita vari incarichi e sovrintendenze architettoniche che
erano state a lui affidate da Papa Paolo terzo compreso quello di architetto della fabbrica di San
Pietro questa carica verrà formalmente mantenuta da Michelangelo sino alla sua morte e
nonostante l’avvicendarsi di numerosi pontefici i tentativi anche di sottrarre la direzione della
fabbrica al suo controllo soprattutto negli anni appena precedenti la sua morte da parte della
fabbrica di San Pietro ci sono proprio delle lettere risalenti al 1563 che che lo vedono vedono un
tentativo appunto della fabbrica di San Pietro di sottrarre l’incarico che invece poteva essere
revocato soltanto per volontà la Pontificia l’altro aspetto è una direzione ventennale del cantiere

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estremamente problematica anche per che dà molta sofferenza Michelangelo lo si vede anche
nelle varie lettere nelle sue varie nelle in più di una testimonianza anche perché Michelangelo fa
delle scelte per quanto riguarda la planimetria della basilica in controtendenza vediamo meglio di
capire che cosa era successo di fatto con una estrema sintesi noi siamo rimasti all’idea del
progetto B in alto cioè quello di Raffaello che vuole recuperare la pianta a sviluppo longitudinale
longitudinale nel 1520 gli subentra come primo architetto sogno da sangallo il giovane appunto
che manterrà la carica fino al 1546 e coadiuvato da balla sarre Peruzzi di fatto in questi prima fase
fino al sacco di Roma che segna sempre appunto questa drammatica cesura si sviluppa un
fortissimo dibattito sul di nuovo sul tipo di planimetria che doveva essere privilegiata per la basilica
appunto nella dialettica tra corpo longitudinale a tre navate e pianta centrale a croce greca e
quindi il dibattito continua mentre via via si cerca comunque di procedere per quanto riguarda la
lavorazione dell’area del presbiterio i lavori si interrompono per quasi un decennio vengono ripresi
nel 1538 di nuovo con la direzione di Antonio da San Gallo il giovane il quale tuttavia non mette
mano a un vero e proprio cantiere di prosecuzione dei lavori ma si concentra invece nella
definizione del suo progetto lavorando a un costosissimo modello ligneo che definisce nel
dettaglio appunto quella che è la progettualità di Antonio da San Gallo il giovane e su questo
lavora fino alla morte dal 38 39 fino al 46 e elabora una planimetria estremamente ricercata che è
quella che vediamo nel disegno c non consideriamo per semplificare il nostro discorso il disegno
di che è una ulteriore proposta di ritorno alla pianta centrale di baldassar Peruzzi che lasciamo a
parte che rientra nel dibattito degli anni 20 del 500 concentriamoci sul modello c Antonio sangallo
il giovane in questo modello ligneo che qui vediamo trasposto nella planimetria cosa fa cerca
vedendo quanto il dibattito tra pianta longitudinale pianta centrale avesse diviso gli gli architetti
nella committenza cerca di creare una sintesi di creare un ibrido come possiamo vedere dalla
planimetria un corpo che non è una vera e proprio corpo longitudinale non è una vera e propria
pianta Latina ma è una pianta centrale a croce greca con una sorta di prolungamento dato da un
ampio portico da un pro now antistante dall’inserimento di una ulteriore cupola e da l’inserimento
di due alte torri campanarie appunto in facciata progetto molto ambizioso quando Michelangelo
subentra alla direzione del cantiere di fatto boccia completamente diciamo così il progetto di
Antonio da sangallo il giovane questo gli crea una serie di antipatie di contraddittori da subito
perché perché ci sono molti esponenti della fabbrica di San Pietro che invece sono favorevoli al
progetto di Antonio da San Gallo anche se appunto Michelangelo lo valuta subito come troppo
costoso troppo architettonicamente troppo complesso quindi come irrealizzabile proprio questa
presa di posizione da parte di Michelangelo e la scelta di ritornare all’idea di Bramante della pianta
centrale pura con la cupola al centro come elemento del tutto dominante Come vediamo nel
progetto e che è quello appunto di Michelangelo determina una come dire spinta di anti antitetica
appunto all’interno delle stesse della stessa fabbrica di San Pietro quelle che sono le scelte di
Michelangelo e c’è un antagonismo quindi fortissimo un tentativo di in qualche modo non posso
dire sabotare ma comunque di non non vedere compiute le scelte operate appunto da
Michelangelo Michelangelo che ritorna sì al progetto di Bramante ma di fatto nel tornare al
progetto di Bramante l’ho proprio per renderlo più facilmente eseguibile lo semplifica EE questo gli
permette così anche di aumentare l’impatto della monumentale cupola che egli voleva realizzare
se confrontiamo il progetto e con il progetto ha infatti vediamo che di fatto nella sua
semplificazione del progetto Bra montiano appunto troviamo una minore articolazione interna e poi
l’inserimento proprio per semplificare appunto il procedere alle alla costruzione e allo stesso
tempo prevediamo vediamo invece in facciata l’eliminazione delle torri campanari di tutto quello è
la struttura di prono in pensata appunto da Antonio da San Gallo e invece semplicemente una
sorta di accesso con più semplice molto semplice con con scalinata e di fatto Michelangelo non
fornisce mai un progetto completo tuttavia ma della sua visione di San Pietro e anche questo è un
limite che porta a una serie di critiche ma procede a blocchi per per blocchi di lavoro facendo
aprire punti di cantiere in varie parti della fabbrica anche per vincolare in questo modo pensando
in prospettiva visto che era già di età matura lo sviluppo della fabbrica successivo alla sua morte
in modo da obbligare in qualche modo a seguire il suo progetto

42
45. Michelangelo Buonarroti, Giacomo della Porta e Domenico Fontana, Cupola, 1546-1593,
Città del Vaticano, basilica di San Pietro

Ecco qui vediamo un disegno dello Stato dei lavori della basilica di San Pietro nel 1564 alla morte
di Michelangelo di fatto dicevamo prima il cantiere che si interessa abbiamo detto che
Michelangelo fa così diverse della base pubblicare il progetto ma quello che è l’aspetto che e tela
la cupola quindi è la parte che più avanza durante del cantiere durante gli che l’angelo e la punta
della fabbrica e tuttavia non è ancora terminata la sua morte perché il erano Harry sara Giacomo
pardon della porta a l’attuale a portare avanti il haha completamento della cupola la basilica di San
lavori che le daranno 588 della porta opererà varianti rispetto per quanto riguarda la dal tè della
calotta che verrà aumentato per laterali ma sostanzialmente l’impianto sara quello rispettato anche
nel recupero delle colonne antiche da utilizzare per definire interno della basilica secondo quelle
che erano le la volontà appunto di Michelangelo che avevate recuperare più possibile materiali a

46. Michelangelo Buonarroti et alii, Basilica dei Santi Angeli, facciata veduta dell’interno da
una stampa del XVIII secolo e disegno progettuale dell’interno di Michelangelo (dal 1561)

Accediamo ancora rapidamente ad altri due progetti architettonici che interessano gli ultimi
10 anni della vita di che l’angelo anche meno per due importanti chiese romane il primo
quello sostanzialmente estremamente particolare quello per la base della costruzione della
basilica di Santa Maria degli angeli e la basilica sorge e sfrutta in maniera amplissima vedere dallo
stesso aspetto della facciata ma anche dal disegno quale di Michelangelo che vi ho fotografia in
basso a destra quello che architettonica di età romana preesistente e ancora ampiamente
leggibile all’epoca cioè parliamo della fine anni 50 inizi 60 del 500 cioè il grande complesso
dell’aula centrale delle Terme di ordine e su questo grande complesso siciliano Antonio del duca e
che tra l’altro era legato collaboratori tanti la approvazione il sostegno nuovo ufficio papà più
quarto medici frignano un patto tra l’altro bordo viene costruita impiegando questa tantissimo
valore simbolico grazie una nuova basilica cristiana perché luogo aveva un valore simbolico in
quanto le Terme di diocleziano sorgevano Nino ciriaco largo sogno Margaret Nardo e Marcello
Papa e la basilica nati anche richiami biologici che risparmio tra giuristi che venne dedicata ai 7
archi ai 7 anni i martiri i lavori si compiono secondo quella che era tutto la grana grazie all’angelo
recuperare preesistente di fatto di chelangelo come si vede il disegno e anche dalla da quello che
è l’aspetto anche se plus si limita a grande rispetto anche e interesse archeologico delle così
limitato a una serie di difetti murari per creare una specialità a adeguata alla nuova come
prevedendo prima austerità per quanto riguarda anche la decorazione interna la decorazione
interna che per 200 anni circa rimarrà immutata sarà soltanto alla nella seconda metà del 700 che
sotto la direzione del grande tetto augusti stagione Luigi vanvitelli si procederà a una ri
plasmazione completa dell’ interno con i mostra l’incisione in alto a destra in chiave classicista
settecentesca neoclassica possiamo già dire un inserimento di una serie 700 di scrittura
classicista che vedo a parata a Ponte a Tony ha perso birra diventerà veramente forte di
decorazione della Roma senza toccare quello che è stato che tu la progettazione di recupero
archeologico dell’impianto architetto della piano con la relazione ma ta ta ta ta e operata da chi
Abbastanza

47. Agnolo Bronzino, Ritratto di Cosimo I de’ Medici, 1545 ca., Firenze, Galleria degli Uffizi
Michelangelo Buonarroti, Progetto per la pianta di San Giovanni dei Fiorentini a Roma,
1559, Firenze, Casa Buonarroti

Giacomo della Porta, Carlo Maderno, Alessandro Galilei, Facciata, Roma, basilica di San
Giovanni dei Fiorentini

Caso più riprese viene riproposto a Michelangelo e che sottolinea il mancato rapporto con la città
di Firenze un rapporto che come vedremo a breve nell’ultima slide di questa serie verrà

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recuperato soltanto con la morte di Michelangelo di cosa stiamo parlando a più riprese i duchi
medicei fiorentini tentano di recuperare un rapporto con Michelangelo di ricondurre Michelangelo a
Firenze per completare appunto i cantieri lasciati sospesi a metà degli anni 30 del 500 in questo
senso particolarmente perseverante fu il primo granduca il Toscana il primo granduca della storia
matrice il duca il granduca Cosimo primo che qui dimostro nella slide di sinistra in armatura da
parata in questo celeberrimo ritratto realizzato da quello che uno dei protagonisti della ritrattistica
di seconda metà di 500 a Firenze cioè il bronzino il granduca Cosimo primo che è un altro
personaggio estremamente interessante dal punto di vista del mecenatismo e delle committenze
ancora a lui faremo riferimento in qualche tra qualche lezione e cerca in di nuovo con pressioni
politiche sulle figure dei pontefici ma anche sulle figure degli artisti amici che hanno rimasti dici
che erano i parenti che erano rimasti in contatto con Leonard con Michelangelo penso al nipote
Leonardo Buonarroti ma soprattutto anche cerca con la mediazione di quello che è il suo grande
pittore architetto di fiducia Giorgio Vasari che è in costante contatto con Michelangelo di fare più o
meno forti pressioni per convincere Michelangelo tornare a Firenze o quantomeno a fornire dei
disegni e progetti per poter completare i lavori da lui lasciati sospesi non otterrà assolutamente
nulla di fatto ma addirittura effettuerà un viaggio Cosimo primo a Roma in occasione del quale
avrà modo finalmente di incontrare Michelangelo e nel 1500 e nel 1561 ma non otterrà nulla di
fatto Michelangelo rimarrà sostanzialmente fermo nelle sue posizioni e non invierà se non
riferimenti in lettere appunto anche a Vasari ed altri corrispondenti piuttosto confusi per quanto
riguarda i progetti lasciati incompiuti e l’unico coinvolgimento parziale ma che non porterà
comunque a nessun progetto compiuto che cosa imho riuscirà a ottenere da Michelangelo in vita e
quello per un progetto per la chiesa della nazione Fiorentina a Roma e con l’età di Giulio secondo
con l’apertura della via Giulia al di là del Tevere si era come dire aveva avuto origine il progetto
quindi prima della esperienza di che prima del contatto con Michelangelo naturalmente di costruire
appunto in questa zona strategica che era appena al di là del Tevere ma prossima appunto
all’area di San Pietro la chiesa della nazione Fiorentina ogni azioni ogni realtà politica statuaria
aveva avrà nel corso di tutta l’età moderna la costruì vedrà la costruzione della propria chiesa
nazionale all’interno della città di Roma di ciascun no chiesa di culto cattolico appunto che forniva
assistenza conforto riferimento a pellegrini o residenti provenienti appunto da quella determinata
area politico geografica secondo una tradizione che peraltro risaliva già al medioevo e per quanto
riguarda la nazione lombarda la chiesa era quella appunto che fu dedicata a San Carlo Borromeo
la che che è l’attuale chiesa di San Carlo al corso in via del Corso e tornando alla chiesa dei
fiorentini appunto e dopo il coinvolgimento di varie personalità che si succedono che vengono
richieste di progetti da più lo stesso Raffaello a sansovino Antonio da San Gallo e Baldassarre
Peruzzi si arriva alla fase in cui Michelangelo domina il cantiere architettonici romani con la
nomina appunto datagli dopo la morte di Antonio da San Gallo il giovane da Paolo terzo e quindi si
chiede un progetto per la chiesa dei nazione Fiorentina della nazione Fiorentina anche a
Michelangelo Michelangelo proporrà ancora una volta con forza il valore della pianta centrale
come si vede dal disegno progettuale conservato in casa Buonarroti che abbiamo inserito nella
parte superiore a destra tuttavia il progetto di Michelangelo non vedrà neanche un primo
compimento i lavori verranno svolti solo dopo la la vita la morte di Michelangelo i lavori veri e
propri di costruzione della Chiesa verranno avviati soltanto nell’ultimo quarto del 500 con una
chiesa che avrà un impianto completamente diverso a sviluppo longitudinale con tre navate e
ancora una volta troviamo Giacomo della porta a seguire questo cantiere che sarà poi completato
ulteriormente con gli interventi di un altro importante artista alla quale che ritroveremo architetto
grandioso Carlo Maderno quindi una chiesa che vedrà poi una sviluppo completamente diverso
ma che è importante ricordare oltre che perché all’interno al suo interno sono sepolte personalità
importantissime e non solo fiorentine ma anche proprio di area lombardo ticinese in particolare
borromini 1 1 tentativo di progetto che un tentativo di commissione e una prima progettualità che
testimonia questa volontà tenace da parte del granduca cose ma primo di recuperare il rapporto
con Michelangelo come dicevo prima non riuscirà in vita ma ci riuscirà molto meglio con la morte
di Michelangelo

44
48. Michelangelo Buonarroti, Pietà Bandini, 1547-1555, Firenze, Museo dell’Opera del
Duomo

Prima di arrivare alla conclusione della vita di Michelangelo e anche alle cerimonie che
ulteriormente consolideranno il mito di questo artista in appunto nel 1564 65 è necessario vedere
anche della sua rapporto con la espressione figurativa che è quella più caratterizzante la
produzione di che l’angelo quella l’espressione figurativa che egli prediligeva cioè col rapporto con
la scultura perché è proprio la scultura che gli darà comunque ancora grandi dolori ma anche
soddisfazioni o comunque che che che alimenterà la sua passione artistica fino agli ultimi anni agli
ultimi anni parlano gli ultimi giorni prima di morire e per parlare di questo dobbiamo parlare di
alcune delle sue più celebri mie pietà degli ultima fase e cioè della pietà Bandini cosiddetta dal
nome del personaggio a cui Michelangelo no no questo gruppo scultoreo conservata Firenze
all’opera del Duomo che vi sto mostrando in questa slide e della opera successiva appunto quella
a cui lavorerà Michelangelo sino alla fine dei suoi giorni a pochi mesi a pochi giorni prima di morire
che è la celeberrima pietà rondanini dalla metà degli anni 50 del 900 conservata Milano al Castello
Sforzesco cerchiamo di capire il senso di queste opere importantissimo importantissimo anche se
destinate ad essere conservate in forma privata per lungo tempo ma importantissimi per il
pensiero di Michelangelo ma anche per le conseguenze poi che queste opere avranno sulla
riflessione artistica del lotto e 900 allora la pietà Bandini nasce sicuramente come all’origine come
l’idea di un gruppo scultoreo chi avrebbe dovuto ornare la sepoltura di Michelangelo Michelangelo
a partire dalla fine degli anni 40 iniziano i 50 del del 500 come testimoniano anche le numerose in
numerosi suoi scritti dei suoi componimenti poetici le lettere sente sempre più incombente anche
se non arriverà così presto l’avvicinarsi della propria fine la fragilità riflette sul senso della vita della
morte e della fragilità umana e comincia a fare progetti per la propria sepoltura originariamente
egli desiderava essere sepolto con un monumento appunto dominato dal gruppo scultoreo della
pietà che molto probabilmente doveva essere collocato nella basilica romana di Santa Maria
Maggiore per questo sulla base di questa idea di questi proposizioni diciamo più Michelangelo
comincia a lavorare alla pietà cosiddetta ripeto Bandini dal nome ripeto del personaggio a cui
venne venne donato questo architetto fiorentino Francesco Bandini che la ottenne tramite la
mediazione del collaboratore scultoreo uno di collaboratori alla scultura più attivi nel insieme a
Michelangelo negli ultimi anni Tiberio calcagni e la ottenne nel 1560 quando ormai Michelangelo
aveva accantonato l’ipotesi di utilizzarla per il proprio voto perché allora Michelangelo innanzitutto
crea un gruppo decisamente molto originale rielaborando ancora una volta anche sulle gare di
quelle riflessioni complesse dal punto di vista spirituale effettuate nel circolo di vittoria colonna il ri
lavoro il tema della pietà non più il Cristo morto giacente sulle gambe della vergine ma una
soluzione completamente nuova che sottolinea ancora di più il peso della morte e la riflessione
appunto sul tema della morte perché perché il non siamo nel momento in cui il corpo di Cristo
quello che è rappresentato nel gruppo scultoreo della pietà Bandini il corpo di Cristo è
rappresentato appena dopo essere stato rimosso dalla croce sì ed è sostenuto in realtà da tre
figure al centro al lato sulla destra la figura della vergine sulla sinistra lamaddalena e le due
affaticate dal peso fisico del corpo morto rilasciato che ricade con questo gesto eloquentissimo del
braccio rovesciato e delle delle gambe piegate sul proprio peso viene questo peso appunto viene
così per così incombente viene ulteriormente sostenuto con l’aiuto della figura di Nicodemo il
personaggio Barbato coperto col capo coperto nel quale si è voluto rileggere un’ipotesi anche di
rappresentazione di Michelangelo stesso questa soluzione completamente nuova di iconografia
della pietà e da utilizzare per la propria tomba però viene ad essere abbandonato dopo anni e
anni di lavoro perché perché di fatto si scoprono delle venature nel blocco di marmo teniamo
anche conto del virtuosismo tecnico perché in questo caso Michelangelo anche qui volendo in
qualche modo sempre superare se stesso vuole ricavare un gruppo scultoreo di quattro figure da
un unico pezzo di mare di fatto tentando di modificare la posizione delle gambe del Cristo si
scopre una venatura che porta a una rottura delle gambe infatti una delle due gambe la gamba
sinistra manca questo crea una grandissima frustrazione nell artista che decide di abbandonare
l’opera tra l’altro l’opera viene anche probabilmente colpita scalpellata come dimostra la il segno di

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rottura proprio nel all’altezza del gomito nel braccio rilasciato in primo piano la figura della
Maddalena stessa non era stata completata verrà poi compiuta appunto negli anni successivi alla
scelta di abbandonare l’opera nel 55 e da Tiberio calcagni con dei toni molto più composti e meno
drammatici e più di come dire e piu definiti tipici appunto di questo suo collaboratore che peraltro
appunto assistette Michelangelo fino proprio AI ai giorni prossimi alla alla sua morte

49. Michelangelo Buonarroti, Pietà Rondanini, 1552-1564. Milano, Civiche Raccolte del
Castello Sforzesco

Probabilmente dopo aver abbandonato i lavori per la pietà Bandini ma non ne siamo del tutto certi
ma sicuramente nel corso degli ultimi anni di vita è proprio come dicevo prima fino a pochi giorni
prima della sua morte Michelangelo lavora di nuovo a un altro gruppo scultoreo della pietà la
cosiddetta pietà rondanini non è per nulla chiaro se questo nuovo gruppo scultoreo su cui lavora
dovesse essere una ripresa dell’idea dell’opera da porsi sulla tomba di Michelangelo anche
perché di fatto Michelangelo muore senza fare testamento ma è appunto i suoi collaboratori in
particolare il calcagni Daniele da Volterra e il cavalieri che sono coloro che lo vedono negli ultimi
giorni prima di morire dichiarano la volontà di Michelangelo di voler essere sepolto a Firenze
quindi l’idea era in ogni caso forse veramente cambiata nel frattempo anche da questo punto di
vista in ogni caso questa è l’opera che ha con cui a cui lavora con maggior vigore con maggior
passione negli ultimi anni di vita e Michelangelo e il l’opera naturalmente è un non finito EE molto
probabilmente si tratta di un’opera di un blocco di marmo che è frutto di un riutilizzo anche qui le
ipotesi sono variegate il braccio molto ben finito che e levigato che emerge dalla materia sulla
sinistra questo braccio del Cristo che non sembra accompagnarsi al resto dell’opera può da alcuni
è stato interpretato come una prima versione del braccio del Cristo poi abbandonato per una
seconda versione appunto più scavata che porterebbe appunto a questo gioco a questo rapporto
di maggiore aderenza del corpo del Cristo sulla vergine di questa sorta di regressione nel ventre
della vergine la figura del Cristo proprio derivante dal fatto che in realtà Michelangelo aveva già
lavorato il blocco di marmo non era rimasto soddisfatto aveva dovuto quindi eliminare un maggior
quantitativo di materia e questo era quanto gli era rimasto ma c’è anche una seconda ipotesi per
cui quel braccio non è una sopravvivenza del primo modello di Cristo che poi viene rifatto
scavando ulteriormente la materia ottenendo questo effetto estremamente originale peculiare che
sarà studiatissimo dagli artisti del 900 ma invece si tratti di una sopravvivenza di un’opera
precedente non compiuta non portata a termine che Michelangelo ha riutilizzato proprio per creare
questo gruppo della pietà e quindi parte di un reimpiego la il diverso grado anche di lavorazione
quindi questo frammento di braccio potrebbe essere una presenza precedente alla composizione
della pietà oppure il frutto appunto di un di una seconda della di una prima fase di lavorazione del
gruppo della pietra stessa così come non sappiamo se questa opera sia stata pensata per essere
unica o affiancata ad altri ad altre figure scultore dicevo i diversi gradi di lavorazione dell’opera
sono dati dal fatto che appunto Michelangelo negli ultimi anni di vita non poteva lavorare sempre
in piedi proprio per soprattutto negli ultimi mesi di vita per il continuo affaticarsi e ha quindi a
sbozzare le parti più e a spezzare fisicamente in modo più più impegnativo e quindi doveva per
forza a fermarsi e sedersi e quando si sedeva poteva soltanto lavorare a levigare le parti già
maggiormente sbozzate un altro lavorare quindi di smeriglio appunto sulle gambe in particolare
del Cristo che risultano essere la parte più definita per quanto riguarda l’iconografia appunto
quello che noi possiamo leggere oggi quindi è frutto anche di una interpretazione a posteriori
perché non conosciamo le esatte volontà di Michelangelo quello che anche leggendo in
prospettiva della pietà con il precedenti della pietà Bandini possiamo dire e che di fatto e c’è
questa volontà di riprendere il tema del corpo morto del Cristo che si piega sul suo peso che e che
è sorretto appunto in un non adagiato dalla figura della vergine questo sicuramente emerge ma
non possiamo dire appunto come veramente il Michelangelo avesse in mente di risolvere questa
composizione e che rimane appunto sicuramente il testamento spirituale di Michelangelo perché
appunto ci lavorerà fino a pochissimi giorni prima di morire

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50. Giorgio Vasari et alii, Monumento funebre a Michelangelo Buonarroti, 1570, Firenze,
Basilica di Santa Croce

E arriviamo così all’ultimo all’ultimo attoE arriviamo così all’ultimo all’ultimo atto e
Michelangelo appunto muore nel Febbraio del 1564 senza un senza redigere un testamento e
subito diciamo così si scatenano gli appetiti soprattutto del granduca cosmo primo perché dico
questo e la volontà in qualche modo di recuperare la memoria di Michelangelo che in vita si era
sempre negato alla città di Firenze negli ultimi trent’anni di vita perché perché di fatto appunto la
età molto avanzata di Michelangelo e le corrispondenze che gli intratteneva in particolare col
nipote Leonardo Buonarroti e che intrattenevano anche i suoi collaboratori con il nipote avevano
lasciato da tempo presagire la sua morte l’idea di cosmo primo era quello quantomeno di potersi
impossessare del materiale grafico o anche scultoreo artistico in generale che si sarebbe trovato
dopo la morte nella casa romana di Michelangelo che era vicino appunto all’area della colonna
traiana di fatto questo non avvenne venne piuttosto disatteso perché perché prima di tutto
Michelangelo molto probabilmente alcuni giorni prima o nei mesi precedenti la sua morte bruch ho
molti dei suoi disegno molte delle sue corrispondenze e quello che venne inventariato subito dopo
la sua morte l’inventario post mortem come sempre avveniva in questi casi essendoci anche sì
degli eredi a distanza venne effettuato era ben poca cosa rispetto alle aspettative e questo fu un
aspetto che fortemente crea disappunto nel granduca Ciononostante proprio le dichiarazioni della
volontà di Michelangelo di essere espressa verbalmente perché appunto è di non fece testamento
di essere sepolto a Firenze motivarono fortemente il granduca attraverso la l’invio AAA Roma del
nipote Leonardo Buonarroti per poter riavere quantomeno la salma di Michelangelo a Firenze e
onorarlo con una fastosa cerimonia funebre e poi con una più o meno monumentale sepoltura e
questo è ciò che avvenne nel senso cioè che dopo le formalit esequie celebrate subito dopo la sua
morte nel Febbraio del alla fine del Febbraio del 1564 nella basilica romana dei santi apostoli il
corpo all’inizio di Marzo il corpo di Michelangelo venne di fatto trafugato e portato a Firenze a
Firenze nel Marzo del 10 Marzo del 1564 torna appunto il corpo di Michelangelo e nel luglio di
quello stesso anno l’Accademia di San Luca l’Accademia del disegno che intanto è stata costituita
a Firenze la prima di una serie di accademie che nasceranno del corso dell’età moderna in tutta
Europa la prima il primo quindi istituto nato con la funzione di formare perfezionare gli artisti nelle
pratiche del disegno e quindi poi nelle pratiche della pittura della scultura e della architettura come
istituzione di Stato organizza delle un delle solenni esegui alla memoria in memoria di
Michelangelo e troviamo coinvolti tutti su con volontà precisa del granduca kosi mo primo una
volontà espressa esplicita chiara di riappropriazione della memoria Fiorentina di Michelangelo che
della figura di Michelangelo come di un’artista fiorentino teniamo presente che devo che sono già
state scritte e stata scritta la prima edizione delle vite di Vasari ma non sara è ancora da scriversi
alla seconda uscire alle 568 sono tutti coinvolti intellettuali del calibro di Benedetto varchi e del
budini per quanto riguarda la progettazione dei contenuti culturali EE ha dal punto di vista artistico
c’è naturalmente Giorgio Vasari il grande architetto del pittore coordinatore di imprese culturali del
granduca Cosimo primo ma sono coinvolti anche Bartolomeo marchetto e scultura Bartolomeo
bannati il bronzino che abbiamo già citato benvenuto Cellini grandi apparati effimeri che celebrano
il genio di Michelangelo nelle nelle tre arti nella pittura nella scultura e nell’architettura questo
stesso tipo di impianto dopo una serie di valutazioni differenti nell’idea di ornare la tomba di
Michelangelo a Firenze nella basilica di Santa Croce dove tutto oggi si trova e della slide che
vedete con sculture proprio di Michelangelo che invece verranno acquisiti dal granduca cosmo ma
destinate a funzioni le più diverse ne abbiamo già parlato precedentemente il monumento a lui
dedicato tra nel decennio successivo alla sua morte e quello che appunto vi compare della slide e
progettato con la direzione con la regia di Giorgio Vasari abbiamo il sarcofago che richiama nelle
forme quello di sarcofagi mi dice della della sacrestia nuova ai piedi del sarcofago sui gradini
poggiano le figure allegoriche delle tre arti a cui egli si è dedicato da sinistra a destra la pittura la
scultura e l’architettura affidate a scultori fiorentini dell’epoca al di sopra del sarcofago sempre
richiamando in qualche modo idealmente l’impianto della sacrestia nuova e posto un busto ritratto
di Michelangelo e questo è diciamo la memoria finale della celebrazione appunto delle lunghe

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questa lunga durata quasi decennale della pompa funebre diciamo così di Michelangelo a Firenze
nonostante queste importanti appunto queste importanti celebrazioni Michelangelo sia nella
cultura accademica Fiorentina ma soprattutto poi in ambiente romano sarà un modello di
riferimento che si tenderà sempre più a allora a ridurre ridimensionare non tanto per quanto
riguarda l’architettura e la scultura quanto appunto come accennavo all’inizio di questo scorso
stare le grandi personalità del Rinascimento per quanto riguarda la lezione pittoriche grandi
riferimenti pittorici rimarranno a livello accademico da Firenze a Roma ecc e così via Raffaello per
il disegno Tiziano per il colore della riscoperta pittorica e scultorea di Michela e anche scultore in
parte ma soprattutto pittorica di Michelangelo è un fenomeno del diciannovesimo e del ventesimo
secolo

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