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lamiere piegate
Per ottenere un prodotto finito di lamiera piegata
è fondamentale
calcolare lo sviluppo dell’elemento prima di essere piegato.
I CAD 3D usano il fattore neutro.
Questa guida ha lo scopo di capire cos'è il fattore neutro, come funziona e a cosa serve
in un CAD 3D.
Una volta capito a cosa serve, spiega come governarlo per ottenere lo sviluppo
desiderato.
La ricerca del fattore neutro per le proprie applicazioni è lasciata al lettore . Non è una
guida che vuole dare dei valori del fattore neutro, resta piuttosto teorica e generica, pur
fornendo tutti gli strumenti per "dominare" gli sviluppi.
LC = 2 * π * RS
(CALANDRATURA)
1
Lunghezza lamiera da calandrare = 2 * π * RS , con RS = R + S
3 Fig.6
Per avere un modello un po’ più vicino a quella che è la realtà della piega, possiamo
pensare che:
1. la piega si manifesti in una zona circoscritta (la zona tra cava e lama di piega) e non
puntuale, come nel “modello semplificato”, in cui le pieghe sono a spigolo vivo;
2. questa zona è deformata a forma di arco ci cerchio (è una semplificazione:
potrebbe essere un arco ellittico, parabolico o addirittura una combinazione … ecc).
LAMA DI PIEGA
ZONA NON
DEFORMATA
ZONA NON
DEFORMATA
LAMIERA
PIEGATA
ZONA DI PIEGA
CAVA DI PIEGA
fig.7
Ci si allontana così dal modello prima esposto, in cui le pieghe erano per semplicità di
rappresentazione e calcolo a spigolo vivo.
e*
S
S
A
FI
R
BR
UT
A
NE
NE
A
UT
BR
R
FI
A
B
A
fig.8
Per semplicità il raggio interno Ri potrà essere considerato uguale al raggio di curvatura
della lama di piega (NB: è una semplificazione, potrebbe essere pari allo spessore della
lamiera … o altro criterio).
Chiameremo FIBRA NEUTRA la zona di separazione tra le fibre in compressione da quelle
in trazione. Tale fibra non subisce né trazione, né compressione (neutra appunto) a.
La fibra neutra, per il diverso comportamento reale dei materiali a trazione rispetto alla
compressione ( in campo plastico), abbandona nel corso della lavorazione la posizione
iniziale di mezzeria e si sposta dalla parte delle fibre compresse.
Chiameremo e la distanza in percentuale di spessore della fibra neutra dalla parte della
curvatura. e viene chiamato FATTORE NEUTRO.
Es.:e= 0.44=44% significa che la fibra neutra è distante da Ri il 44% dello spessore. Il
suo raggio sarà quindi R f .n. = Ri + e * S .
Lo sviluppo L del pezzo, prima di essere piegato secondo l’angolo α (espresso in gradi) e
il raggio di curvatura Ri , è pari allo sviluppo della fibra neutra:
π *α
SVILUPPO = L = A + B + ( Ri + e * S ) * RAD (α ) = A + B + ( Ri + e * S ) *
180
SPIEGAZIONE: Sarà pari a le due lunghezze rettilinee (A e B), più lo sviluppo dell’arco di
cerchio della fibra neutra ( ( Ri + e * S ) * RAD (α ) )
NOTA: e solitamente è compreso tra 0 e 1, ma può assumere anche valori esterni a
questo intervallo. Il loro significato è:
• e < 0: l’archetto di piega è tutto teso, stirato, in trazione;
• 0< e < 1: ci sono fibre tese e compresse, delimitate dalla linea neutra;
• e > 1: l’archetto di piega è tutto compresso.
a
In figura 8, nelle parti di “zona non deformata” (figura 7) è stata tracciata una linea neutra, ma in realtà, è tutta zona neutra. Tale
zona non ha una linea neutra particolare: è tutta una zona indeformata. Questo per semplicità dei calcoli successivi.
S
fig.9
La pieghiamo a 90° a metà della sua lunghezza con una lama che ha un raggio di
curvatura Ri .
Otteniamo:
fig.10
Dato che la linea neutra rappresenta le fibre che non subiscono né trazione né
compressione, tale linea è lunga quanto lo sviluppo della lamiera (infatti: non subisce
tensioni → non subisce deformazioni → non cambia le sue dimensioni).
La lunghezza della fibra neutra sarà uguale alla lunghezza iniziale della lamiera ( L ).
Quindi:
L = ( L1 − Ri − S ) + ( Ri + e * S ) * RAD ( 90 ) + ( L1 − Ri − S )
π π
RAD ( 90 ) = π 2 → L = 2 * ( L1 − Ri − S ) + ( Ri + e * S ) * → L − 2 * ( L1 − Ri − S ) = ( Ri + e * S ) *
2 2
“Sviluppo delle lamiere piegate”, - AUTORE: Graziano Bonetti bonettig@libero.it 8
http://digilander.libero.it/bonettig/LAMIERA/index.htm – versione 28 OTTOBRE 2009
2 4 Ri
L− * ( L1 − Ri − S ) − =e
S *π S *π S
Quindi:
L − 2 * ( L1 − Ri − S ) Ri
e = 2* − (f.1)
S *π S
NOTA: Se i vostri provini non li piegaste perfettamente a metà ed otteneste due diversi
valori di L1 , ad esempio L1’ e L1”, il vostro L1 da inserire nella formula sarà l’L1 medio:
L1 = L1 medio =(L1’+L1”)/2
e=f(R i/S)
0,6
0,5
0,4
0,3 y = -0,0131x 2 + 0,1243x + 0,2043
e
y = 0,1093Ln(x) + 0,3264
0,2
0,1
0
0 2 4 6
R i/S
fig.11
Nel grafico rappresentiamo sia i valori in tabella, che due funzioni interpolanti: un
polinomio di secondo grado ed una funzione logaritmica.
fig.12.a fig.12.b
SVILUPPO = A + B + C SVILUPPO = A’ + B’ + C’
A=A’ A’=A
B=B’ B’=B
C ' = ( Ri + e * S ) * RAD (180 − α )
Ri
C = 2*
⎛α ⎞
tan ⎜ ⎟
⎝2⎠
Ri
C = 2* = ( Ri + e * S ) * RAD (180 − α ) = C '
⎛α ⎞
tan ⎜ ⎟
⎝2⎠
⎛ ⎞
R ⎜ 2 ⎟
e = i *⎜ − 1⎟ (f.2)
S ⎜ ⎛α ⎞ ⎟
⎜ RAD (180 − α ) * tan ⎜ 2 ⎟ ⎟
⎝ ⎝ ⎠ ⎠
π
Nel caso particolare, e più usato, in cui ho α = 90° = si avrà:
2
⎛ ⎞ ⎛ ⎞
Ri ⎜ 2 ⎟ R ⎛ 2 ⎞ R ⎜ 2 ⎟ R ⎛4 ⎞
e = *⎜ − 1⎟ = i * ⎜⎜ − 1⎟⎟ = i * ⎜ − 1⎟ = i * ⎜ − 1⎟
S ⎜ ⎛ α ⎞ ⎟ S ⎝ RAD ( 90° ) * tan ( 45° ) ⎠ S ⎜ π * 1 ⎟ S ⎝ π ⎠
⎜ RAD (180 − α ) * tan ⎜ 2 ⎟ ⎟ ⎝ ⎠
⎝ ⎝ ⎠ ⎠ 2
R ⎛ 4 −π ⎞
e = i *⎜ ⎟
S ⎝ π ⎠
ANGLE = 180 − α
α = 180 − ANGLE
⎛ ⎛ ANGLE ⎞ ⎞
2 * tan ⎜ ⎟ ⎟
Ri ⎜ ⎝ 2 ⎠ − 1⎟ (f.2’)
e = *⎜
S ⎜ RAD ( ANGLE ) ⎟
⎜ ⎟
⎝ ⎠
2 * ( Ri + S ) − Ri * π
e*S
e= (f.3)
S *π
FI
BR
A
NE
UT
RA
2 * ( Ri + S ) − Ri * π 2
lim Ri →0 = ≅ 0,636619772
S *π π
Considerazioni sul confronto tra piega semplice con modello semplificato e piega
schiacciata appena calcolata:
⎛ ⎞
R ⎜ 2 ⎟
Calcoliamo e per valori minori di 180° (con la formula e = i * ⎜ − 1⎟
S ⎜ ⎛α ⎞ ⎟
⎜ RAD (180 − α ) * tan ⎜ 2 ⎟ ⎟
⎝ ⎝ ⎠ ⎠
2 * ( Ri + S ) − Ri * π
(f.2) relativa ad una piega semplice) ed e per 180° ( e = relativa a una
S *π
piega schiacciata):
C’è una discontinuità nel passare a 180° (piega schiacciata): la piega semplice con modello
fibra neutra ed il modello piega schiacciata non sono continui, non hanno continuità.
1 1
Se considerassimo che R f .n. = R + S , allora e = = 0.3
3 3
Svil = ( Ri + e * S ) * RAD (α )
Vorrei aumentarlo di un ΔSvil e quindi vorrei sapere di quanto aumentare e per ottenere
tale aumento.
Svil + ΔSvil = ( Ri + ( e + Δe ) * S ) * RAD (α )
Svil + ΔSvil = ( Ri + e * S ) * RAD (α ) + ( Δe * S ) * RAD (α )
Svil + ΔSvil = ( Ri + e * S ) * RAD (α ) + ( Δe * S ) * RAD (α )
ΔSvil = ( Δe * S ) * RAD (α )
ΔSvil
Δe =
S * RAD (α )
Δe è la quantità con cui aumentare e, di modo tale da avere un aumento di sviluppo paria
a ΔSvil .
NOTA: l’aumento sarà per ogni piega, metà per parte, con il risultato che le pieghe laterali
ΔSvil
aumenteranno di , e quelle centrali di ΔSvil (vedi esempio cap.9.5).
2
Abbiamo
• alpha, l’angolo di piega;
• r_curv, il raggio di curvatura della lamiera dalla parte interna;
• spess, lo spessore;
• e, il coefficiente per la fibra neutra in funzione dello spessore, del raggio di
curvatura e dell’angolo di piega, come determinato nella (F.2’) cap.5.
115,2
100
10
8,8
100,7
1
a_
2
h
alp
,4
19
9,7
La stessa cosa funziona anche se si inverte la direzione di piega per realizzare una “C”:
100
10
8,8
8,8
115,2
o anche:
alp
100,7 ha_
_1
2
ha
alp
19
, 4
9 ,7
54,8 60 40 70 90
Lo si estrude (si estrude il rettangolo esterno) e si fanno le pieghe lungo le linee segnate.
i coefficienti e_alpha_1 e e_alpha_2 sono calcolati come visto negli esempi precedenti:
90
1,2
70
12
0
40
153,43923
0'
12
0
0'
60
54,760005
La flangia sarà:
100
50
1,2
48,8
98,8
100
50 100
53,5
113,5
88,5
58,5
1,5
53,5
113,5
88,5
58,5
1,5
E si può notare come tutte le pieghe abbiano avuto un aumento ΔSvil = 1 che viene
ripartito metà da una parte e metà dall’altra. Così le pieghe ai lati vengono aumentate di
ΔSvil
e quelle centrali di ΔSvil (metà per parte).
2
Supponiamo di piegare, nella realtà, una lamiera sp. 10/10, lunga 100 mm (non importa
quanto larga) con una lama con raggio 0,8 mm e poi di misurare:
L1’ = 50,6 mm
50,6
L1” = 51,8 mm
R0,8
1
51,8
49,4 50,6
100
b
e < 0 : archetto di piega tutto in trazione
Quindi sono riuscito a riprodurre a CAD quello che credo avvenga nella realtà (con tutte le
sue semplificazioni).
e < 0 e se il CAD 3D non accetta i valori negativi di e, non riuscirà a fare gli sviluppi
secondo quanto accade nella realtà di piega (archetto tutto teso).
Il CAD da me usato accetta valori di e < 0, ma se così non fosse? Cosa fare?
Si potrebbe provare a mettere un raggio di piega interno Ri =1 (pari allo spessore) e non
pari a 0,8 (raggio della lama di piega) così e sarebbe maggiore di zero: e=0,018591636 e
si avrebbe:
50,6
R1
1
51,8
60
49,4 50,6
100
Stessa cosa infatti la si può fare per una lama con raggio 10 mm
53,5
53,5
R10 R10,5
1
1
53 53
50,25 49,75
100
Desidero ringraziare Alberto Buosi, Francesco Bertolo e Thomas Chies per i primi rudimenti
che mi hanno dato sullo sviluppo della lamiera piegata.
Piero Gasparotto per la lettura critica e la caccia agli errori.
Paolo De Noni e Francesco Serra per avermi dato spunto e stimolo ad ampliare alcune voci
degli argomenti/esempi trattati.