Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
in concorrenza perfetta
• Mercato del lavoro: è un mercato nel quale viene offerta una quantità L di
servizi di lavoro, corrispondenti a compiti specificati relativi a un posto di
lavoro (posto vacante) in cambio di una remunerazione definita salario, w.
Si noti che il salario rappresenta la parte più importante del reddito per il
lavoratore e la sua famiglia mentre rappresenta un costo per il datore di
lavoro.
• Il valore di un posto di lavoro, y, è dato dal valore del prodotto del lavoro che
si ottiene quando l’impresa e il lavoratore sono impegnati nella produzione. In
pratica consiste nei ricavi ricavati da un posto di lavoro, pari al prodotto della
quantità di output prodotta dal lavoratore per il suo prezzo unitario.
• Il surplus totale di un posto di lavoro è pari alla somma del surplus del
lavoratore e del surplus dell’impresa, cioè (w-wr)+(y-w)=y-wr
Si noti che tutti questi valori possono essere espressi in termini monetari,
ad esempio in euro.
In base a questa analisi saremo in grado di costruire l’offerta di lavoro aggregata definita come la
somma delle persone che “partecipano” al mercato del lavoro per ogni dato livello del salario.
Questo significa assumere che il lavoratore possa scegliere se lavorare o no mentre l’orario di
lavoro non può essere scelto perché stabilito da regolazioni, quindi tutti lavorano lo stesso
numero di ore.
c = wh+m vincolo di bilancio: il consumo è pari al reddito totale, che risulta dalla
somma del reddito da lavoro (wh) e del reddito non da lavoro (m). Il reddito da lavoro
è pari al salario orario (w) moltiplicato il numero di ore di lavoro (h)
G. Croce - Analisi e politiche micro 6
Figura A: w>wr il lavoratore partecipa
Il salario di riserva wr è pari alla pendenza della curva di indifferenza U0 che passa nel
punto A (h=0, c=m): la pendenza (misurata dall’angolo rosso) indica il salario orario
(cioè il consumo aggiuntivo) al quale per il lavoratore è indifferente lavorare un’ora
o non lavorare.
Il salario di mercato w è pari alla pendenza della retta del vincolo di bilancio.
Se in A w>wr il lavoratore ottiene un surplus dalla partecipazione (e si sposta su una
curva di indifferenza più alta lungo la curva di bilancio).
c c
A B
wr
w w
wr A A
m m U0
U0
l l
l0 G. Croce - Analisi e politiche micro l0 7
Quante ore lavorare
Nel caso in cui sia possibile scegliere liberamente quante ore lavorare, il lavoratore
offre h* ore, in corrispondenza del punto E di tangenza tra la retta di bilancio e la
più alta curva di indifferenza
w
A
m
l0 l
h*
E’
Se prevale l’effetto sostituzione : h**>h*
E
→ relazione crescente tra w e offerta di
A lavoro in termini di ore nel mercato.
m
l0 l
h** h*
E E’
L’effetto reddito può spiegare la riduzione
degli orari di lavoro nel lungo periodo: A
m
il progresso tecnologico aumenta la
produttività e, quindi, il salario e questo
riduce le ore di lavoro (ma aumenta la l0 l
h* h**
partecipazione femminile).
G. Croce - Analisi e politiche micro 10
La curva di offerta aggregata
La popolazione in età lavorativa è composta da persone con diverse preferenze riguardo alle
combinazioni (c,l) e con diverse dotazioni di reddito non da lavoro (m), pertanto ogni persona ha
un diverso salario di riserva.
Quindi è possibile definire la funzione di distribuzione cumulata
G(w) che rappresenta la quota di popolazione in età da lavoro con un salario di riserva
uguale o inferiore a w (e quindi disposta a partecipare a un salario pari a w)
G(w)
G. Croce - Analisi e politiche micro 11
Per discutere. Sussidi o lavoro?
Secondo le assunzioni della teoria dell’offerta di lavoro appena esposta, si offre lavoro per ottenere reddito (e
quindi per il consumo): il lavoro aumenta l’utilità solo indirettamente, in quanto consente di ottenere un reddito.
Ciò implica che, dal punto di vista del lavoratore, un sussidio può sostituire l’occupazione: in termini di politica
economica è indifferente adottare una politica “attiva” (aumento dell’occupazione) o una “passiva” (sussidio).
c
Per il lavoratore il punto di ottimo è E: preferisce
lavorare (E) piuttosto che rimanere inattivo (A).
Tuttavia, se ricevesse un sussidio s raggiungerebbe il
punto B, sulla stessa curva di indifferenza di E: il E
sussidio renderebbe del tutto indifferente lavorare B
(senza sussidio) o non lavorare (ricevendo il sussidio). m+s
m A
l
Immaginiamo uno scenario in cui il progresso tecnologico abbia ridotto drasticamente le opportunità di lavoro
così che il lavoratore non possa effettivamente raggiungere il punto E: i robot hanno sostituito il lavoro umano
con la qualifica del nostro lavoratore e quindi solo alcuni lavoratori sono occupati mentre il resto sono
disoccupati. (ipotizziamo anche che il salario sia rigido o già molto basso cosicché non possa scendere
ulteriormente malgrado la presenza di disoccupazione)
Secondo le assunzioni della teoria, un sussidio pagato dal governo potrebbe rappresentare un perfetto sostituto
dell’occupazione dal punto di vista dei lavoratori.
Esso forse potrebbe essere finanziato tassando il reddito dei pochi occupati e dei proprietari dei robot che, grazie
all’alta produttività dei robot, hanno redditi molto elevati.
G. Croce - Analisi e politiche micro 12
Tuttavia, davvero, il lavoro rappresenta un’attività di per sé «sgradevole» e meramente
finalizzata al consumo come assume la teoria?
In realtà nell’esperienza di molti il lavoro è anche fonte di autonomia, libertà personale, dignità,
relazioni sociali, soddisfazione. Quindi un sussidio non potrebbe compensare in modo
soddisfacente la mancanza di lavoro: la soddisfazione e la libertà che si ottengono col lavoro
sono cosa diversa dalla soddisfazione e dalla libertà che derivano da un sussidio da spendere al
supermercato.
Da questo punto di vista il lavoro non è sostituibile con un sussidio e l’occupazione deve essere
considerata un obiettivo in sé, non riducibile alla sola garanzia del consumo, e da perseguire
con politiche adeguate, se si vuole perseguire l’obiettivo di favorire la felicità delle persone.
B.S. Frey e A. Stutzer (What Can Economists Learn from Happiness Research?, Journal of
Economic Literature, 2002) riportano evidenze empiriche da cui risulta che la mancanza di
lavoro implica importanti costi non pecuniari per la felicità soggettiva, non compensati neanche
da un sussidio che consenta a chi lo riceve di passare dal quartile di reddito più basso a quello
più alto (per considerazioni analoghe, più di recente, vedi De Neve J.A. e G. Ward, Does Work
Make You Happy? Evidence from the World Happiness Report, Harvard Business Review, 2017).
Anche Brynjolfsson e McAfee nel loro studio sulla rivoluzione tecnologica (2017) esprimono la
stessa visione e ritengono che un reddito minimo garantito non sia un sostituto perfetto
dell’occupazione.
G. Croce - Analisi e politiche micro 13
La domanda di lavoro
quando il mercato del prodotto è competitivo
Ipotesi:
• Breve periodo: il capitale K è fisso; c’è solo un tipo di lavoro
• Concorrenza perfetta nel mercato del lavoro: l’impresa è wage-taker (il salario w è dato)
• Concorrenza perfetta nel mercato del prodotto: l’impresa è price-taker (il prezzo del prodotto 𝑝̅ è dato)
Ld domanda di lavoro
dell’impresa competitiva
Ld
G. Croce - Analisi e politiche micro 14
La domanda di lavoro aggregata
Ld
p
E dalla massimizzazione dei profitti (∂/∂L=0): w py ( L ) y ( L )Y L
Y
Dove il secondo termine a destra ha il segno negativo poiché ∂p/∂Y<0. Dal confronto con la condizione di
massimo profitto trovata sopra risulta che la domanda di lavoro del monopolista è al di sotto di quella di
un’impresa competitiva. Maggiore è il grado di monopolio, più ripida e bassa è la curva della domanda di
lavoro.
Spiegazione: ogni unità di lavoro in più aumenta la produzione del monopolista, ma questa offerta aggiuntiva
dell’output fa scendere il prezzo di vendita. Quindi, per ogni dato livello di L, è minore il prodotto marginale
netto.
w
Ld impresa competitiva
Ld impresa monopolistica
Ld
G. Croce - Analisi e politiche micro 16
L’equilibrio: w*, L*
Domanda di lavoro
rappresenta il valore di ciascun posto di
lavoro, cioè l’aumento dell’output totale
dell’impresa (e dell’economia) per ogni
w lavoratore occupato
Ls
Offerta di lavoro
Rappresenta il salario
di riserva, che è uguale
E
w*
al costo, in termini di
impegno (effort)
Ld
sopportato dal
lavoratore per
produrre l’output
L
L* micro
G. Croce - Analisi e politiche 17
Efficienza dell’equilibrio di concorrenza
I lavoratori con wr<w* partecipano e realizzano un surplus:
∑ dei surplus dei lavoratori corrisponde all’area verde al di sotto di w* e sopra la curva di
offerta
Tutti i surplus possibili sono realizzati (efficienza)! Il surplus totale rappresenta la ‘torta’ prodotta
da questa economia e suddivisa tra i lavoratori e le imprese.
Non c’è disoccupazione (involontaria): tutti i lavoratori disponibili a essere impiegati al salario w*
sono occupati. w
Ls
E
w*
Ld
L
L* micro
G. Croce - Analisi e politiche 18
Altre proprietà dell’equilibrio competitivo
Per le analisi e le politiche sono necessari adeguati indicatori statistici per misurare
la performance del mercato del lavoro. Per definire tali indicatori sono stati definite
tre condizioni principali nelle quali può trovarsi una persona in età lavorativa:
Lavoratori scoraggiati: persone considerate inattive perché hanno smesso di cercare un lavoro
poiché ritengono che non ci siano posti di lavoro disponibile nel mercato
occupazione inattività
B) Supponiamo che il governo imponga un salario minimo mw=200, come cambia l’equilibrio?
Ricava il tasso di disoccupazione e la misura della perdita di surplus.
Poiché il salario aumenta, l’occupazione cala lungo la curva di domanda: 200=260-0.3Ld perciò
Ld=200; mentre la quantità di lavoro offerta aumenta: 200=20+0.5Ls così che Ls=360.
La disoccupazione è Ls-Ld=160, mentre la forza lavoro è uguale all’offerta totale. E il tasso di
disoccupazione è u=160/360 = 4/9 (pari al 44.4%).
La perdita di surplus è data da SL=1/2[mw-ws(Ls=200)](300-200); sostituendo SL=1/2(200-
120)(300-200)=4000, dove ws(Ls=200)=20+0.5*200=120; questa perdita corrisponde a 1/9 del
surplus totale.
260 U=160 Ls
α
mw=200
w*=170
γ
120 Ld
β
20
200 L*=300 360
L
23.000
22.500
22.000
21.500
21.000
20.500
20.000
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
G. Croce - Analisi e politiche micro 24
Occupati totali
23.400
23.200
23.000
22.800
22.600
22.400
22.200
22.000
21.800
21.600
21.400
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
Occupati totali
Nel 2013 l’occupazione tocca il minimo di 22,1 mln. Ad aprile 2018 l’occupazione totale
raggiunge 23,2 mln tornando per la prima volta ai livelli massimi di inizio crisi di aprile 2008.
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
15-24 anni 25-34 anni 35-49 anni 50-64 anni
40,0
35,0
31,3
30,0
25,0
20,0
19,1
15,0
15,3
10,0
14.000
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
1959
1962
1965
1968
1971
1974
1977
1980
1983
1986
1989
1992
1995
1998
2001
2004
2007
2010
2013
Occupati Maschi Occupati Femmine
70,0
65,0
60,0
55,0
50,0
45,0
40,0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
Maschi e Femmine Maschi Femmine
Il cuneo è dato dalla differenza tra il salario minimo e il salario di riserva. La differenza
tra l’offerta di lavoratori disposti a lavorare al salario w e la quantità di lavoro
domandata (L) a quel salario corrisponde a disoccupazione involontaria: persone senza
lavoro ma disposte a lavorare a w.
Ls
w
cuneo
w*
Ld
L
G. Croce - Analisi L* micro
L e politiche 35
Istituzioni che agiscono sulle quantità
Altre istituzioni agiscono sulla quantità di lavoro offerta o domandata:
Politiche come quelle che limitano l’immigrazione, regolano gli orari di lavoro o
aumentano l’età dell’obbligo scolastico riducono l’offerta di lavoro spostamento
verso sinistra della curva di offerta di lavoro: alcuni individui non possono più offrire
lavoro sebbene il loro salario di riserva sia più basso del salario pagato nel mercato.
Anche in questo caso si introduce un cuneo tra il salario di riserva e il valore del posto di
lavoro, e l’occupazione è minore (ma non si crea disoccupazione).
w L1s
L0 s
w
cuneo
Ld
L
G. Croce - Analisi L* micro
L e politiche 36
Perché esistono le istituzioni di mercato del lavoro?
Efficienza
Equità
Equità
alcune istituzioni modificano l’allocazione del surplus tra datori di lavoro e
lavoratori: qualora anche riducano la dimensione della torta, esse possono
migliorare la distribuzione migliorando il benessere di una parte
Nell’ipotesi di un’impresa in concorrenza perfetta nel mercato del suo prodotto, e nel breve periodo, la
domanda di lavoro si ricava nel seguente modo.
Per ricavare la relazione tra L e w si considera, data la condizione di primo ordine, la funzione implicita
g = 𝑝̅ − 𝑤 e, per il teorema della funzione implicita, si ottiene
=− =− .
̅
Poiché, per la condizione di secondo ordine il denominatore è negativo, possiamo concludere che
< 0, che ci dice che la domanda di lavoro è una relazione inversa tra l’occupazione scelta dall’impresa
e il salario che essa deve pagare.
G. Croce - Analisi e politiche micro 39