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BIOLOGIA

1. Caratteristiche dei viventi e del loro funzionamento


Ogni essere vivente è caratterizzato da un insieme di proprietà che lo distinguono da un oggetto
non vivente. La chiave delle differenze è nell’ORGANIZZAZIONE1. Gli organismi:
● Sono formati da unità strutturali e funzionali chiamate cellule, a esclusione dei virus.
● Crescono (aumento di dimensioni) e si sviluppano (cambiamenti strutturali e fisiologici)
● Si riproducono
● Regolano il proprio metabolismo: sono in grado di scambiare energia e materia con
l’ambiente circostante e di trasformare energia da una forma all’altra. Le reazioni
chimiche che costituiscono il metabolismo sono regolate per garantire l’OMEOSTASI,
cioè la stabilità dell’ambiente interno.
● Rispondono agli stimoli
● Possiedono l’informazione genetica, contenuta in un programma costituito da geni,
formati da DNA.

1. Biomolecole
Nella materia vivente sono presenti 92 elementi chimici naturali:
● Più abbondanti: OSSIGENO, CARBONIO, IDROGENO, AZOTO (95% del corpo
umano)
● Elementi essenziali in concentrazioni ridotte: CALCIO, FOSFORO, CLORO,
ZOLFO, POTASSIO, SODIO, MAGNESIO, IODIO, FERRO
● Elementi in tracce presenti in piccole quantità: RAME, MANGANESE, ZINCO,
FLUORO.
I composti più importanti sono detti biomolecole, sono composti organici, di elevato peso
molecolare, appartenenti a quattro classi principali: PROTEINE, CARBOIDRATI, LIPIDI e
ACIDI NUCLEICI.

1. La teoria cellulare
Il termine cellula fu introdotto per la prima volta da Robert Hooke nel 1665, osservando delle
cavità in una sezione di sughero. Nella metà del 19° secolo si forma la teoria cellulare formulata
da Schleiden, Schwann e Virchow.
Una cellula può essere definita come un elemento di piccole dimensioni, delimitato da una
membrana, pieno di una soluzione concentrata di sostanze chimiche in acqua e dotato della
capacità di riprodurre se stesso, crescendo e dividendosi in due.
Teoria cellulare:
● tutti gli organismi sono composti da cellule
● la cellula è l’unità morfologica e fisiologica fondamentale della struttura degli organismi
viventi
● ogni cellula deriva da una cellula preesistente
● nelle cellule l’informazione genetica risiede nel DNA

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Organizzazione è sinonimo di ordine, e il mantenimento di strutture ordinate richiede energia. Gli
organismi svolgono continuamente trasformazioni chimiche (REAZIONI) a cui sono dovute attività
fondamentali come produrre energia per il movimento dei muscoli o la digestione.
Ogni cellula è circondata da una membrana all’interno della quale si trova il citoplasma (indica
tutto quello che si trova all’interno della membrana a parte il nucleo), una soluzione acquosa in
cui si svolge gran parte delle funzioni cellulari.
MEMBRANA: è un sottile involucro di 7-9 nm, regola lo scambio di materiali con l’esterno,
è costituita da un DOPPIO STRATO DI FOSFOLIPIDI a cui aderiscono numerose proteine,
responsabili di funzioni importanti come recettori di ormoni, enzimi, proteine di trasporto.
Componenti presenti in minore quantità: colesterolo e glicolipidi.
Nelle cellule più evolute le diverse funzioni sono assolte da strutture specializzate, chiamate
organelli citoplasmatici , e il DNA è separato dal citoplasma e racchiuso in un nucleo ben
definito. In base alla presenza o meno di un nucleo vero e proprio le cellule si dividono in
PROCARIOTICHE ed EUCARIOTICHE.

● La cellula procariotica:
Sono le più semplici e le più piccole (intervallo 0,5-5 micrometri con un valore medio di due
micrometri). Sono prive di organelli citoplasmatici delimitati da membrana (gli unici organelli
sono i ribosomi) e non possiedono un vero nucleo: il materiale genetico, disperso nel citoplasma,
consiste in una singola molecola di DNA circolare. Sono circondate da un parete cellulare
esterna alla membrana costituita da PEPTIDOGLICANI (molecole formate da polisaccaridi e
ammino-zuccheri). Gli organismi sono tutti UNICELLULARI (batteri, alghe azzurre,
archebatteri).

● La cellula eucariotica:
Il loro diametro è compreso tra 10 e 30 micrometri. Nel citoplasma sono presenti diversi
organelli che consentono lo svolgimento delle attività cellulari in compartimenti distinti. Il
materiale genetico consiste di molecole di DNA lineari che, complessate con specifiche
proteine, formano i cromosomi, racchiusi in un nucleo ben definito. Gli organismi possono
essere unicellulari (protisti) oppure pluricellulari (piante, funghi e animali).
Fra gli organuli più importanti ricordiamo i MITOCONDRI, centrali energetiche della cellula,
in cui si svolge la respirazione cellulare, il
RETICOLO ENDOPLASMATICO
RUGOSO, cui aderiscono i RIBOSOMI,
responsabili della sintesi proteica, l’APPARATO
DI GOLGI, sistema di membrane esterne e
comunicanti in cui vengono modificate le
proteine destinate alla secrezione o a comparti
particolari.
ORGANULO FUNZIONE PROCARIOTI EUCARIOTI

Parete cellulare struttura protettiva e di presente presente nelle


sostegno (peptidoglicani) piante e nei
funghi

Membrana regola il movimento di


plasmatica sostanze dentro e fuori la presente presente
(cellulare) cellula
(plasmalemma)

Membrana barriera al movimento della


nucleare maggior parte delle molecole,
gli scambi molecolari fra
nucleo e citoplasma assente presente
avvengono a livello dei pori
nucleari

Cromosomi portatori dell’informazione è presente una sono presenti


genetica sola molecola di più cromosomi
DNA circolare lineari costituiti
da DNA e
proteine

Nucleolo sede della sintesi dell’RNA assente presente


ribosomiale

Reticolo sede della sintesi di proteine,


endoplasmatico acidi grassi e steroidi assente presente

Apparato di sede di modificazione di


Golgi proteine destinate alla assente presente
secrezione o ad altri organuli

Mitocondri sede della respirazione assente presente


cellulare

Centrioli organizzano il fuso mitotico


nella divisione cellulare assente presente

Lisosomi organuli digestivi in grado di


degradare le sostanze ingerite assenti presenti

Ribosomi sede della sintesi proteica presente presente

Microfilamenti e formano le ciglia e i flagelli.


microtubuli conservano la forma cellulare e
partecipano alla formazione assenti presenti
del fuso mitotico.
Cloroplasti svolgono la sintesi presenti nelle
clorofilliana assenti parti verdi delle
piante

1. Scambio di materiali
Le sostanze possono entrare e uscire dalla cellula in modi diversi: si distingue il trasporto attivo
da quello passivo.
● Il trasporto passivo avviene SECONDO GRADIENTE DI CONCENTRAZIONE,
cioè quando una sostanza si sposta da una zona in cui la sua concentrazione è maggiore a
un’altra in cui la concentrazione è minore. Questo processo è spontaneo e non richiede
energia.
● Il trasporto attivo avviene CONTRO GRADIENTE DI CONCENTRAZIONE, ossia
una sostanza si sposta da una zona in cui la sua concentrazione è minore a un’altra in cui
la concentrazione è maggiore. Questo trasporto richiede energia che è fornita dall’idrolisi
di ATP.

La membrana plasmatica è SEMIPERMEABILE, ciò vuol dire che può essere attraversato
liberamente solo dall’acqua e da piccole molecole non polari, come O2 E CO2. Per regolare
l’entrata e l’uscita delle molecole di dimensioni più grandi e di tutti gli ioni sono presenti
specifici sistemi di rapporto, costituiti da proteine di membrana che permettono il passaggio di
sostanze specifiche.

1. Metabolismo cellulare
Il metabolismo cellulare è l’insieme delle reazioni di trasformazione della materia e
dell'energia che si svolgono all’interno della cellula .
L’insieme delle reazioni di degradazioni delle molecole complesse in sostanze più semplici è
detto CATABOLISMO, l’insieme delle reazioni di sintesi dei costituenti cellulari a partire dai
composti semplici è detto ANABOLISMO.
Reazioni cataboliche: liberano l’energia necessaria alla cellula per mantenere le strutture e il
livello di organizzazione che la caratterizzano. Le reazioni anaboliche sono quelle di sintesi di
composti necessari alla cellula come enzimi, fosfolipidi, proteine di membrana ecc. Per poter
avvenire richiedono energia, che è fornita loro dalle reazioni cataboliche attraverso l’ATP.
L’ATP è formato da un nucleoside, l’adenosina, legato a tre gruppi fosfato. E’ la moneta di
scambio energetico cellulare e permette il collegamento tra le reazioni cataboliche e quelle
anaboliche. Mediante la sintesi e l’idrolisi dell’ATP la cellula può velocemente accumulare o
rendere disponibile energia.

1. Catabolismo del glucosio


La principale fonte di energia per le cellule deriva dalla demolizione del glucosio, processo
che si svolge in diverse fasi e può procedere fino all’ossidazione completa, con produzione di
CO2, oppure arrestarsi a livello di composti intermedi.
La prima fase dell’ossidazione è rappresentata dalla GLICOLISI, una serie di reazioni
attraverso le quali una molecola di glucosio (a 6 C) viene demolita ad acido piruvico (a 3 C) e si
libera energia sufficiente a produrre due molecole di ATP e due molecole di NADH
(trasportatore di potere riducente, partecipa alle reazioni di ossidoriduzione).
La glicolisi è presente in tutte le cellule. A seconda delle capacità dell’organismo e delle
condizioni ambientali, l’acido piruvico formato con la glicolisi può seguire due percorsi
alternativi:
● in assenza di ossigeno (anaerobiosi) viene ridotto, tramite il processo di fermentazione,
ad acido lattico, etanolo ecc
● in presenza di ossigeno (aerobiosi) viene ossidato a CO2 durante la respirazione
cellulare. L’energia liberata durante la glicolisi viene sfruttata per produrre due molecole
di ATP e due molecole di NADH.
In presenza di ossigeno l’acido piruvico viene ossidato e demolito totalmente con la produzione
di CO2 e H2O nella respirazione cellulare, la seconda fase della degradazione del glucosio.
Questo processo ha luogo nei mitocondri e viene diviso in tre fasi principali: la
decarbossilazione dell’acido piruvico, il ciclo di Krebs e la catena respiratoria.
Dall’ossidazione completa di una molecola di glucosio si ottengono 38 molecole di ATP, di
queste 2 sono prodotte dalla glicolisi e 36 dalla respirazione, che è dunque la via più
efficiente per liberare l’energia contenuta nel glucosio.

1. Fotosintesi clorofilliana
E’ un processo compiuto dai vegetali (piante ed alghe) e da alcuni procarioti, che permette di
catturare l’energia solare e convertirla in energia chimica sotto forma di glucosio. L’energia
luminosa viene sfruttata per l’organicazione del carbonio, cioè per trasformare la CO2 in
glucosio.
Per compiere la fotosintesi i vegetali assorbono dall'ambiente anidride carbonica e acqua, così
producono glucosio e liberano ossigeno nell’atmosfera. Gli organismi che sono in grado di
produrre sostanze organiche a partire da sostanze inorganiche semplici (CO2 e H2O) prelevate
dall’ambiente, sono detti AUTOTROFI, gli organismi che devono assumere le
sostanze organiche dall’ambiente sono detti ETEROTROFI.

1. I virus
Non sono composti da cellule, vengono definiti oggetti biologici piuttosto che organismi.
● Sono costituiti da una molecola di acido nucleico (DNA o RNA) contenente le
informazioni genetiche, racchiusa in un involucro di
natura proteica detto capside.
● Hanno forma e dimensioni varie comprese tra 10 e
300 nm
● Contengono un unico tipo di acido nucleico
● Sono incapaci di sintetizzare autonomamente le
proteine di cui sono formati
● Per riprodursi devono infettare cellule ospiti di cui
sfruttano gli enzimi e il sistema energetico: parassiti
endocellulari obbligati
● Sono parassiti specifici: alcuni infettano solo cellule
animali, alcuni solo cellule vegetali, altri chiamati
batteriofagi o fagi, solo cellule batteriche.

1. Divisione cellulare e riproduzione


La divisione cellulare è il processo che permette a una cellula di dare origine a due cellule
figlie. Tutte le cellule hanno origine dalla divisione di altre cellule.Ogni cellula contiene una
gran mole di informazioni sotto forma di geni che, dal punto di vista chimico, sono tratti di
DNA. Prima di ogni divisione cellulare il DNA si duplica, e ognuna delle due cellule che si
originano dalla divisione riceve una dotazione di informazioni identica a quella della
cellula madre. Il processo deve garantire la distribuzione equa di DNA, citoplasma e degli
organuli cellulari.
Negli organismi UNICELLULARI, la divisione cellulare coincide con la riproduzione, in quelli
PLURICELLULARI, oltre alla riproduzione, permette lo sviluppo dell’embrione,
l’accrescimento e il rinnovamento dei tessuti.
Nelle cellule procariotiche, dotate di un’unica molecola di DNA, la divisione cellulare è detta
scissione binaria (o fissione binaria), mediante il quale, dopo la replicazione del DNA, la
cellula si strozza e si divide in due cellule, ognuna delle quali riceve una molecola di DNA.
Nelle cellule eucariotiche, fornite di diverse molecole di DNA sotto forma di cromosomi,la
divisione cellulare è detta MITOSI, che garantisce l’equa ripartizione del materiale genetico.
La mitosi è suddivisa in profase, metafase, anafase e telofase. Oltre alla mitosi, in tutti gli
eucarioti che si riproducono per via sessuata è presente una particolare linea cellulare, quella
delle cellule germinali, che attraverso la meiosi formula le cellule riproduttive.
● Riproduzione sessuata: prevede la partecipazione di GAMETI. La riproduzione
avviene quando il gamete maschile si fonde con quello femminile (fecondazione). Ha
origine una cellula, lo zigote, che rappresenta la prima cellula del nuovo organismo.
La riproduzione sessuata, a differenza di quella asessuata, consente di ottenere un
aumento della variabilità genetica, grazie al rimescolamento di materiale genetico
diverso (madre e padre).

● Cellule aploidi e diploidi: i gameti si differenziano dalle altre cellule dell’organismo,


dette cellule somatiche, per il numero di cromosomi.
Le cellule somatiche sono diploidi, cioè possiedono una doppia serie di cromosomi. I
gameti sono aploidi, cioè possiedono un'unica serie di cromosomi. Quindi i gameti
possiedono un numero di cromosomi pari alla metà di quello delle cellule somatiche e il
meccanismo che permette la riduzione del numero di cromosomi è la MEIOSI. A partire
da una cellula diploide, due divisioni cellulari ne producono quattro aploidi. La meiosi ha
luogo nelle GONADI (ovaie, testicoli, ovari, stami).

La riproduzione sessuata avviene attraverso l’alternarsi della meiosi, che consente di produrre
gameti, e della fecondazione, durante la quale i gameti si uniscono originando il nuovo
individuo. Durante la meiosi i cromosomi che formano ogni coppia di omologhi si appaiano e in
questa fase si può verificare il CROSSING OVER, cioè lo scambio di porzioni di cromosoma
fra cromosomi omologhi. Questo fenomeno aumenta la variabilità genetica dei gameti.

1. Ereditarietà
Oggetto di studio della genetica, è il complesso delle modalità di trasmissione dei
caratteri ereditari dagli individui di una generazione ai loro discendenti.
L’informazione biologica è organizzata in unità fondamentali dette GENI, le diverse
forme di uno stesso gene sono dette ALLELI. La combinazione degli alleli di un
individuo è detta GENOTIPO, il FENOTIPO rappresenta invece l’insieme delle
caratteristiche che si manifestano in un individuo, determinate dal suo genotipo. Con il
termine GENOMA invece, si indica il corredo completo di informazione di un
organismo e il DNA che lo contiene fisicamente.

1. Genetica mendeliana
Le regole che governano la trasmissione dei caratteri ereditari furono scoperte tra il 1854 e il
1864 da Gregor Mendel. Eseguì una serie di esperimenti utilizzando piante di pisello con
caratteristiche differenti, le incrociò tra loro e fece l’analisi numerica delle frequenze con cui
comparivano nelle generazioni i diversi caratteri considerati.
Mendel incrociò piante che differivano per un singolo carattere (per esempio, seme liscio o
rugoso), chiamate GENERAZIONE PARENTALE e indicate con il simbolo P.
Gli individui della progenie, definita PRIMA GENERAZIONE FILIALE e indicata con il
simbolo F, avevano tutti lo stesso fenotipo, uguale a quello di uno solo dei due genitori, mentre
l’altro fenotipo sembrava scomparso. Egli definì DOMINANTE il carattere che si manifestava
nella F1 e RECESSIVO quello che non si manifestava. Incrociando poi gli individui della F1,
chiamata SECONDA GENERAZIONE FILIALE, ricompariva il carattere apparentemente
scomparso, e i due caratteri si manifestavano secondo un rapporti numerico ben preciso: circa ¾
della progenie presentava carattere dominante, mentre solo ¼ manifestava il carattere recessivo.
Ipotesi di Mendel:
● ogni carattere è determinato da un gene (fattore), trasmesso dai genitori ai discendenti
attraverso i gameti con la riproduzione
● i geni esistono in forme alternative (alleli)
● un organismo possiede due copie di ogni fattore (due alleli di ogni gene) per ogni
carattere ereditato e ogni allele deriva da uno dei due genitori.
● le due copie di un fattore (i due alleli) si separano durante la meiosi, così che i gameti
possiedono un’unica copia per ogni carattere. Gli individui che possiedono due alleli
uguali per un dato carattere sono detti OMOZIGOTI, mentre quelli con due alleli diversi
sono detti ETEROZIGOTI.

1. Teoria cromosomica dell’eredità


I risultati di Mendel vennero reinterpretati con questa teoria, secondo la quale i geni sono
particelle materiali localizzate sui cromosomi.
● I cromosomi umani:
Nelle cellule diploidi i cromosomi sono assortiti in coppie, di queste, una differisce nel maschio
e nella femmina. Questi ultimi sono detti CROMOSOMI SESSUALI (o eterocromosomi),
mentre tutti gli altri cromosomi sono detti AUTOSOMI. Le cellule somatiche umane
contengono 46 cromosomi, ovvero 23 coppie: 22 coppie di autosomi e 1 coppia di cromosomi
sessuali (femmine XX, maschi XY).
I gameti, essendo aploidi, contengono 23 cromosomi: 22 autosomi e 1 cromosoma sessuale
(cromosoma X, gli spermatozoi contengono un cromosoma X o Y).
Il sesso di un individuo dipende da quale dei due cromosomi sessuali è contenuto nello
spermatozoo al momento della fecondazione.

● Il cariotipo: è l'immagine della totalità dei cromosomi di una specie, o di un individuo,


ordinati in base alla lunghezza e alla posizione del centromero. Nel cariotipo delle cellule
diploidi i cromosomi sono disposti in coppie di omologhi.
1. Malattie genetiche
E’ causata dalla presenza di uno specifico allele che può essere legato agli autosomi o ai
cromosomi sessuali. Le malattie autosomiche dovute a un gene dominante si manifestano sia
nell'individuo omozigote dominante che nell’eterozigote. Quelle dovute a un gene recessivo si
manifestano nell'individuo omozigote recessivo mentre l’eterozigote è portatore sano della
malattia. Le malattie legate ai cromosomi sessuali sono causate da alleli situati su uno dei
cromosomi sessuali, di solito il cromosoma X. L’emofilia e il daltonismo sono malattie recessive
legate al cromosoma X e colpiscono i maschi perchè non hanno un secondo cromosoma X
necessario a controbilanciare l’allele malato.

1. Evoluzione
L’evoluzione è il processo di cambiamento e adattamento che porta a un aumento della
diversità genetica e allo sviluppo di nuove forme di vita.
Teoria evolutiva di Darwin (1859) L’origine della specie:
● Gli esseri viventi si riproducono generando organismi simili a se stessi nelle
caratteristiche fondamentali ma con una notevole variabilità tra i singoli, e queste
differenze sono almeno in parte ereditabili.
● Gli organismi producono una prole troppo numerosa rispetto alle risorse disponibili per
garantirne la sopravvivenza, tra di essi quindi è sempre in atto una lotta per
l'esistenza.
● Quali organismi possano riprodursi dipende dalle interazioni fra questi e l’ambiente:
quelli che mostrano le caratteristiche più adatte all’ambiente in cui si trovano
sopravvivono e si riproducono perpetuano le loro caratteristiche vantaggiose (selezione
naturale)
● La selezione naturale porta a un accumulo di cambiamenti tale da differenziare i gruppi
di organismi, permettendo la comparsa di nuove specie

Una specie è definita come un gruppo di individui che possono incrociarsi tra loro dando
origine a una prole fertile.
L’ambiente in modo indiretto dirige i cambiamenti della specie: fa sì che gli individui dotati di
caratteri “favorevoli” sopravvivano meglio e lascino un maggior numero di discendenti. Secondo
questa teoria l’ambiente seleziona gli individui più adatti e determina cambiamenti nelle
caratteristiche della specie, che sommandosi possono arrivare a generare una specie nuova.
JEAN BAPTISTE DE LAMARCK (1744-1829) propose la prima teoria dell’evoluzione
basata su due assunti: il primo era che gli organi che sono intensamente usati si sviluppano,
mentre quelli non usati si atrofizzano, il secondo, rivelatosi errato, erano che i caratteri acquisiti
durante la vita dell'individuo potessero essere trasmessi alla progenie.

Prove dell’evoluzione:
● la paleontologia ha dimostrato che non tutte le specie attualmente esistenti sulla terra
erano presenti anche in passato e che molte specie un tempo esistenti sono ormai
scomparse
● la biogeografia, scienza che studia la distribuzione delle forme viventi nelle varie regioni
del globo
● l’anatomia comparata dimostra che organismi appartenenti a uno stesso gruppo
presentano sempre molte somiglianze strutturali
● l’embriologia comparata dimostra che gli stadi dello sviluppo embrionale negli
organismi imparentati si assomigliano, indicando un'origine evolutiva comune
● la biologia molecolare mostra che maggiore è la parentela evolutiva fra due specie,
maggiore è il grado di somiglianza nella sequenza delle basi del loro DNA

1. Neo-darwinismo (teoria sintetica dell’evoluzione)


La teoria di darwin fu contestata dai suoi contemporanei perché presentava due grandi lacune:
non proponeva un meccanismo convincente per spiegare come i caratteri ereditari fossero
trasmessi da una generazione all’altra, non indicava quale fosse l'origine della variabilità dei
caratteri.
I successivi sviluppi della genetica hanno consentito di risolvere questi problemi, individuando
nella mutazione e nella ricombinazione genica che si verifica con la riproduzione sessuata
la fonte della variabilità ereditabile.
La sintesi tra la genetica mendeliana e l’approccio evolutivo darwiniano ha anche dato origine a
una nuova branca della biologia, la genetica di popolazione. Nell’ottica neo-darwinista il
soggetto dell’evoluzione è la popolazione, cioè un insieme di individui appartenenti alla stessa
specie che convivono nella stessa regione e possono incrociarsi. Si definisce POOL GENICO
l’insieme di tutti gli alleli presenti negli individui di una popolazione in un determinato
momento, mentre la FREQUENZA GENICA è la frequenza relativa di un particolare allele in
una popolazione.
L’evoluzione può essere considerata il risultato di una modificazione delle frequenze
geniche all’interno di una popolazione.
1. Classificazione dei viventi
Il primo sistema di classificazione dei viventi è stato messo appunto dal naturalista svedese
CARLO LINNEO (1707-1778) nel XVIII secolo. Organizzò un sistema gerarchico basato sui
principi di PRECEDENZA e INCLUSIONE: le diverse categorie sistematiche sono disposte in
modo tale che ognuna è inclusa in quelle precedenti e comprende tutte quelle successive. Le
categorie tassonomiche principali nella tassonomia (disciplina che si occupa della
classificazione gerarchica di elementi viventi o inanimati) sono le seguenti: DOMINIO,
REGNO, PHYLUM (per gli animali) o DIVISIONE (per le piante), CLASSE, ORDINE,
FAMIGLIA, GENERE E SPECIE. L'unità fondamentale di questo sistema è la specie. Per
indicare la specie si utilizza un sistema di nomenclatura detto NOMENCLATURA BINOMIA,
ideato da LINNEO nel 1758. Ogni specie viene indicata con due nomi latini: il primo si
riferisce al genere cui l'organismo appartiene, il secondo alla specie.

1. I cinque regni
Spesso si trova la suddivisione in tre domini (Bacteria, Archaea, Eukaria) e sei regni (Eubatteri,
Archebatteri, Protisti, Funghi, Piante e Animali) ma la suddivisione a cui si fa riferimento
prevede la suddivisione di tutti gli esseri viventi nei cinque regni MONERE, PROTISTI,
FUNGHI, PIANTE ANIMALI, in base alla complessità della struttura e alle modalità di
nutrizione.

REGNO TIPO CELLULARE NUTRIZIONE ESEMPI

Monere Procarioti, unicellulari autotrofi ed eterotrofi batteri, cianobatteri


o coloniali

Protisti Eucarioti, unicellulari, autotrofi ed eterotrofi amebe, parameci, alghe,


coloniali o pluricellulari mixomiceti
con strutture molto
semplici

Fughi eucarioti, pluricellulari eterotrofi lieviti, funghi, muffe


filamentosi

Piante eucarioti, pluricellulari autotrofi fotosintetici muschi, felci, piante con


semi, piante con fiori

Animali eucarioti, pluricellulari eterotrofi spugne, molluschi, insetti,


uccelli, mammiferi.
Il modello a cinque regni è attualmente messo in discussione perchè ricerche recenti hanno
permesso di distinguere i procarioti in due grandi gruppi: archebatteri ed eubatteri.
Archebatteri: hanno struttura cellulare procariotica, quindi sono privi di nucleo delimitato da
membrana e da organelli citoplasmatici, Alcune caratteristiche chimiche fanno si che li si
debba considerare distinti sia dagli eucarioti e dagli altri procarioti. Secondo questo modello
i viventi andrebbero distinti in tre domini:
● Dominio Bacteria: comprendente il regno degli eubatteri
● Dominio Archaea, comprendente il regno degli archebatteri
● Dominio Eukarya, comprendente i quattro regni degli eucarioti: Protisti, Funghi, Piante
● e Animali.

MONERE: Tutti gli organismi procarioti sono classificati nel regno delle monere. Alcuni
sono aerobi, altri anaerobi obbligati. Il regno delle monere è suddiviso in due phyla principali: i
batteri e le alghe azzurre, o cianobatteri. I batteri possono essere eterotrofi o autotrofi e nel
secondo caso si dividono chemioautotrofi o fotoautotrofi. I chemioautotrofi ricavano l’energia
dall’ossidazione di composti chimici inorganici. Fra i batteri eterotrofi alcuni sono parassiti. A
questo gruppo appartengono i batteri patogeni. I batteri per la maggior parte sono saprobi (o
saprofiti), cioè si nutrono di materiale organico morto.
I cianobatteri sono procarioti autotrofi che effettuano la fotosintesi con un meccanismo simile a
quello delle piante. Utilizzano H2O come donatore di elettroni e producono O2. Possiedono
sistemi di membrane interne, la clorofilla rappresenta il principale pigmento per l'assorbimento
della luce. Alcuni cianobatteri instaurano simbiosi con i funghi formando i licheni.

PROTISTI (protocisti): comprende gli organismi eucarioti che non sono funghi, né piante né
animali. Prevalentemente unicellulari, a parte le alghe che sono pluricellulari ma sono
formate da veri e propri tessuti differenziate. Le alghe compiono la fotosintesi e risultano
simili alle altre piante, i PROTOZOI si procurano il cibo per predazione, i mixomiceti hanno
modalità di nutrizione simili a quella dei funghi.

FUNGHI: Sono organismi eterotrofi, per lo più pluricellulari. La maggior parte secerne
sostanze che effettuano la digestione del materiale nutritizio al di fuori del corpo, seguita
dall'assorbimento attraverso la parete cellulare. Hanno il corpo a tallo. Sono saprobi se si
nutrono di materia organica morta, oppure parassiti se si nutrono a spese di esseri viventi. I
funghi sono divisi in base alle modalità di riproduzione in ZIGOMICETI, ASCOMICETI,
BASIDIOMICETI, DEUTEROMICETI. I lieviti sono ascomiceti che effettuano la
fermentazione alcolica, alcune muffe producono antibiotici.

PIANTE: sono organismi vegetali PLURICELLULARI AUTOTROFI, in grado di sintetizzare


gli zuccheri necessari alla vita, utilizzando anidride carbonica e acqua tramite il processo della
fotosintesi. Le piante sono di solito suddivise in TALLOFITE e TRACHEOFITE. Le prime,
dotate di corpo a tallo e prive di tessuti veri e propri, comprendono le BRIOFITE.
BRIOFITE: i rappresentanti più noti sono i muschi. Sono state le prime piante terrestri, sono
dipendenti dall’acqua, sono piante non vascolari.
TRACHEOFITE: caratterizzate da corpo a CORMO (cormofite), cioè differenziato in radici,
fusto e foglie, sono piante vascolari.
PTERIDOFITE: comprendenti le felci e

ANATOMIA
1. Classificazione dei tessuti
Nonostante le cellule embrionali derivino da un singolo zigote e siano quindi caratterizzate dallo
stesso DNA, durante lo sviluppo le cellule e i tessuti si differenziano mediante l a trascrizione
selettiva del genoma.
LE CELLULE STAMINALI sono cellule indifferenziate che dividendosi per mitosi possono
generare diverse linee cellulari. Sono in corso numerose ricerche destinate a chiarire il loro
possibile ruolo terapeutico per rigenerare tessuti danneggiati e curare malattie degenerative. Le
staminali più versatili sono le cellule embrionali nella prima fase dello sviluppo e quelle del
cordone ombelicale, in grado di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti nell'organismo.
I tessuti vengono classificati in base alle differenze di struttura, alle prestazioni funzionali e alla
loro derivazione embrionale. Le cellule di un dato tessuto sono uguali tra loro.
Si distinguono quattro tipi di tessuti:

TESSUTO EPITELIALE: flessibile e resistente, è costituito da CELLULE CONTIGUE, unite


strettamente e da pochissima sostanza extracellulare. Ha una funzione prevalentemente
protettiva ma può avere anche funzione ghiandolare (in questo caso è composto da cellule che
secernono sostanze specifiche) o sensoriale. Forma membrane che prendono nomi diversi:
● la CUTE riveste la superficie esterna del corpo
● le MUCOSE rivestono la superficie interna degli organi cavi come lo stomaco, l’intestino
e l’utero
● le SIEROSE rivestono cavità non comunicanti con l’esterno: le PLEURE (cavità
pleurica), il PERICARDIO (cuore), PERITONEO (cavità peritoneale)
Le forme delle cellule possono essere CUBICHE, CILINDRICHE o PAVIMENTOSE. L’epitelio
può essere semplice (costituito da un solo strato di cellule), pluristratificato (costituito da più
strati cellulari) o pseudostratificato (unico strato di cellule di altezza diversa)
TESSUTO CONNETTIVO: è un tessuto di riempimento e di sostegno che avvolge gli organi
molli e fa da collegamento a scheletro e masse muscolari. Unisce tessuti diversi e si insinua tra le
fibre muscolari e tra quelle nervose. E’ costituito da cellule (MACROFAGI, FIBROBLASTI,
PLASMACELLULE) che non sono a stretto contatto, bensì disperse in una sostanza
fondamentale , o matrice extracellulare, che fornisce alimento alle cellule e ne asporta le
sostanze di rifiuto. La sostanza fondamentale è ricca di FIBRILLE PROTEICHE secrete da
cellule connettivali. Le proteine più abbondanti sono il COLLAGENE e l’ELASTINA. Il
collagene nell’uomo rappresenta il 30% delle proteine totali (la più abbondante).
Si distinguono quattro tipi di tessuto connettivo: connettivo propriamente detto, cartilagineo,
osseo e fluido (sangue e linfa).
Il TESSUTO OSSEO è un tessuto connettivo mineralizzato: è formato da una matrice organica
densa impregnata di depositi inorganici costruiti per lo più da CARBONATO DI CALCIO e
FOSFATO DI CALCIO. E’ prodotto da cellule dette OSTEOBLASTI che maturano e si
trasformano in OSTEOCITI. Le cellule responsabili della distruzione dell’osso sono chiamate
OSTEOCLASTI.

TESSUTO MUSCOLARE: la funzione principale è di mantenere la postura e di consentire il


movimento. È costituito da cellule di forma allungata, dotate di due proprietà fondamentali:
ECCITABILITÀ e CONTRATTILITÀ, cioè la capacità di accorciarsi attivamente e tornare
passivamente alla lunghezza originaria. Il citoplasma di queste cellule è ricco di FILAMENTI
CONTRATTILI DI NATURA PROTEICA detti MIOFILAMENTI, e formati da due tipi di
proteine: ACTINA e MIOSINA.
Per sostenere l’elevato consumo di energia metabolica associato alla contrazione, le cellule
muscolari particolarmente ricche di MITOCONDRI.
Nell’uomo si riconoscono tre tipi di tessuto muscolare: STRIATO (o scheletrico), LISCIO,
MIOCARDICO.
Tessuto striato: costituisce i muscoli scheletrici, la sua contrazione è volontaria
Tessuto liscio: riveste le pareti dei grossi vasi sanguigni e degli organi cavi dell’apparato
digerente, urinario e genitale, la sua contrazione è indipendente e risponde a stimoli nervosi o
ormonali.
Tessuto miocardico: muscolatura cardiaca, ha aspetto striato ma la sua contrazione è
involontaria.

TESSUTO NERVOSO: l’unità di base del tessuto nervoso è la cellula nervosa, detta
NEURONE. I neuroni sono dotati di due proprietà:
ECCITABILITÀ’: capacità di ricevere stimoli e trasformarli in impulsi nervosi
CONDUCIBILITÀ: capacità di trasportare gli impulsi nervosi e trasmetterli a un’altra cellula.
Il neurone è formato da un corpo cellulare, il PIRENOFORO, da cui si dipartono due
prolungamenti: un ASSONE o NEURITE (conduce gli impulsi in direzione centrifuga rispetto al
corpo cellulare), e uno o più DENDRITI (prolungamento che trasmette gli stimoli della periferia
al corpo cellulare).
I neuroni sono organizzati in una fitta rete di vie nervose, che permette di ricevere gli stimoli
provenienti dall’ambiente e di rispondere ad essi. Costituiscono solo il 10% di tutto il sistema
nervoso, infatti sono accompagnati dalle CELLULE GLIALI, con la funzione di accompagnare e
nutrire i neuroni stessi. Fra le cellule gliali si ricordano le CELLULE DI SCHWANN, che
formano la guaina mielinica che riveste i neuroni del sistema nervoso periferico, gli
OLIGODENDROCITI, che hanno la stessa funzione nel sistema nervoso centrale, la
MICROGLIA e gli ASTROCITI.
Nel corpo umano i diversi tessuti si aggregano a formare gli organi. A un livello organizzativo
superiore, più organi possono unirsi collaborando allo svolgimento di una stessa funzione,
formando così un apparato.

1. APPARATO TEGUMENTARIO
Protegge il corpo dagli agenti esterni e dagli stress ambientali, contiene recettori sensoriali ed è
coinvolto nell’escrezione e nella termoregolazione. E’ costituito dalla pelle e dagli annessi
cutanei, tra cui i peli, i capelli e le unghie.
La pelle è formata da due strati: epidermide (tessuto epiteliale pluristratificato), derma (strato di
connettivo).
Il derma contiene i FOLLICOLI PILIFERI, che producono i peli, le GHIANDOLE SEBACEE,
associate ai peli, le GHIANDOLE SUDORIPARE, produttrici del sudore con funzione di
termoregolazione ed escrezione, CAPILLARI SANGUIGNI e TERMINAZIONI NERVOSE e
SENSORIALI.
Alla cute sono associati gli ANNESSI CUTANEI.

1. SISTEMA SCHELETRICO
E’ l’insieme delle ossa che formano lo scheletro

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