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ARTICOLO:

All’interno dell’articolo Recalcati parla della situazione della scuola durante il covid-19, i “rapporti” con il
governo e gli aspetti della didattica a distanza.
Recalcati ci porta a riflettere sugli aspetti della scuola, messa sempre in secondo piano e a cercare di farci capite
quanto importante sia avere una giusta istruzione.
DOMANDE:

risposte:
1. Il titolo dell’articolo di Recalcati riporta la decisione del governo di convocare gli stati generali,
un'organizzazione istituzionale che al giorno d’oggi consiste nella riunione di figure parlamentari e
sociali accomunati dall’intento di rilanciare il nostro paese. Il titolo quindi “richiama” gli stati generali
ad affrontare le problematiche relative alle scuole, poste in secondo piano, che pian piano perdono
l’importanza di essere il motore vero che potrebbe far muovere il paese.

2. Nell’articolo Recalcati ci fa capire quanto la scuola sia stata trascurata, messa in secondo piano.
Appoggio al 70% questa idea, perché è vero, la scuola è stata trascurata dal governo, noncurante dei
problemi relativi ad essa, ma alla fine, nelle ultime settimane la scuola è diventato l’argomento
principale durante la quarantena il governo ha messo a disposizione la didattica a distanza, che ha dato
modo ai ragazzi di tornare a studiare, seppur in alcune scuole in ritardo.

3. L’emergenza Coronavirus ha completamente cambiato la nostra vita e le nostre abitudini. A risentirne


in misura maggiore è stata senza dubbio la scuola, mantenuta in vita, grazie agli sforzi di tanti docenti e
dirigenti scolastici che hanno inventato da zero molteplici forme di didattica a distanza. La frase “la
scuola sia il luogo dal quale fare ripartire il nostro paese” indica lo sviluppo culturale e psicologico che
gli anni di scuola hanno impatto su di noi. La scuola ci forma, ci istruisce per poi prepararci ad
affrontare la vita reale e del lavoro. Nelle ultime settimane si sono succeduti gli interventi e le prese di
posizione della politica, dell’opinione pubblica, degli operatori scolastici e dei cittadini, sul tema della
riapertura delle scuole. Alla fine “andrà tutto bene”, come hanno scritto e disegnato studenti da tante
scuole, gli scenari sociali, lavorativi, economici, personali restano assai precari e sono destinati ad
accompagnarci nei prossimi anni. I debiti che stiamo contraendo in questi mesi sono altrettanti oneri
sulle spalle delle nuove generazioni, quelle che frequenteranno nei prossimi anni le nostre scuole:
hanno il diritto ad avere una formazione di qualità e noi abbiamo il dovere di garantire questo diritto.

4. La frase ci spinge a riflettere, a non prendere alla leggera l’argomento “scuola” la scuola di istruisce, ci
forma e aiuta a cercare di integrarci in una società dove verremo considerati adulti, e non dei bambini a
cui bisogna insegnare come comportarsi, ci aiuta a prepararci ad affrontare un imminente futuro, ricco
di “avventure” e di ostacoli. Recalcati ci fa riflettere, sul fatto che dobbiamo essere noi a prendere in
mano la situazione e non aspettare che i problemi si risolvino da soli, e in questo la scuola di aiuta a
maturare, ci pone davanti sempre due opzioni, e con il tempo e la voglia di studiare tutti sceglieremo
quella più giusta, la strada che ci porta verso il nostro futuro.

5. La didattica a distanza si è presentata in un clima di emergenza, e ha avuto effetti positivi e negativi su


ognuno di noi. Per me la didattica a distanza è stata una possibilità per prendermi i miei tempi, trovare
un metodo di studio, anche se le lezioni in presenza hanno un impatto migliore sugli alunni, perché
sono più motivati, più attenti, la didattica a distanza ci ha messo in qualche modo alla prova. Tra gli
aspetti positivi abbiamo le tecnologie, o meglio le tecnologie di apprendimento, ci offrono innanzitutto
l’opportunità di non troncare di netto il rapporto didattico tra professori e alunni, e di “stare in contatto”
anche se a distanza. La scuola a distanza non può però sostituirsi a una relazione educativa in aula, in
cui studenti e docenti comunicano non solo con le parole, con i libri, con i video, con gli strumenti
tecnologici, ma soprattutto con gli sguardi, con l’incontro fisico. Durante la didattica a distanza i
professori hanno ricoperto un grande ruolo, tra le video lezioni e le spiegazioni tramite piattaforme
scritte, sono stati in grado di motivare gli alunni pur a distanza, tramite molteplici dinamiche: chi invia
quotidianamente ai propri studenti schede di lavoro ed esercitazioni varie, chi effettua le prime lezioni
online in modalità frontale.

6. Recalcati afferma che il governo non abbia fatto abbastanza, che ha solo cercato una “scorciatoia” per
non dover affrontare appieno la problematica situazione. Afferma che la didattica a distanza non sia
abbastanza, in quanto il governo non si sta impegnando al 100% per assicurare non solo una completa
sicurezza ma anche efficacia per la completa riapertura delle scuole. Io non sono d'accordo
completamente, perché secondo me la didattica a distanza, seppur abbia molti aspetti negativi, è l’unico
modo (nel periodo di quarantena, quindi quando io covid-19 era più “forte”) per stare davvero al sicuro,
“protetti” dalla malattia, ma continuando a studiare ognuno dalla propria casa, quindi non stare in
presenza a scuola, invece stare a casa senza tuttavia trascurare lo studio.

7. In questo articolo vi sono contenuti forti, amari, giusti e, a parere mio, alcuni un po sbagliati. Il
problema delle scuole è sicuramente molto importante perché questo periodo di quarantena mi ha fatto
capire che senza l’istruzione il mondo non durerebbe molto. L’educazione e l’istruzione dovrebbero
essere visti con più importanza, questi due argomenti dovrebbero venire trattati con più attenzione, e
non limitarsi a fare il minimo per rendere tutti, prima di tutto al sicuro ma anche dandogli la possibilità
di studiare.

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