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La termoregolazione

Il calore è uno dei principali prodotti del


metabolismo corporeo
Attività metabolica basale di
tutte le cellule dell’organismo

Incremento del Incremento del


metabolismo metabolismo indotto
indotto dall’attività Calore dall’attività del sistema
muscolare (brivido) nervoso simpatico (E, NE)

Incremento del metabolismo


indotto dalla tiroxina, GH e
testosterone
Dissipazione del calore

Il fegato, il cervello, il cuore ed i muscoli in


attività producono la maggior parte del calore

Velocità di
conduzione del
calore
Velocità di
dispersione del Il calore è trasferito
calore alla cute
Velocità di
trasferimento del
calore

Il calore è disperso
nell’ambiente circostante
Il sistema termoisolante del corpo e la regolazione del flusso cutaneo
nella risposta al caldo e al freddo

Risposta al
caldo

Sistema nervoso
ortosimpatico

Risposta al
freddo
Meccanismi di perdita di calore del corpo

ΔT
Perspiratio Insensibilis
Effetto dell’abbigliamento sulla termodispersione
Dispersione termica a livello cutaneo:
la conduzione e convezione
Energia cinetica delle molecole
costituenti la cute (calore)

Conduzione

T° dell’aria circostante
Energia cinetica delle molecole
la cute
che compongono l’aria

Convezione

T° dell’aria circostante
Processo la cute fino ad eguagliare
autolimitato la T° cutanea

Effetto raffreddante del vento


Dissipazione del calore dal corpo immerso in
acqua per temperature moderatamente basse

Calore specifico dell’acqua >> Calore specifico dell’aria

L’acqua assorbe quantità di calore molto maggiori dell’aria

Conducibilità dell’acqua per il calore > Conducibilità dell’aria per il


calore

Il corpo perde calore molto più rapidamente nell’acqua che


nell’aria a parità di temperatura
Ghiandola sudoripara umana
Perdita di 0.5 Kcal/gr. di sudore evaporato

Attività fisica Riscaldamento

+
+
Area preottica
Secrezione di E e ipotalamica
NE dalla midollare
surrenale
+
+

Vie efferenti ortosimpatiche

+
Acclimatazione
Termocettori profondi e
cutanei

Risposta
termoregolatoria
Riflessi termoregolatori
Variazione della temperatura nell’area preottica
Variazione della
Variazione della Ipotalamo anteriore temperatura della zona
temperatura esterna (neuroni sensibili al caldo) centrale (core) del corpo

Termocettori periferici Termocettori profondi centrali

Centro termoregolazione ipotalamico Integrazione


Risposte a un aumento Risposte a una diminuzione
della temperatura della temperatura

Neuroni simpatici colinergici Neuroni simpatici adrenergici Neuroni motori somatici

? negli esseri umani

Ghiandole sudoripare Vasi sanguigni Vasi sanguigni Tessuto Muscoli


cutanei cutanei adiposo bruno scheletrici
Bradichinin
a
Secrezione di sudore Vasodilatazione Vasocostrizione Termogenesi Termogenesi
attiva senza brivido con brivido

Perdita di calore attra- Perdita di calore Calore Produzione


verso il raffreddamento trattenuto metabolica di calore
per evaporazione verso l’ambiente
Attivazione ipotalamica del brivido
Attivazione del centro del caldo Stimolazione dei termocettori
(area preottica - Ipotalamo anteriore) per il freddo cutanei e spinali
- +
Centro motorio primario del brivido
(regione dorsomediale dell’ipotalamo posteriore)

+
Motoneuroni anteriori

Tono della muscolatura scheletrica

Brivido

Produzione di calore
(4-5x)
Risposta omeostatica agli estremi ambientali
Temperatura ambientale elevata Temperatura ambientale bassa
Massimizzare la perdita di calore Minimizzare la perdita di calore

• vasodilatazione dei vasi cutanei • vasocostrizione dei vasi sanguigni


• Sudorazione aumentata • Assenza di sudorazione
• Risposte comportamentali • Risposte comportamentali
• Uso di ventilatori per aumentare la • Aumento dell’abbigliamento
perdita di calore per conduzione protettivo
• Allontanarsi dal sole per evitare di • Raggomitolarsi per diminuire la
ricevere calore per radiazioni superficie esposta
• Stare vicino a una fonte di calore
per aumentare il guadagno di
Minimizzare la produzione di calore Massimizzare lairradiazione
energia per produzione di calore
• Diminuire l’apporto di cibo per diminuire • Termogenesi con brivido
la produzione di calore
• Termogenesi senza brivido
• Risposte comportamentali (non dimostrata negli esseri umani)
• Diminuzione dell’attività fisica • Risposte comportamentali
• Aumento dell’attività volontaria
L’aumento della secrezione di T3/T4 provoca un
aumento a lungo termine della produzione di calore

Raffreddamento dell’ area preottica-Ipotalamo anteriore

Rilascio di TRH

Rilascio di TSH

Secrezione di T3/T4

Aumento del metabolismo cellulare dell’intero organismo


dopo alcune settimane per ipertrofia della tiroide

Aumento della produzione di calore


Effetto della temperatura ipotalamica sulla termodispersione
di calore per evaporazione sulla produzione di calore del
corpo causata soprattutto dall’attività muscolare e dai brividi
Ritmi circadiani, ciclo mestruale, vampate di calore post-menopausali

ipotalamica
Regolazione della temperatura corporea
dei recettori periferici
Perdita di calore o termodispersione
Effetto dei cambiamenti della temperatura ipotalamica sul tasso di
dispersione di calore per evaporazione

Cambiamenti della tempe-


ratura critica nel centro
ipotalamico di controllo
della temperatura
Regolazione della temperatura corporea
dei recettori periferici
Produzione di calore
Effetto dei cambiamenti nella temperatura interna della testa sul tasso di
produzione di calore del corpo
Alterazione della termoregolazione in età
postmenopausale

Carenza di estrogeni in età


postmenopausale

Transitoria diminuzione del


set-point ipotalamico

Vampate di calore
La temperatura ambientale è avvertita
improvvisamente come troppo elevata
La Febbre è un aumento della temperatura
corporea al di sopra dei limiti normali
dovuto a diverse cause

1. I Pirogeni che innalzano il punto di regolazione ipotalamico


• Proteine e prodotti di degradazione
• Degenerazione o danno tessutale
• Tossine lipopolisaccaridiche batteriche

2. Condizioni abnormi del cervello (tumori cerebrali)

3. Condizioni ambientali che possono provocare un colpo di


calore
Meccanismo di Azione dei Pirogeni
INFEZIONE BATTERICA

Fagocitosi dei batteri o dei loro prodotti di degradazione operata


dai leucociti, dai macrofagi tessutali, dai linfociti “killer” granulari.

Liberazione di interleuchina-1
(pirogeno endogeno o dei leucociti)

Sintesi di Prostaglandina E2 dall’acido Arachidonico


(antipiretici)

Aumento della temperatura di riferimento ipotalamico

Termoproduzione e termoconservazione

La temperatura corporea eguaglia la temperatura di riferimento


ipotalamica
Effetto del cambiamento del “set-point” del regolatore di
temperatura ipotalamico
Il Sistema Endocrino

Princìpi Generali di Fisiologia Endocrina


Natura chimica degli ormoni

1. Amine

2. Proteine e peptidi

3. Ormoni steroidei
Rappresentazione schematica dei meccanismi di
comunicazione intercellulare mediati da ormoni
Il principio del feedback negativo

Le ghiandole endocrine tendono a secernere più ormone di quello necessario.


Se l’organo bersaglio risponde in scarsa misura all’ormone, la ghiandola
endocrina quasi sempre provvederà a secernere quantità crescenti del suo
ormone sino a che l’organo stesso non avrà raggiunto alla fine il giusto livello di
attività, sia pure a spese di un’eccessiva secrezione dell’ormone di controllo.
Il principio del feedback positivo
Il Sistema Portale Ipotalamico-ipofisario
L’ipofisi anteriore contiene differenti tipi
di cellule secretorie

Somatotrope (GH, acidofile)


Corticotrope (ACTH)
Tireotrope (TSH)
Gonadotrope (LH, FSH)
Lattotrope (prolattina)
Circuito a feedback negativo che
regola la secrezione ormonale in un tipico asse
ipotalamo-ipofisi-ghiandola periferica
I centri regolatori ipotalamici
L’Ormone della Crescita o somatotropo (GH, SH)
esercita i suoi effetti su quasi tutti i tessuti
dell’organismo promuovendone l’accrescimento
Confronto dell’aumento di peso quotidiano
tra un ratto trattato con l’ormone della crescita
ed un ratto normale
Effetto della somministrazione sostitutiva di GH per
15 mesi su una bambina di 6 anni, che presentava
carenza

Si noti che l’ormone aumenta l’accrescimento


lineare e diminuisce l’adiposità.
DNA ricombinante
Regolazione della secrezione dell’ormone della
crescita umano (GH): ipotesi di regolazione a Feedback Negativo
Meccanismo di regolazione della
secrezione di GH
GHRH Somatostatina

AC

AMPc Ca++ AMPc Ca++

+ -

Liberazione di GH
mediante esocitosi di
vescicole secretorie
Tipiche variazioni nella secrezione
dell’ormone della crescita durante il giorno

Esercizio fisico
intenso
Ruolo dell’ormone dell’accrescimento

Azione chetogena del GH


Azioni biologiche del GH e Sindromi cliniche

Pigmei
Nanismo di Levi-Lorain
Gigantismo
Acromegalia
La regolazione complementare della secrezione di GH e di
insulina coordina la disponibilità di sostanze nutritizie con
l’anabolismo e il flusso calorico
Variazioni della secrezione di GH nel corso della vita
Iperesponsività al GHRH

La concentrazione nel plasma dell’ormone della crescita cambia con l’età


ng/ml
Da 5 a 20 anni 6
Da 20 a 40 anni 3
Da 40 a 70 anni 1.6
Il Gigantismo
La Acromegalia
Dwarfism
By Amy Evans
La tiroide
Ricambio giornaliero dello iodio nell’Uomo
Dieta

400 µgI

Liquido
extracellulare
80 I 320 I

Tiroide
60 HI 20 I

Tessuti

10 HI 50 I

Feci Urine I: Iodio


10 HI 390 I HI: Iodio ormonale
Durata dell’effetto sul metabolismo basale
di un’unica forte dose di tiroxina
Regolazione della secrezione di TSH
asse Ipotalamo - ipofisi - tiroide
Asse di controllo della produzione
di ormoni tiroidei
Patologie tiroidee
A B
T3, T4
Ipotalamo -
+
Ipotalamo
TRH

Stimolo assente
TRH
-
Ipofisi anteriore
Ipofisi anteriore
Anticorpi TSH
TSH stimolanti

la tiroide Aumenti di volume


Aumenti di volume
+ della ghiandola
della ghiandola tiroidea
tiroidea
Assenza di iodio
T3, T4
Manca
T3, T4 l’inibizione a Forte inibizione a
feedback negativo
Azioni del TSH sulle cellule tiroidee e regolazione
della secrezione di T3/T4
Schema riassuntivo degli effetti degli ormoni tiroidei
Meccanismi attraverso i quali l’ormone tiroideo
aumenta la gittata cardiaca
Indiretti Diretti
Produzione di calore e CO2 Muscolo cardiaco
nei tessuti Rapporto catene pesanti α/β
Na+, K+ - ATPasi
Ca-ATPasi sarcoplasmatica
Resistenze vascolari periferiche Recettori β1-adrenergici (up-regulation)
Rapporto proteine G stimolatorie/inibitorie
Pressione diastolica
10-15 mm Hg
Contrattilità e funzione ventricolare
Stimolazione adrenergica riflessa

Pressione sistolica Frequenza e gittata cardiaca


10-15 mm Hg Volume sistolico

Volume ematico
Diretti e indiretti
Pressione arteriosa media
Pressione differenziale o Tireotossicosi
pulsatoria Aritmia atriale
Rappresentazione schematica delle suddivisioni
della ghiandola surrenale e dei suoi principali
prodotti di secrezione
Il cortisolo si trova in
equilibrio con il cortisone, il
suo 11-cheto analogo biolo-
gicamente inattivo; la loro
interconversione è catalizza-
ta dalla 11β-ol-deidrogenasi,
che è presente in molti
tessuti e rende il cortisone
esogeno una fornte efficace
di attività cortisolica.

Efficacia di tipo glucocorticoide e mineralcorticoide dei


corticosteroidi naturali e di alcuni analoghi sintetici di uso clinico*
Glucocorticoidi Mineralcorticoidi
Cortisolo 1.0 1.0
Cortisone (11-cheto) 0.8 0.8
Corticosterone 0.5 1.5
Prednisone (doppio legame 1.2) 4 <0.1
6α-metilpredisone (medrolo) 5 <0.1
9α-fluoro-16α-idrossiprednisone (triamcinolone) 5 <0.1
9α-fluoro-16α-metilprednisolone (dexametasone) 30 <0.1
Aldosterone 0.25 500
Deossicorticosterone 0.01 30
9α-fluorocorticolo 10 500

* Tutti i valori sono relativi all’efficacia glucocorticoide e mineralcorticoide del cortisolo, cui è stato assegnato
arbitrariamente il valore 1.0. Il cortisolo in realtà, possiede solo 1/500 dell’efficacia del mineralcorticoide naturale
aldosterone
Composizioni chimiche dei liquidi extracellulare
ed intracellulare
Effetti della vitamina D3 sull’assorbimento
di Ca++ da parte del duodeno di pulcino
con rachitismo

Vitamina D3

Controllo
Attivazione della vitamina D3 per formare 1,25-diidrossicolecalciferolo e ruolo
della vitamina D nel controllo della concentrazione del calcio nel plasma
Effetto della concentrazione plasmatica del calcio sulle concen-
trazioni di ormone paratiroideo e di calcitonina nel plasma

- Rachitismo
- Gravidanza Ipertrofia
- Lattazione
Fattori che regolano la trasformazione
di 25-OH-D3 a 1,25-(OH)2-D3 o a 24,25-(OH)2-D3
Meccanismi dell’assorbimento di Ca++ da
parte dell’intestino tenue

Fosfato e Mg++
Distribuzione del calcio ionizzato (Ca++), del calcio
diffusibile non ionizzato (CaX) e del calcio
proteinato (CaProt) nel plasma sanguigno

Ipocalcemia
Ipercalcemia
Alcalosi respiratoria
Acidosi

[Ca++]p = 2.4 mmdi/L (9-10 mg/100 ml)


[Fosforo]p = 4mg/100 ml
Effetti di alterazioni delle concentrazioni del
calcio nei liquidi corporei
17 mg/100 ml Precipitazione del fosfato di calcio

Depressione del SN
Torpidità dei riflessi
12-15 mg/100 ml Intervallo QT abbreviato
Stipsi
Inappetenza

9.4 mg/100 ml Calcemia normale

6.0 mg/100 ml Spasmo carpopedale

Convulsioni occasionali
4.0 mg/100 ml Tetania generalizzata
e morte
Effetti delle alterazioni dell’equilibrio acido-base sulla
proteina legante il Ca2+ plasmatico e concentrazione
ematica del Ca2+ ionizzato
Sezioni trasversali di un osso lungo,
prevalentemente corticale, e di una
vertebra, prevalentemente trabecolare

- Fibre collagene ed idrossiapatite: [Ca3 (PO4)2]3 · Ca(OH)2


- Resistenza alla tensione ed alla compressione
- Rimodellamento osseo
- Età
Osso compatto

Matrice organica (30%) Sali dell’osso (70%)


Fibre collagene orientate
lungo le linee di forza

Idrossiapatite ∼ Sali di
[Ca3(PO4)2]3 · Ca(OH)2 Na+, K+, Mg++
Carbonato
Piombo
Resistenza alla tensione
Resistenza alla Uranio
compressione Plutonio etc.

Sarcoma
osteogenico
Meccanismo della calcificazione dell’osso
Osteoblasti

Secrezione di:
Sostanza fondamentale
Monomeri di collageno
Fattore che neutralizza il pirofosfato (?)

Polimerizzazione dei monomeri di collageno e formazione delle fibre collagene

Formazione di tessuto osteoide


(inclusione di osteoblesti)

Deposizione di sali di calcio e fosfato non cristallini


(composti amorfi) Calcio scambiabile

Formazione di cristalli di idrossiapatite


Effetti della somministrazione di PTH in un
paziente carente di questo ormone

Siero (mg/dl)

PTH (200 U 8h)

- Calcitonina
- S. vit. D
- S. PTH
Il trasporto del calcio lungo il nefrone
Le percentuali si riferiscono alla
quantità del Ca++ filtrato
Riassorbimento di Calcio
nel tubulo prossimale del nefrone

Via paracellulare Via transcellulare


80% 20%

Riassorbimento di Na+, HCO3-, Diffusione attraverso canali al


Glucosio, amminoacidi calcio della membrana apicale

Riassorbimento transcellulare e
paracellulare di H2O Estrusione mediante antiporto
3 Na+ - Ca++ e Ca++ ATPasi
della membrana basolaterale
Riassorbimento “solvent drag” di
Na+ e Cl-

Riassorbimento
Positivizzazione del

potenziale luminale
Riassorbimento paracellulare
di Na +, K + e Ca ++
Il trasporto del Pi lungo il nefrone
Il Pi è ri
Ormone paratiroideo (PTH)
Origine Ghiandole paratiroidi
Natura chimica Peptide di 84 amminoacidi
Biosintesi Produzione continua, piccola quota accumulata
Trasporto nella circolazione Disciolto nel plasma
Emivita Meno di 20 minuti
Stimolo per il rilascio Ca2+ plasmatico
Cellule o tessuti bersaglio Rene, osso, intestino
Recettore bersaglio Recettore di membrana
Azione sui tessuti o sull’organismo Ca2+ plasmatico
in toto
Azione a livello cellulare Sintesi vitamina D; riassorbimento renale di Ca2+;
riassorbimento osseo
Azione a livello molecolare Mediata del cAMP; altera rapidamente il trasporto di Ca2+
(includendo il secondo messaggero) ma innesca anche la sintesi proteica negli osteoclasti
Inizio dell’azione 2-3 ore per l’osso, con l’aumento di attività degli osteoclasti
che richiede 12 ore; 1-2 giorni per l’assorbimento intestinale;
entro pochi minuti per il trasporto renale
Regolazione a feedback Ca2+ plasmatico
Altre informazioni Gli osteoclasti non hanno recettori per i PTH, per cui devono
essere influenzati da sostanze paracrine indotte dal PTH.
Il PTH è essenziale per la vita; la sua assenza determina
tetania ipocalcemica (detta anche tetania paratireopriva)
Calcitonina

Cellule di origine Cellule C (“chiare”) della ghiandola tiroidea


Natura chimica Peptide di 32 amminoacidi
Biosintesi Tipica dei peptidi
Trasporto nella circolazione Disciolta nel plasma
Emivita < 10 minuti
Stimolo per il rilascio Ca2+ plasmatico
Cellule o tessuti bersaglio Osso e rene
Recettore bersaglio Recettore di membrana
Azione sui tessuti o sull’organismo Impedisce il riassorbimento osseo;
in toto aumenta l’escrezione renale
Azione a livello molecolare Recettore accoppiato a proteine G, le vie di trasduzione del
(includendo il secondo messaggero) segnale sembrano variare durante il ciclo cellulare
Altre informazioni Diminuisce sperimentalmente la [Ca2+] plasmatica, ma ha solo
lievi effetti fisiologici negli adulti; nessun sintomo associato
all’ipo o ipersecrezione; possibile effetto sullo sviluppo
scheletrico; possibile protezione dei depositi ossei di calcio
durante la gravidanza e l’allattamento
Principali effetti di vari ormoni sull’osso
Formazione ossea Riassorbimento osseo
Stimolata da Stimolata da
Ormone delle crescita (PTH) Ormone paratiroideo
Insulina Vitamina D
Estrogeni Cortisolo
Androgeni Ormone tiroideo
Vitamina D Prostaglandine
Fattore di crescita Interleuchina-1
trasformatore βFattore di necrosi tumorale
Fattore di crescita
dello scheletro
Fattore di crescita Inibito da
d’origine ossea
Fattore di crescita Estrogeni
d’origine piastrinica Androgeni
Calcitonina Calcitonina
Fattore di crescita
Inibita da trasformatore β
Risposta compensatoria alla deprivazione di calcio
Calcio plasmatico

Secrezione di PTH

Fosfato plasmatico

Fosfato renale

1,25-(OH)2-D3

Calcio
urinario Assorbimento intestinale
Fosfato Fosfato
+
plasmatico urinario
Riassorbimento osseo
Calcio plasmatico
Se eccessivo
Secrezione di PTH
Secrezione di calcitonina
1,25-(OH)2-D3
24,25-(OH)2-D3
Risposta compensatoria alla deprivazione di fosfato
Fosfato plasmatico

Fosfato renale

1,25-(OH)2-D 3

Assorbimento intestinale
Calcio plasmatico
+
Riassorbimento osseo Secrezione di PTH

Fosfato plasmatico Fosfato urinario Calcio urinario

1,25-(OH)2-D 3
24,25-(OH)2-D 3

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