Slide 1:
La degradazione del glicogeno di riserva avviene ad opera di un altro meccanismo, è
catalizzato dal glicogeno fosfolilasi che sfrutta i fosfati per interrompere il
legame glifosidico , in particolare il fosfato in organico. Là glicogeno
fosforilasi utilizza un fosfato per portare al distacco di un glucosio
dall’estremità non riducente del glicogeno che mostrerà appunto un gruppo fosfato
sull’estremità non riducente.
Perché si deve venire a formare un prodotto come quello che vedete a destra in cui
appunto c’è l’uracile che è legato al ribosio e a questo sono legati due fosfati di
cui uno è legato al glucosio e al carbonio 1. Perché è necessario questo precursore
per portare alla sintesi del polisaccaride glicogeno e in realtà questo è un
esempio ma a molti polisaccaridi vengono sintetizzati da enzimi di questo genere.
Allora in primo luogo perché questi composti vengono sintetizzati in maniera
reversibile grazie alla pinofosfatasi inorganica, quindi è una scelta tra
virgolette energetica che avviene in maniera molto efficiente, inoltre, la presenza
del nucleotide, del ribosio e del nucleodite due fosfati fornisce a questo
substrato delle caratteristiche che lo rendono in grado di legarsi in maniera molto
efficiente al sito attivo degli enzimi. In particolare i nucleotidi possono
interagire favorevolmente col sito attivo dell’enzima che ben coinvolto nella
sintesi del glicogeno perché favorisce l’energia libera di legame e aumenta
l’energia libera di binding.
Vi ricorderete e anzi a questo punto andatevi a vedere cos’è l’energia libera di
legame, cioè la quantità di energia che permette l’abbassamento dell’energia di
attivazione.
Un terzo motivo per cui gli ntp-zuccheri sono i substrati ideali per la sintesi dei
polisaccaridi è che le basi azotate, le componenti nucleotidiche sono degli ottimi
gruppi uscenti, e cioè in particolare l’enzima che porta la sintesi polisaccaridi
che è la glicosi trasferasi utilizza molto vantaggiosamente questi substrati per
permettere il distacco del gruppo uscente, costituito dall’ntp e quindi
dall’uracile, il ribosio e il due fosfati. In fine gli zuccheri, se vengono tra
virgolette etichettati da un nucleotide di fosfato sono sottratti al catabolismo
degli altri monosaccaridi. In pratica infatti una volta che questi zuccheri sono
modificati in questa maniera, il loro destino verso la sintesi dei polisaccaridi è
segnato, proprio perché sono reazioni che avvengono in maniera irreversibile e
quindi vengono destinati alla biosintesi della fase anabolica più tosto che alla
fase catabolica. Viceversa quando gli zuccheri sono fosforilati possono avere
ancora un destino intermedio, per esempio il glucosio sei fosfato può andare
incontro alla glicolisi e quindi alla demolizione, ma può andare incontro anche
alla formazione dei nucleotidi bifosfati e di zuccheri che possono essere poi
utilizzati appunto nella biosintesi dei polisaccaridi.
Slide 10: i legami a(1-6) del glicogeno sono formati in una reazione catalizzata
dall’enzima ramificante

Là glicogeno sintasi però è in grado soltanto di sintetizzare legami alfa(1-4), non
è in grado di sintetizzare legami alfa(1-6). Mentre noi sappiamo che il glicogeno è
una molecola che deve essere ramificata e quindi che presenta legami misti. Come
vedete nella figura abbiamo una catena costituita da glucosio, e tutte legati con
legami alfa(1-4) che sono il risultato dell’azione della glicogeno sintasi. Come
avviene la sintesi del legame alfa(1-6)? Questo avviene con un terzo enzima che
prende il nome di enzima ramificante. In pratica questo enzima catalizza la
reazione inversa delL’enzima deramificante che abbiamo visto nel caso del
catabolismo del glicogeno, perché come vedete in pratica agisce su un estremista di
sei/ sette residui da estremità non riducente che qui sono indicate con i glucosi
che non sono colorati al centro e porta al trasferimento di questo olicosaccaride,
di questo in particolare fatto da sette glucosi legati da alfa(1-4) e quindi agisce
con una reazione di idrolisi che interrompe il legame oulitosodico tra il glucosio
giallo e il glucosio bianco, e trasferisce questo politosaccaride quindi idrolisi e
poi trasferimento a un glucosio a quattro unità, quindi quella dopo. Salta tre
glucosi ( gialli ) e lega le estremità riducenti dell’olicosaccaride a 7 glucosi al
glucosio interno. In questa maniera ha creato una ramificazione, quindi ha creato
un legame alfa(1-6) che è il punto di ramificazione. Vi ho detto che questo enzima
svolge una reazione inversa rispetto a quello dell’enzima deramificante, perché
come vi ho fatto vedere in una diapositiva precedente ( slide2 ) l’enzima
deramificante agisce prima interrompendo un legame trasferendo un gruppo di 3
residui dalla ramificazione a la catena lineare e poi agisce con l’idrolisi nella
fase due e quindi deramifica.
In questo caso abbiamo che invece prima avviene in idrolisi, quindi l’enzima
deramificante interrompe il legame tra glucosio bianco e glucosio giallo e poi
trasferisce questo legame allo succhero più interno, quindi svolge una trans di
glicosilazione. Per questo motivo l’enzima ramificante prende il nome di amilo (1-
4)(1-6) transglicosilasi, quindi trasferisce degli zuccheri da un punto all’atro.
Il risultato dell’azione degli enzima ramificante, come potete vedere qui sono due
catene lineari, quindi una è quella che si è appena formata con l’olicosaccaride
che avete visto con un estremità non riducente libera e l’altra che invece è più
corta. Entrambe queste molecole possono costituire gli inneschi ( primer) e là
glicogeno sintasi può andare alla formazione di catene ancora più lunghe. Man mano
che si allungano interviene di nuovo la amilo (1-4)(1-6) transglicosilasi e porta
un ulteriore deramificazione. Vi ricordò che il glicogeno è un polisaccaride
notevolmente ramificato, con una ramificazione ogni 8/ 16 residui, quindi è molto
più ramificato dell’altro. Vi faccio notare ancora una cosa, vedere che la catena
del glicogeno, all’estremità destra è legata a qualcosa che viene indicata come
granulo di glicogeno. In pratica la domanda che viene spontanea da questo
meccanismo è: Ma come comincia a funzionare là glicogeno sintasi? Cioe se là
glicogeno sintasi, come abbiamo visto nella diapositiva precedente trasferisce un
glucosio dall’utp glucosio a una catena nascente, qual è il primo passo, come si
crea la catena nascente in modo tale che poi possa essere allungata, perché è
abbastanza chiara e condivisibile che possa essere allungata, ma qual’è l’innesco,
come si crea l’innesco? Ebbene l’innesco è caratterizzato da una proteina che
prende il nome di glicogenina. In questo granulo di glicogeno infatti è presente
questa proteina che voi vedete qui a destra costituita da un dinero che è in grado
di trasferire su se stessa un singolo glucosio a partire dall’udp glucosio, quindi
anche questo è una sintasi, ma in questo caso trasferisce il glucosio dall’udp
glucosio non a uno zucchero ma a un aminoacido in particolare alla Tyr194.
Successivamente aggiunge a questo singolo glucosio altro 7 residui di glucosio
stesso, sempre in auto catalisi, cioè li trasferisce a se stesso. A questo punto si
è creato l’innesco e là glicogeno sintasi trova una catena sufficientemente lunga
per poter legare i nuovi glucosi che si vengono a formare. Perché deve essere una
reazione che avviene soltanto quando sono presenti 8 glucosi. Questo dipende dal
sito attivo di questo enzima che riconosce i polisaccaridi, quindi non è in grado
di funzionare là glicogeno sintasi quando sulla glicoglilina è presente un unico
glucosio. I granulo di glicogeno che si vengono a formare quindi nel loro interno,
nel punto più nascosto una proteina a cui si attaccano tutte queste catene.