- l'impatto del 20° Congresso nel mondo comunista e la crisi d'Ungheria
- la corsa al nucleare in Europa occidentale: la force de frappe - lo Sputnik e i nuovi successi sovietici Vicenda ungherese ci dice che: dal 55 la situa europea è cristallizzata. Dall’occidente promanano attestati di solidarietà ma nessuno aiuta davvero il popolo ungherese. pRim adelle grandi crisi che il blocco sovietico troverà. Kruscov nel congresso ribadisce due principi di fondo in netta rottura con gli anni di stalin (Limiti della destalinizzazione) ovvero coesistenza con il sistema capitalista e il principio delle vie nazionali al socialismo. dopo il congresso per mostrare quando reale sia quest’ultimo, kruscov scioglie il COMINFORM. Il congresso scatena dibattiti soprattutto nei partiti comunisti di tutto il mondo, che nel caso cinese è un dibattito aspro, la cina è in una situa che è molto più in linea con il pricnipio di inevitabilità della guerra con l’occidente piuttosto che con la coesistenza di kruscov. L’impatto del congresso è importante soprattutto nei paesi a guida comunista, dell’europa orientale, come Polonia e Ungheria. In polonia iniziano una serie di agitazioni di piazza che vengono soprattutto dal movimento operaio che chieodno un miglioramento delle condiioni di vita, che questa rivendicazione si trasformi in una linea di politica economica più in linea con quella che kruscov cerca di portare avanti in un. sov, cioè che si sposti l’attenzione delel risorse dall’industria pesante a industrie di beni di consumo o di agricoltura. Rivendicazioni che finiscono per assumere un carattere anti-russo, la tensione si accende rapidamente, governo polacco si trova in difficoltà. Si arriva alal concessione di una serie di riforme, e all’inseriemnto ai vertici del partito comunista polacco di personalità popolari che fossero più gradite alla popolazione (Gomulka) viene messo alla testa del partito per accontare un po le rivendicazioni e rassicurare anche un po un.sov. Apice della tensione si ha nel 56 quando kruscov fa una visita a sorpresa in polonia, a varsavia, chiedendo di essere ammesso alla riunione del comitato del partito comunista polacco per imporre linee diverse da quelle che si stanno portando avanti, il quale viene rassicurato che tutto quello che viene fatto è in linea con principio delle vie linee nazionali. In polonia si ha questa fase di tensione e si va avanti in una situa in cui c’è un mix di autonomia e fedeltà a mosca, per esempi ocon riforme in materia di politca economica (come un avvio di decolletivizzazione dell’agricoltura o spostamento effettivo delle risorse dall’indutria pesante a quella leggera, anche una parziale liberalizzazione della chiesa polacca) mentre le linee che rimangono sono il mantenimento di una stretta censura sulla stampa e soprattutto una ferrea fedeltà al patto di varsaviai, cioè alleanza con un.sov. In ungheria si inizia da manifestazioni di paizza sempre per un miglioramento delel condzioni di vita, situa politicamente più instabile perch+ dal 53 al 56 alla classe dirigente filostaliniana si alterna al potere figure con posizioni più riformatrici (uno dei leader è Nagy), in questa situa la tensione tende a portare verso una situa di tensione più accesa di quella in polonia, tant’è che chi è al governo in carica chiede aiuto all’un.sov e l’aiuto delle forze armate, anche se l’utilizzo da parte di kruscov non è preso volentieri in considerazione. Si prova a mettere Nagy alla testa del governo ungherese, ma spinto dalla tensione sempre più elevata, inizia a parlare della possibilità di indire nuove elezioni. E per evitare questo, le truppe sovietiche vengono messe in allerta e si va verso un intervento militare da parte dei sovietici e Nagy preannuncia l’uscita dell’ungheria da patto di varsavia e in previsione della reazione sovietica chiede aiuto e protezione alle nazioni unite. KKruscov decide di intervenire con i carri armati sovietici che vanno contro i manifestanti e inizia una piccola guerra. 20000 morti circa, nagy viene arrestato e al suo posto si mette una figura più sicura e fedele all’un.sov. (10/56). > vicenda importante perché svela la brutalità dell’attacco sovietico, qualcosa che ha impatto mediatico e che genera una crisi per tutti i partiti comunsiti mondiali tant’è che molti perdono sostegno. Fatti che contribusicono ad accellare un processo già avviato, del distacco del partito socialista italiano dall’alleanza con i comunisti. Sul piano internazionale, nel blocco orientale tutti i paesi membri del patto di varsavia appoggiano tutti l’azione sovietica, per quanto riguarda il blocco occidentale (eisenhower si parla di superare la dottrina del containment, idea è di contenere il comunsimo ma anche rimandarlo indietro), in una situa cosi si presenta un’occasione in cui la politica del rollback potrebbe essere messa in atto, in realtà la crisi ungherese ci mostra che questa politica è solo un bluff. Crisi ungherese ci mostra la compattezza dei blocchi e che non si po' cambiare niente senza far scoppiare una guerra generale. la crisi mostra il limite della destalinizzazione e delle vie nazionali perché si accettano riforme ma fino a un certo punto, la compattezza dei blocchi si vede anche nel fatto che Kruscev prima di attaccare l'Ungheria ha consultato gli altri Stati del Patto di Varsavia. Effetti che sulle relazioni internazionali ha l’arrivo della tecnologia nucleare > all’interno dell’alleanza atlantica non sono stati risolti una serie di equivoci di fondo, l’atteggiamento degli usa va nella direzione che temono i francesi (ovvero aiutare gli europei ma poi disimpegnarsi nel senso di lasciare agli europei la difesa e riservarsi l’idea di reagire a un attacco rimanendo all’esterno con le armi nucleari), perché invece i francesi cercanodi tenere gli usa in europa perché per i due lati dell’atlantico l’alleanza serve per gli usa a contenere l’espansione del ocmunismo e per i francesi e altri paesi la NATO serve al contenimento della germania. L’equivoco dell’alleanza è sempre questo. Per la classe dirigente francese l’idea di fondo è che la presenza degli usa in europa è fondamentale perché è un modo anche per permettere ai francesi di destinare risorse militare anche ad altri, usa permettono di impegnarci sugli altri fronti dicono i francesi. per i francesi l’alleanza atlantica ha lo scopo di permettergli di continuare di avere una politica di respiro globale. > motivo di fondo per cui anche durante la vicenda della CED i francesi chiedono spesso di veder formalizzato un loro rango superiore a quello degli altri paesi membri della NATO. Non c’è formalizzazione che tenga però, non hanno più il fisico per farlo, ma una via forse c’è per recuperarlo ovvero dal 54 i governi francesi decidono di perseguire l’idea di rendere la francia una potenza nucleare. Nasce quindi sotto il governo di Pierre Mendès-France, figura che fa partire i piani per la costruzione di una force de frappe (ovvero una forza di impatto). Il progetto che i francesi voglio perseguire è in totale autonomia, nella ricerca delle fonti di approvvigionamento, vedono nel avere a disposizione un arsenale nazionale totalmente autonomo forse l’unico elemento possibile per tornare ad avere un peso nelle questioni mondiali. Al netto della dimensione militare, in quegli anni, l’idea di fondo è che il nucleare sia la fonte di energia del futuro, fonte che sembra poter offrire una quantità di energia illimitata. L’ambizione a disporre tutto questo è molto diffusa.Il problema che ci si inizia a porre, soprattuto negli usa, è che se molti paesi del mondo cominciano a sviluppare energia nucleare per uso civile è che inizino poi a sviluppare anche arsenali nucleari militari (profìliferazione dell’arma nucleare). Nel 53 eisenhower fa partire un programma (atoms for peace) di aiuto a sviluppare un sistema di produzione di energia per scopi civili da fonti nucleari, con la tecnologia americana a patto che questi paesi poi accettino di non andare verso lo sviluppo di un arsenale nucleare, modo per cercare di evitare la proliferazione dell’arma nucleare. Programma di cui Italia ne approfitta, infatti diventa il terzo produrtore modniale di energia da fonti nucleare negli anni 60. Programma che non ha scoraggiato però i francesi. In concomitanza sulla firma del EURATOM, francia, rft e italia firmano segretamente un trattato per sviluppare una bomba atomica europea, cosa che non porta da nessuna parte (intorno al 57). Dal 60 la francia sarà la quarta potenza nucleare a livello mondiale. Si inseriscce nel 57 il lancio da parte sovietica dello sputnik, un satellite intercontinentale > è improtante > fa capire la possibilità di avere razzi che trasportano l’arma atomica. Fino ad allora come si portava la bomba atomica? con gli aerei, e la potenza aerea più forte erano gli usa. Con il lancio dello sputnik, il territorio usa non è più intoccabile. è uno shock che svela il bluff della dottrina eisenhower (della rappresaglia massiccia, ovvero essendo dotati del unico arsenale atomico utilizza bile, usa possono dire che a qualsiasi tipo di provocazione risponderanno con l’uso massiccio nucleare), viene vanificata dal lancio dello sputnik. I sovietici sono più avanti degli usa. La gara spaziale che inizia in questa fase ha un duplice scopo, cioè mostrare la superiorità di un sistema attraverso la tecnologia e anche andare alal ricerca della disponibilità del utilizzo di razzi vettori per attaccare il territorio nemico con armi nucleari. Per qualche anno ancora al superiorità usa rimarrà ancora. Ma nel giro di pochi anni si andrà nelal direzione della parità strategia, cosa che spingerà poi le due potenze ad avviare un tipo di dialogo proprio sulle armi nucleari. Nell’immediato allo sputnik usa come reagiscono? è uno shock a livello mondiale, reagiscono utilizzando le basi che hanno già in paesi attorno a un.sov dislocando armamenti nucleari a corto raggio in paesi come l’italia, in turchia ecc e in altri paesi di sistemi di alleanza creati precedentemente. Insieme a questo quegli ultimi anni 50 sono anni in cui un.sov. appare al meglio di se stessa sul piano delle relazioni internazionali, l’economia sovietica pare avere una spinta importante verso la crescita, livelli di crescita che si traducono in un miglioramento delle condizioni di vita. Successi che sembrrano incoraggiare la via di kruscov alla via della coesistenza competitiva, siamo nella fase culminante della decolonizzazione e comincia la gara ad accapararsi l’interesse su tutti questi nuovi paesi (paesi che erano colonie che diventano indipendenti, paesi poveri di africa o asia), offrendo un modello di sviluppo che si piò copiare nei nuovi paesi. SI parla di una politica di respiro globale.