Psw: rppeo2021
L’azienda che problema ha? La Romagnoli voleva distinguere il suo prodotto dalla mente
dei suoi stakeholder. Come è stato possibile? Si è passati da food commodity a food
community. Viene prima il messaggio e il contenuto poi i tools.
136 uscite stampa con cui si è voluto comunicare il cuore dell’azienda ovvero: sostenibilità
e biologicità.
Questo esempio ci permette di capire come le PR possono rappresentare una attività di
posizionamento del prodotto o dell’azienda (nella testa dei consumatori).
500.000€ di perdite all’anno dovuto a 18.000 viste mancate (70 prestazioni al giorno).
Studiando i pubblici di riferimento non dovevano fare una attività solo informativa ma di
engagement
- Two-way asymmetric
- Two-way symmetric
CASO Granarolo
Il quarto gruppo alimentare italiano. Il core business è concentrato su latte, yogurt e
formaggio, gastronomia industriale. 13 stabilimenti in Italia 2.100 dipendenti. Una profonda
crisi di fiducia investite l’azienda portandola sull’orlo della bancarotta all’inizio degli anni
’90. Le strategie relazionali asimmetriche e simmetriche utilizzata furono:
- Laboratori di Archimede = lavorarono sui nuovi valori dell’azienda per decidere assieme
le soluzioni.
- Workshop multi-stakeholder
- I gruppi del cambiamento
- Referendum sui progetti di cambiamento
Gli stakeholder coincidono con i pubblici ma sono diversi perché quando parlo di pubblico
parlo di criteri di segmentazione diversi.
La comunicazione è diventata negli ultimi anni perché se ne 1975 il valore delle maggiori
aziende americane era dato dall’asset tangibile oggi è il contrario. Il brand, la sua
reputazione ecc., valgono molto di più del prodotto in sé.
Reputazione= insieme di percezione che gli stakeholders hanno sulla azienda e su cosa
effettivamente da l’azienda. La reputazione aziendale è fondamentalmente un value driver.
Protegge dalle crisi, in quanto le aziende che hanno la migliore reputazione sono quelli
che sono maggiormente resilienti, perché riesco a recuperare il loro valore di mercato
anche dopo una crisi. È una percezione che si forma con il passare del tempo, con i
comportamenti e la storia dell’azienda, anche perché quello che si dice è profondamente
coerente con ciò che effettivamente l’azienda fa.
Quali aree valoriali e quali ambiti? Ambiti e contesti su cui le società del gruppo avevano
già investito. L’area dello sport rispetto ad altre aree valoriali (cultura, entertainment…)
aveva forti elementi di coerenza con il posizionamento di tutti i brand del gruppo.
Si volevano trovare i primi eroi Italiani: le prime paralimpiadi importanti sono state quelle di
Londra 2012. Il primo momento Paralimpiade sentito da tutto il mondo.
Alex Zanardi
Bebe Vio
Luca Pancali
Nella strategia si sono iniziate a vedere le campagne di comunicazione con i valori legati
alla disabilità. In Italia nessuno lavorava con i valori della disabilità. Altri casi del brand
prima del 2016? L’ispirazione (Guinness e Samsung).
Una sola issue mediatica = Oscar Pistorius
Una sola issue mediatica = Sport Paralimpico. Da qui è nata la parternship con il CIP.
Ognuno di loro e ognuno di noi ha la propira storia (valore delle persone al centro).
Comunicazione integrata che ha attivato tutte le leve della comunicazione.
Discrezione e Silenzio erano l’elemento guida per la banca, questo per decenni. Quando
la banca è andata a svilupparsi, la comunicazione ha iniziato ad essere sviluppata. La
reputazione era un tema particolare, soprattutto per una banca che non aveva mai
comunicato. Quindi associarsi a dei valori puliti come la disabilità andava a far leva sui
valori propri della banca.
Questo è stato fino alla fine un progetto di comunicazione integrato:
ha visto attivarsi tutte le leve di comunicazione
Quindi associarsi a dei valori puliti come la disabilità andava a far leva sui valori propri
della banca.
Il processo della sostenibilità spesso è un campo minato, perché prima di poter fare quello
che si vuole nel campo della sostenibilità deve passare molto tempo.
Le olimpiadi di Rio hanno cercato di riprendere molti elementi delle olimpiadi di Londra per
dare un segno di sostenibilità e responsabilità sociale. Gli elementi presi in considerazione
furono gli aspetti legati a :
- transport and logistics
- sustainable design and costruction
- environmental conservation and clean-up
- waste management
-
A pochi giorni dall’inizio dei giochi olimpici hanno iniziato a diffondersi le imagini della
piazza dove gli atleti dovevano fare le loro gare, perché era consigliato di nuotare con la
bocca chiusa perché c’era un elevato numero di batteri.
Gli aspetti sulla CSR disattese furono:
- trasporti congestionati
- emergenze sanitarie (Zika virus)
- 77.000 persone evacuate dai loro quartieri
- campi da golf costruiti su riserve naturali (interrotte delle gare perché attraversavano
degli animali che vivevano nelle riserve).
Questo è un esempio eclatante di green washing.
Gli obiettivi principali della CSR:
- di natura preventiva – o riparativa- e consiste nel farsi carico delle esternalità negative,
cioè di quegli effetti dannosi che accompagnano attività peraltro lecite come ad esempio,
per un’impresa industriale, la produzione di rifiuti, la riduzione delle risorse naturali o le
varie forme di inquinamento. Le esternalità negative possono generare perdite
economiche
- di natura generativa e riguarda l consapevolezza della dimensione anche sociale di ogni
organizzazione sia al proprio interno verso i dipendenti, sia all’esterno verso la comunità
e le istituzioni, e, pertanto, la ricerca di partnership in una logica di vantaggio reciproco
anche su tematiche non riconducibili ad un immediato scambio economico.
CSR non è greenwashing, termine utilizzato per trarre in inganno, in quanto ci sono tante
situazioni in cui il concetto di green viene utilizzato in modo furbo. Ryanair ha creato una
pubblicità ingannevole, motivo per cui questa campagna è stata sospesa.
I numeri che in realtà da Ryanair, giocano molto sul chilometraggio, sui costi per
passeggero ecc, per questo le autorità hanno bloccato la pubblicità perché sono cifre che
traggono in inganno se non sono confrontate con altre compagnie non lowcost, era solo
un messaggio che giocava sulle percentuali.
Deriva dalla pratica negli hotel di gettare a terra o nella vasca solo gli asciugamani
utilizzati, era una operazione molto ben comunicabile al cliente, che però non era
consapevole che tutti gli altri processi della struttura non erano guidati da principi
ambientali. Dare ovvero l’impressione non veritiera che l’azienda stia ag4endo secondo
principi di responsabilità sociale, ma in realtà sotto il tappetto c’è ancora la polvere.
BP da British Petroleum a Beyond Petroleum, questa azienda è stato oggetto di
moltissime critiche, dovuta al riversamento di greggio nel golfo del Messico. Hanno deciso
di cambiare logo e di cambiare logo, perché da quel momento in poi l’azienda voleva
essere più verde e attenta all’ambiente. Ha ribrandizzato il suo logo, ma il risultato è stato
totalmente negativo, in quanto è stata poi colpita dall’opinione pubblica e da enti che
hanno considerato questa manovra come un’operazione di greenwashing.
Chevron: campagna “We agree”, campagna sociale che voleva dare supporto alle realtà
locali, soprattutto nei paesi più poveri, ha avuto molte critiche perché dietro a questa
campagna ci fosse un’azienda che funzionava sempre allo stesso modo, non
adoperandosi per diminuire l’impatto ambientale delle proprie attività o comunque nel
supporto dei propri dipendenti.
Filantropia = donazione volontaria per una causa di una determinata somma.
È TOTALMENTE DIVERSA DA CSR.
Non è solo Cause Related Marketing, il CRM può essere uno strumento di CSR, ma la
CSR è una opzione strategica rilevante per l’intera azienda e tutti i suoi stakeholder.
Comprando qualcosa in particolare, vado a donare parte del ricavato a delle associazioni.
Si legano le vendite ad una causa, ma non è CSR.
Non è solo business ethics, la correttezza ed integrità dei comportamenti sono un
presupposto …
https://www.youtube.com/watch?v=GK_vRtHJZu4
l’impronta umana sulla terra avrà un orizzonte temporale infinito, la nostra esistenza avrà
condizionato in mood persistente la terra
https://www.youtube.com/watch?v=1vK3cxnP6I4
VODAFONE = primo bilancio sociale nel 2001-2002, tutte le aziende quotate devono fare
un bilancio sociale. Il momento cruciale in cui si è volo integrare la sostenibilità nelle varie
aree aziendale, fu il lancio della purpose-led Vodafone nel 2019, ambiti di intervento
aziendali, che per v sono 3: società digitale, inclusione di tutti e il pianeta.
Macro obiettivo: connettere un miliardo di persone i. tutto il mondo entro il 2025.
Gli highlights di Vodafone Italia
- acquistiamo il 100% della nostra energia tramite GO – certificato di garanzia d’origine.
- l’Italia ha già investito nei primi 3 anni oltre 10 M in azione mirate di efficientamento
energetico (free cooling, geo cooling, SRAN Energy Saving Feature …)
- abbiamo aumentato il numero di impianti fotovoltaici sui nostri siti (9 impianti fotovoltaici
resi operativi solo nel FY19).
Le crisi possono essere diverse, ma nonostante questo ci sono delle regole a cui non si
può non sottostare.
- dichiarare lo stato di crisi = può essere anche di poco conto, ma questo potrebbe far
sembrare l’azienda poco impegnata
- assumersi le proprie eventuali responsabilità (colpe o responsabilità sociale)
- dichiarare quali provvedimenti sono stati attivati e quali lo saranno in futuro
La comunicazione di crisi è efficace se è:
- tempestività e il più possibile esaustiva
- continuamente aggiornata
- incisiva
- centralizzata per essere coerente
- trasparente e fortemente riferita a valori etici dichiarati
- rivolta sia all’interno sia all’esterno
- aperta all’ascolto
- proporzionata all’entità della crisi
1. PREVEDERE
L’audit di crisi: - l’analisi dei rischi = attività di previsione all’ interno dell’azienda.
Vengono classificati in base alla gravità del rischio.
Quanto è alta la probabilità ce la crisi avvenga e
l’impatto che potrebbe avere sull’azienda. Per
posizionare nel modo corretto bisogna fare una
mappatura dei rischi.
2. PROGRAMMAZIONE
Si avvale di alcuni strumenti:
- comitato di crisi = l’unità organizzativa a geometria variabile plenipotenziaria situata in
staff al vertice aziendale finalizzata alla gestione della crisi. Ha il
compito di: preparare le persone e gli strumenti in un’ottica
preventiva e gestire la crisi. I membri possono essere temporanei o
permanenti, ma ci deve essere sempre un team manager e un
portavoce ufficiale.
- formazione = gestione dello strass, tecniche di decisione e negoziazioni, tecniche di
public speaking, simulazioni periodiche per verificare il piano di crisi e i
sistemi di risposta preorganizzati e per mantenere viva l’attenzione e alto il
livello di preparazione.
- piano di crisi = elaborare un piano di crisi significa deve prefigurare l’evoluzione della
crisi secondo diversi scenari, indicate le procedure da seguire e le azioni
da compiere e predisporre un piano di comunicazione.
- manuale di crisi = è il documento aziendale in cui sono raccolte le regole di
comunicazione: - nominativi e responsabilità dei membri del Comitato
di crisi
- procedure di comunicazione per le diverse
categorie di dipendenti e collaboratori
- modalità di stesura del Diario di bordo, ovvero una
trascrizione temporale di tutto ciò che è accaduto.
È uno strumento di lavoro e di formazione.
In questo piano di crisi si inserisce anche quello di comunicazione. Sono elementi che
devono essere progettati solo ed esclusivamente in questa fase
CASO #BOICOTTITALO
L’azienda non si scusa, ma sicuramente si difende e punta tutto all’aspetto economico ma
non all’impatto emotivo che la forma commerciale può aver sviluppato. Accusa alla fine gli
accusatori di insinuazioni.
La seconda risposta non si assume di nuovo nessuna responsabilità, ma provano a
veicolare i valori dell’azienda criticando i clienti che hanno sollevato la polemica.
Solo dopo un ulteriore scambio arriva la risposta vera e propria, con le effettive scuse.
L’azienda non sostiene per sentito dire di aver sostenuto altre campagne e attività ma ci
allega il link che ne determina la veridicità dell’informazioni.
CASO #meetFS
Attività rivolta ai blogger che avrebbero viaggiato da Milano a Roma per visitare la sede
storica dell’azienda e di parlare durante il giorno dell’azienda.
Ma con post e tweet ci sono persone che mettono in evidenza i punti critici dell’azienda.
Non hanno fatto né un’attività di ascolto interno ed esterno ma si è provato a gestire due
tipi di crisi: utenti digitali e con i blogger, perché non si sono sentiti liberi di commentare la
propria esperienza.
CASO #McDstories
Il real time è importante in termini di monitoraggio e risposta. McDonald’s ha lanciato
l’hastag dove l’obiettivo era di permettere agli utenti di raccontare la propria esperienza
con la catena. # per creare flussi di conversazione a cui si vuole partecipare. Ma non
essendoci stato ascolto ma in risposta in tempo reale alle critiche emerse, l’azienda chiude
l’hastag, e quindi la non comunicazione corrisponde al no comment e impedisce alle
persone di comunicare tra di loro su questo argomento.
- trasversalità dei media = le crisi possono nascere da media diversi, come quelli
tradizionali ed avere un effetto di propagazione nell’ambiente digitale (es. Report). La crisi
può nascere da un’immagine, che può generare un effetto critico.
- strategie di dialogo = più che nell’ambiente offline, nel mondo digitale l’azienda deve
fare attenzione al tono e ai contenuti che usa.
CASO BURBERRY
Critica da parte di una modella di una delle sfilate, il cappio che era visto come un
accessorio che venne criticato dalla modella perché un tema etico e legate alle dinamiche
del suicidio. La modella avrebbe dovuto valorizzare il brand ma ha creato molto scompiglio
perché lei aveva molta visibilità la risposta dell’azienda è arrivata attraverso due voci:
Riccardo Tisci e l’azienda vera e propria e sono avvenuti in contemporanea.
Se ci fosse stata solo la risposta dello stilista ci sarebbe stata una gestione non corretta
della crisi, perché c’è stata una gestione della responsabilità, ma sarebbe mancata la
parte di gestione delle azioni future, c’è un immagine con un primo statement del CEO,
ma mancano alcune cose ovvero: non c’è un’assunzione di responsabilità o riferimento
alle azioni future nella prima parte, l’unico riferimento a quello che è stato causato è il fatto
che hanno causato distress e li abbiamo portati a dire che non era ciò che volevano. Il fare
dopo è completare la risposta di Tisci, esplicitando gli obiettivi futuri, chiari e precisi. Il
feedback di iniziative future e completo, entrambe le risposte hanno tutti gli elementi se
prese singolarmente mancano qualcosa, avrebbe avuto più senso inserire nel post la arte
delle scuse.
CASO MONCLER
Moncler viene accusato per quanto riguarda la produzione dei piumini, in. Quanto
accusato di maltrattare gli animali per avere le piume d’oca. L’accusa viene tramite la
televisione. L’azienda risponde dopo 24h in cui va una dichiarazione sul proprio sito,
dove l’azienda risponde chiarando solo ciò che veramente fanno. Ci sono: il
riconoscimento del fatto, e forniscono dettagli ovvero link e documenti. Perché se sono
convinto di essere nel giusto devo dimostrare la mia posizione. Decidono di rispondere su
Facebook con una campagna ad hoc, in cu gli stessi contenuti del sito vengono riproposti
sotto forma di post. L’azienda a ogni accusa fatta da report risponde con un post e un
documento diverso. Report aveva predominato la scena dei mezzi tradizionali, Moncler
con l’attività online ha soverchiato a situazione nell’ambito digitale. L’azienda non ha perso
in termini di business perché ha fornito dei dettagli.
CASO MELEGATTI
Questa situazione mette in crisi l’immagine che i clienti hanno dell’azienda.
È molto fredda la risposta, nei social vale di più il tu o il voi.
“La nostra azienda non voleva esprimersi con tali parole e toni. I clienti sono sempre stati
al centro delle nostre politiche aziendali. Ci scusiamo con tutti voi se le nostre parole sono
state dure e avventate, non era nostra intenzione colpire la vostra sensibilità.”
#WHOISPATRIZIA
Il coraggio e la consapevolezza saranno sempre i valori cardine che porteremo avanti a
testa alta. Ci vogliamo concentrare sempre di più sull’who piuttosto che sul where,
cercando di eliminare tutti gli stereotipi legati alla moda perché quello che a noi interessata
è: il VALORE delle persone.
Si mettono in evidenza i diversi tipi di ascolto che l’organizzazione può mettere in atto, e
sono messi in atto in modo diverso, ovvero non tutte le aziende ascoltano a 360° perché
alcune ascoltano meno delle altre.
Quali sono i tipi di ascolto che l’organizzazione mette in atto:
- ascolto reattivo = passivo che l’organizzazione mette in atto in ambito digitale, a livello
pratico significa che l’azienda imposta una serie di avvisi online che
possano informala quando qualcuno menziona il nome dell’azienda.
- monitoraggio interno = viene analizzata la sezione insight/analytics dei social media. I
dati raccolti sono aggregati. Gli strumenti a disposizione gratuiti.
- ascolto sociale = analizzati i canali esterni non di proprietà dell’impresa per:
- raccogliere informazioni utili su quante persone parlano dell’azienda,
dei suoi prodotti/servizi
- tenere sotto controllo specifici topic
- analizzare il sentiment e le opinioni degli utenti
I dati sono aggregati e gli strumenti freemium
- ascolto strategico = viene impostato un ascolto dei canali esterni con un fine specifico
come per esempio:
- analizzare le conversazioni durante una fase del processo di
acquisto
- costruire relazioni con gli influencer
- valutare le relazioni a un prodotto/servizio nuovo
I dati sono aggregati/strutturati e gli strumenti freemium
2.
Definizione delle strategie di content creation e/o curation
3.
Il primo aspetto è capire che tipo di contenuto si vuole utilizzare. Si ha a disposizione tanti
tipi di contenuto, si possono identificare 4 quadranti in cui sono collocati i contenuti diversi.
In una fase di awerness con approccio emozionale valgono: video brandizzati, giochi,
competizioni.
In fase di awerness con approccio razionale valgono: comunicati stampa, infografica, trend
o ricerche, articoli e e-book (a metà tra intrattenimento e funzione educativa).
In fase di acquisto con approccio emozionale, l’obiettivo è ispirare, fungere da veri e propri
motivatori, qui valgono; forum, review.
In fase di acquisto ma con approccio razionale; l’obiettivo è convincere, valgono: case
studies, webinars ecc.
Il secondo aspetto è quello di corporate voice. Il concetto di corporate voice è legato a
quello di corporate character (o personalità dell’organizzazione), che definisce il modo in
cui gli stakeholder distinguono un’impresa sulla base di cinque caratteristiche umane:
competenza, piacevolezza, innovazione, stile e livello di aggressività.
Per definirla bisogna fare delle scelte, basate su: - personalità (o persona)
- tono
- linguaggio
- obiettivo
LEZIONE 9: PUBLIC AFFAIR, ADVOCACY &LOBBYING
10 Novembre 2020
Il tema del public affair è centrale nella comunicazione corporate aziendale. Sono termini
soggetti a qualsiasi tipo di azienda, associazioni o anche singole persone. Perché tutti
questi temi che apparentemente sono pratiche specifiche rientrano in un concetto
generale di comunicazione, relazioni pubbliche e comunicazione corporate? Per gli
strumenti messi in campo tutte queste attività, in ultima analisi, sono attività di
comunicazione e sono sempre più percepite come tali.
La comunicazione è integrata, rispetto a chi comunica si divide in comunicazione interna
ed esterna all’organizzazione e per ciascuna ci sono dei target. Clienti e dipendenti non
siano gli unici target e destinatari di comunicazione, ma anzi le istituzioni sono uno dei
target che se in una slide generica erano scritti insieme agli altri target, in questo caso
sono il target principale per l’attività di public affair.
Un altro target fondamentale per questo tipo di attività è la stampa e l’opinione pubblica.
Istituzioni = target diretto
Stampa e opinione pubblica = target indiretto per fare pressione sulle istituzioni
Cosa sono i public affairs? Servizio specialistico delle RP che comprende molte delle
azioni cui ricorrono le organizzazioni per facilitare la propria azione all’interno di uno
spazio pubblico sempre più complesso. Sono volti a instaurare e mantenere relazioni
simmetriche e durature tra le organizzazioni e le istituzioni pubbliche al fine di informarle e
orientare i loro processi decisionali.
Pratiche di relazioni pubbliche che permetto ad un’organizzazione di comunicare con le
istituzioni. Si fanno perché il mondo istituzionale è un settore che assume un’importanza
crescente, perché tutte le organizzazioni hanno bisogno di un’interfaccia istituzionale.
I public affair possono essere considerati come la VOICE che permette alle organizzazioni
e ai gruppi (grandi e piccoli, profit e non profit, pubblici e privati, religiosi e laici,
conservatori e radicali, nazionali e locali):
- di interagire, pubblicamente e privatamente, con le istituzioni pubbliche (decisori)
- su questioni politiche, economiche e istituzionali
- su scala internazionale, nazionale, regionale, locale
I public affairs comprendono ogni groma di dialogo innescata sia dall’organizzazione sia
dall’istituzione dato che entrambe ne traggano vantaggio:
- per le organizzazioni, il dialogo con le istituzioni è fondamentale per intervenire e
influenzare quelle decisioni che possono favorire o ostacolare gli obiettivi che intendono
raggiungere.
- per le istituzioni, il dialogo permette di compiere scelte più adeguate, consapevoli e
responsabili, con un inevitabile miglioramento del processo democratico.
I principali obiettivi dei public affairs possono essere suddivisi in due ambiti di interesse:
- il primo è l’ambito reputazionale, dove i public affairs si propongono di costruire,
mantenere 0o accrescere la reputazione di un determinato gruppo di interesse, al fine di
costruire un contesto di riferimento idoneo a facilitare gli obiettivi dell’organizzazione
stessa.
- il secondo ambito è quello più direttamente inteso a facilitare gli specifici obiettivi di una
organizzazione al fine di mitigare possibili rischi e cogliere potenziali opportunità
favorevoli.
Cos’è l’advocacy? Letteralmente patrocino, sostengo. In ambito comunicazionale:
modalità di comunicazione finalizzata al supporto attivo e alla promozione di una causa
(issue) presso l’opportunità pubblica (issue management). Avviene tramite un processo
civile, con cui si attivano strategie di comunicazione integrata per appoggiare una pratica
(sociale, legislativa, economia, politica, scientifica ecc.). il sostegno alla causa (issue) non
corrisponde necessariamente all’interesse generale, ma dichiaratamente (e
legittimamente) di parte. È più una attività da ONG piuttosto che da un’azienda.
Obiettivo: orientare l’opinione pubblica, dettando indirettamente l’agenda politica.
L’issue management è una modalità specifica di gestione dei public affairs che, come per
ogni altra strategia di comunicazione, utilizza strumenti di comunicazione diretta e
indiretta. L’utilizzo di modalità di comunicazione indiretta fa sì che l’azione di public affairs
si trasformi in una vera e propria campagna di advocay (=comunicazione integrata). Tanto
maggiore è la partecipazione attiva dell’opinione pubblica, anche grazie all’interessamento
dei media e influencer, quanto è più probabile che le istituzioni riconoscano l’importanza
del problema e vi dedichino attenzione.
L’issue management consente di armonizzare valori sociali e valori dell’organizzazione,
così da mappare le aspettative dei diversi stakeholder:
- l’analisi del problema
- argomenti contro o a favore sono plausibili?
- il tema evoca emozioni?
- è comprensibile dal largo pubblico?
- è “adottato” dai media?
- a questa prima analisi occorre accompagnare l’ANALISI degli OPPONENTI, di coloro
cioè che con ogni probabilità useranno quella particolare issue contro la nostra
organizzazione.
- approfondire l’analisi delle issue significa avere ben chiaro il cosiddetto CICLO DI VITA
della ISSUE, cioè le diverse fasi nelle quali la singola tematica, più o meno
gradualmente, ad assumere un ruolo sempre più importante, fino ad arrivare alla fase in
cui il decisore può intervenire con una sua propria proposta di regolazione.
Che cos’è la lobby? Quando i public affairs sono finalizzati a rappresentare gli interessi
legittimi dell’organizzazione in corrispondenza di cambiamenti del quadro di riferimento
normativo, è possibile parlare di attività di LOBBYING.
La finalità è influenzare il processo decisionale pubblico in modo favorevole all’interesse
rappresentato con l’approvazione oppure il rigetto di un atto legislativo.
I tipi di lobby:
- per la natura dell’interesse rappresentato: - di influenza
- di pubblico interesse
- per le finalità perseguite: - difensiva
- espansiva
- per le modalità comunicazionali utilizzate: - diretta
- indiretta
La cultura della lobby nasce negli Stati Uniti, dove il lobbismo è un diritto tutelato dalla
Costituzione. Esso trova copertura giuridica nel Primo Emendamento, ratificato nel 1971,
che tratta dei principi sui diritti di associazione e supplica. Il primo Emendamento
riconosce in particolar modo agli americani il RIGHT TO PETITION nei confronti del
governo quando ritengono che un’azione dell’esecutivo abbia causato un’ingiustizia nei
loro confronti. Gli Stati Uniti sono stati il primo paese che ha regolato la lobby su base
legislativa: dapprima nel 1946, quindi rafforzandone l’estensione e i criteri, nel 1995.
Il lobbista non preme soltanto sul processo legislativo o esecutivo; la sua azione è
qualcosa di più ampio, poiché́ racchiude anche le interazioni con enti locali, organizzazioni
non governative, autorità̀ responsabili di pubblico interesse, media.
il lobbying è un processo attraverso il quale i decisori pubblici accedono a documenti e
informazioni utili per prendere una decisione. Compito del lobbista è capire di quali
informazioni il decisore ha bisogno, quali preferisce e fornirgliele. I rapporti tra lobby e
comunicazione sono strettissimi, perché la lobby è in gran parte comunicazione ed
entrambe operano sul terreno dell’influenza.
LEZIONE 10: LE RELAZIONI PUBBLICHE GLOBALI
16 Novembre 2020
“Ciò che noi valutiamo influenza le nostre azioni. Se usiamo indicatori sbagliati, ci
sforzeremo di raggiungere obiettivi altrettanto sbagliati” J. Stiglitz
Il PIL non è più un indicatore valido perché non tiene conto di ciò che una nazione
distrugge. Introduce il FIL, FELICITÀ INTERNA LORDA, che indica non solo quanto
produce ma come produce ricchezza e valore. La misurazione influenza ciò che facciamo,
perché se si utilizzano indicatori sbagliati si perseguiranno obiettivi sbagliati.
Dal 1970 i professionisti stanno cercando di definire come misurare e valutare i risultati.
Valutazione e misurazione sono considerati spesso sinonimi.
Misurazione = significa «raccogliere e analizzare le misure», è continua e si basa su
metodi di raccolta e analisi continuativi e standard.
Valutazione = significa «esprimere un giudizio sul valore di qualcosa», interpretare le
misure analizzate, è ad hoc, non può essere replicata nello stesso modo
due volte.
LA MISURAZIONE È PARTE DELLA VALUTAZIONE.
Perché non si misura?
- Costi (10-15% del budget dedicato)
- Tempo
- Mancanza di competenze
- Obiettivi non SMART
- Paura di essere misurati
- Il mito del «silver bullet»
I principali errori commessi:
- Obiettivi non SMART: - Specifici per pubblico
- Specifici per effetto della comunicazione
- Misurabili (indicare il valore di cambiamento previsto) • Attuabili
- Rilevanti per l’azienda
- Temporalmente definiti
- Confondere gli pseudo effetti con gli effetti della comunicazione:
- Gli OUTPUT SONO I COSIDDETTI PSEUDO EFFETTI della
comunicazione.
- Gli output sono i risultati più superficiali e di breve periodo di un’attività di
comunicazione.
- Non indicano gli effetti che la comunicazione ha avuto sui pubblici.
Esempi di output: - Numero di inviti spediti
- Numero di partecipanti a un evento
- Numero di uscite media
- Numero di post sui blog degli online influencer
- Numero di utenti connessi durante un evento live su FB
- Numero di Impressions (o OTS – Opportunity To See) di un
contenuto online
Gli outcome indicano gli effetti che la comunicazione ha generato nel pubblico in termini
conoscitivi (conoscenza, ricordo), affettivi (opinioni, interesse, preferenze, desideri,
atteggiamenti) e conativi (comportamenti abituali).
I veri effetti della comunicazione sono:
- Relazionalità = dopo aver raccolto i risultati di devono comunicare alle persone giuste
perché è grazie a loro che si prenderanno le decisioni giuste.
- Analisi dei bisogni di comunicazione = Esempi di domande per l’analisi dei bisogni di
comunicazione interna:
La struttura e i flussi informativi
p.e. durante il lavoro, quanto tempo spendi in % a
contatto con i tuoi superiori e quanto con i tuoi
collaboratori (esprimi in %)?
Le caratteristiche e il contenuto dei messaggi
p.e. quando ricevi informazioni dai tuoi superiori
quanto è accurato il messaggio (da
completamente accurato a completamente non
accurato)?
La qualità del clima comunicativo
p.e. esprimi la tua soddisfazione nel complesso
sulla quantità di informazione che ricevi e la sua
accuratezza?
- Analisi del contesto digitale