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IMPUGNAZIONI

Sono disciplinate al libro IX del codice di procedura penale e hanno lo scopo di verificare la
correttezza della vicenda e quindi correttezza della decisione finale assunta dal giudice.

Si divino in metodi ordinari e straordinari a seconda se la sentenza si trova ancora sub iudice o è già
divenuta irrevocabile; e in devolutive e non devolutive a seconda se l’impugnazione determina il
passaggio a un successivo grado di giudizio o meno.

Il controllo che si effettua è sul merito o sulla legittimità e quindi o sulla correttezza della
ricostruzione dei fatti oggetto della vicenda e sua valutazione giuridica oppure sulla correttezza e
uniformità della legge e quindi il potere dovere di verificare la correttezza della decisione e i motivi
che giustificano la sua adozione.

PRINCIPIO DI TASSASITIVITA’--> art.568 c.p.p. indica che per il sistema delle impugnazioni è la legge
che stabilisci quali siano i provvedimenti impugnabili e i mezzi di impugnazione idonei a seconda del
tipo di provvedimento. Le parti sono quelle legittimate a impugnare su richiesta e alla basa è
necessario che vi sia un provvedimento emesso dal giudice, per cui no impugnabile provvedimento
del p.m.
sempre il 568 c.p.p stabilisce il principio di conservazione e di conversione ovvero nel primo caso si
attiene alla correttezza ed esattezza del mezzo scelto per impugnare mentre il secondo attiene alla
utilizzazione degli elementi frutti dall’atto impugnato per realizzare lo scopo della parte. Il gravame è
comunque ammissibile indipendentemente dalla qualificazione ad esso data dalla parte che lo ha
richiesto e ciò vuol dire che laddove la parte scelga un mezzo di impugnazione non conforme
rispetto a quanto stabilito dalla legge per quel provvedimento, il meccanismo non si arresta e
permette comunque di andare avanti. Se gli atti vengono rivolti a un giudice incompetente per
l’impugnazione, quest’ultimo trasmette semplicemente gli atti al giudice competente.

RICORSO PER SALTUM ART 569 c.p.p.--> la parte che è legittimata ad impugnare la sentenza di
primo grado può ricorrere direttamente per Cassazione. Questo articolo non si applica se la sentenza
è già stata appellata dalle altri parti e si applica art.580 ovvero se nei confronti della stessa sentenza
sono già stati rivolti altri metodi di impugnazione e c’è connessione ai sensi dell’art. 12, il ricorso si
converte in appello. Se però entro 15 giorni le parti tutte rinunciano all’appello, per ammettere
ricorso allora questo è possibile ed entro ulteriori 15 giorni successivi alla dichiarazione devono
comunicare i nuovi motivi che legittimano l’impugnazione. Il ricorso diretto è possibile solo quando
la sentenza o il provvedimento del giudice stabilisce l’applicazione di una misura coercitiva.

A CHI SPETTA L’IMPUGNAZIONE?


E’ l’art.568 che con il principio di tassatività stabilisce quali siano i soggetti legittimati ad impugnare i
provvedimenti. Innanzitutto si differenzia la legittimazione dall’interesse. La legittimazione ad
impugnare secondo l’art 568 spetta a tutte le parti a meno che la legge non indichi espressamente a
chi spetti il diritto. L'interesse invece attiene all’impugnazione da parte di chi vanta un interesse
attuale e concreto nel modificare la decisione emessa dal giudice in virtù di un provvedimento più
favorevole.

1.IMPUGNAZIONE DEL PUBBLICO MINISTERO 570 c.p.p.

Ai sensi dell’art.570, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di primo grado e il


procuratore generale presso la corte d’Appello possono proporre impugnazione nei casi stabiliti
dalla legge a prescindere dalle conclusioni rassegnate dal rappresentante dell’accusa in udienza.
PRINCIPIO DI IMPERSONALITA’ DEL PM ovvero il titolare d’ufficio non è mai vincolato alle conclusioni
presentate dal suo predecessore e ciò neppure nel caso di accoglimento delle conclusioni da parte
del giudice. Perciò la legge riconosce il diritto ad impugnare al pubblico ministero che ha presieduto
l’accusa in udienza e ha rassegnato le sue conclusioni. Ma affida il potere di impugnazione a tutti i
magistrati che compongono l’ufficio del pubblico ministero e in questo caso c’è bisogno di una
delega da parte del capo dell’ufficio. Il procuratore generale può proporre impugnazione anche
quando il procuratore della Repubblica abbia già attivato la procedura e si trovi in uno stato di
acquiescenza.

2. IMPUGNAZIONE DELL’IMPUTATO E DEL SUO DIFENSORE ART.571-573 c.p.p.

Soggetto legittimato ad impugnare è l’imputato che tra tutti vanta un interesse primo nel modificare
la decisione del giudice. Può impugnare in prima persona o mediante un procuratore speciale con
procura speciale ad acta. Analogamente può impugnare il tutore o curatore speciale di un imputato
incapace di intendere e di volere. Così come può impugnare coloro che vantano potestà genitoriale
sull’imputato minorenne. L'imputato può impugnare sia sentenze di condanna che di
proscioglimento quando queste attuano l’applicazione di misure di sicurezza. Altra persona
legittimata ai sensi dell’art.573 c.p.p. è il difensore dell’imputato che però esercita un’impugnazione
in via autonoma in quanto si esplica il principio del diritto alla difesa. L'imputato può togliere effetto
all’impugnazione effettuata dal suo difensore in vista del 571 c.p.p. co.4 dove i conflitti tra imputato
e suo difensore vengono risolti riconoscendo rilevanza prevalente alla volontà dell’imputato.

3. IMPUGNAZIONE DELLE ALTRE PARTI 575-576 c.p.p.

ART.575 la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria può proporre impugnazione quando
è stata condannata con lo stesso trattamento attribuito all’imputato.
ART.576 la parte civile può proporre impugnazione contro i capi della sentenza di condanna che
riguardano l’azione civile esercitata e ai soli effetti della responsabilità civile ma può proporla anche
contro una sentenza di proscioglimento pronunciata in giudizio o a seguito del giudizio abbreviato.

INTERESSE AD IMPUGNARE è riconosciuto come un interesse attuale, oggettivo, concreto, personale


e legittimo. INTERESSE DEL PM--> fa riferimento al suo ruolo di operatore della giustizia quindi come
colui che fa osservare la legge e quindi controlla il regolare e la giusta amministrazione della
giustizia. INTERESSE DELL’IMPUTATO--> ovviamente il suo è un interesse volto a eliminare gli effetti
negatici nei suoi confronti derivanti da una sentenza del giudice. INTERESSE PARTE CIVILE E
OBBLIGATO CIVILMENTE hanno un interesse più limitato. La legge però attribuisce il potere alla
parte civile di sollecitare il p.m. affinché attui impugnazione.

REQUISITI DELL’IMPUGNAZIONE 581 c.p.p.

Innanzitutto, deve essere redatta in forma scritta. Poi deve essere presente la sottoscrizione della
persona che propone il gravame al fine di individuare se questa sia un soggetto legittimato o abbia
interesse ad impugnare. Il tutto è necessario al fine di individuare il provvedimento a cui è rivolto il
gravame. La mancanza o l’erronea presentazione di questi requisiti non comporta un’ammissibilità in
sé se è possibile individuare il provvedimento mediante altri elementi presenti nell’impugnazione
stessa. Deve essere redatta sempre in lingua italiana anche se la persona che la promuove non
conosce la lingua. Altri requisiti sono: individuazione dei capi e dei punti della decisione a cui
afferisce l’impugnazione; specificazione dei motivi per cui si impugna.

L'impugnazione ai sensi dell’art.582 c.p.p. va depositata presso la cancelleria del giudice che ha
emesso la decisione o personalmente da chi la propone o da un incaricato. Quando si tratta di
incaricato non occorre che si dimostri il tipo di legame che intercorre tra chi impugna e chi deposita.
Il pubblico ufficiale riporta la data in cui riceve l’impugnazione la persona che la presenta, lo
sottoscrive e lo unisce agli atti del procedimento. Se richiesto rilascia attestazione di ricezione. La
regola vuole che il deposito avvenga nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento.
Deroghe per parti private e difensori che possono depositare anche nella cancelleria del tribunale e
del giudice di pace del luogo in cui si trovano. Si può proporre impugnazione anche per mezzo posta
o telegramma e anche i soggetti detenuti o internati possono porre impugnazione. In questo ultimo
caso però l’impugnazione va consegnata al direttore dell’istituto penitenziario presso il quale si
trovano e la consegna dell’atto di impugnazione in busta chiusa al direttore dell’istituto penitenziario
equivale al mezzo posta.

TERMINI 585 c.p.p.:

- 15 giorni, per le decisioni prese in udienza in camera di consiglio nelle quali avviene la
lettura del dispositivo e contestualmente anche quella dei motivi;
- 30 giorni, per le decisioni per le quali non avviene la lettura contestuale dei motivi ai quali si
provvede entro un termine di 15 giorni;
- 45 giorni, se il caso è di particolare complessità ed elaborazione

Durante la pendenza dei termini per proporre impugnazione l’esecutività della sentenza è sospesa
fino all’esito del gravame. I termini decorrono dalla notifica o comunicazione dell’avviso di deposito
del provvedimento, dalla lettura del provvedimento in udienza, dalla scadenza del termine stabilito
dalla legge o determinato dal giudice per il deposito. Fino a 15 giorni precedenti all’udienza possono
essere presentati dei motivi nuovi presso la cancelleria del giudice per l’impugnazione. È il giudice
che ha emesso il provvedimento impugnato ad effettuare la notifica dell’atto di gravame che deve
essere notificata alle parti senza ritardo e successivamente provvede alla trasmissione degli atti al
giudice dell’impugnazione.

EFFETTI DELL’IMPUGNAZIONE:

- Effetto devolutivo: la cognizione del giudice del gravame è delimitata da quanto richiesto in
sede di impugnazione.
- Effetto estensivo: processi che riguardano più imputati. Quando la sentenza si impugna per
motivi non personali la censura proposta si estende anche ai soggetti non impugnati
- Effetto sospensivo: sentenza di condanna viene sospesa.

INAMMISSIBILTA’ DELL’IMPUGNAZIONE 591 c.p.p.

1 quando chi impugna non è legittimato o non ha interesse;

2 provvedimento non impugnabile;

3 mancano i requisiti sulla forma previsti dalla legge

4 vi è rinuncia da parte di chi propone l’impugnazione

Quando vi è inammissibilità il giudice lo dichiara con ordinanza e il controllo sull’ammissibilità va


effettuato preventivamente quindi prima dello svolgimento del procedimento per l’impugnazione e
la sua constatazione verifica un arresto del procedimento. di conseguenza l’inammissibilità va
notificata alla persona che ha proposto l’impugnazione la quale è obbligata a pagare le spese
processuali. L'inammissibilità può essere rilevata anche successivamente in ogni stato e grado del
procedimento. L'ordinanza di inammissibilità è ricorribile in Cassazione.
La rinuncia è invece un atto effettuato dalla persona che decide di impugnare e che successivamente
decide di non proporre più impugnazione. Si ha rinuncia tacita quando la parte che può impugnare
lascia decorrere i termini per l'impugnazione.

Quando si ha inammissibilità o rigetto dell’impugnazione si obbliga la parte proponente


l’impugnazione a pagare le spese del procedimento. Non può essere condannato alle spese il
minorenne. Se il procedimento va a favore della parte che ha richiesto il controllo, il pagamento
delle spese non è previsto.

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