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Due vicende dell’ultima settimana costituiscono una conferma ulteriore di

quanto sia complicato ma al tempo stesso decisivo, gestire l’insegnamento e


l’informazione. Una è quella del complesso scolastico statale Rina Monti Stella di
Pallanza, intitolato oggi al Generale Cadorna (capo dell’esercito nella prima
guerra mondiale, anche lui di Pallanza) e che Preside e Collegio Docenti
chiedono al Ministero di intitolare a Gino Strada (medico milanese fondatore di
Emergency, deceduto ad agosto scorso). L’altra è il modo in cui è stata affrontata
negli ultimi mesi la pandemia Covid19, dando rassicurazioni per tranqullizzare e
così ritardando interventi più efficaci se fatti prima.

Raffaele Sisto, preside della scuola e consigliere comunale del PD, ha promosso
l’iniziativa perché “La strategia di Cadorna produsse massacri evitabili; la sua
disciplina militare al limite della disumanità, è l’aspetto che lo rende distante ai
principi educativi del nostro tempo. La figura di Gino Strada è più in sintonia con i
valori che oggi vuole trasmettere la scuola” ed inoltre perché “qui le ideologie
non c’entrano proprio nulla. Gino Strada è stato un italiano che ha tenuto alto il
nome del nostro Paese fondando Emergency, portando cure mediche nei contesti
più difficili, salvando vite umane in mezzo ai bombardamenti. Un esempio che può
ispirare i ragazzi”. In cinque brevi periodi sono concentrati giudizi che non fanno
onore ad un educatore. Uno, ignorano la legge (la 1188 del 1927 prevede che
“Nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano
decedute da almeno dieci anni”, tranne che per persone della famiglia reale, per i
caduti in guerra o per la causa nazionale). Due, sono ipocriti siccome la pratica
militare di Cadorna è nota da un secolo e si accorgono solo ora all’improvviso
della lontananza dai valori educativi attuali. Tre (il vero vulnus educativo), fanno
propaganda ideologica, additando quale esempio per i giovani un personaggio
come Strada. Dal 1994 ha raccolta una valanga di fondi privati per esercitare
l’aiuto medico internazionale in condizioni senza dubbio difficili, ma ogni volta
schierandosi contro Israele, contro gli Stati Uniti, contro gli Occidentali e a
favore di una sequela di dittatori, divenendo così un’icona della TV del
pacifismo buonista e antimilitarista (utile per la raccolta). Quattro, trasmette
l’idea che la scuola pubblica debba ispirare i ragazzi non formandoli all’esercizio
dello spirito critico bensì al venerare il conformismo del dover essere secondo i
valori della sinistra cattolica (tipico esempio di religiosità utopica).

C’è poi la seconda vicenda istruttiva. Cioè il difetto nella strategia comunicativa
adottata nella campagna vaccinale Covid19, quello di attendere il maturare dello
spavento prima di introdurre restrizioni per arginare il contagio. In realtà gli
interventi non devono modellarsi sulla situazione del momento bensì su quella
prevista. Per questo, non si doveva confondere la situazione dell’estate con
quella dell’inverno. Era già noto (anche prima della variante Omicron) che il
vaccino e le restrizioni nei comportamenti di relazione ormai in uso, sarebbero
stati sufficienti con la stagione calda, ma non lo sarebbero stati all’arrivo del
freddo. Si è sperato il contrario ed ora ci ritroviamo con i contagi che superano
quelli di un anno fa e stanno crescendo (il contrario di allora). Ancora si vuol
dire che le cose vanno meglio perché oggi ci sono meno ospedalizzati (un
quinto) e questo consente la tenuta ospedaliera e dunque un sistema di vita
vicino alla normalità . Ma finora. Perché tra non molto i vaccini continueranno a
ridurre gli effetti ma saranno necessarie ulteriori restrizioni per arginare il
contagio. Il che avrebbe richiesto almeno anticipare due scelte. In via strutturale,
affrontare su larga scala il tema ventilazione negli ambienti chiusi (poiché è
certo scientificamente che il contagio da Covid19 opera con un sistema aerosol).
In via immediata, seguendo in modo rigido gli indicatori di cui già disponiamo,
quello del numero complessivo dei contagi nazionali (non oltre i quattromila al
giorno) e quello dell’indice di contagiosità (lo Rt non superiore ad uno)
ambedue superati da due mesi, rispettivamente un po’ dopo e un po’ prima.
Indicatori riferiti ma non rispettati nel significato.

Le due vicende sono istruttive perché mostrano ambedue che il vivere non può
ridursi a qualcosa di prefissato e in ogni caso sotto controllo. Sia la scuola che i
mezzi di comunicazione sono strumenti essenziali per vivere meglio. La scuola
nel formare per affrontare i nodi della realtà esercitando ciascuno la funzione
critica. I mezzi di comunicazione per fornire ai cittadini le notizie e renderli così
sempre attenti a quanto di profila. Dunque l’una e gli altri devono evitare di
impantanarsi nei sogni ideologici e conformisti, che cancellano la libertà .

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