Sei sulla pagina 1di 9

Prot. n.

10604

Reg. albo n. 1127

Data 15-11-2021

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO GENERALE


(Copia)

N. 21 DEL REGISTRO (SEDUTA DEL 18-10-2021)

OGGETTO: PROPOSTA ALLA REGIONE CAMPANIA ED AGLI ENTI PREPOSTI DI AZIONI


SPERIMENTALI DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE DI CINGHIALI,
NELL'AMBITO DEL PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE IN CAMPANIA, PER
AUMENTARE L'EFFICACIA DELLE AZIONI TRADIZIONALI, ACCELERANDONE
GLI EFFETTI.

L’anno duemilaventuno, il giorno diciotto del mese di ottobre, alle ore 17:00,
regolarmente convocato per la data odierna a norma dell’articolo 15, comma 2, dello Statuto,
nella sede di FUTANI (SA), si è riunito il Consiglio Generale della Comunità Montana
“Bussento – Lambro e Mingardo”.
Presiede l’adunanza il Signor SPERANZA Vincenzo, nella sua qualità di Presidente
e, a seguito di appello, risultano rispettivamente presenti ed assenti i seguenti Consiglieri:
Cognome e Nome - Qualifica Presenza/Assenza Cognome e Nome - Qualifica Presenza/Assenza
Aliprandi Alberto - Consigliere Presente Bianco Francesco - Vice Presidente Assente
De Luca Giuseppe - Consigliere Assente Gagliardi Cono - Consigliere Presente
Gallo Gerardo - Consigliere Assente Lipiani Luca - Consigliere Presente
Luongo Aldo - Assessore Presente Marotta Gino - Consigliere Assente
Nicodemo Pietro - Consigliere Assente Speranza Vincenzo - Presidente Presente
Tancredi Nicola - Consigliere Assente Vassallo Domenico - Consigliere Assente
Vicino Pietro - Consigliere Assente Romanelli Gabriele - Consigliere Presente

Totale presenti 6

Partecipa alla seduta il SEGRETARIO GENERALE della Comunità Montana, dott.


D'Angelo Pietro.
IL PRESIDENTE
Riconosciuto che il numero di 6 Consiglieri presenti, su numero 14 consiglieri in
carica, rende valida l’adunanza di Seconda convocazione, dichiara aperta la seduta e invita il
Consiglio Generale a trattare l’oggetto sopra indicato, incluso tra gli affari iscritti all’ordine
del giorno.

La seduta è Pubblica.
DELIBERAZIONE N. 21 DEL 18-10-2021
OGGETTO: PROPOSTA ALLA REGIONE CAMPANIA ED AGLI ENTI PREPOSTI DI AZIONI
SPERIMENTALI DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE DI CINGHIALI, NELL'AMBITO DEL
PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE IN CAMPANIA, PER AUMENTARE L'EFFICACIA
DELLE AZIONI TRADIZIONALI, ACCELERANDONE GLI EFFETTI.

PROPOSTA del Settore Direzione.


IL DIRIGENTE
PREMESSO che:
- il fenomeno della rapida espansione della popolazione dei cinghiali ha assunto particolare rilevanza
negli ultimi anni, consentendo a questo ungulato, non solo, di tornare ad occupare aree dalle quali era
quasi completamente scomparso, ma anche di invadere le periferie delle aree urbane e i centri abitati;
- i numerosi cambiamenti ambientali, conseguenti alla riduzione delle pratiche agricole e alla
modificazione nell'uso del territorio hanno costituito alcune delle cause primarie di espansione e
riconquista di porzioni dell’areale storico, da parte del suddetto animale, insieme ai numerosi
ripopolamenti ed immissioni, non programmate a scopo venatorio in prevalenza di ceppi alloctoni di
provenienza centro-europea;
- l’adattabilità dell’ungulato alle più varie condizioni ecologiche ed ambientali, nonostante le
modificazioni cui sono stati sottoposti gli habitat originari e l’elevata pressione venatoria esercitata nei
suoi confronti, oltre ad alcune sue intrinseche caratteristiche biologico-etologiche quali l’onnivoria,
l’alto potenziale demografico, la pressoché totale assenza di predatori naturali, nonché la spiccata
tendenza al nomadismo, hanno influito sull’incremento delle popolazioni di cinghiale;
- contestualmente, sono cresciute le problematiche generate dalla sua espansione e i danni all’agricoltura
e agli ecosistemi, così come i sinistri stradali causati da questa specie, fino a scatenare un vero e proprio
allarme sociale;
CONSIDERATO che:
- l’area protetta rientrante nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
costituisce un’area “calda”, a livello territoriale regionale, con crescenti danni cagionati dalla presenza
eccessiva di tale popolazione animale, richiedente interventi urgenti, a tutela della sicurezza per la
salute e per l’incolumità pubblica e privata e che attualmente, in Campania, solo il Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha un piano di controllo, realizzato attraverso il coinvolgimento di
coadiutori al controllo;
- il problema della sovrappopolazione dei cinghiali nella specifica area territoriale di questa Comunità
Montana continua a provocare disagi notevoli alle popolazioni residenti e gravi danni di impatto
ecologico sul territorio, sulle coltivazioni agricole in atto e sull’ambiente nel suo complesso,
sull’ecosistema e sulla zoocenosi, sulle attività produttive agronomiche e antropiche in generale, e a
determinare un incremento dei sinistri stradali, allarmi sociali e sanitari, minacce per la salute umana a
causa dell’aggressività e, non da ultimo, problemi di opinione pubblica e danni di immagine ai territori
interessati, conseguenti all’incremento della fauna selvatica, anche a seguito di incursioni in prossimità
e, sempre più spesso, all’interno dei centri abitati;
DATO ATTO che:
- la normativa italiana prevede, in particolari condizioni, il ricorso ad interventi di controllo sulla specie,
anche in contesti protetti, proprio per assicurare gli obiettivi di conservazione del patrimonio naturale;
- la normativa italiana attribuisce alle Regioni la competenza di emanare norme relative alla gestione e alla tutela
della fauna selvatica e di esercitare le funzioni programmatiche e di pianificazioni al riguardo, con l’obbligo di
predisporre misure atte ad evitare che animali selvatici arrechino danni a persone e a cose;
- il Piano di gestione e controllo del cinghiale in Campania (PGCCC) è stato recentemente redatto dalla
Regione Campania e non risulta ancora vigente, in quanto sottoposto alla procedura di VAS;
- tale Piano prevede la possibilità di poter intervenire in maniera tempestiva nei contesti di
impatto/conflitto, comprese le aree protette ed è diviso in due sezioni, in funzione del territorio di
riferimento: una prima sezione, riferita ai territori a caccia programmata, ai sensi della L. n. 157/92, del
comma 5, D.L. n. 203/0058 e della L.R. 26/12 e ss.mm.ii.., ed una seconda sezione, che rappresenta una
proposta per le Aree Protette regionali, che possono recepirlo e formulare un piano di intervento e di
cattura e/o abbattimento secondo le proprie esigenze, in base a quanto indicato nella L. n. 394/91. Detto
Piano prevede interventi tradizionali, quali catture, prelievo selettivo e, in alcuni casi, la tecnica della
girata, che costituiscono tutti sistemi non invasivi;
RICHIAMATI:
- la Legge quadro sul prelievo venatorio 11 febbraio 1992, n. 157, recante “norme per la protezione della
fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che dispone in merito al controllo della fauna
selvatica, demandando alle Regioni l’adozione dei provvedimenti necessari e che recita, all’art. 9 -
Funzioni amministrative: “1. Le regioni esercitano le funzioni amministrative di programmazione e di
coordinamento ai fini della pianificazione faunistico-venatoria di cui all'articolo 10 e svolgono i
compiti di orientamento, di controllo e sostitutivi previsti dalla presente legge e dagli statuti regionali”;
- la stessa Legge n. 157/92 prevede l’intervento delle Province anche nei Parchi Nazionali e Regionali,
nel caso di fauna in soprannumero, all’art. 10, comma 7: “Ai fini della pianificazione generale del
territorio agro-silvo-pastorale le province predispongono, articolandoli per comprensori omogenei,
piani faunistico-venatori. Le province predispongono altresì piani di miglioramento ambientale tesi a
favorire la riproduzione naturale di fauna selvatica nonché piani di immissione di fauna selvatica
anche tramite la cattura di selvatici presenti in soprannumero nei parchi nazionali e regionali e in altri
ambiti faunistici, salvo accertamento delle compatibilità genetiche da parte dell'Istituto nazionale per
la fauna selvatica e sentite le organizzazioni professionali agricole presenti nel Comitato tecnico
faunistico-venatorio nazionale tramite le loro strutture regionali”;
- la deliberazione di Giunta Regionale n. 857 del 29.12.2015 ad oggetto “Legge Regionale 9 agosto 2012,
n. 26 e s.m.i., artt. nn. 16 e 18 - Approvazione linee di indirizzo per la realizzazione Programma
straordinario emergenza cinghiali in Campania”, per dare attuazione agli interventi da prevedere nel
Programma straordinario suddetto, ha approvato le linee di indirizzo, in base alle quali risultano
individuate le seguenti iniziative prioritarie: pianificazione e coordinamento delle attività sanitarie
connesse alla gestione della fauna selvatica presso le aree protette (nazionali, regionali, oasi, e riserve) e
le zone di ripopolamento e cattura; istituzione dell’archivio digitale e georeferenziato dei danni arrecati
dalla fauna selvatica; realizzazione di piani di censimento e monitoraggio delle specie selvatiche in
relazione alle priorità emergenti; riduzione dello squilibrio ecologico e dei danni conseguenti
all’incremento delle popolazioni animali selvatiche;
- la Legge n. 394 del 6 dicembre 1991 “Legge quadro sulle Aree protette”;
- il Regolamento per il prelievo faunistico del cinghiale nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano
ed Alburni n.123 del 9 giugno 2016;
VISTI:
- gli orientamenti e le indicazioni tecnico-scientifiche, forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale (ISPRA), che univocamente indicano il cinghiale tra le specie faunistiche
emergenti, in grado di provocare ingenti danni alle colture agricole, oltreché influire negativamente sugli
incrementi riproduttivi di diverse specie faunistiche, e che individuano nelle azioni di controllo utili
interventi per il contenimento delle popolazioni e per la riduzione degli impatti sulle biocenosi naturali e
sull’agrosistema;
- il “Piano d’Azione di Emergenza Cinghiale”, redatto in collaborazione tra l’Ente Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli
Federico II, strumento che, partendo da un’analisi scientifica della problematica, prevede una serie di
misure per la gestione degli ungulati presenti in area Parco, approvato anche dal Ministero
dell’Ambiente e dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) in attuazione
del quale sono state avviate una serie di azioni da parte dell’Ente Parco;
VALUTATO che:
- la campagna venatoria ordinaria, da sola e circoscritta ad un arco temporale troppo limitato (3 mesi
all’anno per un totale di 30-31 giornate a stagione), non ha generato effetti tali da contrastare il
fenomeno in esame, arrivato oramai a livelli incontrollabili di crescita esponenziale del numero dei
cinghiali presenti sul territorio, con la conseguenza che la pressione venatoria induce nell’esemplare
proprio lo stimolo a riprodursi, allo scopo di ripristinare la consistenza numerica;
- il controllo della popolazione dei cinghiali dovrà pertanto avere necessariamente un approccio
multidisciplinare e innovativo, optando per un contenimento delle nascite, perseguibile anche attraverso
l’attuazione di un progetto sperimentale, basato sul controllo della fertilità di questo ungulato; e infatti,
negli ultimi anni, è cresciuto l'interesse verso il controllo delle popolazioni animali attraverso l'uso di
sistemi incruenti, puntando su sistemi alternativi di gestione, in particolare, nelle aree protette, non solo
ricorrendo a catture e traslocazioni, ma anche ad approcci moderni i quali, attraverso il controllo della
fertilità, possono rappresentare un utile strumento nella gestione numerica delle popolazioni selvatiche
che rappresentano un problema per la comunità. Il suddetto approccio risulta totalmente diverso dalle
catture e dagli abbattimenti selettivi, che concorrono ad abbassare il numero di animali incidendo sulla
riduzione/mortalità della popolazione, con effetti immediati; al contrario, la sterilizzazione chimica
incide sulla natalità/produttività della popolazione, con effetti di medio e lungo periodo e rappresenta un
approccio reversibile. Una valutazione approfondita porta ad escludere altri metodi, non in grado di
incidere significativamente sulla riduzione dei danni provocati dal sovrappopolamento e che non hanno
sortito i risultati ipotizzati, come la costruzione di barriere e recinzioni elettrificate, trappole,
coltivazioni a perdere con campi sacrificati ai cinghiali per salvare le colture, strumenti tecnologici di
dissuasione per tenere lontani i cinghiali dalle strade e dai centri abitati adottati in altre realtà, ecc.;
RITENUTO che:
- alla luce delle premesse prima espresse, circa l’alta potenzialità negativa determinata da un’eccessiva e
incontrollabile presenza della specie cinghiale appena illustrate, si intuisce l’inadeguatezza delle misure
e attività di intervento e di gestione finora adottate, per un intervento efficace sul controllo numerico
della specie, riconoscendo la necessità che le politiche faunistico–venatorie hanno bisogno di un
coordinamento provinciale e regionale, impegnando e coinvolgendo le associazioni di rappresentanza
agricole e venatorie, con gli ambiti territoriali di caccia e con il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni, per porre in essere provvedimenti, atti e iniziative idonee alla soluzione
dell’emergenza cinghiali, per la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli agricoltori e delle
comunità locali;
- la situazione attuale risulta essere allarmante e non ulteriormente intollerabile, ragion per cui si rende
pertanto necessaria l’adozione di soluzioni urgenti e drastiche, per l’individuazione di una corretta
strategia di gestione del fenomeno cinghiali, con l’adozione di metodologie alternative e metodi non
cruenti che, con gli opportuni investimenti, potrebbero dare risultati importanti;
SI PROPONE AL CONSIGLIO GENEERALE DI DELIBERARE QUANTO SEGUE:
DI AVVIARE in tutti i territori interessati, tra cui sicuramente quello di questo Ente rientrante pressoché
totalmente in quello del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, una campagna di controllo sulla
fertilità dei cinghiali, da attivare al più presto, anche attraverso attività di ricerca e sperimentazione, che preveda
la sterilizzazione farmacologica dei capi animali, attraverso la somministrazione di un vaccino immuno-
contraccettivo, da adottare quale soluzione praticabile e valida, dal punto di vista dell’efficacia e del benessere
ambientale ed animale, in attuazione di politiche di contenimento delle situazioni di conflitto generate dalla
presenza di fauna selvatica sui territori e dei danni da questa provocati. Una simile azione interverrebbe in
maniera preventiva sulla natalità e non sulla mortalità degli animali selvatici, rappresentando una panacea per
l’etica animalista, per il territorio, per l’ambiente e per il budget degli enti locali e regionali, costretti da anni a
combattere contro la moltiplicazione degli ungulati.
DI PROMUOVERE, a tal fine, la costituzione di un tavolo interistituzionale, per avviare un dialogo
propedeutico all’attuazione di un approfondimento scientifico sul predetto tipo di soluzione, coinvolgendo la
Regione Campania, la Provincia di Salerno, l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e gli
altri enti presenti sul territorio, con le Comunità Montane interessate, al fine di poter generare un’azione sinergica
di intervento e di consentire agli Enti la presentazione di manifestazioni di interesse, per partecipare come
soggetti capofila di partenariati con gli altri Enti interessati e di promuovere intese tra i diversi portatori
d'interesse coinvolti, ossia, le componenti agricole, ambientaliste e venatorie operanti sui territori, oltre al settore
scientifico.
DI DARE ATTO che detta campagna necessita anche del coinvolgimento della Direzione Generale per le
politiche Agricole, Alimentari e Forestali del MIPAAF, del Centro di Riferimento regionale per l’igiene Urbana
Veterinaria (C.R.I.U.V.), della Direzione Generale per la Tutela della Salute, del Coordinamento del Sistema
Sanitario regionale e dell’Istituto Superiore per la ricerca e tutela ambientale (I.S.P.R.A).
L’ESECUZIONE di uno studio preventivo che, da un lato, valuti la reale fattibilità dell’intervento prima
ipotizzato, i costi e i tempi previsti per la realizzazione degli obiettivi prefissati, in funzione delle aspettative da
parte dei vari gruppi di interesse e, dall’altro, sviluppi un piano di gestione dell’impiego di vaccini contraccettivi,
con la messa a punto di modelli matematici per prevedere l’impatto e valutarne i benefici, e infine, di avviare
contestualmente una sperimentazione scientifica, nell’ambito territoriale di competenza di questo Ente candidato
sin d’ora per tale finalità, in collaborazione con istituti Universitari e di Ricerca, che consenta l’adozione, in via
sperimentale, del farmaco contraccettivo individuato come di seguito, da somministrare agli ungulati selvatici.
DI INDICARE sin d’ora al riguardo, sulla base delle indagini preliminari svolte dalla struttura di questo Ente
circa le migliori opzioni disponibili in campo mondiale, l’adozione del vaccino GonaCon™, messo a punto dal
National Wildlife Research Center negli USA, nell’ambito di un programma del Dipartimento dell’Agricoltura
degli Stati Uniti, e in tale paese registrato come contraccettivo per cavalli, asini selvatici e cervi dalla coda
bianca, ai fini del controllo di fertilità delle suddette specie selvatiche. Dopo una valutazione dei metodi
applicabili sulla base di vantaggi e svantaggi dei diversi inibitori della fertilità, che includono inibitori ormonali
ampiamente usati negli animali domestici o in cattività ed altri metodi ancora in fase preliminare di sviluppo, i
vaccini immuno-contraccettivi mono-dose, qual è appunto tale vaccino, sembrano offrire le migliori prospettive
per la gestione delle popolazioni di animali selvatici, causando la produzione di anticorpi che attaccano proteine
o ormoni, essenziali per la riproduzione. Anche il controllo della fertilità del cinghiale si è basato, negli ultimi
decenni, sull’uso di taluni vaccini immuno-contraccettivi, in grado di bloccare la fecondazione dell'uovo (PZP -
porcine zona pellucida) e, in particolare, sul vaccino GnRH (ormone per il rilascio delle gonadotropine), che
produce anticorpi che neutralizzato il GnRH, bloccando l’ovulazione e la spermatogenesi. L’uso del GnRH
risulta in fase di sperimentazione in alcune aree di studio, in Italia e nel Regno Unito, dove è stato messo a punto
il vaccino GonaCon™ e i risultati dell’uso di tale farmaco risultano essere incoraggianti, pur rimanendo da
risolvere le modalità di somministrazione, la percentuale di animali di una popolazione da trattare e gli effetti
sulle specie predatrici o sul consumo delle carni.
DI AVVALORARE la scelta del suddetto vaccino, attraverso una valutazione oggettiva di vantaggi e svantaggi
legati al suo utilizzo, facendo riferimento a criteri standardizzati e a dati supportati da specifiche sperimentazioni già
effettuate sul campo. La più recente letteratura scientifica in materia riferisce che un agente contraccettivo ideale
dovrebbe essere valutato considerando criteri, quali la possibilità di somministrazione remota, l’efficacia e la
reversibilità dell’effetto, la selettività e gli impatti sulla catena trofica, nonché il benessere generale degli animali e,
specificatamente, l’assenza di effetti collaterali. Tutti i criteri di valutazione vanno interpretati tenendo conto degli
specifici contesti di applicazione, come in questo caso, l’eventuale applicazione di tale metodo per la sterilizzazione
dei cinghiali selvatici. Si ritiene, perciò, di poter riconoscere che GonaCon™ presenta caratteri ideali, in quanto
somministrabile in una singola dose, privo di effetti collaterali indesiderati sull’animale di interesse e sugli animali
che si cibano di carcasse trattate con tale contraccettivo, essere capace di sterilizzare la maggioranza degli animali
per più anni consecutivi e inibire la riproduzione nelle femmine e, idealmente, anche nei maschi, essere
somministrabile in qualsiasi momento del ciclo riproduttivo, avere un costo esiguo (il costo di una singola dose si
aggira attorno ai $ 2) e un’efficacia solo sulla specie target. L’uso del GonaCon™ viene valutato come alternativa
alla sterilizzazione chirurgica degli animali, già attuata nell’ambito di progetti di contenimento della specie di
cinghiali in Italia. L’efficacia di un vaccino immuno-contraccettivo è legata alla risposta immunitaria degli animali e
può differire, non soltanto tra specie, ma anche tra individui della stessa specie. Nello specifico, una singola dose del
predetto vaccino somministrata ad un cinghiale ha effetto per un periodo che va dai 4 ai 6 anni e i dati indicano che
l’inoculazione del vaccino nel 30% della popolazione di cinghiali ne causerebbe una riduzione del 60% della
popolazione in 5 anni di tempo. Dato che l’obiettivo di un siffatto intervento non è quello eradicativo, ma il
contenimento numerico della popolazione, va comunque evidenziato che un’alta percentuale di femmine dovrà
essere trattata affinché vi sia un effetto significativo sulla dinamica delle popolazioni, escludendo in ogni caso,
meccanismi di compensazione delle nascite, legati - ad esempio – all’incremento del tasso riproduttivo della
percentuale di femmine non sottoposte a trattamento. Il suddetto vaccino è stato sperimentato su diverse specie di
ungulati, senza effetti collaterali su fisiologia, benessere e comportamento degli animali trattati.
DI DISPORRE un programma sperimentale di “sterilizzazione farmacologica”, attraverso l’utilizzo del predetto
vaccino immuno-contraccettivo iniettabile, facendo rilevare le seguenti problematiche connesse:
- che detto farmaco non è registrato in Italia e, per poterlo utilizzare in contesti sperimentali, è necessario
richiedere specifica autorizzazione al Ministero della Salute;
- che, attualmente, il solo metodo di somministrazione possibile di suddetto vaccino risulta essere quello
dell’iniezione intramuscolare, in quanto non sono disponibili tecniche di somministrazione orale per alcuna
specie selvatica, anche se sono in corso ricerche in tale direzione in fase di sperimentazione in laboratorio;
- che la somministrazione del GonaCon™ richiede, pertanto, la cattura e successiva manipolazione degli
animali e, per ottenere risultati concreti e stabili in termini di riduzione della popolazione del cinghiale, è
necessario sterilizzare il maggior numero possibile di esemplari di sesso femminile;
- che la somministrazione per via orale, qualora diventasse disponibile un’idonea formulazione del vaccino,
richiederebbe l’utilizzo di sistemi di distribuzione in grado di escludere effetti su specie non-target;
- che sperimentazioni di alimentatori selettivi sono state effettuate anche in Italia e che le ricerche condotte
hanno portato alla realizzazione di alimentatori in grado di evitare impatti su altre specie non target.
DI PREVEDERE pertanto, nell’ambito della predetta sperimentazione e subordinatamente all’ottenimento
dell’autorizzazione ministeriale all’utilizzo in tale contesto sperimentale del predetto vaccino, e salva la
disponibilità nella sua versione orale, la possibilità di somministrazione tramite esche alimentari, con l’eventuale
realizzazione di campi sperimentali di somministrazione di vaccino, dove i cinghiali sanno di potersi cibare,
ispirandosi, ad esempio, al progetto di ricerca sperimentale condotto dal Parco Regionale della Maremma
(Toscana), in collaborazione con agenzie internazionali di ricerca (es., dott.ssa Giovanna Massei, National
Wildlife Management Centre, Animal Health and Veterinary Laboratories Agency, Sand Hutton di York), per
valutare se il dispositivo denominato BOS™ (Boar-Operated-System) possa essere utilmente impiegato come
metodo specie-specifico, per fornire esche contenenti vaccini contro agenti patogeni e/o, allorché disponibili,
contraccettivi a cinghiali. Tale metodo BOS™ rappresenta un sistema di distribuzione delle esche vaccinali, e
costituisce uno speciale apparecchio dispenser, ovvero, una mangiatoia, dal costo contenuto, composta da un
palo di metallo piantato a terra, lungo il quale scorre un cono, e la cui base poggia su un piatto metallico, sul
quale vengono poste le esche contenenti il vaccino. Tale cono, del peso di circa 5 kg, protegge le esche e deve
essere sollevato da un animale che voglia consumarle, riconoscendo la conformazione del muso dell’animale e
rilasciando il cibo, dove potrà essere inserito l’anticoncezionale. Esperimenti in cattività e sul campo hanno
permesso di stabilire che il BOS™ consente ai soli cinghiali, e non ad altre specie, di cibarsi delle esche da due
piatti sovrapposti contenenti l’esca. I risultati della sperimentazione hanno portato a definire il BOS™ come
metodo valido per somministrare esche alimentari in modo specie-specifico a cinghiali. Qualora il contraccettivo
orale si rendesse disponibile a seguito delle necessarie autorizzazioni delle autorità sanitarie, si potrà valutare la
sua somministrazione con questo tipo di dispositivo, già sperimentato con successo.
DI ATTUARE, per le finalità di cui innanzi, un Piano di intervento, in esecuzione e prosieguo delle
sperimentazioni scientifiche già in corso anche in Italia, in un’area di studio a caccia chiusa (che potrebbe essere
individuata anche nell’ambito territoriale di questa Comunità Montana), che consenta la somministrazione del
vaccino di cui innanzi attraverso iniezione negli animali, previa la loro cattura e il successivo rilascio, oppure,
con dardi sparati a distanza col fucile, valutando le difficoltà e i costi relativi alla cattura degli animali ed
esaminando, attraverso appositi censimenti, le ricadute sulla dinamica di popolazione e, allo stesso tempo,
definendo costi e benefici, strutture, sostenibilità e modalità applicative di detta pratica. La realizzazione di un
siffatto intervento dovrà necessariamente prevedere il coinvolgimento e l’addestramento di personale interno
degli Enti coinvolti, attraverso corsi di formazione organizzati dall’Ente gestore dell’area protetta e tenuti da
specialisti del settore, oltre alla collaborazione di personale coadiuvante esterno, personale medico-veterinario e
con il contributo dei Carabinieri Forestali. La Direzione Regionale competente in materia di ambiente, in
collaborazione con la struttura istituita presso la Direzione Regionale competente in materia di agricoltura e
foreste, potrebbe fornire il necessario supporto scientifico, tecnico e didattico, avvalendosi delle ASL territoriali.
Il personale coinvolto e l’eventuale personale esterno coadiuvante dovrà essere coordinato da un tecnico
competente della problematica in questione e con ottima conoscenza del territorio di intervento, al fine di
garantire il coordinamento e la sorveglianza degli interventi da attuare. L'intervento complessivo dovrebbe
prevedere un programma articolato in varie fasi, quali: monitoraggio del numero di cinghiali; appostamento fisso
con foraggiamento; coordinamento sul posto di un tecnico faunista; interventi di prevenzione finalizzati al
contenimento del danno, attraverso l’uso di recinti elettrici e di colture a perdere; cattura dei cinghiali; costi
connessi al controllo di fertilità tramite somministrazione di vaccino, legati a test in cattività, con varie
formulazioni del vaccino a una/due dosi, per verificare possibili effetti collaterali, efficacia e durata dell’effetto;
attività di campo per catture, somministrazione vaccino e successivi controlli; costo del vaccino; attività di
elaborazione dati da parte di gruppi di ricerca specializzati, ai fini della valutazione dell’efficacia del trattamento;
analisi e presentazione, al termine di ogni stagione venatoria, dei risultati della sperimentazione.
DI INTEGRARE l’anzidetta campagna sperimentale con un piano coordinato di interventi, attraverso azioni
ordinarie e straordinarie a più livelli, volte a contrastare l’eccessiva densità ed a contenere le diverse tipologie di
danni causati dal sovrappopolamento di cinghiali. Le azioni gestionali, progettate sulla base del “Piano di
Gestione e Controllo del Cinghiale nella Regione Campania”, redatto dalla Direzione Generale regionale per le
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e suddiviso in attività di gestione ordinaria nei territori a caccia
programmata, attraverso la caccia in braccata e di selezione, e in attività di controllo straordinario nelle aree “a
controllo”, mediante catture, prelievo selettivo o girata. A queste azioni, non solo, possono essere affiancate altri
possibili provvedimenti, come l’aumento temporale della stagione venatoria, l’eventuale sviluppo di una filiera
controllata della carne, l’introduzione di metodi ecologici di prevenzione, quali reti elettrificate, recinzioni
metalliche, repellenti chimici, strumenti di dissuasione acustici/a ultrasuoni, incremento della segnaletica stradale
nelle aree con maggiore presenza; ma anche, l’avvio di azioni innovative e sperimentali, quali appunto quelle del
controllo biologico delle popolazioni di cinghiale, sinora ampiamente delineate, illustrate e proposte.
DI MANDARE un esemplare del presente provvedimento, ai fini della condivisione dell’iniziativa a:
- D.G. per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Campania;
- D.G. per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania;
- D.G. per il Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, Valutazioni e autorizzazioni ambientali della Regione
Campania;
- Centro di Riferimento regionale per l’igiene Urbana Veterinaria (C.R.I.U.V.);
- Direzione Generale per le politiche Agricole, Alimentari e Forestali del MIPAAF;
- Direzione Generale per la Tutela della Salute del Ministero della salute;
- Istituto Superiore per la ricerca e tutela ambientale (I.S.P.R.A).
- Comando regionale dei Carabinieri Forestali;
- Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni;
- Provincia di Salerno;
- Delegazione regionale UNCEM Campania.
F.to il Dirigente, dott. Pietro D’Angelo
__________________________________________________________________________________________

IL CONSIGLIO GENERALE
Vista la suesposta proposta di deliberazione, ad oggetto “PROPOSTA ALLA REGIONE CAMPANIA ED AGLI ENTI
PREPOSTI DI AZIONI SPERIMENTALI DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE DI CINGHIALI, NELL’AMBITO DEL PIANO DI
GESTIONE DEL CINGHIALE IN CAMPANIA, PER AUMENTARE L’EFFICACIA DELLE AZIONI TRADIZIONALI,
ACCELERANDONE GLI EFFETTI.”;

Ritenuto di condividerne e farne propri i contenuti, le considerazioni e le iniziative ivi espressi;


Dato atto che, ai sensi dell’art. 49 del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, sono stati espressi sulla proposta della
presente deliberazione, i pareri favorevoli in ordine alla regolarità tecnica ed alla conformità dell’azione
amministrativa, espressi dal Segretario Generale;
Visti lo Statuto vigente ed il D. Lgs. n. 267/2000 e ss.mm.ii.;
Con il seguente risultato di votazione, resa in forma palese:
Voti favorevoli Astenuti Voti contrari
N. 6 Nessuno Nessuno
LA PROPOSTA È APPROVATA ALL’UNANIMITA’ DAL CONSIGLIO GENERALE
DELIBERA
1. Di approvare la proposta di deliberazione in premessa indicata, nel testo che precede.
2. Di demandare al Segretario Generale tutti i successivi provvedimenti inerenti e conseguenti all’adozione del
presente provvedimento.
PARERE SULLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO GENERALE

Settore proponente: PRESIDENZA Data, 15-10-


2021

OGGETTO: PROPOSTA ALLA REGIONE CAMPANIA ED AGLI ENTI PREPOSTI DI AZIONI


SPERIMENTALI DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE DI CINGHIALI,
NELL'AMBITO DEL PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE IN CAMPANIA, PER
AUMENTARE L'EFFICACIA DELLE AZIONI TRADIZIONALI, ACCELERANDONE
GLI EFFETTI.

PARERI EX ARTICOLO 49 del DECRETO LEGISLATIVO 18.8.2000, N. 267

PARERE: Favorevole in ordine alla Regolarita' tecnica

IL RESPONSABILE DEL SETTORE PROPONENTE


F.to D'Angelo Pietro

PARERE EX ARTICOLO 97, COMMA 2, DEL DECRETO LEGISLATIVO 18.8.2000, N. 267

PARERE: Favorevole in ordine alla Conformita' azione amm.va

IL RESPONSABILE DEL SETTORE PROPONENTE


F.to D'Angelo Pietro
Letto, approvato e sottoscritto.

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO
F.to Avv. SPERANZA Vincenzo F.to Dott. D'Angelo Pietro

IL SEGRETARIO GENERALE
Visto il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali emanato con D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267,
ATTESTA
che la presente deliberazione è stata affissa oggi all’Albo Pretorio online della Comunità Montana “Bussento -
Lambro e Mingardo”, sul sito web istituzionale www.cmbussento.it e vi rimarrà per quindici giorni consecutivi,
come prescritto dall’articolo 124, comma 2, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
Addì, 15-11-2021
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to Dott. D'Angelo Pietro

IL SEGRETARIO GENERALE
Visto il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali emanato con D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la Legge Costituzionale 18.10.2001, n. 3, recante modifiche del Titolo V, Parte II, della Costituzione;
Vista la deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 6085 del 9.11.2001, con la quale è stato stabilito
che, a far tempo dal 09.11.2001, il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni Provinciali, cessano
dall’attività di controllo sugli atti amministrativi degli Enti Locali;
ATTESTA
inoltre, che la presente deliberazione:
è divenuta esecutiva in data 25-11-2021, perché dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi
@
3 dell’articolo 134, comma 4, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
@
diverrà esecutiva il giorno , quando saranno trascorsi 10 giorni dalla sua pubblicazione, ai sensi
N
dell’articolo 134, comma 3, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.

Addì, 15-11-2021
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to Dott. D'Angelo Pietro

Per copia conforme all’originale, ad uso amministrativo.


Addì, 15-11-2021
IL SEGRETARIO GENERALE
Dott. D'Angelo Pietro

Potrebbero piacerti anche