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Esercizio 1.1.

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Supponiamo senza perdita di generalità che ||x|| ≥ ||y||, allora

||x|| = ||x − y + y|| ≤ ||x − y|| + ||y|| =⇒ ||x|| − ||y|| ≤ ||x − y||.

Dimostriamo ora che d(x, y) := ||x − y|| definisce una metrica su X.


Ovviamente d è una relazione simmetrica, cioè d(x, y) = d(y, x)∀x, y ∈ X;
se x = y allora d(x, x) = ||x − x|| = 0, viceversa se d(x, y) = 0, allora ||x − y|| = 0 =⇒ x = y;
Siano infine x, y, z ∈ X, allora:

d(x, y) = ||x − y|| = ||x − z + z − y|| ≤ ||x − z|| + ||z − y|| = d(x, z) + d(z, y).

Esercizio 1.1.8
Supponiamo che X sia completo, e consideriamo una successioni di chiusi Cn tali che:
Cn+1 ⊆ Cn , limn→∞ diam(Cn ) = limn→∞ sup{d(x, y) : x, y ∈ Cn } = 0.
Consideriamo xn ∈ Cn e mostriamo che {xn } è di Cauchy:

d(xn , xm ) ≤ d(xn , y) + d(xm , y) ∀y ∈ X,

in particolare ∀y ∈ Ck con k = min{n, m}, cioè

d(xn , xm ) ≤ 2diam(Ck ) → 0.

Essendo X completo tale successione converge ad un punto x, siccome x è punto limite di Ck per
ogni k ed essendo tali insiemi chiusi, x ∈ T
Ck per ogni k, dunque l’intersezione dei Ck contiene almeno
un punto. Se per assurdo fosse x 6= y ∈ Ck avrei d(x, y) >  per qualche  positivo, preso allora k
tale che diam(Ck ) ≤ , siccome x, y ∈ Ck avrei d(x, y) ≤ diam(Ck ) ≤ , assurdo, cioè l’intersezione
contiene esattamente un punto.

Viceversa, sia {xn } una successione di Cauchy in X. Sia Tn la coda {xk }k≥n , e Cn = T n .
Chiaramente Cn+1 ⊆ Cn , inoltre chiaramente diam(Tn ) → 0 e diam(Tn ) ≤ diam(Cn ), mostriamo che
vale l’uguaglianza:
fissiamo  > 0 e siano x, y ∈ Cn , siccome Cn è chiuso esistono x0 , y 0 ∈ Tn tali che d(x, x0 ) < ,
d(y, y 0 ) < , allora

d(x, y) ≤ d(x, x0 ) + d(x0 , y) ≤ d(x, x0 ) + d(y, y 0 ) + d(x0 , y 0 ) ≤ 2 + diam(Tn ),

T x e y questo vale per sup d(x, y) = diam(Cn ), per cui diam(Cn ) → 0.


per arbitrarietà di
Per ipotesi C = Cn consiste di un solo punto x, cioè xn → x, cioè X è completo.

Esercizio 1.3.1
Che || · ||∞ sia una norma su l∞ è immediato. Sia {xn } una successione di Cauchy rispetto a tale
norma, cioè per ogni  > 0 supk |xn (k) − xm (k)| <  per n, m sufficientemente grandi, in particolare

|xn (k) − xm (k)| <  ∀k ∈ N

definitivamente, allora per ogni k la successione {xn (k)} è di Cauchy nello spazio completo F e dunque
converge ad un numero che chiamo xk (∗). Posto x := {xk } e x(k) := xk si ha che xn → x in norma
|| · ||∞ , infatti
|xn (k) − x(k)| = |xn (k) − xk | → 0 ∀k =⇒ ||xn − x||∞ → 0.
Resta dunque da mostrare che la successione x è limitata, cioè esiste M > 0 tale che |x(k)| ≤ M per
ogni k ∈ N. Fissiamo allora  > 0, e sia N sufficientemente grande per cui |xk − xn (k)| <  per ogni
n ≥ N , k ∈ N, allora

|xk | = |xk − xn (k) + xn (k)| ≤  + |xn (k)| ≤  + M,

1
poichè {xn (k)} è limitata essendo di Cauchy in F.

Mostrare che c e c0 sono chiusi in l∞ è immediato. Sia infatti {xn } di Cauchy in c [risp. in c0 ].
Allora c è chiuso per quanto osservato in (∗) mentre c0 è chiuso per lo stesso motivo, e per il fatto che
ogni successione in c0 soddisfa limk xn (k) = 0 per ogni n.

Esercizio 1.3.2
c00 non è chiuso in l∞ : consideriamo la successione definita da:
(
1
se k ≤ n
xn (k) := k
0 se k > n.

Chiaramente questa è una successione in c00 , inoltre è di Cauchy, in quanto se m > n si ha


(
1
se n < k ≤ m
xm (k) − xn (k) = k
0 altrove,

per cui ||xm − xn ||∞ = 1/n → 0. Tuttavia il limite non è in c00 poichè ovviamente converge alla
successione {1/k} che non è mai nulla. In maniera simile dimostro che lp non è chiuso: considero
( 1/p
1
k se k ≤ n
xn (k) :=
0 se k > n,

questa è una successione in lp , infatti per ogni n ho


∞ n
X X 1
|xn (k)|p = < +∞,
k
k=1 k=1

Cauchy in quanto come prima ||xm − xn ||∞ = (1/n)1/p → 0 e il limite non è in lp


questa è inoltre diP

in quanto la serie k=1 1/k diverge.

Esercizio 1.3.4
Devo mostrare che:
c00 è denso in (c0 , || · ||∞ );
c00 è denso in (lp , || · ||p ).
Sia allora x ∈ c0 , allora |x(k)| → 0 per k divergente. Consideriamo allora la seguente successione in
c00 : (
x(k) se k ≤ n
xn (k) :=
0 se k > n,
allora (
0 se k ≤ n
|xn (k) − x(k)| = =⇒ ||xn − x||∞ = sup |x(k)| → 0.
|x(k)| se k > n k

Sia ora x ∈ lp , basta allora considerare la seguente successione in c00 :


(
x(k) se k ≤ n
xn (k) :=
0 se k > n,

allora chiaramente |xn (k) − x(k)| → 0 =⇒ ||xn − x||p → 0.

Mostriamo ora che c00 è separabile. Sia S ⊂ c00 l’insieme delle successioni definitivamente nulle a
coordinate razionali. Sia x ∈ c00 e sia N ∈ N tale che x(n) = 0 per ogni n > N . Fissiamo  > 0, e

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per ogni n ≤ N sia qn ∈ Q tale che |x(n) − qn | <  che esiste per densità dei razionali (qui suppongo
che il campo sia R, se invece siamo sui complessi si prendono numeri con parte reale e immaginaria
razionali). Allora la successione q = {qn } è in S e ||x − q||∞ < , ||x − q||p < N p , cioè S è denso in
c00 rispetto ad entrambe le topologie che ci interessano, dunque c00 risulta separabile.
c0 ed lp risultano dunque separabili per la diseguaglianza triangolare.

Resta da mostrare che anche c è separabile. Osservo che se x ∈ c con x(k) → x∞ allora x(k)−x∞ →
0, cioè x̃ := x − x∞ ∈ c0 .

Esercizio 1.5.8

(a) Un’implicazione è banale, per l’altra basta mostrare che T è iniettiva, ma questo è immediato
visto che T x = 0 ⇐⇒ ||T x|| = 0 = ||x|| =⇒ x = 0.
(b) Supponiamo che T sia un isomorfismo, allora per continuità esiste C > 0 tale che ||T x||Y ≤
C1 ||x||X per ogni x ∈ X, ma anche T −1 è un isomorfismo, per cui ||T −1 y||X ≤ C2 ||y||Y per ogni
y ∈ Y . Finalmente sfruttando la biettività di T : ||T −1 y||X = ||x||X ≤ C2 ||T x||Y = ||y||Y per
ogni x ∈ X, cioè C2 ||x|| ≤ ||T x|| ≤ C1 ||x||.
Viceversa se T soddisfa per ogni x a||x|| ≤ ||T x|| ≤ b||x|| per a, b > 0, allora T x = 0 =⇒ x = 0,
cioè T è iniettiva, e dunque biettiva e chiaramente continua, quindi è isomorfismo.
(c) Immediato per il punto precedente.
(d) Sia T isomorfismo tra X e Y , allora IX = T −1 T , per cui 1 = ||IX || = ||T −1 T || ≤ ||T −1 ||||T ||
per il Corollario 1.5.5, da cui la tesi.

Esercizio 1.6.1
Si ha

X
|f (x)| ≤ 2−k ||x||∞ = ||x||∞ ,
k=1

cioè f è continuo e ha norma al più 1. Ora per ogni x ∈ c0 si ha ||f || ≥ |f (x)|/||x||∞ , consideriamo
allora (
1 se k ≤ n
xn (k) :=
0 se k > n,

allora ||f || ≥ 1 − 1/2n+1 , cioè ||f || = 1, tuttavia il sup non è mai raggiunto in quanto dovrebbe essere
x(k) = 1 per ogni k, ma in questo caso x ∈ / c0 .

Esercizio 1.6.2
Per ogni v continua in [−1, 1] ho

|f (v)| ≤ 2 max |v| = 2||v||∞ ,


[−1,1]

allora la norma di f è al più 2. Riscrivo


Z 1 Z 1 Z 1
f (v) = v(t)dt − v(−t)dt = [v(t) − v(−t)]dt. (1)
0 0 0

Consideriamo la successione 
−1 se − 1 ≤ t ≤ −1/n

vn (t) := nt se − 1/n ≤ t ≤ 1/n

1 se 1/n ≤ t ≤ 1

chiaramente vn → v dove v(∈ / C[−1, 1]) è la funzione che vale −1 in [−1, 0] e 1 in (0, 1], per cui
|f (vn )| → 2 per continuità e ||f || = 2.

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R1
Osserviamo che, in base a (1) per ogni v dispari si ha f (v) = 0 2v(t)dt, mentre se v è pari f (v) =
0, inoltre ogni funzione si scrive come somma di una funzione pari e una dispari,e per linearità
dell’operatore f è sufficiente allora considerare v dispari.
Inoltre, per densità dei polinomi nello spazio delle funzioni continue, è sufficiente mostrare il risultato
per vn = t2n+1 , ma
1
f (vn ) = < 1 ∀n.
2n + 2

Esercizio 1.6.8

(a) Partiamo enunciando la diseguaglianza triangolare inversa per spazi metrici: per ogni x, x0 , y ∈ X
si ha
|d(x, y) − d(x0 .y)| ≤ d(x, x0 ),
in particolare

inf |d(x, y) − d(x0 .y)| ≤ d(x, x0 ) =⇒ |dM (x) − dM (x0 )| = | inf d(x, y) − inf d(x0 , y)| ≤ d(x, x0 ),
y∈M y∈M y∈M

cioè dM è Lipshitz con costante 1.


(b) Siccome M è un sottospazio, ovviamente inf y∈M d(x, y) = inf y∈M d(x, 2y), ma, per ogni y ∈ M
ho
d(x + x0 , 2y) = ||x − y + x0 − y|| ≤ ||x − y|| + ||x0 − y|| = d(x, y) + d(x0 , y)
e passo all’estremo inferiore, cioè dM è sublineare e l’omogeneità è banale.

Esercizio 1.7.4
Consideriamo come da suggerimento prima il caso α = 0, ||f || = 1. Ovviamente f −1 (0) = Kerf è un
sottospazio chiuso di X per linerità di f . Allora per x0 ∈ / ker f esiste g ∈ SX ∗ tale che g|ker f ≡ 0 e
g(x0 ) = d(x0 , ker f ), allora ker g = ker f , per cui esiste λ tale che g(x) = λf (x), ma ||g|| = ||f || = 1,
per cui g ≡ |f | e d(x0 , ker f ) = |f (x0 )|.
Se ora ||f || = 6 1 definisco f˜ := f /||f ||, allora ker f˜ = ker f e d(x0 , ker f ) = d(x0 , ker f˜) = |f˜(x0 )| =
|f (x0 )|/||f ||.
Infine sia α 6= 0 arbitrario in F, definisco f˜ := f − α in modo che f −1 (α) = ker f˜ e ||f || = ||f˜||, allora
d(x0 , f −1 (α)) = |f (x0 ) − α|/||f ||.

Esercizio 1.8.2

(i) Sia C ⊂ D ⊂ X e x ∈ X, per ogni t > 0 x ∈ tC =⇒ x ∈ tD, allora

TC = {t > 0 : x ∈ tC} ⊂ {t > 0 : x ∈ tD} = TD =⇒ inf TD ≤ inf TC ,

cioè µD ≤ µC .
1
(ii) Per ogni t > 0 x ∈ tλC ⇐⇒ λx ∈ tC.
(iii) Sia X normato, x ∈ X e t > 0. Siccome X è normato le bolle chiuse sono compatte e l’inf
diventa un minimo, coincidente con l’inf sulla bolla aperta.

µBX (x) = inf{t > 0 : x ∈ tB(0, 1)} = inf{t > 0 : x ∈ B(0, t)} = ||x||

Esercizio 2.1.2
Sia T : X −→ Y operatore lineare continuo, definiamo la mappa T ∗ : Y ∗ −→ X ∗ come

T ∗ (y ∗ ) = y ∗ ◦ T (T ∗ (y ∗ ))(x) = y ∗ (T (x)).

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Affermo che ||T ∗ || = ||T ||. Sia infatti x ∈ BX , allora

|y ∗ T (x)|
|y ∗ (T (x))| ≤ ||y ∗ || ||T (x)|| ≤ ||y ∗ || ||T || =⇒ ≤ ||T ||,
||y ∗ ||

e passando al sup per x ∈ BX si ottiene ||T ∗ || ≤ ||T ||.


Per provare la diseguaglianza opposta fisso  > 0 e sia x ∈ SX tale che ||T (x)|| ≥ ||T ||−. Sia y = T (x),
per il Teorema 1.6.16 (c) esiste y ∗ ∈ SY ∗ tale che y ∗ (y) = ||y|| ≥ ||T || − , ma, per definizione di T ∗
si ha T ∗ (y ∗ ) ≥ ||T || −  =⇒ ||T ∗ || ≥ ||T || per arbitrarietà di  e di x ∈ SX .
Come conseguenza ottengo T isometria =⇒ T ∗ isometria.
Per la seconda parte uso Esercizio 1.5.8 e quanto detto all’inizio. (Libro esercizio 2.49)

Esercizio 2.3.4

(i) `∗p è isomorfo isometricamente a `q per p1 + 1q = 1, per cui `∗q = `∗∗


p è isomorfo isometricamente
a `p , allo stesso modo (Lp [0, 1])∗∗ ∼
= (Lq [0, 1])∗ ∼
= Lp [0, 1].
(ii) Sia g ∈ H ∗∗ , siccome anche H ∗ è di Hilbert, per ogni f ∈ H ∗ esiste unico fg ∈ H ∗ tale
che g(f ) = (f, fg ) per il Teorema di rappresentazione di Riesz, e la mappa T ∗ : H ∗∗ −→ H ∗
definita da T (g) = fg è un’isometria antilineare. Allo stesso modo ogni f ∈ H ∗ è rappresentato
unicamente da un xf ∈ H come f (x) = (x, xf ), e la mappa T : H ∗ −→ H: T (f ) = xf è
un’isometria antilineare, dunque la mappa T ◦ T ∗ : H ∗∗ −→ H è un isometria lineare, e tutte le
mappe sono biettive per il Teorema di rappresentazione di Riesz, cioè H è riflessivo.

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