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Che cos'è una biblioteca?

Il termine biblioteca è il risultato di 2 termini: biblion, in greco che significa libro, opera e teche,
ovvero lista, registro, raccolta.
É un luogo fisico composto da una raccolta di documenti ordinati per favorire il loro reperimento
dagli utenti, nonché un sottinsieme della cultura espressa come memoria del documento registrato.
Oltre ad avere lo scopo di conservare, archiviare e memorizzare il sapere, fungono anche da
learning space, cioè luogo d'apprendimento. Le biblioteche vengono anche descritte come
organismi vitali e complessi, sempre in evoluzione, la cui natura varia a seconda delle funzionalità;
infatti, hanno carattere: statico (di conservazione) e dinamico (di fruizione del materiale).
Gli elementi fondamentali delle biblioteche sono: la documentazione (materiale da conservare), gli
utenti (coloro che usufruiscono dei servizi che questa offre) e il personale specializzato (i
bibliotecario ed i referenti esterni).
Michael Gorman (presidente dell'American Library Association) sostiene che le biblioteche si
debbano basare su i seguenti principi: capacità di gestione, servizio, libertà intellettuale, razionalità,
alfabetizzazione ed apprendimento, equità d'accesso alla conoscenza e all'informazione, privacy e
democrazia.
Il Manifesto IFLA per internet del 2002 recita che le biblioteche garantiscono e promuovono:
l'accesso libero, privo di barriere o censure, la gratuità del servizio e la tutela della privacy.
Che cos'è e quando nasce il World Wide Web? Questo nacque negli anni '90 con il termine
Interconneted Networks, poi chiamato Internet. Attualmente, è composto da due parti principali:
surface web (composto da 197 tetrabyte di dati), quella porzione di web a noi visibile e consultabile,
grazie agli URL (Universal Research Locator) che caratterizzano ogni pagina web, o shortening a
partire dagli anni 2000; e deep web (91000 tetrabyte) è il web profondo. Grazie gli http è possibile
connettersi subito ai sever dei siti web.
La convergenza al digitale ridefinisce competenze e professioni, ed obbliga a metodologie di lavoro
fondate sulla trasversalità delle pratiche e delle conoscenze. Sono aumentate le aspettative degli
utenti, sempre più smaliziati sia nell'interazione con la struttura ipertestuale del web, sia con l'uso
degli strumenti di ricerca. Il sovraccarico di info in rete (information overload) rischia di appiattire
la differenza tra necessario e superfluo e di rendere inversamente proporzionale il rapporto tra
quantità d'info erogata e qualità di conoscenza fruita.
Che cos'è una biblioteca digitale?
É una Global Digital Library (collezione variegata di oggetti digitali e risorse elettroniche, nate
come tali) collaborativa, distributiva, non centralizzata, orientata all'accesso più che al possesso, al
servizio più che al patrimonio. É una struttura virtuale composta da banche-dati di risorse e metadati
di descrizione delle relazioni d'interconnessione tra i testi, alla quale si può accedere per via
telematica. Infatti, è composta da: modello logico astratto (collezioni di risorse, non solo testuali, e
metadati ad esse relativi) e struttura di servizio organizzata (in cui le collezioni sono al centro di un
coerente sistema di relazioni ontologiche).
Il termine biblioteca digitale si attesta per la prima volta nel 1992-3 con la definizione data da
Michael Gorman, a seguito della nascita del Web, sancendo così la convergenza tra biblioteche
digitali e sistemi ipertestuali distribuiti. Ma il primo a porre in essere il concetto di biblioteca
digitale è stato Licklider nel 1965, spiegato nel suo libro Libraries of the Future.
Primi modelli di biblioteche digitali:
• MEMEX degli anni '60 realizzato da Vannevar Bush
• XANADU realizzato da Thomas Nelson
Cos'è l'architettura dell'informazione? Capacità di gestire le info, catalogare il sapere, creando
nuove connessioni semantiche tra i documenti, fornanedo loro valore aggiunto, attraverso i
cataloghi. Oggi è la progettazione dei nuovi contesti digitali e degli spazi logici di interazione tra gli
utenti e l'universo documentario e dei servizi, per consentire un accesso intuitivo ai contenuti ed un
loro facile recupero.
La competenza nell'uso delle fonti informative è alla base dei processi di educazione e di
apprendimento permanente (lifelong learning).
La formazione e trasmissione di abilità e competenze per la ricerca e la selezioni di info sono un
efficace strumento di contrasto al digital devide ed un fattore fondamentale nella creazione di un
ecosistema informativo che cerchi di assicurare governabilità all'incremento esponenziale delle
risorse documentarie (inquinamento informativo).
Quali sono i diversi approcci alla biblioteca digitale?
Teoria sociale: l'analisi e lo studio delle differenti realtà bibliotecarie in rapporto al contesto socio-
culturale nelle quali sono immerse.
Biblioteconomia e scienza dell'informazione: come si sviluppa la diffusione dell'informazione nelle
biblioteche e come queste debbano essere conservate.
Informatica: studia le tecnologie che sfruttano le biblioteche e l'HCI (Human Computer Interaction)
ed il pensiero cognitivo.
Definizione di catalogo: è uno strumento che ha lo scopo di mediare la comunicazione tra il lettore
e la biblioteca, informando i primi di cosa questa possiede e della collocazione dei documenti. È un
elenco ben ordinato ed organizzato che ha l'obiettivo di aiutare il lettore nella sua ricerca,
risparmiando tempo a lui ed al personale bibliotecario. Deriva dal greco catalogos, che significa
lista, elenco. Può essere di 2 tipi: elettronico o tradizionale. Oltre al avere funzione repertoriale e
propositiva, ha anche funzione di localizzazione e raggruppamento della documentazione,
basandosi su 2 principi fondamentali: quello dell'univocità (ricondurre sotto un'unica voce tutte le
opere dell'autore) e dell'uniformità, che vale solo per i cataloghi cartacei.
Che cosa sono i repository?
I repository costituiscono l'intero sistema che sta nel mezzo tra il modello logico astratto e la
struttura di servizio organizzata, che vanno a comporre la biblio digitale. Sono depositi documentari
e banche-dati, frutto di progetti istituzionali a carattere volontario, di iniziative editoriali o di centri
accademici.
Qual'è il modello di infrastruttura fisica ed organizzata più praticato? BIBLIOTECA IBRIDA =
biblio in cui le collezioni digitali sono parte di una complessa architettura di funzioni e servizi e
dove le politiche di conservazione del patrimonio documentario si affiancano a quelle dell'accesso
all'info secondo modelli commisurati alla tipologia di biblio ed al suo bacino di utenza. È l'unione
dei servizi e delle caratteristiche della biblio tradizionale con quella digitale.
Che cos'è l'e-Lib?
È l'Electronic Libraries Programme, una riunione avvenuta nel 1995 nel Regno Unito, sulla quale si
è discusso della definizione del termine biblioteca ibrida.
Come si misura la qualità di una biblioteca digitale?
Non si misura tanto dalla quantità di documenti digitalizzati, quanto dalla capacità di strutturare e di
modellizzare i dati, di renderli accessibili, conservando al contempo la stratificazione dei contesti, la
relazione tra quello nuovo che si crea e quello di origine, oltre che con tutti gli altri documenti con
cui esso stringe relazioni semantiche tacite o palesi. E si misura anche dall'adozione o meno di
infrastrutture tecnologiche che siano quanto più flessibili (=capacità di adattarsi al cambiamento),
modulari (=modifica delle sue parti costitutive), incrementali (=potenzialità di sviluppo e di
espansione nel tempo), i cui codici sorgente siano liberamente accessibili, modificabili (open source
= software aperti, non proprietari).
Cosa prevede il progetto di una biblioteca digitale? Che cos'è la carta delle collezioni digitali?
I fondamenti di una bilbio digitale risiedono nella definizione dei suoi obiettivi e delle sue finalità.
Le biblio richiedono una documentata e coerente elaborazione e pianificazione che sia anche in
grado di analizzare e valutare i rischi di insuccesso. La carta delle collezioni digitali di una biblio è
lo strumento che ne definisce l'identità culturale e quelle delle sue raccolte; è il documento che darà
conto ed indicherà i protocolli di digitalizzazione seguiti e gli standard prescelti, a partire dai
metadati.
Il progetto prevede lo sviluppo del piano di lavoro, con l'orgnizzazione e la divisione del lavoro tra
personale altamente specializzato e delegazione terzi (outsourcing), l'esecuzione, il controllo della
qualità, la pubblicazione ed infine la valutazione del raggiungimento degli obiettivi.
• Ideazione e costruzione sito web
• scelta dei software necessari al funzionamento
• valutazione sull'opportunità di acquistare e gestire in proprio le apparecchiature ed i
dispositivi hardware oppure di affidarsi a soggetti terzi
La valutazione delle risorse finanziarie necessarie deve tener conto di una serie di indicatori che
consentono di quantificare i costi del progetto, la sua realizzazione e gestione nel tempo: personale,
struttura, digitalizzazione, archiviazione e conservazione, sistemi di distribuzione.
Cos'è il CMS (Content Management System)? È il sistema di gestione del contenuto, che permette a
chi amministra il sito della biblio di aggiornare i contenuti senza ricorrere ad onerose consulenze
esterne.
Cosa s'intende per interoperabilità? Capacità di scambio e condivisione di dati tra sistemi
informativi diversi, senza che venga pregiudicata l'integrità dei contenuti e la loro funzionalità.
Cosa s'intende con middleware? É l'insieme delle tecnologie e dei protocolli con la funzione di
intermediazione tra applicazioni diverse. Sono fondamentali per assicurare l'interoperabilità.
Cos'è l'OAI? E come si collega con gli Open Archives?
L'OAI (Open Archives Initiative) è un middleware, che fornisce la cornice logica degli open
archives, ovvero archivi di testi costituiti dalle comunità accademiche, al fine di favorire la libera
circolazione dei contenuti, frutto delle attività di ricerca degli atenei: pre-print, post-print ed e-print.
Questo ha elaborato uno specifico protocollo per la raccolta dei metadati descrittivi e per la loro
ricerca. Si basa sulla distinzione logica tra le funzioni di data provider (il gestore degli archivi
digitali) e quelle di service provider (il fornitore di servizi per l'indicizzazione dei metadati e per la
ricerca ed il recupero dei documenti). È un modello, il metadata harvesting, che consente
l'interoperabilità e l'integrazione di metadati e protocolli diversi ma standard, e che pone al centro
l'utente come destinatario di strumenti e servizi a valore aggiunto.
Nacque a seguito della crisi dell'informazione scientifica, avvenuta negli anni '90 per via del forte
aumento dei prezzi degli abbonamenti ai periodici a carattere scientifico ed al costante o alla
diminuzione dei finanziamenti pubblici erogati alle biblioteche. A seguito di ciò, molte biblioteche
dovettere operare delle scelte, dunque ridurre l'acquisto di altro tipo di materiale.
La regolamenazione dell'open access per gli open archives è passata attraverso la Dichiarazione di
Berlino del 2002, la quale afferma la libera e gratuita circolazione del sapere scientifico, e poi
attivata anche in Italia dalla Dichiarazione di Messina del 2004.
Cosa s'intende per digitalizzazione? È quel processo di creazione e produzione di un surrogato o
derivato digitale del documento analogico, che costituisce pertanto la fonte del processo di
conversione. Nel caso di documenti testuali, può dar vita a due diversi esiti: la riproduzione
facsimilare all'originale, e quindi la creazione di un file di immagini, oppure la conversione della
fonte cartacea in una sequenza di caratteri codificati, che dà vita ad un file di testo.
I documenti digitali possono essere “primari” (nativi/born digital), che all'origine non hanno un
equivalente analogico, o “secondari” (digitalizzati, digitized o digitalized), la cui pubblicazione è il
risultato della conversione in digitale da un originale analogico.
Per ottenere un file di tipo testuale sarà necessario applicare al file di tipo grafico uno specifico
software, denominato OCR (Optical Character Recognition = riconoscimento ottico dei caratteri),
che produce un documento editabile con un qualsiasi programma di videoscrittura, come se fosse
stato digitato sulla tastiera; il testo così ottenuto dovrà essere sottoposto ad un processo di revisione
e correzione degli errori, come in una bozza di stampa.
La scelta dipenderà non solo dal tipo di originale a disposizione e dal tipo di trattamento a cui si
intende sottoporre la fonte una volta realizzata la versione elettronica, ma anche delle finalità del
progetto e del suo dimensionamento. L'esito del processo di digitalizzazione sarà un file i cui dati
sono disposti secondo una struttura che ne rappresenta il formato. Un file può essere salvato in
diversi formati, ciascuno dei quali risponde a funzioni diverse e la cui persistenza nel e portabilità
sono subordinate al livello di standardizzaione a cui essi rispondono.
Formati:
• ASCII
• RTF (Rich Format Text)
• PDF (Portable Document Format)
• linguaggi di marcatura (HTML, XML) sono costituiti da un insieme di istruzioni, sotto
forma di etichette racchiuse tra parentesi uncinate, che vengono inserite accanto ai segmenti
di testo a cui esse si riferiscono. L'introduzione di marcatori all'interno del testo indica ai
programmi come decodificare la parte di testo marcata. Si distinguono in: procedurali e
dichiarativi. Le caratteristiche testuali che di norma vengono codificate sono quelle:
strutturali, formali e contenutistiche.
• formati degli e-book (e-PUB, MOBI)
• formati per la compressione di immagini bitmap (JPEG..)
• MPEG-4
• VRML (Virtual Reality Modeling Language)
Formati aperti = non proprietari, la cui lettura non richiede l'uso e il possesso di specifici software.
Chiusi = che per essere letti necessitano di specifici programmi che contengono le istruzioni per la
loro visualizzazione, crittate in codice binario.

Quali sono i servizi tradizionali che offre una biblioteca digitale?


1. virtual o digital reference service = Sono le attività connesse con l'assistenza, l'istruzione e
l'orientamento per via remota degli utenti: può consistere nell'allestimento di Virtual
reference desk e altre tipologie di indici e repertori che facilitino gli utenti nella ricerca
autonoma delle info desiderate.
2. Print on demand = stampa su richiesta
3. prestito
4. document delivery digitale
5. acquisizioni
6. desiderata = richieste degli utenti per le acquisizioni.
7. Marketing = mettere al corrente gli utenti dei servizi, strumenti e collezioni.
8. discovery tools = garantiscono una ricerca integrata, si presenta all'utente come
un'interfaccia unica per l'interrogazione simultanea in tutte le banche.
9. data mining = procedimenti semiautomatici di raffinamento delle ricerche, basati sull'analisi
del contenuto delle risorse (content based).
Servizi innovativi?
1. Personalizzazione = possibilità per l'utente di personalizzare i servizi, tramite collaborative
filtering.
2. Alert = informazione e aggiornamento sulle nuove risorse possedute dalla biblio.
3. disseminazione selettiva = alcuni software permettono di associare a ciascun utente un
profilo di interessi bibliografici in base al quale inviare periodicamente un bollettino
bibliografico personalizzato sulle nuove acquisizioni.
4. reference linking = navigazione trasversale tra OPAC, banche dati e full text.
5. applicazioni di semantic web
6. aggregazione degli utenti=> piattaforme social reading.
7. classificazione automatica
8. downloading
9. digital lending = prestito di risorse digitali coperte da copyright.
10. electronic reserve = gestione elettronica delle risorse maggiormente ricercate ed utilizzate,
fornendo servizi aggiuntivi rispetto a quelli forniti per il resto della collezione.

Che cos'è l'interfaccia? É il luogo impalpabile in cui prende corpo la comunicazione tra biblioteca
digitale ed utente, in cui gli oggetti dell'informazione e della conoscenza sono esibiti e
rappresentati. È il luogo di interazione linguistica, comunicazione tra la biblio, le sue collezioni, i
suoi servizi e l'utente.
A cosa servono le tecnologie user-friendly? Sono tecnologie orientate all'utente, cercano di sfruttare
a suo vantaggio meccanismi euristici per l'analisi dei risultati. Ad esempio: clustering e browsing.
Da cosa possono essere costituite le collezioni delle biblio digitali? Cosa sono gli OPAC?
Gli OPAC sono cataloghi elettrinici, un particolare tipo di banca dati. Le collezioni della biblio
possono essere costituite da: periodici elettronici, open archive, libri elettronici, banche dati, print
on demand, film, dischi e OPAC. Attualmente, i cataloghi più utilizzati sono gli OPAC 2.0. uno dei
più importanti in Italia è l'OPAC di SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale); questo offre numerose
modalità d'interrogazione, alcune tipiche dei motori di ricerca, basati sulle indagini compiute da
altri utenti e la presentazione dei risultati con una visualizzazione che consente di raffinare la
ricerca. I cataloghi di nuova generazione sono:WORLDCAT gestito dalla OCLC (Online Computer
Library Center), OPAC 2.0, VUFIND, SCOPRIRETE di Ravenna e PRIMO di EXLIBRIS. Questi
hanno un box unico di ricerca con la possibilità di espandere la ricerca su cataloghi collettivi,
mostrando la copertina dei libri e molto altro.
Rappresentazione in formato testo delle risorse:
• TESTO NON FORMATTATO
• TESTO FORMATTATO
• TESTO CODIFICATO, tramite markup language.
Cosa s'intende per piattaforma informatica? È la parte di un programma utilizzata come base sulla
quale costruire altri programmi o applicazioni.
Cosa sono i metadati?
Sono dati che descrivono altri dati nel contesto in cui avviene il trattamento dei dati. È un prefisso
che, nel linguaggio informatico, indica una definizione o descrizione. Sono il linguaggio della biblio
digitale, il suo tessuto connettivo. Assolvono diverse funzioni: consentono l'individuazione e la
localizzazione di una risorsa, l'aggregazione e l'organizzazione di risorse con caratteristiche comuni,
supportano e descrivono i processi di archiviazione e conservazione; consentono dunque
l'interoperabilità. Esistono diversi schemi di metadati: METS, Dublin Core (nato per la descrizione
di risorse Web anche da parte di non specialisti), MODS, EAD (Encoded Archival Description),
VRA (Visual Resources Association), MPEG-7 (Multimedia Content Description Interface), Onyx e
Lom (Learning Object Metadata). I fattori che connotano la specificità dei metadati riguardano il
loro inscindibile legame con i documenti. La varietà dei formati descrittivi e degli schemi di
codifica richiede – come requisito per garantire l'interoperabilità – una loro costante mappatura
(mapping), sotto forma di tabellle che definiscono le equivalenze semantiche e sintattiche tra gli
elementi. Il processo di memorizzazione di metadati prevede 2 soluzioni distinte: la loro
integrazione all'interno della risorsa digitale o la loro archiviazione in una base dati separata ma
collegata logicamente a quella documentale.
• tecnici
• amministrativi
• descrittivi
• strutturali
Che cos'è RDF (Resource Description Framework)? È un modello di rappresentazione in cui le
relazioni fra metadati e risorse vengono esplicitati secondo regole che ne permettono la
condivisione simultanea fra diverse applicazioni.
Cosa s'intende con interoperabilità? Rendere accessibili e disponibili i dati, in modo tale da essere
elaborati da una macchina per favorire la loro integrazione ed il loro utilizzo in applicazioni
differenti.
Cosa sono i linked data? Sono dati connessi bibliografici, ovvero dati pubblicati sul web in una
modalità leggibile ed interpretabile da una macchina, il cui significato è esplicitamente definito
tramite una stringa costituita da parole e marcatori. Metodo elaborato dal World Wide Web
Consortium (W3C), ente che si occupa della gestione del web, per risolvere il problema dello
sviluppo e diffusione delle info nei cataloghi.
MARC = Machine Readable Cataloging → dalla Library of Congress
Cos'è il DRM (Digital Right Management) riguardo la gestione dei diritti d'autore?
Il diritto d'autore esercitato sulle opere dell'ingegno e d'arte di carattere creativo tutela sia i diritti
morali (personali = paternità intellettuale dell'opera) sia economici (validi durante la vita dell'autore
e 70 anni dopo la sua morte). La necessità dunque di esercitare un controllo sulla distribuzione dei
contenuti ha spinto le figure titolari all'individuazione di misure tecnologiche in grado di inibire o
limitare l'uso illegittimo e non autorizzato dei contenuti protetti: Pay per download, pay per use, pay
per view o page, prestito o noleggio, sottoscrizione, preview.
Cos'è l'organizzazione Creative Commons?
A tutela di coloro che invece decidano la libera circolazione delle opere sia pure a determinate
condizioni l'organizzazione Creative Commons, fondata da Lawrence Lessig, ha spostato il concetto
di proprietà intellettuale da diritto individuale a diritto dell'industria culturale, prevedendo 4
modalità di utilizzo di un'opera: attribution (obbligo di citazione della fonte); non commercial
(consenso all'uso purchè non a fini commerciali); no derivative works (autorizzazione per l'uso di
contenuti derivati dall'originale); share like (condivisione di contenuti alla condizioni prima
elencate).
Cos'è il Cluetriain Manifesto? Cos'è il Manifesto AIB (Associazione Italiana Bibliotecari) per
internet? È un documento che ridefinisce la natura ed i processi tipici dei mercati nell'era del web in
termini di comunicazione tra persone. Documento del 1999 composto da 95 tesi. Si struttura in 3
sezioni: Principi, Modelli e Funzioni. Secondo l'articolo 19 e la Dichiarazione Universale dei diritti
umani della Nazioni Unite.
Cos'è il Manifesto IFLA (Federazione Internazionale delle Associazioni ed Istituzioni bibliotecarie)
per internet? Èun manifesto redatto nel 2005 per sancire che l'accesso ad internet è un servizio
essenziale delle biblioteche, che dovrebbero: supportare il dirittto degli utenti a ricercare l'info che
preferiscono, assistere gli utenti con le necessarie capacità operative ed in un ambiente appropriato
e fornire agli utenti info e risorse che servono per imparare ad usare internet. Dice: la libertà
intellettuale è la base della democrazia ed è al centro del servizio bibliotecario, la libertà di accesso
all'info, l'offerta del libero accesso a Internet da parte delle biblioteche aiuta a raggiungere la libertà,
la prosperità e lo sviluppo, le barriere che ostacolano i flussi dell'info, specialmente quelle che
alimentano la disuguaglianza, la povertà e lo sconforto, devono essere rimosse, e tutela della
privacy. Ex presidentessa: Claudia Lux → IFLA Digital Library Manifesto
L'IFLA incoraggia la comunità internazionale a sostenere lo sviluppo dell'accessibilità a Internet nel
mondo intero e particolarmente nei paesi in via di sviluppo, perchè tutti possano beneficiare
dell'info offerta tramite internet. Poi, incoraggia i governi nazionali a sviluppare una propria
infrastruttura dell'info, che permetta l'accesso a internet a tutta la popolazione promozione pace e
valori umani.
La missione della biblioteca digitale è dare accesso diretto alle risorse informative, in modo
strutturato e autorevole, e inserire l'Information Technology (IT), l'istruzione e la cultura nei servizi
della biblio contemporanea. Molti paesi hanno creato programmi nazionali di digitalizzazione e
molti lo faranno. Tutte le iniziative delle biblio digitali devono includere piani per la conservazione
digitale. IFLA incoraggia le biblio a collaborare con altre istituzioni culturali e scientifiche per
fornire risorse ricche e diversificate che supportano l'istruzione e la ricerca, il turismo e la creatività.
Cosa sono i prncipi di Lund del 2001?
Piano d'azione per il coordinamento delle politiche di digitalizzazione. Riconoscono alla
digitalizzazione dei contenuti culturali e scientifici un ruolo chiave nella diffusione del patrimonio e
nella promozione delle diverse identità culturali in un ambiente globalizzato.
Quali sono gli aspetti fondamentali della biblio moderna?
• Durabilità/sostenibilità
• ordine
• apertura al pubblico
Seconda metà '800: esplosione della produzione del libro, invenzione della biblio di deposito,
sparire dei libri nei magazzini ed il catalogo diventa la chiave e la bussola nell'uso della biblio.

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