Sei sulla pagina 1di 5

AILOVOLIVIA 2021 : l’innocenza dello sguardo tra l’infanzia nei “mille giorni d’oro” e la maturità

orfica1

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, già dagli anni ’50, riconosceva che il tempo dal
concepimento al terzo anno, poi convenzionalmente definito “i mille giorni d’oro”, è il più
importante e più delicato di ogni persona, perché le relazioni emozionali di questo periodo
generano e fissano, nella memoria del corpo, tracce mai esprimibili con le parole, eppure incise
indelebilmente nel suo modo di essere e nelle sue trame inconsce.

Il fascino scaturito da gesti e segni liberi, privi di contesto e ricchi di volontà di una bimba, ora di
tre anni, ha ispirato, in un adulto a lei vicino, un progetto chiamato “ailovolivia”: un ciclo di mostre
documentative giunto alla seconda edizione, ripetuta nel mese di ottobre a Schio, alla galleria
Casa Capra di Saverio Bonato, un reportage annuale delle reciproche influenze pilotate da Olivia
(2018) e integrate da Gianni (1950).

Come nella precedente edizione, sono state selezionate 19 tavole, questa volta riferite al periodo
che va dal secondo al terzo anno, realizzate su moduli quadrati 21x21cm che Gianni, come un
assistente novizio, predispone per l’uso di tecniche miste su vari supporti, per stimolarla a nuovi
gesti e visioni, ed emozionarsi della magica, innata, caotica abilità con cui abitualmente agisce un
bambino di quell’età: “Vivo le sue scoperte come se fossero le mie “di quella volta”: per ogni segno
che traccia mi confondo col suo fare e, agendo con lei, rivivo il bambino qual ero … Con la stessa
rispettosa emozione con cui la osservo, mi lascio poi ispirare dagli spazi vuoti fra i suoi segni,
indagando lo sfondo come luogo di una relazione dove verità e finzioni, dubbi e certezze,
convivono sereni tra sogno, bisogno e urgenti necessità.
In questa edizione ho utilizzato la “foglia d’oro” con l’intento sia di onorare come ARTE l’istintività
del tratto che normalmente si cataloga come banalità, sia di evocare il completamento di questa
importante fase dell’infanzia e sia di riconoscere che ogni bambino, ancora incapace di fingere,
insieme al crescere e all’apprendere, già È!. Chi frequenta amorevolmente questa età, è
istintivamente portato a riconoscere le difese, le corazze, le gabbie e le mele avvelenate dalla
paura del quotidiano, quindi indotto a instaurare una relazione di pura sincerità con l’innocenza,
per poter rispecchiare e ricontattare il proprio sé primitivo.”

L’effetto finale è un’energia che, da soli, né Gianni né Olivia avrebbero potuto raggiungere e che
caratterizza fortemente ogni modulo in esposizione.

Il piacere umano di lasciare tracce e segni di sé e del proprio passaggio è dapprima di tipo
sensoriale e motorio, ma la grande differenza tra la creazione artistica dei bambini e quella degli
adolescenti o degli adulti è che i primi non si sentono sotto pressione rispetto a convenzioni
culturali o regole. La riproduzione grafica è un’attività complessa che mette in gioco, nel bambino,
diverse abilità quali la percezione, la comprensione delle forme, la memoria, la motricità. Tali
processi percettivi, cognitivi e motori hanno un ritmo particolare nella maturazione, che si
completa nell’arco di tempo che va dalla nascita ai dodici anni. La prima Fase, definita “dello
scarabocchio”, va dai 2 ai 4 anni.
1
Istintivo, creativo, come l’ispirazione attribuita a Orfeo nel mito greco.
Inizialmente si tratta di uno scarabocchio apparentemente disordinato: il bambino disegna senza
prestare particolare attenzione ai tratti realizzati, disegna per il puro piacere del movimento e
della magia del segno che, fluendo da un bastoncino (pastello, pennarello), appare sulla superficie.
Esiste appena una coordinazione tra occhio e mano, dopodiché inizia a sviluppare una sorta di
scarabocchio sempre più controllato. L’accordo tra occhio e mano, azione-visione-revisione, si
evolve e il bambino è consapevole delle diverse tracce che nascono dai suoi movimenti. Durante
questa fase egli sperimenta la grammatica dei tratti diversi e delle forme e inizia a riconoscere,
nominare, decidere, scegliere, utilizzare.

Con il punto, la linea, la superficie, la materia, definiscono l’unicità del linguaggio anche:
 la pressione, che fa riferimento all'intensità̀ dell'energia sulla superficie ed è l'elemento
grafico più̀ costante in ogni persona: vigore e leggerezza iniziano a diventare il suo segno
distintivo;
 il gesto come indagine motoria che caratterizza l’espressione spaziale;
 il tratto come magica comparsa del segno e del ritmo;
 le cancellature, la magica scomparsa del segno, che la psicologia lega a significati profondi
come il rifiuto dell'oggetto, l’incertezza, l’abbandono.

Il bambino attraverso il disegno si esprime, fa emergere il proprio mondo personale, quello più̀
autentico che non sottostà̀ a regole né a divieti. Il disegno appare come una "finestra aperta sulla
mente", attraverso la quale lo sviluppo delle abilità e delle emozioni dei più̀ piccoli può̀ essere
osservato e compreso, assai più̀ di quanto non consenta il linguaggio, strumento che si impara
presto anche a censurare, a seconda delle reazioni degli adulti.

Questo secondo reportage consolida l’invito a ricondurre l’attenzione sull’autonoma forza


espressiva di ogni bambina e di ogni bambino, interesse sviluppatosi oltre un secolo fa e che, a vari
livelli, ha permeato l’ambito antopologico e culturale, plasmando in particolare l’aspetto
pedagogico. A cavallo fra Otto e Novecento, infatti, grande fu l’attenzione degli artisti alla
riscoperta del “Fanciullino”: G. Pascoli autore dell’omonima opera, M. Montessori, R. Steiner, S.
Freud, S. Prokofiev, P. Ciaikovskij, F. Depero, F. Marc, H. Rousseau, G. Grosz, J. Mirò, fino a G.
Rodari , B. Munari, citando solo alcune delle personalità più conosciute, per evocare il respiro
profondo, trasversale ed europeo di quella temperie.
Simbolica, a proposito, l’affermazione di Picasso che, sintetizzando quel pensiero comune alle
avanguardie, dichiarò che a 12 anni dipingeva già come Raffaello e che, successivamente, impiegò
tutta una vita per ritornare a dipingere come il bambino qual era.
A chi voglia raccogliere l’invito a livello individuale, quindi, questi piccoli ma potenti generatori di
energia, illumineranno nuovi, inaspettati traguardi di benessere interiore.
AILOVOLIVIA: l’infanzia e la ribellione l’innocenza dello sguardo, tra l’infante alla scoperta del
nuovo mondo nei mille giorni di aurea magia e l’adulto orfico2

Come sostiene Gianni Cucovaz, rifacendosi a una dichiarazione dell’Organizzazione


Mondiale della Sanità già degli anni ’50, ricorda che “la fase dal concepimento al terzo
anno, convenzionalmente definita “i mille giorni d’oro”, è il tempo più importante e più
delicato di ogni individuo perché le relazioni emozionali di questo periodo generano e
fissano indelebilmente, nella memoria del corpo, tracce per sempre ignote alle sue parole
eppure incise indelebilmente nel suo modo di essere e nelle trame inconsce della sua
esistenza.”

Il fascino scaturito dai di gesti e segni liberi, privi di contesto e ricchi di della volontà
inconsce umana di rappresentazione di in una bimba di tre anni Olivia, hanno ispirato a un
adulto a lei vicino, il nonno, un progetto chiamato “ailovolivia”: un ciclo di mostre
documentative, emerge un reportage delle reciproche influenze pilotate da Olivia (2018) e
integrate dei lavori artistici nate dalla fusione dell’esperienza di grafico del da nonno
Gianni, (1950), e della creatività primordiale della nipotina Olivia (2018). In questa giunto
alla seconda documentazione edizione di “ailovolivia”, ripetuta che prende annualmente vita
nel mese di ottobre alla galleria Casa Capra attraverso la collaborazione di Saverio Bonato,

Sono esposte Come nella precedente edizione, sono state selezionate 19 tavole, questa volta
riferite al periodo che va dal secondo al terzo anno, realizzate su moduli quadrati 21x21cm
che Gianni, come un assistente novizio, predispone per l’uso di tecniche miste su vari
supporti, per stimolarla a nuovi gesti ed emozionarsi della magica, inconscia, caotica abilità
con cui abitualmente agisce un bambino di quell’età: “Vivo le sue scoperte come se fossero
le mie di quella volta: per ogni segno che traccia mi confondo col suo fare e, agendo con
lei, ritorno il bambino qual ero … Con la stessa rispettosa emozione con cui la osservo, mi
lascio poi ispirare dagli spazi vuoti fra i suoi segni, indagando lo sfondo come spazio di
una relazione dove verità e nebbie, dubbi e certezze, convivono sereni tra sogno, bisogno e
urgenti inconsce necessità. lavori multipli una raccolta di segni realizzati su tavolette
cartonate rielaborate da gianni con l’utilizzo de la foglia d’oro,, pigmenti, pastelli, grafite,
chine, e pasta modellabile. In questa edizione ho utilizzato la foglia d’oro con unito al
l’intento di esaltare “ad arte” l’istintività del tratto che normalmente si cataloga come
banalità, ed evocare, contemporaneamente, il completamento di questa importante fase
dell’infanzia in cui ogni bambino, in quanto incapace di fingere, insieme all’apprendere,
È!. Chi frequenta questa età con passione, è istintivamente portato alla consapevolezza
delle corazze, delle difese, delle gabbie, mele avvelenate delle paure del quotidiano, quindi
indotto a cercare una relazione di pura sincerità con un’alterità innocente in cui
rispecchiarsi.”

L’effetto finale è un’energia che, da soli, né Gianni né Olivia avrebbero potuto raggiungere
e che caratterizza fortemente ogni pezzo in esposizione.

2
Istintivo, creativo, come l’ispirazione attribuita a Orfeo nel mito greco.
La grande differenza tra la creazione artistica dei bambini e quella degli adolescenti o degli
adulti è che i bambini, pur rendendosi conto della diversità dei loro disegni rispetto a quelli
degli altri, non si sentono sotto pressione rispetto a convenzioni culturali o regole.
Il nonno ha studiato i segni della piccola Olivia ed è riuscito a cogliere, in quello che è
comunemente definito “scarabocchio”, una vera e propria modalità espressiva, che non si
piega alle convenzioni del mondo dei grandi che è libera dai tentativi di imitazione.

Gianni ha separato lo sfondo, disegni della nipotina, rimanendo da ed i segni agito vuoti
lasciati da Olivia.

con l’intenzione di evocare tutta l’originalità, di questi tratti unici e distintivi.

Il piacere dell’uomo di lasciare tracce e segni di sé e del proprio passaggio è un piacere che
è dapprima di tipo sensoriale e motorio. La riproduzione grafica è un’attività complessa che
mette in gioco, nel bambino, diverse abilità quali la percezione, la comprensione delle
forme, la memoria, la motricità. Tali processi percettivi, cognitivi e motori hanno un ritmo
particolare nella maturazione, che si completa nell’arco di tempo che va dalla nascita ai
dodici anni. La prima Fase, viene definita “dello scarabocchio”, va dai 2 ai 4 anni.

Inizialmente si tratta di uno scarabocchio apparentemente disordinato, il bambino disegna


senza prestare particolarmente attenzione ai tratti realizzati, disegna per il puro piacere del
movimento e della magia del segno che, fluendo da un bastoncino (pastello, pennarello),
rimane sul foglio appare sulla superficie. Esiste appena una coordinazione tra occhio e
mano, dopodiché inizia a sviluppare una sorta di scarabocchio sempre più controllato. L’a
coordinazione accordo tra occhio e mano, azione-visione-revisione, si evolve e il bambino è
consapevole delle diverse tracce che lasciano nascono dai suoi movimenti. Durante questa
fase egli sperimenta la grammatica dei tratti diversi e delle forme e inizia a riconoscere,
nominare, decidere, scegliere utilizzare. i colori.

Con il punto, la linea, la superficie, la materia, definiscono l’unicità del linguaggio anche:
 la pressione, che fa riferimento all'intensità̀ dell'energia premente sulla
superficie del foglio, ed è l'elemento grafico più̀ costante in ogni una data
persona: fa parte del suo "stile" in quanto è in rapporto col vigore e
leggerezza iniziano a diventare il suo segno distintivo; energia psichico
costituzionale di un individuo;
 il gesto come indagine motoria che caratterizza l’espressione spaziale;
 il tratto come magica comparsa del segno e del ritmo; :oltre alla pressione
sono legati al che, definiscono la "forma", cioè al lo "stile" proprio di
ogni essere umano;
 le cancellature, la magica scomparsa del segno, non devono essere
trascurate, poiché si ritengono che la psicologia legate a significati
profondi come il rifiuto dell'oggetto, tratti di l’incertezza, l’abbandono.
Il bambino attraverso il disegno si esprime, fa emergere il proprio mondo personale, quello
più̀ creativo e più̀ valido, quello più̀ autentico che non sottostà̀ a regole né a divieti.
Il disegno appare come una "finestra aperta sulla mente", attraverso la quale lo sviluppo
delle abilità e delle emozioni dei più̀ piccoli può̀ essere osservato e compreso, assai più̀ di
quanto non consenta il linguaggio, strumento che si impara presto anche a censurare, a
seconda delle reazioni degli adulti.

Questo ciclo di mostre è nato dal desiderio del nonno Gianni di omaggiare una mente ancora
priva di tutte le inibizioni che impongono regole e modalità di comportamento, le quali
inevitabilmente rischiano di soffocare la spontaneità e la creatività dell’individuo.

Simbolica, a proposito, l’affermazione di Picasso che, sintetizzando la posizione degli artisti


d’avanguardia suoi contemporanei come H. Rousseau e Mirò, dichiarò che a 12 anni
dipingeva già come Raffaello e che successivamente impiegò tutta una vita per cercare di
dipingere come il bambino qual era.

Famosa la frase dello stesso Pablo Picasso, che dichiarò che a 12 anni dipingeva già come
Raffaello e che successivamente impiegò tutta una vita per imparare a dipingere come un
bambino.

Potrebbero piacerti anche