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vita:
nato 55-58 dc in Gallia o a Terni
famiglia di un certo livello > patrizia o equestre
fece carriera politica sotto i Flavi, in particolare sotto Domiziano
sposa la figlia del generale Giulio Agricola
fu pretore in Germania 88-93dC
93dC il suocero Agricola scompare e contemporaneamente s'interrompe la
carriera politica di Tacito
nel 96 dC. inizia l'attività letteraria
Tornerà a ricoprire incarichi politici sotto Nerva e Traiano
Impostazione ideologica:
analisi storico - politica lucida, realistica, e quindi pessimistica moralistica > cioè rimpiange
tempi passati in cui c'era più libertà e concordia;
Moralista anche nei confronti dei costumi e della società.
L'impero è un male necessario - non può essere sostituito da qualcosa di meglio; non si può
restaurare la repubblica, perchè è ORMAI assente un'adeguata classe dirigente. >> Anni di
regime hanno ucciso la dinamica politica
conclusione: la Res Publica viene rimpianta, ma ormai è del tutto perduta.
stile:
variatio
inconcinnitas
narrazione spezzata, drammatica
frasi nominali
elissi
asindeti
arcaismi
registro alto
opere:
AGRICOLA > biografia, pubblicata nel 98dC (5 anni dopo la scomparsa del suocero). Il
suocero secondo Tacito era degno di lode, rispetto, per motivi di tipo morale e
politico.
Giulio Agricola era uno dei + rinomati esponenti della classe dirigente sotto i Flavi,
infatti fu pretore e condusse una campagna di conquista in Britannia > maggior
parte del testo parla di questa conquista, in particolare contro popolazioni ribelli, i
Caledoni (antichi scozzesi).
Il principato è corrotto ma insostituibile > non c'è un'adeguata classe dirigente per
restaurare la Res Publica.
Nella prefazione infatti Tacito dice che quando ci si abitua ad avere un capo che
comanda, è difficile restaurare la democrazia.
Parte importante: Discorso di Calgago > uno dei Caledoni >idea di Tacito:
Romanizzare per portare la civiltà va bene; ma non è questo il tipo di imperialismo
che i Romani stanno portando avanti ora : ora stanno facendo campagne solo per
saziare la loro fama di ricchezze non per portare il progresso nelle altre civilità
GERMANIA > pubblicata nel 98dC. L'etnografia fa parte degli excursus etno-
geografici MOLTO frequenti in letteratura (vedi commentari Cesare).
Ma la Germania è un unicum: di solito gli excursus sono inseriti all'interno di un'altra
opera storiografica, non sono una cosa a parte!
contesto: Nel 98dC Traiano si trova in Germania e tentenna nelle opere militari;
Tacito spinge per un'azione militare più decisa; perchè?
Perchè Tacito TEME i Germani.
L'interesse di Tacito non è per i Germani in sè, ma in quanto ANTITESI MORALE del
moderno romano corrotto/servile/vizioso, e per il pericolo che rappresentavano per
Roma
> Historie e Annales vennero considerate già dall'antichità un unicum : sono
entrambe opere storiografico di stampo Annalistico, cioè narrazione anno per anno.
Si concentrano sulla prima età imperiale, cioè l'età imperiale a cui assistette più o
meno direttamente Tacito.
Le Historiae (del 105 dC) Interpretano l'età Flavia, (69dC-96dC)
mentre gli Annales dalla morte di Augusto a tutta l'età Giulio Claudia (14dC - 69 dC)
La loro continuità le ha fatte considerare un unicum mettendo prima gli annales e
poi le Historiae.
Il popolo è inerte, è troppo eterogeneo > governare un impero tanto vasto con
tante culture diverse è difficile, non c'è identità nazionale.
ANNALES:
opera annalistica che si concentrano sull'età Giulio-Claudia, dal 14 al 68dC
Opera incompleta, ma probabilmente i libri erano 16.
Ci manca la parte su Caligola > libri 7-10
1° libro:
ampia sezione critica su AUGUSTO:
Augusto ha esautorato le magistrature/ senato (che nessuno aveva mai
compito)
ha eliminato le elezioni e esautorato tutte le magistrature
DIALOGUS DE ORATORIBUS > dialogo sull'oratoria, forse spurio, del 102 dC;
Nella finzione letteraria il dialogo si svolge nel 75dC fra Curazio Materno, retore e
tragediografo, e altri personaggi famosi.
Partendo dal confronto fra l'oratoria antica e quella moderna,
l'argomento centrale diventano le cause della corruzione dell'eloquenza,
già dibattuto da Quintiliano.