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Problemi Pedagogici e didattici

Elogio del cosmopolitismo. Per una


nuova politica dell’inclusione
Vincenzo Matera

La concezione cosmopoLita deLLa società rischia di rimanere astratta se fLessibiLità,


ibridazione e reciproco riconoscimento si scontrano con pratiche difensive di chiusura
e disgregazione.

N
el suo libro intitolato Antropologia, del 1798, le identit , a meno c e non le siano un ionali i u al-
ant discute di come l’umanit ossa arri are a lora leggere l’attraversamento e l’erosione dei confini di
una “pace perpetua”, oltre i confini e le separa- oggi come l’occasione di abbattere le barriere erette nei
ioni c e essi sanciscono, basata su ci c e tutti condi- due secoli precedenti: oltre gli stati, oltre i nazionalismi,
vidiamo. Il termine cosmopolitismo deriva dalla rifles- oltre le cittadinanze?
sione antiana c e ci suggerisce i modi in cui l’umanit L’importanza della nozione di cosmopolitismo deriva
u costruire una societ atta di cittadini del mondo, sen a dubbio dall’intensi icarsi di tutti uei rocessi
oltre i confini degli stati. Secondo Kant i “diritti cosmo- globali c e erodono le so ranit na ionali e anc e la
oliti si celano nel rinci io basilare dell’os italit , il no ione c e in un certo senso si o one a uella di
diritto di uno straniero a non essere trattato con ostilit cosmopolitismo – di cittadinanza. L’affermarsi di tale
uando arri a dentro il territorio di ualcun altro sse- nozione andrebbe di pari passo con il venir meno delle
re liberi di andare dove ci pare e piace nel mondo, poiché pratiche di esclusione e di discriminazione cui sono sot-
esso appartiene a tutti in ugual modo. toposti i “non cittadini”.
È giunto forse il momento di ricercare nuovi principi
Oltre i nazionalismi associati i c e, come aus ica a ant, leg ino l’umanit
Questo auspicio di Kant venne poi soffocato dal sorge- intera)?
re degli stati nazione e del capitalismo ad essi collegato La prima decade del ventunesimo secolo ha segnato una
strutturalmente. Le rivoluzioni del diciottesimo e del battuta d’arresto del cosmopolita: il terrorismo, l’osses-
diciannovesimo secolo hanno avallato il sorgere degli sione per la sicurezza, gli stati d’eccezione; il ventune-
stati nazione e del capitalismo come modo di produzio- simo secolo non si è certo aperto all’insegna dell’ospi-
ne dominante al loro interno, entrambi “macrotratti” so- talit
ciali confluiti dentro il ventesimo secolo, il secolo breve,
il secolo dei massacri, anc e legati alla di ersit a un Verso il cosmopolitismo
certo modo di intendere e costruire la di ersit , c e si Dopo duecento anni dall’auspicio di Kant il mondo è in
è protratto fino all’ultimo decennio del Novecento), il una condizione ambivalente: da un lato dominano anco-
secolo delle identit assolute e aggressi e, della lura- ra fortissime disuguaglianze e, nonostante molte barrie-
lit delle culture e del relati ismo, dei genocidi e delle re siano crollate e crollino, altre sono state erette e sono
pulizie etniche. erette. Dall’altro lato si profilano in lontananza i tratti
ggi tutto uesto delirio identitario olge al declino? di una comunit mondiale un noi sen a con ini
Nel momento in cui, per effetto dei processi globali, le movimenti di persone, idee, immagini, beni, denaro, in-
so ranit na ionali erdono or a come di atto a ie- formazioni, ecc. hanno messo e continuano a mettere
ne oggi si attenua il alore di una ualsiasi cittadinan- seriamente a risc io con ini e so ranit na ionali
za particolare, e sembra aumentare il peso di una citta- Da una parte la chiusura, che implica la costruzione di
dinanza più ampia, che va oltre i confini di uno stato in nuovi confini, dall’altra l’apertura, che implica la co-
erdita di so ranit La globali a ione non a sconti al struzione di nuove politiche. Qui riprende forza la no-
ro incialismo, non a iet del locale, sor ola e ingloba zione di cosmopolitismo introdotta da Kant.

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Problemi Pedagogici e didattici

un modo di ensare la di ersit culturale in termini


i atto, le molte lici atti it o ratic e di attra er-
samento dei confini, i movimenti transnazionali, por-di alternative coesistenti e riconosciute entro uno stesso
tano, almeno apparentemente, verso la costruzione di spazio regionale, nazionale, transnazionale, globale.
una societ non ancora ci ile ma certo globale na taleAll’affermarsi di tale visione ha contribuito di certo an-
societ , c e do rebbe re edere anc e una sorta di mo-che l’antropologia. Nel senso che si tratta proprio di una
dalit di go erno globale , ric iede una condi ione co- roie ione della concettuali a ione delle identit e dei
confini culturali costruita dall’antropologia del Vente-
smopolita, in cui prevalga la dimensione civile e politica
delle singole persone. simo secolo: gli esseri umani sono fondamentalmente
Le istitu ioni e le ratic e cosmo olite ino a ualc e “formati” dalle loro culture, uniformi e confinate. Tra-
decennio fa erano ancora sotto l’ombra delle cornici sposta sul piano politico – da “idolo della tribù” a “idolo
na ionali e identitarie oggi ri emerge un’identit co-del foro” – tale concettualizzazione supporta il naziona-
lismo e il multiculturalismo.
smopolita modellata dalle configurazioni globali. Alla
domanda: in che modo gli individui possono oltrepas- In un contesto di dominio basato su una gerarchia fra
gruppi, tale concettualizzazione legittima un’ideologia
sare le circostanze contingenti (i mondi locali) in cui si
dell’apartheid. In generale, si tratta di una semplifica-
trovano incastrati? Il cosmopolitismo implica un senso
zione che crea l’illusione di un “arcipelago globale di
ersonale di a ertura, una ca acit di s e are le rego-
culture”, fisse, atemporali, delimitate, coerenti interna-
le consuete, anche attraverso l’immaginazione. Tuttavia
non c’è apertura che non implichi un impegno verso unmente, laddo e dominano l’incoeren a, l’ambiguit , i
con ini s umati, la rocessualit , la tras orma ione
ordine più elevato: una sorta di patto immaginario fra
Si tratta di una concettualizzazione oggi superata dagli
un individuo e un’istituzione sociale, politica, culturale
ossibile na comunit mondiale costruita attra erso avanzamenti teorici della disciplina.
le intera ioni crescenti er esem io uelle c e assano Oggi gli antropologi non dissimulano il loro imbaraz-
oggi attraverso i computer e altri new media). zo di fronte alla nozione di “cultura” – e di fronte al
multiculturalismo in tutte le sue declinazioni - al punto
Credo che valga la pena di proiettarsi nel futuro sulla
alsariga di una osi ione ti o uella di ant ltre le da proporre di eliminarla dal loro vocabolario, perché
cornici na ionali erso una societ cosmo olita c e considerano inopportuno definire in modo generico e
aprioristico un processo incessante di produzione mate-
resu one il riconoscimento delle di ersit culturali,
riale e simbolica, che prende forma contestualmente alla
se ure a un li ello distinto da uello dei diritti ci ili e
politici). descrizione (etnografica) che se ne offre.
Tali avanzamenti della ricerca non sono stati recepiti
na ri lessione oltre la cittadinan a e sull’os italit
né dalla politica, né dal giornalismo, né, tantomeno, dal
allora è un contributo al progredire del riconoscimento
senso comune. Un po’ l’ambito di migrazione del termi-
che ci troviamo dentro un processo storico che potrebbe
ortare l’umanit a di entare ienamente consa e ole ne “multiculturalismo”. Per cui proprio mentre la ricer-
di se stessa come una totalit ca contemporanea teorizza e studia etnograficamente la
utta ia, c’ un ma ,
anzi, più d’uno. di usione e la lessibilit dei tratti culturali e i modi
l grande antro ologo laude L i trauss, ualc e de- in cui si mescolano, e sottolinea l’ibridazione culturale
cennio fa, scriveva del: come chiave di lettura dei processi di costruzione delle
identit , negli altri ambiti discorsi i su cultura, culture,
za, crisi di carattere teoretico dovuta alle varie visioni
identit e multiculturalismo l’ibrida ione non tro a s a-
ridutti e della ra ionalit scienti ica c e se da un lato
ne a e ano ermesso un orte s ilu o uantitati o, zio né alcun tipo di apprezzamento.
Nella Grande narrazione della globalizzazione (una “cor-
dall’altro ne avevano messo in ombra gli aspetti verita-
rente naturale inarrestabile”, che percorre il mondo come
tivi proprio per la mancanza di una riflessione teoretica
adeguata alla com lessit dei roblemi innescati duran-unico ambiente sociale e culturale, in cui tutti gli esseri
umani sono uguali uanto a o ortunit e diritti a a-
te la sua storia; ella vedeva una asimmetria profonda fra
iono in bella mostra i vantaggi e, a dispetto degli sforzi
la c ome dire sono le identit , di erse e se arate, la
matrice della creati it umana gli scarti di eren iali(retorici?) degli organismi internazionali impegnati nel
producono il senso. far sì che tale narrazione si realizzi, ancora oggi gli stati
nazione tengono stretti i controlli sui confini, sui diritti,
Critica del multiculturalismo sulle a artenen e, sulle identit e sulle o ortunit
Questa visione trae alimento e alimenta un frainteso I discorsi – come il mio elogio del cosmopolitismo – su
modo di conce ire le culture e le identit s rime modelli post nazione di cittadinanza restano puramente

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Problemi Pedagogici e didattici

nostre identit su iciente domandarsi uale anorama


sociale si o re a c i osser i la societ occidentale con-
tem oranea bbiamo elementi er roclamare la solidit
del tessuto sociale in cui i iamo, la moralit della no-
stra condotta, la c iare a del rogetto colletti o al uale
improntiamo le nostre vite? Direi di no. Prevale, anche
agli occhi dell’osservatore meno attento, un panorama di
desolante disgregazione sociale, di individualismo senza
freni, di egoismo superficiale e di incertezza progettuale.
L’erosione delle orme di solidariet sociale a a ore del
totale utilitarismo, l’individualismo, la carenza di orizzon-
ti condivisi entro cui immaginare il futuro sono talmente
forti che basta la più grossolana propaganda a catturare
accademici. Al contrario, molti studi registrano che nel- il nostro consenso: mi riferisco, per esempio, al successo
la misura in cui sono evocate a sostegno di diritti e rico- elettorale anche recentissimo di partiti e movimenti che
noscimenti, le culture locali si solidificano. giocano sulle identit na ionali al ribasso, o rono s e -
e il ine era, uello di ottenere l’uguaglian a ra tutti zoni identitari a buon mercato e risultano vincenti.
i gru i c e com ongono una societ , a er reso la cul- uesto un c iaro indice del atto c e aura e insicu-
tura una categoria della lotta politica – abbandonando la rezza dominano il nostro sguardo verso il futuro, paura
categoria di “classe” - ha provocato dei corto-circuiti: e insicurezza che rafforzano chi vende l’illusione che più
da un lato tro a di ersit rende im raticabile la arte- alte e forti sono le mura entro cui chiudersi maggiore è
ci a ione democratica e la solidariet , dall’altro tro a la protezione che ne potremmo ricavare.
omogeneit non aus icabile e nemmeno raticabile na societ do e con i ono culture, lingue, religioni
nemmeno nelle societ i culturalmente uni ormi in diverse che si chiudono l’una all’altra è una matrice di
ogni societ esistono uantomeno sette religiose e mi- incomprensioni e conflitti che facilmente possono de-
noranze sessuali che richiedono il loro diritto a essere generare in orme anc e iolente e c e, uanto meno,
“uguali nella differenza”. ro ocano esclusione, marginalit , discrimina ione
Gli antropologi cercano di rimpiazzare le “culture” con La strada er a rontare tale risc io non uella delle
ualcos’altro a le ersone nelle strade ogliono la loro barriere, dell’istigazione alla chiusura protettiva, del na-
cultura con inata, rei icata, e la loro solida identit Le zionalismo a oltranza; la strada per attenuare il rischio
identit li uide non le uole nessuno concetti stessi di della con littualit ric iede uno s or o di com rensio-
ibrido, creolo, meticcio trasmettono una connotazione ne, di dialogo, di analisi critica. Che risulta perdente.
negati a, dis regiati a, indice di eredit esanti di icili Vincente è invece la via dei proclami xenofobi. L’ultima
da scalfire. “moda” delle formazioni nazionaliste europee è l’uscita
dall’euro, il referendum contro l’Unione, la chiusura dei
Convivenze deboli confini. I voti, moltissimi, che in tutta Europa sono an-
Da un lato abbiamo l’immagine chiave della globaliz- dati a chi sostiene tali posizioni – e anche peggiori – ne
zazione come flusso di denaro, media, idee, persone, sono un segnale.
merci che spinge a immaginare pressoché infinite pos- Lo sforzo richiesto in una situazione sociale siffatta di
sibilit di crea ione di identit lurali, di modellare il s con littualit di incerte a e di aura a c i a una re-
e rendere arte a un’umanit comune entro un mondo s onsabilit a li ello olitico, culturale, giornalistico,
a erto all’altro tutta la lessibilit e la luidit e o- sarebbe uello in dire ione della costru ione di ori -
cate si infrangono contro ferrei ostacoli politici, econo- zonti esistenziali attraenti, all’insegna dell’innovazione
mici, e culturali. concettuale nuo e idee di societ e di cittadinan a ,
Le reazioni di chiusura, che senza dubbio si verificano linguistica (nuovi modi di parlare), progettuale (nuove
con grande re uen a e, in generale, la scarsissima ro- proposte per il futuro).
ensione all’os italit e anc e alla sem lice curiosit Oltre le “vecchie” idee nazionaliste dei confini (presun-
verso persone che vengono da altri paesi - andrebbero ti di lingua, di cultura, di religione, di identit ure,
allora ricondotte alla ragilit dei modi di essere con- ci potremmo chiedere, aveva ragione Lévi-Strauss?
temporanei e alla confusione che regna sovrana in ter-
mini di valori condivisi e progetti per il futuro. Vincenzo Matera
el resto, er renderci conto dell’estrema ragilit delle Università di Milano Bicocca

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