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Uno

Uno sterrato. D'un lato, le linee di gesso granuloso e malamente tracciate di un corner fanno immaginare,
nello spazio contiguo a quello visibile, un malconcio rettangolo di gioco. Il classico campetto di periferia.
Luci fredde e radenti di un mattino autunnale. Non si stenterebbe a vedere la condensa del più leggero soffio
d'alito.
Evidentemente un cavalcavia corre sopra il campetto poiché, a tratti, si sente lo sfrecciare di qualche rara
macchina. Il traffico si farà più intenso col trascorrere dei minuti.
Un ragazzo poco più che ventenne sta accovacciato tra le zolle secche, con le ginocchia al mento;
infreddolito. Picchia ritmatamente i talloni in terra per attivare la circolazione. Indossa un giubbotto dalla
pelle ruvida e screpolata. A un passo da lui, una rigonfia borsa da gioco. Con le dita rattrappite della destra e
cercando di economizzare su ogni movimento, fa scivolare l'orologio lungo il polso sinistro in modo da
rendere visibile il quadrante e controllare l’ora. Questo ragazzo è Alex)

1- ALEX E ANDREA
ANDREA: Bella Alex
ALEX: Bella Andre
ANDREA: Oh ma come facciamo a spogliarci?! Faun freddo porco..!
ALEX: Ti giuro oh, ho i piedi che sono due cornetti Algida.
ANDREA: Vorrei sapere che è stato il pirla a prenotare il campo. Cioè, un orario un po’ più comodo no, eh?
ALEX: Eh oh, era venuto il siciliano, il tipo della Sara. Che infatti ha pensato bene d'ammalarsi e starsene a
casa con mille di febbre, oh.
ANDREA: E questo solo perché è venuto a prenotare, pensa a noi che ci tocca pure giocare: ricovero fisso.
(E batte i denti per il freddo)
ALEX: Vabbè, alla fine se non c'era altro...
ANDREA: Esiste sempre il concetto: rimandare, eh?! Ma piuttosto…siamo solo noi 2 babbi?
ALEX: Oh aspettiamo…
I 2 si continuano a giochicchiare con la pietra finchè un rumore lontano attira la loro attenzione.
ANDREA: Spè…lo senti? Sto rumore non è…
ALEX: Si….è la marmitta di quel pirla di ste…mai che si decida ad aggiustarla…
ANDREA: Prima o poi gli salta in aria quel motorello…
Entra Stefano col casco sottobraccio, saluta e si siede tra i due
STEFANO: Bella ragazzi…
ALEX: Oh ma lo devi riparare quel motorino, pirla…
STEFANO: Chissene…piuttosto…siamo solo noi tre?
ANDREA: Cos'è, ti sorprende?! Miracolo se alla fine saremo in 10…
ALEX: Io da solo avrò fatto duecento telefonate, cazzo. E chi c'ha la tipa, chi c'ha il tipo, chi è ai Caraibi, chi
sta al gabbio, chi c'ha i ragazzini a carico: è un miracolo se già siamo già in tre, guarda! Ancora un po' e lo
dicevo a mio padre, che conoscendolo veniva pure.
ANDREA: Io però so che almeno XXX dovrebbe venire…
STEFANO: Vabbè, ma quello è una pippa allucinante, dai. Se sapevo che eravamo ridotti a cercare gente
così allora, cazzo, meglio lascià perdere. Ma dico io, non lo so, spendere soldi e salute, alzarsi alle sette del
mattino per venire a crepare di freddo e fare la figura da pirla no, daaaai...ma chi ce lo fa fare?!
ALEX: Oh, serviva un portiere.
ANDREA: Piuttosto... La grezza?
STEFANO: Chi? La grezza…e chi è?
ANDREA: Oh dai! La super zarra che giocava terzino!
ALEX: Ma si! Quella che s’è incazzata come una bestia l'anno scorso quando è venuto l’osservatore per
Furio e l’abbiamo lasciata fuori...Comunque mi pare ci sia.
STEFANO: Cazzo, ma è ancora viva?...
ALEX: E chi l’ammazza quella!
ANDREA: Comunque, non ci posso credere che è rimasta ai livelli di come me la ricordo.
ALEX: ‘desso la vedi. Se sei rimasto all’ultima volta, prepàrati... fa ancora più paura.
STEFANO: Cazzo però, a me sta cosa che dobbiamo pure far giocare una tipa, proprio...
ALEX: Ma dove una donna, oh? Giusto per una parvenza di tette... Oh quella lì c'ha due cosce che
c’entriamo tutti e tre.
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ANDREA: Sarà, però va detto che i suoi golletti gli ha sempre fatti. E poi tra lei e Furio non è che ci fosse
tutta sta differenza...
STEFANO: L’unica è che esagera a picchiare oh!
ALEX: E da come mi ricordo io, più che agli avversari, chi non gliela passa.
STEFANO: Comunque, insisto... oh giusto perché uno è nella merda allora gli tocca prendersi di tutto, ma un
po’ più di dignità non guasterebbe.
ALEX: A proposito ora che mi ci fai pensare... Furio, invece?
STEFANO: L'ho sentito io, dovrebbe venire.
ALEX: Beh, speriamo... Se c'è lui qualcosa almeno riusciamo a combinare. Non dico vincere, però una
minima...
ANDREA: Mah.
ALEX: eh..."mah" cosa, oh?!
STEFANO: Eh, lo sappiamo noi.
ANDREA: Vedo che ci siamo capiti...
ALEX: Cioè?
ANDREA: Tu quand'è che l'hai visto giocare l'ultima volta?
ALEX: Beh, l'ultima ultima qui tipo... qualche mese fa, quando s'è fatto male....oh ma me lo ricordo pure da
prima un sacco di volte; quello c'ha due piedi della madonna, cazzo...
ANDREA: Appunto, mesi fa quando si è fatto male, è stata la partita in cui è venuto l’osservatore per
vederlo giocare…e quel pirla non fa il ciocco in motorino? Così sta fuori, gioca Emilio Pascucci, e
l’osservatore invece di Furio si porta via lui, il biondino…
ALEX: Ma cos'è oh? Dici che è diventato una pippa?
ANDREA: Oh cioè non fa più brutto, è uno normale. Gli è un po' passata la fantasia, ma cazzo si puo' pure
capire, povero cristo, quando ti capitano certe sfighe...
ALEX: Peccato però, perché correva di brutto. Oh, basta co' ‘sto sasso, mi sto distruggendo le scarpe.

2 - ARRIVO DI RITA
(Da sinistra avanza la ruota di una bicicletta . Una ragazza ne inforca il sellino e, avendo tolto i piedi dai
pedali, avanza spingendosi sulle punte. Si chiama Rita, è una giovane graziosa in abiti altrettanto graziosi ma
alquanto modesti. Quasi a far supporre un eccesso di discrezione più che di indigenza.La bicicletta non entra
tutta nel campo della scena e si ferma come a beccheggiare dalla quinta pronta ad eclissarsi.I ragazzi
sembrano riconoscere la nuova arrivata.)
RITA: Ciao...
ANDREA: Oh, bellissima...che piacere! Come stai?
RITA: Insomma. (Agli altri) Ciao.
ALEX: (Che stenta a riconoscerla) Ciao.
ANDREA: Chi è che ti ha buttato giù dal letto?
RITA: Eh, devo andare a scuola.
ANDREA: Ah di noi, anche chi ce l'aveva s'è preso un giorno di ferie, o no?!
RITA: Per giocare?
STEFANO: Se si riesce.
ALEX: Cioè noi siamo un po'come i radicali di una volta: dipende se arriviamo al 'quorum'. Per ora siamo
solo noi.
(Rita inaspettatamente ride, ma, quasi vergognadosi, reclina il capo e si copre la bocca con un avambraccio
in un gesto di esagerato pudore.)
ANDREA: Beh? Cosa c’è da ridere?
RITA: Ma no è che finite sempre così, allora mi fate ridere.
ALEX: Eooohhhh...da scompiciarsi, guarda...
ANDREA: E tu? Che fai di bello?
RITA: Io sto qua... abito proprio dietro al cavalcavia.
ANDREA: Scusa, non vedo il nesso.
RITA: No, per dire...niente... che di qua devo passare, allora già che vi ho visto...boh, così...
ANDREA: E la storia col tuo boy? Che fine ha fatto, lo vedi sempre, sì?...guarda, che sono un romanticone,
eh? non darmi brutte notizie.
RITA: Dici Emilio?
ANDREA: Eh!
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RITA: 'somma. Ora che si è trasferito un po' meno. Perché, sì, lui mi avrebbe anche detto 'vieni'. Ma come
faccio? A mio padre solo se provo a dirgli qualcosa sai come s'incazza!...
ANDREA: Ehhh...Addirittura?
RITA: Te lo giuro.
ANDREA: Eppure dovrebbe essere contento, o no!?: con la carriera che fa'!...
RITA: Mio padre dice che, tempo due anni, c'è la possibilità che torni a calci nel culo; che può durare un
campionato, forse due ma che poi comincerebbe a girare mezza Italia senza avere mai un tetto vero sulla
testa. E che se vado anch'io dove è lui finisco per non avere neanche i soldi per il biglietto di ritorno.
Capito?...Allora ci scriviamo. Poi magari mi telefona, e a sentire lui noi stiamo ancora insieme. A sentire lui.
Ma io non ci credo mica tanto. Infatti mi sa che adesso ho un altro...
ALEX: Come 'ti sa'?...
RITA: (Un po' ridendo, come prima) Daaaai, non farmi parlare. Che è una cosa un po' così.
ANDREA: Beh, comunque se lo senti salutacelo. Dico l'Emilio,eh, non quest'altro... E se non si ricorda digli:
"Ti salutano quelli della partitella sotto il ponte."
RITA: (Mettendo un piede su un pedale e riavviando la bici) Seeee, credi che non si ricordi? Si ricorda, si
ricorda. - Oh, io scappo che chiudono il portone.
Faccio tardissimissimo. (E gira stretta per riandarsene da dove è venuta)
ALEX: Uè scusa, mi sfugge.. com'è che fai di nome?
RITA: (Già dando loro le spalle) Rita, ciaooo... (E va.)
ALEX: Oh, sarò rincoglionito vero, ma...chi è sta qua?!
STEFANO: Sinceramente non lo so neanch'io...
ALEX: Oh, cioè, non so se s'è visto ma ti giuro io avevo messo il pilota automatico, zio!
ANDREA: Ma siete proprio due babbi oh! E' la Rita, quella che stava con Pascucci. Ne abbiamo parlato un
minuto fa.
ALEX: Mai vista oh.
ANDREA: daaai…non hai sentito che lo chiamava Emilio?
STEFANO: In effetti, ripensandoci...
ANDREA:Spe che mi sta chiamando qualcuno…è massi…o ma dove sei? Ah! stai arrivando, e gli altri?
Ah…E Furio? Si sa o no se viene? Ah bene…
ALEX: eccoli là...e non è Cardone quello?
STEFANO: Và 'sti scemi, oh... si sono presentati in blocco.
ALEX: Cazzo oh... ma quanti sono?... Sei...Sette...Otto...
ANDREA: Ne arrivano altri tre.
STEFANO: Ma ziiiiiiio...sono un-di-ci...qui finisce come Alamo. Un pugno d'uomini contro un mega
esercito, oh.
ALEX: (Sbracciandosi) Cardone!...Oh Cardoneee...ce l'avete voi le chiavi degli spogliatoi?...
ALEX: (Continuando a lanciare la voce, che evidentemente non arriva, Alex tenta goffamente di mimare la
sua richiesta.) Le chiaviiii!...
ANDREA: Sta facendo segno di sì.
ANDREA: Oh il pallone chi ce l'ha?
ALEX: Lo doveva portare l'architetto.
ANDREA: Ma ziiiiio, non sarà mica il mattone delle altre volte...
STEFANO: (Altro discorso) L'architetto chi sarebbe? Il fratello della Sissi?
ANDREA: Mamma che fiiiiga la Sissi!
STEFANO: Mi sa che viene, comunque.
ANDREA: Nooo...Giura?!
ALEX: Tanto non ti caga, andre...
ANDREA: stai tranquillo! Per ora sono occupato, ma quando voglio…
ALEX: No guarda meglio che te lo dico: quella lì lasciala stare, chiaro?
ANDREA: Cioè?
ALEX: Riserva di caccia. Chiuso.
STEFANO: Cos'è ci vuoi provare?
ALEX: Non è che "voglio": l'ho già fatto. Pratica avviata.
ANDREA: Vabbè, oh dillo!! cioè se non parli...
ALEX: Vabbè ora che lo sai: chiuso!
STEFANO: (Ad Alex) Oh, c'è Cardone che fa' segno che vuole dirti qualcosa.
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(Breve scena muta. Alex fa un ampio gesto con la mano all'indirizzo del suo lontano interlocutore come a
dire 'che c'è?'; poi si dispone a interpretare la replica, sempre muta, dell'altro ma senza successo.)
ANDREA: Chiede se abbiamo dato i soldi.
STEFANO: Che soldi?
ANDREA: Campo... pagare. Vabbè che è un concetto difficile per te...
(Alex continua a gesticolare come a far intendere: 'Non ancora. Aspetta che li raccolgo.')
ALEX: O rega, cominciamo a raccoglierli. Sono seimila e cinque a chiorba (testa)...
STEFANO: (Porgendo una banconota) Hai il resto?
ALEX: (Prendendo) Appena lo trovo te lo do.
STEFANO: Va bè, fa niente.
(Rumori di una macchina che viene a frenare non distante. Portiere aperte e richiuse.)
ANDREA: Dai, qualcuno comincia a vedersi.
STEFANO: E quella bella bionda chi sarebbe?
ANDREA: Come, non la riconosci? E' Flavia.
STEFANO: Ma Flavia Filicudi?
ANDREA: Ancora?! Siiii!
STEFANO: Ma Flavia, Flavia... Flavia tua? quella che sta con te?
ANDREA: Siiii!! Oh, sveglia!
STEFANO: Si si, solo che non la vedo da un cifro….
ANDREA: comunque non ho ancora capito se Furio viene o no
STEFANO: Viene viene, ti dico che c'ho parlato!
ANDREA: oh... stai sereno...STEFANO: E i due fratelli? Se ne sa niente?... Quello rosso e quello cicciotto...
ANDREA: Bravi quelli! In due non ne fanno mezzo.
STEFANO: Ma almeno sentirli. Dico, così... per scrupolo. Tanto per fare numero.
ALEX: E chi ha avuto il coraggio?... Uno se n'è pure andato.
ANDREA: E dove?
ALEX: (Facendo un segno di croce con le dita come a dire 'morto') Agli alberi pizzuti.
STEFANO: Ma và, e quale?
ALEX: Il panzone, quello che giocava come stopper.
ANDREA: Ma aveva l'AIDS?
ALEX: No, mi pare tipo in Grecia.
STEFANO: Ah, Già, l’estate scorsa... mi pareva d’aver sentito una mezza cosa. Allora è vero. Porca
miseria!...
ANDREA: Sì, sì, mi hai fatto ricordare. Per una roba d’intossicazione: l'hanno ricoverato senza sapere che
era allergico a quello che gli hanno dato e ti saluto. Che poi, se non sbaglio, era l'unico che era rimasto un po'
in contatto con Zazzera bionda.
ALEX: E già, una volta se l'è pure portato appresso al 'Processo del lunedì'.
STEFANO: Ah, Micioci! Si chiamava Macioci, ma visto che gli piacevano i gatti lo chiamavo Micioci
ANDREA: Ha ragione, ora mi ricordo... faceva Medicina. Micio Micioci...
STEFANO. Insomma, sarebbe quello?...
ALEX: Eh, quello.
STEFANO: Poveraccio. Ma c’era andato da solo in Grecia?
ALEX: Ma quello è stato tutto un casino. Doveva partire con il fratello che però, nel frattempo, s’era
fidanzato e gli ha dato buca. Insomma, sì, alla fine c’è andato da solo, e c’è rimasto.
ANDREA: Oh, non c’è niente da fare... quand’è scritto è scritto!
STEFANO: Mbè, a ogni modo... anche uno ci faceva sempre comodo.
ANDREA: Ma cosa stai dicendo? Là valeva la coppia. Con uno solo che ci fai?

3 – ARRIVO DELLA RUVIDA E DI FLAVIA


(Entrano Flavia, che si tiene un po' in disparte, e una ragazza soprannominata ’la Ruvida’. Veste in tuta e già
calza un paio di sbrecciatissimi scarpini. Esclamazioni di saluto.)
LA GREZZA: (Ad Alex, il meglio vestito) Alla faccia dell’eleganza!
ALEX: Lascia stare, che poi devo andare a pranzo da mia nonna. Ho una voglia!...
ANDREA: (Alla Ruvida) Ruvida, mi fa piacere vederti, è un po’ che sei scomparsa.
LA GREZZA: Inutile che fai il lecchino. Il pallone stavolta non l’ho rimediato.
ANDREA: Che pallone? Lo facevo per essere gentile.
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LA GREZZA: E io invece lo facevo per specificare.
ALEX: Lasciala fare perché morde.
FLAVIA: Non vi dico come guidava. C’era una volante a sirene spiegate che quando ci ha visto arrivare s’è
tanto spaventata da scostarsi per farci passare.
ALEX: Piuttosto... gli altri?
LA GREZZA: Ci stavano seguendo, arriveranno.
ALEX: E che cazzo, qua tra un po' sono le nove, alle undici il campo è occupato e mica ci fanno stare.
LA GREZZA: E te la prendi con noi?... Dillo a chi non c'è.
ALEX: Lo dico a chi lo posso dire.
LA GREZZA: E quando l'hai detto sai cos’hai risolto...
ALEX: Che almeno a qualcuno l'ho detto, ecco cos’ho risolto.
LA GREZZA: Se ti diverte...
ANDREA: Caalmi... state caalmi...
STEFANO: (Alla Ruvida) Tu che vuoi fare? Giochi da subito?
LA GREZZA: Direi che vi conviene. Tu che pensi?
ANDREA: Oh ma come siete nervosi tutti quanti. Ma che vi siete mangiati stamattina? Pane e ortiche?
LA GREZZA: Loro non lo so, io quello che mangio da un anno a questa parte.
ANDREA: In che senso, scusa?
LA GREZZA: Che se una cosa me la lego al dito rimane là, chiaro il concetto?
ANDREA: E che cavolo! Ancora per la storia dell’altra volta?... Con tutto il tempo che è passato!...
LA GREZZA: Sarà passato il tempo ma non è passata a me. Per cui, se c’è da giocare giochiamo, che del
resto non ne voglio sapere.
ANDREA: Andiamo bene!...

(Flavia continua a tenersi più defilata rispetto al gruppo.)


ANDREA: Scusate un po’, ma mi sbaglio o dovevano venire pure le ragazze?...
ALEX: Che pensavi, di essere venuto a una festa?
ANDREA: Mica per me, è che poi Flavietta rimane sola.
FLAVIA: E piantala!
ANDREA: (Scattando) Ma piantala tu! Sai chi ti si fila!
STEFANO: (Accorgendosi di qualcuno in lontananza) Cercavi le ragazze? Eccole che arrivano.
LA GREZZA: (Guardando oltre il corner) Certo che questo campo fa sempre più schifo. Proprio a livello
delle cacche umane in mezzo all’area.
STEFANO: Vorrà dire che la signora Marchesa la metteremo a centrocampo.
LA GREZZA: Sè, con le anatre! C’è un pozzo là in mezzo. Se me lo dicevate vi ci portavo io in un posto
serio. A proposito, per chi interessa io e il mio ragazzo abbiamo aperto una palestra a Capena. Con il trenino
non ci vuole niente. A dicembre cominciamo con le iscrizioni.
STEFANO: Non mi dire che ti sei fidanzata!...
LA GREZZA: Almeno ti puoi mette il cuore in pace.
STEFANO: No, dai, e con chi?
LA GREZZA: Con uno che alleno.
STEFANO: A pallone?
LA GREZZA: A fare pesi.

4- ARRIVA LA PRIMA PARTE DI RAGAZZE


(Entrano le altre ragazze. E' uno squillare di 'ciao' e di presentazioni. Si tratta di ragazze che hanno tutto il
sapore dell'età e dello spirito liceale. Infreddolite ma allegre. E’ chiaro che la Ruvida le mette in un certo
imbarazzo. Nessuna che osi accostarsi più di tanto. Si deve cogliere, insomma, una forte sensazione di
intimorimento.)
ALEX: (A Sissi) E quel gran tirapacchi di tuo fratello?
SISSI: Dice che doveva prima passare in Facoltà a vedere quando ha un appello, ma cosa di poco.
ALEX: No, dico, lo sa che se non c'è lui qua non si comincia?...
SISSI: Per questo mi ha fatto venire via subito per avvertirvi.
ALEX: Ma si può vivere così?...
LA GREZZA: (A Sissi) Oh, sai se per caso si è comprato il pallone nuovo?
SISSI: Mi pare che doveva, ma non lo so perché s'è dovuto rifare la marmitta e la vedo difficile.
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LA GREZZA: Ahia!
SISSI: Ma se dovessi assicurartelo non ci giurerei.
ALEX: (Sempre a lei, ma quasi in modo che gli altri non possano sentire.) Poi allora d'accordo?... Andiamo
via insieme...
SISSI: Certo che se quello che mi hai detto è l'unica alternativa...
ALEX: Piccola... mi dispiace ma le zie mi hanno proprio messo in mezzo, non ce posso fare niente.
SISSI: Si permetti, 'piccola' te lo tieni di riserva per qualcun'altra!
ALEX: (Distratto da una qualche pensata improvvisa, rivolgendosi con slancio agli altri) Spetta, spetta,
spetta!... Un’idea ci sarebbe:... alla peggio facciamo sempre in tempo a comprarcene uno di plastica da 420
grammi.
LA GREZZA: Sì, e dove?...
ALEX: Si trova, si trova. Con il motorino ci mettiamo un attimo. Costa poco e almeno per oggi si risolve.
STEFANO: Fanculo il pallone di plastica. Ho smesso a dodici anni di giocare con il pallone di plastica. E
sottolineo: a dodici.
ALEX: Oh, pure a te non te ne va bene una!
STEFANO: Non mi va bene il pallone de plastica.
ALEX: E ti ci adatti.
STEFANO: Ma già ringrazia che mi adatto a giocare con voi.
LA GREZZA: Ciccio... guarda che ti stacco un braccio e ti ci meno!...
STEFANO: Tu sta’ tranquilla!
LA GREZZA: Ma sta’ tranquillo tu, che io ti stacco le palle e ti ci faccio due orecchini!
STEFANO: Giusto perché con te non posso fare altrettanto!...
LA GREZZA: Sè, sè... ce l’hai buona la scusa.
SAMANTHA: Oh, ma siete proprio dei trogloditi. E che maniere!
LA GREZZA: Ha parlato ‘Piccole donne crescono’!
ANDREA: Va bè, comunque una decisione va presa.
SISSI: Ripeto, per venire viene. Ma dirvi quando...
ANDREA: Capirai! Poi è chiaro che con tutta questa tensione in accumulo uno va in campo che è già stanco
e non rende.
GIANNA: Uh, a proposito! Per dopo, quando volete, stavolta mi sono ricordata di portare le foto.
ALICE: Figata, quelle di Ovindoli?
GIANNA: Ma no, quelle di qui, di un anno fa.
LA GREZZA: Capirai, ancora un po’ e facevano la muffa.

5- ARRIVO DI FURIO
(Con alcuni secondi di ritardo rispetto al gruppo delle ragazze compare Furio; cammina defilato e sembra
distinguersi a colpo d'occhio dal resto della brigata, forse per una sua più adulta e alquanto scostante
misantropia. Tra lui e Flavia scocca uno sguardo assassino. Due 'ciao' smozzicati. Anche Andrea deglutisce
amaro; il suo saluto è più squillante, addirittura tanto da apparire stonato. Tutti, comunque, indirizzano verso
Furio un cenno intimidito che quasi non ottiene risposta.)
STEFANO: (Quanto mai inopportuno) Furio... sei ritornato sul luogo del delitto.
FURIO: Vedi di andartene, và!
LA GREZZA: (A Stefano) E tu vuoi stare zitto?!...
STEFANO: Perché, cos’ho detto?
LA GREZZA: Certo, figlio mio, che hai una sensibilità...
FURIO: Ma fagli dire quello che gli pare. Tanto sai che me ne importa.
ANDREA: (Anche per parlare d'altro) Insomma, si può sapere chi manca?... Ormai dovremmo esserci quasi
tutti.
ALEX: Manca il pallone.
LA GREZZA: Cioè, in pratica suo fratello.
SISSI: Oh, che pretendete? D'altronde mica poteva saltare l'esame.
LA GREZZA: Bastava che lo diceva e ci attrezzavamo diversamente.
STEFANO: E per l'arbitro?
ALEX: C'è Bruce Lee (Pronunciato esattamente come si scrive). Già mi sono messo d'accordo. Bisogna solo
andarlo a chiamare quando siamo pronti.
GIANNA: Bruce Lee?... Ma è un nome vero?
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ANDREA: Sarebbe il custode. Se lo paghi, arbitra.
GIANNA: Possibile che è un nome vero?
ANDREA: E se lo paghi doppio ti fare pure vincere.
GIANNA: Per me non può essere che sia un nome vero.
STEFANO: Proposta: paghiamo doppio.
GIANNA: Se è vero è proprio incredibile. - Non è incredibile?
ANDREA: (Sbottando) Ma cosa?!...
ALEX: (Adocchiando qualcuno in lontananza) Eccolo che è arrivato, và...
ANDREA: Chi?
STEFANO: Suo cognato (riferendosi ad Alex).
ALEX: Ah, scemo! Cognato di chi?
SISSI: (Ad Alex) Inutile che fai così. Ti piacerebbe!
ALEX: Eeeeh! Da matti.
SISSI: Ma quanto sei antipatico.
ANDREA: (Cercando con lo sguardo) Ma dove? Mica lo vedo.
ALEX: Là, è appena entrato negli spogliatoi.
SISSI: Visto!?.... Gnè gnè gnè, state sempre lì a frignare
STEFANO: Ce l'ha il pallone?
LA GREZZA: Ci mancherebbe solo!
ALEX: Dai, andiamo a cambiarci. E fuori questi soldi, porca puttana... fuori questi soldi!

6 - STEFANO E MARA / FOTO


(Il gruppo dei maschi, ciacolando, sciama via. Resta solo Stefano che si mette a ronzare attorno a Mara.)
STEFANO: Scusa, dovrei parlarti.
MARA: A me?
STEFANO: Se puoi venire, un secondo!...

(Le altre ragazze, con qualche cautela, si siedono in terra e iniziano a chiacchierare pur non perdendo di
vista la coppia Mara/Carlo che cerca di appartarsi.)
MARA: Mbè?... Tu che hai? Non ti vai a preparare?
STEFANO: No, ti volevo dire... (Non sa che dire, poi risolutivo) Insomma, allora... ti sta bene o no?
MARA: Ma bene cosa?
STEFANO: Quando t’ho chiamato ieri... te lo stavo spiegando. Che c’è stata questa cosa dei biglietti che mi
hanno dato per San Siro, no... cioè, veramente io avevo chiesto di comprarmeli per domenica prossima, e
allora dato che ne avrei due...
MARA: No, guarda, meglio che te lo dico subito: io lo stadio proprio... con tutte quelle brutte cose che si
sentono.
STEFANO: Ma non è lo stadio... pure io credevo che era lo stadio: è il teatro, porca miseria!... Io manco lo
sapevo che a Roma c’era un teatro che aveva lo stesso nome dello stadio. Insomma, ho preso una bella
fregatura!...Guarda, se ti dico com’è andata... va bè, per fartela breve: c’è questo tizio che conosceva uno che
conoscevo io, e mi fa: “Prenditeli che sono a metà prezzo!”, e siccome avevo già programmato che me li
dovevo comprare me li sono comprati, ma ora che ce faccio?
MARA: E vacci, no!
STEFANO: Sè, a vedermi un gruppo di mongoli che danza in lingua originale!... Oh, però dice che è bello...
ovvio: se uno ha l’interesse, e dato che tu mi sembri una che, insomma, ce tiene ad avere un minimo di
prospettive culturali te lo volevo dire.
MARA: (Atteggiandosi) Sei molto carino, solo mi devi scusare ma, sai, io la domenica, come dire?..., sento
proprio il bisogno di staccare l’interruttore e fare ‘clic’.
STEFANO: Eh bè, te lo stacchi in teatro... sai che ci vuole! Anzi, pare che concilia. – Va bè, ora vado che mi
stanno chiamando... tu pensaci! Te li faccio a un cazzo. Mica ci voglio speculare.
MARA: (Scattando) Ah, perché? Manco mi inviti!
STEFANO: Marella... sono alle strette... già mi sono dovuto caricare una spesa imprevista per comprarmi i
biglietti dell’Olimpico vero. Cerca di essere comprensiva.
ANDREA (FC): Andiamo, bello!...
STEFANO: (Sempre a Mara) Comunque, oh... non ti voglio fare pressioni: fatti i tuoi conti, considera che i
mongoli non è che te capita de vederli proprio tutti giorni e se poi proprio pensi che non è cosa... beh, pace.
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Magari almeno vedi di far girare la voce, non se sa mai!... (E va)
(Mara si reintegra nel gruppo delle ragazze.)
GIANNA: Ma ti vuole rimorchiare?
MARA: (Sostenuta) Chiede se mi va di andare ai balletti. Bah, non so... meglio lasciar perdere.
SILVIA: Ecco, direi.
MARA: (Piccata) Beh, perché?
SILVIA: Ma che ci fai con quello? C'ha la ferraglia in bocca!
MARA: va beh, oh, tanto è provvisorio no? e comunque a me va bene.
SISSI: Certo che a vedervi insieme sareste proprio da fotografare... un bello smile!
GIANNA: Uh, a proposito di fotografare... (Tirando fuori dalla borsa un mucchietto di foto) è da ieri sera
che me le sono preparate in borsa per non scordarle.
SISSI: Vediamo, vediamo...
(Inizia la circolazione delle foto. C'è chi si riconosce. Strillini. Risatine.)
ALICE: Erano carini, dai... con tutte le divisine nuove.
(A Flavia) Flavia, guarda qua Furio come te lo tenevi ancora stretto.
FLAVIA: (Icastica) Si cresce.
MARA: Caspita, però... è allucinante se penso a come tutto è destinato a finire. Ma proprio tutto tutto. A me
questa cosa più ci ragiono e più mi viene l’angoscia!...
SISSI: Passare, passare (le foto)!... guarda Giussani... ma che fine ha fatto?
PIA: Fa il dattilografo ai processi. A Como.
ELENA: A Como?... Meglio carcerati!
PIA: E perciò sta là. Perchè è finito in carcere e l'hanno messo in riabilitazione.
GIANNA: Ma và...
PIA: Non so chi ha menato.
GIANNA: Ma avete visto Osvaldo solo un anno fa i capelli che aveva?
PIA: Quello è stato il viaggio in Africa con Nadia.
ELENA: E questo con la papalina azzurra?... Che poi col caldo che faceva!...
ALICE: E’ Macioci. Quello sta sempre con la lana in testa. Ha la sinusite.
SAMANTHA: Aveva. Macioci non è quello che è rimasto secco a Patrasso?
ELENA: Già, hai ragione. Gira, gira, che me viene tristezza.
SAMANTHA: (Sfogliando) Gianna, ma al biondino quante ne hai fatte?...
GIANNA: Meritava, meritava.
ALICE: (Guardandosi) Dimmi tu questo golfino a cui tenevo tanto e l'ho perso in treno. La posso tenere?
GIANNA: Per me.
ELENA: Oh Gesù... ve lo ricordate questo chi era?...
SAMANTHA: (Accostandosi per guardare) E come, no?... L’osservatore che era venuto...
PIA: (Intervenendo, a Flavia) Per il tuo uomo.
FLAVIA: Rieccoci con Furio!... Gira, dai, che non ne voglio sapere.
GIANNA: Vabbè, e qui basta... sono finite.
PIA: E oggi la macchinetta niente?
GIANNA:Era di mio fratello, l’ha persa a Risiko con tutto il rollino di Ovindoli.
(L'entusiasmo per l'evento appare già scemato.)
GIORGIA: (A Flavia) Fumi?
FLAVIA: No, grazie.
SISSI: Fatemi capire, ma voi state sino alla fine?..
ALICE: Perché, hai da fare?
SISSI: Sento freddo.
ALICE: Infatti mi pare che ti sei messa un po’ leggerina!... (Tentando di scostarle i lembi del cappotto per
controllare.) Ma cos’hai sotto? Un tubino?
SISSI: E lèvati! Mi fai prendere una polmonite.
SILVIA: Guardala oh!... Ma mettiti un accappatoio!
SISSI: E allora, hai qualcosa da ridire?
SILVIA: Te lo dico come consiglio.
ERIKA: (In sovrapposizione) A me stanno così da cani.
GIANNA: (A Sissi) Oh, si può sapere con chi è che hai appuntamento, che ti sei messa tutta in tiro?
SISSI: Sè, con Johnny Depp.
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GIANNA: Non mi dire che ti piace!...
SISSI: E no, ora vedi pure che fa schifo!...
GIORGIA: Dài, se indovino me lo dici?
SISSI: Non c’è proprio niente da indovinare.
GIORGIA: Guardami negli occhi: con Pràppica, il Prof di Francese che era nella F. Vero o no?
ERIKA: Mitico!
SISSI: Sì, buonasera. Ma con chi volete che ho appuntamento? Con Alex. Andiamo a pranzo insieme... da
sua nonna.
SILVIA: E te sei messa così?
SISSI: Chi lo sapeva? Lui mi aveva detto di stare insieme dopo, poi la grande notizia me l'ha data quando mi
ha visto già bella e vestita.
GIANNA: Beh, hai detto niente: presentazione in famiglia.
SISSI: Sai che voglia!
ERIKA: Mitico! Mitico!
ELENA: E' la prima volta che uscite insieme?
SISSI: Praticamente.
SILVIA: Ma forse è un po' imbranato?
SISSI: Manco poco.
PIA: Sai che puoi fare? Prova a sentire qualcosa da Marisella Bocci, quella che ha la casa dove organizza le
feste a Trezzo... so che lei c'è stata insieme per un sacco di tempo. Tanto per farti un'idea, tipo istruzioni per
l'uso. Se vuoi ti do il numero.
SISSI: oh calma, è ancora tutta da verificare. E poi, comunque, ti pare che si possa telefonare per una cosa
del genere?!...
PIA: Perché? E' una simpatica.
GIANNA: Confesso che a me scoccerebbe.
PIA: Che ragionamenti! Tu sei un caso 'off limits'. Te ne stai a bagnomaria nei tabù ventiquattr'ore su
ventiquattro.
GIANNA: Sai come ti farebbe bene entrare un po’ in piscina anche a te!
PIA: Affogherei subito. Proprio dritta come un sasso... blùblùblùblùblù...
SISSI: Certo è che ho una di quelle rabbie...
FLAVIA: Ti dico, dovessi aprire i rubinetti io!..
GIANNA: l'avete sentita? Questa si è messa a parlare come Andrea. Non è lui che dice sempre così, 'sta
cosa dei rubinetti?’
PIA: Vorrà dire che è amore vero...
FLAVIA: Chi ci capisce è brava.
PIA: Comunque, e dài e dài, alla fine con lui ti ci sei messa
FLAVIA: Per adesso, ma non so se dura.
GIANNA: Intanto è da una vita che s'era capito che così doveva finire.
SILVIA: E brava occhio di lince!
GIANNA: E per piacere, adesso piantala!
(Pia, odiosetta, si porta la punta di due dita sulle labbra strette a cuore, come a dire:'non parlo più.')
MARA: (A Flavia) Dài, ora però ce lo devi dire com'è che andata con Furio. Oramai ne è passato di tempo.
FLAVIA: Andata che?
ALICE: Cioè, sei tu che hai lasciato lui o viceversa?
FLAVIA: Palleee...
MARA: Lui dice che è stato lui. Allora gli dobbiamo credere.
FLAVIA: Per me può dire quello che gli pare tanto la verità la sa.
GIANNA: Ma insomma ce lo vuoi spiegare che mistero c'è?
GIORGIA: E' vero che t'aveva messo incinta?
FLAVIA: Ma sei scema?!
GIORGIA: a me l'hanno detto.
FLAVIA: Chi è stata la stronza?
GIORGIA: Si dice il peccato, non il peccatore.
GIANNA: Sentite chi parla... Mary Jo Pace, la pettegola di Holliwood!
GIORGIA: Ah, ah, le risate!...
MARA: E su, Flavietta, solo questo: sei stata tu o è stato lui?
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FLAVIA: (A Pia) Dammi una sigaretta , va'.
ALICE: Zitte che ora parla.
(Un tempo. Pia offre una sigaretta a Flavia che l'accende e tira le prime boccate in silenzio.)
MARA: Ragazze, il momento è solenne: si sta per squarciare un velo storico . Si accettano scommesse.
(Ancora una breve pausa.)
FLAVIA: Ma io, per forza. D'altronde, che altro potevo fare? A me quello che scoccia è che poi mi si viene a
dire che sono stata una, che ne so, una, capito, che pensa solo ai comodi suoi e che non glien'è fregato niente
di lasciarlo sì, insomma, diciamo nei casini.
PIA: Vabbè, adesso questi sono pensieri tuoi.
FLAVIA: Sì, magari. Altro che miei!... Anzi è cominciato tutto qua. Con la storia di quando siamo caduti dal
motorino il giorno che era venuto diosacchì per vederlo giocare. Quasi m'ha fatto una colpa d'essersi fatto
male lui e non io. Giuro: mano sul fuoco. Che poi la sfiga delle sfighe, a sentire lui, è che quello magari
sarebbe anche ritornato, ma che avendo già trovato chi gli serviva non s'è fatto più vedere. Ora sarà anche
vero che 'sta cosa gli poteva pure cambiare la vita, ma mi domando e dico, se è andata come è andata che
colpa ne ho io? Da vedere per credere: e sempre tutto nero, e sempre dalla più piccola scemenza una litigata,
e sempre col muso fino a terra... una tortura continua. E come aprivo bocca sembrava lo facessi solo per dire
cretinate!... Mi piaceva una cosa e si faceva l’esatto contrario!...
GIANNA: Capirai, proprio con te!
FLAVIA: Ehi, io a essere trattata così non ci sono mica tanto abituata. E no, a ‘sto punto mi sono detta:
meglio un taglio netto e chi s'è visto s'è visto.
Almeno, dico, è anche il caso che si dia una smossa, che tanto così come stavamo non serviva né a me né a
lui.
GIANNA: D'accordo al cento per cento.
GIORGIA: Oh, ferme un attimo, prima che mi dimentico!...
SAMANTHA: Mbè?...
GIORGIA: Lo domando a tutte: voi per caso sapete di Sociologia, se è tosta o no?...
ELENA: A noi lo chiedi?!...
GIORGIA: Perchè non mi riesco a decidere tra questo e Scienze Politiche, dove anche mi sa che non c'è
bisogno d'ammazzarsi più di tanto.
GIANNA: Ahia... mi pareva che eravamo in ritardo!... Tutti gli anni ricominci con sta indagine. Ma vedi
intanto di passare la Maturità che se no davvero vuol dire che te porti sfiga da sola.
GIORGIA: Capirai, ora, perché m'hanno bocciato due volte...
SAMANTHA: Mica una.
ALICE: Oh, guarda chi c'è!...

7 – ARRIVO DI NADIA CON LE ALTRE RAGAZZE


(Si avvicina Nadia con altre ragazze)
NADIA: Ciao ragazze, scusate il ritardo!
MARA: Uè, Nadia! come va?
NADIA: Oh, raga, grande news... è arrivato Rashid. Dritto dritto dal Marocco.. Vi avverto, non parlerà un
granchè. Ancora non spiccica una parola d'italiano ed è timidissimo.
IA : E adesso dov'è?
SISSI: Perchè non l'hai portato?
NADIA: Oh, raga, è appena arrivato, è stanchissimo... e poi gli ha preso una botta di timidezza, facciamolo
ambientare un attimo e poi ve lo porto.
GIANNA: e cosa fa lui?
NADIA: Tappetaio, 'please'. Un lavoro sacro. E ci fa un sacco di soldi.     E sottolineo un sacco.
PIA: (A specificare) Di monete loro.
NADIA: Oh, sempre amara tu! Quelle che sono.
PIA: Per capire. Fossero marchi...
NADIA: Intanto, col cambio, stanno meglio loro che noi.
PIA: (A Nadia) E Osvaldo?
NADIA: Chi l'ha più visto!
SISSI: Io l'ho visto.
NADIA: E quando?
SISSI: Al compleanno di Luisa. Neanche lo sapevo che non stavate più insieme. Gli ho chiesto di salutarti e
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mi ha risposto con una faccia...
NADIA: Che faccia?
SISSI: Insomma, ho scoperto subito d'aver fatto una figura... Ma io d'altronde che ne sapevo?...
NADIA: Per me può fare tutte le facce che vuole, tanto s'era capito che non funzionava. Prova ne sia che è
bastata la prima vacanza insieme per mandare tutto all'aria. Più di così!...
FLAVIA: Guarda, se c'è una che ti può capire eccola qua. Hai fatto benissimo, hai fatto.

(Entra di corsa Andrea pronto per giocare; il suo abbigliamento è un assemblaggio dei colori più folli e
disparati. Va da Flavia.)
ANDREA: Puoi tenermi questi due orologi?... Uno è mio, l’altro di Stefano.
FLAVIA: (Prendendo) Ti sei reso conto o no di quanto sei stato odioso stamattina?
ANDREA: Perché non ti sei vista tu.
SILVIA: Ancora?... E' da ieri che ci ammorbate, e facciamola finita! Ve lo dico io perché vi appiccicate
così: perchè non vi andava di farvi rivedere insieme da Furio. Vero o no?
FLAVIA: Ma pensa per te!
SILVIA: (Con la supponenza di chi la sa lunga) Sì, sì...
ANDREA: (A Silvia) comunque sia saranno affari nostri.
SILVIA: Teneteveli stretti.
FLAVIA: Appunto.
MARA: E su!
ANDREA: (A Flavia, sempre più imbronciata) Oh!
FLAVIA: Mbè?
ANDREA: Pace?... (Silenzio) Pacetta?...
FLAVIA: (Cedendo) Pacetta.
(I due si sfiorano le labbra con un bacio.)
SILVIA: Comunque ho ragione io.
FLAVIA: Tu pensa a farti un uomo!
SILVIA: Sta' tranquilla che non ci sono problemi.
GIANNA: See, giusto di pongo te lo puoi fare.
SILVIA: Ora ti ci mando!...
(Entra anche Alex. La sua divisa da gioco è impeccabile: calzoncini bianchi e maglietta celeste. Va a
consegnare il suo orologio a Sissi.)
ALEX: Qui c'è l'orologio e la catenina... mi raccomando... (Squadrando disgustato Enrico) Ma porca
puttana, e sì che l'avevo detto: maglietta azzurra! Maglietta azzurra!
ANDREA: E non ce l'ho la maglietta azzurra. Ti pare che me la ricompravo apposta!...
ALEX: Ma come non ce l'hai? Se le ho fatte fare per tutti un anno fa? Mi sono pure dannato per trovare
dove.
FLAVIA: Figurati, quella ora la uso io per dormire.
ALEX: La divisa?
ANDREA: E me l'ha chiesta!
ALEX: Ma, cazzo, un simbolo e gliela va a dare per pigiama!
SISSI: (A Alex) Tu un pensiero così, neanche se crepo.
ALEX: Certo che con voi tentare d'elevarsi un minimo è proprio un’impresa improba.
(E corre via con Andrea.)

NADIA: (A Sissi) Insomma, che dicevi di Osvaldo?


SAMANTHA: Ma tu non l'hai più sentito?...
NADIA: Lascia fare, dimmi di quando l'hai visto tu.
SAMANTHA: Ah-ah... così t’interessa ancora.
NADIA: Figurati, sai quanto!...
SAMANTHA: Comunque niente.... quasi non ha aperto neanche bocca. Ha fatto una smorfia e se n'è andato.
Io puoi capire come ci sono rimasta.
NADIA: Figurati, sai quanto!...
ELENA: Beh, che c'è rimasto un sacco male l'ho sentito anch'io.
NADIA: Perché è lui che è scemo. Io lo rivedrei pure volentieri. In fondo di esperienze belle insieme ne
abbiamo fatte.
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MARA: E non hai paura magari che se dovesse succedere ti possa riprendere, non so, una botta hai capito
come?... tipo insomma come la voglia di ricominciare?...
NADIA: Per come sto adesso, guarda, giuro che sarebbe l'ultima cosa al mondo. Ma, se mi parli di amicizia,
stai tranquilla che non avrei il minimo problema.
GIANNA: Dai, non mi dire che tu credi davvero di poter diventare amica, ma amica amica, di un ragazzo
con cui sei stata insieme; per me è impossibile.
ELENA: Madonna, ancora con 'sti discorsi!...
NADIA: (Legandosi alla battuta di Gianna) E che problema ci sarebbe? Se la colpa è sua! hai visto come fa.
Figurati se ora che ho finalmente trovato un po' di equilibrio mi va di incasinare una storia vera come quella
che c’ho adesso. Ma fossi scema, non ci penso nemmeno.
GIANNA: Insomma, te lo sposi o no?
NADIA: (Vezzosissima) Top secret.
PIA: Fammi capire, ma a questo punto che altri conti devi fare? Andare a vivere in Africa?...
NADIA: Beh, tanto per cominciare dove sta lui è bellissimo.
ALICE: C'è il mare?
NADIA: E che mare!!!
ALICE: Beata te!... Me lo immagino!... 'Laguna blù'!
(Si cominciano, nel frattempo, a percepire gli schiamazzi della partita ormai in corso.)
GIORGIA: Certo che i miei, se dovessi anche solo provare a fare quello che hai fatto tu...mi
ammazzerebbero!
NADIA: Beh, su questo stendiamo un velo pietoso.
MARA: Perché? Ti rompono sempre le scatole?
NADIA: Da quando mi hanno cacciata da casa meno. Comunque, finché c'è mia zia che mi tiene a
dormire…
ALICE: Ma cacciata in che modo? Cattivamente o della serie “è meglio che per un po' non ti fai vedere”?
NADIA: Cacciata nel senso che con lui non ci posso entrare. Ma quasi quasi preferisco così, almeno stiamo
insieme quanto ci pare. Che soprattutto nella prima fase è importante. Per cementare il rapporto.
SILVIA: (Quasi tra sé) Ahia, questa l’abbiamo già sentita.
GIANNA: Che poi nemmeno lo hanno conosciuto o sbaglio?
NADIA: Lascia perdere! 'Sto scemo s'è presentato apposta per farsi conoscere. Figurati te mia madre: apre la
porta e se lo trova davanti, e invece dei fiori ha un tappeto in spalla e le fa':"Io sposo figlia"!...quello scemo!
ELENA: Per me il peggio sarebbe mio fratello.
GIANNA: Capirai, lì siamo proprio a livelli nazi.
MARA: (Con afflitto buon senso) Però, davvero... con questa epidemia di razzismo che c’è in giro...
NADIA: Perché la gente è stupida, non ci sono altre spiegazioni. Loro ad esempio hanno una cultura
stupenda, ma figurati per farlo capire, devi proprio andare là per rendertene conto.
SILVIA: Beh, Osvaldo andarci c’è andato, ma non mi pare che si sia reso di chissà cosa.
NADIA: Chiusure mentali.
SILVIA: Chiamala un po' come ti pare. Non ha fatto in tempo ad arrivare che ha trovato subito uno che gli
ha ciulato la donna... un pochetto bisogna pure essere comprensivi.
NADIA: Vabbè, se uno ci mette di mezzo i fatti personali. Ma io dico a prescindere.

(D'improvviso arriva una pallonata che colpisce una delle ragazze. Inesprimibile e concitato trambusto.
Imprecazioni e lamenti. Sopraggiunge di corsa La Ruvida per recuperare il pallone.)
LA GREZZA: Pardon!..
SISSI: Oh, ma siete scemi?...
LA GREZZA: E andiamo, dai, che qua si gioca, mica siamo qui a divertirci. (E senza più badare a loro si
appresta a battere il calcio d’angolo mentre alle sue spalle continua a levarsi un coro di proteste. Altre
proteste giungono dal campo, evidentemente dagli avversari) Oh ma che fallo?... Sè, buona notte! Ehi Bruce
Lee, questo è angolo! (Dopo una replica incomprensibile) Ma non ci pensare neanche, ti ho detto che è
angolo, per cui stai zitto e pensa ad arbitrare!
(Poi gridando all'indirizzo dei suoi compagni) Dentro! Dentro! A chi cazzo la do? Volete andare dentro?!...
(Parte, calcia e scatta in campo scomparendo.)
GIANNA: Ma lo sapete che pare si sposi pure ‘sta qui?
PIA: E si vede che ha messo incinto qualcuno. Ce ne fossero ancora di uomini così!
MARA: Però non è mica antipatica. Una volta è venuta a casa nostra per una faccenda con delle tubature,
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quando ancora se ne andava in giro a fare l’idraulica. Insomma, c’ho parlato un pochino. Mi ha detto che
suo padre aveva un negozio d’animali.
PIA: Ora si spiega tutto. L’avrà allattata un dobermann.

(Nuova pallonata. Stavolta a recuperare il pallone esce Carlo.)

STEFANO: (Alle ragazze, eccitatissimo) Dai dai! Che stavolta ve la diamo la soddisfazione, li stiamo
pressando di brutto. Voi pensate a tifare.
SAMANTHA: Ma scusa, da questa parte non c’è mica la nostra porta?
STEFANO: E appunto! Arrancano, arrancano e non combinano un cazzo. Al primo contropiede ce li
mangiamo.
(Batte il fallo e scompare.)

PIA: Io nemmeno li guardo più. Pippe erano e pippe sono rimasti.


GIANNA: Ma voi ve lo ricordate il ragazzetto dell'anno scorso? Adesso dice che l'hanno preso nell' Under
21.
SAMANTHA: Capirai, e fa pure la finta tonta... dopo tutte le foto che gli ha scattato!... Capito di chi sta
parlando? Di Pascucci.
ERIKA: Mito assoluto! Mito assoluto!
GIANNA: Beh, io non ne sapevo quasi nulla. Per quanto me ne frega del calcio, capirai... - certo è una
storia che fa impressione. Sembrava un bamboccio da niente e guarda che salto ha fatto!
SAMANTHA: Ehi, guarda che io l’avevo detto da subito che quello aveva un qualche cosa da strafigo. O
no?... Ammettetelo.
PIA: Beh, non esageriamo, solo perché biondo....
SAMANTHA: Sì carina,... ti piacerebbe!...
ELENA: Forse è un po’ troppo secco.
MARA: Si ma neanche tanto.
SAMANTHA: Ma smettila, io me lo farei al volo; e senza pensarci due volte!...
PIA: Per non parlare dei soldi che s’è fatto, per l’età che ha!
MARA: Vabbè, questo che c'entra?
PIA: Non dico che c'entra ma buttali via...
NADIA: Ragazze, dai, ma siamo a dei livelli...
PIA: Già, perché lei ha l'amore...
NADIA: Beh, e con questo?
PIA: Dico sul serio, mica per sfotterti.

8 – ARRIVO DI MELANIA
(Inattesa, entra Melania. Nessuna delle altre la conosce, perciò tutte la osservano stupefatte scambiandosi,
l'un l'altra, occhiate in cui si esprime chiaramente l'enigma che ha preso a struggere ciascuna di loro. Forse,
più percepibile, vola un: 'E 'sta tipa?...'. Melania - un tipetto minuto, quasi smunto e tanto dissimile dal nome
che si porta e che sembra incombere esagerato su di lei - dà la sensazione di non far caso alla muta e corale
controscena che accompagna il suo ingresso. Si siede un po' discosta. Tira fuori da una borsa a tracolla un
rotocalco. Lo sfoglia. Infine alza lo sguardo e, con un cenno della mano, lancia un tenero saluto a qualcuno
in mezzo al campo. Gesto, questo, che attizza, insopprimibile, la curiosità del gruppo. Rapide espressioni per
comunicarsi vicendevolmente domande del tipo:'Chi ha salutato?''Tu l'hai visto? ''Io no, e tu?'. La ragazza si
è ora messa a seguire le azioni di gioco.
Volge minimamente il viso verso le altre; un abbozzo di saluto. Torna a guardare. Infine...)
MARA: (Osando) Tu per chi tieni? Per la squadra di Cardone?
MELANIA: (Con accenti di ritrosia e modestia che potrebbero anche risultare falsi) Mi dispiace, non lo so
chi sia Cardone. Magari sì.
MARA: Sono quelli che attaccano da lì verso qua.
(Melania, per non dare una risposta sbagliata, segue un'azione di gioco, poi...)
MELANIA: Ah, no no, per gli altri.
(E si volta di nuovo. Silenzio. Smania crescente.)
GIORGIA: Scusa, e come mai?... Cioè, sei amica di qualcuno o cosa?
SISSI: No, perché quelli di Cardone non li conosciamo neppure noi. Gli altri invece sono nostri amici. Quelli
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vestiti da idioti.
GIANNA: Diciamo pure purtroppo, visto che qualche volta ci piacerebbe pure venire a vederli vincere
GIORGIA: Insomma tanto per sapere, dato che non ci pare di averti mai vista.
MELANIA: Beh, io è la prima volta che vengo.
GIORGIA: Ah, ecco!...
MELANIA: (Vieppiù timidissima) Sì, ecco... è che conosco qualcuno.
DEBORAH: Ma qualcuno nel senso uno o più di uno?... Cioè, se non ti scoccia...
MELANIA: No, uno uno. Poi cosa c'entra? Mi piace comunque fare il tifo per tutti. Vabbè, così... niente di
che, nel senso che se vincono è meglio. Ovvio, senza farci una malattia. La prima cosa è che giochi bene lui;
e magari che segni... – poi se segna e in più si vince, beh sarebbe proprio il top del top. Non tanto per me,
figurati!... Ma almeno è contento - se no, per quanto sia sempre lì a dire: 'Ma sai cosa me ne importa!',
quello, minimo, è capace di
starci male una settimana.
FLAVIA: Perdona l'insistenza, ma chi sarebbe quello che conosci tu?
MELANIA: Beh, io sarei - forse ve ne ha parlato, ma non so, lui frequenta poco e non è che chiacchieri tanto
- comunque sarei Melania, la ragazza di Furio.
FLAVIA: (A un soffio dall'ictus) Ah... piacere.
(Una a una, tutte le ragazze, pur nel pieno dello stupore, biascicano il loro nome alzando una mano a mò di
presentazione. Da ultima...)
FLAVIA: ... E Flavia.
(Melania si alza, va a stringere la mano solo a lei. Risponde al saluto delle altre con un 'ciao ciao' della
destra e torna a sedere. Riprende a sfogliare il suo giornale.
Nella pausa che segue due ragazzi, in arlecchinesche tenute da gioco, si spingono, pallone tra i piedi, sin
sulla linea del fallo. Stanno ingaggiando un duello estenuante e greve a colpi di gomitate e spintoni.
Ansimano, imprecano. Improvvisazioni inevitabili. Nessuna delle ragazze fa caso a loro. Melania continua a
sfogliare; le altre la osservano. I ragazzi, imprecando, scompaiono così goffamente come sono comparsi, a
gambe larghe, uno addosso alla schiena dell'altro e senza né un vincitore né un vinto. Quasi spingendosi.)
MELANIA: (Umettando un dito per sfogliare le pagine e senza sollevare lo sguardo) Non lo sapevate, eh?...
FLAVIA: Suppongo che parli con la sottoscritta... Beh, se sei qui per provocare caschi male. Per me è roba
morta e sepolta.
MELANIA: Io ho detto che non lo sapevate: te come le altre. Ormai lo conosco e so come è fatto. E' timido,
non parla. Va preso a modo suo. O ti va o non ti va. C'è a chi va.
FLAVIA: E questo timidone di me t'ha raccontato niente?
SISSI: Dai, Flavia, non attaccarti a ‘ste cose...
FLAVIA: Per sapere!
MELANIA: Mi ha raccontato quello che già aveva scritto sul blog.
FLAVIA: Che bloh?
MELANIA: Come che blog? Myspace, no?
SISSI: Sentire, sentire...
MELANIA: Io è così che l'ho conosciuto: ho risposto al suo post e abbiamo cominciato a scriverci.
FLAVIA: Ma che post? cosa?...
MELANIA: Eh sì, insomma... faceva tutta una storia sulla sua disperazione suprema, e si voleva ammazzare
di qua e si voleva ammazzare di là... e dell’ansia che aveva al pensiero di quel sasso che se lo sognava pure
la notte, di come l'aveva fatto volare fuori;  e poi di seguito il macello del ginocchio e che non ha potuto
giocare il giorno in cui, dice, era arrivata l'occasione della sua vita. E poi anche di come è andata con
quell'altra che aveva, che prima l'ha fatto sbandare combinandogli 'sto bel guaio e poi, bella bella,   l'ha
mollato. Poi non so se è lei che intendi tu. Nomi precisi non me li ricordo. Come hai detto che ti chiami? se è
lei che intendi tu. Nomi precisi non me li ricordo. Come hai detto che ti chiami?
FLAVIA: (Con rabbia trattenuta) Mi chiamo quella che, bella bella , l'ha fatto sbandare.
MELANIA: E allora sì che sei tu. Infatti dice anche che non ne ha avute altre dopo. Cioè, prima di me. E lui
ha pure scritto che se c'era qualcuna che voleva tipo confortarlo, insomma di farsi avanti. E dato che io, non
so,  ma c'era qualcosa che mi attirava, beh ho sentito, insomma, come una tenerezza vera e che potevo
aiutarlo sul serio. A farla breve, ho scritto, l'ho incontrato, gli sono piaciuta ed eccoci qua. Cioè, anche lui è
piaciuto a me. Ed eccoci qua. (E riprende a sfogliare il giornale.)
SILVIA: (Quasi ammirata) Però! Potrebbe essere un’idea per cuccare!.
FLAVIA: In pratica è come dire che l’hai ripescato con l’acqua fino al collo!
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MELANIA: (Sfogliando) C'è chi perde e c'è chi trova.
FLAVIA: Lo sapevo che Melania era un nome da troia... non avrai il fisico ma tutto il resto sì!
(Epiteti irripetibili escono dalle labbra della gracile Melania mentre si avventa su Flavia. L'urlo di guerra è
ovviamente: “ Stronza! troia a me non lo dici! Tu troia a me non lo dici!...”'. Replica inevitabile, già nel
pieno della zuffa: 'E invece sì che te lo dico! E invece sì che te lo dico! Le altre si buttano addosso alle due
nel tentativo di separarle. Gran parapiglia sul quale tuonerà, dal centro del campo, un violento e improvviso:
'E PORCA PUTTANA, NON E' POSSIBILE!'
Le ragazze si bloccano. Non capiscono cosa sia accaduto. Qualcuna si ricompone.)
GIANNA: Ma che è stato? Che è successo?
SISSI: Hanno segnato.
GIANNA: Noi?
SISSI: Ma dove?! Loro.

Due

1 - L'ATTESA
(Stesso luogo, ma in una diversa giornata. Ora abbiamo la luce piena di un caldo pomeriggio primaverile.
Rumore di un traffico intenso che scorre sul cavalcavia.
Le ragazze stanno a bordo campo. Conversano, ascoltano musica, si passano riviste, sgranocchiano
schifezzuole. Appaiono vestite in modo diverso rispetto a prima, con abiti molto più leggeri. Sembrano
sorridere dei loro compagni che ora, vanitosamente, sfoggiano tutti magliette azzurre nuove di zecca.
Gianna ha la macchina fotografica.
Tra i maschi riconosciamo Stefano, Andrea ed Alex. Più uno nuovo: Macioci. Si stanno scaldando
palleggiando con la solita sfera di cuoio crostoso e sformato.
Molte battute di questo inizio dialogo sono in sovrapposizione.)
DEBORAH: (Tirandosi via con fastidio l'auricolare) Renga.. bleah!
MARINA: Perché 'bleah'?
DEBORAH: Troppo sofisticato.
MARINA: Ma per essere figo è figo.
DEBORAH: Ma che? Figo Renga?
SISSI: (Ai ragazzi) Come siete carini! Sembrate quasi una squadra vera!.
ALEX: Almeno per darsi un decoro.
GIANNA: Fermi, aspè!... (Scatta)
STEFANO: (Calciando) Sarà una mia impressione ma già così a uno sembra di essere più competitivo.
ANDREA: Comunque carica! Poco ma sicuro! Senti che fai parte di un tuttuno..
GIORGIA: Non te lo perdere!.
(E giocano.)
GIANNA: (A Sissi) Ma tuo fratello cos’è? Scomparso?
ANDREA: E’ che si vergogna del pallone che c’ha mandato.
SISSI: Invece di ringraziare perché almeno ha pensato a voi!... poi, se avete tanto da ridire, perché non ve lo
comprate?
(I ragazzi continuano i loro palleggi.)
JESSICA: Se posso permettermi, Furio s’è proprio bevuto il cervello. Quel tipo s'è mosso apposta per
vederlo e lui non è ancora arrivato.
GIANNA: Ma Flavia, l'avete cercata sul telefonino?
PIA: Ho provato ma è irraggiungibile, avrà la batteria scarica... come al solito.
STEFANO: Oh, quelli dicono che vogliono cominciare. Che facciamo?
ANDREA: Ma sì, andiamo dai, non possiamo mica fare nottata.
ALEX: Ho parlato col tipo. Mi sa tanto che gli cominciano a girare le palle. Gli ho spiegato di Furio e che
non sappiamo che gli è successo. Dice che se cominciamo bene, sennò resta cinque minuti e se ne va.
ANDREA: (A Osvaldo, piano) Oh, che tipo è?
ALEX: Pare uno tosto. Ora l’aria di uno proprio simpatico non è che ce l’abbia tanto. Si guarda in giro,
osserva... Sta là tutto pieno di quadernetti che scrive non si sa che. Insomma, boh.
STEFANO: Oh, prima che mi dimentico... ve l’ho detto che ieri m’ha chiamato cosa, là... la calciatrice, come
si chiama?... La Grezza...
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ALEX: Ma per sapere se giocavamo?
STEFANO: E certo. Io le ho detto come d’accordo.
ANDREA: Ah, sì, ha chiamato anche me: pure io sono stato vago al massimo.
MARINA: Poveraccia... le piaceva tanto venire.
STEFANO: Ma ti pare che proprio oggi che siamo sotto osservazione ci presentiamo in campo con quella
specie di uomo?
JESSICA: Beh, ora, uomo... quello, magari, è più come si comporta.
STEFANO: Comunque è una mezza calzetta! Saprà pure fare qualche numero, ma quella è meglio che se la
prende un circo.
JESSICA: Ci ha lavorato, ci ha lavorato... tre mesi con quello di Medrano. Dice che era addetta al lavaggio
degli animali di grande stazza.
SILVIA: Buttalo via... per chi opera nel settore fare il bidè agli elefanti mi pare un punto d’arrivo.
STEFANO: Intanto vi devo confessare che una sera che l’ho incrociata al cinema e che non era vestita da
uomo... beh, oh... dite quello che vi pare ma s’è visto di peggio.
ANDREA: Si...e poi??...
STEFANO: Vedere per credere. Quella un po’ in tiro è pure capace di rendere.
ANDREA: Madonna, ma stai proprio a pezzi!
(Rumori di una macchina in avvicinamento. Tutti si voltano a guardare.)

2- ARRIVO DI FURIO E FLAVIA


ALEX: Aspetta un po'! Zitto che forse...
JESSICA: Ma che cos'è, lui?
MARINA: E sì, che c'è pure Flavietta.
DEBORAH: Non mi dire, che sono venuti in tassì... questi già pensano di avere svoltato.
ANDREA: Ma cazzo, zoppica!
STEFANO: E neanche poco!
(Entra Furio. Molto claudicante. Si appoggia a Flavia che, col braccio libero, gli porta la borsa da gioco.)
ELENA: Furio, e il motorino?
FURIO: Sta peggio di me.
ELENA: Ma che hai fatto?
FLAVIA: Lascia stare, siamo caduti.
MARA: Oh, porello!
FURIO: Quello c'è? E' arrivato?
ELENA: L'osservatore?
FURIO: Eh!
ELENA: Sì e dice pure di sbrigarti che se ne deve andare.
FURIO: Voi intanto entrate. Io ora vedo come sto.
MARA: Basta che non ti ammazzi!
FURIO: A non giocare mi rovino.
(E va in campo portando con sé il pallone.)
MARA: Però, ragazze, a parte tutto, sapete che penso?
SISSI: No, dicci 'sta perla di saggezza!
MARA: E dài, seriamente! Che quando ti succedono queste cose una si rende proprio conto di com'è vero
che siamo tutti appesi a un filo.
FURIO: A un cappio, cazzo... altro che filo! (A Flavia) Fammi camminare!
(Gianna scatta una foto ai due.)
FURIO: Ci mancava. Poi ce lo incorniniamo!
GIANNA: Che fate tenerezza così tutti stretti stretti.
SAMANTHA: Ma si può sapere poi come hai fatto?
FLAVIA: Lascia stare che non è il momento.
FURIO: (A Flavia) Ecco, ti conviene.
FLAVIA: Furio, guarda, te lo dico subito: se ricominci, prendo e me ne vado.
FURIO: Tu pensa a sostenermi.
SISSI: Ah-ah, c'è aria di crisi.
GIANNA: (Guardando verso il campo) Vai che è cominciata! (E scatta)
DEBORAH: Mica ho capito contro chi giocano.
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SILVIA: Pippe come sono, contro se stessi. Gli altri non fanno storie, sono intercambiabili.
FURIO: (Agitandosi pur se in preda a sensibili fitte e senza poter poggiare completamente un piede in terra)
Ma porca puttana, porca.... io non ci posso credere! Non ci posso credere!... Ah!...
FLAVIA: Amore, ti prego... così fai cadere tutt'e due... cerca di non agitarti.
FURIO: (Sgarbatamente) T'ho detto: fammi camminare! Te te ne stai così impalata....- Maledetto il motorino
e chi me l'ha venduto!... Ah!...
FLAVIA: Se invece ti mettessi un po' sdraiato con la gamba distesa... - Non lo capisci che in questo modo
rischi solo di peggiorare la situazione?!...
FURIO: So io quello che devo fare. Camminare! Mi viene da piangere, cazzo! Ma ti rendi conto che quello
è venuto per me? Te ne rendi conto o no?...
FLAVIA: (Per accontentarlo) Ma sì, sì...
FURIO: Inutile che lo dici così perché lo sai che è vero. Qua nessuno che ci credeva e invece eccolo là, e io,
merda, che mi trovo in queste condizioni. Merda! Merda! Centomila volte merda!
FLAVIA: Tu c'avrai tutte le ragioni del mondo ma lo sai che non lo sopporto quando cominci con questi
atteggiamenti.
FURIO: Vabbè, scusa l'insensibilità. Roba che vallo a raccontare, Non ci si crede!
MARA: In effetti, porca miseria, quando le cose è scritto che debbono andare per un certo verso, hai voglia
tu...
FLAVIA: Comunque, dài, se davvero è venuto per vederti vuol dire che tornerà. Lo capisce che mica è colpa
tua.
FURIO: Sì, torna... sai quando!
PIA: Furioo!...
FURIO: Eh?..
PIA: (Accennando a un punto oltre la scena) Là c'è quel signore che sembra che ti vuole parlare.
FURIO: Chi?
PIA: E non è quello che stava ad aspettare te?...
(Furio guarda. S'accorge. Realizza.)
FLAVIA: Dài che t'accompagno.
FURIO: (Staccandosi) No, faccio da me! (Poi, dopo aver scostato bruscamente Flavia, si ferma, e voltandosi
di nuovo verso la ragazza, con altro tono...) Oh, piccola!...
FLAVIA: Eh?...
FURIO: Vieni qua.
(Flavia gli si avvicina, quasi intimorita.)
FURIO: Oggi vedi di sopportarmi così: non è che ci sto tanto con la testa. Ma te certe cose lo so che le
capisci.
(La bacia, e si allontana tentando di mascherare la sofferenza.)

3 - PERLE DI SAGGEZZA (FURIO FUORISCENA)


SISSI: (A Flavia) Non dico tanto: solo sapere di chi è stata la colpa.
FLAVIA: Se lo domandi a lui ti dice mia.
SISSI: Ma tu non stavi dietro?
FLAVIA: Lui intanto ti dice mia.
SISSI: Io non so tu proprio come...
FLAVIA: Lasciamo perdere che è meglio!
MARA: (A Nadia) Comunque, per continuare e finire quello che stavo dicendo prima, ma prima prima: a
proposito se credo o no... - beh, guarda, adesso ti sembrerà assurdo ma io, se ci fosse un Dio, avrei quasi più
paura che se non ci fosse.
DEBORAH: Ma dài!
MARA: Scusa, chi ti dice che debba essere buono per forza?
NADIA: Cioè?...
MARA: Cioè, ragiona: se a noi ci fa comodo buono e allora ce lo facciamo buono. Come dire che io allora
me lo immagino strafigo e quello diventa strafigo. Dài, non esiste. Premesso che è Dio, a lui di essere buono
o cattivo che gli cambia? - Premesso che è Dio.
GIORGIA: E sù, non dire così che mi mandi a male.
MARA: No, davvero. Poi, comunque, per me esiste. Cioè, ora anche a ragionare in maniera spicciolapenso
che io sono troppo piccola e che ci deve essere per forza qualcosa di grande.
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GIANNA: Mio padre ha una teoria sua: dice che noi saremmo i microbi d'un organismo enorme.
SILVIA: A’ beh, a te come anticorpo ti ci vedo benissimo.

4 - FURIO SOSTITUISCE MILLEPIPPE


(Rientra Furio. Quantomai ombroso. Flavia gli va incontro offrendogli il braccio. Lui lo scosta. Ha sforzato il
ginocchio oltre misura. Si ferma ansante. Mani sulle cosce a riprendere il respiro.)
FLAVIA: E allora?
FURIO: Allora che?
FLAVIA: T'ha detto qualcosa o no?
FURIO: (Con fastidio) Bah!...
FLAVIA: T'ha detto qualcosa o no?
FURIO: Capita, m'ha detto. Capita, figliolo, capita. Contenta? (Riappoggiandosi alla ragazza) Fammi
provare ancora, forza!...
FLAVIA: (Tenendolo) E che torna per vederti no?
FURIO: Ah, sicuro.
FLAVIA: E allora che problema c'è?
FURIO: Capirai, manco è di qui, quello domani se ne va. Avevo risolto, avevo!... Giuro, me lo sento: avevo
risolto!... Figurati se uno a quei livelli è uno che va a bazzicare per dei posti allo sprofondo come questo!... E
se l'ha fatto ci sarà pure stato un motivo, no?... Mica aveva da buttar via la giornata. Ci sarà stato o no?...
(Flavia suppone la domanda retorica e non risponde) Oh, mi vuoi rispondere'?! Ci sarà stato o no?
FLAVIA: (Sempre faticando per sorreggerlo, con pazienza) Eh, immagino...
FURIO: Giusto perché ci credeva, non c'è altra spiegazione, e si ci credeva... Ah!... E stai attenta, reggimi
bene!...
FLAVIA: Sì, ti sembra facile reggimi bene!... Pesi due grammi, pesi...
FURIO: E se ci credeva voleva dire che il più era fatto, mentre invece ora un cazzo, due milioni di volte
cazzoo!, e mi tocca restare col culo a mollo. Bastava, guarda, che non mi spostavo per scansare il Mercedes,
che se ne vada affanculo pure lui! Solo questo e ora ero in campo. Se ci penso c'è da mangiarsi il cervello a
morsi! - Però anche tu, cazzo... stai dietro che ti muovi da una parte all'altra, poi ci credo che alla minima
cosa non ci vuole un cazzo a volare via. Là le ruote sono due, mica abbiamo una Ferrari.
FLAVIA: Adesso non cominciare a dare la colpa a me!
FURIO: Ma me voi tenere in piedi?!... Ah!
SISSI: Ma in ospedale ci siete andati?
FLAVIA: Ci siamo andati sì.
SISSI: A parere mio personalissimo se pure ci restava non faceva un soldo di danno. Per come la vedo io.
Massimo massimo, c'era da tornare subito a casa senza andarsene tanto in giro. Per come la vedo. Ora non
riesco a capire che si è risolto ad essere venuto fino a qua. Poi, certo, ognuno è padronissimo di fare come gli
pare.
FLAVIA: (Quasi tra sé) Tutte brave a risolvere i problemi degli altri.
(Furio si allontana da Flavia e, a fatica, si mette a sedere. Si avvicina la sacca, la apre e vi rimesta dentro. Ne
tira fuori due scarpini e un paio di calzoncini.Comincia a preparasi.)
FURIO: Passami la roba, io entro.
(Furio, con gesti tanto impacciati quanto scostanti e che non chiedono aiuto, prosegue nella vestizione per
entrare in campo. Flavia lo osserva sconfitta. Infine il ragazzo, arrancando, si alza e, stringendo i denti, si
mette a saltellare per sciogliere i muscoli. Ha un ginocchio rigidamente bendato.)
FLAVIA: Ma allora fai sul serio.
SISSI: Ma legatelo! Io proprio non li capisco. Quando uno ha voglia di farsi del male a tutti i costi!
FLAVIA: Si impicchi! Per me, guarda...
FURIO: (Sbracciandosi) Ooooohh!... Stefanoo!... Strefanoooo!... Dì che al prossimo fallo entro!... (Facendo
imbuto con le mani) Al prossimo fallo entro!... No, senza che vi fermate apposta. Aspetto, aspetto!...
PIA: (Volgendo lo sguardo in alto, verso la scarpata che, presumibilmente, conduce al cavalcavia) E quello?
Che ha da guardare?
SISSI: Chi?
PIA: Uno lassù che fa il guardone. (Lanciando la voce) Ehi tipo!! Che hai da guardare??
GIANNA: E' un ragazzino, e lascialo stare. Guarda, che l'hai fatto diventare tutto rosso.
MARA: Povero, come si nasconde...
PIA: A me uno che spia non mi piace neanche un po';
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NADIA: (Che ha continuato a seguire la partita e ora alzandosi seguendo, con trasporto, un'azione di gioco)
Guarda Osvaldo! Guarda Osvaldo! Guarda Osvaldo! Vai, amore, vai vai vai vai vai vai!... (Poi non capendo)
Beh, cos'è è stato?
SAMANTHA: Mi sa che gliel'ha parata
NADIA: E allora?
SAMANTHA: E allora ciccia.
NADIA: (Rianimandosi) Vabbè, bravo lo stesso... (Applaudendo a spellarsi) Braavooo... Braavooo...
Braavooo...
(Andrea, sporchissimo di terra e alterato dallo sforzo, sopraggiunge di corsa col pallone tra le mani per
battere l'angolo.)
FURIO: Oh, io allora entro.
ALEX: Ma sei sicuro che ce la fai?
FURIO: Ce la faccio, ce la faccio.
ALEX: (Gridando in campo) Oh, qua si cambia musica... svuotàte l'area: Furio dice che vuole
entrare!...Cardoneee!... Avete i minuti contati, avete!...
FLAVIA: (A Furio, inascoltata) Tiè, questi sono più incoscienti di te.
FURIO: (A Alex) Fai dire che esca Millepippe, che quello manco doveva giocare.
ALEX: (C.s.) Millepippe, dice che ora esci tu! Facciamo a rotazione... un quarto d'ora per uno.
(E' Andrea, afflittissimo, che vediamo uscire dal rettangolo di gioco.)
ANDREA: Sì, però che cavolo... pure io ho pagato.
ALEX: Dai, che poi rientri; fai largo al boss.
FURIO: (Forte, a qualcuno che non si vede, mentre controlla il nodo degli scarpini) Piceci... spostati a destra
che al centro ci sono io!
ALEX: Vai, campione, che li facciamo neri!
(E Furio, per quanto può, caracolla in campo fotografato da Gianna; il suo ingresso viene accolto da grandi
applausi, quasi da festanti ovazioni, mentre Alex, dopo aver piazzato il pallone sul corner, si fa largo tra le
ragazze sedute in terra per prendere la rincorsa.)
ALEX: (Gridando all'indirizzo dei suoi compagni) Al centro! Al centro!...
(Parte e calcia. Qualche istante per seguire la traiettoria della palla e scatta via.)

5- ANDREA&FLAVIA 1
ANDREA: (Che si è accovacciato un po' discosto dalle ragazze) Oh, me ne avessero passata una che è una...
SILVIA: Beh, se ti chiamano Millepippe tanta fiducia non te la poi aspettare.
ANDREA: Che c'entra? Quello è così per ridere.
SILVIA: Contento te.
ANDREA: (Più a mezza bocca) E anche perché sono stronzi.
ELENA: Come dice il prof, non ti curar di lor ma guarda e sputa.
GIANNA: (Correggendo) Guarda e passa.
ELENA: Guarda e sputa.
GIANNA: Come dice Leopardi è 'guarda e passa'.
SISSI: Casomai Pascoli.
DEBORAH: Oh sceme... 'guarda e passa' è Catullo.
SILVIA: Sì, facciamo Venditti!
ANDREA: (Saltando sù) Guarda guà, per un pelo segnavano!... (Sgolandosi e scaldandosi in modo crescente
ed esagerato) Cicoria... vagli addosso che è solo!...
Tiralo giù!... Tiralo giùùù!... Indietro! Indietro! Ma dov'è la difesa?... Indietro! Tornate dietro!... Eccoli là
che se li sono fatt riscappare in contropiede... Portiere, che aspetti a uscire? Esci! E esci!... - E porca la...
ELENA: Cos’è? Goal?
ANDREA: (Dopo il crollo dell'eccitazione) E no, pe' ride'... - Avevamo retto bene fino adesso, cazzo!...
FLAVIA: Dovresti essere contento, così imparano a farti uscire.
ANDREA: Beh, ma perdere non fa mai piacere a nessuno.
FLAVIA: Che t'importa, scusa? Se non giochi...
ANDREA: A parte che adesso rientro, poi comunque che cavolo di ragionamenti... è sempre la mia squadra.
FLAVIA: Bravo... ti fa onore.
ANDREA: Che fai, sfotti?
FLAVIA: Dico sul serio.
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GIORGIA: Ma sentiteli questi due.
FLAVIA: Beh, che c'è?
GIORGIA: Niente, che siete carini.
FLAVIA: In che senso, prego?
GIANNA: Così, come litigate.
FLAVIA: Ma ce la fai?
MARINA: Oh, ma quello... l'osservatore, dico: ma chi è che l'ha fatto venire?
ANDREA: Bho di preciso non lo so perché non c'ero ma mi hanno detto che è stato uno che avrebbe visto
giocare Furio una volta e dato che conosceva questo che fa tipo il procuratore per un mucchio di squadre
grosse gli è andato a dire che è uno, insomma, che ci azzecca. Che poi sarebbe la verità. Ma oggi proprio non
è in vena.
(Catastrofe improvvisa: Stefano, trascinato dalla foga di un'azione e tutto imbrattato di terra e fango com'è,
vola addosso alle ragazze travolgendole. Urla e schiamazzi.)
STEFANO: (Tirandosi sù e imprecando all'indirizzo di qualcuno che non vediamo) Oooooh... e adesso
basta!... Sono già tre volte, capiamoci: se dobbiamo giocare giochiamo, ma così mica si può. - Oh, arbitro...
non facciamo stronzate, questa è punizione!
ANDREA: Stai buono che te l'ha data.
ALICE: Madonna, m'hai tutta sporcata!
SAMANTHA: Guarda, m'è uscito pure un filo.
PIA: Non lo toccare che è peggio.
MARA: Ahia, la gamba!
SAMANTHA: Ti chiedesse almeno scusa... 'sto cafone!...
(Stefano si appresta a battere la punizione dalla linea del fallo, scatta in campo e scompare. Le ragazze si
rimettono a posto i vestiti e si spazzolano via la polvere. Ma qualcosa le distrae.)

6 - ARRIVO DELLA RUVIDA


PIA: Oddio, oddio... guardate un po’ chi c’è!
(Entra la Ruvida. In tuta e con una borsa particolarmente rigonfia.)
LA GREZZA: (In direzione del campo) ‘St’impuniti!... Me lo sentivo che mi stavanotirando il pacco!...
Dice, è rimandata. Eccola com’è rimandata!...
SISSI: Mamma, questa! E adesso chi la sente?...
PIA: E meno male che erano sicuri al mille per mille!... (Alla nuova arrivata) Ciao, bella...
LA GREZZA: (A loro) Vedo che ci siete anche voi. Proprio non manca nessuno.
PIA: E’ che all’ultimo, poi, si sono organizzati e allora... ma proprio all’ultimo all’ultimo.
(Anche le altre ragazze accennano timidi e compassati gesti di saluto che la Ruvida non degna di risposta.)
LA GREZZA: (Di nuovo in direzione del campo) Oh, deficienti!... Ma chi volevate prendere per il culo?... Io
qua sono. E mica me ne vado! Adesso vedremo chi si fa notare di più.
ELENA: Oh, ma che ti sei messa in testa?...
ANDREA: (Sempre alla Ruvida) Credi, davvero... non è colpa di nessuno...è che era una situazione un po’
diversa, se no figurati... insomma, non la devi prendere come una cosa personale.
LA GREZZA: Lo so da me come la devo prendere senza bisogno che me lo stai a dire tu. Vogliono giocare?
E giochino. Solo che pur io voglio giocare, va bene?... Sono venuta per giocare e gioco, ti disturbo?...
ANDREA: A me? No, ma che c’entra?.. Io intendevo solo...
LA GREZZA: Devo stare fuori? E sto fuori, tanto di spazio non me ne serve mica molto... a stare da sola mi
basto e avanzo. Voi chiacchierate pure che a me ci penso da sola.
(E intanto ha già aperto la borsa per tirarne fuori un pallone praticamente nuovissimo.)
LA GREZZA: (Lanciando la voce in direzione del campo) EHI!! Ve lo faccio vedere chi è il più bravo qui in
mezzo! Ve lo faccio vedere io!... Ora voglio proprio vedere chi guarda!... Lo voglio proprio vedere!...
(Gianna la fotografa e basta)
(Esce dal campo, col fiato rotto, Alex. Dietro di lui compaiano altri ragazzi.)
ALEX: Guarda, te lo chiedo per cortesia!...Cosa vuol dire fare polemica in questa maniera?... Cioè, cerca di
capire... è una cosa importante per Furio mica per noi. Poi le prossime volte, giuro, ti richiamiamo sempre
ma oggi che sono venuti per vederlo in campo, non puoi fare così.
FLAVIA: Davvero... è una cosa particolare. Li devi capire... sono tutti un po’ presi da questa storia, per cui...
insomma, fanno il tifo... e sì, ovvio, anch’io, ecco... beh, lo capisci da te... fà in modo che la cosa vada -
certo, è difficile - ma sarebbe bello un po’ per tutti.
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LA GREZZA: (Continuando a palleggiare) Non ti aspettare niente. Se è bella è bella per lui, se è brutta è
brutta per lui. Punto.

7 - LA LITE TRA ANDREA E STEFANO


ANDREA: (C.s.) Ehi Macioci, Macioci... Dì a Giussani che stia dietro a chiudere...hai sentito cosa ho
detto?... E dì a Massimiliano che si metta addosso al loro cinque che non lo marca nessuno!... Ma guarda
Stefano il casino che sta combinando!... Dietro a chiudere! Dietro a chiudere!...
STEFANO: (entra aggredendo Andrea dandogli uno spintone a due mani sul petto; dopo il primo ne
seguiranno a raffica altri due o tre.) Oh, che facciamo? Qua smette una e comincia l’altro!... Ma la vuoi
piantare?... Chi è che fa casino?... Chi è che fa casino?...No, tu mi devi dire chi è che fa casino?...
ANDREA: Io sto solo a cercando di farti capire che se ti metti dietro, qualcosa a spazzare almeno combini.
STEFANO: Ma spazzati il cervello, pezzo de merda!
JESSICA: Calma, calma... vediamo di non trascendere.
ANDREA: Sai a me che me ne frega, io è per voi che lo dico.
STEFANO: Ma guarda 'sto sciroccato!... Già che hai i piedi malandati, almeno vedi di stare zitto!
GIORGIA: No, per piacere, se dovete litigare ve ne andate da un'altra parte.
FLAVIA: Poi sempre con lui ve la dovete prendere?...
JESSICA: Va bè, adesso basta, chiudiamola qui.
STEFANO: (Con una recuperata e minacciosissima calma) Io non ho proprio niente da chiudere, quello che
ti dico, guarda, è che hai solo da riprovare a fiatare - ma giuro: solo da riprovare.
ANDREA: Ha parlato Superpippo.
STEFANO: Ma allora ricominci!...Cioè hai proprio deciso che ti devo fare male!...
JESSICA: (Trattenendolo a stento) Basta, per piacere, basta!...
STEFANO: (Continuando nel suo slancio) Guarda che non ci metto mica tanto sai!... Non ci metto mica
tanto!...
RAGAZZE: (Prese dal panico e sul punto di scappare) Ma si può essere più scemi?... Se può essere più
scemi?... Sempre così con voi!... Sempre così!... (E altre esclamazioni a soggetto che si sommano le une alle
altre.)
(Infine, a bordo campo, compare Furio. La sua voce tuona potente e indiscutibile.)
FURIO: INSOMMA, LA VOGLIAMO PIANTARE!!!... LA VOGLIAMO PIANTARE!!!...
(Il gruppo si raggela. Nessuno osa replicare. Una pausa.)
FURIO: (Alla Grezza che, discosta, se ne è rimasta a palleggiare per i fatti suoi) Anche tu... se vuoi restare
dacci quel pallone altrimenti vattene.
LA GREZZA: E’ che mi fa rabbia, cazzo!... Una volta che c’è da fare sul serio!... (Una pausa) Furio, e se
non mi capisci te...
FURIO: T’ho detto: il pallone! Andiamo, spicciati!
(Forse la Ruvida vorrebbe replicare qualcosa ma lo sguardo perentorio di Furio la sconfigge e, da ultimo,
senza aggiungere altro, molla il pallone calciandolo via con rabbia.)
LA GREZZA: Oh, ringrazia che oggi mi gira bene!... Giusto per te, guarda!... Ci puoi mettere la mano sul
fuoco: giusto per te.
FURIO: Se vuoii rimanere rimani ma cuciti la bocca e legati i piedi.(A Stefano) Tu, comunque, stattene al
centro. (Ad Andrea) E tu vedi di stare un po' zitto, chiaro?...
(Pronunciati questi comandi Furio rientra in campo. Ancora alcuni istanti di silenzio, il tempo di dissipare
qualsiasi residuo di violenza, poi...)
STEFANO: (Anche lui rientrando) Occhèi, ricominciamo.
(Una breve pausa.)

8 - SI SFOGA LA RUVIDA
MARINA: (Alla Ruvida) Sù, non te ne andare. Perché non ti siedi un po’ con noi?
LA GREZZA: Perché ho il senso dell’estetica.
ELENA: Certo che se non offendi stai male!
MARINA (alla Grezza) : No, scusa... sarebbe a dire?
LA GREZZA: Che sono troppo cani. Almeno in campo me ne accorgo poco, ma di doverli stare a guardare,
a parte Furio, è una sofferenza esagerata. Io non reggo a vedere martirizzare un pallone a questa maniera. E
un po’ d’umanità!...
No, perché, capito, quando gli servo non stanno a guardare se sono uomo o donna, poi però, la volta che
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c’hanno gli inciucci loro, la Grezza la buttano nel cesso. Si vergognano. Ma è perché sono meglio di tutti
quanti loro messi assieme, ecco di che si vergognano. E ce lo sanno benissimo. Non se lo dicono ma lo
sanno. Che gli faccio paura. Nessuno escluso. Al massimo potrei dire a parte Furio, ma proprio massimo
massimo, per il resto... tiè, non ve le perdete!... Perché non hanno vissuto neanche un’unghia, ma manco
mezza, di quello che ho vissuto io, solo che siccome non ciò il pisello non vale un cazzo, capito!?... (Più
direttamente alle ragazze) E voi inutile che ridete. Perché se pensate che vi sto dicendo che sono lesbica non
ci sperate; io, se solo me gira, vi posso fregare l’uomo a una a una, se solo mi gira. Ringraziate che mi fanno
pena dal primo all’ultimo... ‘sti lattanti!.. Dice: siediti. E già, mò vi piacerebbe che mi mettessi a fare la
scema insieme a voi, eh... neanche poco!... Sè, col cavolo che mi metto seduta a guardare!... Dice, così
almeno s’è adeguata. Ma sai quanto ci vuole per adeguarsi a voi!... Niente ci vuole. E’ adeguarsi a me che la
vedo un po’ più difficile. (A Andrea) E tu, quando hanno finito, vedi di recuperare il pallone.
(Senza aspettare repliche la Ruvida se ne va. Lunga pausa)

9 - SI SFOGA MILLEPIPPE
SAMANTHA: Poraccia... proprio da terapia, ma di quelle pesanti.
DEBORAH: Capirai, a me da un orecchio mi entrava e dall’altro mi usciva.
MARA: Ma no, io la capisco. Se doveva sfogarsi ha fatto bene così.
GIORGIA: Flavietta... io però con ‘sta storia dell’”a parte Furio” mi preccuperei un pochino.
FLAVIA: E’ là. Se dice di essere tanto brava, se lo prenda.
SISSI: Sè, ti vorrei vedere!
MARINA: Oh, e questo perché volevo essere carina. Dicevi ‘no, grazie’ e finiva lì.
ANDREA: (Chiudendosi in se stesso e quasi nascondendo completamente il viso contro le ginocchia) Ha
fatto bene, ha fatto. Me fa solo rabbia che non l’hanno sentita pure gli altri. ‘Sti ridicoli!...
GIORGIA: Hai visto, però... fa òdiens.
FLAVIA: Davvero ti sei arrabbiato?... Solo perché t’hanno tirato fori?... Ma è una scemenza. Lascia
perdere... tanto lo sai, no, che sono fatti in un certo modo.
ANDREA: Ma va', va'...
MARA: Ma... no!? si è messo a piangere?
MARINA: Dài, non ci posso credere.
GIORGIA: E sì che sta piangendo.
(Le ragazze finiscono inevitabilmente per fargli cerchio attorno. Forse Gianna lo fotografa.)
ANDREA: Ma mi volete lasciare in pace?!...
SISSI: (Cercando di fargli sollevare il viso) Fa' un po' vedere... ma davvero davvero...?
ANDREA: (Scostandosi bruscamente) Ma te ne vuoi andare?!...
MARA: (A Enrico) ‘Mazza, come ti capisco!... Anche a me ogni tanto capita così, che mi prende come un
magone improvviso, no... tipo un’ansia che non mi so tenere dentro... beh, è raro, ma quand’è è un macello.
Ci posso passare mezza giornata a lacrimare. Davvero: a fiumi. Quand’ho finito, però, mi sento di un
rinfrancato... - Fai, fai... dopo vedi come stai meglio.
FLAVIA: Vabbè, ora circolare!... Non gli state tutte così addosso!... E’ chiaro che poi s’intimidisce di più.
ANDREA: E ho detto basta!... Ma perché non vi fate un po' gli affari vostri?...
GIANNA: Certo che se ha pagato ha pure ragione a voler giocare.
FLAVIA: (A lui) Ma sul serio ti sei arrabbiato?... Eh? Sul serio?
ANDREA: Pure tu!
FLAVIA: Perché 'pure tu'?... Eh? Perché 'pure tu’?.
ANDREA: Non mi fare incazzare che è meglio.
JESSICA: Com'è che hai detto?
ANDREA: Di non farmi incazzareeee!...
SILVIA: Ma tu senti questo come parla!
FLAVIA: Ma sì, dai, hai ragione: se hai bisogno di sfogarti, sfogati... però guarda, non è che adesso ti devi
vergognare se ti han tenuto fuori...
ANDREA: Ma chi si vergogna? Ma sfogare di che?... Sto pensando, va bene?!... Si può pensare? E'
permesso? C’avrò il diritto?... Mi va di pensare e penso. (Scattando in piedi, rivolto al campo di gioco) Ma tu
guarda che stanno combinando!...Ma si può essere più cretini?! Si può essere più cretini!... C’è un buco che
fa spavento! -
(Le ragazze, per sottolineare il goal subito, si divertono a improvvisare un coretto di 'Buuuh!'. E ridono.)

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10 - NADIA&OSVALDO
PIA: (Voltandosi a recuperare la sua borsa, alza lo sguardo dove già prima ha visto qualcuno.) Oh, quello
mica se ne va. E ancora rimane a guardare!
DEBORAH: Si vede che gli piaci.
SAMANTHA: (Già ridendo per la battuta che sta per dire) Oh, lo sapete che sta facendo?... Spia Pia. (E ride
ora fragorosamente, avendo ottenuto, peraltro, un certo successo.)
PIA: Ma smettila!
(Nadia improvvisamente scatta in piedi perchè Osvaldo l'ha chiamata)
NADIA: Amore! Cosa, vengo lì? ah, dell'acqua vuoi? sì, certo, arrivooo!
(Ed esce. Si sentono le loro voic fuoriscena).
OSVALDO: Mamma mia, oh... certo che qua siamo proprio alla frutta. Nadia, dammi un bacio, va', che mi
ripiglio. E non ti appendere troppo!... Non ti appendere troppo!...
NADIA: Ma se ti sto tenendo su io
(Gianna fotografa)
NADIA: Tieni, bevi, amore.
OSVALDO: Solo un goccio se no mi stronca.
NADIA: Bevi piano che ti fa male.
OSVALDO: Madonna, ho la milza che mi sembra che c'è passato un bombardamento al napalm. Oh, a
proposito...ricordami che poi ti devo dare i depliant che ho preso in agenzia. Vabbè và, fammi tornare in
trincea. (Nadia torna in scena)
GIANNA: Nadia, come va con Osvaldo? Mi sembra bene
NADIA: mah, così. Diciamo bene. In realtà ci sono ancora un sacco di cose da chiarire, comunque finchè va.
PIA: stacci, stacci.
NADIA: e cos’ho detto?
GIANNA: Ma poi si è sciolto un po’ o ancora no?
NADIA: Come faccio a spiegare?... E' che insomma, ma questo proprio per come è fatto lui, è uno con cui
devi andare a tentativi, che non riesci a capirci niente. Forse sarò io, boh... Cioè, dico, l'avessi mai sentito
parlare di cose un po' più serie, nel senso di fare un programma a lunga scadenza, di guardare le cose un po’
in prospettiva: mai.
MARA: Ma tu hai mai provato a affrontare il discorso o no?
NADIA: due volte, mica una: un muro. Neanche per farmi capire che è un rapporto a cui tiene. Cioè, parti
dal fatto che lo amo, io de glielo ho fatto capre... allora scusa a 'sto punto me pare che ho pure il sacrosanto
diritto de farmi un’idea di come stanno per lui le cose. Oramai, oh, sono tre mesi che stiamo insieme, mica
un giorno.
SISSI: Ma quando dici programmi dici proprio sposarsi o roba tipo vivere insieme?
NADIA: Sì, questo. Mica poi per farlo, ma almeno parlarne.
ALICE: E certo, un rapporto è sempre un investimento.
ELENA: (A Nadia) Ma a te andrebbe?
NADIA: Ma la cosa, al limite, è pure secondaria. Quello che vorrei è una prova di fiducia. O di maturità,
mettila un po' come ti pare, perché se era per passare il sabato pomeriggio in via Torino e la domenica al
cinema dopo 'Novantesimo minuto'... beh, avevamo già dato. Allora, scusa, ma tanto valeva che me ne
restavo con Mimmo.
PIA: (Sognante) Buono come il pane.
NADIA: Appunto. Comunque quand'è agosto partiamo insieme, e intanto vediamo un po' come va 'sto
viaggio.
ERIKA: Figo, e dove andate?
NADIA: L'idea sarebbe il Marocco. Almeno per cementare il rapporto.
GIANNA: Ma sì, fallo... almeno ti dai una regolata
SISSI: Poi dice che i marocchini ci sanno fare
GIORGIA: Eh capirai, sono proprio il tipo!
PIA: Pensa a tua madre e a tuo padre se ritorni con un maghrebino...
NADIA: ma va’ sarebbero contenti. Dicono sempre che il futuro del mondo è nella fusione delle razze e che
dovremmo fare di tutto per agevolare il processo.
MARA: Come ti invidio... bello avere genitori con una mentalità così.
NADIA: Beh, sotto questo punto di vista non mi posso proprio lamentare.
(Vola fuori campo, dunque tra i nostri, il pallone. Andrea, con uno scatto felino, corre a recuperarlo e lo
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calcia nel rettangolo di gioco.)

11 - FLAVIA&ANDREA 2
FLAVIA: (A Andrea) Comunque Andrea, secondo me... se proprio ti va di giocare diglielo.
ANDREA: (Vergognandosi calcia via la pietra.) Ma no, così... poi oggi, davvero, non è che avessi una gran
voglia. Giusto perché oramai glielo avevo promesso che sarei venuto, e allora...
(Le altre ragazze, intente a seguire la partita, esplodono in un applauso accompagnato, al contempo, da
esclamazioni di incitamento e disappunto. Come per un'azione non andata buon fine. Gianna scatta. Andrea
e Flavia non ci fanno caso. Lui deglutisce, poi come per cambiare discorso...)
ANDREA:E tu... tu finisci quest'anno, vero?...
FLAVIA: Mh, mh. E tu?
ANDREA: No, io ho finito due anni fa.
FLAVIA: Ma và?!...
ANDREA: Eh.
FLAVIA: Cavolo, sembri più giovane.
ANDREA: Che già avevo fatto la primina, poi ho fatto anche due anni in uno.
SILVIA: (Che ha colto) cazzo, sei Einstein!
FLAVIA: (Sempre a lui) E fai l'università?
ANDREA: Sì, Lettere. Ma lavoro anche in bottega con mio padre. - Tu, invece?
FLAVIA: (La risposta priva di accenti dialettali è segnale di argomento serio.) A me piacerebbe fare
restauro, ma è ancora tutta da vedere.
(Con passo poderoso esce dal campo Furio. Le ragazze ne accolgono l'arrivo con un fioccare di complimenti
che il ragazzo sembra ignorare mentre, con gesti bruschi e quasi incauti, inizia a lacerare la benda che lo
stringe al ginocchio. Gianna lo fotografa ripetutamente.)
ELENA: (Costernata) E adesso?... Che succede?
FURIO: (Senza neanche guardarla) con tutte queste bende non mi muovo neanche. Tanto se pesto forte non
sento niente.
FLAVIA: Furio, te lo ripeto una volta e poi basta: qua è la volta che ti rovini per davvero.
FURIO: (C.s.) i cerotti sono più che sufficienti.
FLAVIA: ma bravo!.
DEBORAH: (A Furio) E diciamolo che sei sempre il migliore!...
FLAVIA: Brava... dagli pure corda.
DEBORAH: Perché? Scusa gli sembra di farcela...
FLAVIA: Sì, hai trovato!...
FURIO: (Alzandosi e gettando via le fasce) Dio della sfiga, pensaci tu!
FLAVIA: (Col solito risentimento) Mi vuoi dire adesso questo cosa c'entra?...
FURIO: (Dardeggiandole contro uno sguardo assassino) cazzo, perché non l'hai visto il palo che ho preso!...
FLAVIA: (Smarrita) Eh?...
FURIO: (A Enrico) Almeno tu l'avrai visto!...
ANDREA: Confesso, Furio... m'è sfuggito.
SILVIA: Ma siete ciecati?... Prima: da duecento metri... una sberla...
ELENA: Io sì! Io sì!... Grande! Grandissimo!
GIANNA: Non l'hai sentito che ti abbiamo pure fatto l'applauso?... T’ho anche fotografato.
(Furio, senza dare più retta a nessuno, rientra in campo per raggiungere i compagni che, già da qualche
tempo, stanno lanciando al suo indirizzo richiami schiamazzanti per incitarlo a riprendere il gioco. Sul
gruppo che resta a fare da pubblico aleggia un'ombra di lieve imbarazzo. )
GIORGIA: (A Flavia) Certo che potevi dargliela questa soddisfazione... ha sfoderato un coraggio... - io non
ci capisco tanto ma era proprio da vedere.
FLAVIA: (A Andrea) A ogni modo, per tornare a prima, è più un'idea che altro, perché non è che sia tanto
facile riuscire a farlo. E dico solo cominciare.
ANDREA: cosa?
FLAVIA: Restauro.
PIA: (A Gianna) Oh, tu che lo stai facendo... ma è vero che Legge è una cazzata?
GIANNA: Nel senso?
PIA: M'ha detto Roberto che suo fratello, che adesso deve dare l'esame di stato per diventare avvocato, non
ha studiato praticamente niente e s'è laureato finendo solo un anno fuori corso. A questo punto, quasi quasi ci
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farei un pensierino.
GIANNA: Io veramente ancora esami non è ho dati, ma che sia una scemata non direi. Dipende. Se uno con
lo studio è abituato a cavarsela, allora pure Ingegneria finisce che è una scemata, altrimenti no... perlomeno
su certe materie non te salvi.
MARA: Architettura deve essere divertente, che lì sono tutti esami di gruppo.
SISSI: C'è mio fratello che ci si è iscritto. Almeno ha cominciato a scopare.
PIA: E invece è vero che se una fa Geografia si laurea in due anni?
SISSI: Sì ma poi che cosa fai? La parrucchiera.

12 - MACIOCI / PASCUCCI
(Furio esce dal campo zoppicando vistosamente. Alex gli viene dietro con aria apprensiva.)
ALEX: Furio, che hai?...
FURIO: Meglio che smetto, ho un male cane.
FLAVIA: Se Dio vuole, te sei deciso cazzo.
ALEX: Capirai, se esci tu va tutto a puttane
FURIO: (Senza neanche girarsi a guardare l'amico che vorrebbe convincerlo a continuare) Ti dico, per quello
che stavo combinando...
FLAVIA: Dai, sdraiati qui.
(Sopraggiunge anche Stefano.)
ALEX: Magari senza che ti sforzi...
STEFANO: Comunque, Furio... hai sfoderato due o te numeri da non crederci.Vedrai che quello se ne sarà
accorto, altro che no. Poi mi dirai se avevo ragione.
(A mò di saluto) Mi raccomando, in gamba!... (E va anche lui.)
DEBORAH: Davvero sei stato grande, mica per scherzo.
FLAVIA: (Riferendosi alla ferita) Guarda come te la sei ridotta!... (Recuperando le bende) adesso queste
voglio sapere chi te le rimette.
FURIO: (Senza badarle, gridando ai compagni in campo) o... rientra Millepippe, io non ce la faccio!...
ANDREA: Sicuro, Furio?
FURIO: vai vai
ANDREA: (Saltellando) Cavolo, così però... senza nemmeno avere fatto un po' di riscaldamento, a stirarmi
non ci vuol niente… (E trotterella in campo)
ELENA: Molto male?
FURIO: Figa.
SISSI: Bisognerebbe vedere se si è gonfiato.
FLAVIA: Se tocco senti male?
FURIO: Aaaah!...
FLAVIA: Non vorrei ci fosse qualche complicazione seria.
FURIO: Dio Cristo, non è possibile... non mi sono neanche sforzato più di tanto.
ELENA: E senza questi turpiloqui! (non mi ricordo se era proprio così la battuta).
(Alex, pallone in mano, supera la linea del fallo per andare a battere un corner.)
ALEX: Come va, Furio?...
ELENA: Ho l'impressione che si stia ingrossando, è come un melone.
PIA: Perché non provi a togliere tutto questo malloppo?...
ALEX: (Agli altri) ragazzi, fermi un attimo!... C'è il ginocchio di Furio che è un gran casino!...
(Flavia, con cautela, comincia a tirar via i cerotti. Altri ragazzi, già visti in precedenza, , si avvicinano per
capire cosa sia successo.)
ELENA: Mamma mia com'è conciato!...
STEFANO: (Tentando di fare capoccella) Mbè, che c'è?...
ALEX:i miei coglioni... Ma ci hai messo il silicone?...sembra una tetta della Dellera ...guarda come s'è
pompato!
FURIO: Si può sapere cos'hai da ridere, vaffanculo!
ERIKA: Ma è possibile che non sappiate parlare senza dire parolacce?
STEFANO: Dirò una stronzata... ma se provassimo con degli impacchi?
ALEX: Ti sei giudicato da solo.
STEFANO: Invece tante volte la cosa più semplice è quella che risolve la situazione.
ALEX: Cioè, qui proprio... la filosofia di nonna Papera!
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STEFANO: Almeno è una proposta.
FURIO: Cazzo, pulsa che sembra che scoppi!
ALEX: (A Furio) Che magari poi alla fine è una scemenza, tutto sta nel non sbagliare sul da farsi. Se penso
a un mio cugino che sta in Belgio: gli hanno tolto le tonsille e è rimasto sordo!
SISSI: Ma dài, come può essere?
ALEX: una roba d’anestesia. Tipo che hanno sbagliato mira e l’hanno mandato in tilt. è ancora aperta la
causa.
FURIO: Ci consoliamo.
MARINA: Certo che così non può rimanere. una decisione va presa.
ANDREA: L'arbitro fa' segno che se ne deve andare. Cosa gli diciamo?
STEFANO: E quanti cazzi !
ANDREA: Sì, ma cosa gli diciamo?
ALEX: (Forte, verso il campo)Bruce Leeeee!... Non fare il bastardo!... quello che c'è da recuperare si
recupera. Poi te diamo gli straordinario.
STEFANO: Vacci piano, che quello non sai quanto s'allarga.
JESSICA: Scusate, ma Macioci dove s'è cacciato? è al primo anno di medicina, qualcosa ci deve capire per
forza.
ELENA: Vabbè, ma allora chiamatelo, cosa aspettate?
MARA: (Chiamando) Maciociiii!... Maciò!... Maciociiii!...
ANDREA: si può essere più cretini?! Sta li a giocare col gatto.
ALEX: Ma ti pare!
ALICE: E’ centomila volte meglio che lo fai vedere al Pronto Soccorso, secondo me.
FLAVIA: Ma intanto almeno per arrivarci...
MARA: (Di nuovo chiamando) Maciò!... Ma che stai facendo a quella povera bestia? Vieni qui a vedere il
ginocchio di Furio se ci puoi fare qualcosa! Muoviti...dai!
ANDREA: speriamo che non t'abbia preso ai legamenti.
FURIO: Tiè!
ANDREA: No, perché se ci sono complicazioni agli adduttori allora sì che è davvero brutta.
FURIO: Aritiè!
Arriva Macioci, capelli pel di carota, un po' gnocco e lungagnone. Papalina di lana azzurra in testa.)
ALEX: Ma dico io!... nemmeno un ragazzino...
MACIOCI:era cosi carino... gli facevo zighi-zighi sulla pancia e quello con le zampette mi faceva
pantofolina.
STEFANO: Vieni qua, piuttosto!... Guarda cosa puoi fare con questa gamba.
(Macioci, con aria impacciata, si dispone a indagare la gamba malconcia di Furio.)
STEFANO: E' arrivato il casanova della situazione.
DONNA?: vuoi stare zitto!
MACIOCI: io, veramente........ avrei un problemino...
FURIO: Cioè?
MACIOCI: Beh, che io, di esami, l'unico che ho fatto è storia della Medicina'. Al massimo ti potrei dire, in
un caso del genere, cosa avrebbe potuto fare Galeno.
FURIO: E cosa avrebbe potuto fare Galeno?
MACIOCI: Forse amputare.
FURIO: Cosaa??
ALICE:ma bene!
ELENA: (Sovrapponendosi) Ma sei pirla?!
MACIOCI: Cosa c'entra? Poi de progressi ce ne sono stati, eccome!
ALICE: Ecco, a noi interessano quelli.
FURIO: Ho capito, va'... almeno la benda me la sai rimettere?
MACIOCI: Vabbè, la benda sì. Capirai, ho mia nonna con le piaghe da decubito a cui le devo rifare tre vorte
al giorno.
FURIO: Allora rifammi la fasciatura che me ne torno in ospedale.
STEFANO: (Facendo volare via il cappelletto a Macioci)ma come si fa a fidarsi di uno uno con una cuffietta
del genere?...
MACIOCI: E piàntala, che mi fai prendere un'infreddatura al trigemino! Con la sinusite che ho!...
STEFANO: Ti giuro, Furio... avrei preferito fosse successo a me.
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ALEX: Va bhè, intanto direi che noi possiamo riprendere. (A Furio) spera in un goal, te lo dedico. (Va)
STEFANO: Maciò, ma tuo fratello com'è che oggi non è venuto?
MACIOCI: (Che già si è messo all'opera) E’ che adesso ha la tipa.
STEFANO: la poteva portare. Voi quando siete divisi non combinate un cazzo.
MACIOCI: Vabbè, c'è affiatamento, ma cosa vuol dire? Poi ognuno ha la sua personalità.
STEFANO: sarà... comunque dalla prossima volta non se discute: o tutt'e due o nessuno.
MACIOCI: vaglielo a dire tu! Che questa l’ha proprio rincoglionito. E chi ci ragiona più con mio fratello?...
Ti dico solo che fra due mesi dovevamo partire per la Grecia ma ho già capito che mi tocca cercare un
ricambio. Anzi, se c’è qualcuno interessato...
FURIO: Tu pensa a stringere bene!
MACIOCI: Così, per far circolare la voce.
FURIO: Intanto pensa a far circolare il sangue.
STEFANO: (Sempre a Macioci) per quanto ce n'hai?
MACIOCI: Il tempo de risistemarlo.un po' mi ci vuole.
FURIO: (A Stefano) Intanto che finisce, fai giocare millepippe al suo posto.
STEFANO: Dici?
FURIO: Dico.
STEFANO: (Gridando in campo)Millepippeee.... entra come stopper al posto di Macio finché sta fuori.
MACIOCI: (Senza smettere di trafficare con le bende) Vabbè, però che mandate Millepippe al mio posto mi
deprime.
STEFANO: Già, ma adesso davanti con chi rimaniamo?...
SAMANTHA: (Accennando col capo in direzione della scarpata) senti se a quello va di giocare. E' un'ora
che sta lassù.
STEFANO: (Realizzando a chi si riferisce Sissi e chiamando in quella direzione) ehi tu... ti va di entrare per
un po'?... we dico a te!...
MARINA: Ti ha detto di si. E' anche già vestito.
FURIO: Ecco, buon divertimento.
STEFANO: (C.s.) Dai sù, muoviti!... (Agli altri) Oooh, il tipello gioca con noi!... (Al ragazzo, che
evidentemente è ormai già in campo, e mentre si appresta a sistemare il pallone per battere l'angolo) we tipo,
per regolarti: tu stai col barba, i due ricci, con quello a cui si vede la canotta a strisce, coi due con la fascia
della Roma, con quello che ha i calzerotti verdi e con quello là in fondo che sembra Woody Allen... vabbè,
poi lo capisci giocando.
MARINA: Oh, ma cosa gli dai tutte queste informazioni?...avete fatto le magliette apposta!
STEFANO:eh, non ci sono abitutato. (Di nuovo lanciando la voce al ragazzo)stai al centro e cerca di coprire.
- (Agli altri) Allora, pronti?... Arbitro, posso battere?.... Dentro! Dentro!
(Evidentemente succede qualcosa. Tutti rimangono impietriti. Infine...)
MACIOCI: alla faccia... hai visto il biondo che goal ha fatto!...
STEFANO: (Allibito) E chi è entrato?...Terminator!... Nemmeno due Maradona messi insieme... (Poi
animandosi e correndo a centrocampo) E vai che adesso ce li mangiamo!!!....abbiamo il fenomeno!...
GIANNA: Dov'è la macchina? Dov'è la macchina?... (Recupera la macchinetta fotografica e scatta in
direzione del campo.)
SAMANTHA: Oh, poi non dite che non ho avuto occhio!...
MACIOCI: Furio, ma hai visto?...una rovesciata allucinante... l'ha presa di collo pieno dove quelli non ci
arrivavano de testa. - Ma l'hai visto, sì?...
FURIO: (Terreo) Ho visto, ho visto.
MACIOCI: Che poi è un cazzo e un barattolo.
DEBORAH: Pia... tu che lo disprezzavi tanto: ridendo e scherzando è pure carino.
PIA: Io non ho aperto bocca. Ho detto solo che mi faceva specie avere uno che mi spiava alle spalle senza
sapere chi fosse. Capirai, se ne sentono poche!
MACIOCI: Adesso c'è da divertirsi, vero Furio?...
FURIO: Eeh, te lo dico...
FLAVIA: Vuoi che te vada a prendere qualcosa da bere?
(Furio risponde con un rifiuto scontroso. Come gli altri, pur se incupito, non riesce a staccare gli occhi dal
campo.)
MACIOCI: quello fa per dieci. ha già ripreso palla. - (Direttamente a Furio) Quello chi sa se ha avuto
qualcuno che gli ha insegnato. Io non lo so se certe cose da solo le impari. Magari in qualche giovanile.
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secondo me può essere.
FURIO: E un chi se ne frega non ce lo metti?!
MACIOCI: (Con sgomento infantile) Perché fai così?
FURIO: Tanto per cominciare, considera che è bello riposato.
FLAVIA: Beh, questo è vero.
FURIO: E che sono un gruppo de pippe.
MACIOCI: Vabbè, ma sono sempre gli stessi de prima.
FURIO: Ma vattene in Grecia, vai va'!
MACIOCI: ci vado, ci vado.
ALICE: Più che altro, che ne so, è curioso: ha un modo di correre che sembra che balli. Io non l'ho mai visto
nessuno giocare così.
MACIOCI: Guardalo lì come salta!... Hai visto, Furio?... ci vuole un fucile per fermare il tipo.
MARINA: E avete visto come si muove bene d'anca?
SAMANTHA: (Maliziosa) Graaande indizio.
ALICE: E te l'ho detto che sembra che balli.
SAMANTHA: we, ma sapete che vi dico? Che a me, quasi quasi, mi fa anche sesso.
ELENA: Non ti eccitare.
SAMANTHA: Comunque ci tengo: la scoperta è mia.
ALICE: L'unica, forse, è che è un po' troppo foruncoloso.
MACIOCI: Guarda il tipo lì come ha allungato l'occhio e s'è messo a scrivere fitto fitto sul blocchetto. Cosa
scrive secondo te, furio?...
FURIO: una lettera alla fidanzata.
MACIOCI: A me invece mi sa che ci sta facendo un pensierino, altro che storie!
FLAVIA: Intanto lo tocchi e vola. Basta vederlo per capire che va giù come niente.
SAMANTHA: Bella forza, gli sono saltati addosso in tre.
FLAVIA: (Sempre con l'intento di spalleggiare Furio) Comunque, fragilino è fragilino. Proprio di
corporatura, non dico mica che è colpa sua.

13 - RITA / FINALE
(Irrompe in scena Rita sulla stessa bicicletta con cui l'abbiamo visto all'inizio. Frena bruscamente e butta la
bici in un angolo. E' affannatissima; si guarda intorno.)
RITA: (A tutti) Oh! avete visto un tipo magro magro, pallidino e biondo... che avevo un appuntamento e mi
aspettava?!... (Guardando l'ora) Madonna, ho fatto tardissimissimoo!
MARINA: è mica lui?...
RITA: Lui dove?
MARINA: (Indicando) Quello che è entrato a giocare.
RITA: (Notandolo) E figurati!... Vabbè anzi... meno male, và... avevo quasi paura che se ne fosse già andato.
Quello ha una palla al posto del cervello.
(Forte) Emilioo!... Emilioooo!...(Agli altri) Che sarebbe il mio ragazzo. (Di nuovo forte) Emììì!...
SAMANTHA: E non lo distrarre!...
RITA: ( A lui, gridando) muoviti che per quello dopo facciamo ancora in tempo!... (Agli altri) dobbiamo
andare al cinema. Vero è che mi aspettava mezz'ora fa.
FURIO: E potevi arrivare prima.
RITA: eh mi è scappato il criceto e volevo ritrovarlo prima di uscire. se mio padre lo becca non ci mette un
secondo a buttarlo nel cesso.
MACIOCI: non penserai mica di portartelo via?
SAMANTHA: Sèè... non ci pensare nemmeno!
RITA: E già, io adesso, secondo voi, passo il pomeriggio a girarmi i pollici!... (Sedendosi, rassegnata ad
aspettare) Cheppalleeeee... (Mani intrecciate alle caviglie, mento sulle ginocchia, gote pronte a sbuffare e
sguardo a cielo.)
MACIOCI: E vai che c'ha dato la punizione! però è lontana.
ERIKA: La batte il biondo! La batte il biondo! (Gridando, mani alla bocca) Vai, supermitico, vai!!!
(Un tempo di attesa, poi Macicoci e tutte le ragazze, tranne Flavia che è partecipe del malumore di Furio e
Rita - a cui non gliene può importare di meno - saltano in aria urlando 'Gooooool!'.)
MACIOCI: Non ci si crede! Non ci si crede!... Ma come ha fatto? sembrava telecomandato. E quello non ha
un piede, ha un pennello!
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SAMANTHA: Troppo incommensurabile! Troppo incommensurabile!
(Le esultanze e i giubili si protraggono ancora per alcuni secondi tramutandosi, poi, in coretti di 'Alè oh-
oh!...' inneggianti il piccolo idolo biondo. Gianna scatta a ripetizione.)
FLAVIA: Come va il ginocchio, amore?...
FURIO: E come vuoi che vada?!... Va.
FLAVIA: adesso vedrai come se rimette a posto.
FURIO: (Quasi tra sé) Se mi lasci, t'ammazzo.
FLAVIA: Che hai detto?
FURIO: ...niente, niente.
(Una breve pausa)
FLAVIA: Beh, non sei contento?... Abbiamo pareggiato.(Furio non risponde. Reclina il capo. Flavia lo
osserva preoccupata. Rita, annoiata, guarda l'ora, sbadiglia, sopporta. Gianna scatta. Continuano i cori di 'Alè
oh-oh!...' mischiati al traffico rombante del cavalcavia. Così ancora per alcuni secondi, poi buio graduale.
Nel buio cessano i rumori del traffico ma non il coro festante delle ragazze. Da ultimo, silenzio.)

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