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Si può osservare che le lesioni focali epatiche siano numerose, sia quelle di natura maligna che quelle di
natura benigna.
A sinistra troviamo quelle di natura benigna. Per quanto riguarda la serie epatocellulare la lesione più
frequente è l’iperplasia nodulare focale, seguito da adenoma epatocellulare, mentre la cisti biliare è la più
frequente della serie colangiocellulare. Importante anche l’adenoma biliare, ma molto più rara. Per quanto
riguarda le lesioni vascolari quelli prevalenti sono angioma o emiangioma. Abbiamo poi lesioni simil
tumorali come pseudotumor e lesioni secondarie come ascessi, ematomi e cisti parassitarie.
Per quanto riguarda la serie maligna invece, la lesione epatica principale è l’epatocarcinoma, seguito da
colangiocarcinoma e angiosarcoma. Le lesioni mesenchimali invece sono lesioni molto rare. Le lesioni
maligne più frequenti nel fegato sono però le metastasi di tumori originati in altri organi.
Il fegato è molto soggetto a metastasi in quanto fa da filtro ai metaboliti del sangue refluo del circolo
portale ma anche di molte patologie dell’apparato gastroenterico, dobbiamo inoltre considerare la
disseminazione ematica degli ascessi addominali.
La rapida evoluzione delle apparecchiature radiologiche ha modificato nel corso degli anni, con andamento
oscillante, l’accuratezza diagnostica di una tecnica rispetto all’altra. Per esempio, qualche anno fa,
l’ecografia si avvaleva solo del color doppler come potenziamento mentre ad oggi abbiamo come
ecoamplificatori e anche altri mezzi di contrasto che hanno il vantaggio di avere una clearance respiratoria,
a differenza degli altri mdc che hanno escrezione urinaria e in parte anche epato-biliare.
Gli obiettivi dell’imaging sono quelli di evidenziare la lesione, identificarne la topografia (definire il
segmento epatico) ed eventualmente poter fare diagnosi differenziale e stadiazione in caso di lesioni
maligne, tramite la definizione dei rapporti con le strutture vascolari.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
Il reperto TC è chiaro ma meno chiaro rispetto a quello ecografico. Le caratteristiche sono quelle di una
lesione con densità inferiore al tessuto epatico. Anche in questo caso la diagnosi è agevole e ci sono dubbi
solo quando la lesione è più piccola.
ANGIOMA
L’altra lesione benigna è l’angioma che nell’80% dei casi è iperecogeno. Possiamo dire con certezza che è
un angioma quando siamo di fronte a una lesione rotondeggiante, iperecogena e senza sbarramento
acustico delle calcificazioni e che può avere un lieve rinforzo posteriore.
- Angioma Capillare
si presenta iperecogeno, può non avere il
rinforzo di parete.
Se si trattasse di una calcificazione
posteriormente dovremmo osservare
un’assenza segnale acustico, quindi quello in
figura sicuramente è un angioma
La TC evidenzia una formazione del tutto
ipodensa e priva di pareti. In questo caso
riusciamo a fare diagnosi differenziale con la
cisti biliare (rotondeggiante e priva di pareti)
e l’impregnazione marcata del mezzo di
contrasto in sede sul glissoniano presente
nell’angioma capillare (?).
- Angioma Cavernoso:
in TC serve m.d.c per diagnosticare
l’angioma. Presenta gettoni periferici di
impregnazione nella fase arteriosa, nella
fase portale l’impregnazione diventa più
importante va a riempire quasi
completamente la formazione angiomatosa.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
Istologicamente troviamo epatociti normali con canalicoli biliari che però assumono una distribuzione
irregolare (questo spiega l’aspetto in RMN con il bopta, come si vedrà dopo).
Le cellule di Kupffer sono presenti, i setti contengono numerosi duttuli biliari e vasi. I sinusoidi adiacenti
ricevono sangue da arterie anomale e drenano nelle vene sopraepatiche, direttamente o attraverso
sinusoidi perinodulari. Quando supera i 3 cm presenta una cicatrice (scar) centrale da cui si irradiano dei
vasi venosi.
Nel pz con fegato sano, non oncologico, l’aspetto ecografico a ruota di carro può essere sufficiente per la
diagnosi di iperplasia nodulare focale. Nei casi di lesioni di piccole dimensioni, invece, questo aspetto non è
evidenziabile.
È importante fare la DD tra questa condizione e l’altra lesione che la può mimare, ossia un adenoma, in
quanto quest’ultimo può degenerare in neoplasia maligna e può anche sanguinare.
Se fosse stato un adenoma non ci sarebbero canalicoli quindi la bilirubina non sarebbe stata metabolizzata.
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ADENOMA
Si tratta di una lesione benigna rara che colpisce principalmente le donne nella 3*-4* decade di età e c’è
una correlazione con l’assunzione di contraccettivi orali. Nei maschi si può presentare in associazione con
anabolizzanti.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
Se consideriamo il mondo intero l’epatocarcinoma è la neoplasia più frequente (nel mondo occidentale è il
colon retto)
Nel 70-80% dei casi si tratta di soggetti con infezioni pregresse da HBV O HCV. Altri fattori predisponenti
sono la cirrosi alcolica, l’esposizione da aflatossina e l’adenoma.
I segni e sintomi sono quelli della cirrosi epatica. Tipicamente non produce metastasi. Quando metastatizza,
coinvolge principalmente polmoni e scheletro, infiltrando la cava e la porta. Spesso si può ingrandire e
diventare una malattia d’organo considerate le grosse dimensioni.
Ha una crescita più lenta rispetto alle altre neoplasie, il tessuto epatico indenne dal tumore data la crescita
lenta può marginare la neoplasia e creare una sorta di pseudo capsula fibrosa.
Questo spiega il vantaggio di alcune procedure percutanee come l’alcolizzazione dei noduli nel caso
rimangano in dimensioni inferiori di 1-2 cm. Vengono iniettati 1-2 cc di alcool che determinano necrosi,
mentre la capsula svolge la funzione di contenimento
dell’alcool.
Clinicamente quindi il nodulo di rigenerazione parte con una vascolarizzazione portale per poi virare a
vascolarizzazione di tipo arterioso. Se conosciamo il tipo di vascolarizzazione possiamo spiegarne
comportamento emodinamico.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
C’è un Pattern di impregnazione che se non si conosce che può indurre ad errori.
EPATOCARCINOMA FIBROLAMELLARE
Abbastanza raro. Più frequente nelle femmine e
negli usa. Calcificazioni e scar all’imaging (iso o
ipointensa in T2). Simile all’epatocarcinoma, ma
la prognosi è migliore perché si tratta di una
massa singola e la crescita è più lenta.
EPATOBLASTOMA
In età pediatrica è la neoplasia maligna più
frequente. Una massa epatica ipoecogena in un
bimbo nel primo anno di vita è da riferire
all’epatoblastoma solitamente.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
COLANGIOCARCINOMA
Origina dall’epitelio duttale delle vie biliari intra ed
extra epatiche, insorge dopo i 50 anni. Costituisce
il 10 % dei tumori primitivi.Tra i fattori
predisponenti troviamo colangite sclerosante,
malattia di Chron, colite ulcerosa e cisti del
coledoco.
Distinzione topografica:
- Colangiocarcinoma Ilare: può essere diagnosticato facilmente perchè il contenuto idrico del fluido
biliare viene usato come mezzo di contrasto e si osserva una dilatazione marcata delle vie biliari
con uno stop a livello dell’origine della via biliare extraepatica e si vede come il coledoco terminale
è lievemente iperintenso.
Perché lo stop è neoplastico? Il calcolo biliare non da stop cuneiforme ma vernicerebbe parzialmente il
calcolo.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
- Angiosarcoma: quando la lesione presenta una marcata vascolarizzazione interna che va verso
l’esterno, può far sospettare diagnosi di angiosarcoma.
METASTASI
Si tratta delle neoplasie maligne più frequenti del fegato. Il 30-50% dei pazienti affetti da un tumore
sviluppa metastasi epatica nel corso della malattia, a causa dell’elevata vascolarizzazione del fegato e della
sua struttura di filtro. È frequentemente sede di metastasi del tratto gastro faringeo attraverso il sistema
venoso portale. Sono tuttavia frequenti anche metastasi di tumori extra-addominali come il cancro del
polmone o della mammella.
Tutte le neoplasie possono avere come bersaglio il fegato: gli adenocarcinomi si presentano con aspetto a
bersaglio in quanto producono muco.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
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Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
PANCREAS
Il pancreas è un organo retroperitoneale esteso dalla C duodenale all’ilo splenico. È particolarmente
vascolarizzato. Le sue caratteristiche anatomiche e topografiche lo rendono poco accessibile alla radiologia
tradizionale, la diagnosi spesso è tardiva e formulata tramite ecografia che rappresenta l’esame di prima
istanza. Come seconda istanza abbiamo la TC e successivamente l’RMN.
La radiologia tradizionale non consente visualizzazione diretta dell’organo, ma i segni indiretti di patologia
pancreatica possono modificare gli organi limitrofi.
L’ecografia ha dei limiti: i principali sono rappresentati da meteorismo e obesità. Bisogna inoltre
considerare il fatto che si tratta di un esame operatore dipendente e che il corpo e la coda sono raramente
ben visibili.
Viene usata una sonda da 3,5 a 5 MHz e l’ecostruttura è variabile in base all’età. Via via che passa il tempo,
infatti l’ecogenicità si modifica. Per esempio nell’anziano aumenta la componente adiposa e il pancreas
diventa più ecogeno.
Nelle scansioni longitudinali e trasversali tramite inspirazione profonda il lobo sinistro scende e crea una
finestra acustica.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
Alla TC possiamo creare diversi tipi di ricostruzioni: quello multiplanare che consente la ricostruzione delle
immagini sul piano assiale e coronale. Ma è anche possibile ricostruire piani sagittali o obliqui.
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Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
La RMN non ha vantaggi significativi, può essere usata per dubbi diagnostici nelle piccole lesioni
neoplastiche.
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PANCREATITE ACUTA
La pancreatite acuta è una malattia infiammatoria complessa a patogenesi incerta in cui si ha la digestione
del parenchima esocrino. L’eziologia è legata alla litiasi biliare e all’abuso di alcool. Sono da considerare
inoltre cause iatrogene, farmaci e infezioni.
Ne esistono due forme: forma edematosa (75-85%) più frequente caratterizzata da una flogosi diffusa
senza danno ghiandolare e quella acuta severa (15-25%) che si caratterizza per la presenza di focolai
necrotici, emorragie intraparenchimali, fino ai casi più gravi di insufficienze multiorgano.
Tra le complicanze quella sicuramente più temibile è quella dell’insufficienza multiorgano. Tra quelle più
frequenti invece troviamo ascessi, pseudocisti, complicanze vascolari. Tutte queste complicanze possono
essere rilevate con la TC. La diagnosi però non può essere relegata all’imaging ma in questo caso c’è
bisogno della clinica laboratoristica.
L’imaging può determinare il severity index andando a valutare la presenza di eventuali complicanze e la
diagnosi eziologica. Per esempio la ricerca di eventuali calcoli nella via biliare distale.
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Diagnostica per immagini n° 7 del 12.11.2020 (Prof Massimo De Filippo)
Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
I segni di flogosi provengono dal tessuto cellulare adiposo peripancreatico, si tratta di grasso
peripancreatico addensato edematoso. Nelle due immagini in alto osserviamo una grossa zona necrotica
con bolle di gas all’interno, in cui è residua solo la testa del pancreas, l’unica impregnata. Si tratta in questo
caso di pancreatite necrotica di grado severo con presenza di pseudocisti come esito di pancreatite
necrotica emorragica.
La RMN mette in evidenza una iperintensità di segnale nelle sequenze ad elevato contrasto intrinseco.
PSEUDOCISTI PANCREATICA
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PANCREATITE CRONICA
In questo caso osserviamo delle formazioni iperecogene per la presenza di calcoli. Possono essere osservati
in TC, dove possiamo anche notare il dotto di Wirsung dilatato in maniera abnorme. Normalmente non
dovrebbe superare i 2mm, qua siamo sopra i 3 cm. Inoltre possiamo riscontrare anche calcificazioni e
atrofia della ghiandola.
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NEOPLASIE PANCREATICHE
Si tratta di neoplasie nel 90% dei casi di tipo solido e nel 10% di tipo cistico. Tra quelle solide il tipo
istologico più frequente è l’adenocarcinoma duttale. La percentuale della sopravvivenza a 5 anni è
aumentata dal 2% nel 75-77 al 5% nel 2002, ma rimane molto molto bassa.
All’esame ecografico la lesione neoplastica risulta ipoecogena, al color doppler non si osserva significativa
vascolarizzazione in quanto sono lesioni con vascolarizzazione venosa, poco evidente all’eco color doppler.
Alla TC si tratta di lesioni ipo/isodense rispetto al parenchima normale. Hanno bassa impregnazione di
m.d.c. dovuta a scarsa vascolarizzazione. Per la diagnosi di questa patologia l’effetto massa e la dilatazione
a monte della via pancreatica sono le caratteristiche principali da tenere in considerazione.
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Alcuni esempi: grossa massa che si osserva già senza m.d.c.. L’impregnazione del m.d.c. è molto scarsa e via
via diventa più marcata tardivamente. È possibile osservare anche la dilatazione del dotto di Wirsung per
un’occlusione data da una massa di colangio carcinoma.
La TC grazie al ricorso di
ricostruzioni sul piano para-sagittale
a livello della vena mesenterica
superiore, mette in evidenza un
iniziale infiltrazione sull’origine della
vena mesenterica superiore. Il suo
calibro a questo livello (freccia in B)
è ridotto per effetto
compressivo/infiltrativo.
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Sbobinatore: Riccardo Pasquali Controllore: Rosita Celano
- Lesioni cistiche (10%): si tratta di neoplasie frequentemente a lenta crescita, il più frequente è il
cistoadenoma sieroso a livello della testa del pancreas con setti molto sottili che possono
impregnarsi di MDC. Di solito si osserva la scar centrale.
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Esempio di insulinoma :
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