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ALLENATI ALLA FELICITÀ

Pierluigi D’Alessio
www.CRESCITA-PERSONALE.ORG
[anno 2012]

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Prima di entrare nello specifico dell’argomento credo sia

giusto presentare Pierluigi D’Alessio, cioè me stesso, autore

di questo report. Chi sono?

Sono un Sociologo del Lavoro, sono nato a Roma, ed ora vivo

a Milano, dove lavoro per una azienda della grande

distribuzione specializzata no food.

Sono un formatore aziendale e life coach, appassionato di

formazione motivazionale e crescita personale da parecchi

anni, ovvero da quando durante la mia prima vera

esperienza di lavoro come figura commerciale all’interno di

un’agenzia di lavoro ebbi la possibilità di partecipare ad una

giornata formativa con Mark Adams Bell, il quale mi ha

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ispirato ad approfondire alcune tematiche legate al mondo

del coaching. Da questa passione è nato il mio blog crescita-

personale.org che vuole essere un punto di riferimento per

vivere felici.

Lo scopo di questo breve report, vuole essere un “sostegno”

pratico per chi almeno una volta nella vita si è trovato a

pensare dove fosse la propria felicità. Cercare il contatto con

il sé interiore, con il sé più profondo della propria mente,

attraverso alcune regole molto sintetiche e semplici di

comportamento, capaci di raddrizzare la propria vita in

modo permanente sul proprio percorso di armonia e felicità.

Tutti noi ricerchiamo in ogni cosa che facciamo la felicità!

La felicità per me è un diritto che tutti noi dovremmo

raggiungere anche se purtroppo nella mia vita ho notato che

la maggior parte delle persone si concentrano su ciò che non

hanno e sulla mancanza di felicità. Ma perché alcune persone

sono perennemente infelici ed altre sono felici? Cosa fa la


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differenza? Dal dna? Perché a qualcuno la vita le viene

semplice e ad altri meno?

Il mio obiettivo sarà quello di proporre un modello per

allenarci alla felicità, conoscere le minacce della felicità e

tirar fuori qualche strumento per renderci felici. E’ ovvio che

in alcuni momenti della vita non si può essere felici e non

bisogna far altro che accettare, digerire, assorbire, elaborare

determinate sofferenze.

Ma cosa è la felicità? Per alcuni può essere un valore ma

secondo me è molto di più di un valore, se vogliamo è lo

scopo ultimo della nostra esistenza. Per altri, essere felici

significa non avere problemi e quindi per queste persone la

felicità è l’assenza di problemi: ciò è impossibile, perché non

sarebbe realizzabile un’esistenza senza problematiche.

Oggi qualsiasi cosa può turbare l’equilibrio di un essere

umano e la sofferenza è considerata un’anomalia ma in

realtà non è così. Cinquanta anni fa, negli anni 60, la

sofferenza aveva una considerazione diversa, i nostri

genitori camminavano a piedi tutto il giorno e facevano


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almeno 10 km a piedi per muoversi e questo non era un

problema, i problemi erano altri!

Attualmente, il livello di sopportazione del dolore delle

persone è veramente basso e quindi, se è vero che nella

nostra società degli agi che siamo abituati ad ottenere tutto e

quando non lo otteniamo, ci sentiamo infelici ed inadeguati

perché non abbiamo il loft, la vacanza, la casa al mare,

l’ultimo modello di auto, l’ultimo cellulare. Avendo diminuito

la resistenza alla sofferenza, tutto ciò che ci fa soffrire

automaticamente va nella mancanza di felicità.

Alcune persone, quando le incontro e chiedo loro: “Ciao

come stai?” Mi rispondono che sono tristi ed infelici perché

hanno perduto il lavoro o perché non riescono ad aumentare

le loro entrate e rischiano di non pagare il mutuo alla banca.

Però di fatto per queste persone la felicità è commisurata ai

problemi: abbandono, economici, lavoro, sentimentali.

Questi problemi sono comuni ad un sacco di persone nella

vita quotidiana, ma vorrei riflettere sul fatto che forse la

felicità può essere considerata in maniera diversa. Pensa a


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quelle persone che sono tremendamente felici

indipendentemente da ciò che gli accade intorno: la felicità è

uno stato mentale! Siamo noi che mettiamo sullo stesso

piano la felicità e i problemi. Dobbiamo allenare la nostra

mente ad essere felice ogni giorno!

Quali sono le fonti da cui attingiamo la nostra felicità?

Tre fonti:

1) Gli eventi esterni. Succede qualcosa di bello e quindi

siamo felici per quello che è successo. Vinco € 500 al gratta e

vinci (ammesso che giocassimo) e per quel giorno sono

felice.

Questa prima fonte è considerata dalla maggior parte delle

persone la causa maggiore per diventare felici, ma un

accadimento esterno può generare in noi una temporanea

euforia ma poi, normalmente si ritorna al proprio livello di

base della felicità. Mi hanno promosso sul lavoro e per 2-3

giorni sarò felice ma poi poco alla volta quell’accadimento

perde quel luccichio e quello stato di euforia ed eccitazione,


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tornando a livello base di felicità. Questa è la felicità che a

me interessa, il livello base che ognuno di noi possiede e può

incrementare.

2) I paragoni con gli altri. Sin da piccoli ci hanno

trasmesso il senso del paragone e della competizione: a

scuola, in famiglia, con gli amici. Purtroppo, i paragoni che

facciamo con gli altri sono spesso fuorvianti poiché

utilizziamo dei criteri completamente sbagliati dettati da

ideali che ci vengono proposti dall’esterno: televisione,

moda, calciatori, persone di successo.

Allora, ecco che si valuta quanto denaro ha quella persona

rispetto a te, quanto è bella quella persona rispetto a te,

quanto successo ha avuto quella persona rispetto a te: questi

paragoni non ci aiutano ad essere felici. Non ha senso

paragonarsi agli altri perché tutto ciò genera frustrazioni,

invidia, sofferenza e altri sentimenti negativi.

3) I risultati. Raggiungiamo un obiettivo e abbiamo

risultati e allora ci sentiamo felici; non raggiungiamo i

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risultati e falliamo con quell’obiettivo e allora ci sentiamo

infelici.

L’infelicità è rappresentata tra la differenza tra ciò che

abbiamo e ciò che vorremmo avere, tra ciò che siamo e ciò

che vorremmo essere. Questa terza fonte è funzionale al

raggiungimento del desiderio, perché desiderare qualcosa ci

rende vivi ma non è funzionale nel momento in cui il

desiderio si rivolge verso cose futili e fuorvianti nel caso in

cui ci fosse un collegamento diretto tra fallimento e

infelicità.

Attenzione particolare a non diventare avidi. Se nonostante

avessi raggiunto un obiettivo e tutto ciò non ti porta ancora

della felicità, non sei ambizioso ma stai diventando avido!

Per allenare la tua mente ad essere felice, occorre:

• Desiderare per il gusto di desiderare, senza legarlo ad

un obiettivo. Decidi di volere un obiettivo ma che tu lo

raggiunga o no, decidi di essere felice comunque.

Poniti l’obiettivo ma decidi di essere felice adesso.


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La prima tecnica è questa: Immagina davanti a te un

obiettivo, tu lo desideri e tutto ciò ti stimola, chiudi gli occhi

e continua ad immaginarlo davanti a te con intensità come

se fosse un quadro su una parete e senti il gusto all’idea di

realizzarlo in modo che possa crescere in te il desiderio di

volerlo, dopo di che entra in quell’immagine e vivi in prima

persona la sensazione di piacere nell’averlo raggiunto e

quando provi questa sensazione ritorna qui ed ora e apri gli

occhi portando con te la sensazione che hai provato in quel

momento, in modo tale che ora che ti appresti a darti da fare

per quell’obiettivo tu puoi godere da subito della sensazione

che ti darà aver raggiunto l’obiettivo. Inoltre, che tu lo

raggiunga o no, tu avrai già goduto di quella sensazione che

ti avrebbe dato raggiungere quell’obiettivo. In questo modo

tu puoi disegnare nella tua mente ciò che vorrai e goderne i

benefici da subito!

• Volere ciò che si ha. Spesso si desidera qualcosa e si

cerca di ottenerlo. In questo caso, cerca al contrario di volere

ciò che tu hai già. Cerca di volere ciò che già possiedi! Se
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rifletti è straordinario. Ad esempio, quando acquistiamo una

nuova casa all’inizio siamo orgogliosi e soddisfatti, ma dopo

un po’ senza nemmeno che ce ne accorgessimo, subentrando

l’abitudine, smarriamo il gusto e la soddisfazione di avere

quel determinato immobile. E allora, ecco qui la magia,

mettiamoci ad osservare la nostra casa da una posizione

diversa, magari vediamola dall’esterno o da una prospettiva

diversa, così noteremo delle caratteristiche che

normalmente non notiamo perché siamo incentrati sempre

nello stesso punto di vista, e magari riscopriremo:

luminosità, ampiezza dei locali, vicinanza ai servizi,

silenziosità, decorosità dell’immobile, clima di fiducia con i

vicini.

Una volta fatto questo esercizio risponditi a questa

domanda: Se non avessi questa casa, la vorresti? La mia

risposta è stata si!!! Questo della casa è un esempio banale

ma immaginiamo questo punto rivolto ad altri aspetti più

importanti come la salute, la famiglia, gli amici.

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Altra tecnica pratica, prendi carta e penna e fai un elenco

scritto di tutte queste cose che ti appartengono: che hai

costruito, che hai vissuto, le tue abilità, le persone che hai

vicino a te, i tuoi traguardi raggiunti nel tuo passato. Mettiti

davanti a questo elenco scritto e ripercorri tutti quei ricordi

e chiediti: “Ma se io questa cosa non l’avessi la vorrei?”

Sicuramente la risposta sarà si! Ad esempio, il tuo titolo di

studio, i tuoi amici, i tuoi cari, etc. E’ straordinario rivivere

quella felicità perché quelle cose tu le hai sempre non è un

accadimento che poi diminuisce, ogni giorno avrai quelle

esperienze positive ed ogni giorno queste cose generano

dentro di te un senso di felicità molto forte.

• Distinguere la felicità dal piacere. Rifletti sulla

questione, il genere umano rincorre sempre il piacere ma

spesso proprio ciò che da piacere sul momento poi non ci

genere benessere: droga, alcool, eccesso di cibo, etc.

Ovviamente il piacere è subdolo e alla lunga non ci porta alla

felicità.

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• Mettere delle cause positive alla tua felicità. Ogni causa

produce degli effetti. Ciò che ottieni ora è quello che hai

seminato ieri, e quello che semini ora sarà quello che

raccoglierai domani. Essere felici è la risultante delle nostre

azioni quotidiane. Vuoi che la vita ti sorrida? Sorridi alla vita

e al tuo prossimo. Vuoi essere rispettato dagli altri? Rispetta

gli altri.

Vuoi aumentare la tua autostima? Fai cose per cui ti

stimeresti. Tira fuori impegno, costanza e determinazione

quotidiana, allenati in ogni momento.

Per allenarti alla felicità devi necessariamente:

1) Stare bene fisicamente e in salute. Il nostro corpo è

l’involucro materiale della nostra vita terrena. Ovviamente, il

fisico con l’età non sarà più lo stesso ma, se ti mantieni in

forma e pratichi attività sportiva costante arriverai ad una

vecchiaia in cui il tuo fisico ti sosterrà. Se stai male

fisicamente difficilmente potrai essere felice o comunque

dovrai avere veramente una forza interiore soprannaturale.


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Quindi, ama il tuo corpo, ti accompagna da quando sei nato,

alimentati correttamente e sfruttalo pensando che i nostri

muscoli sono stati fatti per essere usati.

2) Stare bene con te stesso. Fai pace con il tuo passato,

qualunque esso sia. R. Bindler, uno dei fondatori della pnl

diceva: “Abbiamo tutti una seconda chance per crearci una

bella infanzia”

3) Stare bene con gli altri. Apriti a tutti coloro che ti

circondano: la tua famiglia di origine, la tua famiglia

costituita, i tuoi amici, i tuoi conoscenti, ma soprattutto il

prossimo che non conosci. (Pensa ad una persona felice che

conosci e difficilmente vedrai che starà male col prossimo).

Tutti questi punti ti porteranno ad allenarti ad aumentare la

felicità di base che è quella che interessa perché non

svanisce nel tempo e soprattutto non è effimera.

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Perché ogni persona ha diritto alla felicità!

Buona vita,

Pierluigi D’Alessio

http://crescita-personale.org

info@crescita-personale.org

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