non vide cosa come il vino mai nessuno, solo mi sorprende che alcuni lo vendano, in cambio di quello cosa mai ricevono ? In questa quartina, come in molte altre, Khayyam crea versi su un argomento di cui era un celebre esperto, l'astronomia. E' rimasto famoso in oriente per aver riformato l'antico calendario persiano, su commissione del sultano di allora, che gli aveva addirittura fatto costruire un osservatorio a Isfahan. E' stato anche celebre come matematico per aver trovato soluzioni a difficili questioni di algebra e geometria. Per non parlare di musica, filosofia e storia, che sono state oggetto dei suoi studi. Il suo scetticismo, la sua disillusione riguardo a facili credenze e falsi comportamenti religiosi sono spesso il risultato di un modo tipicamente persiano di dissimulare le proprie convinzioni profonde in favore di una consapevolezza del presente, dell'importanza della vita così com'è veramente, e della ricerca della verità a ogni costo. Il vino è per Khayyam qualcosa di fondamentale : la
bevanda insostituibile per rilassarsi e vivere fino in fondo
la vita che presto svanirà . Ma è anche il simbolo dell'unione fra anima e corpo, come dice in una sua quartina. E il vino è anche lo strumento ideale per mettere da parte l'ego e frequentare la “taverna “ dove altri esseri umani cercano la verità , come si dice : in vino veritas. Niente è più efficace di questo semplice mezzo per abbandonare le pretese e le considerazioni dell'uomo comune….