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Esercizio 1

Siano v e w vertici di G. Se v e w appartengono a due distinte componenti


connesse di G, allora vw ∈ / E(G), quindi wv ∈ E(Ḡ), cioè esiste in Ḡ un
cammino che congiunge i due vertici.
Se v e w appartengono alla stessa componente connessa di G, sia z in
un’altra componente connessa. Per quanto detto prima vz, zw ∈ E(Ḡ),
per cui il cammino v → z → w connette v e w in Ḡ, dunque Ḡ è connesso.
Il viceversa non è vero, può succedere infatti, come mostra la seguente
figura, che una grafo ed il suo complementare siano entrambi connessi.

Esercizio 2
Mostriamo che il grafo di Petersen è isomorfo a L(K5 ).
Nominiamo i vertici di K5 come {1, 2, 3, 4, 5}, in modo tale che l’insieme
degli archi sia E(K5 ) = {12, 13, 14, 15, 23, 24, 25, 34, 35, 45} = V (L(K5 )).
In tal modo due vertici in L(K5 ) sono adiacenti se e solo se hanno una
cifra in comune, per cui due vertici in L(K5 ) sono adiacenti se e solo se
non hanno cifre in comune.

Che è chiaramente il grafo di


Petersen. Quindi L(K5 ) ∼ = P.
Inoltre è chiaro che, se G ∼= G0 ,
allora G ∼ = G0 tramite la stessa
funzione, quindi L(K5 ) ∼= P.

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Esercizio 3
Dimostro che Qn è hamiltoniano per ogni n ≥ 2.
Per n = 2 ho il ciclo hamiltoniano 00 → 01 → 11 → 10 → 00.
Suppongo che Qn−1 sia hamiltoniano. Siano A, B la partizione dei vertici
di Qn tale che ogni vertice di A è una stringa che inizia con 0, e ogni
vertice di B è una stringa che inizia con 1. I sottografi di Qn indotti
da questi insiemi sono chiaramente isomorfi a Qn−1 , e sono, per ipotesi
induttiva, hamiltoniani.
Consideriamo i seguenti cammini hamiltoniani:
(0, a1 , ..., an−1 ) → ...... → (0, b1 , ..., bn−1 );
(1, b1 , ..., bn−1 ) → ...... → (1, a1 , ..., an−1 ).
Ho allora il ciclo hamiltoniano in Qn :
(0, a1 , ..., an−1 ) → ...... → (0, b1 , ..., bn−1 ) → ...... → (1, b1 , ..., bn−1 ) →
...... → (1, a1 , ..., an−1 ) → (0, a1 , ..., an−1 ).
Essendo Qn hamiltoniano, la lunghezza massima dei suoi cicli è quella
di un ciclo hamiltoniano, siccome Qn ha 2n vertici, la lunghezza di un
ciclo hamiltoniano è 2n . In particolare la lunghezza massima dei cicli in
Q3 e Q4 è 8 e 16 rispettivamente.

Esercizio 4
Siano v e w vertici non adiacenti di G. Se mostro che esiste almeno
un vertice u tale che vu, uw ∈ E(G) la dimostrazione sarà conclusa, in
quanto v → u → w è un cammino che congiunge v e w di lunghezza 2.
Supponiamo per assurdo che non esista un tale vertice, e definiamo i
seguenti sottoinsiemi di V (G):
A = {u ∈ V (G) : vu ∈ E(G)}, B = {u ∈ V (G) : uw ∈ E(G)}.
É chiaro che |A| = deg(v), |B| = deg(w). Inoltre per ipotesi A ∩ B = ø,
per cui |A ∪ B| = deg(v) + deg(w).
Ora v, w ∈/ A ∪ B, per cui |A ∪ B| = deg(v) + deg(w) ≤ n − 2, ma questo
è impossibile in quanto deg(v) + deg(w) ≥ n − 1 quando v e w non sono
adiacenti.

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Esercizio 5
Sia G euleriano. Sappiamo che ogni vertice in G ha grado pari. Consideriamo
quindi un arco e = uv di G, u è adiacente a 2k1 − 1 vertici oltre v, e
v è adiacente a 2k2 − 1 vertici oltre u, per cui l’arco e è adiacente a
2k1 − 1 + 2k2 − 1 = 2(k1 + k2 − 1) archi, cioè nel line graph L(G) il vertice
corrispondente a e ha grado pari, siccome e era arbitrario, si deduce che
tutti i vertici di L(G) hanno grado pari, cioè L(G) è euleriano.
Il viceversa non è vero, infatti K4 è 3-regolare, mentre il suo line graph
è 4-regolare, cioè euleriano.
(É facile mostrare che il line graph di un grafo k-regolare è 2k−2-regolare).

Esercizio 6
Osserviamo che il grafo di Petersen è 3-regolare, ha 10 vertici e 15 archi,
e non contiene cicli di lunghezza 3 o 4. Supponiamo per assurdo che P
sia hamiltoniano, per cui contiene C10 come sottografo:

Quindi il grafo di Petersen è


composto da C10 insieme ai cinque
archi mancanti in figura.
Mostriamo quindi che aggiungendo
tali archi si vengono a formare cicli
di lunghezza 3 o 4.
Ho 3 possibilità per aggiungere un
arco v1 x: v1 v5 , v1 v6 e v1 v7 . Per
simmetria i casi v1 v5 e v1 v7 sono
analoghi, quindi trattiamo solo il
primo.

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Se v1 v5 ∈ E(P ) non posso connettere v6 con altri vertici senza creare
cicli di lunghezza 3 o 4.
Se v1 v6 ∈ E(P ) deve essere v2 v8 ∈ E(P ), e non ho possibilità di aggiungere
altri archi.

Per cui il grafo di Petersen non è hamiltoniano.

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Esercizio 7
Supponiamo per assurdo α(G) > n2 − 2m, allora α(G) ≥ n2 − 2m + 1 e
G contiene Kn2 −2m+1 come sottografo, per cui:
1
|E(G)| ≥ (n2 − 2m)(n2 − 2m + 1), (1)
2
ma |E(G)| = 12 (n2 − 2m) − n2 , quindi (1) equivale a dire che
(n2 − 2m)(n2 − 2m + 1) ≤ (n2 − 2m) − n, cioè
(n2 − 2m)2 ≤ −n,
che è chiaramente assurdo, per cui α(G) ≤ n2 − 2m.

Esercizio 8
Supponiamo che G abbia un ponte e = vw, allora è chiaro che v e w
sono punti di taglio essendo G 3-regolare.
Supponiamo che G abbia un punto di taglio v. Siccome G è 3-regolare,
G − v ha due o tre componenti connesse. In entrambi i casi, una
componente C deve contenere esattamente un vertice w adiacente a v
in G. Ora per ogni u 6= w in C il cammino da v a u in G passa da w,
quindi rimuovendo w da G si disconnette u da v, cioè w è un punto di
taglio, e due punti di taglio adiacenti formano un ponte (e = uv).

Esercizio 10
Sia T un torneo transitivo di n ≥ 2 vertici. Se T ha due vertici la tesi è
ovviamente vera, supponiamo quindi n ≥ 3, e supponiamo per assurdo
che T sia fortemente connesso. Siano quindi v e w vertici di T . Esiste
un cammino diretto da v a w, per transitività esiste quindi l’arco diretto
v → w. Allo stesso modo esiste l’arco diretto w → v, che è assurdo.

Esercizio 11
Siano x1 e x2 il numero di vertici in T di grado 1 e 2 rispettivamente.
Siccome T ha 45 vertici ho:
x1 + x2 + 3 + 4 + 5 = 45 =⇒ x1 + x2 = 33. (2)
So inoltre che T ha 44 archi, per cui
x1 + 2x2 + 3 · 5 + 4 · 4 + 5 · 3 = 2 · 44 =⇒ x1 + 2x2 = 42. (3)

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Risolvendo il sistema formato da (2) e (3) si ottiene x1 = 24 e x2 = 9.

Esercizio 12
Siano A = {v1 , v2 }, B = {w1 , ..., wn }, la partizione dei vertici di K2,n
che lo rende bipartito.
Osserviamo che in un albero coprente di K2,n uno ed un solo vertice di
B può essere connesso ad entrambi i vertici di A, altrimenti esisterebbe
un ciclo della forma v1 → wi → v2 → wj → v1 . Osserviamo inoltre che
un tale vertice deve esistere in quanto un albero coprente T deve essere
connesso e comprendere tutti i vertici. Tale vertice può essere scelto
ovviamente in n modi, e i restanti n − 1 possono essere connessi a v1 o a
v2 , per cui posso scegliere 2n−1 archi di questo tipo, cioè K2,n ha n2n−1
distinti alberi coprenti.

Esercizio 13
Sia G = (V1 ∪ V2 , E) un grafo bipartito k-regolare, con |V1 | ≤ |V2 |.
Sia S ⊆ V1 con |S| = n, allora chiaramente |NG (S)| = k · n ≥ n = |S|,
cioè G ammette un accoppiamento ottimale.

Esercizio 14 Supponiamo che esistano due partizioni distinte {V1 , V2 },


{W1 , W2 } dei vertici di un grafo connesso G che lo rendano bipartito.
Allora esistono x ∈ V1 ∩ W2 e y ∈ V2 ∩ W1 .
Siccome x ∈ V1 , y ∈ V2 e G è connesso, esiste un cammino di lunghezza
dispari congiungente x e y:
x → v1 → ... → v2k−1 → y.
Allo stesso modo, essendo y ∈ W1 , x ∈ W2 , esiste un cammino di
lunghezza dispari:
y → w1 → ... → w2h−1 → x.
Si noti che, in generale, l’intersezione {v1 , ..., v2k−1 } ∩ {w1 , ..., w2h−1 } può
essere non vuota.
Ottengo allora la passeggiata chiusa in G:
x → v1 → ... → v2k−1 → y → w1 → ... → w2h−1 → x,
che ha lunghezza dispari, allora G contiene un ciclo di lunghezza dispari,
ma G è bipartito quindi ha solo cicli di lunghezza pari, per cui esiste una
sola partizione dei vertici che rende G bipartito.

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Esercizio 16
Nel grafo in figura v è un punto di taglio, quindi G non è 2-connesso, e
chiaramente è 3-e-connesso.

Esercizio 18
Essendo Qn bipartito, esistono solo cicli di lunghezza pari. Il ciclo
(0, ..., 0, 0) → (0, ..., 0, 1) → (0, ..., 1, 1) → (0, ..., 1, 0) → (0, ..., 0, 0)
ha lunghezza 4, per cui g(Qn ) = 4.
É chiaro dalla seguente figura che Q2 e Q3 sono grafi planari:

Supponiamo che Q4 sia planare.


Q4 ha 4 · 23 = 32 archi e 24 = 16 vertici. Per quanto visto prima
g(Q4 ) = 4, allora
4
32 ≤ 4−2 (16 − 2) =⇒ 32 ≤ 28
che è chiaramente assurdo, quindi Q4 è non planare.
La tesi si ha osservando che Qn (n ≥ 5) ha Q4 come sottografo.

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