Sei sulla pagina 1di 68

ENERGIA ELETTRICA

RETI ELETTRICHE IN OSPEDALE


PRODUZIONE E CONSUMI DI ENERGIA
ELETTRICA

• Produzione nazionale 2018: 66.5% termoelettrica,


17.4% idroelettrica, 16.1% geotermica, eolica,
fotovoltaica.

• Nel 2018 sono stati consumati in Italia 321,4


miliardi di kWh di energia elettrica (circa il 21% in
Lombardia).

• Consumi in generale lieve aumento a partire dal


2016
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA
valori nazionali indicizzati 1963 -2013
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA
consumi di energia elettrica per abitante 2008 e 2018

dati da: Terna - consumi di energia elettrica per abitante


RETI DI DISTRIBUZIONE
reti alta tensione in Italia
• Distribuzione tramite
reti a maglie.

• Maglie larghe ad Alta


Tensione (100-
380kV).

• Maglie fitte per Media


Tensione (23kV) e
per allacciamento alle
utenze.

• Interconnessioni con
l’estero e cavi
sottomarini.
RETI DI DISTRIBUZIONE
reti alta tensione Lombardia
L’OSPEDALE E L’ENERGIA ELETTRICA
Utente molto qualificato (sicurezza, sopravvivenza dei pazienti).
La fornitura di energia elettrica deve sottostare a diverse condizioni, tra le
quali:

1. l’affidabilità della sua erogazione (continuità);

2. la qualità, in termini di stabilità e regolarità della forma d’onda:

a. la frequenza deve mantenere uno scostamento ≤1% rispetto alla


frequenza nominale;

b. il valore istantaneo della tensione di alimentazione deve


mantenersi entro l’intervallo del ±10% rispetto al nominale;

c. la tensione di alimentazione deve essere sinusoidale e tale da


formare un sistema di alimentazione simmetrico nel caso di
alimentazione polifase;

d. la norma CEI EN 60-601-1 prescrive che ogni apparecchio


elettromedicale sia di categoria di sovratensione II per i transitori
di rete, a meno che il fabbricante non specifichi una categoria
superiore;
CICLO ANNUALE CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA
Ospedale Niguarda Milano 2010 - 2016
IMPIEGO GIORNALIERO DI POTENZA ELETTRICA
OSPEDALE NIGUARDA
POTENZA ELETTRICA IMPEGNATA GIORNALIERA
Ospedale Niguarda Milano
luglio 2015 e 2016, MW

1-3/07
2015

1-3/07
2016
POTENZA ELETTRICA IMPEGNATA
Il consumo dell’ospedale dipende da:

- dimensioni generali;

- configurazione (reparti, servizi di diagnosi, cura);

Posto letto (CEI 64-56): - in terapia intensiva: 1,8 kW


- in medicina generale: 0,8 kW

Consumi medi in aumento

Niguarda ha un impiego medio di 3,5 kW per posto letto


(inclusa quota di consumi industriali – impianti, cucine).

STIMA GENERALE per un ospedale moderno: 4 kW/letto.


TIPOLOGIE DI CONSUMO DELLE
APPARECCHIATURE BIOMEDICHE

• Apparecchiature ad assorbimento W
continuo (monitor fisiologici, lampade scialitiche)
t
• Apparecchiature ad assorbimento
continuo con picco pulsato (RX, W
radioterapia, elettrobisturi)

• Apparecchiature ad assorbimento t
intermittente (defibrillatori, elettrocardiografi) W

• Apparecchiature ad assorbimento t
regolabile “on demand” (aspiratori, W
lampada da visita)

t
CONSUMI ELETTRICI DELLE
APPARECCHIATURE BIOMEDICHE - 1

Potenza massima (kW)


descrizione

TAC 100
RMN 70
Acceleratore lineare 60
Sistema PET/CT 30
Autoclave a vapore 15

Analizzatore da laboratorio 10

Centrifuga refrigerata 10
CONSUMI ELETTRICI DELLE
APPARECCHIATURE BIOMEDICHE - 2

descrizione Potenza Potenza


minima W massima
W
Ventilatore polmonare 20 3.000
TAC 1.000 100.000
Centrifuga refrigerata 250 10.000
Laser chirurgico 500 7.500
Autoclave a vapore 2.000 15.000
Apparecchio RX portatile 200 1.500
Sistema endoscopico 30 800
ENERGIA ELETTRICA – DISTRIBUZIONE

• Prodotta nelle centrali elettriche e distribuita in AT (100-


380kV) fino alle centrali di trasformazione.

• Qui passa da AT a MT (23kV) e viene immessa nelle reti


locali.

• A livello locale esistono cabine di trasformazione MT/BT


(230V - 400V).

• Alle piccole utenze arriva in BT (mono o trifase).

• Nelle utenze più grandi (ospedali) arriva in MT e


l’impianto prevede nell’ospedale una o più cabine di
trasformazione MT/BT.
RETE ELETTRICA – SCHEMA GENERALE
Nella maggior parte degli ospedali esiste almeno un punto
di consegna di energia elettrica in MT (QEG). A valle si
possono avere due tipi di rete.

1. Ospedale di ridotta estensione/monoblocco: nel QEG esiste


almeno un trasformatore MT/BT che alimenta un quadro generale in
BT (QGBT); questo può essere l’unico quadro principale (QP) di
edificio (nel caso di un singolo edificio) o collegarsi ai vari quadri di
distribuzione.
Si ha una distribuzione di tipo MT/BT
MT/BT
radiale (dal QEG-MT/BT alle
utenze).

Per aumentarne l’affidabilità si


ricorre allo schema a doppio
radiale (due MT/BT).
RETE ELETTRICA – SCHEMA GENERALE

2. ospedale di grandi dimensioni, in particolare a


padiglioni: si ha uno schema con anello in MT con n cabine
di trasformazione (CdT) MT/BT, ciascuna delle quali
alimenta un QP di edificio.

QEG MT CdT 1

CdT 2

CdT 3 CdT 4
SCHEMA RETE ELETTRICA
OSPEDALE DI GRANDI DIMENSIONI
rete elettrica
preferenziale
rete elettrica
normale

Cabina di
Cabina di trasformazione 3
GE QP GE QP GE QP
trasformazione 1

GE
MT/BT MT/BT MT/BT
Quadro Elettrico

MT/BT

QEGP
Generale

QP
QEG MT

GE
MT/BT
GE QP GE QP GE QP

QP
MT/BT MT/BT MT/BT
dalla rete elettrica
pubblica

GE: generatore emergenza


QP: quadro principale
SCHEMA IMPIANTO ELETTRICO DI
EDIFICIO
L: circuito luce
FM: circuito forza motrice
FM
P N L
N:
Alimentazione
normale
FM
P N L
P:
Alimentazione
privilegiata o
FM
preferenziale
P N
L

P N QP
IMPIANTI ELETTRICI: reti in BT
• Si dirama a valle dei trasformatori MT/BT, a partire dal
Quadro Generale BT (QGBT) o dal QP di edificio.
• Spesso l’impianto segue percorsi verticali: CAVEDI TECNICI
• Originariamente delle dimensioni tipiche di una canna fumaria.
• Ora hanno dimensioni maggiori e ospitano diversi impianti (elettrici,
riscaldamento, condizionamento, gas medicali e tecnici, ...).
• Al loro interno spesso ospitano anche i quadri elettrici di reparto e gli
organi di controllo degli impianti.
• Facilità di accesso per manutenzione ordinaria e straordinaria.
• Problematiche di attenta separazione tra gli impianti che coesistono
in ristretti volumi per evitare interferenze reciproche.

• L’ultimo segmento dell’impianto BT, a valle dei quadri di


reparto, raggiunge tre tipi di utenze:
• CORPI ILLUMINANTI
• PRESE ELETTRICHE
• APPARECCHIATURE AD ALIMENTAZIONE FISSA
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA
E
DI EMERGENZA
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA ED EMERGENZA
L’ospedale richiede la garanzia della continuità
dell’alimentazione elettrica: è necessario dotare le strutture
sanitarie di appositi generatori autonomi.

Esistono due diverse tipologie di generatori autonomi:

1. alimentatori dei servizi di sicurezza: (es. illuminazione via


di fuga, sistemi di rilevazione e allarme incendio, serrande
tagliafuoco ecc.);

2. alimentatori dei servizi di emergenza: alimentano tutte le


altre categorie di apparecchi e impianti per i quali non è
ammessa l’interruzione di funzionamento a causa di
un’interruzione di rete (terapie intensive, sale operatorie, ...).

Spesso sono gli stessi generatori a realizzare entrambe le


funzioni.
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA ED
EMERGENZA
classi di intervento
Classe Interruzione Tempo di intervento
tollerata garantito
0 nessuna
0,15 brevissima minore o uguale a
0,15 s
0,5 breve superiore a 0,15 s e
non superiore a 0,5 s
15 media superiore a 0,5 s e
non superiore a 15 s
> 15 lunga superiore a 15 s
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA ED EMERGENZA
rete preferenziale

A seconda del tempo di interruzione tollerato dal carico, si deve


adottare l’opportuna classe di sistema di emergenza. Ad esempio:

• le apparecchiature di monitoraggio del paziente e le lampade


scialitiche hanno tempo di intervento non superiore a 0,5
secondi.

• le attrezzature economali ammettono un tempo di intervento


superiore a 15 secondi.

• le risorse informatiche richiedono continuità di alimentazione


(classe 0).
GRUPPO STATICO DI CONTINUITA’
(UPS: Uninterruptible Power Supply )

• classe 0: si tratta di apparecchi utilizzati spesso come unità


associate ai singoli sistemi informatici.

• In genere dotati di potenze nominali limitate (20 o 30 kVA),


scarsa autonomia (per S.O. e T.I. < 30 min).

• L’UPS commuta su un gruppo elettrogeno diesel che


alimenta il medesimo reparto ed ha un’autonomia maggiore.

• Costo elevato.

• Rumorosità per gli apparecchi di taglia maggiore.


GRUPPO STATICO DI CONTINUITA’
schema a blocchi

Uscita
Ingresso
carico
da GE
Commutatore

By pass
raddrizzatore manuale

Ingresso
rete
inverter
batteria
SCHEMA ELETTRICO
DELL’ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA

Trasformatore GE
MT/BT

QGBT di
padiglio
ne

Q Piano

UPS
GRUPPI ELETTROGENI ROTANTI

• Costituiti da motori diesel accoppiati ad un alternatore.

• Intervengono di norma entro i 15 secondi (classe 15).

• La potenza nominale può variare da poche decine di kVA

fino a oltre 2000 kVA (gruppi per interi ospedali).

• MTBF (mean time between failures) più bassi rispetto ai

gruppi statici (minore affidabilità).

• Maggiormente in grado di sopportare sovraccarichi.


GRUPPO ELETTROGENO
Motore
radiatore
alternatore diesel

Gruppo da
800 kVA

• PROVA A VUOTO UNA VOLTA A SETTIMAMA


• PROVA A CARICO UNA VOLTA AL MESE

• Problema dell’insonorizzazione (oltre la soglia dei 100


kVA).
GRUPPO ELETTROGENO

Gruppo da
2250 kVA

• Nei gruppi di potenza nominale maggiore di 400 kVA


si insonorizza con l’utilizzo di container completi di
quadro di comando e gruppo di scambio con la rete
elettrica.

• Si cerca di avere più gruppi piccoli per frazionare il


rischio e ridurre il rumore.
GRUPPO ELETTROGENO
GRUPPO ELETTROGENO
GRUPPO ELETTROGENO
GENERATORI DI RISERVA
CONSIDERAZIONI GENERALI

• Alimentano la rete elettrica BT privilegiata.


• UPS collegati in serie alla rete di alimentazione.
• Gruppi elettrogeni sono collegati in parallelo alla rete di
alimentazione, ed intervengono a seguito di commutazione
verso la rete
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA ED
EMERGENZA
alimentazione da
rete ordinaria alimentazione
(amministrazione) da rete
ordinaria e
UPS (server)

alimentazione da
rete ordinaria e
alimentazione da rete
gruppo elettrogeno
ordinaria e UPS con
(diagnosi non
commutazione su
critica, reparti)
gruppo elettrogeno
(S.O., T.I.)
APPARECCHIO ELETTROMEDICALE
Le utenze finali più caratterizzanti
dell’energia fornita dalla rete elettrica
in ospedale sono gli apparecchi
elettromedicali, particolare categoria
di dispositivi medici

Apparecchi Dispositivi
elettromedicali medici
DISPOSITIVO MEDICO
definizione
(direttiva CE 93/42 – DLGS 46/97)

DISPOSITIVO MEDICO:
uno strumento, un apparecchio, un impianto, una sostanza, un altro prodotto
usato da solo o in combinazione, compreso il software informatico impiegato
per il corretto funzionamento, e destinato dal fabbricante ad essere
impiegato nell'uomo a scopo di:

 Diagnosi, prevenzione, controllo, terapia, attenuazione di una malattia;


 Prevenzione, diagnosi, controllo, terapia, attenuazione, compensazione
di una ferita o di un handicap;
 Studio, sostituzione e modifica dell'anatomia o di un processo fisiologico.
DISPOSITIVO MEDICO
definizione
(direttiva CE 93/42 – DLGS 46/97)

DISPOSITIVO MEDICO:

Direttiva europea del 1993 recepita in ITA nel 1997. I D.M. richiedono il
marchio CE.

Rientrare in questa categoria comporta un iter di sviluppo complesso e


rigoroso prima di poter arrivare sul mercato, e un monitoraggio post-
vendita.

• Classificazione del livello di rischio associato all’uso;


• prove di laboratorio;
• prove in vitro/ex vivo;
• prove su animale;
• analisi dei rischi associati;
• sistema di monitoraggio;
• sistema di monitoraggio degli incidenti;
• ...
APPARECCHIO ELETTROMEDICALE
definizione

Apparecchio elettrico che entra in contatto fisico o elettrico (PARTE


APPLICATA) col paziente, e/o che trasferisce energia verso il o dal
PAZIENTE, o rileva tale trasferimento di energia [...], e che è:

• dotato di non più di una connessione ad una alimentazione di


rete;
• previsto dal suo fabbricante per essere impiegato nella diagnosi,
trattamento o monitoraggio di un PAZIENTE, oppure per
compensare, lenire il disagio, le lesioni o le menomazioni.

Norma CEI EN 60-601-1 art. 3.63


SISTEMA ELETTROMEDICALE
definizione
Combinazione, specificata dal
fabbricante, di più
apparecchi, almeno uno dei
quali deve essere un
apparecchio elettromedicale,
e interconnessi mediante una
connessione funzionale o
mediante una presa multipla.

Norma CEI EN 60-601-1 art. 3.63


RISCHIO PER IL PAZIENTE

Le condizioni generalmente associate ai livelli di rischio per il


paziente, anche dal punto di vista della sicurezza elettrica, sono:

• invasività dei trattamenti;


• maggiore passività dei pazienti rispetto alle variazioni
ambientali;
• dipendenza dal funzionamento di apparecchiature e impianti;
• riduzione delle barriere immunitarie.
PARTE APPLICATA:
parte di un apparecchio elettromedicale che nell’uso normale
viene necessariamente in contatto fisico con il paziente
affinché l’apparecchio EM o il sistema EM possa svolgere la
propria funzione.

Parte applicata interna al paziente Parte applicata in contatto col paziente

La parte applicata può essere ad esempio un elettrodo esterno o


interno al corpo o una superficie dell’apparecchio EM.
LOCALI AD USO MEDICO

Locale destinato a scopi diagnostici,


terapeutici, chirurgici, di
sorveglianza o di riabilitazione dei
pazienti (inclusi i trattamenti
estetici).

(Norma CEI 64 – 8 sez.7)


LOCALI AD USO MEDICO
Locale SÌ NO
Si usa almeno un apparecchio Locale di
ad uso elettrico con parti applicate? gruppo 0
medico?

È un locale dove si eseguono interventi intracardiaci od operazioni chirurgiche


con pericolo di micro-shock?
OPPURE
Esiste pericolo che la mancanza di alimentazione elettrica comporti pericolo di
vita per il paziente?
OPPURE
Si eseguono attività di preparazione alle operazioni, ingessature chirurgiche,
risveglio postoperatorio e viene praticata l’anestesia generale?

Almeno un SÌ NO

Locale di Locale di
gruppo 2 gruppo 1
LOCALI AD USO MEDICO
Locale Gr. 0 Gr. 1 Gr. 2
Camere di degenza *
Sala parto *
Sala ECG *
Ambulatori * *
Sala per radioterapie *
Sala per fisioterapia *
Sala per anestesia *
Sala preparazione chirurgia * *(1)
Sala operatoria *
Sala per ingessature chirurgiche * *(1)
Sale per risveglio postoperatorio * *(2)
Terapie intensive *
Sala RM *

(1): se viene praticata anestesia generale


(2): se per pazienti da anestesia generale
ZONA PAZIENTE
CEI 64–8 art. 710.2.8

Qualsiasi volume in cui un paziente con parti


applicate può venire in contatto intenzionale,
o non intenzionale, con altri apparecchi
elettromedicali o sistemi elettromedicali o con
masse estranee o con altre persone in
contatto con tali elementi.
ZONA PAZIENTE
Posizione del paziente
fissa

Posizione del paziente


mobile

- deve essere determinata in fase progettuale;


- occorre identificare a priori le possibili posizioni assunte dal paziente con parti
applicate;
- occorre considerare i possibili spostamenti del paziente e delle apparecchiature
elettromedicali;
- può coincidere con l’intero locale ad uso medico.
IMPIANTI ELETTRICI NEI
LOCALI AD USO MEDICO
sistemi di protezione

• Protezione contro le sovracorrenti

• Protezione contro i contatti indiretti


PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:

Definizione di Massa:

Parte conduttrice di un componente elettrico che può


essere toccata e che non è in tensione in condizioni
ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni
di guasto all’isolamento principale.

Questa condizione espone al rischio di contatti


indiretti.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro le sovracorrenti

INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO 1 – morsetti di ingresso


2 – morsetti di uscita
3 – pulsante inserimento
4 – contatti interruzione
5 – solenoide
6 – sensore toroidale
7 – circuito
8 – pulsante di test
9 – filo collegato al
pulsante di test
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Protezione contro le Sovracorrenti

• Consiste nel collocare interruttori elettromagnetici


e/o magnetotermici in corrispondenza di ogni
partenza dei quadri elettrici a protezione di eventuali
effetti distruttivi sull’impianto dovuti alle
sovratemperature associate a correnti eccessive
(sovraccarichi e/o corti circuiti).
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Interruzione automatica del circuito con interruttori differenziali


con corrente differenziale Id = 30mA.

morsetti Sezione
ingresso differenziale

Taratura
differenziale

carico
I3 = corrente differenziale Sezione morsetti
magnetotermico uscita
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

• Protezione mediante bassissima tensione di sicurezza medicale


(tensione 25V in alternato, 60V in continuo).

• Impiego di componenti di classe II (doppio isolamento delle


masse).

• Separazione elettrica (si adatta ad esempio ad impianti


alimentati da gruppo elettrogeno).

• Egualizzazione del potenziale

• Sistema IT-M (trasformatore di isolamento di grado medicale,


con equipotenziale).
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione
elettrica e
contatti
indiretti
-guasto su
massa
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione
elettrica:
-guasto su
massa
-guasto a terra
di un polo e
contatti indiretti.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione
elettrica:
-guasto su massa
-capacità verso
terra dei
conduttori e
contatti indiretti.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione
elettrica con
trasformatore
di isolamento.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione con trasformatore di


isolamento; guasto su due masse.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione con trasformatore di


isolamento. Non protegge in caso
di guasto su due masse!
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Sistemi di protezione contro i contatti indiretti

Separazione con trasformatore di


isolamento; collego le masse.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Egualizzazione dei potenziali

Pensate ad un intervento nel quale il cuore del paziente è


collegato a cateteri ed elettrodi.

Una corrente accidentale anche di pochi mA che


attraversasse il cuore potrebbe generare fibrillazione. Deve
essere evitata.

Egualizzazione dei potenziali di tutte le masse nei


locali ad uso medico poste in zona-paziente.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Egualizzazione dei potenziali

Massa estranea: parte conduttrice non facente parte


dell’impianto elettrico, in grado di introdurre un potenziale
(es. circuito idraulico condiviso con altri locali).
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Egualizzazione dei potenziali
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Egualizzazione dei potenziali IT-M
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO:
Egualizzazione dei potenziali
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO
Esempi di dotazioni di sicurezza in funzione della destinazione d’uso del
locale:

Ambulatori

• Se adibiti a visita medica (locali gruppo 0) è sufficiente


l’interruttore differenziale.

• Se si prevede uso di strumentazione (gruppo 1 o 2) allora


l’impianto deve essere progettato ad hoc in funzione dell’attività
(egualizzazione potenziali per gruppo 1, sistema IT-M se gruppo
2).

• Prese elettriche a 120 cm dal piano di calpestio, ad almeno 20 cm


dalle prese di distribuzione dei gas medicali.

Radiologie

• I locali destinati ad angiografie, TAC e RNM sono classificati gruppo


1 o 2, e prevedono fino a sistema IT-M.
PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE NEI
LOCALI AD USO MEDICO

Reparti di degenza ordinaria

• Sono locali di gruppo 1. Stesse norme per le prese viste per gli
ambulatori.

• Occorre egualizzazione del potenziale.

Reparti di terapia intensiva e camere operatorie

• Sono locali di gruppo 2: IT-M.

• Tutte le prese che fanno capo ai sistemi IT-M devono avere


protezione singola da sovracorrente (fusibile o elettromagnetico).

Potrebbero piacerti anche