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LABORATORIO

i testi e la storiografia

Testo
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Pitagora: il numero
lab

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In questo brano, tratto dalla Metafisica, Aristotele • distinguono i numeri in pari e dispari;
afferma che i pitagorici: • considerano l’unità come sorgente di tutti i numeri;
• individuano l’arché nel numero; • individuano dieci principi della realtà.

Pare che anche costoro1 che pensavano che principio fosse il numero, pensassero il prin-
cipio sia come materia sia come qualità accidentale e condizione delle cose che sono.
Elementi del numero ponevano il pari e il dispari, l’uno pensato come infinito, l’altro come
limitato; l’unità la consideravano derivante da entrambi (dicevano quindi che essa è pari
5 e dispari); e dall’unità pensavano che nascesse il numero e che nei numeri consistesse,
come ho detto, tutto il mondo. Altri pitagorici dicevano che i principi sono dieci, quelli
che secondo la serie son detti: limite e illimitato, dispari e pari, uno e molteplice, destro e
sinistro, maschio e femmina, fermo e mosso, dritto e curvo, luce e tenebre, buono e cattivo,
quadrato e rettangolare.
Aristotele, Metafisica, A5, 985 b 23. DK 58 B 5, cit. in I Pitagorici. Testimonianze e frammenti, a cura
di M. Timpanaro Cardini, La Nuova Italia, Firenze, vol I
1
I pitagorici.

guida all’ANALISI
1 Secondo i pitagorici il numero è l’essenza vera delle positivo agente nella realtà, portatore di ordine, razionalità
cose. Esso costituisce, infatti, l’ossatura dell’intera realtà: e bene.
le cose sono numeri nel senso che esse sono riducibili a un 4 L’unità secondo i pitagorici non era un numero: essi
ordine misurabile. la definivano parimpari in quanto aggiunta al dispari dava
3-4 Secondo i pitagorici esistevano due generi di numeri origine al pari e aggiunta al pari dava origine al dispari.
dai caratteri diametralmente opposti e inconciliabili: i pari 6-9 Dal pari e dal dispari discendevano, secondo i pita-
e i dispari. I numeri dispari erano rappresentati attraverso gorici, altre opposizioni presenti nella realtà: in ciascuna di
figure geometriche il cui spazio interno risultava chiuso. esse la regolarità, l’armonia e il bene erano sempre riferite
I numeri pari erano rappresentati attraverso figure il cui al primo elemento, mentre il caos, lo squilibrio, il male
spazio interno non risultava delimitato e tendeva a dilagare facevano riferimento al secondo. La realtà aveva quindi una
oltre la figura. struttura dualistica, ed era il risultato dell’azione reciproca
Il gruppo dei numeri pari rappresentava il principio negativo, dell’elemento positivo su quello negativo. I due elementi
attivo nel mondo, portatore di caos, irrazionalità e male. erano irriducibili l’uno all’altro e la loro azione reciproca
Il gruppo dei numeri dispari invece costituiva il principio era proprio quella che dava vita all’armonia dell’universo.

LABORATORIO
1. Dal testo al contesto 3. L’interpretazione del testo
Per i pitagorici, grazie ai numeri è possibile spiegare le •N
 el passo si fa riferimento al concetto di “principio”.
più diverse realtà, dalla struttura degli oggetti, ai moti dei Spiega il significato di questo termine nell’ambito della
pianeti, ai cicli stagionali, alla conformazione del mondo filosofia pitagorica.
naturale: perché questa dottrina si differenzia da quelle dei • Secondo il pitagorismo quale rapporto intercorre tra i
filosofi precedenti? concetti di “pari e dispari” e quello di “principio”?
2. La struttura del testo •C  ome si spiega l’espressione contenuta nel passo, e at-
Individua nel brano le diverse parti che riguardano gli aspet- tribuita ai pitagorici, secondo cui “nei numeri consiste
ti del numero e dà loro un titolo. tutto il mondo”?

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