Gli stili di personalità rappresentano il cuore concettuale dell’approccio teorico proposto da Millon,
ovvero convinzioni stabili che la persona mantiene su sé e sul mondo, unite ai modi tipici di pensare
e di sentire e ai comportamenti associati a queste convinzioni. Tali raggruppamenti di caratteristiche
sono da considerarsi coerenti anche se esistono eccezioni che non rappresentano la regola.
Importante valutare relazione tra caratteristiche e situazioni.
Il modello degli schemi di personalità è strutturato lungo una continuità tra personalità normale e
anormale, con un prototipo o stile di personalità normale (ad. es. ritirato) ed uno invece anormale,
un disturbo di personalità (ad es. schizoide).
Il Millon misura le caratteristiche di personalità patologiche nell’adulto mantenendo una prospettiva
dimensionale.
Si tratta di un test formato da 175 Items, con risposta dicotomica vero o falso, e compilabile in circa
30 minuti.
Il MCMI-III è uno strumento clinicamente orientato per la valutazione dei disturbi di personalità.
Si fonda sulla teoria evoluzionistica e concepisce i disturbi di personalità come costrutti evolutivi
derivanti dall’interazione tra individuo e ambiente e dal peso che quest’ultimo esercita nel
determinare il comportamento della persona.
V VALIDITA’: contiene item irrealistici o assurdi tali da dover risultare falsi per ogni persona
che si approccia al test. Punteggio 1 dubbio ma analizzabile, maggiore di 1 test nullo
X AUTOAPERTURA: misura quanto prontamente una persona si attribuisca caratteristiche
psicologiche. <34 non valido per scarsa apertura, >178 non valido per eccessiva apertura
Y DESIDERABILITA’ SOCIALE: misura la tendenza a descriversi positivamente, mostrandosi
fiducioso, socievole, rispettoso, organizzato. Non invalida il protocollo.
Z DRAMMATIZZAZIONE/AUTO-SVALUTAZIONE: misura la tendenza a descriversi
negativamente, con bassa autostima, socialmente a disagio. Non invalida il protocollo
Tutte le scale descritte, a eccezione degli indici di correzione, sono espresse in punteggi BR (Base
Rate), la cui distribuzione riflette la prevalenza del disturbo nella popolazione, rendendo, quindi,
superfluo il confronto con il gruppo normativo.
Inoltre, per ogni scala un punteggio pari a 60 indica il valore medio atteso e per ottenere un corretto
inquadramento diagnostico bisogna raggiungere un punteggio maggiore o uguale a 74, che indica la
presenza di un tratto patologico o maggiore di 84, che indica l’intensità della presenza di patologia.
Validità e affidabilità
I molti studi pubblicati sul Millon evidenziano un buon potere predittivo del test e, al contempo,
un’ottima sensibilità, soprattutto per quanto riguarda la sfera dei disturbi di personalità.
Numerosi, inoltre, sono i libri nati per interpretare al meglio i dati clinici ricavabili da questo test
che permettono di tradurre con un linguaggio più attuale una serie di scale che presentano delle
caratteristiche ormai inglobate in disturbi di personalità più ampi.
Dati italiani
Il campione italiano (2005-2007) e' cosi' composto:
- per l'Asse I: 377 soggetti (184 maschi e 193 femmine)
- per l'Asse II: 343 soggetti (162 maschi e 181 femmine)
Lo studio italiano si e' focalizzato sulla verifica dei principali indicatori psicometrici di validita':
PPP (Positive Predictive Power), IPPP (Incremental Validity of Positive Test Diagnoses), NPP
(Negative Test Power), INPP (Incremental Validity of Negative Test Diagnoses), Cohen's Kappa
(k) and Cohen's Effect Size (d).
Gli aspetti di validita' concorrente sono stati esaminati attraverso lo studio dell'associazione con altri
strumenti diagnostici, quali SCID-II, MMPI-2 e SWAP-200.