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Sistemi di qualità dell’UE ambito regolamentato

Produzioni biologiche
Dispensa 5 - 2.4. Il Sistema di Qualità delle produzioni biologiche

• Standard (di organizzazioni internazionali e nazionali) e


Regolamentazioni (dell’operatore pubblico)
• Agricoltura biologica e cambiamento
climatico
• Il settore biologico in Italia (sono slide che
farò vedere in aula non inviate)
Biologico
Organic
L’agricoltura biologica, nata come movimento alternativo sulla
spinta di forti motivazioni ideali, ha avuto negli ultimi venti anni
uno sviluppo rilevante che ha inciso in modo significativo sulla
sue stesse caratteristiche.
Il biologico da rete di produttori e consumatori, coordinati a livello
locale in modo informale si è evoluto in un sistema complesso,
con una molteplicità di attori portatori di interessi diversificati,
regolato da standard internazionali e nazionali
(di natura volontaria) e

nell’ambito dell’Ue, da un sistema volontario di certificazione


regolamentato
Standard e Regolamentazioni (evoluzione storica)
• Le Associazioni di produttori biologici hanno sviluppato i primi
standard per le produzioni biologiche - Nord America ed Europa:
fine anni 60/inizio anni 70.
• 1972 nasce IFOAM Federazione Internazionale dei Movimenti per
l’Agricoltura Biologica (5 associazioni bio di Francia, Svizzera, Sud
Africa, Stati Uniti e Regno Unito)
• 1980 - Il primo standard internazionale elaborato dall’IFOAM
• Nel corso degli anni ’80 - prime iniziative legislative in vari paesi
(es. California, Austria, Francia, alcune regioni italiane).
• Nel 1991 l’UE approva la prima regolamentazione armonizzata -
Reg. 2091/91 (produzioni vegetali, etichettatura e controlli) e poi nel
1999 le produzioni animali.
• Negli anni ’90 vari paesi introducono una legislazione (Usa,
Giappone….).
• Nel 1999, il Codex Alimentarius approva la prima Guidelines per
le produzioni vegetali organiche (rivista nel 2001 per includere gli
allevamenti).
• Oggi la maggior parte dei paesi ha approvato una normativa ……..
IFOAM: Definizione Agricoltura
Biologica
Tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti
e fibre in modo sano socialmente, economicamente e dal
punto di vista ambientale.
Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la
fertilità intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura delle
piante degli animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi
fattori interdipendenti.
L'agricoltura biologica riduce drasticamente l'impiego di input
esterni attraverso l'esclusione di fertilizzanti, pesticidi e
medicinali chimici di sintesi,
utilizza la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e
la resistenza alle malattie.
IFOAM: Definizione
“un sistema di produzione che favorisce la salute del
suolo, degli ecosistemi e delle persone.
Fa affidamento su processi ecologici, biodiversità e
cicli adattati alle condizioni locali, evitando
l’utilizzo di input esterni che causano effetti negativi.
L’agricoltura biologica combina tradizione,
innovazione e scienza per produrre benessere per
l’ambiente condiviso e per promuovere relazioni eque
e una buona qualità della vita per tutti quelli che ne
fanno parte. (IFOAM, 2008)”
IFOAM: principi
• il principio di salute, l’AB deve sostenere e migliorare la salute
del suolo, delle piante, degli animali, degli uomini e del pianeta
come uno e indivisibile;
• il principio di ecologia: l’AB deve basarsi sui sistemi ecologici e
sui cicli di vita, lavorare secondo i loro principi, emularli e cercare
di sostenerli;
• il principio di equità (fairness), l’AB deve basarsi su relazioni che
garantiscano rispetto per le opportunità di vita delle persone e per
l’ambiente come bene comune;
• il principio di cura: l’AB deve essere gestita secondo il principio
di precauzione assumendo le proprie responsabilità di fronte
all’ambiente e alla salute e al benessere delle persone coinvolte
nella filiera, così come delle generazioni presenti e di quelle
future.
Codex alimentarius
Linee Guida per la produzione, lavorazione, etichettatura e marketing
Un sistema globale di produzione agricola (vegetale e animale) che privilegia le
pratiche di gestione piuttosto che il ricorso a fattori di produzione di origine
esterna. In quest’ottica, i metodi colturali, biologici e meccanici vengono impiegati
di preferenza al posto dei prodotti chimici di sintesi.
l’agricoltura biologica è tale se contribuisce al conseguimento dei seguenti obiettivi:
• accrescere l’attività biologica dei suoli;
• mantenere la fertilità dei suoli a lungo termine;
• riciclare i rifiuti di origine vegetale e animale, per restituire gli elementi nutritivi
alla terra, riducendo in tal modo il più possibile l’utilizzo di risorse non rinnovabili;
• fare assegnamento sulle risorse rinnovabili nei sistemi agricoli organizzati
localmente;
• promuovere la corretta utilizzazione dei suoli, delle risorse idriche e dell’atmosfera
e, ridurre nella misura del possibile, ogni forma di inquinamento che potrebbe
derivare dalle pratiche colturali e zootecniche.
• manipolare i prodotti agricoli, con particolare attenzione ai metodi di
trasformazione, allo scopo di mantenere l’integrità biologica e le qualità essenziali
del prodotto in tutte le varie fasi.
Regolamentazione dell’UE
Sono una forma di certificazione volontaria di tipo
“regolamentato”
Regolamento (CE) 2092/91 (produzioni vegetali)
Regolamento (CE) 1804/99 (produzioni animali)
Regolamento (CE) 331/2000 (etichettatura e logo)

Successivamente l’UE ha introdotto una


Nuova normativa con i
Regolamenti (CE) 834/2007 e 889/2008
Produzioni Biologiche: la regolamentazione dell’UE
Campo di applicazione ampio (incluso vino, acquacoltura, alghe marine); no la
ristorazione

Principi fondativi del nuovo regolamento


Obiettivi generali:
• stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura (rispetto cicli naturali e
miglioramento salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali;
biodiversità, impiego responsabile risorse naturali, benessere degli animali);
• ottenere prodotti di alta qualità;
• ottenere un’ampia varietà di alimenti che rispondano alla domanda dei
consumatori per prodotti sani e naturali.

Principi generali, comprendono:


• gestione dei processi biologici fondata sui principi ecologici tramite l’utilizzo di
organismi viventi e metodi di produzione meccanici,
• coltivazione e allevamento legati alla terra, acquacoltura sfruttamento sostenibile
• limitazione uso di fattori esterni ( sintesi chimica). Elenco sostanze autorizzate
• No OGM e prodotti derivati (eccezione medicinali veterinari di derivazione
biotecnologica)

La conformità (la certificazione) deve essere effettuata da un ente terzo accreditato


.
Produzioni Biologiche: la regolamentazione dell’UE
Etichettatura: uso del marchio “Biologico UE” obbligatorio dal 2010 garantisce che:
• almeno il 95% degli ingredienti sono biologici
• non contiene OGM, se non i misura inferiore allo 0,9% come residuo da
contaminazione accidentale
• conformità alle regole del piano ufficiale di controlli
Riporta : nome del produttore/trasformatore, codice dell’organismo di controllo, luogo
di produzione delle materie prime (UE, non UE, Paese)

Importazioni
Valutazione di conformità delle autorità e organismi di controllo e principio di
equivalenza (riferimento le linee guida del Codex alimentarius)

Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica SINAB www.sinab.it


Intrnational Federation of Organic Agriculture Movements (IFOAM) www.ifoam.org
Standard privati/nazionali

In alcuni paesi europei le associazioni dei produttori hanno


formulato dei loro standard e schemi di etichettatura. Questi
logo godono di grande fiducia da parte dei consumatori (es.
UK, Danimarca, Austria, Svezia, Svizzera).

Esempio: Gli standard Associazione britannica del biologico


(Soil Association) rivisti nel 2009 hanno uno specifico
richiamo:
• al trasporto e alle sue modalità (evitare il trasporto aereo) ed
anche
• Standard sul lavoro (richiamo alla applicazione della
convenzione sui diritti umani)
Agricoltura biologica e
cambiamento climatico
La FAO considera la diffusione dell’agricoltura biologica come una
promettente strategia per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti
climatici.

Ha un forte potenziale nella mitigazione, poiché è in grado:

-di ridurre l’emissioni dei gas serra, grazie all’esclusione di prodotti chimici
di sintesi e all’uso ottimale di pratiche agronomiche quali: i sovesci, le
rotazioni, colture intercalari, colture di copertura e uso di tecniche
compostaggio ecc.

--di sequestrare ingenti quantità di carbonio nei suoli, poiché è basata sulla
fertilità del suolo e sulla produzione di humus e di sostanza organica, che
richiede carbonio.

http://www.rivistadiagraria.org/articoli/anno-2011/sostanza-organica-importanza-ed-effetti/
Contribuisce anche alle strategie di adattamento
Gli alti livelli di sostanza organica nei suoli determinano una
miglior conservazione dell'acqua (elevata capacità di
ritenzione idrica), riducono quindi l’erosione, mantenendo così
la qualità del suolo.
I suoli ad alto contenuto di sostanza organica, perciò, hanno una
migliore capacità di reagire agli stress ambientali: riducono la
loro vulnerabilità ai periodi di siccità (l’incremento della
sostanza organica consente ai suoli di accumulare più acqua
dei suoli soggetti a coltivazione convenzionale), agli eventi
estremi di precipitazione, al ristagno d’acqua e all’erosione.
Sistemi di qualità dell’UE ambito regolamentato
Indicazioni geografiche (prodotti tipici)

DENOMINAZIONI D’ORIGINE e INDICAZIONI GEOGRAFICHE


PROTETTE
DOP e IGP Regolamento 2081/1992
Regolamento 692/2003
Riforma con il regolamento 510/2006
SPECIALITA’ TRADIZIONALI GARANTITE
Regolamento 2082/1992
Riforma con il Regolamento 509/2006

Da gennaio 2013 è in vigore il


Regolamento 1151/2012 sui regimi di qualità dei
prodotti agricoli e alimentari
(detto Pacchetto Qualità)
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Regolamento 1151/2012
Denominazioni di Origine e Indicazioni Geografiche (DOP e IGP)
Specialità Tradizionali Garantite (STG)
Altre “indicazioni facoltative di qualità”, per aiutare i
produttori a comunicare le caratteristiche o le proprietà che
conferiscono valore aggiunto ai loro prodotti agricoli.
Il regolamento definisce come criteri per le indicazioni:
− si riferiscono alle caratteristiche "orizzontali" di una o più categorie di
prodotti o ad una modalità di produzione o di trasformazione agricola
applicabili in zone specifiche;
− conferiscono valore al prodotto rispetto a prodotti di tipo simile;
− hanno una dimensione europea.
Indicazione regolamentata: Prodotto di montagna
altre indicazioni: Prodotto delle isole, Agricoltura locale e Vendita
diretta
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I LOGHI COMUNITARI
DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
(DOP)

INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA


(IGP)

SPECIALITA’ TRADIZIONALE GARANTITA


(STG)

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Regolamentazione e tutela dei prodotti tipici: obiettivi
• Definire regole comuni di tutela (contro nazionali eterogenee)
• Favorire la differenziazione e valorizzazione delle produzioni:
sostenere i redditi degli agricoltori e le aree marginali
• Rispondere alla domanda dei consumatori (attributi: origine
geografica dei prodotti, processi produttivi tradizionali)
• Fornire informazioni chiare e sintetiche sull'origine del
prodotto

Perché i regolamenti sono stati modificati:


• compatibilità con la regolamentazione internazionale stabilita
dalla WTO (Organizzazione mondiale del commercio);
• semplificare e rendere più efficiente il sistema;
• maggiore protezione del consumatore

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DOP: DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
IGP: INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA
Designano prodotti collegati alla specifica area geografica di cui portano il
nome
per le DOP
• Le qualità o le caratteristiche devono essenzialmente o esclusivamente
provenire dalle specificità ambientali del logo di origine. Specificità
ambientali: caratteristiche naturali e umane quali clima, qualità del suolo e
conoscenze.
• La produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire
nell’area geografica delimitata (dal 2003 anche operazioni di
condizionamento)
per le IGP
• Una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica può essere
attribuita all’origine geografica.
• La produzione e/o trasformazione e/o elaborazione devono avvenire
nell’area geografica determinata

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Il disciplinare di produzione
Fornire una guida alla produzione, definendo con chiarezza tutti i passaggi (limiti,
procedure e metodi).
Deve essere redatto in modo da consentire la certificazione da parte di un organismo
indipendente

 NOME del prodotto (comprensivo della parte geografica)


 descrizione del PRODOTTO (materie prime, caratteristiche principali)
 DELIMITAZIONE dell’area geografica
• elementi che comprovano l’origine geografica (TRACCIABILITÀ)
• descrizione del METODO di produzione (dal 2003 anche il
condizionamento se si dimostra che questo deve aver luogo nella zona
geografica delimitata per salvaguardare la qualità, assicurare la tracciabilità
o il controllo)
 elementi comprovanti il LEGAME con la zona geografica o l’origine
geografica
• riferimenti relativi alle STRUTTURE DI CONTROLLO
 elementi specifici dell’ETICHETTATURA connessi alla dicitura DOP o
IGP (obbligatori sigle e simboli)
• EVENTUALI REQUISITI da rispettare in forza di disposizioni comunitarie
e/o nazionali
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Procedura di registrazione

• Può presentare la domanda solo un’associazione (produttori e/o


trasformatori)
• Procedura a livello nazionale: in Italia il MIPAF (Ministero
delle politiche alimentari e forestali) verifica e pubblica sulla
Gazzetta Ufficiale la proposta di riconoscimento. Tempo per
fare opposizione.
• Lo Stato accorda una protezione nazionale inizia l’iter per il
riconoscimento a livello comunitario.
• Procedura a livello Comunitario: lo Stato membro fa richiesta
(presentando il Documento Unico (elementi principali del
disciplinare, segnati con la freccia nel lucido precedente) la
Commissione verifica
• La Commissione pubblica sulla GU della Comunità Europea
(tempo per fare opposizione, da parte sia di altri Paesi membri
sia di produttori di Paesi terzi)
• Il nome viene iscritto nel registro delle denominazioni di
origine o delle indicazioni geografiche protette 21
Effetti giuridici della Registrazione
• Diritto di esclusiva all’utilizzo del nome
• Tutela da qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione anche se
- l’origine vera è indicata
- la denominazione protetta è una traduzione
- la denominazione protetta è accompagnata da “tipo”, “metodo”,
etc

Relazione con i marchi individuali


E’ respinta la richiesta di marchio per lo stesso tipo di prodotti per il
quale è stata presentata richiesta di protezione geografica del nome
presso l’UE
• Coesistenza: si può continuare ad usare un marchio se è stato
richiesto, registrato o definito dall’uso in buona fede prima della
data di protezione nel paesi di origine o della data di presentazione
della richiesta di registrazione alla Commissione
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Tutela nell’UE

• Stati membri sono obbligati ad intervenire qualora vi sia violazione di una


denominazione protetta.
• Sono protette anche le DOP e le IGP utilizzate come ingredienti,
obbligatorio, a partire dal 2016, l’uso del logo comunitario

"protezione ex officio" : non è più necessaria una denuncia di parte affinché si


attivi il processo di protezione su un prodotto riconosciuto a livello
comunitario.
L'art.13 impone agli Stati membri di adottare le misure necessarie per la tutela
delle indicazioni geografiche designando le autorità responsabili e di
attivarsi per contrastare le contraffazioni dei prodotti tutelati con
indicazione geografica.

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Problema tutela a livello internazionale
«meno forte»
Tutela a livello internazionale (nell’ambito della WTO)
Accordo TRIPS: Indicazioni Geografiche (Art. 22- 24)

Regola generale: i paesi debbono mettere a disposizione delle parti


interessate gli strumenti legali per prevenire l’uso, nella designazione o
presentazione di un prodotto, di IG se ciò può:
• indurre in errore il consumatore circa l’effettiva provenienza del
prodotto o
• costituire una forma di concorrenza sleale

Per Vini e alcolici un livello di protezione maggiore:


- E’ sempre proibito utilizzare un IG se il prodotto non proviene dal luogo
indicato.
Il divieto vale anche nei casi in cui la vera origine del prodotto è segnalata
o l’IG è accompagnata da parole quali “tipo” o “stile” o “imitazione” o
espressioni simili. 24
Problema tutela a livello internazionale
• Il diritto alla o la validità della registrazione di un marchio o il diritto al suo
uso non può essere contestato (pregiudicato) perché coincide o è simile ad una
IG, se il marchio è stato acquisito in buona fede:
• prima dell’applicazione dell’Accordo in quello Stato membro;
• prima che l’IG risulti protetta nel Paese di origine.
Ne segue che se qualcuno in un paese ha già registrato una indicazione come
marchio vale il suo diritto ad usarlo
• I Paesi non sono tenuti ad accordare tutela a IG che sono divenute nomi
generici
– Champagne, Porto, Sherry, Chablis negli USA (denominazioni
“semigeneriche” possono essere utilizzate se viene riportata l’origine del
prodotto)
– Pilsen; Feta
• Non può essere pregiudicato il diritto all’uso del nome patronimico qualora sia
identico a una IG, a meno che non venga usato pe ingannare il pubblico
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Controllo e valorizzazione

Per garantire la tutela del consumatore i controlli debbono essere


realizzati da un Ente terzo incaricato dallo Stato membro. Se Ente
privato deve essere accreditato (conformità alla norma EN 45011)

In Italia, il MIPAF è l’autorità nazionale preposta al coordinamento


dell’attività di controllo e responsabile della vigilanza.
Attività di controllo: svolta da autorità pubbliche designate e da
organismi privati autorizzati dal MIPAF.

Consorzi di tutela.
Funzioni: tutela, promozione, valorizzazione, informazione del
consumatore e cura generale degli interessi relativi alle
denominazioni.
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Controllo

Il sistema UE delle DOP, IGP, STG prevede una procedura di controllo


finalizzata:
• A verificare la conformità di un prodotto al disciplinare.
• A monitorare l’uso dei nomi registrati sui prodotti immessi in commercio.

L'attuazione della procedura è affidata ad un sistema di controllo che opera su


3 livelli:
1. La vigilanza pubblica
2. Il controllo di parte terza
3. L’auto controllo dei produttori ( Consorzi di tutela, riconosciuti
ufficialmente dal Mipaaf)

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1. La vigilanza pubblica
La vigilanza pubblica è affidata all'Autorità italiana competente riconosciuta
dalla Commissione europea.
Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali)
• è a capo delle strutture competenti per le attività di vigilanza e controllo
pubblico sui prodotti:
-- ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della
repressione frodi dei prodotti agroalimentari) - autorità preposta
all'attuazione della protezione ex officio
-- Corpo Forestale dello Stato
-- NAC - Nucleo Antifrodi Carabinieri
-- Capitanerie di Porto e Guardia Costiera
• Autorizza gli Organi di controllo pubblici e privati e gli agenti vigilatori dei
Consorzi a svolgere le attività di certificazione e controllo.
• Riconosce i Consorzi di tutela.
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2. Il controllo di parte terza
La verifica del rispetto dei requisiti del disciplinare di produzione è affidata a
Organismi di controllo (Odc)
pubblici o privati che operano come enti di certificazione.

ORGANISMI DI CONTROLLO INDIPENDENTI


• Privati: accreditati dall'Ente unico nazionale di accreditamento - ACCREDIA
• Pubblici e privati: Autorizzati dal Mipaaf

ATTIVITÀ SVOLTE
• Verifiche sul rispetto requisiti disciplinare di produzione della Denominazione.
• Visite ispettive presso le aziende di produzione.
• Controlli sul prodotto.
• Predisposizione “piano dei controlli” della DOP/IGP/STG - documento che
dettaglia i controlli e le verifiche da effettuare per rilasciare la certificazione e
deve essere approvato dal Mipaaf.
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Specialità Tradizionale Garantita (STG)

L’obiettivo è quello di salvaguardare il metodo di produzione e le ricette


tradizionali.
Per essere certificato STG, un prodotto deve rispettare quanto previsto nel
Disciplinare di produzione e comprendere i seguenti elementi:
- il nome per il quale è proposta la registrazione;
- la descrizione del prodotto, comprese le principali caratteristiche fisiche,
chimiche, microbiologiche o organolettiche che dimostrano la specificità del
prodotto;
- la descrizione del metodo di produzione che devono rispettare i produttori;
- gli elementi fondamentali che attestano il carattere tradizionale del
prodotto.

Il prodotto che ottiene il riconoscimento (procedura analoga a quella vista per


DOP e IGP) , viene iscritto nell’apposito Registro comunitario
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Specialità Tradizionale Garantita

Paese Specialità Tipologia

Italia Mozzarella Formaggi

Prodotti di panetteria,
Italia Pizza napoletana pasticceria, confetteria o
biscotteria

Condimenti, salse, piatti


Italia Amatriciana tradizionale
pronti

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Vini - anche per questi prodotti si applica il regolamento sulle DOP e IGP
Per i vini, la legge n.164 del 10/2/92, prevedeva 3 denominazioni:

• IGT, Indicazione Geografica Tipica, nome geografico di una zona


viticola utilizzato per designare il prodotto ora sono IGP

Ora sono DOP


• DOC, Denominazione di Origine Controllata, nome di una zona
viticola particolarmente vocata, utilizzato per designare un prodotto
di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse
all’ambiente naturale e ai fattori umani. Vini prodotti in una zona
limitata, con l’utilizzo di materia prima locale e con metodologie
tradizionali
• DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita si
attribuisce ai vini già riconosciuti DOC da 5 anni, che siano ritenuti
di particolare pregio, in relazione alle caratteristiche qualitative
intrinseche, per effetto dell’incidenza di tradizionali fattori naturali
umani e storici, e che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione
commerciale a livello nazionale e internazionale
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