Sei sulla pagina 1di 4

MILLON

Gli stili di personalità rappresentano il cuore concettuale dell’approccio teorico proposto da Millon,
ovvero convinzioni stabili che la persona mantiene su sé e sul mondo, unite ai modi tipici di pensare
e di sentire e ai comportamenti associati a queste convinzioni. Tali raggruppamenti di caratteristiche
sono da considerarsi coerenti anche se esistono eccezioni che non rappresentano la regola.
Importante valutare relazione tra caratteristiche e situazioni.
Il modello degli schemi di personalità è strutturato lungo una continuità tra personalità normale e
anormale, con un prototipo o stile di personalità normale (ad. es. ritirato) ed uno invece anormale,
un disturbo di personalità (ad es. schizoide).
Il Millon misura le caratteristiche di personalità patologiche nell’adulto mantenendo una prospettiva
dimensionale.
Si tratta di un test formato da 175 Items, con risposta dicotomica vero o falso, e compilabile in circa
30 minuti.
Il MCMI-III è uno strumento clinicamente orientato per la valutazione dei disturbi di personalità.
Si fonda sulla teoria evoluzionistica e concepisce i disturbi di personalità come costrutti evolutivi
derivanti dall’interazione tra individuo e ambiente e dal peso che quest’ultimo esercita nel
determinare il comportamento della persona.

La struttura del MCMI-III corrisponde a quella del DSM-IV.


Le scale cliniche sono raggruppate in categorie di personalità e in psicopatologie specifiche per
riflettere la distinzione fatta dal DSM-IV tra Asse I e Asse II. Oltre alla distinzione tra sintomi
psichiatrici e disposizioni stabili della personalità, le scale sono raggruppate secondo il livello
di gravità della psicopatologia e ciascun Asse è composto da dimensioni che riflettono le
principali sindromi.
Il test è composto da 175 item a risposta dicotomica vero/falso, 24 scale e 4 indici di correzione.
Le undici scale (dalla 1 alla 8B) inquadrano i diversi disturbi di personalità secondo la
nomenclatura presente nel DSM-IV (APA, 1994).
Le tre scale S, C e P misurano stili di personalità gravi e particolarmente disadattivi.
Le scale dalla A alla R riguardano l’Asse I o la sfera dei disturbi d’ansia.
Alla fine si trovano le scale SS, CC e PP che indicano la presenza di sindromi cliniche
particolarmente invalidanti o gravi.
Le scale X, Y, Z e V costituiscono gli indici di correzione o di aggiustamento, in grado di rilevare
l’atteggiamento del soggetto/paziente al test, e indicano se il test può essere considerato valido
oppure no.

V  VALIDITA’: contiene item irrealistici o assurdi tali da dover risultare falsi per ogni persona
che si approccia al test. Punteggio 1 dubbio ma analizzabile, maggiore di 1 test nullo
X AUTOAPERTURA: misura quanto prontamente una persona si attribuisca caratteristiche
psicologiche. <34 non valido per scarsa apertura, >178 non valido per eccessiva apertura
Y DESIDERABILITA’ SOCIALE: misura la tendenza a descriversi positivamente, mostrandosi
fiducioso, socievole, rispettoso, organizzato. Non invalida il protocollo.
Z DRAMMATIZZAZIONE/AUTO-SVALUTAZIONE: misura la tendenza a descriversi
negativamente, con bassa autostima, socialmente a disagio. Non invalida il protocollo
Tutte le scale descritte, a eccezione degli indici di correzione, sono espresse in punteggi BR (Base
Rate), la cui distribuzione riflette la prevalenza del disturbo nella popolazione, rendendo, quindi,
superfluo il confronto con il gruppo normativo.

I punteggi ottenuti sono trasformati in punti standard o base rate.


l punteggio grezzo si converte in punti BR  I punti BR sono simili ai punti T ma ancorano i
punteggi della norma alla prevalenza della popolazione psichiatrica. In pratica indicano la
probabilità con cui il pz presenta un tratto in quantità pari a quella di un pz psichiatrico.
Punti T (media 50, ds 10) hanno problemi legati all'assunzione di normalità della popolazione e non
tengono conto della prevalenza del disturbo nella popolazione: CUT_OFF 2ds>M; ma questo taglia
fuori molti pz
I punti BR sono raggruppabili in 4 fasce:
30 punteggio ancora della popolazione normale;
60 punteggio medio degli psichiatrici;
75 punteggio di certezza di prevalenza del problema o del tratto;
85 punteggio che indica predominanza del tratto

Inoltre, per ogni scala un punteggio pari a 60 indica il valore medio atteso e per ottenere un corretto
inquadramento diagnostico bisogna raggiungere un punteggio maggiore o uguale a 74, che indica la
presenza di un tratto patologico o maggiore di 84, che indica l’intensità della presenza di patologia.

Validità e affidabilità
I molti studi pubblicati sul Millon evidenziano un buon potere predittivo del test e, al contempo,
un’ottima sensibilità, soprattutto per quanto riguarda la sfera dei disturbi di personalità.
Numerosi, inoltre, sono i libri nati per interpretare al meglio i dati clinici ricavabili da questo test
che permettono di tradurre con un linguaggio più attuale una serie di scale che presentano delle
caratteristiche ormai inglobate in disturbi di personalità più ampi.

Dati italiani
Il campione italiano (2005-2007) e' cosi' composto:
- per l'Asse I: 377 soggetti (184 maschi e 193 femmine)
- per l'Asse II: 343 soggetti (162 maschi e 181 femmine)
Lo studio italiano si e' focalizzato sulla verifica dei principali indicatori psicometrici di validita':
PPP (Positive Predictive Power), IPPP (Incremental Validity of Positive Test Diagnoses), NPP
(Negative Test Power), INPP (Incremental Validity of Negative Test Diagnoses), Cohen's Kappa
(k) and Cohen's Effect Size (d).
Gli aspetti di validita' concorrente sono stati esaminati attraverso lo studio dell'associazione con altri
strumenti diagnostici, quali SCID-II, MMPI-2 e SWAP-200.

La validazione degli item è stata fatta sulla base di 3 criteri:


1. Criterio della solidità teorica
2. Criterio interno strutturale
3. Criterio esterno di confronto con altri criteri
Differenti studi valutano la validità di costrutto (convergente, divergente e rispetto ad un criterio)
La struttura fattoriale del MCMI appare robusta e coerente con i modelli diagnostici del DSM
(McCannan 1991)
Gli indici di validità riportano valori tra 0.92 e 0.99 (sebbene OPP è inferiore tra 0.58 e 0.83).
Il MCMI è uno strumento valido per la valutazione diagnostica (Sharifi 2008)
L’accordo è alto per quelle dimensioni facilmente osservabili.
La validità convergente rispetto al MMPI2 è problematica (Gritti 2016)
Alta convergenza rispetto al MMPI-2-RF in popolazione clinica (van der Heijden, 2012)
Sulla popolazione non clinica il modello mostra debole validità (Mullins-Sweatt 2007)
Criticità nell’utilizzo in ambito forense (Bow 2010)

Potrebbero piacerti anche