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Atlante

di tecniche articolari
osteopatiche degli arti
DELLO STESSO EDITORE

AA. W. - I: inglese iriedico essenziale


Andreoni B. (a cura di) -Assistenza domiciliare integrata
Associazione Italiana Fisioterapisti - Lincr guida per la forniazioiie del fisioterapista
Associazione Riabilitatori dell'Insufficienza Respiratoria - La disostriizionr bronchialr
Bear M.F., Connors B.V., Paradiso M.A. - Neuroscienze - I1 edizione
Bohndorf K., Imhof H., Pope T.L. j r - Diagnostica per ininiagini rnuscolo-scheletrica
Butler D.S. - Mobilizzazioiie del sistema nervoso
Casonato O., Poser A. Riabilitazionc intrgrata drllr patologie della caviglia e del piedr
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Danowski R.G., Chanussot J.C. - Tiaurriatologia dello Yport - I1 edizione


F e r r a r i S., Pillastrini P., Vanti C. Rialnlitazionr intrgrata drllr loiribalgir - I1 rdizionr
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(con CD-1<01r1)
Grelsamer R.P., McConnell J. - La rotula. Approccio d'équipe
Lewit K. Terapia iiianipolativa nella riabilitazioiir drll'apparato locomotore
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N e t t e r F.H. - Apparato iiiii~colo-~cheletrico Atlante di anatoniia, fisiopatologia e clinica


( 3 voluliil)
N e t t e r F.H. - Atlante di anatoiriia iiniana
Netter F.H. - Iriteractive Atlas of Hiiman Anatomy (C'D-Roni)
Netter F.H. - Sistema nervoso. Atlante di anatoniia, fisiopatologia e clinica (2 voliimi)
Olson T.R. Atlantr di anatoniia iiiiiana (A.D.A.M.)
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Pauls J.A., Reed K.L. Guida rapida alla fisiotrrapia


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P e t t y N.J., Moore A.P. - Esame clinico e valutazione neurorriuscoloscheletrica


Schomacher J. - Terapia irianuale
Thompson J.C. Atlante di anatoniia ortoprdica di Nrttrr
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Tixa S. -Atlante di anatomia palpatoria dell'arto inferiore. Ispezione n~anualedi superficie


Tixa S. - Atlante di anatoniia palpatoria di collo, tronco e arto superiore. Ispezione manuale
di siiprrficir

Per una corisultaziorie dell'iritero catalogo,


visitate il sito Iriterriet www.masson.it
Serge Tixa
Bernard Ebenegger

Atlante
di tecniche articolari
osteopatiche degli arti
MARCO TESTA

MASSON
I (liriiii di Irndiizioiic~.t l i iiic~iiioi.izznzir~~~(~ driti.oiiic.;i. (li i-il~roiluzioiir c :i<I;itt;iiiic~ritoiol;ilr o pai'zi;il(~,( Y H I
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I(, Er11r 2. 20121 Rlil;iiio. tolcfiis 02 80!J5O(j. c,-iiiail: ai<lro(n~iol.ii
Presentazione dell'edizione italiana

L'Osteopatia sta attraversando un momento di profonda revisione con l'abbandono pro-


gressivo degli approcci caratterizzati da un certo esoterismo, quali la terapia craniosa-
crale e il viscerale. In particolare alcuni lavori scientifici pubblicati recentemente invita-
no i corsi di formazione in Osteopatia ad eliminare dai programmi la terapia cranio-sa-
crale. in quanto basata su teorie prive di fondamento e su manovre prive di validità".
Questo processo sta portando le posizioni dei fisioterapisti con specializzazione in tera-
pia manuale e quelli con formazione osteopatica. una volta distanti, ad awicinarsi sem-
pre più. Se questo processo continuerà. assisteremo nei prossimi anni alla nascita di
percorsi formativi unici. sfrondati dalle suggestioni esoteriche, forti dei contributi di
esperienza delle diverse scuole e supportati dai dati provenienti dalla ricerca. Ciò se-
gnerà l'uscita dell'0steopatia dal gruppo delle "terapie non convenzionali" per entrare a
far parte. in questa nuova forma, del bagaglio tecnico del fisioterapista specializzato
nella valutazione e trattamento dei disordini muscoloscheletrici.
Su questa linea in Italia, fin dal 1999. il Corso di Formazione Avanzata in Terapia Manuale
dell'llniversità di Genova. nato grazie alla collaborazione della Libera Università di Brussel
(fiamminga). ha perseguito lo scopo di diffondere un approccio terapeutico mobiliuativo e
manipolativo articolare, eclettico, caratterizzato dal rigore scientifico, con il superamento
dell'approccio basato sull'opinione del "maestro", ma con l'integrazione non pregiudiziale
degli approcci valutativi e terapeutici che avessero dimostrato una validità scientifica.
Il lavoro di Serge Tixa e Bernard Ebenegger dà energia al processo di evoluzione in atto
nell'0steopatia moderna e rispetta questa linea di rigore. come tra l'altro Serge Tixa
aveva già dimostrato con i precedenti testi di anatomia di superficie, che sono ormai
considerati un must have nella biblioteca dei fisioterapisti italiani.
L'onestà intellettuale degli Autori traspare in modo evidente soprattutto nelle sezioni che
descrivono le cause e i suggerimenti per la valutazione dei disordini articolari. ipotesi che
vengono esplicitamente definite solo come stimoli al ragionamento (contenitori di idee) per
il fisioterapista. in quanto spesso non supportate dalla verifica sperimentale (vedi pag. IX).
Questa correttezza è di grande valore per la crescita critica dei lettore. di stimolo all'ap
profondimento e alla ricerca e distingue gli Autori da quanti, non solo tra gli osteopati. al
contrario propongono teorie immutabili e non discutibili. La lettura del testo evidenzia non
soltanto la qualità didattica delle descrizioni, ma anche l'esperienza clinica degli Autori: il
lettore esperto troverà di estrema utilità e puntualità i suggerimenti aggiuntivi ("Per una
manipolazione ottimale"). realizzando immediatamente come nascano. non da ragiona-
menti teorici astratti, ma come distillato dell'esperienza pratica degli Autori stessi.
La precisione delle descrizloni e la qualità delle immagini permettono al fisioterapista
esperto. con il solo supporto del testo, di aggiungere al suo armamentario terapemico il
contributo di Serge Tixa e Bernard Ebenegger, mentre i neofiti troveranno nel presente
atlante un validissimo supporto ai corsi di formazione in Osteopatia o in Terapia Manuale.

MARCO TESTA

' GREEN C,. MARTINC.W.. B A S S K..~UA?ANJLWA,-A,. Sysfernaflc Review and Critica1Appraisal of lhe Scientific Evi-
dente on Craniosacral Therapy. Vancouver. British Columbia Office of Health Technolow Assessment: 1999.
i HARTMAN S.E.. Nonm J.M.. Inferexaminerreliability and cranial osfeopafhy. "SccentihcReview of Alterna
tive Medicine". 2002:6:23-40.
" MORANA R.W.. Gisso~sP.. Intraexaminer and inlerexaminer reliability for palpation of fhe cranial rhyfhmic im
pulse at fhe head and sacruni. "Journalof Manipulative and Physcological Therapeutics". 2001:24:183190.
" HANTEN W.P.. DAWSON D.D.. IWATA M.. SEIDEN N ZINI< T.. Craniosacral rhyfhm: reliahilily and
M.. W H I ~ EF.G..
relafionships wifh cardiac and respirafory rafes. 'J. Orthop. Sports Phys. Ther.". 1998:27(3):213-218.
refatio

In modo chiaro ed esaustivo, Serge Tixa e Bernard Ebenegger, presentandoci qui le tec-
niche articolari osteopatiche delle articolazioni degli arti, contribuiscono a vari livelli alla
loro evoluzione.
Innanzitutto, questo volume viene pubblicato in un momento cruciale di riconoscimento
dell'osteopatia in Europa, e non può quindi che incoraggiare questo processo. Infatti, la
struttura della presentazione e la ricchezza dell'iconografia contribuiscono a dimostrare
il carattere rigoroso dell'osteopatia, per lo meno nei campi della diagnosi e del tratta-
mento delle disfunzioni articolari. Il presente atlante concorre da una parte al processo
di istituzionalizzazione dell'osteopatia, e dall'altra non mancherà di promuovere il suo ri-
conoscimento ufficiale, in modo assoluto, da parte delle legislazioni nazionali e persino
di quelle europee.
Il presente volume, inoltre, costituirà d'ora in avanti un essenziale mezzo pedagogico.
Una caratteristica di base di tutti gli insegnamenti nell'ambito della medicina consiste
nel mettere a disposizione degli studenti una materia strutturata, logica e coerente,
fondata su processi rigorosi d'acquisizione delle conoscenze, prendendo largamente
spunto dalle scienze naturali e, in questo caso, dalle scienze biomediche. Nel campo
dell'osteopatia sussistono numerose domande, sia nelle conoscenze fondamentali sia
nell'applicazione clinica, a proposito di aspetti che, noi crediamo, non sono specifici di
questa materia. Esistono tuttavia delle condizioni essenziali prima di formulare qualsia-
si domanda sulla validità delle tecniche osteopatiche: da una parte, I'esistenza di una
lista, di un inventario di queste tecniche, e dall'altra I'esistenza di una nomenclatura
delle stesse. Questa nomenclatura crea non solo un quadro pedagogico rigoroso, ma
incita anche alla messa in discussione della validità delle tecniche riconosciute.
La presente opera contribuisce ampiamente allo sviluppo di questi due aspetti essenzia-
li. Dal punto di vista pedagogico, anche se è evidente l'impossibilità di acquisire una
buona tecnica e la manualità necessarie a un'esecuzione perfetta delle manovre anche
con il migliore dei libri, questo volume rappresenta tuttavia un mezzo che facilita molto
questo apprendimento.
L'opera si indirizza, per la chiarezza e la facilità di consultazione, a tutti coloro che si inter-
rogano sul contenuto tecnico dell'osteopatia. Rappresenta, inoltre, uno stimolo per tutte le
persone che nutrono interesse verso I'osteopatia e per tutti i colleghi specialisti di altre di-
scipline nel campo medico.
In altri termini, il volume invita il lettore a porsi nuove domande o per lo meno a riformu-
larle, cosa che rappresenta di per sé un prerequisito di qualunque progresso.
Infine, tutti i professionisti del campo troveranno in questo atlante di tecniche osteopati-
che un prezioso aiuto mnemonico. La consultazione del volume costituisce così un pri-
mo passo essenziale alla formazione continua alla quale chiunque eserciti una profes-
sione di grande responsabilità nel campo della medicina non può sottrarsi.

PAUL KLEIN
Direttore dell'Unità di ricerca in Terapie Manuali
Libera Università di Bruxelles
Premessa

Modo d i utilizzo d e l volume


Questo volume presenta un insieme di tecniche manuali osteo-articolari volte alla riduzio-
ne delle limitazioni nei movimenti delle diverse articolazioni degli arti. Queste tecniche so-
no precedute da un esame obiettivo dell'articolarità (o test di articolarità) incentrato sul-
l'articolazione interessata, che permette di mettere in luce eventuali limitazioni articolari.
Questo esame obiettivo non è sufficiente per porre diagnosi, che deve, infatti, essere
affinata con l'aiuto dei quattro paragrafi che seguono la spiegazione del test:
cause dirette;
cause secondarie;
a proposito dell'esame obiettivo;
da ricordare prima della manipolazione.
L'insieme delle notizie contenute in questi paragrafi permette di ri-situare i test di artico-
larità e le tecniche in un contesto concreto che consente allo studente o al terapista di
rispondere alle domande che si sarà giustamente posto dopo una diagnosi di limitazio-
ne nei movimenti di una qualsiasi articolazione degli arti:
quali sono le cause primarie e/o secondarie che possono aver portato questo tipo
di restrizione dell'articolarità?
quali sono gli elementi dell'esame obiettivo che possono aiutare nel porre una
diagnosi corretta?
infine, bisogna conoscere. ricordare qualcosa di importante prima di intraprendere il
trattamento manuale?
Ogni elemento chiave è proposto in anticipo in modo da permettere una migliore com-
prensione di tutte le sottili sfaccettature che accompagnano una disfunzione articolare.
Nella parte del volume in cui vengono trattate le tecniche. sono proposte delle varianti,
in modo da poter disporre di indispensabili metodi alternativi adattabili alle diverse
morfologie riscontrate (quelle del soggetto, come quelle del terapista).
Per ciascuna delle tecniche di base (o ciascuna variante) è indicato quando sarà meglio uti-
lizzare degli escamotage per ottimizzare il gesto tecnico (mobilizzazione o manipolazione).
Ancora un dettaglio molto importante per il corretto utilizzo del manuale: questa opera è
un manuale pratico che il lettore può aprire ogniqualvolta gli sembrerà utile per la di^
sfunzione articolare che desidera analizzare o trattare.

Awertimenti
Nessuno dei quattro paragrafi esposti in seguito (Cause dirette, Cause secondarie. A propo~
sito dell'esame obiettivo, Da ricordare prima della manipolazione) è di per sé esaustivo. Cia-
scuno deve essere considerato come una "scatola delle idee", un filo rosso, che permette
al terapista di porre quelle basi sulle quali costruirà le sue riflessioni - questo procediinen-
to ha come unico obiettivo quello di ricostruire il meccanismo "lesivo" e di mettere in prati-
ca il trattamento manuale più adeguato. Si tenga presente che i quattro paragrafi contengo^
no anche elementi anamnestici che permettono al terapista di costruire questo meccani-
smo "lesivo" - questo punto importante è ricordato sistematicamente nel volume.
Le cause secondarie qui esposte non sono state oggetto di nessuna verifica scientifica
(al momento attuale). Devono essere quindi considerate dal lettore come un motivo di
riflessione da sottoporre al suo libero arbitrio.
X PREMESSA

U n a definizione di riduzione dell'articolarità


La Scuola svizzera di osteovatia. attraverso I'insemamento dei concetti di base della me-
dicina osteopatica da parte' del direttore accademyco Claude Tinturier. propone la segueii-

-
te riflessione riguardo la limitazione dei movimenti articolari (o disfunzione articolare):
la ricluzione dell'articolarità fa parte di coiiiplessi quadri clinici da cui einergono
numerosi sintoilii:
il trattamento man~ialedella limitazioiie articolare si rivela non solamente efficace.
iiia sufficiente; verosimilmente perché la correzioiie si estende all'insieme dell'orga~
nizzazione patogena;
il rLiolo delle strutture articolari è quello di trasmettere all'ambiente. attraverso I ' a p ~
parato capsulo-legamentoso. muscolo~tendlneoed einatico. le variazioni elaborate e
auspicate dal sisteiiia nervoso:
l'apparato scheletrico articolare. per la sua ubicazione, è lo specchio delle patologie
situate a nioiite o a valle dello stesso;
l'articolazione. in quanto ultimo eleinento adattabile e pertinente al iiieccanismo razio~
nale. subisce una molteplicità di coritrazioni che riflettono la somnia di una cascata di
awenimenti locali e a distaiiza (a inorite o a valle). L'articolazione appare dunque come
un insieine degno di interesse e quindi la correzione delle variazioni si nscrive logica^
mente nella condotta di iind telaoia olistica.

Annotazioni sulla terminologia


Risogna precisare qui che la teiiiiinologia in uso nella iiiedicina iiianuale non ha che la f u n ~
rione di creare un vocabolario comme. Per esempio, lo spostamento del calcagno in posi-
zione anteriore non sigiiifica che si tratti di una posizioiie anatomica di sublussazione di
quest'osso. La sola certezza data da questa espressione risiede nella difficoltà di allungare
passivamente i tessuti vicini propri dell'articolazione interessata (o al coniplesso di arti&
rioni interessate) in una direzione che sembra essere ouoosta allo "sDostamento anteriore"
del calcagrio. v amo di fica strutturale che genera la &;ne dell'articblarità esiste oltre alle
due ossa dell'articolazione in cui la mobilità è ridotta, dal inomento in cui le due ossa in
questione non hanno nessuna responsabilità nella limitazione articolare suddetta.

Ringraziamenti
Vogliamo maiiifestare la nostra più viva ricorioscenza all'équipe che si è costituita spori~
taiieamente intorno a questo progetto. Vogliamo ringraziare ciascmo di loro per avere
impegnato molto tempo ed energie iri quell'esercizio fastidioso che è rappresentato dal-
la rilettura di questo volume.
Hanno partecipato alla rilettura: Sieghilde Péquay e Alain Michaudon dell'lstituto superiore
cli osteopatia di Lione; Jean~LouisEstrade della Scuola Europea di Osteopatia Maidstone,
Gran Bretagria: Stéphanie Bernhard. Nicolas Kaufmann. Sandrine Locatelli, Pascal Michaud.
Jeaii~BaptistePellissier e Paul Vaucher della Scuola svizzera di osteopatia a Losanna.
Ringraziamo inoltre Claude Tititurier, direttore accademico della Scuola svizzera di osteo~
patia, e Paiil Klein. direttore dell'unità di ricerca in terapie inanuali della libera Università
di Bruxelles. che ci hanno omaggiato geiitilmente delle loro attenzioni e dei lori consigli.

GLI AUTORI
Indice

Presentazione dell'edizione italiana .................................................................... V


Prefazione VI1
Premessa IX

La spalla
Estremità laterale della clavicola in posizione anteriore rispetto all'acromion ......... 3
Estremità laterale della clavicola in posizione posteriore rispetto all'acromion ....... 8
Testa omerale in posizione anteriore e in posizione superiore .............................. 1 2
Testa omerale in posizione inferiore .................................................................... 16
Estremità mediale della clavicola in posizione anteriore
rispetto al manubrio dello sterno 20
Estremità mediale della clavicola in posizione alta rispetto al manubrio dello Sterno .... 24
Estremità laterale della clavicola denominata "tasto di ~iarioforte"....................... 2 8

Il gomito
Testa posteriore del radio 33
Ulna in abduzione (cubitus valgus) ..................................................................... 37
Ulna in adduzione ( c ~ ~ b i t uvarus)
s 43
Ulna in rotazione interna 46
Ulna in rotazione esterna 49
Supinazione forzata nell'adulto 52
Pronarione dolorosa nel bambino .............. ........................................................ 5 6

Il polso e la mano
Testa dell'ulna in posizione anteriore e posteriore rispetto al radio ........................
Ossa del carpo
Ossa prossimali del carpo
Polso in abduzione o in adduzione
Osso scafoide anteriore o posteriore
OSSO semilunare anteriore o posteriore ...............................................................
Osso piramidale anteriore o posteriore
. .
Osso pisifornie ..................................................................................................
Osso trapezio anteriore o posteriore ......................... ................... .............
XII INDICE

Osso capitato anteriore o posteriore ................................................................... 8 1


Osso uncinato anteriore o posteriore ..................................................... 83
Base del I osso rnetacarpale posteriore o in abduzione rispetto al trapezio ............ 86
Basi dal Il al V osso metacarpale in posizione anteriore o posteriore
rispetto alle ossa distali del carpo ....................................................................... 9 1
Basi delle falangi in flessioiie, iii estensione o in abduzione-adduzione
rispetto alle teste metacarpali o falangee ............................................................ 94

Canca
Introduzione alle tecniche articolari dell'anca 99
Testa femorale anteriore rispetto all'acetabolo 102
Testa femorale posteriore rispetto all'acetaiiolo 106
Testa femorale in abduzione o in adduzioiie rispetto all'acetabolo ......................... 112
Testa feinorale in rotazione esterna 117
Testa feniorale in rotazione interna 121

Il ginocchio
Tibia anteriore 127
Tibia posteriore 132
Tibia in rotazione esterna 137
Tibia in rotazione interna 141
Tibia in adduzione (genu varuiii) 144
Tibia in abduzione (genu valgum) 149
Lesione del rnenisco mediale .............................................................................1 5 4
Lesione del menisco laterale 161
Testa del perone anteriore 168
Testa del perone posteriore ................................................................................ 1 7 2

La caviglia e il piede
Malleolo laterale in posizione anteriore o in posizione posteriore .......................... 1 8 0
Compattamento dell'astragalo nel mortaio peroneo~tibiale.................................... 1 8 7
Tibia anteriore 193
Astragalo aiitero~medialerispetto al mortaio peroneo-tibiale ................................. 200
Astragalo posterokxerale rispetto al calcagno 204
Calcagno in posizione anteriore (calcagno orizzontale) ...................
. . ............... . 208
Calcagno in posizione posteriore (calcagno verticale] 214
INDICE XIII

Calcagno in inversione ...................................................................................2 1 8


Calcagno in eversione ........................................................................................
222
Tubercolo dell'osso scafoide in alto ....................................................................2 2 6
Bordo mediale del cuboide in alto o in basso ................................................2 3 4
Secondo cuneiforme in posizione dorsale ............................................................2 4 5
Base del I metatarso in alto ........................................................................2 5 0
Basi del IV e del V metatarso in alto ...................................................................
254

Bibiografia ........................................................................................................
261
)II la spalla
Estremità laterale della clavicola in posizione anteriore rispetto all'acromion:
limitazione dell'articolarità negli spostamenti posteriori dell'estremità laterale
della clavicola rispetto all'acromion ............................................................ da Fig. 2 a 8

Estremità laterale della clavicola in posizione posteriore rispetto all'acromion:


limitazione dell'articolarità negli spostamenti anteriori dell'estremità laterale
della clavicola rispetto all'acromion ................................................................... da Fig. 9 a 1 4

Testa omerale in posizione anteriore e in posizione superiore:


limitazione dell'articolarità della testa omerale negli spostamenti
infero-posteriori rispetto alla glena omerale ........................................................ da Fig. 1 5 a 1 8

Testa omerale in posizione inferiore: limitazione dell'articolarità della testa


omerale negli spostamenti superiori rispetto alla glenoide della scapola .............. da Fig. 1 9 a 2 4

Estremità mediale della clavicola in posizione anteriore rispetto al manubrio


dello sterno: limitazione dell'articolarità dell'estremità mediale della clavicola
in posizione posteriore rispetto al manubrio dello sterno nei movimenti
d'adduzione orizzontale della spalla .................................................................. da Fig. 2 5 a 2 9

Estremità mediale della clavicola in posizione alta rispetto al manubrio dello


sterno: limitazione dell'articolarità in abduzione della spalla dal lato affetto
(limitazione non specifica per questo tipo di disfunzione) .................................... da Fig. 3 0 a 3 4

Estremità laterale della clavicola denominata "tasto da pianoforte" ..................... da Fig. 3 5 a 3 8


L1
Estremità laterale della clavicola in posizione anteriore rispetto all'acromion 3

Limitazione dell'articolarità negli spostamenti posteriori


dell'estremità laterale della clavicola rispetto all'acromion

DIAGNOSI

Fig. 2. Test di articolarità


Il terapista è in piedi dietro al soggetto, seduto su un lettino o
su uno sgabello (se lo sgabello ha le rotelle, è indispensabile
fissarle) con i piedi che poggiano sul pavimento.

Posizionamento delle mani


Il terapista afferra entrambi gli arti superiori del soggetto.

Il test nello specifico


Il terapista chiede al soggetto di flettere entrambe le braccia
spingendo il imovimento fino al suo massimo di ampiezza (l),
(2). Si ha un movimento deficitario in ampiezza dal lato affetto
poiché la articolarità limitata dell'estremita laterale della clavi-
cola nei movimenti posteriori impedisce il raggiungimento della
ampiezza massima nei movimenti in flessione della spalla. In
questo caso, è l'arto superiore destro (1)che presenta un'ani-
piezza deficitaria durante la flessione della spalla.

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dal lato opposto).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati ananinestici e clinici propri della storia di cia-
scun ~ a z i e n t e .
I 1 4 L4 SPALLA

n CAUSE -. -

Cause dirette Cause secondarie


Sport e hobby, attività lavorative, altre Esempio tutte le disfunzioni della scapola che
L'elevazione brusca di un braccio in alto e in avan- mettono in tensione il legamento conoide o il le-
ti (se questo movimento è effettuato in modo mol- gamento trapezoide (legamenti che uniscono il
to veloce) può portare a questo tipo di problema. processo coracoideo alla clavicola) possono alla
Questo tipo di movimento porta normalmente I'e- lunga portare a una disfunzione in "posizione an-
strernità laterale della clavicola in rotazione poste- teriore" della clavicola.
riore (o in posizione posteriore). Se il movimento
in questo caso e effettuato molto velocemente, la
clavicola non segue i l movimento, ma si trova
"bloccata" in posizione anteriore.

- L'esame è comparativo con il lato sano. Prima del trattamento bisogna. come sempre
quando si tratta di una disfunzione che colpisce
- Dolore aspecifico a livello della spalla.
un complesso articolare della spalla, esaminare e
- Il soggetto prova dolore quando si corica sulla trattare la regione cervico-dorsale e il resto del
spalla. complesso articolare della spalla.
- Dolore a livello del muscolo deltoide quando il
soggetto porta il braccio in abduzione.
- L'anteropulsione della spalla è diminuita perché
I'estremità laterale della clavicola non può ef-
fettuare il suo movimento di rotazione posterio-
re (è "bloccata" in posizione anteriore): tale mo-
vimento è bloccato sia durante la mobilizzazio-
ne attiva sia durante quella passiva.
- Dal momento che l'estremità laterale della cla-
vicola "bascula" in avanti. la rima articolare si
apre in avanti e alla palpazione si riscontra una
rima articolare acromio-claveare più aperta,
maggiormente apprezzabile al tatto. Si ha I'im-
pressione che la convessità della clavicola "sia
affossata" in avanti.
- L'interlinea acromio-clavicolare può essere do-
lente alla palpazione.
1 1 6 LA SPALLA

Fig. 5. Manipolazione, fase 1


l
La figura mostra contemporaneamente la presa stabilizzatrice
che si esercita sulla estremità laterale della clavicola e I'affer-
ramento dell'arto superiore destro del soggetto. L'appoggio an-
teriore sull'estremità laterale della clavicola viene mantenuto
grazie all'indice della mano sinistra del terapista (1).Viene ac-
cennata I'abduzione (2) dell'arto superiore destro del soggetto.

'
I
Fig. 6. Manipolazione, fase 2
Consiste nel mettere in tensione il segmento, manovra realiz-
zabile aumentando I'abduzione (1) contro i punti di contatto
claveari (2). Questo movimento di abduzione è associato a una
leggera retropulsione del braccio (3).

- Fig. 7. Manipolazione, fase 3


Dopo aver ripristinato la congruenza articolare,
la tecnica prosegue con un movimento ondula-
torio da posteriore ad anteriore (1).

Nota: Bisogna passare "al di sopra" della spal-


la, "alzare" il gomito al di sopra della spalla.
Esirernitò laterale della clavicola in posizione onieriore rispetto all'acrornion 7 1 I

Fig. 8. Manipolazione, fase 4


Il movimento termina in anteropulsione e in
adduzione (1)associata a una lieve rotazione
interna (2).

- PER UNA MANIPOLAZIONE


OTTIMALE
Attenzione!
- La tecnica è un movimento ondulatorio semi-
circolare che va dall'indietro all'avanti pas-
sando dall'alto. È necessario mantenere il
più possibile I'abduzione contro il "contatto"
claveare della mano sinistra.
- La cosa più importante durante questo movi-
mento è il contatto claveare della mano sini-
stra. che impedisce alla clavicola di spostar-
si anteriormente, permettendo alla scapola
(attraverso I'acromion) di recuperarla.
- Spesso è necessario ripetere la tecnica due-
tre volte.
- Si deve percepire un "click" a volte udibile.
- La stabilizzazione della parte antero-mediale
della clavicola è ottimale grazie all'appoggio
del pollice della mano sinistra del terapista
sulla spina della scapola.
GLI
Estremità lateraie della clavicoia in posizione
posteriore rispetto all'acromion
Limitazione dell'articolarità negli spostamenti anteriori
dell'estremità laterale della clavicola rispetto all'acromion

DIAGNOSI

Fig. 9. Test di articolarità


Il terapista è in piedi dietro al soggetto, che è seduto su un let-
tino o sci uno sgabello (rotelle bloccate) con i piedi poggiati sul
pavimento.

Posizionamento delle mani


Il terapista afferra i due arti superiori (posti in posizione neutra).

Il test nello specifico


Il terapista domanda in un primo momento I'estensione simul-
tanea delle due braccia. In un secondo momento, il terapista
spinge passivamente il movimento fino al massimo di ampiez-
za (1) e (2). Si ha un movimento deficitario in ampiezza dalla
parte affetta poiché il movimento deficitario dell'estremità la-
terale verso l'avanti impedisce il raggiungimento dell'ampiezza
massima durante I'estensione della spalla.
In questo caso, è l'arto superiore destro (1) che presenta un
deficit di ampiezza durante I'estensione della spalla.

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dalla parte opposta).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati anamnestici e clinici propri della storia di c i 3
I scun paziente.
Cause dirette Cause secondarie
Sport e hobby, attività lavorative, altre Esempio: una disfunzione che colpisce l'estremità
Mettere una giacca, un cappotto. cioè infilare una mediale della clavicola può portare per compensa-
manica, può causare questo tipo di problema. zione a una limitazione dell'articolarità nei movimen-
Questo gesto della vita quotidiana di abbassare il ti posteriori dell'estremità laterale della clavicola.
braccio verso i l basso e posteriormente porta nor-
malmente I'estremità laterale della clavicola in ro-
tazione anteriore (o in posizione anteriore).
Se tale movimento del braccio è molto veloce, la
clavicola può non seguirlo e , in questo caso. al
suo termine rimanere bloccata posteriormente.

- I l test deve essere comparato con i l lato sano Attenzione!


- La retropulsione della spalla è diminuita perché Prima del t r a t t a m e n t o bisogna. c o m e sempre
I'estremità laterale della clavicola non può ef- quando si tratta di una disfunzione che colpisce
fettuare il suo movimento di rotazione anteriore un complesso articolare della spalla, esaminare e
(è "bloccata" in posizione posteriore). Questo trattare la regione cervico-dorsale e i l resto del
movimento di retropulsione è limitato sia duran- complesso articolare della spalla.
t e la mobilizzazione attiva sia durante quella
passiva.
- Il terzo laterale della clavicola sembra situato
più posteriormente.
- La rima articolare è "chiusa", difficile da palpare.
- I tessuti sono poco tesi.
- A causa della rotazione posteriore dell'estremità
laterale della clavicola, la cunvessità anteriore di
quest'ultima sembra più alta, più sporgente.
- La palpazione della rima acromio-claveare può
evocare dolore.
10 LA SPALLA

TECNICA DI MANIPOLAZIONE

Fig. 10. Posizione del soggetto e del terapista


Applicazione dei parametri
Il soggetto è seduto, il terapista in piedi dietro a lui. La cosa più
importante nel movimento che segue, è il contatto claveare del-
la mano sinistra che è appoggiata sulla parte laterale della cla-
vicola (con l'aiuto della presa pollice-indice), con un appoggio
posteriore attraverso la falange distale del pollice del terapista
che sarà mantenuto per tutta la durata della mobilizzazione.

Fig. 11. Manipolazione, fase 1


In questo primo tempo, il terapista realizza la presa di contatto
con l'estremità posteriore e laterale della clavicola attraverso
In seguito,
la falange distale del pollice della mano sinistra (1).
flette il braccio del soggetto (2) per cercare di ripristinare la
congruenza tra i capi articolari.

Si mette in tensione il segmento aumentando I'ab


duzione (1) contro il punto di contatto claveare (2).
Estremità laterale della clavicola in posizione posteriore rispetto all'acromion

Fig. 1 3 . Manipolazione, fase 3 - m.--


11

Ld
Dopo aver ottenuto la congruenza articolare, la
tecnica prosegue con un inovimento ondulato-
rio da posteriore ad anteriore (1).

Nota: Prima di eseguire questo n~ovimentopo-


stero-anteriore (cioè in senso orario, rispetto al
punto di vista di chi osserva il movimento della
propria spalla), bisogna che il terapista abbia
superato i 90" di abduzione della spalla.

Fig. 14. Manipolazione, fase 4


Questo movinlento termina in flessione e in
abduzione (1)associata a una lieve rotazione
interna della spalla (2).

iPER UNA MANIPOLAZIONE


OTTIMALE
Attenzione!
- E un movimento ondulatorio semicircolare dal-
l'indietro all'avanti passando dal basso.
La cosa più importante in questo movimento è
il contatto claveare della mano sinistra che im-
pedisce alla clavicola di spostarsi posteriormen-
te. permettendo alla scapola (attraverso I'acro-
rnion) di recuperarla.
- E spesso necessario ripetere la tecnica due-tre
volte e si deve percepire un "click" a volte udibile.
Testa omerale in oosizione anteriore
e in posizione superiore
Limitazione dell'articolarità della testa omerale
negli spostamenti infero-posteriori rispetto alla glena omerale

DIAGNOSI

Fig. 15. Test di articolarita


Posizionamento delle mani
Il test è effettuato contemporaneamente a sini-
stra e a destra. Il terapista pone entrambi i pol-
lici sul bordo posteriore dell'acromion; l'indice,
il medio e l'anulare ricadono sulla parte ante-
riore della testa omerale.

Il test nello specifico


Il terapista apprezza la posizione anteriore e la
posizione superiore della testa omerale (lo
spazio compreso tra l'estremità laterale della
clavicola e la testa omerale è ridotto). Il terapi-
sta sposta la testa omerale posteriormente (1)
e ne verifica la capacità o meno di movimento.

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dalla parte opposta).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati anamnestici e clinici propri della storia di c i a
scun paziente.
Testa omerale In posizione anteriore e in posizione superiore 13 1 1

Cause dirette Cause secondarie


Sport e hobby, attività lavorative, altre Cause adattative
Ogni sequela postuma di una lussazione o una Esempio: una patologia dorsale (tra T4 e T7) si ri-
frattura della testa omerale che porta limitazione percuote sulla testa omerale attraverso la scapo-
dell'articolarità di una spalla. la (la testa omerale si deve adattare "riposizio-
nandosi" in alto e in avanti).
Altre
- Dormire s u un fianco, sulla spalla e s u un let- Contratture muscolari
t o troppo duro possono portare a questo tipo Localizzate a livello dei muscoli deltoide medio e po-
di problema. steriore. del grande rotondo o del sottoscapolare.
- Spesso si ha una testa alta e anteriore a livello
del braccio "dominante" (a destra per i destri. a
sinistra per i mancini).

Esaininando di fronte i l soggetto posto in posizio- La limitazione dell'articolarità della testa omerale
ne eretta davanti al terapista, lo spostamento del- raramente è un problema isolato.
la testa omerale appare nettamente in posizione
Bisogna dunque (prima del trattamento) verifica-
superiore e anteriore. Questa posizione descritta
re l'insieme del complesso articolare della spal-
è altrettanto riscontrabile alla palpazione.
la e i gruppi muscolari che vi si inseriscono.
Bisogna inoltre verificare la cerniera cervico-dor-
sale e cioè i l tratto da C 5 a T 4 , perché molto
spesso le cause secondarie a questo tipo di pro-
blema sono delle alterazioni della sinergia rnusco-
lare con punto di partenza cervicale e toracico.
Bisogna distendere la muscolatura della regione
scapolare. Questo aspetto del trattamento non
viene indicato perché esula dagli argomenti di
questo volume.
u 14 LA SPALLA

TECNICA DI MANIPOLAZIONE

Fig. 16. Posizione del soggetto e del terapista


Il soggetto è supino, il terapista è in piedi dal lato omolaterale,
e si interpone tra il torace e il braccio del soggetto. L'indice del
terapista identifica il profilo della testa omerale in cui posizio-
nerà la presa.

1
Fig. 17. Applicazione dei parametri
La mano sinistra del terapista blocca il gomito del soggetto, la
mano destra si pone sulla parte anteriore della testa omerale
, attraverso la parte intermedia della prominenza ipotenar; le ul-
time tre dita di questa mano si distendono sulla parte supero-
posteriore della testa.

i
Testa omerale in posizione anteriore e in posizione superiore 15 1 1

Fig. 18. Manipolazione


Il terapista traziona il braccio lungo il suo asse (1)per far scen-
dere la testa omerale. In seguito, tra la pinza dell'ipotenar e
delle tre ultime dita ( 2 ) ,il terapista spinge la testa omerale dal-
l'avanti all'indietro e dall'interno all'esterno contemporanea-
inente ad un aumento della rotazione esterna ( 3 ) tramite la ma-
no sinistra. Poi applica un impulso breve e rapido nella direzio-
ne della tensione e contro la resistenza.

-PER
i - UNA MANIPOLAZIONE OTTIMALE
--

Mobilinazione senza impulso Mobiliuazione con impulso


I parametri da rispettare per realizzare una buona - È necessario posizionarsi perpendicolarmente
mobilizzazione senza inlpulso sono identiche a all'articolazione in questione (vedi oltre). In caso
quelli che si devono applicare per un tecnica con contrario la trasmissione del movimento rischia
impulso. di far risalire la testa omerale da dove si era fat-
ta ridiscendere.
- Seguendo la configurazione anatomica dell'arti-
colazione gleno-oinerale che si tratta, e delle
eventuali lesioni o disfunzioni. il terapista farà
attenzione a rispettare l'ampiezza di movimento
ottimale e adeguata in funzione di questa lesio-
ne o disfunzione. Potrà allora effettuare la sua
inobilizzazione con o senza impulsi a gradi di
ampiezza variabili in abduzione. La inanipolazio-
ne può essere realizzata a O" di abduzione e in
questo caso I'arto inferiore destro del terapista
non potrà frapporsi tra il lettino e I'arto superio-
re del soggetto.
I 1 16 LA SPALLA

Limitazione dell'articolarità della testa omerale


negli spostamenti superiori rispetto alla glenoide della scapola

DIAGNOSI

Fig. 19. Test di articolarità


Non esiste un test di articolarità specifico per
questo genere di disfunzione: i dati anamnesti-
ci e l'esame obiettivo sono sufficienti per ap-
prezzare il problema. Si nota nella cavità ascel-
lare una protuberanza che corrisponde alla te-
I
sta omerale. l!
Testa omerale in posizione inferiore 17

Cause dirette troppo pesanti, o che sono sorpresi dal1 estre


iiia pesantezza del carico.
Sport e hobby, attrvita lavorative, altre
- Bisogna segnalare piu precisamente che qual- Frequente in coloro che si addormentano su un
siasi trauiiiatisi i o subito dail articolazione gle bancone (alcool) su entrambe le braccia (brac
no oiiierale (qualora quest ultima sia abdotta) cia posizionate in abduzione e in rotazione inter-
portano a una testa bassa na gomiti al1 aria

- La pratica di certi sport conle il rugby i l calcio. - Caduta a pelle di leone con le braccia in fles
lo sci predispone a questo tipo di disfunzione sione massima

- Caduta sull'estreinita della spalla - Frequente nei bambini che vengono tirati per
le braccia
- Particolarmente frequente nelle persone anzia
ne che portano o tentano di sollevare cariclii

- L'abduzione del braccio è iinpossibile Bisogna esaminare i l coinplesso articolare del-


la spalla nel suo insieme (così come i inuscoli
- I l dolore è irradiato a tutto il braccio.
che vi SI inseriscono).
- All'esanie obiettivo. il soggetto è in posizione
- Bisogna inoltre esaminare la cerniera cervico-
eretta di fronte al terapista: si nota una depres-
dorsale.
sione sulla parte laterale della spalla (giusto
sotto I'acromion). - Bisogna sapere assolutamente "in che modo"
si è adattata la s ~ a l l a .
- Questa posizione in basso della testa omerale è
altrettanto apprezzabile alla palpazione: un certo
numero di muscoli sono in tensione, in partico-
lare i l grande pettorale e i l grande rotondo.
u 18 LA SPALLA

TECNICA DI MANIPOìAZIONE

Fig. 20. Posizione del soggetto


e del terapista.
Applicazione dei parametri, fase 1
Il soggetto è supino, il terapista è in piedi dal
lato omolaterale.
Mano sinistra: afferra il gomito del soggetto.
Mano destra: si appoggia nel cavo ascellare in
modo da venire a contatto con la testa omera-
le, attraverso la parte media della testa del se-
condo metacarpo.

Fig. 21. Applicazione dei parametri, fase 2


Il terapista è in piedi dal lato della disfunzione nella fessura
anteriore tra braccio e torace del soggetto.
Mano sinistra: afferra il gomito del soggetto e porta l'arto su-
periore destro del soggetto in abduzione (1)per mettere in evi-
denza la sporgenza della testa omerale nel cavo ascellare.
Mano destra: prende contatto con la testa omerale attraverso la
parte media dell'articolazione metacarpo-falangea dell'indice (2).

Fig. 22. Manipolazione


La mano sinistra regola tutti i parametri della tecnica ed è fon-
damentale per mettere in tensione il segmento.
- Questa va a regolare il parametro della rotazione esterna (1)
o interna (2) (il movimento è minimo. ha il fine di trovare il
"passaggio" ottimale).
- Il terapista "fa salire" ( 3 ) o "scendere" (4) I'omero (condilo
omerale) per facilitare altrettanto 1 1 "passaggio" della tecnica.
- Dopo che si è trovato il "passaggio". si attiva la mano pros-
simale (quella che fa risalire la testa) (5). La mano distale
seguirà il movimento.
Tesh ornerale in posizione inferiore 19 / i

Fig. 23. Posizione del soggetto e del terapista, variante


I l terapista si dispone al di là del gomito del soggetto e non si
I
interpone tra il lettino e il braccio del soggetto. E la manipola-
zione da realizzare nel caso in cui sia impossibile per i l sogget-
to abdurre il braccio.

Fig. 24. Applicazione dei parametri,


manipolazione, variante
La mano destra, che è nel cavo ascellare, viene a contatto con
la testa omerale attraverso la parte intermedia dell'articolazio-
ne metacarpo-falangea dell'indice. La manipolazione si realizza
esercitando una spinta verso l'alto e verso l'esterno (1).

iPER UNA MANIPOLAZIONE


OTTIMALE
--
Mobiliuazione senza impulso
La mobilizzazione è costituita da movimenti ripeti-
tivi fino all'ottenimento del risultato.

Nota: I movimenti sono identici a quelli che si utiliz-


zano nella mobilizzazione con impulso (figura 22).
Estremità mediale della clavicola in posizione
anteriore rispetto al manubrio dello sterno
Limitazione dell'articolarità dell'estremità mediale
della clavicola in posizione posteriore rispetto al manubrio
dello sterno nei movimenti d'adduzione orizzontale della spalla

DIAGNOSI

Fig. 25. Test di articolarità, fase 1


Posizionamento delle mani
Mano sinistra: afferra con l'aiuto della presa pollice-indice I'e-
stremità mediale della clavicola.
Mano destra: afferra l'arto superiore del soggetto a livello del
gomito.

Il test nello specifico: fase l


Dopo aver posto il braccio del soggetto in abduzione (1).il te-
rapista porta l'arto in retropulsione (2) e osserva con l'aiuto
della presa pollice-indice il movimento dell'estremità mediale
della clavicola (3). Durante questo movimento l'estremità si
deve anteriorizzare.

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dalla parte opposta).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati anamnestici e clinici propri della storia di cia-
scun paziente.
Estremit. mediale della clavicola in posizione anteriore rispetto al manubrio dello sterno 21 1 1

Fig. 26. Test di articolarità, fase 2


Posizionamento delle mani
Mano sinistra: sempre con l'aiuto della presa pollice-indice af-
ferra I'estremità mediale della clavicola.
Mano destra: sostiene sempre l'arto superiore del soggetto a
livello del gomito.

Il test nello specifico: fase 2


Il terapista, mantenendo sempre la presa della mano sinistra,
porta il braccio del soggetto in adduzione orizzontale (1)e os-
serva il movimento dell'estremità mediale della clavicola. Du-
rante questo movimento I'estremità si deve posteriorizzare.

iCAUSE

Cause dirette Cause secondarie


Sport e hobby, attività lavorative, altre Un problema di manipolazione della mobilità ri-
Sequele di traumatismi diretti o indiretti. guardante la prima costa avrà delle ripercussioni
Per ciò che riguarda la pratica sportiva, si può cita- (attraverso i legamenti costo-claveari) sull'articola-
re il rugby (tra gli sport di "contatto"), lo sci, ecc. rità della clavicola.
Ogni manipolazione della mobilità che interessa
una delle articolazioni del complesso articolare
della spalla avrà delle conseguenze sull'articola-
rità della clavicola.

i A PROPOSITO m DA RICORDARE
DELL'ESAME OBIETTIVO PRIMA DELLA MANIPOLAZIONE
L"'anteriorità" dell'estremità mediale della cla- - Rilevare preliminarmente la compensazione pri-
vicola rispetto al manubrio dello sterno può in- ma di cominciare il trattamento.
durre una limitazione in flessione della spalla.
- La maggior parte delle disfunzioni sono croniche;
Nella maggior parte dei casi questa disfunzione bisognerà dunque rieseguire la manipolazione.
è cronica e non dolorosa.
- Prima di cominciare il trattamento manipolativo
Si può avere fastidio nel movimento d'abduzio- bisogna esaminare tutto ciò che potrà favorire
ne e nel movimento che consiste nel portare la le recidive. Per esempio, le contratture che si
mano sulla spalla opposta attraverso una addu- possono evidenziare a livello dello SCOM (ster-
zione orizzontale. nocleido-occipito-mastoideo), del grande petto-
rale attraverso la parte media del capo claveare
e dei muscoli scaleni.
- Trattare se necessario le articolazioni costo-
sternali prossimali.
I 1 22 LA SPALLA

TECNICA DI MANIPOLAZIONE

Fig. 27. Posizione del soggetto e del terapista


Il soggetto è supino, il terapista in piedi dal lato omolaterale
afferra la mano destra del soggetto sotto al polso. L'indice de-
stro del terapista identifica l'estremità mediale della clavicola
su cui si applicherà la presa.

Fig. 28. Applicazione dei parametri


La base dell'eminenza ipotenar della mano destra del soggetto
si poggia sull'estremità mediale della clavicola (1).
Estremitd mediale della clavicola in posizione anteriore riipeno al manubrio dello sierno 21 ( 1

Fig. 29. Manipolazione


La trazione deve essere corretta fin dall'inizio, come del resto
il trattamento. Bisogna prendere un appoggio niolto preciso
sulla clavicola (l),e in seguito si può rilasciare la pressione
(ma è necessario mantenere quello che si è guadagnato). In
seguito la mano destra rimane ferma, mentre è la mano sini-
stra che permette l'applicazione dei parametri della tecnica. Bi-
sogna lavorare su tre fasi:
- trattamento della parte anteriore ( 2 ) ,
- trattamento in lieve abduzione (3) e in lieve rotazione ester-
na (4) o interna (5) seguendo la niorfologia del soggetto,
- a manipolazione viene realizzata attraverso una rotazione del
tronco (6) del terapista, durante la fase terminale dell'espi-
razione da parte del soggetto.

Mobiliuazione senza impufso Mobiliuaxione con impulso


I parametri sono gli stessi della manipolazione: la - Il braccio destro del terapista deve essere stret-
sola differenza risiede nel fatto che è necessario tamente perpendicolare all'articolazione sterno-
permettere il movimento a! gomito destro. Questo costoclaveare.
permette di conservare un piccolo movimento a "pi-
- L'appoggio della mano destra non deve mai es-
stone" modellato sulla respirazione del soggetto.
sere troppo marcato. In questo caso il soggetto
si "difende" inspirando e la manipolazione non
può essere efficace a causa della contrazione
di tutti i muscoli. diventando anzi nel migliore
dei casi inefficace. nel peggiore dannosa.
Estremità mediale della clavicola in posizione
alta rispetto al manubrio dello sterno
Limitazione dell'articolarità in abduzione
della spalla dal lato affetto*

DIAGNOSI

Fig. 30. Test di articolarità


Il terapista è in piedi dietro al soggetto (le piante de piedi sono
appoggiate al pavimento)

Posizionamento delle mani


Il terapista afferra con l'aiuto delle due mani entrambi i gomiti
del soggetto.

Il test nello specifico


Il terapista porta simultaneamente entrambe le braccia in ab-
duzione (1.2). Nel caso di una clavicola in posizione superiore
(in posizione sovrasternale) I'abduzione non è totale dalla par-
te della disfunzione. Nel caso di cui ci occupiamo, è l'arto su-
periore destro che presenta un'ampiezza deficitaria durante
I'abduzione della spalla.

Nota: Una tale disfunzione si può vedere a occhio nudo.

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dalla parte opposta).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati anamnestici e clinici propri della storia di cia-
scun paziente.

' Limitazione non specifica per questo tipo di disfunzione


iCAUSE
Estremità mediale della clavicola in posizione alta rispeiio al manubrio dello sterno 25

L1
Cause dirette Cause secondarie
Sport e hobby, attività lavorative, altre Le possibili contratture croniche dei muscoli che
Le cause sono identiche a quelle descritte a pro- si inseriscono sulla clavicola possono ugualmente
posito dell'estremità mediale della clavicola in po- generare questo tipo di disfunzioni.
sizione anteriore rispetto al manubrio sternale
(P%. 31).
In modo più specifico si può dire che sollevare un
carico di cui si è sottovalutato il peso (soprattut-
to nel caso di un braccio posizionato in lieve fles-
sione e abduzione) può portare a questo tipo di
disfunzione.

iA PROPOSITO W DA RICORDARE
-.p-
DELL'ESAME
- - -OBIETTIVO
-- p-.-
PRIMA DELLA MANIPOLAZIONE
p
p
.~...~
. ~

- Non necessariamente viene lamentato dolore. - L'obiettivo del trattamento manipolativo non
sarà raggiunto se non si considereranno preli-
- Nella maggior parte dei casi si tratta di lesioni
minarmente le compensazioni.
croniche e per lo più non dolorose.
- La maggior parte di queste disfunzioni sono cro-
- Ci può essere fastidio nel movimento d'abduzione
niche: il trattamento manipolativo dovrà dunque
della spalla e nel gesto che consiste nel portare il
essere rieseguito.
braccio in un movimento di adduzione orizzontale.
- Bisogna esaminare prima di cominciare il tratta-
mento tutto ciò che può favorire le recidive. in
particolare valutare le eventuali contratture che
possono verificarsi a livello dei muscoli che si
inseriscono sulla clavicola.
TECNICA DI MANIPOLAZIONE

Fig. 31. Posizione del soggetto e del terapista

-
7
L'indice del terapista identifica l'estremità mediale della clavi-
cola in cui si posizionerà la base dell'eminenza ipotenar. Il sog-
getto è supino, il terapista è seduto su uno sgabello posto die-
tro la testa del soggetto.

Fig. 32. Applicazione dei parametri, fase 1


La base dell'eminenza ipotenar (1)si pone sul-
I'estrernita mediale della clavicola La mano
destra del terapista (2) induce una rotazione
della testa (3) in modo da liberare bene la zona
da manipolare.

Fig. 33. Applicazione dei parametri, fase 2


Mano destra: afferra l'arto superiore del sog-
getto al di sopra del gomito e lo porta in abdu-
zione (elrotazione
) esterna (2).
Mano sinistra: si pone sull'estremità mediale del-
la clavicola con la base dell'eminenza ipotenar.

Nota: L'avambraccio sinistro del terapista (3)


si posiziona subito lateralmente alla testa e al
collo del soggetto.
L Al
Estremità mediale della clavicola in posizione alta rispetto al manubrio dello sterno 27

Si pone in trazione il segmento seguendo la


direzione della clavicola. Si avrà dunque una
trazione verso l'esterno e verso l ' a l t o (1).
Quando si e realizzata la trazione, il terapista
esercita attraverso la parte media del suo
avambraccio sinistro (4) un impulso breve e
rapido diretto rigorosamente dall'alto verso il *-- 'tI..-1
basso: si veda qui sotto il paragrafo Mobiliz- l
zazione con impulso.

r PER-UNA MANIPOLAZIONE OTTIMALE


- P -
-
Mobiliuazione senza impulso Mobilizzazione con impulso
- È necessario lavorare durante i movimenti ripe- È necessario essere estremamente precisi riguar-
titivi continuamente sulla rotazione esterna. do all'applicazione dei diversi parametri della
messa in trazione (vedi figura 34): trazione ( l ) ,
- Mantenere salda la presa della inano sinistra
abduzione (2), rotazione esterna (3), al fine di fo-
durante il movimento combinato trazione/ab-
calizzare meglio l'impulso applicato sull'articola-
duzione/rotazione esterna eseguita dalla ma-
zione sterno-costo-claveare (4).
no destra.
I 1 28 LA SPALLA

Estremità laterale della clavicola


denominata "tasto di pianoforte"
DIAGNOSI

Fig. 35. Test di articolarita


Il soggetto è seduto sul lettino. Si appoggia sulle sue mani, i
gomiti sono estesi. Il soggetto si solleva grazie all'appoggio
delle mani. Dal lato leso, si vede chiaramente l'elevazione del-
la clavicola (1).

Il test è apprezzato in modo quantitativo, qualitativo e comparativo (effettuando lo stesso


movimento dalla parte opposta).
Il test di articolarità deve essere eseguito una seconda volta dopo aver realizzato la tecnica
di manipolazione.

Nota: La diagnosi della mobilità integra i test con i dati anamnestici e clinici propri della storia di cia-
scun paziente.
Estremità laterale della clavicola denominata "tasto di pianoforte" 29

Cause dirette - il sollevamento brusco da terra di un carico


troppo pesante con le braccia estese (poiché il
Sport e hobby, attività lavorative, altre
carico è troppo pesante, la scapola è tratta ver-
Eccetto i traumatismi diretti o indiretti che si
so il basso mentre la clavicola rimane in
possono riscontrare durante la pratica sportiva,
segnaliamo: - caduta sull'estremità della spalla (rugby, hockey
su ghiaccio, ecc.).
- la caduta sulle braccia in estensione;

- Idrartro all'inizio. - Se il traumatismo è recente (nelle 24 ore) è ne-


cessario manipolare e applicare un bendaggio
- Qualsiasi trazione aumenta il dolore.
per immobilizzare l'articolazione.
- Si ha una mobilizzazione dell'estremità della
- Oltre questo periodo di tempo, bisogna osserva-
clavicola con "tasto di pianoforte".
re in che modo il complesso articolare della spal-
- Dolore localizzato a livello del processo coracoideo la e la cerniera cervico-dorsale si siano adattati
(sono i legamenti stirati e in tensione fra la clavico- (non si dimentichi di osservare la prima costa).
la e il processo coracoideo a procurare dolore).
Nota: E chiaro che legamenti stirati gravemente
- Appoggiarsi sulle mani aggrava la disfunzione (a
dal traumatismo rendono impossibile qualsias~re-
causa della risalita della clavicola). Questo "test"
cupero della lesione.
è interessante perché. in caso di edema, que-
st'ultimo maschera lo spostamento articolare.
I 1 30 L4 SPALLA

TECNICA DI MANIPOLAZIONE

Fig. 36. Posizione del soggetto


e del terapista
Il soggetto è seduto. il terapista è in piedi die-
tro il soggetto. L'indice della mano sinistra
del terapista identifica l'estremità laterale del-
la clavicola in cui si applicherà la presa della
mano destra.

Fig. 37. Applicazione dei parametri


Mano sinistra: si pone sulla faccia superiore
della clavicola. il più vicino possibile all'estre-
mità dell'osso, tramite la faccia radiale del-
l'indice (1).
Mano destra: afferra il gomito del soggetto e si
muove in modo sinergico con l'arto inferiore.

Fig. 38. Manipolazione


La mano sinistra accentua il contatto e abbas-
sa la clavicola (l), la mano destra esercita una
trazione lungo l'asse della clavicola ( 2 ) , poi
un'abduzione (3) (è necessario che I'acromion
"vada incontro" alla clavicola e che la riporti
verso il basso).
L'applicazione dei parametri deve essere rigo-
rosa in modo tale che, quando I'acromion
sarà di nuovo congruente, l'impulso portato
dall'alto verso il basso sia il più possibile bre-
ve e leggero.

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