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896 a 900
La più compiuta realizzazione della nuova concezione della letteratura si può trovare nel
romanzo manzoniano: i promessi sposi sono infatti l'opera che possiede la più forte carica
innovatrice nei confronti della tradizione letteraria italiana.
Il romanzo risponde perfettamente alla poetica del vero, dell'interessante e dell'utile, in cui
Manzoni consente di rappresentare la realtà secondo quello che è, lui lo fà e racconta di una
realtà umile, ignorata dalla letteratura classica. Il personaggio inoltre non è più posto su uno
sfondo astratto e fuori dal tempo, ma viene rappresentato in rapporto organico con un dato
ambiente e un dato momento, in modo che nessun sentimento o gesto si possa comprendere se
non riferito a quel preciso terreno storico.
Manzoni per questo romanzo sceglie la forma del romanzo storico a causa del successo dei
romanzi storici dello scozzese Scott. Secondo il modello Scottiano
i protagonisti dovevano essere personaggi inventati o persone di cui la storiografia non si
occupa.
Manzoni voleva una società ideale, con 4 esigenze essenziali: un saldo potere statale, una
legislazione razionale ed equa, una politica econimica oculata e un'organizzazione sociale giusta.
Nel sistema dei personaggi del romanzo, Don Rodrigo e Gertrude rappresentano la funzione
negativa dell'aristrocazia, per i ceti medi invece un esempio negativo può essere don Abbondio.
Questo suo ideale di società si nutre dei principi della nascente borghesia liberale, il modello di
una società giusta senza conflitti fra classi. Secondo Manzoni questo è proposto dal Vangelo
stesso, avvicinandosi alla visione religiosa Manzoni inizia ad avere una concezione tragica e
pessimistica della storia umana. Il cattolicesimo Manzoniano inizia a fondersi con un
progressismo moderato di impronta laica e Liberale , staccandosi dagli orientamenti reazionari
della chiesa nell'età della Restaurazione.